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Il venerdì dell’Eden di Roma è RICHBITCH

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Ibiza, Miami, Londra e adesso Roma. RICHBITCH, la one-night che prima di ogni altra ha portato a Ibiza le sonorità urban, dal 25 ottobre 2019 diventa un appuntamento fisso tutti i venerdì all’Eden di Roma: in console Joseph Pais (dj), Andreino Mizet (voice). Live in act KAY, dj e producer fondatore dell’etichetta discografica Strakton Records, con la quale questa estate ha prodotto “Me Gusta”, il singolo di Valeria Marini.

RICHBITCH è un party creato da Ale Zuber, nato in Italia e in brevissimo tempo impostosi in tutto il mondo da Miami a Londra; nel 2016 il suo approdo a Ibiza, con il suo mix continuo di hip­hop, R&B, reggaeton, trap e moombahton. Zuber è stato il primo ad importare queste sonorità su isla dove da sempre house e techno la fanno da padroni, sino ad approdare – questa estate –ogni lunedì all’Hï Ibiza.

www.facebook.com/iamarichbitch

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Grande successo per Aquarius Visionarius il documentario di Claudio Lattanzi presentato oggi al TOHorror Film Fest!

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Il film documentarioAquarius Visionarius – Il cinema di Michele Soavi” diretto da Claudio Lattanzi, è stato presentato oggi pomeriggio presso il cinema Massimo di Torino, in occasione del TOHorror – Festival internazionale di cinema e cultura del fantastico.

Aquarius Visionarius è un film documentario, nel quale Lattanzi ci ha fatto ripercorrere minuziosamente (con tanto di interviste a Dario Argento, Pietro Valsecchi, Sergio Stivaletti, Michele Placido e tanti altri..)  vita e carriera di colui che ci ha regalato, tra gli altri, La chiesaLa setta,  Dellamorte Dellamore e tanti altri film e fiction, tanto per citarne una: Rocco Schiavone. Presente in sala anche Luigi Seviroli che ha curato la colonna sonora del documentario e che ha composto anche la colonna sonora della fiction diretta da Michele SoaviNassiriya“.

Claudio Lattanzi

Il regista Claudio Lattanzi, ha risposto (al termine della proiezione) ad alcune domande fatte dal pubblico e dai giornalisti presenti in sala.

Claudio Lattanzi

Lattanzi pur essendo stato per anni aiuto regista dello stesso Michele Soavi, ha dichiarato: “Non è stato facile convincere Michele Soavi a farsi intervistare, ma poi un bel giorno Michele mi disse: facciamola” .

Il documentario è ricco di interviste e lo stesso Lattanzi ha dichiarato in sala che alcune interviste non sono state semplici da realizzare, ad esempio quella fatta al notissimo produttore Pietro Valsecchi (fondatore e amministratore delegato della Taodue) che tra l’altro ha prodotto “Nassiriya”  e “Attacco allo Stato“, 2 avvincenti miniserie dirette da Michele Soavi.

Nella foto: Lusci, Stivaletti e Lattanzi.

Interessanti anche le interviste fatte (con tanto di spiegazione degli effetti speciali) al maestro Sergio Stivaletti, che direttamente dall’interno del suo laboratorio di Roma,

ha mostrato il famosissimo Diavolo del film “La Chiesa”  e i famosissimi Zombi di “Dellamorte Dellamore“.

 

Anna Falchi e Rupert Everett in una scena del film diretto da Michele Soavi “Dellamorte Dellamore”

In conclusione, il documentario di Lattanzi è realmente un opera interessante da vedere e da collezionare, perché è da considerarsi (a mio avviso) un omaggio, non solo al cinema di Michele Soavi, ma a tutto il cinema italiano (Horror e non solo) degli ultimi 30 anni!

Alessandro Cunsolo

Nella foto di copertina: Michele Soavi

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Rush finale della diciannovesima edizione del TOHorror Film Fest con Hail Satan?, Perfect, Bava Puzzle

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Premiazione sabato alle 21 al Blah Blah Club

Rush finale per il TOHorror Film Fest. Con l’anteprima italiana di “Hail Satan?” (USA, 2019, 94’) diretto da Penny Lane sabato 26 ottobre al Cinema Massimo alle 19,20, per la sezione non competitiva interamente composta da documentari (novità di questa edizione).

Acclamato al Sundance Film Festival 2019, Hail Satan? è una testimonianza diretta della fondazione e dell’ascesa del Tempio di Satana, una lucida, precisa, spietata riflessione sul potere, un’opera capace di ribaltare la comune definizione di “satanismo” e sollevare importanti questioni morali mettendo a fuoco le contraddizioni della politica Americana.

E alle 21, sempre al Massimo (sala Cabiria): “Perfect” di Eddie Alcazar con Garrett Wareing, Courtney Eaton, Abbie Cornish, Tao Okamoto (Fantascienza, USA, 2018, 87’, Inglese, v.o. sott. ita.). Più di un film: un’esperienza audiovisiva totale, immersiva, senza compromessi. Colonna sonora capolavoro di Flying Lotus.

Per la categoria concorso lungometraggi “Why don’t you just die” di Kirill Sokolov (Russia, 2018, 95’), cinema Massimo alle 17,30. Altro documentario da non perdere: “Bava Puzzle”, alle 16.

Al Blah Blah invece alle 16 l’incontro Videogames: “L’orrore in A Plague Tale” con Federico Ercole e Kevin Pinson; alle 18 la tavola rotonda “Medicina bianca / medicina nera: il Prometeo moderno” con Massimo Centini, Giambattista Golé e Umberto Visani; alle 19 l’incontro “Il lettore spaventoso”, piccolo spazio di consigli letterari. Con Franco Pezzini.

Alle 21, sempre al Blah Blah (via Po 21) la premiazione, seguita dal Concerto degli Oh Die!

www.tohorrorfilmfest.it

La Redazione

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438 days: due giornalisti svedesi contro il business del petrolio

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Diretto dal regista svedese Jesper Ganslandt e presentato alla XIV Edizione della Festa del Cinema di Roma, 438 days (titolo originale 438 Dagar) racconta la storia vera di due suoi connazionali: il giornalista Martin Schibbye e il fotografo Johan Persson, i quali, nel 2011, hanno attraversato il confine tra Somalia ed Etiopia con l’obiettivo di fare un reportage sulle dinamiche del commercio del petrolio dove erano coinvolti la compagnia svedese Lundin Petroleum e il ministro degli esteri svedesi Carl Bildt, che prima di diventarlo aveva intrattenuto affari pochi chiari con il governo Etiope come dirigente della stessa.

Dopo essere entrati in modo illegale nell’Ogaden con i combattenti dell’OLF, i due vennero catturati dall’esercito Etiope durante uno scontro e, in seguito, processati e condannati a ben undici anni di prigione per terrorismo.

Il film racconta la vera storia di questi due individui che, grazie alla diplomazia silenziosa (ma inefficace) del governo svedese, in realtà lottarono per la giustizia e la libertà di stampa, portando anche a conoscenza delle inumane condizioni del carcere dove erano imprigionati e degli abusi del regime etiopico.

Splendidamente interpretato da Gustaf Skarsgård (molto noto al pubblico per essere il Floki della serie tv Vikings) e Matias Varela (Narcos, I Borgia), 438 days è un ottimo prodotto che nulla ha da invidiare a blasonate produzioni americane. Un lungometraggio che illumina un paese in guerra fino a poco tempo fa e che proprio recentemente ha visto assegnare il premio nobel per la pace al suo nuovo premier per aver finalmente messo fine al conflitto con la confinante Eritrea.

Una storia che ci spinge subito a ripensare alla tragica fine della nostra Ilaria Alpi e di Miriamo Hrovatin, sulla cui esecuzione cui permane il “mistero”, e che, dal punto di vista cinematografico, ricostruisce in dettaglio la vicenda dei due giornalisti svedesi; ma non solo con lo scopo di mostrarci la vicenda di persone che, alla fine, diventano grandi amiche, anche la forza del giornalismo di tutto il mondo, che ha cercato di aiutare la coppia di sfortunati, a dispetto del governo svedese.

Ed è all’interno di un terribile carcere senza celle che sembra una gigantesca baraccopoli circondata da filo spinato che i due scoprono la realtà del regime etiope, tra persone imprigionate per motivi politici, altre per sospetti, altre ancora condannate da anni per piccoli furti, fino a morire in questo posto privo di qualsiasi struttura sanitaria e caratterizzato da condizioni igieniche a dir poco spaventose.

