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Al Peter Pan di Riccione Halloween con Alicante

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Giovedì 31 ottobre 2019 al Peter Pan di Riccione edizione speciale di Cocoon Riccione, d’estate in scena alla Villa delle Rose di Misano Adriatico, con special guest Ilario Alicante, che si conferma sempre più uno dei più importanti dj italiani in assoluto. Dopo aver iniziato il 2019 suonando a fianco di una leggenda come Giorgio Moroder, si è poi esibito in quasi tutti gli eventi più importanti di Cocoon, in particolare i party per festeggiare i vent’anni del brand tedesco all’Ushuaïa e all’Amnesia di Ibiza. Un talento in costante crescita, capace di diventare il più giovane dj che abbia mai suonato a Timewarp, uno dei festival techno più importanti al mondo.

www.peterpanclub.net

 

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Parte la diciannovesima edizione del Trieste Science+Fiction Festival

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Comincia oggi, Martedì 29 Ottobre 2019, la 19° edizione del Trieste Science+Fiction Festival, in programma fino a Domenica 3 Novembre. Appuntamento nel capoluogo giuliano con la principale manifestazione italiana dedicata alla fantascienza, tra anteprime, eventi e ospiti internazionali.

La giornata inaugurale del festival triestino comincia alle 10.00 presso la Mediateca, con il Fantastic Film Forum: un programma di tre giorni denso di incontri specialistici, eventi di networking e workshop ad alta formazione professionale.

Alle 17.00 appuntamento al Politeama Rossetti con la proiezione in versione restaurata del film Alien (1979), capolavoro di Ridley Scott e fortunatissimo cult fantascientifico che quest’anno compie i suoi primi quarant’anni.

Alle 19.00 sempre al Rossetti inaugura la mostra L’ingenua curiosità di Jacopo Starace, esposizione dedicata alle opere visionarie dell’illustratore e fumettista italiano Jacopo Starace, autore dell’immaginifico poster 2019 del trieste Science+Fiction Festival.

Sempre al Rossetti alle ore 20.00 si terrà la cerimonia d’apertura del festival, a cui seguirà la proiezione in anteprima italiana del film Little Joe di Jessica Hausner, una versione ipnotica e visivamente affascinante del cult L’invasione degli ultracorpi.

Alle 22.30 la serata prosegue con l’anteprima italiana di Depraved del regista e attore di culto Larry Fessenden, qui alle prese con una riflessiva rivisitazione del Frankenstein di Mary Shelley.

I biglietti e gli accrediti del Trieste Science+Fiction Festival sono disponibili sul sito ufficiale della manifestazione: www.sciencefictionfestival.org.

Trieste Science+Fiction Festival è il più importante evento italiano dedicato ai mondi della fantascienza e del fantastico. Cinema, televisione, new media, letteratura, fumetti, musica, arti visive e performative compongono l’esplorazione delle meraviglie del possibile. Fondato a Trieste nell’anno 2000 ha raccolto l’eredità dello storico Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste svoltosi dal 1963 al 1982, la prima manifestazione dedicata al cinema di genere in Italia e tra le prime in Europa.

La selezione ufficiale del Trieste Science+Fiction Festival presenta tre concorsi internazionali: il Premio Asteroide, competizione internazionale per il miglior film di fantascienza di registi emergenti a livello mondiale, e i due Premi Méliès d’argento della Méliès International Festivals Federation per il miglior lungometraggio e cortometraggio di genere fantastico europeo. La sezione Spazio Italia ospita il meglio della produzione nazionale. Immancabili, infine, gli Incontri di Futurologia dedicati alla scienza e alla letteratura, in collaborazione con le istituzioni scientifiche del Sistema Trieste, e la consegna del premio alla carriera ad un maestro del fantastico.

Trieste Science+Fiction Festival è organizzato da La Cappella Underground, storico cineclub triestino fondato nel 1969. La manifestazione si avvale del contributo, collaborazione e sostegno dei seguenti enti promotori: MiBAC – Direzione Generale Cinema, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, Fondazione CRTrieste, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, ARPA FVG LaREA, Università degli Studi di Trieste, e dei principali enti scientifici del territorio, AREA Science Park, ICGEB, ICTP, INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste, IS Immaginario Scientifico – Science Centre, SISSA, Università Popolare di Trieste.

Trieste Science+Fiction Festival è membro ufficiale del board della Méliès International Festivals Federation e fa parte dell’AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema. Il Festival è riconosciuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia tra i progetti triennali di rilevanza regionale di interesse internazionale in campo cinematografico. La manifestazione si avvale del patrocinio dei principali enti scientifici del territorio e partecipa al programma proESOF in vista di ESOF2020 – Euroscience Open Forum Trieste.

Il Trieste Science+Fiction Festival si avvale della collaborazione dei seguenti media partner: RAI 4, Il Piccolo, Cineuropa, Ciak, Nocturno, Fantascienza.com, Cinematographe, Quinlan, Sentieri Selvaggi, Cine Clandestino, Taxi Drivers, Bad Taste, CinemaItaliano.info, Long Take, Cine Lapsus, Blow Out.

La sede principale della manifestazione, grazie alla collaborazione del Comune di Trieste e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è il Politeama Rossetti. Il palazzo della Casa del Cinema di Trieste, sede delle maggiori associazioni di cultura cinematografica del territorio, è il quartier generale della manifestazione e con la collaborazione del Teatro Miela ospita le sezioni collaterali del festival, mentre altre iniziative e programmi speciali sono previsti nella sala d’essai del Cinema Ariston.

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Con Gigi la trottola – Box 2 continua l’inedita esperienza in blu-ray del noto cartone animato giapponese

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Continuano le peripezie sportive dell’atleta senza frontiere Gigi Sullivan, che molti di noi hanno avuto il piacere di conoscere in tv grazie alla serie televisiva Gigi la trottola anime dai tratti demenziali derivato direttamente dal mondo degli spokun manga. Noto col titolo Dasshu Kappei, datato 1981 e creato da Naboru Rokuda.

Un secondo appuntamento in alta definizione che consente di assistere alle innumerevoli vittorie agonistiche conseguite da questo singolare personaggio, sempre più innamorato dell’universo femminile e attaccato in modo feticista alle mutandine bianche delle donne, indumenti intimi che, alla sola vista, danno a Gigi la carica necessaria per poter trionfare nello sport.

Lo affianca l’amorevole Anna, che insiste nel fare breccia nel suo cuore, più i compagni di squadra di basket della Seirin, nome del liceo dove studia, compresi l’allenatrice Gloria, l’avversario Alan e il pretendente in amore Salomone, cane domestico di Anna stessa.

Un box in blu-ray che ci porta a scoprire altri risvolti dell’attività sportiva di Gigi, votato alla scoperta di nuove sfide da affrontare, ma anche di nuove amicizie a cui andare incontro, come quella con il fido Dick, compagno di ping pong, e altri avversari da battere, a partire da Prescott, campione in carica del citato sport con pallina e racchetta.

Sono gli episodi che vanno dal numero 34 al 65 quelli che compongono il secondo cofanetto, in cui potrete trovare titoli a loro modo emozionanti e, ovviamente, non privi di grande carica comica, formula vincente di questo cartoon senza tempo.

Si parte con Susan contro Gigi (il protagonista sfida a ping pong la campionessa del titolo), per proseguire tramite Gigi al contrattacco (nasce l’amicizia con Dick, insieme al quale tenta di sfidare Prescott), La sfida di Anna (scontro tra Gigi e la sua amata amica in un torneo di ping pong), Il gorilla (scontro finale con il temibile Prescott), Avventura a New York (episodio che vede in trasferta americana il protagonista e i suoi amici, alle prese con un incontro di basket su strada), Scuola di sumo (l’elevato interesse di Gigi verso lo sport presente nel titolo in questione), Allenamenti segreti (quando Gigi viene sospettato dal club di scherma di travestirsi da vecchietta), Chi vincerà? (un torneo di scherma dall’arbitraggio sospetto mette Gigi alle strette), Il terribile mago (un avversario spadaccino ha doti magiche inaspettate), Gara dei superman (una dura competizione tra i migliori campioni impegna Gigi in un difficile match) e, infine, Ultimo atto (episodio conclusivo della serie animata).

Inserito in elegante slipcase cartonato, Gigi la trottola – Box 2 comprende quattro dischi in alta definizione ed è distribuito all’interno della collana Anime Factory da Koch Media, in collaborazione con Yamato Video.

Completa il tutto la presenza di un ricco esclusivo booklet a colori di trentadue pagine, dispensatore della guida ad ogni singolo episodio, con sinossi, disegni preparatori originali e gallerie di illustrazioni.

E ricordate, come dice sempre il nostro Gigi “Oh che vita sopraffina, quando c’è in giro qualche bianca mutandina !!!”.

 

Mirko Lomuscio

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Cinema e drink: Chiacchiere e distintivo, ispirato a The untouchables – Gli intoccabili di Brian De Palma

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Chiacchiere e distintivo, ispirato a The untouchables – Gli intoccabili, diretto nel 1987 da Brian De Palma.

BARMAN: Gianluca Amato

INGREDIENTI:

50 ml Gin del Professore Monsieur
20 ml Vermouth Mancino Amaranto
10 ml Vermouth Dry Oscar.697
5 ml Liquore di Maraschino Pallini
1 dash di Boker’s bitter

Bicchiere: coppetta

Garnish: twist di arancia

PREPARAZIONE:
In un mixing glass precedentemente ben raffreddato versare tutti gli ingredienti in ordine di ricetta. Quindi, stirrare e filtrare in coppetta ben ghiacciata e guarnire con un twist di arancia.

