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Bombshell – La voce dello scandalo: Theron, Kidman e Robbie tra sesso e potere

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In principio destinato ad un’uscita cinematografica, Bombshell – La voce dello scandalo è disponibile sulla piattaforma di Amazon Prime.

La storia, ripresa anche nella miniserie tv  The Loudest Voice – Sesso e potere con Russel Crowe ci racconta in cronaca romanzata ma fedele lo scandalo sessuale che coinvolse Roger Ailes, amministratore delegato di Fox News.

Repubblicano, sostenitore di Nixon, Reagan, Bush padre e figlio, Ailes, abilissimo comunicatore, nel 1996 viene scelto direttamente da Rupert Murdoch per dirigere Fox News Channel e, in breve tempo, il network scalza la CNN dalla vetta dell’audience delle notizie. Il tutto, con un taglio, appunto, totalmente repubblicano, che riflette il pensiero dei gran parte dell’America rurale. L’abilità di Ailes era anche la scelta di conduttrici in gamba ma decisamente belle, e nel film, non a caso, viene recitato sempre il suo mantra “È un media di immagine”.

Bombshell – La voce dello scandalo ricostruisce la fine di Ailes e lo scandalo che lo portò alle dimissioni mentre Donald Trump si preparava a vincere le elezioni a dispetto di ogni previsione. E lo fa usando, in un certo senso, il linguaggio stesso di Fox News, o, comunque, rappresentando le donne in un determinato modo.

Il lungometrasggio, ovviamente, riflette molto il pensiero degli autori (Il nome Trump viene citato quasi cento volte in neppure due ore di durata). Splendide le protagoniste Charlize Theron, truccata perfettamente da Megyn Kelly, Nicole Kidman nel ruolo di Gretchen Carlson, che innescò lo scandalo denunciando Roger per molestie sessuali, e Margot Robbie nei panni della giovane giornalista pronta a tutto per andare sullo schermo e che incontra l’ormai anziano Ailes, interpetato magistralmente da  John Lithgow.

Un film destinato a far parte del movimento #MeToo, contro Donald Trump, a favore del sesso femminile. Un film che fa comprendere che Roger Ailes esercitava il suo potere con le donne, ma, al tempo stesso, era maledettamente bravo nel proprio lavoro. Prova ne siano gli otto anni di George W. Bush, sicuramente non uno dei migliori presidenti che abbia avuto l’America. Mentre si lascia anche trasparire come Donald Trump debba gran parte del merito alla sua elezione a Roger, sebbene la verità sia decisamente più complicata e complessa.

In fin dei conti, quello portato in scena altro non è che il racconto di un abile comunicatore che per vent’anni ha condotto in modo spregiudicato Fox News portandola a livelli di ascolto e di guadagni per Murdoch incredibili. Al tempo stesso, una vicenda costellata di abusi e molestie  sessuali nei confronti di chi ha fatto o non fatto carriera.

Professionalmente diretto dal bravo Jay Roach, Bombshell – La voce dello scandalo è un prodotto di denuncia in cui tutto funziona e che mette a nudo le molte contraddizioni del sistema di comunicazione americano, del suo potere e dell’intrinseco legame con il sesso (legame che esiste da quando è nata l’umanità). In sintesi, un valido lungometraggio per chi odia Trump, per conoscere  una storia legata al potere dei network (in tempi di fake news, poi, molto utile) e con una triste morale: se vuoi che la tua voce venga ascoltata, devi essere famosa e avere la giusta copertura mediatica. Ciò che, praticamente, ha fatto Fox News negli ultimi venti anni.

 

 

Roberto Leofrigio

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The hunt: una spietata battuta di caccia… all’uomo

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Dopo un viaggio addormentati nella stiva di un aereo, in The hunt dodici sconosciuti si risvegliano in una radura. Non sanno dove si trovano, né come sono arrivati in quel posto. Solo dopo aver trovato una cassa piena d’armi ed essersi liberati dalla cinghia che bloccava loro la bocca scoprono la tremenda verità. Sono prede inconsapevoli di una inspiegabile caccia all’uomo.

Gli spari che provengono dal bosco non si fanno attendere molto e, uno dopo l’altro, quasi tutti gli uomini-animali cadono sotto i colpi dei fucili e delle frecce dei cacciatori. Pochi riescono a sfuggire e a mettersi in fuga tra gli alberi. Tra loro, l’ex soldatessa Crystal (una perfetta Betty Gilpin), che vuole a tutti costi salvarsi e, ancor di più, scoprire chi è che ha provato ad ucciderla.

Dal punto di vista della trama, The hunt non sembra apparentemente portare sullo schermo nulla che non si sia già visto e sentito. Ma Craig Zobel, supportato dalla sceneggiatura di Damon Lindelof e Nick Cuse, sferza svolte narrative che lasciano piacevolmente spiazzati e scardina via via le certezze che si pensano acquisite. A cominciare dai protagonisti. Uno alla volta, le donne e gli uomini-preda sembrano sul punto di assumere il ruolo primario. Una morte violenta, ai limiti dello splatter, smentisce quasi subito ogni aspettativa.

Così, se Zobel ci lancia senza preambolo nella sua grottesca storia, portandoci sull’aereo in mezzo a cacciatori che ci mettono da subito la faccia, solo molto dopo l’inizio fa entrare in scena la vera protagonista del gioco. Una palladineve-Crystal, vittima con un carattere dal sapore tarantiniano di cui non si sa mai davvero niente, che trova la sua apoteosi nello scontro finale con la superba imprenditrice e carnefice Athena (una riuscita Hilary Swank).

Quella di Crystal, però, non è solo una guerra personale. Mentre la caccia va avanti a suon di occhi strappati, di corpi trafitti e di teste che saltano in aria, in un misto di estrema violenza e incredula comicità, in The hunt si insinuano temi socio-politici e Zobel non lo nasconde troppo. Dalla lotta di classe tra i poveri e una élite che governa ed è incapace di farlo allo scontro tra “informazione reale” e “fake news”; passando perfino per il cambiamento climatico, per l’uso delle armi in America e per l’emergenza migratoria. L’horror action bombarda la società e punta il dito contro il finto perbenismo.

Niente e nessuno, in The hunt, è davvero quello che sembra. I suoi personaggi sono “persone furbe che fingono di essere idioti o idioti che fingono di essere furbi”? In novanta minuti che passano incredibilmente veloci Zobel lascia in parte aperta la risposta. E, mentre ci dondola vorticosamente tra horror e comicità, firma un film acuto e scomodo che, alla fine, lascia uno strano senso di compiacimento.

 

 

Valeria Gaetano

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Caterina di Francesco Corsi sulla piattaforma CG Entertainment

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Caterina è il documentario di Francesco Corsi su una delle più grandi figure del folk italiano: Caterina Bueno. Dopo i due Premi al sessantesimo Festival dei Popoli, tra cui il Premio del pubblico MyMovies.it e il Premio “Gli Imperdibili”, e il tour italiano nelle sale, arriva in VOD dal 21 Aprile 2020 in esclusiva per l’Italia sulla piattaforma CG Entertainment.

“Abbiamo voluto anticipare l’uscita di Caterina in streaming alla luce della persistente situazione d’emergenza legata al Covid-19” – dice Francesco Corsi aderendo alla campagna #iorestoacasa che sta coinvolgendo l’intero settore della cultura in Italia”.

L’uscita del film in VOD è affiancata da una campagna di comunicazione su Facebook e su Instagram grazie alla quale sarà possibile ottenere sconti per la visualizzazione in streaming. Sulla piattaforma CG Entertainment si potrà acquistare il film a noleggio al costo di € 4.99 oppure in download a € 9.99.

Caterina è il ritratto artistico e intimo di Caterina Bueno, una delle più grandi interpreti e ricercatrici del canto popolare tradizionale italiano. Il suo lavoro ha reso possibile il recupero e la diffusione di un vasto repertorio musicale tramandato oralmente e altrimenti destinato all’oblio a partire dagli anni Sessanta.

Una vita divisa tra ricerca e spettacolo ha portato Caterina a calcare i palchi nazionali e internazionali, rendendola una figura imprescindibile del mondo culturale dell’epoca e facendole incrociare il cammino con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani come Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco e artisti come Giovanna Marini, Fausto Amodei e Francesco De Gregori che le dedicherà la canzone “Caterina”.

Caterina rappresenta anche una parabola significativa della trasformazione sociale e culturale che ha subito l’Italia a partire dagli anni del boom economico e, più in generale, ci racconta il rapporto di un Paese e di una comunità con la propria memoria storica e con la propria cultura.

Francesco Corsi, classe 1980, si è laureato in Storia del Giornalismo e ha diviso studi e formazione tra le università di Siena, Pisa, Barcellona e Madrid. Il suo primo documentario del 2015 Memorias è un viaggio tra la Spagna e l’Italia attraverso i territori ancora segnati dalle ferite della guerra civile, alla ricerca delle voci dei testimoni e di tracce di memoria. È autore del libro L’utopia della base, edito da PuntoRosso (Milano, 2011).