La forza dell’insieme emerge dal rapporto tra Martin e Johan, che alla fine riescono nell’incredibile impresa di resistere per ben quattrocentotrentosso giorni allo stato di prigionia, testimoniando la maniera in cui hanno difeso la professione del giornalista che, a rischio della propria vita (e spesso perdendola), vuole portare la verità ai suoi lettori e al mondo.

A differenza del cinema italiano, dunque, nel quale non si pensa altro che a mostrare il disagio dei migranti, qui ne vengono mostra le cause, con un paese ricco di petrolio e dove tutti vivono in povertà. Una bella lezione di cinema e, allo stesso tempo, di vita, che ci viene consegnata grazie a Martin e Johan.

 

 

Roberto Leofrigio

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In uscita venerdì 1 novembre il nuovo singolo di Ira Green “Indievidia (Invidia)”, il 30 novembre l’album “7”

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Novità in arrivo per Ira Green, la rocker partenopea che si è fatta conoscere dal grande pubblico grazie alla strepitosa interpretazione di Black Dog a The Voice 2015: verrà infatti pubblicato venerdì 1 novembre il prossimo singolo di Ira Green “INDIEvidia (Invidia)”.

Il singolo anticipa l’uscita dell’album da cui è estratto, che verrà pubblicato sabato 30 novembre e presentato live la sera stessa al Crazydriverrockngrill di Milano, dove sul palco, insieme a Ira, ci saranno due artisti fenomenali come Federico Sago Sagona e Davide Luca Civaschi in arte Cesareo.

Il concept album sarà completamente in italiano, si chiamerà “7” e avrà come tema i sette vizi capitali, raccontati dai peccatori stessi.
Troveremo a collaborare con Ira grandi nomi, professionisti della musica e del web: Cesareo (chitarrista di Elio e le storie tese), Federico Sagona (ex tastierista Litfiba, Pelù e Noemi) e Fabrizio Simoncioni (producer e tastierista dei Litfiba) hanno dato il loro contributo in sala di registrazione; nel video di “INDIEvidia (Invidia)” troveremo due ospiti d’eccezione come Roberto Parodi, giornalista famoso per i suoi video dissacranti, e SuperDen, youtuber di successo con più di 400.000 iscritti al suo canale e milioni di views per ogni sua pubblicazione.
L’album prevede la partecipazione di Marco Branca, Andrea Sora, Sebastiano Danelli e Salvatore Laurella; è stato registrato da Marco Branca negli MBS studios di Brescia, mixato da Fabrizio Simoncioni – DpoT studio (Prato) e masterizzato da Andrea De Bernardi – Eleven Mastering (Busto Arsizio).


“7” uscirà il 30 Novembre in tutti gli store digitali e sarà disponibile in copia fisica sulla sezione shopping del sito ufficiale di Ira.

Vuoi saperne di più su Ira Green? Clicca qui

A cura di Francesca Saglia – Music-Alive 2019

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In dvd arriva il dramma familiare di Bugie bianche (Professione: figlio) con Max Von Sidow e Virna Lisi

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Nonostante i tanti anni passati a costruirsi una carriera come assistente alla regia, avendo preso parte a titoli qali Il mio nome è nessuno, Profondo rosso e Ultimo mondo cannibale, quello di Stefano Rolla è un nome che, purtroppo, ha cominciato ad essere conosciuto dalla gente soprattutto a partire dal 2003, quando rimase vittima dell’attentato esplosivo ai danni di una base italiana nella tragedia avvenuta a Nassirya.

Attentato in cui era presente anche il suo assistente Aureliano Amadei, il quale, sopravvissuto all’attentato ma non senza conseguenze per la propria salute, ha poi raccontato il tutto in 20 sigarette, con il ruolo del buon Rolla affidato a Giorgio Colangeli.

Il buon Rolla che, tra gli anni Settanta e i Novanta, ha anche trovato il tempo di dirigere tre lungometraggi, a cominciare dal dramma familiare Bugie bianche (Professione: figlio), datao 1979, quindi concepito in un periodo in cui la tematica era particolarente gettonata sullo schermo (del resto, Kramer contro Kramer impazzava vincendo ben cinque premi Oscar).

La storia è quella del giovane Renato (Ronnie Valente), diciassettenne che trascorre la propria esistenza barcamenandosi di famiglia in famiglia, spacciandosi per il figlio dimenticato di qualcuno, con il solo scopo di insidiarsi nelle case altrui, almeno per un buon periodo.

Il prossimo bersaglio è una ricca coppia sposata che abita Venezia, costituita da Marcello (Max Von Sidow) e Luisa (Virna Lisi), i quali lo ospitano con la convinzione che Renato sia nato da una vecchia relazione dell’uomo; e questa convivenza farà affiorare vecchi ricordi e scontri emotivi, finché un imprevedibile epilogo chiuderà definitivamente la pagina familiare.

Col tono dei migliori melò dell’epoca, Rolla si appoggia allo stile tanto in voga allora per ricreare un sentito ritratto sentimentale che vede faccia a faccia genitori e (un ipotetico) figlio; Bugie bianche (titolo originario, poi sostituito nel 1981 col secondo Professione: figlio) è cinema fatto di scontri generazionali, mostrando la faccia di un’anima borghese messa alla berlina di fronte alle responsabilità genitoriali.

Ed è toccante notare come quest’opera prima di Rolla riesca a svilupparsi in un racconto che, al di là della struttura da dramma, nasconde una sorta di sottotesto thriller, dovuto alla profonda psicologia deviata del giovane Renato di Valente (attore poi visto ne Il giardino dell’Eden, del 1980, prima di sparire nel nulla). Danno ovviamente il loro fondamentale contributo le due leggende Von Sidow e Lisi, che confermano la loro grandezza recitativa interpretando questa coppia all’apparenza felice, ma con qualche crepa nel profondo della situazione idilliaca.

Completa il tutto la pienezza delle musiche malinconiche composte da Ennio Morricone, elemento affascinante che porta Bugie bianche (Professione: figlio) al di fuori del totale anonimato, rendendolo ancor più degno di riscoperta a quarant’anni dalla realizzazione.

Riscoperta dovuta al dvd edito da CG Entertainment (www.cgentertainment.it) e Surf Film.

 

Mirko Lomuscio

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Sophia Berlingeri: siamo persone non taglie! Mi spoglio per dimostrarvelo.

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Amici di Mondospettacolo, oggi voglio proporvi un nuovo shooting della curvy model Sophia Berligeri.

Abbiamo scattato Sophia a fine settembre in 2 location diverse.

Ho chiesto a Sophia di raccontarmi il suo modo di vedere la bellezza, l’erotismo e la sensualità e con queste foto di Francesco Genovese, credo che l’obettivo sia stato raggiunto.

Ciao Sophia, bentornata su Modospettacolo.

Ciao Alex, sono felice di essere tornata sul nostro favoloso sito con le fantastiche foto di Francesco Genovese.

So che vorresti dire qualcosa ai nostri lettori, giusto?

Si Alex, proprio così, con questo shooting desidererei che le persone capissero (attraverso queste foto) che la bellezza non è una taglia.

Combatto e combatterò sempre per andare contro ogni canone di bellezza.

Il peso al giorno d’oggi è diventata una vera e propria condanna, troppo grasso o troppo magro, si è sempre nell’occhio del ciclone e questo vale per entrambi i sessi, siamo persone, non taglie.

E posso solo consigliarvi di non dare la possibilità alle persone di farvi del male, di indebolirvi perché solo voi sapete cosa siete, combattete per i vostri ideali,  perché nessuno vive la vostra vita, se non voi.

Sei stata per la prima volta al Bergamosex, a fine agosto, come è andata?

Alex, mi hai portata tu (ride), mi sono divertita tantissimo non pensavo che il mio essere così curvy piacesse così tanto.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sicuramente, vorrò continuare a scattare e a migliorare, oltre a questo ho in mente di fare tante cose, l’entusiasmo non mi manca seguitemi e lo scoprirete.

Posi nuda, con estrema disinvoltura, che rapporto ha con il sesso Sophia Berligeri ?

Ho un bellissimo rapporto, lo vivo con naturalezza e credo che la prima cosa che tutte dovrebbero fare è quella di vivere la vita senza tante gabbie mentali, ovviamente cercando di rispettare e stesse  e gli altri.