ISPIRAZIONE:
Versione moderna adottata dal Savoy Hotel di Londra, una variante del Martinez, considerato il Padre di tutti i Martini, creato in piena era speakeasy da Jerry Thomas, quando si trovava presso il bar dell’Occidental Hotel di San Francisco, il barman più famoso della storia. L’ispirazione di Gianluca Amato nasce dalla sua grande passione per i gangster’s movie americani e per la stima nei confronti di due dei quattro protagonisti del film, Robert De Niro e Sean Connery. Al primo, Amato ha anche avuto l’onore di preparare un Dry Martini mentre era seduto per un aperitivo all’Hotel de Russie di Roma, dove lavorava. Anche Sean Connery viene associato a un fatto personale del barman, l’aver vissuto in Scozia, al Gleneagles Hotel nel Perthshire, dove ebbe l’occasione di incontrare proprio l’attore scozzese, tra gli invitati a un matrimonio. “Lo ricordo vestito con il kilt e il suo Sporran nello stile delle Highlands, mentre ballava egregiamente”. Una passione per le interpretazioni di Connery, dal suo James Bond – “il migliore in assoluto della saga” al poliziotto incorruttibile irlandese Jimmy Malone che da la caccia allo spietato Al Capone nel capolavoro di Brian De Palma. Una versione twist del Martinez, quindi, di cui oggi esistono molte versioni differenti, e lasciando da parte Genever, Old Tom ci si tuffa in un gin di classe per ricordare quei tempi del Proibizionismo, con il Gin del Professore Monsieur, prodotto, dalla Distilleria Quaglia sotto la supervisione della crew del The Jerry Thomas Speakeasy di Roma, nello spirito della tradizione erboristica italiana. Il metodo di produzione bathtub, della vasca da bagno, risale proprio all’epoca del Proibizionismo, in cui era sufficiente un recipiente, anche una vasca da bagno, per miscelare in infusione a freddo gli alcolati e le varie erbe, spezie e bucce di agrumi, in modo da far assorbire tutti i profumi, i colori e le proprietà dei botanicals.

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“Conosciamoli Meglio”: Ghyblj intervista “Steven G. Torrisi”

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Steven Torrisi, parlami della tua carriera, come è iniziato il tuo percorso nel mondo dello spettacolo?

La mia carriera quasi trentennale parte dal mondo dello spettacolo con la danza come ballerino, continuo come coreografo per Miss Italia, prosegue come stilista, partecipando a svariati eventi per stilisti emergenti vincendo un concorso di giovani  stilisti Moda Idea riconosciuto dalla camera della moda  di Roma che mi ha dato l’opportunità di varcare  i corridoi della Maison Genny e Byblos della Dott Girombelli  come uff stile assieme ad un team di colleghi, vorrei ricordare che il grande Versace ha lavorato per questa Maison solo al pensiero che il mio Idolo ha varcato quei corridoi, vedere i suoi disegni incorniciati mi faceva  sentire una persona  speciale, tanto speciale che sono  rimasto nel mondo della moda non più come stilista ma nel ruolo di Direttore Artistico. Oltre cento sono gli eventi che mi legano in questi quasi trent’anni di attività  nell’Alta Moda e alla solidarietà a partire da:  Donna Sotto le stele – Moda Mare Positano – Alta Moda Castello Di Paternò – La Corte di Taormina –  Miss Italia – Miss Italia Nel Mondo – Milano Fashion Week – Alta Moda Piazzale Michelangelo Premio La Loggia e infine Premio ST. Oscar della Moda.

Oggi sei il direttore artistico di un noto premio europeo, e nello specifico “Premio Europeo ST. Oscar della Moda” che viene riconosciuto a famosi stilistici di fama nazionale e internazionale, ma anche a giovani sarti talentosi  che si contraddistinguono per la loro creatività, quanta responsabilità ti da il ricoprire questo ruolo? 

Non ci sono responsabilità se non ci sono errori di interpretazione, in questo campo la soddisfazione è vedere la crescita professionale di chi è stilista emergente affiancato a grandi celebrities del settore che ogni anno omaggiano con la loro presenza i miei eventi da:  Sarli – Alviero Martini – Lella Curiel – Anton Giulio Grande – Nino Lettieri – Laura Biagiotti – Teodolinda Quintieri – Carlo Alberto Terranova – Giada Curti – Marella Ferrerà – Genny e Byblos – Gianni Calignano – Michele Miglionico.

IL Premio Europe ST. Oscar della moda è il grande appuntamento pensato e voluto dal Direttore Artistico Steven G Torrisi, rappresenta un percorso già iniziato negli anni passati a livello nazionale ed europeo (due anni presso il teatro di Taormina, due anni presso piazza del Campidoglio Roma, un anno presso Palazzo Caracciolo di Napoli, un anno presso Villa Renoir Milano.

La volontà del Direttore Artistico Steven Torrisi e tutto il suo Staff   è di consegnare per due/tre anni la Kermesse Premio Europe ST.Oscar della moda alla stupenda città di Firenze, per rilanciare il territorio tra la moda, la cultura e la storia, attraverso un progetto culturale inteso come una possibile vetrina al mondo per la città di Firenze, la Regione Toscana è riconosciuta una delle piattaforme della moda per linee commerciali, citando il famoso Pitti, da quest’anno  la città di Firenze acquista due premi. IL premio La Loggia 2019  e  il Premio Europeo ST.Oscar della moda 2019

Dall’alto incarico che ricopre la tua persona devi essere sempre super partes, ma c’è uno stilista in Italia o nel mondo che vorresti premiare e collaborare?

Una delle icone che ha sempre catturato la mia attenzione è stato Versace, che ricordo per la sua eleganza,  professionalità e creatività. Dopo la sua scomparsa il mio punto di riferimento è stato ed è attualmente lo stylist Alviero Martini con la sua capsule collection: ALV “Andare Lontano Viaggiando”.

Cos’è per Steven G Torrisi l’eleganza?

Per me l’eleganza e tutto ciò che si avvicina al rispetto, non riesco a dare una vera definizione, la si può coltivare dentro ognuno  di noi, l’eleganza dell’animo e di riflessi nel costume. Vorrei condividere con tutti voi un pensiero del maestro Alviero Martini: “Più importante dello stile è la moda. Più importante della moda è lo stile.

Hai curato personalmente il Look di Grandi Star: la più antipatica e la più simpatica.

Posso dire che il personaggio che ricordo con tanto affetto e che ha visto la sua immagine subire un rilevante cambiamento, è la cara amica Giulia Luzi,  oggi artista affermata.

Un capo che diventa volgare e quindi che assolutamente non deve avere nella propria cabina armadio una donna e un uomo?

Non esistono capi volgari, la moda è libertà di espressione, di originalità, creatività, la moda è personalizzazione, basta non scivolare nel trash del fashion.

Come sarà la moda di questo inverno ormai alle porte? 

Originale con giochi di stampe, nuovi tessuti, combinazioni monocromatiche ma anche tanto nero, colori pastello e oro tornano alla ribalta.

I tuoi prossimi impegni?

Gli impegni divengono sempre più numerosi e questo è dovuto al grande successo che il.mio.pubblico mi regala ogni giorno e che ringrazio. Ci stiamo preparando al Premio Europeo St.Oscar Alta Moda di Firenze, ad un contest televisivo per il quale non posso svelare nulla al momento, e a numerosi e nuovi eventi per il 2020 che caratterizzeranno il settore che rappresento.

Nel tuo mondo esistono l’invidia e la gelosia?

Esistono, ma rispondo con una frase di Alviero Martini: “Più importante della moda è lo stile”

Il significato di ellezza per Steven G Torrisi?

È la classe, l’eleganza mescolata a femminilità e sensualità, con un sano rispetto per il prossimo che non guasta mai.

Ghyblj 

https://www.facebook.com/stevengiuseppe.torrisi

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La macchia nel sangue, il primo libro della saga fantasy di Gabriella Ronza

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La macchia nel sangue, il primo libro della saga fantasy di Gabriella Ronza

 

“La macchia nel sangue” è il primo dei cinque volumi che comporranno la saga fantasy di “Aeterna”, ideata dalla giovane autrice Gabriella Ronza.

Pubblicato per la prima volta il 30 aprile 2018, nel 2019 i diritti della saga passano a un’altra casa editrice, “Le Mezzelane Casa Editrice”.

La saga è ambientata in un mondo fantastico, denominato “Antico Continente”, in cui, come dichiara la quarta di copertina, vige la legge degli elementi (acqua, aria, terra e fuoco) e quella del più forte.

Il continente, infatti, si compone di cinque stati, quattro a regime monarchico e uno a regime repubblicano (quest’ultimo chiamato Magna). Tra gli stati settentrionali (Rogus, regno del fuoco, e Kora, regno della terra) e quelli meridionali (Marinia, regno dell’acqua, e Arha, regno dell’aria) non scorre affatto buon sangue. Magna, invece, lo stato polielementale, risulta essere neutrale.

L’indagine sull’odio razziale tra il Nord e il Sud dell’Antico Continente (liberamente ispirato a quello che ancora oggi è presente sul suolo italiano e/o mondiale) pervade molte delle pagine del romanzo.

“Il protagonista maschile – afferma Gabriella Ronza -, che è, in fin dei conti, anche l’antagonista, sostiene il pregiudizio con tutta la sua volontà e non c’è niente di più pericoloso del verbo volere”.

Il tema del razzismo non è, però, il solo a prevalere. Nel corso della narrazione si scopre che sull’Antico Continente aleggia una maledizione terribile lanciata da Madre Natura (la divinità di questo mondo), all’inizio dei tempi, per punire l’accidia e rendere le sue creature meno oziose. Ogni duemila anni appaiono quattro esseri, una coppia per ogni millennio, reincarnazioni di Lux e Malus, rispettivamente Guardiano dell’aldilà per i giusti e Guardiano dell’aldilà per i peccatori. Questi, che incarnano poteri contrastanti acqua-fuoco e aria-terra, devono sfidarsi: se a vincere è Malus, l’Antico Continente vivrà mille anni di guerre, se a vincere è Lux, mille anni di pace.

