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Finché morte non ci separi: matrimonio con delitto

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Nulla, più di un gioco portato a livelli mortali, può rivelarsi per autori di horror in fotogrammi necessaria fonte d’ispirazione. Ne sanno qualcosa i quiz assassini di Saw – L’enigmista, portatori di morti che dire spettacolari è poco, e ora cercano di ricordarcelo Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett – registi del POV La stirpe del male e il collettivo Southbound – Autostrada per l’inferno – attraverso Finché morte non ci separi.

La trama è semplice: la giovane Grace (Samara Weaving) sposa il ricco rampollo Alex Le Domas (Mark O’Brien), ma la famiglia di lui, casata creatrice di famosi giochi di società, come da tradizione la prima notte di nozze peretende che lei prenda parte nella lussuosa villa ad un nascondino. Un gioco in cui, in realtà, Grace si ritrova ad essere la preda da cacciare per venire sacrificata in un rito che i familiari di Alex attuano al fine di evidare che una maledizione cada su di loro.

Lontano dai soliti esorcismi, bambini indemoniati e titoli che sfoggiano “tratto da una storia vera”, ormai alla base senza del cinema horror senza idee d’inizio terzo millennio, Finché morte non ci separi si presenta al grande pubblico in tutta la sua vena intrattenitrice, basandosi esclusivamente su un plot facile ma dallo svolgimento che, a tratti, ha del geniale.

Nell’inscenare la lunga e tortuosa lotta per la sopravvivenza non priva di inaspettati risvolti sanguinolenti, Bettinelli-Olpin e Gillett la buttano sul ridere, ma non alla maniera della parodia, bensì condensando adeguatamente il contesto descritto (una grande casata aristocratica, facciata di un tenore di vita capitalista) con il raccapriccio delle varie morti splatter.

Un lungometraggio che mostra la consueta lotta tra ricchi e poveri, riservando insieme all’efficace intrattenimento una metafora sociale azzeccata per i tempi odierni: il benestante che uccide il proletario. Ce lo disse Eli Roth con i suoi Hostel e lo ha ribadito anche il serial di James DeMonaco iniziato tramite La notte del giudizio; titoli a cui Finché morte non ci separi si accoda degnamente, con qualche riferimento al piccolo You’re next di Adam Wingard, dando un contributo notevole sia alla black comedy che al cinema horror affiliato al genere slasher.

Nel cast, anche Adam Brody, Henry Czerny e Andie McDowell, presi a ricoprire in maniera convincente i ruoli di appartenenti ai ricchi Le Domas in Finché morte non ci separi, visione decisamente consigliata a chi è alla ricerca di qualche sano brivido all’insegna dell’originalità.

 

 

Mirko Lomuscio

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ANTICIPAZIONI E PREMI SPECIALI  alla presentazione della XVII edizione di “Roma Videoclip: “Il cinema incontra la musica”.

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ANTICIPAZIONI E PREMI SPECIALI  alla presentazione della XVII edizione di

“Roma Videoclip: “Il cinema incontra la musica”.

Spazio Regione Lazio – Roma Lazio Film Commission Auditorium ArteFESTA DEL CINEMA DI ROMA

Presentata nell’ambito della Festa del Cinema di Roma la XVII edizione di “Roma Videoclip: il cinema incontra la musica” ideato e diretto da Francesca Piggianelli. Alcuni prestigiosi premi assegnati anche quest’anno in anteprima durante la kermesse. Nell’evento speciale presentato dal giornalista di rai uno Stefano Buttafuoco, Daniele Silvestri ha ritirato il premio come artista dell’anno per il connubio tra cinema e musica, consegnato dal Presidente della Roma Lazio Film Commission Luciano Sovena. Oltre al cantautore romano è stato premiato anche come “Regista dell’anno” Giorgio Testi, inoltre uno Special Award  è stato assegnato al loro Videoclip “Scusate se non piango” diretto anche da Valerio Mastandrea, dedicandolo  al collettivo tecnico ed al grande numero di artisti coinvolti al suo interno.