Sophia, come sempre grazie per essere stata con noi, mi raccomando sempre in gamba, continua così e ci vediamo al prossimo shooting.

Grazie a te e a Francesco Genovese per le fantastiche foto. Un bacione a tutti coloro che hanno letto la nostra intervista.

Alex Cunsolo

https://www.instagram.com/_tettelandia_/

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Luciano, il dj e performer internazionale ospite d’eccezione al party Break all’HUB Club

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Torna dopo anni di assenza uno degli artisti più amati al mondo in una location completamente innovativa

Giovedì 31 ottobre 2019 ore 23:00, via Appia, Sant’Antimo (Na) HUB Club

 

Luciano, uno dei dj producer più amati della scena elettronica mondiale, torna in Italia e sbarca per la prima volta all’ HUB Club, giovedì 31 ottobre alle ore 23:00, in via Appia a Sant’Antimo (Na), per un Djset da non perdere che illuminerà Break, il party più alternativo, divertente e inebriante nella città di Napoli.

Dai piccoli club di Santiago ai migliori locali del mondo, Luciano vanta una carriera incredibile e un curriculum internazionale e ricco di successi.

L’HUB, dopo il successo dell’opening party, impreziosisce il proprio programma di eventi con il live del dj e produttore svizzero-cileno, che grazie al suo inconfondibile sound house, techno e minimal, arricchito da influenze melodiche di ritmi latini, farà impazzire il pubblico del club.

L’evento potrà contare anche sulla performance di IDRISS D, dj di talento e di fama internazionale, grazie al suo stile unico e alle sue vibrazioni ipnotiche.

BREAK: il party più alternativo, divertente e inebriante nella città di Napoli

Giunti al terzo anno, il party Break si fa ancora più grande.

Eclettico musicalmente e con un target cosmopolita, l’evento Break è al momento il party più alternativo, divertente e inebriante nella città di Napoli. Un collettivo di promoters che unendo la loro storicità, la passione per la musica e la voglia di creare qualcosa di eccezionalmente nuovo nella città di Napoli, hanno dato vita al movimento break.

LUCIANO: dai piccoli club di Santiago ai migliori locali del mondo

Luciano è nato in Svizzera francese da madre Cilena e padre svizzero. Successivamente alla separazione dei genitori, all’età di 11 anni Luciano torna con la madre in Cile, a Santiago.
La sua avventura con la musica inizia all’età di 16 anni, quando la madre gli regala una chitarra, a scuola con altri ragazzi formerà una band, e sarà questa esperienza, marcata negativamente dai problemi per le prove con il gruppo, ad avvicinarlo al mondo della musica elettronica dove ai vari musicisti si sostituisce il sintetizzatore, ha infatti affermato: This is how I fell in electronic music: because I discovered that you can replace the drummer with the drum machine (Così sono arrivato alla musica elettronica: perché ho scoperto che si può sostituire al batterista la drum machine). A causa della precaria situazione economica, a 17 anni lascia la scuola, comincia a svolgere piccoli lavori, fattorino, cameriere ed altri, e questo impiego parziale gli permette di mettere dischi nei quartieri poveri di Santiago, dove viene soprannominato magic. La sua abilità gli permette di trovare posto prima in club della città, poi il suo nome si fa sempre più conosciuto, in Cile, nell’America Latina e poi in Europa. In Cile conosce di lì a poco due dj che si sono già affermati: Ricardo Villalobos e Dandy Jack. Entrambi i musicisti, hanno i genitori esiliati in Europa per motivi politici. Ed è proprio Villalobos a far approdare Luciano ai club Europei. Il suo sound è misto fra housetechno e minimal, ed è influenzato da melodici ritmi Latini. I suoi dischi escono su etichette musicali: Cadenza Records (di sua proprietà), TransmatPerlon e Klang Elektronik.

 

IDRISS D

Circondato dalla musica fin dalla sua prima infanzia, Idriss si innamorò di Funk, Disco e di tutti i tipi di musica nera grazie al programma radiofonico che ascoltava e registrava ogni sera e all’enorme influenza del suo amico Nadir, un dj di Costantino.
All’inizio degli anni ’90, ha scoperto la scena del club in Algeri e in particolare Adel e Chafik, due djs che erano icone in tutto il Nord Africa con lì mixtape che giravano in tutti i paesi del Maghreb. Ed è stato Chafik a chiedere a Idriss di suonare per la prima volta, dopo il suo set al Rai Hamidou club.
Idriss arriva in Italia e apre il suo negozio di dischi iniziando a organizzare piccole feste a Mantova, dove si è rapidamente affermato tra i nuovi dj di talento e, grazie al suo stile unico e alle sue vibrazioni ipnotiche. La sua abilità e la sua perseveranza lo hanno portato a suonare in alcuni dei luoghi più famosi come Echoes, Cocoricò, Red Zone e  Mafia club.
E’ stato resident al Cocoricò di Riccione, uno dei club più grandi e famosi della scena europea, e la sua etichetta Memento ospita una festa settimanale nel prezioso club Macarena di Bareclona. Il suo tour lo ha portato in club come Tresor, Watergate e KaterBlau a Berlino, Club 4 ed El Row a Barcellona, ​​Rex a Parigi, Norsdstern a Basilea, Amnesia Milano e Privilege Ibiza.

Al di là del suo fitto programma da dj, Idriss è riuscito a costruire in 12 anni una forte reputazione internazionale per la sua impronta Memento, firmando artisti come Carl Craig, Luciano, Ten Walls e The anals poliziotti e pubblicando musica di molti produttori sotterranei di talento come Lino Pugliese, Acirne e molti altri.

 HUB: la vera connessione al servizio dell’intrattenimento: #trueconnection

Non un semplice club ma uno spazio di interazione e interconnessione tra la dimensione digitale e quella reale: una vera e propria capsula ricca di “connessioni umane” e non virtuali.

Un luogo in cui le percezioni prendono vita e in cui tutti i sensi sono stimolati; un centro dove la musica diventa emozione e prende energia dai numerosi mondi che la night life può creare.

Un progetto ambizioso, ma assolutamente innovativo e da non perdere.

 

DOVE: HUB, Via Appia, Sant’Antimo (NA) – Inizio ore 23:00 fino alle 5:30

QUANDO: giovedì 31 ottobre 2019

DJS:

LUCIANO

IDRISS D

INFO:
biglietti acquistabili per fascia oraria presso il referente di zona
costo del biglietto 25 euro in prevendita

Per prenotazione tavoli: 3315617336

Info e contatti: 3314718705

https://www.facebook.com/Breakofc/

https://www.facebook.com/hub.music.events/

 

Evento FB: https://www.facebook.com/events/395706397792851/?notif_t=plan_user_invited&notif_id=1571744351077765

HUB FB: https://www.facebook.com/hub.music.events/

HUB IG: https://www.instagram.com/hubmusicevents/?hl=it

 

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Al “Graduation Day” presente la Fondazione the Brass Group.

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La Fondazione the Brass Group presente al “Graduation Day”, sabato 26 ottobre, durante il quale si festeggeranno i laureati magistrali UniPa della sessione autunnale dell’A.A. 2018/2019. Con la propria “Brass Marching Street Band”, la Fondazione che si dedica da quasi 50 anni alla musica jazz, darà un proprio contributo ai giovani neolaureati che si affacciano al nuovo mondo professionale. Tutto ciò grazie anche alla collaborazione che si è venuta a creare sempre più consolidata e che si va ad attuare nella manifestazione organizzata nel Complesso di Sant’Antonino, secondo il format ormai collaudato che vede il Rettore, il Sindaco, le Autorità Accademiche e i Laureati magistrali, sfilare in corteo lungo un percorso cittadino.

Il Corteo è partito dalla sede della Scuola delle Scienze Giuridiche ed Economico-Sociali, percorrendo Via Maqueda, Corso Tukory e raggiungendo il Complesso di Sant’Antonino, sito a Piazza Sant’Antonino n. 1, dove si sono svolti i festeggiamenti che si concluderanno con il tradizionale lancio del “tocco”. Una componente dell’orchestra “The Brass Group” sia durante la sfilata al corteo cittadino (con pezzi tipici da marching band) sia alla manifestazione finale (con musiche del panorama della musica internazionale), accompagnerà i giovani durante tutto il percorso per regalare loro un momento di gioia ed allegria. Tant’è che alla manifestazione parteciperanno circa 600 studenti e i loro familiari, la comunità accademica, le Autorità. La Fondazione the Brass Group non è nuova iniziative di tale genere. Tra le diverse realtà musicali nate in seno alla Fondazione stessa (tra cui l’Orchestra Jazz Siciliana e la Brass Youth Jazz Orchestra), vi è infatti la Brass Marching Street Band, istituita con lo scopo di cogliere la sintesi di due tradizioni, entrambe antiche e di notevole spessore culturale.