Caterina, scritto e diretto da Francesco Corsi grazie alle le preziose testimonianze di Giovanni Bartolomei, Giovanna Marini, Jamie Marie Lazzara, Andrea Fantacci, Alberto Balia, Valentino Santagati, è prodotto da Francesco Corsi, Claudio Giapponesi, Mauro Lepri per Kiné, la fotografia è di Andrea Vaccari, il montaggio di Giulia Bertella Farnetti, la presa diretta e il montaggio del suono di Mirko Fabbri, la correzione colore di Gianandrea Sasso, Laboratorio La Camera Ottica, Università Degli Studi Di Udine – Gorizia. E’ prodotto da Kiné, con il sostegno di Mibac – Direzione Generale Cinema, un progetto realizzato nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, in collaborazione con Associazione Culturale Bueno, Istituto Ernesto De Martino, Archivio Del Movimento Operaio e Contadino Della Provincia Di Siena.

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7 ore per farti innamorare: l’esordio registico di Giampaolo Morelli

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Dopo oltre cinquanta prove davanti alla macchina da presa, il napoletano classe 1974 Giampaolo Morelli vi passa dietro per dirigere 7 ore per farti innamorare, tratto dal suo omonimo romanzo e co-sceneggiato insieme al Gianluca Ansanelli cui si devono, tra gli altri, gli script di Si accettano miracoli e Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani.

Per scoprire se è vero che non siamo altro che risposte a stimoli genetici, quindi, seguiamo lo stesso Morelli nei panni di un serio e un po’ prevedibile giornalista di economia che, a un passo dalle nozze, viene tradito con il suo capo Massimiliano Gallo dalla fidanzata, interpretata da Diana Del Bufalo.

Una situazione che, sebbene sia convinto che in amore non si possano attuare strategie,  facendolo ritrovare solo e senza lavoro lo porta a cercare di riconquistare la sua ex seguendo le lezioni di arte della seduzione impartite a uomini single da una disillusa insegnante cui concede anima e corpo Serena Rossi, secondo la quale hanno fondamentale importanza le tre “M”: Magia, Meraviglia, Mistero.

Uomini single tra i quali un Gianni Ferreri che non può fare a meno di risultare esilarante quando mostra la maniera in cui approccerebbe con Diletta Leotta, sua donna ideale, e che, come pure Salvatore Misticone e un Vincenzo Salemme che si riserva una delle migliori battute del film (quella riguardante la forfora), contribuisce a lasciar emergere la comicità tipica della tradizione partenopea.

Una comicità che in 7 ore per farti innamorare viene sapientemente miscelata agli stilemi della commedia sentimentale dal respiro internazionale mirata, ovviamente, a fornire un divertente sguardo in fotogrammi all’epoca dei social come strumenti di ricerca del partner.  

Man mano che si apprende che le donne effettuano sempre il cosiddetto “test dello zerbino” e che, tra una gag in automobile con protagonista una Antonia Truppo cantante e una forte strizzata d’occhio al mutamento della comunicazione da stampa a web, viene ribadito che la cosa sorprendente dei viaggi è che lungo il percorso puoi trovare uscite che non avevi previsto.

Anche perché le cose possono andare bene o male, ma non vi è conseguenza peggiore di chi sa di non averci provato.

È sostanzialmente anche questo pensiero che intende suggerire 7 ore per farti innamorare, il cui buon ritmo narrativo scandisce una oltre ora e mezza di piacevole, tanto romantica quanto simpatica visione capace di strappare risate senza ricorrere mai a volgarità… forte oltretutto di un Morelli in una delle sue migliori performance di attore e al quale fa da efficace spalla lo youtuber Fabio Balsamo dei The Jackal.

 

 

Francesco Lomuscio

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SOUND BOCS La prima Music Farm a sfondo civile di Musica contro le mafie non si ferma

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Proroga del bando al 10 giugno e fasi Live a settembre

La prima Music Farm a sfondo civile di Musica contro le mafie non si ferma, nonostante il difficile periodo che stiamo vivendo. “Sound Bocs”, il progetto di residenza artistica, supportato da “Perchicrea” di MIBACT E SIAE, si adatta ai cambiamenti. La direzione artistica ha già ricevuto più di 70 candidature, però considerate le difficoltà, ha deciso di prorogare la scadenza per le iscrizioni al 10 giugno e rinviare le Fasi Live a settembre per tutti coloro che aspirano ad essere tra i 10 artisti residenti impegnati nella creazione di brani inediti e originali ispirati alla diffusione di buone idee e buone pratiche.

 

E’ possibile inviare la propria candidatura qui https://www.musicacontrolemafie.it/soundbocs/invia-candidatura

Scopri la bellezza dei Bocs: https://www.musicacontrolemafie.it/soundbocs/i-bocs-art/

Se per il mese di settembre non sarà ancora possibile riappropriarci degli spazi di condivisione e di socialità le attività della residenza artistica potranno essere svolte per via telematica.

Gli ospiti annunciati, esperti del settore musicale, e non solo, saranno affiancati da altre importanti presenze che renderanno la residenza sempre più esclusiva e soprattutto utile alla crescita degli artisti residenti. Immancabile anche il supporto dei quattro coach.

Guarda il video di lancio https://youtu.be/SGUy6g_QKXo

L’esperienza fisica o virtuale porterà alla realizzazione del Sound Bocs diary in un libro di lettura aumentata che conterrà i brani insieme ai pensieri, alle sensazioni ed emozioni degli artisti residenti.

Una giuria di Millenials sceglierà il brano che poi sarà premiato con una borsa di studio/produzione. L’artista vincitore avrà la possibilità di esibirsi in un importante contesto nazionale della musica italiana.

Questo, come altri progetti in cantiere di Musica contro le mafie, è destinato a cambiare volto e forma perché quello che stiamo vivendo possa essere Cambiamento e non adattamento momentaneo a circostanze avverse.

Come ci ricorda Don Luigi Ciotti: “Abbiamo il dovere di metterci in ascolto del futuro, leggere le linee di tendenza ed intuire quali saranno le iniziative culturali da realizzare per stimolare una vera e propria mutazione di cuori, coscienze e condotte.”

Il portale della residenza artistica “Sound Bocs”

I quattro coach: https://www.musicacontrolemafie.it/soundbocs/i-coach/

Gli ospiti: https://www.musicacontrolemafie.it/soundbocs/ospiti/

Per maggiori info è possibile consultare il sito: www.musicacontrolemafie/soundbocs

Associazione Musica contro le mafie on line

web site: https://www.musicacontrolemafie.it/

Facebook: https://www.facebook.com/musicacontrolemafieofficial/

Instagram: https://www.instagram.com/musicacontrolemafie/

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La Henea Productions di Daniele Muscariello torna con “Cobra non è” su Amazon Prime Video

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Il rampante ed eclettico imprenditore romano Daniele Muscariello dopo un lungo periodo nel mondo del calcio, con importanti cariche dirigenziali nell’AS Roma e nel Latina e la creazione della Synergo rete (società di consulenza aziendale e creazione di reti di impresa) torna al suo primo amore.

Muscariello subito si contraddistingue negli ultimi anni come uno tra i più rilevanti produttori di cinema indipendente nel panorama italiano ed internazionale, infatti la passione per il cinema lo spinge a fondare tre case cinematografiche, ognuna con delle caratteristiche ben precise; la Henea Productions, dedicata a suo figlio Hermes, la Union Film e la  Waves Entertainment a Toronto

Ciao Daniele, quando è nata la tua passione per il cinema e quale percorso formativo hai seguito? Riconosci in certi autori alcuni tuoi punti di riferimento?