La riflessione sulla religione, il misticismo e lo scetticismo sono temi portanti di questa narrazione, ma lo saranno, ancor di più, nei volumi successivi.

Anche perché ruolo di primo piano avrà un gruppo segreto, definito “Ordine degli eretici”, che si oppone al disegno di Madre Natura.

“Ho scritto ciò – spiega l’autrice – a seguito di una riflessione su cosa siano il bene e il male. Una riflessione che potrebbe risultare alquanto banale se non allarghiamo la prospettiva. Cosa sono il bene e il male per gli esseri umani e cosa per gli esseri divini? E una volta conosciuto il significato di bene e male per gli esseri divini, gli esseri umani lo accetterebbero?”.

A reggere questa struttura fantasy e immaginaria è, però, sempre un sentimento infinitamente umano: l’amore.

Una drammatica storia di amore e morte, contraria al disegno divino, andrà a complicare il già precario equilibrio dell’Antico Continente.

 

 

 

 

Biografia autrice

Gabriella Ronza nasce a Marcianise (CE) il 23 giugno 1995.

Diplomata al Liceo Scientifico con il massimo dei voti, è giornalista pubblicista dal marzo 2018 e laureanda in Filologia Moderna alla Federico II di Napoli.

Collabora con il giornale web Pupia.tv ed è la curatrice della rubrica giornalistica de “La fragilità degli onesti”, piattaforma culturale creata dal poeta internazionale Francesco Lisbona e dall’attivista politico Carmelo Fronte.

All’età di quattordici anni pensa per la prima volta al mondo di “Aeterna”, ma è solo nel 2012 che la struttura dell’opera prende forma.

Con la prima edizione dell’opera, Gabriella è stata invitata in scuole, fiere, televisioni e radio, entrando in diretto contatto con il mondo dei lettori.

 

Quarta di copertina

Una misteriosa scritta compare sui ruderi di un antico tempio  un giardino invisibile. Due bambini, su cui grava il peso di un’altissima responsabilità politica, la leggono. Nel loro mondo vige la legge degli elementi e, soprattutto, quella del più forte.

Aeterna è il fantasy epico per eccellenza, che ha al centro qualcosa che l’epica fantastica non ha quasi mai: l’amore. I protagonisti, tuttavia, non vi cederanno, preferiranno invece combattere l’uno contro l’altra e contro se stessi, per non scostarsi dal cardine del loro agire morale. L’etica, persino sotto forma di male, che nella soggettività del singolo si presenta come giusta, muove le pedine di un gioco nato mille anni prima dell’inizio di questa storia. Perché il fantasy fa questo: ci ricorda che anche alla fantasia diamo regole di costruzione umana, creando mondi che, parafrasando il contenuto della trama, imitano quello che Madre Natura ci ha donato.

 

 

Link di Amazon

https://www.amazon.it/Aeterna-macchia-nel-sangue-1/dp/8833283372/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&keywords=gabriella+ronza&qid=1572288960&sr=8-1

 

Link di Ibs

https://www.ibs.it/aeterna-macchia-nel-sangue-vol-libro-gabriella-ronza/e/9788833283371

 

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Olivia Balzar ci racconta i suoi “Disturbi”

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Amici di Mondospettacolo, oggi sono in compagnia di Olivia Balzar: Scrittrice, conduttrice radiofonica, attrice e regista!
Olivia, benvenuta su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?
Ciao e grazie della bellissima accoglienza. Va tutto alla grande anche se sono molto stanca a causa di tutti I progetti che sto portando avanti. Stanca, ma soddisfatta, of course!
Dopo aver letto la tua biografia artistica, la prima cosa che mi viene da dirti è: COMPLIMENTONI! Ma come e quando nasce la tua passione per lo spettacolo?
Ho messo piede per la prima volta su un palcoscenico a tre anni e da qual momento non sono più voluta scendere. C’è stato lo zampino di mia madre in questo, i racconti del mitico Aldo Reggiani e l’incontro con Laura Croce, bravissima insegnante di recitazione.
Ti piace scrivere di horror e di esoterismo, raccontami un po’ da dove nascono i tuoi racconti?
Credo che I racconti dell’orrore siano catartici, luoghi segreti in cui nascondersi per sfuggire ai demoni interiori e alla realtà. Le ispirazioni mi vengono da luoghi, fatti, persone, dalla quotidianità. Non c’è niente di più alienante della normalità e della routine. Fa vedere cose che non ci sono. Fa fare cose che non andrebbero fatte.
Hai ideato e condotto il programma radiofonico Bad Medicine, ma poi che è successo?
Bad Medicine è la mia creatura, per quattro anni abbiamo fatto grandi cose insieme e creato sinergie nella vetrina di Radio Kaos Italy, ma ora e’ tempo di concludere il ciclo. E ho deciso di fare le cose in grande con un Funeral Party  il 2 novembre al Defrag che sancisce la fine di Bad Medicine così come la conoscete. Aspettatevi un party con selezione musicale hard rock 80s a cura di Tony Chinaski, I Mötley Crew live (tributo romano ai Mötley Crüe) e un set acustico in cui si susseguiranno alcuni tra i musicisti romani che ho avuto l’onore di avere ospiti in trasmissione. Una festa tra amici, quindi, con una mostra di fotografie e tele a fare da sfondo. Per gli appassionati, ci sarà anche lo stand di ManicVintageRock con memorabilia rock, abbigliamento e rarità in vinile e il merchandise delle band della scena romana. Bastava dire che la trasmissione era arrivata all’ultima puntata, invece mi sono chiesta: Cosa farebbe Vince Neil se fosse nei miei panni??? Ed è nata questa festa al Defrag di Roma a cui siete tutti invitati. Voglio gli uomini in giacca di pelle, spandex e trucco sugli occhi e le donne in calze a rete e tacchi vertiginosi, come piace al rock’n’roll! Siete avvertiti!
Da scrittrice a conduttrice ad attrice, se ti dico: “Le Cose Buone Fanno Male” che cosa mi rispondi?
“Le Cose Buone Fanno Male” e’ un mio racconto horror contenuto nell’antologia illustrata “Streghe Postmoderne” (AlterEgo, 2019) che, grazie al genio di Mariaelena Masetti Zannini, è diventata una black comedy con me come protagonista andata in scena al Teatro dell’Orologio registrando tre giorni di Sold Out. Un’esperienza meravigliosa, una storia viscerale e ironica, nella quale in fondo tutti si identificano anche solo pet un instante, anche solo non ammettendolo a sé stessi.
Se fossi obbligata a scegliere tra lo scrivere, il condurre programmi radiofonici o il fare l’attrice che cosa sceglieresti?
Per fortuna la vita è fatta di infinite possibilità e voglio non dover scegliere ma buttarmi a capofitto nei progetti che più mi interessano, sperimentare nuovi ruoli, sfidare me stessa.  E se proprio mi obblighi a scegliere… beh il lavoro in radio racchiude tutte le mie inclinazioni.
Veniamo ad oggi, so che sei impegnatissima nella preparazione del tuo spettacolo teatrale “Disturbi”,  raccontami un po’ di cosa si tratta e cosa ti aspetti da questo spettacolo che avrà il suo debutto tra un paio di settimane a Roma?
La grande amica e immensa scrittrice Ilaria Palomba ha pubblicato l’anno scorso “Disturbi di luminosità” (Gaffi, 2018), un libro che ho letto in una notte, che mi ha catturata completamente. Davanti a un bicchiere di vini rosso mi ha chiesto di portare questa storia a teatro e ho accettato, avendo amato ogni singola parola di quel testo. Ho deciso di dedicarmi completamente alla regia, scegliendo per la prima volta di non recitare. “Disturbi” nasce come un lavoro sul disturbo borderline e finisce per rappresentare uno specchio della società attuale, delle relazioni interpersonali fluide e disfunzionali. Sul palco recitazione, teatro danza, musica e arti visive si incontrano dando vita ad una narrazione destrutturata in cui coesistono suggestioni classiche e pop. Lo spettacolo andrà in scena dall’8 9 al 10 novembre in quel piccolo angolo di paradiso che e’ il Teatro Ivelise, a due passi dal Colosseo.
Alex Cunsolo
Le foto sono di Ph. Serena Dattilo e Ph. Stefano Borsini

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Francesca Giuliano: Sotto il vestito niente!

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Francesca Giuliano ha colpito ancora!

La nostra super Francesca ha conquistato anche il red carpet della festa internazionale del cinema di Roma.

Prima di passeggiare sul famosissimo Red Carpet romano, la Giuliano ha partecipato alla conferenza stampa ” Push Out ” (cortometraggio sui disordini alimentari).

Tra i presenti alla proiezione, la senatrice Monica Cirinnà e l’intramontabile Pippo Baudo.

Al cambio di abito per il red carpet, Francesca Giuliano ha scelto un modello cucito e creato dallo stilista Fabio Porliod che ha realizzato un modello ampio con uno spacco ” inguinale” che ha lasciato poco all’ immaginazione, Francesca ha indossato l’abito senza lingerie, anche le curvy possono indossare un capo sensuale, senza orrende pancerine e guaine.

Francesca si è quindi mostrata così, come lei è, una super curvy a cui piace osare. Rifancendoci al famosissimo film di Carlo Vanzina, potremmo dire: Francesca Giuliano….Sotto il vestito niente.