“Il premio lo condivido con tutte le facce che avete visto in questo videoclip e che ci hanno messo anima e cuore – racconta Daniele Silvestri – Il video è stato girato all’Angelo Mai, una storia travagliata con tanto amore dentro, abbiamo raccontato con grande pudore una storia piena di motivi per essere difesa.”

Scusate se non piango” di Daniele Silvestri, regia di Giorgio Testi e Valerio Mastandrea, con la partecipazione di Claudia Pandolfi, Pietro Sermonti, Giovanni Anzaldo, Emilia Verginelli, Paolo Calabresi, Lillo Petrolo, Sabrina Impacciatore, Maya Sansa, Rolando Ravello, Lele Vannoli, Andrea Bosca, Simona Tabasco, Daphne Scoccia, Sylvia De Santi, Francesco Forni, Ilaria Graziano, Pino Marino.

 Tra gli altri premi assegnati dal Roma Videoclip alla Festa del Cinema di Roma: lo special award ad Alessandro Haber per il videoclip sociale “Nessuno poteva non sapere” in omaggio al regista Tonino Zangardi. “Tonino era il mio amico del cuore, mi manca tanto, questo premio lo dedico a lui, abbiamo condiviso tante cose insieme per 30 anni, era una intelligenza rara.” Presente anche il direttore della fotografia Gianni Mammolotti.

Special award sociale a Maurizio Martinelli per il videoclip “Anima a Brandelli”, regia di  Fabio Sidoti e Michele Vitiello e Premio Rivelazione a “I wish I was like you”, film documentario musicale sul concerto dei Nirvana, regia di Luca Onorati e Francesco Gargamelli.

Annunciati i prossimi appuntamenti del Roma Videoclip:

  • 1°DICEMBRE Festa del Videoclip presso l’ “APOLLO 11”, condotta da Andrea Il Drago
  • 4 DICEMBRE Premiazione Roma Videoclip-il cinema incontra la musica presso la SALA    FELLINI, STUDI DI CINECITTA’, condotto da Claudio Guerrini.

 

Roma Videoclip, ideata e diretta da Francesca Piggianelli, è tra le più importanti kermesse nazionali dedicate al settore della musica e del cinema, patrocinata dalla Regione Lazio, il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e audiovisivo del Ministero per i Beni e le Attività culturali, Centro sperimentale di cinematografia, Cinecittà Panalight, il supporto di Luce Cinecittà e di Roma Lazio Film Commission. Una rassegna che omaggia artisti, registi, videoclip, musiche e compositori, live film concerto, produzioni e serie web. Un appuntamento dove si incontrano e sono premiati i più importanti protagonisti del settore cinematografico e musicale e risonanza a videoclip indipendenti e sociali con un evento “Festa del Videoclip” L’obiettivo di Roma Videoclip è di rendere omaggio al connubio tra cinema e musica e di valorizzare il videoclip, che rappresenta una forma di arte espressiva, un microfilm.

https://www.youtube.com/watch?v=aeaT9ymmko4&feature=youtu.be

 

Si ringraziano: per le auto Quenty Rent e Rental Plus, per la ristorazione Foodpolis.

 

Direttore artistico: Francesca Piggianelli      

 Ufficio Stampa: Daniela Perozzi

Segreteria Organizzativa: Silvana Pepe                          

Foto di Claudia D’Acunzo e Alfred Bestia

 

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Alina Person: a teatro sarò una Vampira!

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Alina Person, giovane attrice italiana, di adozione Abruzzese. Nasce in Romania a Bucarest, ma da piccolina si trasferisce in Abruzzo, dove all’età di 10 anni si avvicina al mondo della danza, passione che continua a coltivare e che la porta poi nel 2010 a Milano al  M.A.S. Music arts & show accademia artistica, presso la quale si diploma nel 2012, anno in cui si trasferisce poi a Roma. Qui approfondisce i suoi studi che la portano cosi a diventare anche un’attrice. 