La passione per il cinema ha sempre fatto parte della mia vita fin da giovanissimo. Da adolescente non avevo ancora idea che potesse diventare una professione e di conseguenza nemmeno di quale ruolo avrei potuto svolgere all’ interno di questo mondo. Sicuramente ero molto affascinato dal ruolo del regista e dall’arte di creare e raccontare storie, mi piaceva anche recitare ma ancor di più far recitare. Con la sua Henea Productions, che si compone di almeno quattro divisioni Cinema\Tv-Libri-Musica-Management, realizza prodotti d’intrattenimento in ogni sua forma. Mentre grazie alla Union Film, appendice della stessa HENEA Productions, Muscariello può vantare un importante collaborazione con Magnitudo per Sky Arte. Ultima nata la Waves Entertainment a Toronto un progetto ambizioso dedicato al mercato canadese e americano che sta sviluppando progetti internazionali partendo da registi e attori emergenti italiani che vogliono farsi strada oltreoceano “capitanati” dal rivoluzionario Daniele. Dopo gli studi a Roma, che mi hanno permesso di formarmi come persona, aiutandomi profondamente nella vita e nella cura dei rapporti umani, ho avuto la fortuna di trovarmi in una città come Roma dove mi sono approcciato con grande curiosità al mondo del cinema e della televisione

 
Oggi parliamo del lungometraggio che sarà disponibile dal 30 aprile su Amazon Prime Video “COBRA NON È “ diretto da Mauro Russo. Produttore associato Daniele Muscariello / Produzione Giallo Limone Movie storia di Cobra non è
Si tratta di una crime comedy con elementi pulp che si sviluppa in una notte. Racconta di Cobra e Sonny, rapper e manager cresciuti nel degrado di chissà quale periferia, che hanno trovato negli anni il loro riscatto attraverso la musica. Per risollevarsi da un imminente fallimento, dopo anni di successo, Sonny, all’insaputa del suo assistito, ottiene un appuntamento con un’importante casa discografica e riesce a convincere il capo della major di una fantomatica collaborazione di Cobra con uno dei DJ producer più richiesti: Lazy B. Questo, contattato dal manager, accetta di entrare in sala di registrazione, ma all’ultimo momento, dopo un incontro per definire il tutto, cambia idea, aumentando la propria richiesta economica. Cobra scopre che Sonny ha già contattato un vecchio amico d’infanzia, l’unico disposto a concedergli un prestito: l’Americano, divenuto ormai un criminale. Dopo le varie rimostranze del rapper, che ormai è a un bivio della propria vita, i due giungono nella villa dell’Americano. L’uomo accorda il prestito ai due, ma in cambio chiede un favore: consegnare una valigetta a un uomo…
 
CURIOSITA’: Nel film sono presenti diversi musicisti, Elisa, Max Pezzali, Clementino, Tonino Carotone, i videomaker Il Pancio ed Enzuccio che fanno parte del cast artistico.

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#PUGLIAINART IL CONCORSO PER ARTISTI CURATO DA SALVATORE ROMANIELLO

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#pugliainart

Un’immagine crea memoria Non c’è solo Hollywood o la scena musicale. Anche altri artisti hanno cancellato tutti i loro appuntamenti almeno fino alla fine di maggio. Certo, nell’immaginario più comune e banale, l’artista vive già “isolato”, chiuso per ore nel suo studio a creare. Ma è veramente così? “Tutti noi stavamo lavorando ad altro in questo periodo” Le gallerie sono chiuse, i musei più forti tentano di promuovere i propri contenuti via social e gli artisti combattono duramente per trovare la vita e l’energia da imprimere nelle proprie opere. In questa confusione e solitudine, l’arte può essere una cura, uno sfogo, un voler immortale questi interminabili giorni aspettando una nuova alba. Raccontare e raccontarsi attraverso l’arte e, perchè no?, permettere di trascorrere il tempo a casa superando la noia e l’ansia. Questo lo scopo del progetto #pugliainart. Una call aperta a tutti gli artisti, illustratori e pittori, artigiani e fotografi, poeti e attori, ballerini e musicisti, pugliesi e non, con l’obiettivo di impegnare le nostre giornate cogliendo l’opportunità per conoscere e conoscerci, di creare una rete di artisti, con la possibilità di realizzare insieme un mostra collettiva che racchiuda tutte le forme creative e artistiche. Nonostante l’emergenza Coronavirus in atto, non tutto si ferma. L’espressione artistica non ha infatti barriere né confini, e può venire alla luce anche in un periodo buio come questo tra le pareti di casa. Lunedì 13 aprile 2020 si darà il via ad una grande rassegna d’arte ai tempi del Coronavirus che permetterà agli artisti di raccontarsi e confrontarsi, con durata fino a Domenica 3 maggio 2020. Anche l’amministrazione della nostra città, come portavoce delle istituzioni culturali e artistiche del luogo, contribuendo a dare valore ad una della vocazioni del nostro territorio – “Gravina Città d’Arte” – sostiene moralmente l’iniziativa affinché siano raggiunti quanti più creativi possibile. REGOLAMENTO 1. Finalità #pugliainart #pugliainart è aperto ad ogni forma d’arte ed espressione. Una vetrina per un gruppo di amici che semplicemente condividono una passione comune. Un’opportunità per conoscere e farsi conoscere, creando una rete d’artisti. Un modo creativo per impegnare le nostre giornate. La possibilità di una mostra d’arte collettiva che sarà organizzata entro la fine dell’anno 2020. 2. A chi è rivolto #pugliainart è rivolto a tutte le espressioni artistiche, illustratori e pittori, artigiani e fotografi, poeti e attori, ballerini e musicisti, pugliesi e non. 3. Modalità Open Call Gli artisti possono presentare gratuitamente i loro progetti durante l’intero periodo dell’evento. Al link: https://facebook.com/events/s/puglia-in-art/2525153461134549/?ti=icl NON è previsto nessun riconoscimento o premio di sorta. Sì può pubblicare un solo contenuto al giorno con l’hashtag “#pugliainart” per poter dare spazio a tutti gli artisti, per ogni opera o video pubblicato deve essere indicato chiaramente l’autore, il titolo e una breve descrizione. 4. Visibilità Profili Artistici I profili artistici partecipanti saranno visibili sulla pagina dell’evento #pugliainart e sui canali social seguendo l’hashtag #pugliainart 5. Info s11studiodesign@gmail.com

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Fotomodelle in lockdown: Chiara Leospo

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Amici di Mondospettacolo, prima del “Maledetto Virus” eravamo abituati a vedere sfilare sulle passerelle delle modelle bellissime per non parlare degli shooting sexy/glamour pubblicati sulle riviste patinate cartacee e online, ebbene le ragazze che sono state le protagoniste di questi set emozionanti sono come tutti noi costrette a questo lockdown forzato, ma come stanno vivendo questo momento particolare? Oggi sono andato a chiederlo alla bellissima fotomodella e scrittrice: Chiara Leospo.

Ciao Chiara, bentornata su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex, grazie mille per avermi nuovamente interpellata, è sempre un piacere ed un onore immenso per me! Ti ringrazio per la preoccupazione nei miei riguardi, e sono contenta di poterti dire che sto molto bene, e sta molto bene, fortunatamente, anche la mia famiglia. Allo stesso modo mi auguro che sia per te, la tua famiglia e tutti i lettori!

Come stai vivendo psicologicamente questo periodo di quarantena?

Devo ammettere che inizialmente non è stato facile, ritrovarmi dall’oggi al domani chiusa in casa, non potendo neanche più andare in passeggiata a vedere il mare. Ho patito abbastanza questa condizione di ”prigionia”, come penso sia stato per tutti, d’altronde. Essendo io di mia natura una persona particolarmente ansiosa e soffrendo di panico, sono stata invasa da una gran bell’ondata d’angoscia le prime due settimane, dovute anche dalla confusione generale che c’era in Italia e nel mondo.

E’ stata tosta rendersi conto di cosa stava accadendo, prenderne coscienza ed ”accettarlo”. In particolar modo, sono una persona estremamente empatica, vedere documentari e rendermi conto che vi era e vi è molta sofferenza, mi porta a soffrire in prima persona.

C’è da aggiungere che mia zia è un’infermiera, dunque dallo scoppio di questa epidemia lavora e combatte fisicamente e psicologicamente ogni giorno. E’ una donna molto forte, come lo sono tutti gli operatori che prestano il loro soccorso, che ringrazio infinitamente e che devono essere benedetti. Mentre scrivo queste cose, mi vengono gli occhi lucidi.

Come passi il tanto tempo libero?

Ho imparato a gestire le giornate, la sera vado a letto presto per alzarmi il giorno seguente ad un orario decente. Trascorro molto tempo con mia madre, dialogo con lei, ed è stato emozionante ritrovarsi come due amiche che si sostengono a vicenda. Mi alleno, una cosa per me molto importante per il mio benessere non solo fisico ma anche mentale. Faccio Yoga, mi prendo cura del mio aspetto estetico e devo dire che sto diventando un’esperta in termini di trattamenti di bellezza! Mi sbizzarrisco anche a crearne! (ride)

Leggo e scrivo, le mie passioni più grandi, creo materiale multimediale, mi occupo di montaggio di video, seguo il mio Sito web di vendita d’arredamento d’interni che ho lanciato in questi ultimi mesi, studio filosofia e psicoanalisi. Insomma, faccio tutte quelle cose che son sempre state le mie passioni più grandi, tante delle quali avevo accantonato a causa della vita frenetica. Penso che questo periodo abbia fatto bene a tutti per comprendere quelle che sono le cose realmente importanti nelle nostre vite.

Come riesci a mantenerti in forma?