La prima è quella che risale alle origini del jazz, periodo durante il quale a diffondere il nuovo linguaggio in ogni città piccola o grande degli Stati Uniti erano proprio le numerose orchestrine ambulanti che accompagnavano ogni genere di festività (civili o religiose, istituzionali o popolari) e ne scandivano il significato, triste, lieto o celebrativo che fosse. La seconda tradizione è quella che fa riferimento alle bande di paese, un retaggio comune alla cultura di molti paesi europei ma che ha un radicamento particolarmente forte proprio in Italia, specie nel Meridione e particolarmente in Sicilia. Il punto di contatto tra le due tradizioni è rappresentato dal determinante contributo alla nascita del jazz fornito, oltre che dai popoli provenienti dall’Africa, dalle numerose ondate migratorie (con una quota assai cospicua di siciliani) che lungo l’arco dell’Ottocento e fino ai primi decenni del Novecento giunsero negli Stati Uniti. Molti di questi immigrati, infatti, portarono nel Nuovo Mondo l’esperienza maturata nelle bande dei paesi di provenienza. Cogliendo la sintesi di entrambe le tradizioni, la Brass Marching Street Band ne interpreta lo spirito storico e ne ripropone con vivezza le spumeggianti sonorità attraverso un coinvolgimento emotivo di immancabile presa sul pubblico. L’organico, ovviamente variabile in funzione di specifiche esigenze relative a occasione, luoghi e percorsi, è costituito da prestigiosi solisti dell’Orchestra Jazz Siciliana, la direzione è affidata a Sal Pizzurro, primo trombone dell’orchestra, ed il repertorio è sufficientemente ampio e certamente adeguato ad ogni esigenza. Negli anni, la Brass Marching Street Band ha maturato un curriculum denso di significative collaborazioni. Per limitarsi solo alle ultime performance, la band è l’anima propulsiva della rassegna “La Domenica Favorita”, è ospite dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America ove assicura la colonna sonora dell’Independence Day del 4 luglio e di recente si è esibita a bordo dell’Amerigo Vespucci, celebre nave scuola della Marina Militare Italiana.

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Premio Donna d’Autore 2019

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Un Premio alle Donne

Un premio per le donne che nel corso dell’anno si sono distinte per le loro capacità artistiche e professionali.

La VI edizione del Premio Donna d’Autore,  si è tenuta ivenerdì 25 ottobre, nella splendida location del SHG Hotel Antonella di Pomezia, e come ogni anno l’evento, è stato patrocinato dalla Regione Lazio.

L’evento, organizzato dalla Presidente di AIDE Lazio, Anna Silvia Angelini. A condurre l’evento, una brillante Barbara Castellani, che ha aperto la serata con la madrina Francesca Romana D’andrea.

Il Premio creato in esclusiva dal Maestro Orafo Giovanni Pallotta e le targhe dal socio onorario Mauro Poponesi.

È stato consegnato il Premio alla carriera, alla fotografa Tiziana Lucardo,

al cinema all’attore e regista

Gilles Rocca.

Le premiate sono state, Mariella Anziano (giornalismo) Roberta Beolchi (sociale) Simona Petrioli (letteratura) Katia Malizia (arte) Francesca Piggianelli (organizzazione Eventi) Luciana Frazzetto (Teatro) Rita Castellucci (moda) Margi Villa del Priore (cinema) Giovanna Incarnato (imprenditoria) Sono stati consegnati degli Special award alla fashion model Martina Corradetti,Mauro Poponesi,Sissi Martina Farruggia, Fina Scigliano, Anna Larato, Compagnia Liberi Teatranti, Angelica Loredana Anton, Francesca Romana D’andrea, Irma Capece Minutolo.

Tra una premiazione e l’altra si sono esibiti, Nefer, Eleonora Croce, Giò Di Sarno, a sorpresa l’esibizione del tenore Giuseppe Gambi, tra gli ospiti presenti la Presidente di AIDE, Anna Selvaggi,  e tante personalitá del mondo della cultura e dello spettacolo.

Per finire uno splendido buffet ha riunito tutti in un momento conviviale e di allegria

Un evento che si consolida ogni anno entrando a pieno titolo nella “walk pf fame” degli eventi della Capitale.

Si ringraziano tutti gli sponsor e gli artisti che hanno contribuito alla manifestazione:

Nuptiae Di Sposa

SHG Hotel Antonella

NEXT agenzia pubblicitaria di Giovanna Castellano per le splendide scenografie, Giovanni Pallotta, 1000 Gomme, Enea’s Sport Wellness, Roncaccia Pellicce, Otofarma, Mediolanum, Panna e Cioccolato, Maltese Wine Roma – Anna Spinato Winery, Azienda Peluso, La Bottega della Pasta Cristofari.

 

FOTO di GIORGIO ALGHERINI e MARCO BONANNI

 

 

 

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Bat Pat: il pipistrello parlante è tornato!

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Bat Pat è tornato.  Il nostro incredibile pipistrello parlante è il protagonista di altri cinquantadue episodi della nuovissima seconda serie in prima tv assoluta su Rai Gulp, per un’altra stagione all’insegna di brividi e paura conditi con tante risate, realizzata dalla società di produzione italiana Atlantyca Entertainment – la stessa di Geronimo Stilton – e dalla spagnola Mondo TV Producciones Canarias, con la partecipazione di Rai Ragazzi e della televisione pubblica spagnola RTVE.

Insieme agli immancabili fratelli Martin, Leo e Rebecca Silver, tre intrepidi ragazzini appassionati di soprannaturale, il pipistrello viola dalle grandi orecchie è pronto da lunedì 28 Ottobre alle ore 18 (e da giovedì 31 Ottobre anche alle 8.15) a salvare nuove e innumerevoli straordinarie e comiche creature, non solo a Fogville, ma anche in giro per il mondo.

Con un nuovo e incredibile veicolo, lo Spettrotreno, guidato da una nuova e sorprendente (e non tanto umana) amica, i nostri eroi si sposteranno da un luogo inquietante a uno ancora più lugubre per aiutare un unicorno zombie che ha perso il suo corno e non vuole più essere scambiato con un cavallo o un mostro della palude, che non vuol più vivere in un posto pieno di mosche e insetti.

Bat Pat

Non mancheremo di incontrare vecchi e nuovi amici, tra cui Jinx, la super cool nipote di Bat Pat e Alapacchia, cugino dell’ eroe alato, appassionato di surf e esperto di Bat- Yoga. Tutti con un motto sempre in testa: “Non tutto ciò che è diverso da noi è cattivo”. Perché in realtà le nostre creature tutto quello che vogliono è … aiuto.

E il 31 Ottobre Bat Pat aspetta anche grandi e piccoli a Cinecittà World per un piacevole evento… da paura!

Liberamente tratta dall’omonima collana di libri di successo, la serie animata Bat Pat è già stata venduta in oltre cento paesi del mondo.

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TOHorror Film Fest: grande successo di pubblico e critica – ecco i vincitori!

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Il coreano “The Odd Family: Zombie on Sale”

vince il premio della giuria per il migliore lungometraggio.

La XIX edizione del TOHorror Film Fest fa sold out e proietta Torino sempre più nella direzione di capitale del fantastico in Italia

Sabato 26 ottobre 2019 – Torino capitale del fantastico in Italia? Il successo della XIX edixione  TOHff 2019 che si chiude con un incremento del 60% di affluenza direbbe di sì.

Il coreano “The Odd Family: Zombie on Sale” di Lee Min-jae vince il premio della giuria per il miglior lungometraggio. Menzione speciale al russo “Why don’t you just die!” di Kirill Sokolov. Premio del pubblico per il migliore lungometraggio a “The invisible mother” di Jacob Gillman e Matt Diebler (USA 2018) entrambi presenti in sala.