Alex Napoleone Wilson

https://www.instagram.com/francescamariagiuliano/

https://www.mondospettacolo.com/?s=francesca+giuliano

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A Villa Pascià Halloween con RICHBITCH

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Giovedì 31 ottobre 2019 RICHBITCH arriva in Sardegna per la notte di Halloween insieme ai segreti della Casa di Carta. RICHBITCH è il  party urban italiano più famoso; creato da Ale Zuber, è nato in Italia e in brevissimo tempo si è imposto in tutto il mondo da Miami a Londra; nel 2016 il suo approdo a Ibiza, con il suo mix continuo di hip­hop, R&B, reggaeton, trap e moombahton.

Zuber è stato il primo ad importare queste sonorità su isla dove da sempre house e techno la fanno da padroni, sino ad approdare – questa estate – ogni lunedì all’Hï Ibiza. Giovedì 31 ottobre in console a Villa Pascià No Name, Aly, Milo, Laser & Dejan.

www.facebook.com/iamarichbitch

 

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L’uomo del labirinto: una coppia d’assi per un’indagine

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Dopo un esordio che ha portato i suoi buoni frutti con La ragazza nella nebbia, che gli ha fatto vincere addirittura un David di Donatello come miglior opera prima (consegnato da Steven Spielberg in persona), lo scrittore Donato Carrisi decide di bissare l’esperienza dietro la macchina da presa portando sul grande schermo un altro thriller a tinte forti e cercando, magari, una conferma in qualità di esperto nel genere, sempre traendo ispirazione da un suo romanzo: L’uomo del labirinto.

Stavolta, ad affiancare l’immancabile Toni Servillo, che recitava nella citata opera prima, troviamo nientemeno che il vincitore del premio Oscar Dustin Hoffman, non nuovo alla partecipazione di pellicole prettamente italiane (si pensi ad Alfredo Alfredo di Pietro Germi). E con una coppia d’assi – entrambi coinvolti anche come produttori esecutivi – di questo calibro, le buone premesse per un film che non può essere dimenticato vi sarebbero tutte.

Con un cast comprendente anche Valentina Bellè e Vinicio Marchioni, la storia raccontata segue le vicende del rapimento di un’adolescente di nome Samantha Andretti, scomparsa quindici anni prima senza lasciare alcuna traccia, fino al suo inaspettato ritrovamento. Risvegliatasi in un letto d’ospedale, la giovane (Bellè) è dentro una stanza in presenza del dottor Green (Hoffman), il quale la aiuta a ritrovare la memoria per poter ricostruire i fatti, riuscendo a risalire, magari, all’autore di questo crimine.

Nel frattempo, un addetto al recupero crediti di nome Bruno Genko (Servillo), in fin di vita e con pochi giorni davanti, decide di riprendere il caso a lui affidato, cercando di scovare l’artefice del rapimento e chiudendo, così, ogni conto col proprio destino. Ma, più l’indagine va avanti, più la verità che viene a galla sembra non lasciare alcuna speranza, stringendo in una morsa letale chiunque rimanga invischiato in questo intreccio.

Nonostante La ragazza nella nebbia avesse sfoggiato poca verve registica da parte del suo autore, puntando il tutto esclusivamente (e, ovviamente) sulla scrittura, Carrisi tenta nuovamente l’esperienza della macchina da presa, magari per dimostrare qualche nozione in più appresa rispetto a quando si dedicò a quell’opera prima.

Ma, mentre acquista valore a livello visivo, L’uomo del labirinto sembra perdere credibilità proprio sulla carta, tirando in ballo un plot che già dal primo minuto lascia intendere dove voglia andare a parare e che, poi, si districa in riusciti giochi fotografici e di montaggio che fanno il resto.

L’ambientazione hard boiled e la contestualizzazione in un ambiente quasi fumettistico hanno anche del notevole, ma il problema risiede nella messa in scena, con un Servillo detective malridotto che, a tratti, funziona (le parentesi più rudi del suo personaggio non sono proprio per lui, a dirla tutta) e l’accoppiata Hoffman/Bellè che si dimena in un faccia a faccia continuo, dove è ben deducibile il dislivello nel confronto tra le due interpretazioni (metodo hollywoodiano contro metodo fiction italiana, per intenderci).

Con qualche riferimento a Saw – L’enigmista, a livello di scrittura L’uomo del labirinto potrebbe anche funzionare, ma in un’epoca cinematografica in cui lo spettatore ha già avuto modo di vedere Il silenzio degli innocenti, I soliti sospetti, Seven è impossibile pensare che non capti da subito l’epilogo di quello che è, in fin dei conti, un thrillerino sintetizzabile nell’ennesimo tentativo di genere italiano riuscito a metà.

 

 

Mirko Lomuscio

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Come diventare famosi tramite il web marketing YouTube

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Centosessantaquattro milioni di visualizzazioni per Amore e Capoeira di Takagi & Ketra, Giusy Ferreri e Sean Kingston. Qualche milione in meno rispetto ad Andiamo a comandare di Fabio Rovazzi, che ne vanta centosettantatré, e a Vorrei ma non posto dell’accoppiata J-Ax/Fedez, che sguazza sui centottantasei.

Ma visualizzazioni di cosa? Semplicissimo: visualizzazioni su YouTube, ovvero la gettonatissima piattaforma web che, fondata nel 2005 e oggi secondo sito internet più visitato del mondo dopo Google, consente ai naviganti della rete di condividere contenuti multimediali che gli utenti, a loro volta, possono votare, aggiungere ai preferiti, commentare o segnalare ad addetti e amministratori nel caso in cui il materiale audiovisivo caricato possa rivelarsi pericoloso od offensivo nei confronti di determinate categorie.

Una piattaforma che, di conseguenza, in un terzo millennio a base di civiltà dalle esistenze dominate da smartphone, connessioni e apparecchiature ultratecnologiche assortite, non ha potuto fare a meno di rivelarsi uno dei principali mezzi di promozione per artisti di ogni tipo, che si tratti di registi che la sfruttano per diffondere i loro short e lungometraggi, di aziende che non esitano ad utilizzarla col fine di pubblicizzarsi e, come dicevamo qualche riga più su, di musicisti e cantanti.   

Del resto, come un po’ tutte le attività che caratterizzano il quotidiano vivere dell’essere umano, dai suoi probabili tentativi primordiali dell’era della pietra la musica ha  subìto una lunga e lenta evoluzione nel corso dei secoli, passando dai canti diffusisi durante il Cristianesimo alla nascita delle sinfonie, delle polifonie, del melodramma, fino all’affermazione, tra il XVIII e il XIX secolo, della cosiddetta “musica classica occidentale”.

Ma, come oggi, nel 2019, possiamo constatare che il successo sanremese Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani annoveri duecento trentatré milioni di visualizzazioni e, incredibilmente, Pulcino Pio ne abbia accumulate oltre un miliardo, sorge spontaneo chiedersi che uso avrebbero potuto fare della piattaforma in questione mostri sacri delle note quali Ludwig Van Beethoven o Wolfgang Amadeus Mozart, le cui composizioni hanno, comunque, il loro vasto seguito su YouTube, a oltre duecento anni distanza.

Come pure ci si chiede quale effetto avrebbe potuto avere uno strumento di diffusione di questa portata tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando – soprattutto all’estero – rocker e band di stampo beat spopolarono nel pubblico giovanile sia grazie ai loro pezzi arrabbiati che ai look trasgressivi che hanno anticipato qualsiasi influencer e rapper degno di tale classificazione.

Coloro che rappresentano adesso il panorama musicale sono, certamente, molto più facilitati nel farsi conoscere proprio grazie a YouTube, dove, una volta caricato il proprio video, lo scopo principale è far sì che il maggior numero possibile di persone lo guardi.

E i metodi per raggiungere la popolarità su YouTube sono molti, dal creare un format che sia diverso da tutti (o quasi) gli altri già esistenti al postare il link sulle tante pagine dei social network, che rappresentano ormai una sorta di vero e proprio diario aperto per chi vi si iscrive.

Ma, come avviene per tutto ciò che finisce per trasformarsi in autentica fonte di guadagno, si è sviluppato negli anni il marketing legato proprio a YouTube, con tanto di portali come marketingyoutube.it gestito dagli esperti del settore della Web Projects Revolution che si occupano di vendite di campagne pubblicitarie per YouTube.

Piattaforma in cui, quindi, è possibile innanzitutto acquistare visualizzazioni italiane che dal mondo intero, con conseguente aumento di visite veloce e graduale delle campagne, utili ai fini dell’accrescimento della popolarità.

Bene o male gli stessi vantaggi offerti per le campagne riguardanti i video Vevo caricati su Youtube, le cui views sono ad alta media ritenzione e potrebbero aiutare a scalare le classifiche, consentendo anche all’autore o al protagonista di finire nei video correlati della piattaforma.

Se non fosse sufficiente, poi, sempre attraverso questa tipologia di portali si possono comprare like e commenti: se molti, i primi spingono altri spettatori a metterne altri sotto al video che stanno visionando, rendendolo anche più facilitato ad essere notato da produttori e case discografiche; i secondi, invece, rientrando tra i segnali di cui YouTube tiene conto per inserire il video stesso in una classifica, nei confronti di esso fanno aumentare la fiducia, garantendone una crescita reale e organica. 

Del resto, è non poco difficile posizionare un video senza commenti, mentre, insieme a risposte e like, questi possono essere visti quando ne cerchiamo uno che è nelle prime posizioni.

Insomma, volete diventare le nuove star della rete per finire sulle copertine dei giornali e nelle più importanti trasmissioni radiofoniche e televisive? Non sono più i tempi in cui era sufficiente incidere un disco o partecipare ad un festival canoro, imparate a conoscere le campagne di condivisione YouTube Reshare Video, le modalità di acquisto di iscritti al proprio canale e le tecniche avanzate della Seo, utili per posizionare e ottimizzare il contributo audiovisivo sulla piattaforma.