Mi sono inventata di tutto, credimi! Vado su e giù per le scale del condominio, salto, faccio esercizi a corpo libero, prendo qualunque cosa mi capiti davanti per avere un po’ di peso, mi arrampico sui mobili, mi faccio aiutare da mia madre! Il bello è che quando ci mancano i mezzi, esce in noi il cosiddetto ”istinto di sopravvivenza”. Ci si arrangia! Questo mi ha fatto comprendere ancora maggiormente quanto non contino in tutto e per tutto i mezzi materiali, ma la buona volontà ed il desiderio di andare avanti, di accrescersi e migliorarsi.

Secondo te quali saranno le probabili conseguenze di questa pandemia?

Secondo me il bello deve ancora venire, quando ci sarà la ripresa di una vita ”normale”. Ne passerà tanto di tempo prima che si possa tornare ad una realtà davvero normale, e comunque cambieranno molte cose a livello mondiale, o almeno me lo auguro! Sono sostenitrice assoluta del determinismo cosmico, sostengo che nulla avvenga per caso, che nulla sia insignificante o privo di senso!

Avevamo bisogno di fermarci, avevamo bisogno di perdere per ritrovare, di smarrire per comprendere. Al mondo troppe cose su vari ambiti differenti, che ora tralascio altrimenti dovrei scriverne mille libri, andavano nel verso sbagliato. Ci sarà una lenta ripresa ma nonostante questo voglio affermare la mia fierezza nell’essere italiana, perchè abbiamo dimostrato quanto siamo forti, quanto siamo umani ed amorevoli, quanto teniamo alla nostra nazione, quanto valore diamo alla nostra patria!

Mi vengono nuovamente i brividi, pensa che tutti i pomeriggi alle 18 nel mio quartiere senza saltare neanche un giorno facciamo una mega discoteca, ma sapessi che divertimento! Ho delle immagini di gente che balla in coppia sui terrazzi, gente che si saluta a vicenda, gente che urla, gente che applaude. Tutta questa vicinanza è stata incantevole.

Quale sarà la prima cosa che farai non appena ci verrà dato il liberi tutti?

Andrò a vedere il mare, mio caro! Andrò in spiaggia, farò yoga, guarderò il cielo, ballerò sulla riva con le cuffie nelle orecchie, andrò a trovare i miei nonni, incontrerò i miei amici e mi godrò ogni piccola cosa come non facevo prima.

In questo periodo di quarantena e di solitudine forzata hai scoperto una nuova te stessa? Oppure non hai notato nessun cambiamento particolare?

Assolutamente sì, per fortuna. Mi son ritrovata a fare i conti con molti scheletri che avevo nascosto nell’armadio, mi son sentita piccola, son stata male, ma tutto serve! Ho compreso che non bisogna per forza trovare un senso a tutto, che la vita è un gioco e bisogna semplicemente godersi tutto ciò che si propone davanti a noi. Bisogna saper valorizzare nel modo corretto il nostro tempo, non sperperarlo.

E’ mutato in me soprattutto il pensiero nei miei confronti. Ero molto severa, pretendevo sempre sforzi ai massimi livelli da parte mia, e non mi rendevo conto che mi procuravo del male da sola.

Ho riportato alla coscienza molti pensieri che erano stati accantonati nel mio inconscio e che da lì mi mandavano segnali evidentissimi di problematiche che però io non accettavo di avere e non volevo affrontare. Sono contenta… sì, ho voglia di ricominciare, non di riprendere.  Di ricominciare da qui, dal mio bagaglio.

Parlando di spettacolo, cosa segui particolarmente in questo periodo di quarantena? Programmi televisivi, Film, Webshow, oppure leggi libri o ti dedichi a qualche tuo hobbies? Raccontami un po’.

Onestamente parlando, non mi sono spaccata di serie tv o film. Ho preferito dedicarmi alla lettura, e nello specifico ho letto opere di Freud riguardanti la psicoanalisi. Ho tirato fuori libri vecchi di scuola, soprattutto di filosofia. Ho letto poesie di vari autori, ho praticato danza e spesso mi sono divertita con fotografi amici a scattare in modalità webcam!

C’è un messaggio particolare che vuoi mandare a chi sta leggendo la nostra intervista?

Che ognuno di noi possa riscoprire se stesso nel profondo e possa avere come sogno quello di raggiungere un livello di conoscenza così approfondito di se stesso da poter comprendere in maniera pulita tutto ciò che lo circonda, e quello di raggiungere il livello massimo di sponteneità in qualunque cosa decida di fare!

La nostra intervista termina qui, con la speranza di rivederti nuovamente sui set, colgo l’occasione di farti a nome mio e di tutta la mia redazione un grande in bocca al lupo e di darti appuntamento ad una prossima intervista.

Alex Napoleone Wilson

https://www.instagram.com/chiara.leospo

https://www.mondospettacolo.com/le-bellissime-di-mondospettacolo-chiara-leospo/

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Fotomodelle in lockdown: Erika Ponzio

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Amici di Mondospettacolo, prima del “Maledetto Virus” eravamo abituati a vedere sfilare sulle passerelle delle modelle bellissime per non parlare degli shooting sexy/glamour pubblicati sulle riviste patinate cartacee e online, ebbene le ragazze che sono state le protagoniste di questi set emozionanti sono come tutti noi costrette a questo lockdown forzato, ma come stanno vivendo questo momento particolare? Oggi sono andato a chiederlo alla bellissima fotomodella: Erika Ponzio.

Ciao Erika benvenuta su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex! Innanzitutto ti ringrazio per questa chiacchierata ☺ Io sto bene!

Come stai vivendo psicologicamente questo periodo di quarantena?

Devo dire che contrariamente a quello che mi sembra l’umore generale delle persone, io non sto vivendo affatto male questo periodo. Sono una persona tendenzialmente tranquilla, non amo molto la mondanità, quindi questa libertà da obblighi e scadenze mi calza bene!

Come passi il tanto tempo libero?

Trascorro il tempo libero prevalentemente con mio marito e la nostra cagnolona Hope. Guardiamo qualcosa in tv, ci cimentiamo con qualche esperimento culinario che non sempre riesce 😂, faccio un po’ di allenamento e mi dedico di più alla mia beauty-routine.

Come riesci a mantenerti in forma?

Seguo alcuni work out da poter fare in casa, quando mi ricordo ed ho voglia.. a giorni alterni, altrimenti ne passano anche due o tre tra un allenamento e l’altro! Per fortuna fino ad oggi Madre Natura è stata abbastanza clemente con me e mi permette qualche sgarro ed un po’ di pigrizia 😜

Secondo te quali saranno le probabili conseguenze di questa pandemia?

Fare una previsione del post emergenza è abbastanza arduo. Posso dirti ciò che mi auguro: mi piacerebbe se le persone avessero imparato a soffermarsi di più sulle cose, ad apprezzare situazioni e comodità che prima erano scontate e magari farne a meno, ogni tanto. Purtroppo però non sono così fiduciosa e temo che basteranno pochi giorni per tornare alla frenesia ed all’egoismo della nostra società.

Quale sarà la prima cosa che farai non appena ci verrà dato il liberi tutti?

In primis andrò sicuramente a trovare i miei genitori, che come molti non vedo da un mese e mezzo, poi credo che mi godrò una passeggiata ed un aperitivo in centro con mio marito ed i nostri amici 🙂

In questo periodo di quarantena e di solitudine forzata hai scoperto una Erika Ponzio? Oppure non hai notato nessun cambiamento particolare?

Come ti dicevo prima sono sempre stata una persona abituata a stare in casa tranquilla, quindi questa situazione non mi ha scosso più di tanto. È così bello potersi godere i propri ritmi senza pressioni esterne.

Parlando di spettacolo, cosa segui particolarmente in questo periodo di quarantena? Programmi televisivi, Film, Webshow, oppure leggi libri o ti dedichi a qualche tuo hobbies? Raccontami un po’.

Da quando è iniziata la quarantena ho approfittato per finire un libro che avevo cominciato tempo fa, dopodiché mi sono dedicata principalmente alla TV. “La mia lista” su Netflix era bella nutrita tra film e serie tv, così finalmente sto sfoltendo l’elenco!

Erika Ponzio: c’è un messaggio particolare che vuoi mandare a chi sta leggendo la nostra intervista?

Auguro a chi si sente stretto in questa situazione di non lasciarsi andare, di non darla vinta alla demoralizzazione e di rimanere concentrato sul focus che è il tanto agognato ritorno alla normalità. Questa situazione non può durare per sempre, ma sicuramente viverla male non ne farà accelerare la fine.

La nostra intervista termina qui, con la speranza di rivederti nuovamente sui set, colgo l’occasione di farti a nome mio e di tutta la mia redazione un grande in bocca al lupo e di darti appuntamento ad una prossima intervista.

Alex Napoleone Wilson

https://www.instagram.com/erikaaponzio

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Richard Jewell di Clint Eastwood arriva in digitale

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Richard Jewell, il film diretto da Clint Eastwood e basato su fatti realmente accaduti, la storia di ciò che può accadere quando quel che viene riportato oscura la verità, a partire dal 30 Aprile 2020 sarà disponibile per l’acquisto in digitale (anche in 4K UHD) su Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Dal 14 Maggio sarà inoltre disponibile anche per il noleggio su Sky Primafila, Infinity e VVVVID.