Matt Diebler e Jacob Gillman con la vicedirettrice artistica Alessia Gasparella

Premio della giuria per il migliore cortometraggio allo spagnolo “El Cuento” di Lucas Paulino e Angel Torres (2019). Menzione speciale al canadese “Re Possessed Homes” (2018) di Matthew Evans Landry che vince anche il premio del pubblico.

 

Premio della giuria per la migliore animazione al francese “Cadavre Exquis” di Stéphanie Lansaque & François Leroy (2018). Menzione speciale all’italiano “Bavure” di Donato Sansone (2018). Premio del pubblico al tedesco “Fuse” di Shadi Adib (2018). Motivazione della giuria: “Cortometraggo struggente, per nulla scontato, riesce a coinvolgere il pubblico attraverso l’uso sapiente dell’effetto sinestetico soggettivo che ci fa percepire il mondo del cane protagonista sfruttando il mezzo dell’animazione che è proprio concorso”.

 

Premio speciale Antonio Margheriti alla inventiva artigianale a “The Invisible Mother”.

Premio speciale Anna Mondelli alla migliore opera prima al francese “Tous le dieux du ciel” (2018) di Quarxx, presente in sala.

 

Premio per i migliori effetti speciali all’australiano “The Furies” di Tony D’Aquino (2019).

Sold out per tutte le serate del programma cortometraggio e animazione. Sala piena per tutti gli incontri. Strapiena per Wu Ming e Miguel Angel Martin.

Massimiliano Supporta, direttore artistico del Tohorror

Entusiasta il direttore artistico Massimiliano Supporta: “Parlano i numeri: rispetto all’edizione passata + 60% di biglietti venduti,  + % 30 di giornalisti accreditati. TOhorror 2019 è stato un successo. Segna un aumento significativo sia degli spettatori paganti, sia dell’interesse della stampa e del numero di ospiti. Anche gli incontri hanno visto un aumento della partecipazione, sintomo del grande interesse del pubblico nei confronti della cultura fantastica in tutte le sue forme. Un altro passo decisivo verso una Torino sempre più capitale italiana del fantastico”.

Corrado Artale, responsabile sezione letteraria: ≪Siamo molto soddisfatti di come sono andati tutti gli incontri. Grande partecipazione e atmosfera rilassata tra il curioso, il colto e il divertimento. E non è facile riuscire a fare ridere parlando di argomenti “forti”. ≫

PREMI E MOTIVAZIONI

VINCITORE LUNGOMETRAGGI 2019

THE ODD FAMILY – ZOMBIE ON SALE

by Lee Min-jae

Per aver saputo costruire, con notevole padronanza stilistica, una inedita variazione sul tema degli zombi, tra satira, apologo sociale e horror. For presenting with an outstanding stylistic mastery, an unusual take on the zombie trope, halfway between horror films and social satire.

The Odd Family

Menzione Speciale:

WHY DON’T YOU JUST DIE!

By Kirill Sokolov

Per la narrazione allo stesso tempo violenta e grottesca, i personaggi borderline e il gusto surreale delle immagini.

For the violent yet grotesque narration, its borderline characters and the surreal look of its images.

VINCITORE CORTOMETRAGGI 2019

EL CUENTO

by Lucas Paulino and Angel Torres
Per aver realizzato un’opera in grado di riportare tutti al proprio primo incontro con l’orrore: le favole che da bambini ci inchiodavano nel nostro letto, terrorizzati anche solo nel voltarsi a guardare quello che potrebbe esserci nella stanza.

For creating a work capable of reminding everyone his first approach to horror: fairy tales that used to keep us glued to our beds, scared to death by the simple idea of turning around and finding out what might be hiding in the room.

Menzione Speciale:
RE: POSSESSED HOMES

by Matthew Evans Landry

Abbiamo visto tanti horror che iniziano con una famiglia che trasloca in una casa infestata, ma prima di ogni trasloco deve esserci una compravendita e Re: Possessed Homes, ha la capacità di giocare con i cliché del cinema horror, anche con un po’ di ironia.

We watched tons of horror movies beginnig with families moving to haunted houses, but before the move, there should always be the trade.

Re:Possed Homes has the ability to play with horror stereotypes, with a hint of irony.

VINCITORE ANIMAZIONI 2019

CADAVRE EXQUIS

by Stéphanie Lasanque and François Leroy

Il cortometraggio, struggente e per nulla scontato, riesce a coinvolgere attraverso l’uso sapiente dell’effetto sinestetico soggettivo, che ci fa percepire il mondo del cane protagonista come raramente ci è capitato di percepire in altre opere, sfruttando, in tal senso, in maniera decisamente innovativa, il mezzo dell’animazione che è proprio di questo concorso. Una storia diversa dal solito e un cortometraggio che ha decisamente qualcosa da dire.

This heartbreaking and far from predictable short film uses a subjective synesthesia to make us see the reality through the eyes of the main character: the dog. Animation, the real protagonist of this contest, is here used in a groundbreaking way. With its unusual story, this short film has undoubtely something to say.

Cadavre Exquis

Menzione Speciale:

BAVURE
by Donato Sansone
Un’opera che porta ad estremi inattesi il medium animazione sfruttando l’immagine in modo completamente personale.

A work that takes animation to an unpredictable extreme, using images in a fully personal way.

VINCITORE SCENEGGIATURE 2019

FRAGOLE
by Claudia and Valeria Dolci
Per aver saputo raccontare per immagini il decorso di un disturbo mentale tangibile ed attuale e averne esplorato i risvolti più angoscianti e spietati.

For being able to narrate, through its images, the downward spiral of a modern and tangible mental illness and its most nightmarish and brutal sides.

Menzione Speciale

PIU’ RIDENS DI UNA IENA
by Daniel Coffaro
Per aver creato personaggi accattivanti ed aver imbastito un racconto cinematografico dal grande potenziale.

For creating an ensemble of endearing characters and for using cinematography to narrate a story of great potential.
________________________________

PREMIO ANNA MONDELLI

TOUS LES DIEUX DU CIEL by Quarxx

Quarxx

PREMIO EFFETTI SPECIALI

The Furies
by Tony D’Aquino

La storia di The Furies strizza l’occhio ad alcuni dei più celebri film horror degli anni 70,80 e 90 e, cosi facendo, ne approfitta per mettere in scena una carrellata di effetti splatter molto ben realizzati tecnicamente, di grande varietà e ben inseriti nello sviluppo del racconto.
Direi indubbia l’ispirazione Saviniana.

The Furies looks at some of the most famous and remarkable horror movies from the 70s, the 80s and the 90s; in doing so, the film shows a great variety of  splatter special effects, created with a very accurate technique.

An undeniable and successful homage to Tom Savini’s works.

 

PREMIO MARGHERITI

The Invisible Mother

The Invisible Mother

by Jacob Gillman and Matt Diebler

Per essere riusciti a creare in maniera brillante attraverso un sapiente uso di luci ed effetti speciali un’atmosfera onirica e inquietante; per la forza espressiva delle immagini e per l’originalità delle idee e della messa in scena che sorprendono lo spettatore ad ogni sequenza, il Premio Antonio Margheriti all’inventiva artigianale va a Matthew Diebler e Jacob Gillman per “THE INVISIBLE MOTHER”.

For creating a disturbing and dreamlike atmosphere through the exquisite use of lights and special effects; for the images’ visual strenght and for the novelty of the mise-en-scène, that continuously surprise the audience, the Margheriti Award for creative craftsmanship goes to The Invisible Mother, by Jacob Gillman and Matthew Diebler.

TOHorror Film Fest

Festival Internazionale di cinema e cultura del fantastico

XIX Edizione • Torino, 22-26 Ottobre

LE GIURIE

LUNGOMETRAGGI

Antonio Tentori

Scrittore e saggista romano. Fra i suoi lavori, sceneggiature per Lucio Fulci, Joe D’Amato, Bruno Mattei e Dario Argento.

Mariapaola Pierini

Professoressa associata in Cinema, Fotografia e Televisione all’Università di Torino; tra i fondatori del Centro Ricerche Attore e Divismo.

Federico Frusciante

Youtuber, blogger, videotecaro, amante di cinema, è tra i più seguiti animatori della scena fantastica del bel paese.

CORTOMETRAGGI

Luigi Parisi

Insegna tecniche di regia e ha diretto diverse fiction Mediaset. È l’ideatore del festival “L’invasione degli Ultracorti”.

Cassidy Plissken
Blogger, scrive di cinema, fumetti e cultura pop; cura la pagina social: La Bara Volante.