 

Francesco Lomuscio

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La Milano Music Week alla Sound Faktory di Joe T Vannelli

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Mercoledì 20 novembre: un’intera giornata con workshop, talk, interviste e dj set; giovedì 21 novembre: una tavola rotonda sul ruolo della musica dance in radio.

Così Sound Faktory, il nuovo hub creativo di Joe T Vannelli, si presenta ufficialmente agli addetti ai lavori e al pubblico durante la terza edizione della Milano Music Week, in programma da lunedì 18 a domenica 24 novembre 2019: un’intera settimana dedicata al mondo della musica e destinata a confermare il ruolo di Milano quale Music City di livello internazionale.

Mercoledì 20 novembre (dalle ore 10). Il programma della giornata in Sound Faktory inizia con una sessione di yoga e due workshop con SAE Institute e Audio Modeling. Alle 14 Joe T Vannelli intervista Albertino; a seguire i talk dedicati alle Edizioni Musicali, con manager della case discografiche, e all’evoluzione del clubbing con Lele Sacchi, Stefano Fontana e Maurizio Vitale (il fondatore di Kappa FuturFestival e Movement) e con la presenza di Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.  A seguire dj set introduttivo dell’ultimo talk, incentrato sulla nuova scena rap e trap italiana con Max Brigante, Ale Zuber e KAY. Dalle 18 al via i dj set con Alex Neri, Boosta, Federico Grazzini, Joe T Vannelli, Joy Kitikonti, Lele Sacchi, Silvano del Gado, Stefano Fontana, Vannelli Bros, Marco Grosso, Criss Korey, Twin Bross e  B Plan. Martedì 20 novembre si accede ai singoli eventi in Sound Faktory esclusivamente con accredito nominale, registrandosi all’apposito link. 50 i posti in totale per ogni sessione.

Giovedì 21 novembre (dalle ore 19). Mercoledì 21 novembre ci si sposta in Terrazza Martini, in piazza Diaz 7 a Milano. Alle 19 in programma il talk dedicato alla musica dance in radio e al ruolo degli hub creativi con Alex Farolfi (Radio Deejay), Andrea Pellizzari (Le Iene), Luca Dondoni (102.5/La Stampa), Mario Fargetta (Radiom2o), Mirco Many (Radio Skuizz Ginevra), Niccolò Torielli (Le Iene), Ringo (Virgin Radio), Stefano Fontana (Sound Identity). A seguire dj set con Joe T Vannelli & Friends. Ingresso libero.

Entrambi gli appuntamenti saranno in diretta web.

www.soundfaktoryofficial.com

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Cinema e drink: The boat that rocked, ispirato a I love Radio rock di Richard Curtis

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di The boat that rocked, ispirato a I love Radio rock, diretto nel 2009 da Richard Curtis.

BARMAN: Gabriele Macrì, proprietario e bartender dell’Affinity Cafè di Grosseto

INGREDIENTI:

4,5 cl VII Hills Italian Dry Gin
1,5 cl sciroppo di bourbon Jim Beam
2 dash Peychaud’s bitter
Top Schweppes tonica

Bicchiere: Luigi Bormioli highball

Garnish: una piccola barchetta di carta

PREPARAZIONE:

Un drink costruito direttamente nel bicchiere: si versano gli ingredienti e si mescolano, quindi si aggiunge ghiaccio e si mescola nuovamente. Si riempie di ghiaccio il bicchiere fino all’orlo e si completa con la tonica. Quindi, lo sciroppo di Jim Beam preparato con parti uguali di bourbon e zucchero.

ISPIRAZIONE:

Per questo drink l’ispirazione nasce da uno dei film preferiti del bartender, I Love Radio Rock (titolo originale The boat that rocked) interpretato, tra gli altri, da Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy, Rhys Ifans e Kenneth Branagh. Il film racconta la storia di una radio pirata inglese degli anni Sessanta che trasmetteva illegalmente musica rock e pop contro il volere del governo inglese, mentre ancora diffondeva tramite BBC principalmente musica classica. Nel drink le due fazioni contrastanti di questa pellicola, rappresentate dal gin per quanto riguarda la classicità inglese (il barman, italiano, ha quindi optato per VII Hills Italian Dry Gin) e dal bourbon del Kentucky Jim Beam per rappresentare il rock n’ roll e la ribellione. Un bourbon, il Jim Beam che vuol dire anche Famiglia, grazie al lancio della campagna #TheFamily, una challenge della durata di un anno che coinvolge quindici cocktail bar italiani su Instagram. Il tutto completato con tonica e Peychaud’s Bitter, originariamente utilizzati come rimedio per le malattie sulle navi. Il risultato è un drink in stile highball ottimo e fresco, che racconta a suo modo la storia di The boat that rocked. Salute!

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“Conosciamoli Meglio”: Ghyblj intervista “Luca Bauccio”

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Buongiorno Avvocato Bauccio, lei innanzitutto è avvocato penalista di fama internazionale titolare di un noto studio legale milanese, la prima domanda, avendo la conoscenza certa di aver difronte a se un delinquente, assassino, rapinatore o stupratore, come fa a convincersi ed a convincere giudici e giurati che è tutto sbagliato e che hanno avuto solo un’abbaglio e quindi che l’accusato in questione è solo una povera persona che ha subito le angherie della nostra giustizia Italiana?

È una domanda che mi sono sentito fare tante volte e la mia risposta è la stessa da sempre: l’avvocato non giudica, l’avvocato difende,  gli innocenti da una accusa ingiusta,  difende le vittime che hanno subito un atto ingiusto e difende i colpevoli dalle colpe che non hanno. Nessuno è mai colpevole di tutto, ma solo per ciò che ha realmente commesso. In questo sta la grandezza della  professione di avvocato. Noi stiamo sempre dalla parte di chi è solo, in disgrazia, in pericolo.

Alcuni anni fa sale alla ribalta delle cronache in quanto assume l’incarico come legale di Abu Omar, il famoso imam di Milano, un fatto che coinvolse le istituzioni d’Italia e d’America e che ancora una volta vede lei e il suo famoso cliente soddisfatti per aver avuto giustizia, che ricordi ha di quei momenti di battaglie legali?

Il mio ricordo è un mix di emozioni. L’indignazione per ciò che era accaduto, un uomo sequestrato nel cuore di Milano e fatto sparire, buttato come un essere minore in una cella straniera, senza diritti, senza umanità, senza giustizia. E poi la preoccupazione per lo scontro titanico tra le alte istituzioni dello stato, le nottate a studiare e leggere carte e testi,  la tensione in ogni udienza, la speranza della giustizia e il tradimento di chi quella giustizia doveva assicurare,  fino alla Corte europea che dopo una udienza indimenticabile ha dato ragione a noi ( e alla Procura di Milano)  che per anni abbiamo combattuto contro il segreto di stato con il quale si è voluto cancellare il processo. Credo che quel processo sia stato uno spartiacque nella storia giudiziaria del nostro paese e anche nella vita di chi lo ha vissuto da protagonista. Un’impresa titanica, vinta,  anche se la ferita nel corpo dello stato resterà per sempre. Oggi il caso Abu Omar è studiato in tutto il mondo ed è un modello in positivo e negativo allo stesso tempo, direi che oltre alla grande soddisfazione di aver contributo ad ottenere giustizia per un sequestrato c’è anche la soddisfazione di essere stato protagonista di un processo unico sotto molto aspetti.

Tutta questa notorietà del caso Abu Omar la fa crescere di credibilità tra chi la vede come un modello di legale unico, un  riferimento sicuro  in Italia, soddisfatto del successo raggiunto?

Quando si fa con passione il mestiere di avvocato non si è mai veramente soddisfatti per le proprie vittorie. C’è sempre una battaglia nuova da combattere, un innocente  o un “colpevole” da difendere. Non è una vita facile la nostra, non si vive di soddisfazioni ma di lacerazioni. Amo soprattutto questo del mio lavoro, il fatto che non sei mai arrivato a un punto finale, devi sempre continuare e ricominciare.

Tanti libri scritti di suo pugno, quale gli ha dato maggior soddisfazioni?

Li amo tutti, anche se ogni volta che rileggo qualcosa mi viene voglia di aggiungere, modificare, tagliare. Comunque il mio libro che ha avuto maggior successo è Primo, non diffamare, un libro sulle fake news e sulla diffamazione che ha anticipato di molto il dibattito odierno e che trovo sempre molto attuale. In questo libro ho raccolto i tanti casuyyi di diffamazione di cui mi sono occupato nella mia carriera, casi che hanno trovato giustizia nei tribunali e nell’opinione pubblica.

Avvocato Bauccio, lei però è anche noto per essere tra i cofondatori di  YouReporter e del social network theShukran, due start up di successo, come mai anche questa passione?

Con YouReporter io e i miei soci avevamo intuito ancora prima che Facebook diventasse il primo social network in Italia che il mondo dei media stava cambiando e che  da lì a poco i grandi media avrebbero perso il loro primato. Con YouReporter le persone comuni sono diventate protagoniste delle notizie e dei fatti e con i loro video e le loro foto siamo riusciti in tantissime occasioni  a documentare senza filtri e censure la realtà , prima dei grandi media e spesso anche con maggiore fedeltà e trasparenza. Sono fiero di questa startup che in pochi anni è diventata un modello in Italia e in Europa. Con theShukran, il mio attuale progetto, l’obiettivo è molto ambizioso: un social network alternativo a quelli oggi di moda capace di fare emergere l’identità di milioni di persone, mercati, talenti, brand e attività che altrimenti non troverebbero spazio facilmente. Il risultato è che oggi theShukran è nella top ten di molti paesi del nord africa, in Medio Oriente e  Asia. Un successo straordinario che devo ai miei straordinari collaboratori e alle persone che ci danno fiducia ogni giorno.