Tra i contenuti extra spiccano uno speciale dietro le quinte, con la ricostruzione del Centennial Park e di tutte le scene diventate nel tempo tristemente iconiche, interviste con il cast e il regista Clint Eastwood, un focus dedicato alla ricostruzione dei fatti del 1996 e al perchè Richard Jewell sia un uomo che merita di essere onorato e ricordato.

“C’è una bomba al Centennial Park. Avete solo trenta minuti di tempo”. Il mondo viene così a conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’FBI, diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al crollo della sua vita. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per scagionare il suo cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse persone che cercano di distruggerlo.

Il film è interpretato dai premi Oscar Sam Rockwell nei panni di Watson Bryant, e Kathy Bates in quelli di Bobi, la madre di Richard; mentre Jon Hamm è l’investigatore capo dell’FBI; Olivia Wilde ritrae Kathy Scruggs la giornalista dell’ Atlanta Journal-Constitution, e Paul Walter Hauser interpreta Richard Jewell.

Il premio Oscar Eastwood ha diretto il film da una sceneggiatura del candidato all’Oscar Billy Ray, basata sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad of Richard Jewell” di Marie Brenner. Eastwood ha anche prodotto il film con la sua Malpaso, insieme a Tim Moore, Jessica Meier, Kevin Misher, Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson e Jonah Hill.

The Ballad of Richard Jewell

Il team creativo di Eastwood comprende il direttore della fotografia Yves Bélanger e lo scenografo Kevin Ishioka, insieme alla sua consueta costumista Deborah Hopper e al montatore premio Oscar Joel Cox, che nel corso degli anni ha collaborato con Eastwood su numerosi progetti. Musiche di Arturo Sandoval.

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Malpaso, Appian Way / Misher Films / 75 Year Plan Plan Production, Richard Jewell, già disponibile per il preordine:

Apple TV App*: https://apple.co/2ygkX4N
Google Play*: https://bit.ly/2UFF57N
YouTube*: https://youtu.be/wcWNYBxQXzw
Chili: https://bit.ly/2UM3KYy

Disponibile anche in 4K UHD sui dispositivi abilitati

CONTENUTI EXTRA

• THE MAKING OF RICHARD JEWELL – Il regista Clint Eastwood e il suo incredibile cast raccontano come questa intrigante storia abbia finalmente visto la luce, arrivando sul grande schermo.
• THE REAL STORY OF RICHARD JEWELL – Cast e filmmakers rivivono gli eventi del 1996, raccontando la straziante storia di Richard Jewell, e il perchè Richard sia un uomo che merita di essere onorato e ricordato.

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Addio a Ronan O’Rahilly, fondatore della radio pirata che ispirò I love Radio Rock

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È scomparso il 20 Aprile 2020 Ronan O’Rahilly, colui che fondò Radio Caroline, nave pirata sulla quale Grant Benson iniziò la sua carriera radiofonica.

Grant Benson, noto speaker radiofonico, che iniziò la sua carriera su Radio Caroline, la famosa radio pirata che ispirò il film I Love Radio Rock, dà il triste annuncio della scomparsa di Ronan O’Rahilly, l’imprenditore irlandese che fondò il network radiofonico in acque internazionali nel 1964.

“Radio Caroline e quindi il suo fondatore Ronan O’Rahilly mi hanno dato tutto. I miei primi passi nel mondo della radiofonia sono stati fatti proprio su Radio Caroline grazie a Ronan. Ha dato tanto non solo a me ma a tutti noi” dichiara Grant Benson, “Se ascoltate la radio musicale in Europa lo dovete a Ronan O’Rahilly. Prima di Radio Caroline, infatti, le radio in Europa erano pressochè tutte statali (Rai, BBC…) Ronan O’Rahilly ha dato voce ai giovani”. E conclude “Mancherà al mondo della musica, al mondo della radio e a me”.

Caroline contribuì a lanciare i Beatles, I Rolling Stone e i Dire Straits, e, a proposito dei Dire Straits, David Knopfler, saputo della scomparsa di Ronan O’Rahilly ha dichiarato “Radio Caroline è stato fondamentale nei primi giorni di vita dei Dire Straits, dandoci supporto nel periodo in cui ne avevamo veramente bisogno, e per quello gli saremo sempre grati”.

Radio Caroline nacque nel 1964 per volontà del giovane imprenditore musicale Ronan O’Rahilly: stanco dei continui rifiuti da parte della BBC, allora monopolista dell’etere britannica, nel far suonare i dischi dei suoi artisti, decise che l’unica via sarebbe stata quella di fondare una radio propria, all’epoca vietata dalla legge.

Comprò una nave, installò gli studi radiofonici ed un trasmettitore da 50 kilowatt, posizionò la nave in acque internazionale – fuori dalla giurisdizione inglese – e rivoluzionò il mondo del broadcasting.

Il successo di Radio Caroline fu immediato. Nel giro di poche settimane conquistò 11 milioni di radioascoltatori e fu subito seguito da una ‘armata’ di imitatori, al punto che il governo dell’epoca fu costretto ad introdurre una legge, la Marine etc. Broadcasting Offences Act, che rendeva illegale ai cittadini britannici qualsiasi forma di lavoro (anche investimenti pubblicitari), collaborazione, aiuto, sovvenzione a favore delle radio “pirata” da parte di ogni cittadino inglese.

La legge entrò in vigore nell’agosto del 1967 ma Radio Caroline, la radio che ha ispirato il film campione d’incassi I Love Radio Rock, continuò, spostando il suo quartiere general prima in Olanda poi in Spagna per raggirarla e continuare a promuovere musica nuova, dai Pink Floyd ai Beatles, fino ad arrivare ai Rolling Stones e ai Dire Straits.

L’unica radio che resistette, nonostante il divieto, fu proprio Caroline. Fu amata subito dal pubblico ma anche e soprattutto dagli artisti internazionali, al punto che uno di loro, George Harrison dei Beatles, contribuì a tenerla in onda nei periodi più difficili della sua storia.

Alla fine furono gli elementi ad aver il meglio. Nel 1991, durante una forte temporale, si spezzò la catena dell’ancora e la Ross Revenge finì su un banco di sabbia. I DJ e l’equipaggio furono salvati da un elicottero della RAF ma la vita in ‘alto mare’ di Radio Caroline finì definitivamente.

www.radiocaroline.co.uk.

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MEZZALIBBRA: ascoltando “Cometa”

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La bellezza passa anche per le visioni del futuro o per le sensazioni che abbiamo di noi nel tempo che scorre. Parliamo di bellezza ma anche di pop, parliamo di italianità ma anche di quel certo gusto per l’America consumata di tradizioni popolari. Parliamo di sconfitte e di rivalse. Il primo singolo che sancisce l’esordio ufficiale di Davide Corneli, in arte MEZZALIBBRA, si intitola “Cometa”: lavoro che si aggrappa ai classicismi e alle linee pop nostrane senza privarsi di colori esterofili e senza costringersi dentro cliché di mercato. Liberandosi di una voce che sa di speranza, MEZZALIBBRA mette in scena se stesso dentro una canzone pulita e senza presunzioni incoerenti.

Noi parliamo spesso di bellezza: per Mezzalibbra cos’è e cosa significa bellezza?
La bellezza è un parametro soggettivo. Poche cose sono oggettivamente belle, ma potrebbe comunque esserci qualcuno che non è della stessa opinione. La bellezza indissolubile è quella che si ha dentro e che non potrà portarti via nessuno. Quella che può farti essere una persona migliore.

Estetica e contenuto. La bella melodia ed un testo importante. Quanto contano e come trovi l’equilibrio tra questi due estremi?
Non è mai facile. Un messaggio, per essere trasmesso, ha bisogno di un canale efficace e per questo motivo è importante sempre cercare la soluzione migliore per poter rendere il messaggio più fluido ed accessibile. La musica è il mezzo migliore per poter condividere qualcosa, soprattutto se si tratta di un messaggio così importante.

Dunque secondo te una canzone dev’essere necessariamente bella per funzionare?
Ci sono un sacco di canzoni che hanno condiviso un messaggio forte ma che musicalmente non sono state comprese. Può succedere che una canzone colpisca di più rispetto ad un’altra ed è qui che torna il concetto della bellezza soggettiva.

L’estetica fisica anche… parliamo di come ti mostri al pubblico. Hai curato anche questo aspetto? La foto è assai particolare…
Mi mostro come mi sento, ma senza essere qualcosa che non sono. Indosso il cappello del mio bisnonno, che rappresenta il mio passato e le mie origini, e mi dipingo sotto l’occhio sinistro una specie di “scarabocchio” che è come se fosse una spaccatura. Rappresenta la durezza della vita e il coraggio di affrontarla, ma anche positività nel vedere le cose da un migliore punto di vista.