Manuel Cavenaghi

Scrittore e fondatore di BloodBuster a Milano, tempio del cinema fantastico e di genere.

ANIMAZIONE

Elisa Seitzinger

Illustratrice, artista visiva, docente di morfologia e dinamica dell’immagine allo IED. Ha esposto in diverse gallerie in Italia ed Europa.

Manfredi Toraldo

Sceneggiatore e fumettista, fondatore e direttore della casa editrice ManFont. Insegna alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.

Clarissa Forte

Animatrice culturale, critica cinematografica; tra gli organizzatori del Dong Film Fest, festival di cinema cinese di Torino.

SCENEGGIATURE

Umberto Visani

Esperto e autore di saggi su ufologia, archeologia misteriosa e criptozoologia. Dal 2010 collabora con la trasmissione “Mistero”.

Enrico Luceri

Giallista romano, ha pubblicato numerosi romanzi editi da Mondadori, oltre a racconti, articoli e saggi.

Maurizio Squillari

Regista torinese, diplomato in sceneggiatura alla NY Film Academy. I suoi cortometraggi sono stati selezionati da molti festival nazionali e internazionali.

www.tohorrorfilmfest.it

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Arriva al cinema Herzog incontra Gorbaciov

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I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection portano nelle sale italiane, dal 3 al 6 Novembre 2019, il documentario Herzog incontra Gorbaciov, dove l’ultimo presidente dell’Unione sovietica e premio Nobel per la pace, Mikhail Gorbaciov, racconta gli anni che rivoluzionarono il corso del Novecento – dalla firma degli accordi sul disarmo nucleare alla fine della Guerra fredda e il crollo dell’Urss.

L’ex capo dello Stato sovietico, oggi ottantottenne, ripercorre insieme al maestro del cinema Werner Herzog i momenti più importanti della sua vita politica (1985-1991) e privata in quello che può essere definito il suo testamento morale ed esistenziale più autentico.

Attraverso eccezionali immagini d’archivio e interviste esclusive il film racconta una vita straordinaria. Umorismo, curiosità storiche e personali e vicende a volte sconosciute, rendono Herzog incontra Gorbaciov, realizzato dal regista Werner Herzog e dal regista e produttore André Singer, un viaggio nella vita di un uomo sempre capace di coinvolgere ed emozionare.

Werner Herzog e Michail Gorbaciov. Un maestro del cinema e un gigante della politica, ultimo presidente dell’Unione Sovietica: il risultato è un incontro esplosivo, uno sguardo inedito, lucido e significativo sulla storia del Novecento e non solo.

Complicità e umorismo, uniti all’abilità di Herzog di scavare in angoli inaspettati della vita di Gorbaciov, rendono questi incontri coinvolgenti e al tempo stesso emozionanti. Dall’infanzia contadina agli studi presso l’Università di Mosca, fino alla rapida ascesa nelle fila del Partito Comunista Sovietico, il documentario è un viaggio tra ricordi, materiali d’archivio e testimonianze d’eccezione che consentono, così, di ripercorrere le tappe salienti della politica degli ultimi decenni.

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Mondospettacolo intervista Paola Settimini: co-regista del documentario Bava Puzzle

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Amici di Mondospettacolo, nel pomeriggio di ieri è stato presentato al cinema Massimo di Torino (in occasione del Tohorror film fest) il documentario Bava Puzzle. Ho incontrato la co-regista Paola Settimini e le ho proposto una intervista, ma prima leggiamo insieme la scheda del documentario.

BAVA PUZZLE

Regia: Daniele Ceccarini, Paola Settimini
Con: Lamberto Bava, Pupi e Antonio Avati, Manetti Bros., Alessandra Martines
(Documentario) Italia, 2018, 67’, Italiano
SAB 26 / H. 16 // MASSIMO, SALA RONDOLINO

Vita, carriera e filosofia di Lamberto Bava, erede del grande Mario e alfiere dell’horror italiano. La gavetta al fianco dei maestri, la consacrazione (“Dèmoni”), l’animo innovativo e avanguardista con cui si approcciò al fantasy e alla serialità televisiva (“Fantaghirò”). Tramite la viva voce del protagonista e di un parterre di suoi collaboratori e amici prende forma non solo un ritratto d’artista ma il resoconto di una stagione di cinema tricolore oggetto di culto in tutto il mondo.

Nella foto:da sinistra Francesco Tassara, Lamberto bava, Paola Settimini e Daniele Ceccarini

Ciao Paola, benvenuta su Mondospettacolo, parlami un po’ del tuo documentario.

Ciao Alex, Bava Puzzle è stato diretto da me e Daniele Ceccarini, con il contributo di Francesco Tassara che ha curato la fotografia e il montaggio. Abbiamo voluto fare un omaggio a questo grande regista che è Lamberto Bava, non solo per il suo cinema horror, ma anche per il contributo che ha dato al cinema fantastico, tutti abbiamo visto o abbiamo  sentito parlare di Fantaghirò!

Quanto è durato lo svolgimento delle riprese?

Abbiamo girato in poco tempo, tutti coloro che abbiamo intervistato sono stati molto disponibili, Lamberto è molto amato dai suoi collaboratori e le riprese le abbiamo fatte in circa 4 mesi. Tra l’altro, siamo anche stati fortunati, perché Alessandra Martines vive a Parigi, ma noi abbiamo avuto la fortuna di incontrarla a Roma.

Ma perché avete realizzato il docufilm a Lamberto Bava?

Perché io sono un amante del cinema fantasy, sono cresciuta con Fantaghirò e avevo piacere di parlare di Lamberto e del suo cinema, ho proposto il progetto a Daniele Ceccarini e Francesco Tassara e la cosa è andata in porto.

Prima di chiudere ancora una domanda: quali sono i tre film di Lamberto Bava che ti sono piaciuti di più?

Al terzo posto c’è “Macabro”, che reputo sia un bellissimo film, mi ha davvero impressionato, al secondo posto c’è “A cena col Vampiro”  con il purtroppo scomparso George Hilton e al primo posto c’è ovviamente FANTAGHIRO’!

Nella foto: Da sinistra Francesco Tassara, George Hilton, Paola Settimini e Daniele Ceccarini

Paola Grazie, per essere stata con noi, complimenti ancora per il tuo lavoro e ne approfitto per ricordare ai nostri lettori che tu sei la Direttrice Artistica di un importante festival di cinema che è il “La Spezia Film Festival.

Esatto Alex, ovviamente vi aspetto tutti alla prossima edizione del festival.

Alex Napoleone Wilson

L’intervista integrale a Paola Settimini potrete vederla cliccando su questo link: https://www.facebook.com/alexnapoleon.wilson/videos/2507195576035655/

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Il segreto della miniera: Hanna Slak racconta uno scomodo passato sepolto

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Diretto da Hanna Slak, Il segreto della miniera testimonia l’ennesimo grande sforzo effettuato daCineclub Internazionale Distribuzione, società che si occupa della diffusione in Italia di film indipendenti e dotati di una grande forza espressiva e narrativa.

Pluripremiato, è un’opera notevole, non il solito film di intrattenimento, ma qualcosa che induce anche ad approfondire gli argomenti trattati, tanto più che è vicino a casa nostra che si svolge, non nel lontano e fin troppo celebrato Nord America.

La storia è basata sulla vera vita di un minatore bosniaco in Slovenia a cui è assegnato il compito di riaprire e ispezionare un vecchio tunnel per consentire ad una impresa privata  di chiuderlo definitivamente. Il minatore, abbattendo via via le barriere di roccia e mattoni presenti all’interno del tunnel, scopre un terribile  un segreto che doveva rimanere tale e, quindi, gli viene imposto di riseppellire subito tutto, dimenticando quello che ha visto.

Nonostante la presenza di attori del tutto sconosciuti agli occhi dei nostri spettatori, un lungometraggio che non manca di risultare molto coinvolgente fin dall’inizio, in quanto la regista riesce ad inglobare all’interno della storia una narrazione realistica e, al tempo stesso, emotiva, lasciando il segno.

Con un finale che rimane volutamente in sospeso (e molto spesso è la scelta più giusta in questa tipologia di film), Hanna Slak lascia allo spettatore il compito di riflettere sulla vicenda, mettendolo direttamente dinanzi al fatto che, ormai, si tende sempre più a dimenticare e, quindi, a lasciare sepolti (o, in questo caso, a riseppellire) ricordi di un passato scomodo.