Italiani, un popolo di monelli, quali sono i reati più ricorrenti?

Quelli di cui nessuno parla mai. Tutti a rincorrere piccoli reati fatti da disperati, e questo è giusto, nessuno però a denunciare  quei reati invisibili che sottraggono sviluppo e danaro al nostro paese, reati dei c.d. colletti bianchi. Quelli non ci fanno paura e non si capisce il perché.

C’è stata una volta durante la sua carriera professionale alla quale ha detto: questo caso no! Non posso proprio prenderlo in carico in quanto va oltre la mia morale.

Dopo la caduta del dittatore tunisino Ben Alì, un giorno mi chiama un suo cognato e mi chiede di essere assistito da me. Io ho difeso per anni i perseguitati di quella dittatura, fortunatamente oggi tornati in Tunisia con ruoli di governo ai massimi livelli. Mai avrei potuto difendere persone del clan di un dittatore spietato che ha perseguitato uomini e donne solo per le loro idee. Di loro conoscevo le storie, le fughe, le sofferenze, no quella volta non ce l’ho fatta e ho detto no, non posso, non potrei mai.

Cosa pensa l’avvocato Luca Bauccio del sistema giuridico nazionale?

Ci sono tante persone che dentro quel mondo, dai magistrati agli avvocati, faticano e fanno il proprio lavoro con onestà e dedizione. Poi ci sono tutta una serie di soggetti che giocano allo sfascio con un cinismo da horror. Questo è il dispiacere più grande, ma non ci si può rassegnare , dobbiamo fare tutti la nostra parte per un sistema giudiziario evoluto e moderno.

In tanti anni di operato c’è stata una delusione professionale, una sconfitta che ancor oggi non si perdona?

Delusioni tante, sconfitte nessuna. Ciò che questo mestiere insegna è che perdere può essere una vittoria se sai vedere la via d’uscita. Perché c’è sempre una via d’uscita, bisogna solo avere la capacità di vederla.

Senza entrare in merito ai personaggi coinvolti, ci racconta un simpatico aneddoto che l’ha vista protagonista?

Dopo una sentenza che dava torto a un mio cliente, il giudice che aveva pronunciato la sentenza mi incontra nel corridoio e mi chiede di seguirlo nella sua stanza.  Allarga le braccia e mi dice: “Avvocato Bauccio, l’ho molto apprezzata, ho molto imparato dalle sue parole, non so se ho fatto bene a darle torto, ci penso, credo di aver sbagliato”. Quel giorno ho visto davanti a me un vero uomo e un grande giudice.

Come definisce il termine “ingiustizia”?

Come la vittoria  dell’emozione sulla ragione, del senso comune sulla logica, dell’interesse privato su quello dello Stato, dell’ignoranza sulla conoscenza. L’ingiustizia è l’ordine che il male e l’errore impongono sul bene e su ciò che  è esatto.

Un consiglio ai tanti giovani che vogliono intraprendere la sua carriera?

Studiare, leggere fino allo sfinimento, informarsi e stare tra le persone, dentro la loro vita. Non basta guardare bisogna saper fare introspezione. Se si è capaci di questo allora siamo sulla buona strada.

Ghyblj 

 

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I luoghi e i racconti più strani di Napoli, il nuovo libro del giornalista Marco Perillo

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Monumenti insoliti e dimenticati, vicoli e anfratti da riscoprire, un viaggio tra i segreti di una città infinita

Presentazione martedì 12 novembre 2019 dalle ore 18:00 La Feltrinelli Napoli – Piazza Dei Martiri, Napoli

In libreria da giovedì 14 novembre 2019     

 

I luoghi e i racconti più strani di Napoli, il nuovo libro del giornalista del Mattino di Napoli, Marco Perillo sarà presentato martedì 12 novembre 2019 dalle ore 18:00 La Feltrinelli Napoli – Piazza Dei Martiri, Napoli.

Marco Perillo, ancora una volta si rivela un vero e proprio esploratore urbano e con il suo nuovo libro, I luoghi e i racconti più strani di Napoli (Newton Compton editori), ci guida alla ricerca di luoghi dimenticati o scomparsi, cambiati nel tempo o inaccessibili dell’immensa città partenopea, per scoprirne la bellezza profonda e mai del tutto nota.

Con l’autore intervengono Martin Rua e Agnese Palumbo. Letture di Gianni Caputo.

I luoghi e i racconti più strani di Napoli

Napoli è una città che non si finisce mai di scoprire. Osservandola oltre le apparenze è possibile imbattersi nella Grecia di Pericle, nella Roma imperiale, nel Medioevo normanno, nella Francia del gotico provenzale, nella Catalogna dei tempi aragonesi, nella Spagna del secolo d’ oro e in quella dei fasti borbonici.

C’è una città pagana e una città sacra, una di sopra e una di sotto, una città occulta ma soprattutto una città infinita, un pozzo senza fondo al quale non ci stanchiamo mai di attingere. Accompagnati da un narratore che è un vero e proprio esploratore urbano, si va alla ricerca di luoghi dimenticati o scomparsi, cambiati nel tempo o inaccessibili dell’immensa città partenopea per scoprirne la bellezza profonda e riflettere sul nostro passato e sul nostro presente, per preparare il futuro. Perché Napoli è una tela di Penelope che si disfa e si rinnova ogni giorno, di tempo in tempo. E a noi oggi, come aedi dei poemi omerici, di bocca in bocca, tocca cantarla, ricordarla, renderla immortale.

 

Tra i luoghi e le storie più strane da scoprire:

Virgilio e le teste di Porta Nolana

Santa Chiara e la monaca resuscitata

Santa Luciella e il teschio con le orecchie

I segreti esoterici del tempietto del pontano

La conigliera nascosta del “re di mezzocannone”

Vico Bonafficiata Vecchia e i misteri del lotto

Il pozzo magico di via duomo

Una fattucchiera-vampiro alle fontanelle

Il Sansevero tra rivelazioni dall’aldilà e reincarnazioni

Gli enigmi di Leonardo a san Domenico maggiore

Quando a Napoli c’erano le corride

Il presepe napoletano della Grande Mela

Ultimo saluto alla Napoli di Bellavista

INFO

Quando: martedì 12 novembre 2019 dalle ore 18:00 alle 19:00

Dove: La Feltrinelli Napoli – Piazza Dei Martiri, 80121 Napoli

Prezzo: € 12,90

Per saperne di più:

https://www.newtoncompton.com/libro/i-luoghi-e-i-racconti-piu-strani-di-napoli?fbclid=IwAR0POjdeEe59YSstaO1MKpwWNm8jSq0NSqyaa9LbjCMlFRvpz5MjnQnub6E

 

 

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BIGODINI IN TESTA PER DANIELE PACCHIAROTTI E SERGIO TIRLETTI DAVANTI AD UNA ROMA ATTONITA

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Si e’ svolto in pieno centro di Roma in via Cola di Rienzo 190 A l’evento più folle dell’anno ovvero il painting and rollers paryi o comunemente definito “bigodino party” ideato dal Ritrattista delle Dive Daniele Pacchiarotti e Sergio Tirletti lookmaker che ha messo a disposizione la sua lussuosa maison di bellezza. Una sinergia perfetta di Arti quali pittura, hair stylist e cura del look e make up. Tanta partecipazione e divertimento e centinaia di ospiti vip della capitale romana ognuno dei quali si è prestato con molta ironia allo strambo dress code appunto appunto Il bigodino applicato su qualsiasi testa uomo o donna senza alcuna differenza Tante le opere esposte e ammirate del Ritrattista delle Dive tra le quali Milly Carlucci, Cristina D’Avena, Nancy Brilli,Maria Monsè, Valeria Marini,Tina Cipollari, Raoul Bova, fino a volti storici come David Bowie, Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Vivien Leigh e copie d’autore come la sua amatissima Tamara De Lempicka scambiate più volte per l’originale. Madrina ufficiale dell’evento scelta per la per la sua classe stile bellezza direttamente da Google box da Mara Venier e ospite in tanti programmi Roselyn Mirialachi vestita come una principessa uscita da un libro di fiabe. Il momento più emozionante della serata si è creato durante la presentazione della splendida torta della magnifica Cake Designer Vera Ficarra rappresentante una bellissima Marilyn Monroe con bigodini d’oro nei capelli, in cui tutti gli invitati si sono radunati attorno per esprimere ognuno il proprio desiderio prima di spengere le candeline in un’armonia di divertimento e commozione di tanti cuori e anime unite per festeggiare un avvenire sempre migliore. Ad accompagnare il tutto gli ospiti hanno brindato con due splendide cantine che forniscono solo i veri grandi party ovvero Casale del Giglio e il pregiato rose’ Monchera di Girardi. Gli illustri e numerosissimi importanti ospiti provenienti da tanti settori diversi quali televisione, imprenditoria, nobiltà, spettacolo, arte, ecc.. per un attimo si sono ritrovati in un’atmosfera goliardica a cui è stato impossibile non prestarsi soprattutto in onore dell’Arte e della bellezza arricchita dagli abiti della grandiosa fashion designer Raffaella Tirelli. Un evento ideato quasi per gioco nel giro di poche settimane dai due artisti Daniele Pacchiarotti e Sergio Tirletti ha saputo coinvolgere centinaia e centinaia di personalità per amore dell’arte ma anche per ricreare una magia fiabesca che forse mancava da anni nella capitale.