E per finire… quanto Mezzalibbra somiglia a Davide Corneli?
Molto. Mezzalibbra è il mio personaggio musicale che semplicemente incarna il mio modo di fare musica e di trasmettere ciò vedo e che sento. La mia vita gira intorno alla musica e ho voluto usare il soprannome della mia famiglia per essere più autentico e vero possibile, senza censure. Mezzalibbra è tutto quello che Davide Corneli ha da dire.

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Michele Piagno Bartender di stile

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Brian Carnevale, alias Lady Brian, e Michele Piagno, sono accomunati dallo stesso stile di vita. Entrambi lavorano all’interno di serate cool del Bel Paese: il primo, vocalist appassionato di musica techno, suona nei club più esclusivi italiani; mentre il secondo è uno dei bartender più apprezzati nella mixology. Ed insieme stanno pensando anche a qualche progetto insieme legato ad una campagna di sensibilizzazione sul consumo responsabile di bevande alcoliche. 

Quando e come è nato l’artista Lady Brian?
Lady Brian nasce artisticamente nel lontano 1996, la mia passione per la musica elettronica mi ha portato nei primi club di tendenza dell’epoca. Contemporaneamente in tutta Italia nasceva questa nuova figura chiamata vocalist che da subito mi ha affascinato!! Fortunatamente ero fin da piccolo un leader pieno di carisma, umiltà e voglia di far vedere a tutti di che stoffa ero fatto !! La mia prima esibizione è datata 14 settembre 1996 al Genesi Futurist sound di Vittorio Veneto Treviso dopodiché sono riuscito ad esibirmi nei migliori locali di terza del panorama italiano.
Brian sei tra i baluardi della musica techno. Ma tu che sei un esperto di nightlife oltre a questo aspetto durante una serata cool qual’è l’elemento che fa la differenza?
Quello che io riesco a fare è creare una sorta di collegamento mentale con tutti i presenti nel dancefloor. Accompagnarli in un viaggio ai limiti della realtà, in poche parole ripeto sempre al mio pubblico: “ questa notte vi insegnerò a volare”.
Hai fatto serate in diversi locali in venti anni di carriera, ma qual’è il bartender a cui ti affidi per gustare un buon cocktail senza esagerare?
In quasi 25 anni di carriera ho avuto il piacere di incontrare diversi bartender ma sicuramente Michele Piagno è tra i più professionali che ricordo.
Qula’è il Plus di Michele Piagno?
Michele a differenza di altri è un ricercatore della materia prima, un sperimentatore di diversi cocktail, diciamo che come ogni artista cerca sempre di proporre qualcosa di originale e unico nel genere.
Da quanto tempo vi conoscete?
Ci conosciamo da così tanto tempo che non ricordo nemmeno quanto!
Come vedi il mondo della night life dei club in futuro? 
Vedo che come in tutti i settori i mediocri sono destinati a scomparire, rimangono in piedi solamente le aziende che curano tutto quello che ruota attorno alla night-life nei minimi particolari: la scelta artistica, la cura dell’impianto audio/luci, il personale, la promozione e non per ultimo le idee !
Se pensi ad una canzone/ traccia che ti ispira Michele mentre lavori quale sarebbe?
Michele come me è un sognatore, un amante della techno melodica, della musica che “ fa viaggiare con la mente “ un pezzo su tutti YOMC “ OASIS”
Ti è mai capitato di aver suggerito a Michele gli ingredienti da mescolare  per realizzare un drink personalizzato secondo i tuoi gusti?
Provo così tanto rispetto e fiducia per Michele che mi fido ciecamente delle sue preparazioni, ma essendo un grande amante della Vodka gli chiedo sempre mi farmi assaggiare qualche nuovo prodotto, ricordo particolarmente un estate al Kings di Jesolo dove mi ha fatto scoprire la kauffman un prodotto veramente ECCEZIONALE e a dire la verità ha stimolato molto le mie performance !!! Ha ha ha
Parlaci dei tuo progetti futuri.
Ad oggi sto lavorando intensamente in studio a diversi progetti, una Traccia techno elettronica in collaborazione con un vecchio amico Dariush intitolata “the wolves are back “ ed un tormentone estivo in collaborazione con il dj Maxwell basato su un mio cavallo di battaglia intitolato “ non c’è nessuno che batte le mani”.
Infine assieme al socio di mille avventure Igor S abbiamo dato via ad un progetto di riqualificazione ambientale chiamato “IL LAGO DELLE FATE” dove nascerà una fattoria didattica, un ittiturismo ed uno spazio dedicato ai bambini per riscoprire i valori che madre natura ci ha donato !!

Michele Piagno 

Michele che cosa ti piace dello stile di Lady Brian?

Lady Brian è sinonimo di techno Music. Un binomio indissolubile, un artista che ha ancora tanto da raccontare.  Brian è da sempre protagonista, anima e cuore di club e serate che hanno scritto momenti indimenticabili nella storia della techno -progressive.

Qual’è il primo ricordo che hai di Brian?

L’ho conosciuto nel 1999 a Jesolo alla discoteca Aida. Per me ai tempi era una star da andare a vedere tanto che era famoso nel nostro ambiente. Con il passare degli anni siamo diventati amici e soprattutto da sei anni a questa parte collaboriamo in occasione di eventi, in grandi manifestazioni , club e anche a tanti altri progetti.

Quali sono i progetti che avete intenzione di realizzare insieme.  
Si, stiamo pesando ad un format che possa unire le nostre competenze riguardo ad una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile di bevande alcoliche.
Sei il guru della mixology. Ci spieghi la formula del “food&drink” che già da tempo adoperi nella tua professione?

Ad abbinare drink al cibo iniziai già nel 2008, da lì ho cercato sempre di migliorarmi. Questo mi ha portato a lavorare/collaborare, nel creare dei drink abbinati al cibo con Norbert Niederkofler 3 stelle Michelin, e fu per me un grandissimo onore.

In tempi di chef che sono concorrenti in reality show, a te piacerebbe anche prendervi parte?

Certo. Mi piace la tv, per un’emittente locale in Friuli Venezia Giulia ho girato una rubrica in cui presentavo un cocktail diverso a settimana.

Qual è la tua formazione?

Grazie ai miei genitori fin da piccolo giravo per la cucina, la pizzeria e ovviamente il banco bar, di un’attività a conduzione familiare. Diciamo che questa passione me l’ha trasmessa mio padre poi a 17 anni ho deciso di iniziare i primi corsi di american bartending. Ma la voglia di imparare era tanta, e soprattutto la voglia di creare un qualcosa di diverso, e questo mi ha portato a fare corsi di cucina e pasticceria e aver avuto la fortuna di lavorare per dei veri maestri. Alla fine tutto quello che ho messo in pratica in cucina in pasticceria l’ho portato al banco bar creando il mio piccolo mondo e dando vita a qualcosa di nuovo.

A cura di Sir Flavio Iacones 

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Cinema e drink: Tu la conosci Dorothy?, ispirato a Ragazze interrotte

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Tu la conosci Dorothy?, ispirato a Ragazze interrotte, diretto nel 1999 da James Mangold.


BARTENDER:
Ilaria Bello, bar manager del Talea di Torvaianica (Roma)

INGREDIENTI:

4,5 cl Ramsbury Gin
1,5 cl Ramsbury Vodka infusa all’ukrop
1 spoon di Amaro Venti

Garnish: rametto di Ukrop

PREPARAZIONE:

Versare del ghiaccio in un mixing glass e girare con uno spoon per raffreddare, quindi togliere, con l’aiuto di un strainer, l’acqua formatasi e versare tutti gli ingredienti nel mixing glass. Girare ancora per raffreddare il drink e versare in una coppetta ghiacciata. Decorare con un rametto di ukrop, erba di origine russa utilizzata in cucina, simile all’aneto.

ISPIRAZIONE:

Un drink ispirato al film Ragazze interrotte, che racconta la storia di Susanna – interpretata da Wynona Ryder – all’apparenza normale a cui, in seguito a un tentativo di suicidio, viene diagnosticato un disturbo borderline della personalità e imposto il ricovero in una struttura psichiatrica. Susanna rappresenta una giovane donna in cerca di se stessa e del proprio posto nel mondo, ribelle nei confronti delle convenzioni e, allo stesso tempo, profondamente malinconica e incline all’autodistruzione. Personalità che ricorda molto quella di Dorothy Parker, cinica e malinconica scrittrice di successo, conosciuta per la sua dedizione all’alcool e al cocktail Martini. Ed è proprio un twist sul cocktail Martini quello che Ilaria Bello, bar manager del Talea a Torvaianica, sul litorale romano, ha voluto dedicare alla protagonista del film e alla controversa Dorothy, con questa eccentrica poesia citata dal personaggio di Angelina Jolie, altra magnifica interprete del film: “Il rasoio fa male, il fiume è troppo basso, l’acido è bestiale, la droga da il collasso, la corda si spezza, la pistola è proibita, il gas puzza, allora viva la vita”. Un drink che unisce ingredienti di altissima qualità, il gin e la vodka single estate dell’inglese Ramsbury, le cui tenute da oltre 19mila ettari dominano le lussureggianti colline del Wiltshire, tra Londra e Cardiff, con il limpido fiume Kennet a donare l’acqua usata nella distilleria. E l’Amaro Venti, unico amaro realizzato con sole botaniche raccolte in Italia: venti ingredienti, uno per ciascuna regione, lavorati e maturati in Piemonte dalla famiglia Rivolta.