Grande merito, dunque, a Il segreto della miniera, che in Italia esce il giorno della celebrata festa di Halloween per raccontarci le storie di quei morti dimenticati che non meritavano di finire in un pozzo oscuro, dove il protagonista lotta per ridare loro la  giusta dignità.

 

 

Roberto Leofrigio

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Arriva in 4K Ultra HD e Blu-ray Fumo di Londra, l’esordio alla regia di Alberto Sordi restaurato

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Erano gli anni Sessanta. La musica beat, l’Inghilterra, i capelli a caschetto, la bombetta, l’ombrello. Inutile negare che quel decennio era nelle mani di questo trend, che ormai aveva preso piede in tutto il mondo, condizionando uno stile che ancora oggi ricordiamo con vena nostalgica.

E chi meglio di Alberto Sordi, nostro re della commedia, poteva affrontare tale tendenza all’epoca? Lo fece ponendosi addirittura nel 1966 dietro la macchina da presa per la sua prima regia, aprendosi così una carriera alternativa a quella da magnifico interprete del cinema italiano: Fumo di Londra, spaccato consono al suo sguardo sardonico, capace di analizzare nel profondo vezzi e lazzi dell’italiano medio di allora.

La storia raccontata è quella dell’antiquario di Perugia Dante Fontana (Sordi stesso), il quale, grazie alla vendita di un antico pezzo etrusco, riesce ad effettuare un viaggio a Londra, meta da lui tanto agognata e sognata, considerata la sua ammirazione nei confronti dell’Inghilterra.

Giunto a destinazione, fa innanzitutto la conoscenza della Duchessa di Bradford (Amy Dalby), la quale lo introduce nella vita beata della Swinging London; ma presto Dante si rende conto del fatto che il suo essere italiano è difficile da nascondere, soprattutto quando si trova davanti a contesti lontani dalle sue abitudini di abitante dello stivale tricolore.

Malinconico, graffiante, divertente. Per esordire registicamente Sordi decise di deridere questo costume che si fece strada dagli anni Sessanta, gestendo a suo modo una commedia tipica del proprio cinema, dopo che negli anni Cinquanta aveva preso in giro la moda della cultura americana influente sul popolo capitolino (come dimenticare Un americano a Roma?).

Con un taglio quasi documentaristico, Fumo di Londra portò sui grandi schermi il ritratto di un glamour atto ad esplodere, l’inconsueto scontro di culture e classi divergenti che genera i loro risibili frutti. Sordi regista sfrutta la camera di ripresa per riprendere scorci e abitudini londinesi, accompagnato dalle ammalianti musiche del fidato Piero Piccioni (indimenticabile la main song You never told me cantata da Julie Rogers) e affidandosi ad uno script che è un semplice pretesto (firmato da Albertone stesso insieme al Sergio Amidei di tanto Neorealismo italiano passato).

Una prova che non cerca di sorreggersi esclusivamente sulla battuta (aspetto in cui il protagonista di Una vita difficile ha sempre primeggiato), ma sperimenta anche determinati aspetti visivi, quasi come si trattasse di una sorta di Jacques Tati in salsa italiana.

Un film che ha consentito al grande attore romano di dimostrare che anche come autore possedeva buone capacità, tanto che, nel corso degli anni, sono seguite altre esperienze dietro la macchina da presa (ben diciannove regie si contano nel suo carnet), l’ultima delle quali fu Incontri proibiti, del 1998.

Restaurato grazie alla collaborazione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale e la Fondazione Alberto Sordi, Fumo di Londra resuscita letteralmente in home video per merito di Koch Media, che lo rende disponibile in un’elegante confezione inserita in slipcase cartonato dispensatrice sia del blu-ray del film che di quest’ultimo in formato 4K Ultra HD, entrambi corredati di un extra di sedici minuti intitolato Intervista radiofonica ad Alberto Sordi e l’intrigante storia del restauro della pellicola.

 

Mirko Lomuscio

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BELITA: dal Brasile alla Massive Art di Milano

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La bellezza che piano trova la contaminazione che cerca. Il suono che piano codifica il gusto del main stream attraverso derive tribali assai interessanti. E non c’è solo questo, sia chiaro. Italo Brasiliana, lei che all’anagrafe si firma Isabella Dall’Agnese ma che in campo discografico conosciamo come BELITA. Cantante, ballerina, cantautrice a voler mettere essere corretti e precisi. L’incontro con la Massive Art di Milano, il mondo latino e quel certo gusto che diviene col tempo assai personale e ricco di carattere. Un disco di non solo didascalico raggaeton o di quel mood dance da ballare che unisce tutto in un unico calderone industriale. Dai video girati in Brasile all’ultimo singolo “Comando” realizzato in Italia… e poi si… c’è da confessarlo… la bellezza in questi casi è la vera chiave di lettura per questo romanzo troppo spesso riassunto male. Il nuovo disco di BELITA si intitola “Agora Ou Nunca” e, oltrepassando lo sfacciato eros delle immagini, l’ascolto si fa ricco di preziosi spunti…

Noi parliamo spesso di estetica. E in pochi casi come questo possiamo affiancare al concetto di estetica anche quello di arte e musica. Che significato ha per Belita la parola bellezza?
Per me “bellezza” è tutto ciò che stimola i cinque sensi. La bellezza estetica, anticipa i valori e la morale che ogni essere umano dovrebbe avere e dimostrare attraverso le sue azioni. Per me la bellezza della musica, riesce ad attingere l’anima, il cuore e i ricordi di chi ascolta, in un modo molto speciale.

Nella tua musica attuale la bellezza gioca un ruolo fondamentale soprattutto nei videoclip. Perché in questo genere di musica si ricorre molto all’immagine della bellezza? È quasi divenuta un’associazione ovvia per questa musica dai forti tratti latini… il lato sexy è indiscutibile…
La musica latina ritmata ha questa caratteristica naturale di richiamare la sensualità, che si esprime da sempre nei vari stili di danza.
Credo che sia una tendenza portare al mondo attuale la sensualità, la libertà e l’allegria del popolo latino.
Non esiste un “perché” nell’essere sensuale, lo si è e basta. Siamo nel 2019, secondo me è un po’ eccessivo che esistano ancora stereotipi, non credi?

Non hai paura che la bellezza sfacciata del tuo corpo distolga l’attenzione e porti lontano dal valore in se dell’opera d’arte?
Non sempre è facile essere una donna ed essere autentica, perché dobbiamo seguire dei canoni di bellezza che la società in cui viviamo ci impone, i quali non sempre sono compatibili con la nostra realtà. Io non ho paura che la mia bellezza esteriore distragga chi mi segue, perché tutto dipende dal proprio gusto personale. Le persone guardano i video musicali per distrarsi, rilassarsi e perché no, ammirare ciò che è bello?
Inoltre, quando si ascolta musica in radio, o nei digital store, non si vede l’immagine dell’artista, quindi si potrà solamente giudicarne la qualità musicale.

Domanda piccante e assai diretta, ti invito a rispondere come meglio credi: se fossi stata esteticamente poco aderente al cliché, detto così senza troppi filtri, pensi che avresti sposato a pieno il genere di musica che stai vivendo?
C’è un detto che recita: “Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace!” e con ciò affermo che non voglio limitare la mia arte a causa della mia apparenza estetica. Al contrario, la sensualità è molto espressiva e vincente nella musica, a seconda del genere musicale.
Se io fossi diversa, avrei si continuato con questo mio stile, e liberamente ballerei, canterei e divertirei il pubblico.

E per chiudere: spesso in questi dischi si parla proprio di emancipazione, di sicurezza, si mette in scena quel bisogno di restituire un rispetto e un valore alla donna. Come in “Belita” o “Comando”. Sei d’accordo? E secondo te perché?
Si, sono d’accordo. Oltre all’emancipazione psicologica, mi piacerebbe che ci fosse più unione tra noi donne, perchè secondo me non dobbiamo giudicarci, bensì aggregarci; ogni donna dovrebbe avere libero arbitrio di essere come vorrebbe.

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Cinema e drink: Figlio di Odino, ispirato a Thor in Avengers: Endgame

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Figlio di Odino, ispirato al personaggio di Thor in Avengers: Endgame, diretto nel 2019 da Anthony e Joe Russo.