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ESTER CAMPESE TALENTO A 360°TRA TV, TEATRO E PITTURA

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La pittrice romana Campey ha portato la sua arte in scena durante il Beautiful day svoltosi al Teatro Mercadante di Altamura in provincia di Bari, prodotto dalla Astro GROUP di Checco e Marina Angelastro. Ester Campese nel giorno della bellezza italiana, ha esposto letteralmente una sua opera, ma non nella maniera tradizionale, ma al contrario, il suo défilé è stato accompagnato dall’esibizione di un quadro da lei dipinto raffigurante una farfalla. Da lì immediatamente l’associazione da parte dei presenti a Belèn Rodriguez e al suo tanto chiacchierato “tatuaggio”, ma anche la giuria si è manifestata divertita tanto da assegnare a Campey una menzione speciale di Miss Over Artist

Ester durante il Beautiful day,  l’evento di bellezza più atteso dell’anno,  hai ricevuto una fascia con menzione speciale. Che cosa ti ha differenziato dalle altre modelle?

Credo sia stata l’ironia. In effetti c’erano tantissime splendide donne. Io di carattere tendenzialmente sono allegra e pur sapendo che dietro ogni cosa si presuppone impegno, qualche sacrificio e molta umiltà, resto distaccata dal “personaggio” non mi immedesimo troppo e non mi prendo troppo sul serio in ciò che faccio, se non che noia. Per cui non ho avvertito la tensione di una competizione, ma mi sono divertita e questo credo si sia “letto” da chi mi ha visto sfilare. Prediligo sempre la persona al “personaggio” e questo mi da quel giusto distacco dalle cose, quell’ironia appunto, che non tralascia i solidi valori cui sono radicata. Sono infatti anche persona molto concreta e con i piedi ben piantati a terra, ma i cliché mi urticano e a mio giudizio vanno superati. Bellezza certamente oggi si può coniugare, senza alcun contrasto, a cultura, intelligenza, preparazione e canzonatoria ironia. Questo credo dia completezza ad ogni persona oltre alla bellezza in se stessa, che evidentemente in un concorso come questo, ci deve pure essere, no?

Come è nata l’idea di portare in scena la tua eleganza di concerto con la tua arte?

Per me è come una “mission” non così impossibile per fortuna. L’Arte è un mezzo attraverso cui comunicare e lo faccio sempre in ogni occasione possibile. L’eleganza è qualcosa di innato in me, fa parte di me, così come l’arte e come dicevo prima ci aggiungo quella vena un po’ canzonatoria che non mi manca mai. Sono le sfaccettature del mio carattere, del mio essere. Quando mi è stato proposto di partecipare al concorso avevo da pochissimi giorni completato un dipinto con un soggetto che ritraeva una farfalla e pensando che dovevo “andare in scena” mi è venuto come un fulmine la simpatica ispirazione a “Belen”. Per cui ho voluto portare con me il dipinto con la farfallina, fatta da me su una tela, anche per dare quel senso di leggerezza che in un soggetto del genere è intrinsecamente “previsto”.

Ti aspettavi di ricevere l’ambitissima fascia di Miss Over Artist?

Assolutamente no, mi ha sorpreso in effetti, ma ne sono stata felice e senza essere ipocrita ti dico anche di essersene orgogliosa. C’erano davvero moltissime donne, tutte bellissime. Forse sono stata capace di aggiungere quel tocco in più, un cento non so che. In ogni modo evidentemente è arrivato. Sono fiera di rappresentare attraverso questo titolo la Donna non più ventenne, l’eleganza e l’Arte.

Come ti mantieni in forma per avere un fisico così statuario?

Possono dire che sono pigrissima e non faccio nulla? Ho una vita molto frenetica, forse è questo. Sono molto sociale, e proprio il tempo di andare in palestra non lo riesco a ricavare, ma diciamo che corro nel corso della mia giornata “diversamente” e non poco.

Il 24 ottobre sei stata protagonista del programma di real time Cortesie per gli ospiti. Cosa ci dici?

Ed anche qui ritorniamo alla mia vena ironica ed al fatto che amo spostarmi di piano, non essere solo l’artista pittrice. Sarà divertente senza dubbio ed elegante pure. Sono un po’ retrò in alcune cose, credo che non passino mai di moda, ma sopra ogni cosa, sono profondamente convita che nella vita sia necessario divertirsi pur prendendo le cose sul serio ed impegnandosi, ma sempre con brio. E’ stata un’esperienza divertentissima ed unica e credo che il pubblico si divertirà con noi sentendosi partecipe di quest’atmosfera leggera e simpatica che resta in una traccia garbata e soft. Sono in compagnia di una cara amica molto sulle mie corde altrettanto ironica e profondamente intelligente e sensibile. Seguiteci ne varrà la pena.

Passi attraverso la tv, il teatro, la moda e l’arte pittorica. Con l’aiuto di chi riesci a far conciliare tutte queste cose in maniera singolare e ineccepibile?

Solo con l’aiuto di una grande maestria e buona organizzazione. La mia giornata è un puzzle di cose e di tempi, da incastrare inesorabilmente, quasi al minuto. Non so a volte come ce la faccio, ma ci riesco, forse è il pensiero laterale? Sono una solution woman e riesco a volte con la fantasia, che non mi manca di certo, a trovare sempre le soluzioni a volte apparentemente improbabili, ma che alla fine danno un buon risultato. Amo l’arte, la amo a tutto tondo, ed amo sperimentare e sperimentarmi, sempre. Mi piace aggiungere nuovi stimoli. La pittura e la moda mi derivano dai miei genitori, dai quali ne ho tratto in me una forte sintesi. La spontaneità è qualcosa di mio da sempre e preferisco recitare in scena ed essere profondamente me stessa nella vita piuttosto che il contrario.

A cura di Sir Flavio Iacones

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Terminator – Destino oscuro: “erase and rewind”

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Il successo musicale Erase and rewind dei Cardigans, che significa letteralmente “cancella e riavvolgi”, non avrebbe affatto sfigurato nella colonna sonora di Terminator – Destino oscuro.

Su sceneggiatura, tra gli altri, di James Cameron, che iniziò la saga nel 1984, al timone di regia Tim Miller riprende le file della storia esattamente dalla fine di Terminator 2 – Il giorno del giudizio; quindi dovete dimenticare sia i capitoli tre, quattro e cinque che la serie tv Terminator: The Sarah Connor chronicles. Di conseguenza, dimenticate Skynet e il nome di John Connor, in quanto la storia prende qui un’altra linea temporale (libertà decisamente concessa nei film di fantascienza, come testimonia anche Star Trek di J.J. Abrams) e ritroviamo Linda Hamilton nel ruolo di Sarah Connor, con tanto di volto segnato dalle rughe del tempo ma dotata, al tempo stesso, di una straordinaria forza. Il vero Terminator possiamo quasi dire che qui sia lei.

Veniamo immersi a Città del Messico per fare conoscenza con i nuovi protagonisti: Daniella Ramos (Natalia Reyes), semplice ragazza che lavora in una fabbrica di auto, e la umana potenziata Grace (Mackenzie Davis), venuta dal futuro per proteggerla da un nuovo Terminator modello Rev-9 (Gabriel Luna), che fonde la forza del T-800 con le capacità liquide del T-1000 rispettivamente visti nel primo e nel secondo film. Daniella è, praticamente, la nuova John Connor della questione, e il compito di Grace è di salvarla, trovandosi presto affiancata da Sarah, la quale riceve da anni informazioni sull’arrivo delle macchine dal futuro.

Un plot che ricalca de facto quello alla base del secondo Terminator, con lo scopo di concretizzare un capitolo finale (ma non è detto sia così) e riportare finalmente sullo schermo, oltre alla Hamilton, l’altro leggendario protagonista Arnold Schwarzenegger, che riprende in modo insolito il suo personaggio.

Sorvolando su evidenti forzature dello script, la CGI la fa padrone con scene che ricordano tanti altri film d’azione, ed è forse questo, paradossalmente, il difetto maggiore del film, sofferente di eccessivo uso di effetti digitali a cui il pubblico è ormai più che abituato, considerando che nel lontano 1991 fu proprio Terminator 2 – Il giorno del giudizio a portarli a conoscenza degli spettatori come sorprendente innovazione tecnologica cinematografica.

Ma il cast, fortunatamente, si rivela convincente e, probabilmente, fa scendere qualche lacrimuccia ai fan che videro il primo Terminator al cinema; mentre Miller, che proviene da Deadpool, riesce in ogni caso a coinvolgere lo spettatore, sia ricorrendo alla CGI che quando ne fa a meno.

A lasciare un po’ perplessi è il nuovo dell’intelligenza artificiale: Legion, probabile idea dell’altro autore dello script, David S. Goyer, che, oltre ad essere un regista, produttore e tante altre cose, è anche uno sceneggiatore di fumetti, quaindi avrà pensato una citazione da essi.

Sicuramente, Terminator – Destino oscuro è un tassello che scatenerà i fan della serie sul perchè si sia cancellata una linea temporale e se ne sia aperta un’altra, ma l’impressione è che James Cameron non intenda ancora abbandonare i personaggi che gli hanno spianato la strada di Hollywood … anche perché le battute estremamente divertenti lasciate allo storico T-800 e alla sempre affascinante Sarah valgono davvero il prezzo del biglietto per assistere a questo ottimo lungometraggio.

 

 

Roberto Leofrigio

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Mondospettacolo incontra l’ex calciatore campione del mondo Paolo Rossi

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Co-diretto da Michela Scolari e Gianluca Fellini, è stato presentato alla stampa e ai professionisti del settore, in anteprima assoluta presso il MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo, il documentario Paolo Rossi – A champion is a dreamer who never gives up, documentario riguardante l’ex calciatore campione del mondo e dirigente sportivo Paolo Rossi, ovvero uno dei principali protagonisti dei mitici Mondiali di calcio spagnoli del 1982.