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Beneficenza in tempi di Coronavirus!

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Mondospettacolo è lieta di comunicare queste belle notizie che ci giungono dagli operatori impegnati in prima linea, come il nostro Ghyblj.

I titolari di una famosa catena di pizzerie ristoranti “ I Capatosta “ in collaborazione con la panetteria “la Boutique del pane “ di Trezzano sul Naviglio  caricano ogni giorno i loro furgoni con centinaia di pizze appena sfornate e squisiti dolci, che consegneranno in giro per strutture ospedaliere a ringraziare chi è in prima linea nella lotta al Covid 19, donando ogni prelibatezza.


I sopracitati benefattori, hanno fatto una irruzione a sorpresa presso la centrale operativa del 118 di Milano Niguarda, proprio nel reparto di rianimazione Covid 19 della stessa azienda ospedaliera, a seguire all’ospedale Humanitas di Rozzano, all’ospedale San Carlo presso l’associazione di pronto soccorso First Aid One, e proprio oggi si recheranno a consegnare altre 120 pizze e dolci vari al piccolo cotolengo Don Orione di Milano. Un loro semplice ma importante segno di ringraziamento agli operatori ai Medici ed infermieri che in prima linea combattono il coronavirus.

La Redazione

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Mi chiamo Francesco Genovese e vi racconto la mia fotografia.

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Amici e amiche di Mondospettacolo, oggi voglio presentarvi il fotografo ufficiale di Mondospettacolo, il suo nome? Francesco Genovese!

Ciao Francesco benvenuto su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao a Alex, tutto bene, dai… Vista la delicatezza del periodo, direi che non posso lamentarmi.

Descriviti al nostro pubblico, che in realtà già ti conosce attraverso le tue fotografie. Raccontami un po’ di te

Oddio. E che ti racconto? (Ride) Sono un fotografo. Amo e rispetto il mio lavoro. Cerco di farlo sempre con criterio e il giusto entusiasmo. Non amo apparire e per alcuni aspetti posso sembrare un po’ musone, ma se poi mi si conosce, so anche essere di compagnia.

Da quanto tempo lavori come fotografo?

La storia è un po’ lunga, ma proverò a farla breve, dunque: fin da ragazzo fotografavo per passione, poi per lavoro ho unito grafica e fotografia nella progettazione civile e industriale, fino al 2010 quando per caso ho ritrovato nella mia soffitta delle vecchie foto fatte a una mia fidanzata nell’estate del 1998. Delle pellicole in bianco e nero che la ritraevano nella sua delicatezza. Da quel momento ho iniziato a studiare le luci e ho iniziato a fotografare il corpo umano, cercando di migliorare passo passo, fino ad arrivare ad oggi.

Il mondo della fotografia è come lo immaginavi prima di farne parte?

Hai presente quando guardi qualcosa e nella tua mente dici: Avrei voluto farlo io? Ecco… Far parte di questo mondo mi ha permesso di dare luce ai miei pensieri in più circostanze, ma è molto peggio di quel che appare e spesso me ne dissocio.

Cosa riesce a farti emozionare?

Oggi anche un film, ma farà parte della fragilità del momento. Nella norma, mi emoziona, quel che di bello ho intorno. Cerco di godere di quei piccoli attimi di gioia che la vita ci riserva e provo a farli miei.

Sei un fotografo che cura molto i dettagli, come nasce questo tuo interesse?

Sicuramente pensando a una donna nel suo erotismo, mi appare naturale che tutto parta dalla mente e l’occhio attento nota i dettagli… anche le piccole sbavature possono incidere su una composizione, ma più in generale sarà un bagaglio che nasce dalla mia formazione scolastica e poi diciamocela tutta. Sono sempre i dettagli a fare la differenza. Trascurarli sarebbe come lasciare un compito in brutta copia. Una bozza di cui puoi cogliere il senso, senza poterne apprezzare le potenzialità.

Il set più bello che hai realizzato?

Tutti. In qualche modo ogni set fotografico ha contribuito alla mia crescita. Ma in particolare adoro realizzare fotografie con donne e moto, soprattutto quando riesco a dare vita a giochi di luce surreali.

Le modelle sono tutte uguali oppure?

No. Ogni donna ha le sue caratteristiche, la sua fisicità e il suo rapporto col il proprio corpo. Molta differenza la si può cogliere nella libertà che si assume nella posa. Se una modella è a suo agio con il fotografo e con il proprio corpo, emerge, come emergono le tensioni. La fotografia racconta moltissime sfumature e le coglie tutte.

Tu insegni o hai mai insegnato fotografia?

Io non mi reputo uno “studiato” Ho imparato molto dai miei errori e ho rafforzato le mie competenze con corsi specialistici. Mi capita di tenere lezioni ‘one to one’ dove prediligo la parte pratica a quella teorica.

Quali sono le tue passioni?

Sicuramente la fotografia, ancor prima di essere un lavoro e la moto. Due cose che riescono a riallineare i miei equilibri. Tante altre, come la scrittura e la pittura, le ho messe da parte negli anni.

Un tuo pregio e un tuo difetto

Ahhhh… Il difetto più grande è che sono molto permaloso e me ne sono accorto solo qualche anno fa.

Un pregio? Mi piace pensare che chi vive nella mia sfera possa star bene. Credo di essere una persona molto generosa  e se posso aiutare qualcuno lo faccio senza contropartita, nei limiti delle mie possibilità.

Che cos’è sacro per te?

La famiglia e il mio lavoro. Due realtà che vivo separatamente e con rispetto.

La tua più grande paura?

La mia più grande paura è la malattia o il non poter essere autosufficiente. Piuttosto preferirei morire.

Cosa è per te la felicità?

Per me la felicità è quell’attimo fugace in cui riesco a staccare dal mondo e a godere di quella situazione, ma spesso basta un colpo di gas per dimenticare tutto in sella alla mia moto.

Ultimo film visto?

A gennaio: Guerre Stellari con mio figlio.

Il tuo piatto preferito?

Quello che ha il sapore di genuino. Ti direi le lasagne, ma la verità è che amo mangiar bene (sorride).

Amicizia, Amore, Famiglia, Lavoro Salute, Sesso e Soldi mettili in ordine di importanza!!!

Salute, lavoro, famiglia, amicizia, soldi, amore, sesso.

Un motto o una frase che più ti rappresenta?

L’uomo è una macchina imperfetta che gira con la benzina sbagliata.

La prima cosa che farai quando ci daranno il liberi tutti?

Se parliamo di fotografia, difficile dirlo oggi. Preferisco continuare a progettare nell’attesa che la situazione trovi una sua nuova dimensione. Poi quando tutto riprenderà a scorrere mi organizzerò, ma senza ombra di dubbio una delle prima cose, sarà fare un lungo giro in moto.

Manda un saluto ai nostri lettori!

Trovo doveroso ringraziare tutte le donne che hanno posato per me e che in qualche modo contribuiscono ad arricchire il mio percorso di crescita, anche se non sono state citate nel particolare. Un saluto a tutti e non dimenticate di seguirmi sui miei canali social, fatevi vedere, ma soprattutto siate propositivi.

https://www.instagram.com/fgd2000/ 

https://www.mondospettacolo.com/mystic-flame-fotografata-da-francesco-genovese-per-mondospettacolo/

Alex Napoleone Wilson

 

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Fotomodelle in lockdown: Alyssa Rouge

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Amici di Mondospettacolo, prima del “Maledetto Virus” eravamo abituati a vedere sfilare sulle passerelle delle modelle bellissime per non parlare degli shooting sexy/glamour pubblicati sulle riviste patinate cartacee e online, ebbene le ragazze che sono state le protagoniste di questi set emozionanti sono come tutti noi costrette a questo lockdown forzato, ma come stanno vivendo questo momento particolare? Oggi sono andato a chiederlo alla bellissima: Alyssa Rouge.

Ciao Alyssa, bentornata su Mondospettacolo, come stai vivendo psicologicamente questo periodo di quarantena?