BARMAN: la crew de I MAESTRI DEL COCKTAIL, che produce il programma tv Drink me out in onda su La7d ogni Mercoledì in seconda serata

INGREDIENTI:

40 ml whisky Laphroaig 10yo
60 ml birra chiara
40 ml idromele homemade (miele, limone e spezie)
10 ml limone fresco

Bicchiere: Tumbler alto

Garnish: scorza di limone attorno al perimetro interno del bicchiere

PREPARAZIONE:
Si prepara direttamente nel bicchiere capiente, versando, nell’ordine, tutti gli ingredienti, quindi il ghiaccio e in ultimo la birra chiara. Mescolare con un barspoon e servire.

ISPIRAZIONE:
Una ricetta con spoiler! Un whisky torbato scozzese come il Laphroaig 10 anni e la birra, bionda, fermentato tipico dei popoli nordici. Si aggiunge l’idromele, nota nell’antichità come la ‘bevanda divina’. Tre ingredienti che si prestano perfettamente per un cocktail ispirato al figlio di un dio, legato alla mitologia delle popolazioni nordeuropee. Oltretutto, Thor, proprio in Avengers: Endgame fa uno smodato uso di birra.

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Ksenija Stojic presenta il romanzo “Lascia che le cose accadano”

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Il Taccuino Ufficio Stampa

Presenta

 

Lascia che le cose accadano di Ksenija Stojic

La scrittrice croata Ksenija Stojic presenta “Lascia che le cose accadano”, un delicato romanzo che racconta la nascita di un rapporto speciale tra una giovane donna, Mare, e un’anziana signora, Giovanna. Un legame indissolubile che segnerà nel profondo la vita di entrambe. Una storia che parla di dolore e di solitudine, di accettazione e di rinascita attraverso il punto di vista di due donne reduci da un’esistenza complicata. Giovanna ha già imparato a navigare a vista nel burrascoso oceano della vita, e diventa per la giovane amica il faro che la orienterà verso la consapevolezza piena di sé stessa.

Titolo: Lascia che le cose accadano

Autore: Ksenija Stojic

Genere: Narrativa contemporanea

Casa Editrice: Europa Edizioni

Collana: Edificare Universi

Pagine: 177

Prezzo: 14,90 €

Codice ISBN: 978-885508-429-1

 

«Bisognava lasciarle sole e osservare col passare del tempo quale piega avrebbe preso questo scambio tra vecchio e giovane, tra chi la vita l’ha vissuta e chi ha paura di viverla, tra chi non ha paura della morte e chi la teme da sempre […]».

Lascia che le cose accadano di Ksenija Stojic è un viaggio nel cuore e nell’anima dell’essere umano, nelle sue paure e nelle sue fragilità così come nella sua tenacia e nella sua capacità di superare anche gli ostacoli più duri. Una storia di amicizia e di comprensione in cui due donne molto distanti per età e vissuto personale si trovano a condividere un pezzo di strada insieme; una strada che per l’una è quasi giunta al traguardo, mentre per l’altra è ancora tutta da percorrere. Giovanna è un’anziana donna innamorata della natura e dall’indole tenera e compassionevole, che accoglie ogni giorno come un dono e che sa ancora stupirsi delle piccole cose. Una bella signora con un cuore grande, che “fa parte di quei pochi privilegiati che vedono l’intero universo in un granello di sabbia”. Mare è invece una giovane donna con un passato doloroso che non riesce a buttarsi alle spalle; è un’anima ferita chiusa nella sua solitudine e ostinatamente attaccata alla sua sofferenza. Una condizione che la sta allontanando sempre di più dalla vita e dall’accettazione dell’amore. L’autrice descrive con sensibilità l’incontro fortunato e significativo tra le due donne, che permetterà a Giovanna di lasciarsi andare al suo destino con serenità e a Mare di perdonare il passato e di ricongiungersi con il mondo e soprattutto con sé stessa. Lascia che le cose accadano è un omaggio alla semplicità e alla bellezza della vita, è un invito a trovare il coraggio di decidere il proprio cammino, rispettandosi e rispettando ciò che ci circonda. Grazie all’anziana amica, Mare comprende che la sofferenza fa parte dell’esistenza così come la felicità, e che ogni dolore rappresenta una possibilità di rinascita, di modificare la propria prospettiva di vita. La giovane donna accetta finalmente il cambiamento, e comprende che non può esserci luce senza oscurità. È infatti emblematica una frase all’interno dell’opera che recita: “solo dopo aver riconosciuto l’esistenza di spazi di morte nella vita, oltre che di spazi di vita nella morte, aveva ritrovato di nuovo sé stessa”. Mare ritrova sé stessa mentre Giovanna si smarrisce in un luminoso giorno di primavera, ma la sua partenza non è affatto triste perché rappresenterà per la giovane donna la speranza di poter vivere una vita in equilibrio con il mondo, di provare sincera gratitudine per i doni che le saranno offerti e di essere profondamente consapevole del proprio percorso esistenziale, fino al suo ultimo respiro.

 

TRAMA. La motivazione che ha spinto la psicologa e psicoterapeuta Ksenija Stojic a scrivere questo romanzo è nata spontaneamente, dopo che una paziente che aveva perso la madre le chiese di consigliarle qualche testo che potesse aiutarla ad affrontare il profondo dolore. In modo del tutto naturale dal cuore e dalla mente dell’autrice presero vita i personaggi, le trame e le parole, e nacque questo romanzo dove si racconta la profonda crisi esistenziale di una giovane donna, la quale, mediante incontri e confronti affascinanti, sviluppa un ricco e complesso approccio alla vita che le permette non solo di riappropriarsi delle sue profonde risorse psicologiche ma anche dell’amore. I protagonisti si confrontano sugli aspetti fondamentali delle loro esistenze: la dialettica tra la vecchiaia e la gioventù, tra chi la vita l’ha vissuta e chi ha paura di viverla, tra chi non ha paura della morte e chi la teme da sempre, comporta uno scambio di concetti e di valori che incidono profondamente sulle personalità dei protagonisti.

 

 

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BIOGRAFIA. Ksenija Stojic è nata a Dubrovnik (Croazia) nel 1962 ed è residente a Parma. Ha frequentato la Facoltà di Pedagogia a Sarajevo (Bosnia) e la Facoltà di Psicologia a Padova. Esercita la professione di psicologo e psicoterapeuta. Ha pubblicato il saggio “In viaggio per sempre – storie cliniche sulla sofferenza: una risorsa per conoscersi profondamente e cambiare” (Alpes Editore, 2014), la raccolta di poesie “Di Pane e d’Amore” (Aletti Editore, 2018) e il romanzo “Lascia che le cose accadano” (Europa Edizioni, 2019).

 

LA CASA EDITRICE. Europa Edizioni nasce per offrire nuova linfa al dibattito culturale italiano ed internazionale, proponendo opere letterarie che siano in grado di partecipare attivamente al suo svolgimento. Narrativa, poesia e saggistica sono i generi presenti nel loro catalogo, che ospita autori di primo piano del panorama letterario contemporaneo e non solo. Un’accurata e rigorosa proposta di titoli che si pone l’obiettivo, sempre ambizioso, di stimolare le conoscenze e sollecitare gli interessi anche dei lettori più esigenti. Concepiscono la figura dello scrittore come il faro che può e deve illuminare questo obiettivo, permettendo di scorgere tratti di strada altrimenti non battuti, che possano diventare territori comuni. Perché le parole sono corpi tattili, come scriveva Pessoa, materiale intellettivo capace di edificare universi.

 

Contatti

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https://www.ibs.it/lascia-che-cose-accadano-libro-ksenija-stojic/e/9788855084291

 

 

 

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All’Amnesia Milano Halloween con Leon

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Autentico specialista nelle maratone musicali, Leon è da anni uno dei guest più costanti ed apprezzati dal pubblico dell’Amnesia Milano, dove torna giovedì 31 ottobre 2019 per la notte di Halloween. Le sue selezioni e i suoi set non seguono mai uno schema prefissato, ma sanno condurre la dancefloor dove è naturale approdi; in console al Music On dal 2012, Leon ha suonato per ore e ore consecutive in tutto il mondo, dallo Space di Miami al fabric di Londra, dal BPM in Messico all’Ultra Music Festival. E per chi voglia prepararsi al meglio per la serata del 31 ottobre, niente di meglio che ascoltare la prima puntata del suo podcast Rolling With Leon, disponibile sulla pagina Soundcloud dell’artista italiano.

www.amnesiamilano.com

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