Mondospettacolo lo ha incontrato proprio in occasione della presentazione del documentario (le due foto odierne di Rossi sono di Rocco Giurato).

 

In un periodo storico in cui al cinema riscuotono grande successo i supereroi, noi abbiamo qui un documentario su un nostro vero eroe, che sembra avere particolari poteri nella realtà…

Io sono il ragazzo della porta accanto (ride). Sono quello che non ha il fisico di Ronaldo e neppure doti eccezionali, ero un comunissimo ragazzo normale. Quindi, il fatto che io sia riuscito ad ottenere risultati importanti senza essere straordinario o avere particolari poteri è eccezionale. Questo sta a significare che, comunque, anche nel calcio si possono ottenere risultati in molti modi, non è necessario avere, come dire, avere le fisique du role, ma ci si arriva attraverso la competenza, l’astuzia, un po’ di talento necessario, l’applicazione. Bisogna vere tutti i requisiti che servono per poter arrivare a raggiungere i risultati, ma da ragazzo normale.

Cosa si prova ad avere un documentario su di sé?

È sicuramente un motivo di orgoglio, è bello. Ripercorre un po’ tutta la mia vita, la mia storia condensata in un’ora e mezza, non era facile raccogliere tutto. Credo che siamo riusciti a realizzare un ottimo prodotto sotto tutti gli aspetti, sia per quanto riguarda quello tecnico che del racconto e del messaggio che vogliamo trasmettere.

 

Rispetto agli anni Ottanta, quanto è cambiato il calcio?

È cambiato tanto, oggi è diventato molto più importante rispetto ad allora, non solo sotto l’aspetto economico, essendo diventato una forte industria in cui vi sono stati investimenti di aziende e televisioni. Più diventa forte sotto l’aspetto del denaro e più si perde, però, la caratteristica principale del gioco del calcio legata alla purezza e al sentimento. Il professionista, però, oggi è quello; la mia epoca era certamente più romantica e poetica, se vogliamo, meno danarosa, ma non per questo meno bella. Poi devo dire che oggi il calcio è migliorato tantissimo sotto l’aspetto tecnico, perché ci sono più accorgimenti tattici. Ogni dieci anni qualcuno porta qualcosa si diverso, che non è facile, ma il calcio si evolve anche in questo.

Parlando, appunto, del calcio attuale, la lotta ora è tra Juve e Inter. Potrà esservi un outsider che cambierà inaspettatamente le cose?

Forse il Napoli, che si può riavvicinare. All’inizio del campionato pensavo che avremmo avuto sempre la Juventus davanti, poi Napoli e Inter. Adesso il Napoli ha avuto qualche battuta di arresto, ma potrebbe rientrare benissimo in corso, mentre la Juventus è ancora qualche gradino sopra alle altre perché ha una quantità e qualità di giocatori che, dal punto di vista tecnico, nessuna altra rosa ha. L’Inter è migliorata tantissimo, Conte sta facendo un lavoro straordinario, si avvicinerà ma credo sia ancora un pochettino indietro.

 

Se dovessero realizzare un film su Paolo Rossi, quale attore potrebbe interpretarlo?

Dipende, se da giovane o da vecchio (ride). Parlando di film sportivi, ne ho visto uno bellissimo con Brad Pitt, che parlava di baseball, una bella storia (L’arte di vincere, nda). In quel caso parliamo di attori importanti, ma ne abbiamo anche tanti italiani bravi, giovani, emergenti. Non faccio nomi, ma ce ne sono molti.

 

Francesco Lomuscio

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Sergio Maria Francardo ed Enrico Mariano presentano “La stagionalità degli alimenti”

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Il Taccuino Ufficio Stampa

Presenta

 

La stagionalità degli alimenti – nutrirsi con i cibi di stagione

è la migliore medicina preventiva

di Sergio Maria Francardo e Enrico Mariani

 

Sergio Maria Francardo e Enrico Mariano presentano “La stagionalità degli alimenti – nutrirsi con i cibi di stagione è la migliore medicina preventiva”. Ritornare a trovare la connessione tra alimenti e cicli stagionali è il monito per stare in salute. Capire il ritmo della natura diventa la chiave per trovare il ritmo psico-fisico, percorrendo la sana strada della prevenzione. Tradizione e scienza trovano una nuova connessione.

 

Titolo: La stagionalità degli alimenti

Autori: Sergio Maria Francardo e Enrico Mariani

Genere: Alimentazione, medicina e scienze

Casa Editrice: Edilibri

Pagine: 160

Prezzo: 18,00 €

Codice ISBN: 978-8886943888

«[…] la natura ci offre gli agrumi durante l’inverno e le albicocche alla fine della primavera; le loro proprietà nutritive sono diverse e proveremo a considerarne le differenze, ma resta un punto fermo, cioè che la pianta affronta condizioni simili a quelle che incontriamo noi in quel momento, in quella stagione: è questa davvero la chiave dell’importanza e del valore di quel frutto e di quella verdura. Oltre alle conoscenze della nostra tradizione, oggi ci sono diversi studi scientifici che evidenziano come i vegetali consumati nella loro specifica stagione di maturazione posseggano proprietà nutritive superiori rispetto a un frutto o a una verdura maturati al di fuori del proprio arco temporale ideale.»

 

 

Come conciliare una corretta alimentazione con un buono stato di salute? È ciò che cercano di dimostrare Francardo e Mariani, in un saggio che affronta tale connubio alla luce soprattutto delle ultime ricerche mediche. Lo sviluppo della tecnica ha dato nuovo impulso all’agricoltura e alla capacità di produzione e conservazione dei vari alimenti in ogni momento dell’anno. Gli autori, però, ritengono che sia necessario riconoscere nell’uomo un ritmo psico-fisico capace di allinearsi con i ritmi della natura scanditi dalle stagioni. L’importanza della consumazione dei prodotti stagionali, in particolare, è centrale in fase di prevenzione delle malattie, non solo perché il corpo umano riesce ad assorbire meglio tutto ciò che è naturale anziché artificiale, ma soprattutto perché i vari alimenti vegetali raggiungono le loro più elevate qualità nutritive proprio nell’arco di tempo del loro ciclo “naturale” di maturazione. Un saggio fondamentale che risulta essere anche una guida per costruire un piano alimentare sano e consapevole.

 

TRAMA. Un saggio che è più di una guida. Un’analisi approfondita in chiave scientifica di tutti i prodotti – frutta e verdura – che la natura ci offre mese per mese, a sostegno della tesi che seguire un’alimentazione stagionale ci aiuta a prevenire e a combattere le malattie. La ricerca, condotta con perizia, si snoda attraverso i contributi dei due autori, entrambi medici, che spiegano dapprima l’importanza della sincronia tra ritmo psico-fisico e ritmo della natura nelle singole stagioni, quindi illustrano in un vero e proprio calendario – mese per mese – tutto ciò che la natura genera da sé e il corretto utilizzo per l’alimentazione umana che, se organizzata, trova un’armonia tra stile di vita e abitudini alimentari. Un saggio che parla ai sensi, anche attraverso spezie e aromi, alla riscoperta dei sapori autentici e dei giusti “stimolatori” dei processi di digestione e assimilazione.

 

 

GLI AUTORI SONO DISPONIBILI A RILASCIARE INTERVISTE

Per richiedere e/o prenotare intervista

iltaccuinoufficiostampa@gmail.com

 

 

BIOGRAFIE.

Sergio Maria Francardo, esercita come medico a Milano dal 1980. È membro fondatore del Comitato tecnico-scientifico per la Medicina complementare della Regione Lombardia. Ha tenuto seminari e corsi di alimentazione nell’ambito delle attività legate all’agricoltura biodinamica. Con Edilibri ha pubblicato I semi del futuro – Riflessioni di un medico sui cibi transgenici (2001) e Medicina antroposofica familiare (2004).

Enrico Mariani, medico dal 1978, specializzato in scienza dell’alimentazione e in medicina dello sport. Primario ospedaliero di medicina generale a Milano (1992-2010) e medico sociale di squadre si calcio professionistiche (1994-2009), è autore di circa 30 pubblicazioni scientifiche inerenti a temi di alimentazione, salutogenesi e fisiologia sportiva su riviste di settore. Attualmente esercita la libera professione a Milano.

 

 

CASA EDITRICE. Casa editrice fondata nel 1996. Attualmente ha 38 titoli disponibili in catalogo. Tra questi, circa 15 fiabe classiche (in particolare dei fratelli Grimm) con illustrazioni pittoriche ad acquerello per bambini dai 5 ai 9 anni (collana “Fiabe e Colori”), a cui vanno aggiunti altri testi illustrati in bianco e nero di parascolastica (sezione “Prime Letture”). Nella sezione “Filosofia e Spiritualità” alcuni titoli sono dedicati alle religioni, altri alla ricerca interiore in senso sia filosofico sia esoterico-metafisico. Nella sezione “Scienza e Medicina” vengono trattati temi di interesse attuale quali gli OGM, le medicine alternative, il progresso scientifico e i suoi risvolti sociali. Nella sezione “Storia e attualità” i testi elaborano gli ultimi avvenimenti in Medio Oriente e nell’Est Europa in chiave geopolitica fino ad abbracciare gli ultimi 100-150 anni di storia moderna.

 

Contatti

https://www.edilibri.it/

https://www.edilibri.it/la-stagionalita-degli-alimenti.html

 

 

 

IL TACCUINO UFFICIO STAMPA

Via Silvagni 29 – 401387 Bologna – Phone:+393396038451

Sito: iltaccuinoufficiostampablog.wordpress.com

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