Ciao Alex, diciamo che non lo sto vivendo benissimo, per una persona dinamica come me essere forzate in casa è faticoso, e forse vivere soli lo rende ancor più faticoso, e anche dal punto di vista economico mantenersi risulta molto difficile senza poter lavorare, ma non bisogna dimenticare chi lavora in prima linea e rischia ogni giorno di essere contagiato, chi ha perso una persona cara o famiglie che non hanno di che mangiare, quindi non posso lamentarmi troppo di questa condizione nonostante tutto.

Come passi il tanto tempo libero?

Lo passo annoiandomi soprattutto 🤣 a me piacciono molto la lettura e il cinema, anche pulire casa è una cosa che a me piace molto fare, quindi cerco di ingannare così il tempo.

Come riesci a mantenerti in forma?

Ringraziando il mio metabolismo laser non ho bisogno di fare nulla per mantenermi in forma, lo sport per me è una passione e uno sfogo, e allenarmi in casa lo trovo poco stimolante, ma i muscoletti persi mi mancano e aspetto con ansia la riapertura dei centri sportivi.

Secondo te quali saranno le probabili conseguenze di questa pandemia?

Temo le conseguenze economiche, il fallimento di piccole e grandi imprese, e le famiglie che si troveranno in difficoltà.

Quale sarà la prima cosa che farai non appena ci verrà dato il liberi tutti?

Spero tanto di potermi fare una bella nuotata in piscina, da subacquea l’acqua mi manca tantissimo.

In questo periodo di quarantena e di solitudine forzata hai scoperto una nuova te stessa? Oppure non hai notato nessun cambiamento particolare?

Io sono sempre in lavorazione su me stessa, e questa pandemia mo ha aiutato a capire fin dove possono spingersi le persone per disperazione, e che spesso diamo per scontate cose che non lo sono.

Parlando di spettacolo, cosa segui particolarmente in questo periodo di quarantena? Programmi televisivi, Film, Webshow, oppure leggi libri o ti dedichi a qualche tuo hobbies? Raccontami un po’.

Soprattutto film e serie TV su piattaforme quali Netflix e Amazon prime, oltre alla mia bella collezione di film, aiutano un po’ ad evadere da questa realtà.

C’è un messaggio particolare che vuoi mandare a chi sta leggendo la nostra intervista?

Se stai leggendo tieni duro, non lasciarti andare alla depressione, prima o poi tutto questo finirà e tu tornerai a galla, sarà un nuovo inizio.

La nostra intervista termina qui, con la speranza di rivederti nuovamente sui set, colgo l’occasione di farti a nome mio e di tutta la mia redazione un grande in bocca al lupo e di darti appuntamento ad una prossima intervista.

Alex Napoleone Wilson

https://www.instagram.com/rouge_alyssa

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LIVE- Non è la Quaglieri (Episodi 16 e 21 Aprile)

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LIVE- Non è la Quaglieri è un format che nasce allo scoccare della quarantena ai tempi del Coronavirus. Federica Quaglieri, attrice, colta come tutti impreparata dal bombardamento di notizie così allarmanti,tragiche, e dalle imponenti restrizioni, legge che tra i cambiamenti subiti dal Paese c’è anche la sospensione quotidiana del programma di Barbara D’Urso. E così, ironizzando, dice al suo pubblico di FB che, con tutto quello che stanno affrontando gli Italiani, rinunciare anche alla D’Urso quotidiana è davvero troppo. Farà lei direttamente da casa sua il programma, ovviamente dal titolo LIVE- Non è la Quaglieri. Nasce così questa rubrica di pillole quotidiane di ironia che Federica crea di giorno in giorno con i potenti mezzi che ha disposizione: creatività e telefono. L’intento è quello di portare una risata alle persone che in questo momento più che mai hanno bisogno di squarci di leggerezza. Perché leggerezza non è superficialità, ma saper affrontare le cose senza affondare.

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RIFF Awards 2020: pubblicato il bando relativo alle sceneggiature e soggetti

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La XIX edizione del RIFF apre le porte all’innovazione digitale. Pubblicato il bando relativo alle sceneggiature e soggetti.

Sino al 30 Luglio 2020 sarà possibile presentare opere per partecipare alla XIX° edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival – che si terrà dal 27 Novembre al 3 Dicembre a Roma.

Il RIFF è lieto di presentare il progetto di TIXTER, la piattaforma di Virtual Producing che offre un contributo alle sceneggiature e ai soggetti finalisti del concorso Screenplay & Subject.

Le tre sceneggiature di lungometraggio e i tre soggetti potranno essere pubblicati sulla piattaforma di TIXTER che, in caso di successo del prodotto, parteciperà con mille euro – contributo soggetto a termini e condizioni della piattaforma Tixter – per lo sviluppo del progetto.

In programma anche Pitch e un network per sostenere i progetti iscritti al concorso.

Tutte le informazioni per iscriversi e il bando sono presenti sul sito www.tixter.video (https://www.tixter.video/it/festival/7/riff-awards-2020)

Il programma del RIFF 2020 sarà arricchito da retrospettive e seminari che affronteranno vari aspetti della cinematografia indie. Al termine del Festival verranno assegnati i RIFF Awards per un valore di oltre trentamila euro.

Il RIFF – Rome Independent Film Festival, ideato e diretto da Fabrizio Ferrari, è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’ Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio; è promosso e sostenuto da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale.

Per ulteriori informazioni “http://www.riff.it” – Via Po 152 – 00198 Roma
Direttore artistico Fabrizio Ferrari – 06.45425050 – info@riff.it – www.riff.it

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Rosario Fiorello si unisce all’appello di Gabriele Parpiglia per liberare gli italiani dimenticati in mare

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Lo showman Rosario Fiorello ha deciso di sostenere la battaglia di Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris e di altri quattro italiani che lo scorso 28 Marzo sono stati licenziati dalla nave Oasis of the Seas appartenente all’azienda Royal Caribbean e a tutt’oggi sono trattenuti sulla stessa.

Questa battaglia è sostenuta da tempo anche dal giornalista Gabriele Parpiglia che è in contatto quotidiano con Riccardo e Giovanna tramite il suo profilo Instagram, dove sono reperibili le testimonianze dirette dei due ragazzi.

Attualmente Riccardo Rapisarda, Giovanna Salaris e altri quattro italiani sono in stato di blocco sulla nave senza passaporti e assicurazione sanitaria, in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. La situazione è ancora più grave se si considera che negli scorsi giorni sono deceduti tre ex colleghi, membri dell’equipaggio, per Covid-19.

Qui di seguito un estratto della lettera.

“La storia di Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris e di altri quattro italiani. Lo scorso 28 Marzo sono stati licenziati dalla nave Oasis of the Seas appartenente all’azienda Royal Caribbean. Lasciati senza contratto, con passaporti trattenuti (ma perché?) e senza assicurazione sanitaria. Invece di mandarli a casa dove sono? Ancora sulla nave. In quella stessa nave in cui ci sono circa mille persone e negli ultimi sei giorni sono morti tre membri dell’equipaggio per Covid-19. Ovviamente l’imbarcazione ha dato il lockdown da settimane e non ci sono passeggeri. Morti ragazzi dai 35 ai 41 anni. E loro, Riccardo e Giovanna, sono chiusi ancora lì. Ma perché? Il governatore della Florida DeSantis dice che non li vuole a ‘terra’. Il console italiano Musillo ha provato a farli partire e c’era ‘quasi’ riuscito, a suo dire. Dovevano rientrare con il volo che ha riportato i ragazzi che erano a Disney World, Orlando. Insomma doveva essere un’ evacuazione veloce su una nave equipaggiata Covid ma appena i sei italiani arrivano sulla seconda nave vengono respinti indietro e fatti rientrare con una scialuppa sulla nave dove erano rinchiusi, la Oasis. Per tre giorni sono rimasti con acqua razionata e ad oggi il cibo per loro scarseggia. Sono passati più di venti giorni. Nessuno si occupa di loro. Intanto sempre a bordo si spengono vite. Chi li aiuta? Perché lontani dalla costa nessuno si preoccupa che se dovessero avere una crisi respiratoria, non potranno essere curati? Non sono attraccati al porto di Miami ma si trovano in mare aperto e a Miami ci vanno solo per fare benzina ma guai se scendono, altrimenti la guardia costiera Center Of This Control, li arresta. Lo stato dov’è? Perché il governatore DeSantis definisce i ‘marittimi’ come ‘cosa che non vuole sul suo territorio né da vivi né da morti’? Li chiama ‘foreigners’ ovvero stranieri… ammazza la solidarietà! Chi si muove? Chi aiuta questi nostri ragazzi? E perché se licenziati sono ancora su quella nave senza mascherine, senza farmaci, con mille criticità? Chi li aiuta? Che qualcuno legga bene queste parole prima che sia troppo tardi. Ricordo che l’ultimo morto, un ragazzone di 41 anni, se n’è andato solo ieri. E aveva due figli. Due figli come i nostri ragazzi”.

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