Nel 2015 e nel 2016 lavora come ballerina per Paolo Sorrentino, rispettivamente su uno spot televisivo per Missoni nel 2015 e su un cortometraggio per la Campari nel 2016, oltre che in diversi spettacoli teatrali.

Nel 2017 la vediamo come attrice anche al fianco di Lillo & Greg nello spettacolo teatrale “l’uomo che non capiva troppo reloaded” dove sostituisce Benedetta Valanzano per una replica.

Nel 2018 possiamo finalmente vederla al cinema nel film “loro 1 e loro 2” di Paolo Sorrentino nel ruolo di una giovane studentessa che finisce nel giro delle olgettine. Un piccolo passo, ma al fianco di grandi attori quali Tony Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Fabrizio Bentivoglio, e Ricky Memphis, ma soprattutto diretta da un grande maestro quale appunto Paolo Sorrentino.

Nel 2019 la rivediamo al cinema nel film “ed è subito sera” per la regia di Claudio Insegno dove interpreta il ruolo di Tatiana, giovane prostituta compagna dell’antagonista, e a teatro con lo spettacolo “anche le formiche cadono” regia di Claudio Piccolotto, al fianco di grandi attori come Milena Miconi, Stefano Antonucci e Marco Fiorini.

A breve, dal 24 al 27 Ottobre, sarà in scena con un’altra commedia divertentissima “Tequila!” Per la regia di Igor Maltagliati.

Alina dopo aver letto qui sopra la tua biografia artistica, ti dico: complimenti e benvenuta su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex, sto molto bene grazie! Sono felicissima di fare insieme questa intervista.


Nel 2015 il tuo esordio con Paolo Sorrentino, che ricordo hai di questa esperienza artistica?

È stata un’esperienza meravigliosa. E ho un aneddoto che me la fa ricordare sempre con il sorriso e che vorrei condividere con voi: Per quel lavoro feci un provino tramite self tape in cui ballavo, ma era la prima volta che sentivo parlare di self tape e quindi non sapevo come si facesse, allora feci un video in cui tenevo il cellulare in mano mentre mi riprendevo che ballavo, vi lascio immaginare, inizialmente infatti venni scartata dai ragazzi che preselezionavano, ma poi, non si sa come,mi chiamarono dicendomi che Paolo Sorrentino aveva selezionato anche me. Cosa ci avrà trovato in quel video buffo non lo so, fatto sta che presi il lavoro ed ebbi quindi la grande opportunità di conoscerlo. Quando poi rividi il mio video provino morìi dalle risate, era davvero caotico.

Nel 2017 ti abbiamo vista a teatro al fianco di 2 mostri sacri della comicità: Lillo & Greg! Raccontami un po’, che tipo di esperienza è stata?

Lillo e Greg sono fantastici! Ho passato un mese dietro le quinte con loro per imparare lo spettacolo, perché essendo stata chiamata per una sostituzione, lo spettacolo lo avevano già montato e lo avevano anche già portato in tournè. Quindi imparai tutto guardandoli. Ovviamente ho avuto anche modo di fare delle prove sia con loro che con  Vania della Bidia e con il regista Claudio Piccolotto, prima delle repliche. Sono stati meravigliosi con me e stare in scena con loro è stato un vero onore, soprattutto in un teatro come l’olimpico dove 2500 persone ti trasmettono un’energia pazzesca e le loro risate ti fanno sentire invincibile.


Nel 2018 si avvera il sogno di ogni attrice, ovvero: vedersi sul grande schermo. “Loro1 e Loro2” segna il tuo debutto alla grande nel mondo del cinema, che emozioni hai provato a guardarti sul grande schermo?

É stato molto emozionante vedermi al cinema, anche se con un piccolo ruolo e ovviamente da attrice, non ho fatto altro che criticarmi (ride). Ma indubbiamente la cosa più bella è stata lavorare nuovamente con Paolo Sorrentino che reputo un grande regista e questa volta su un film.


Nel 2019 sei presente sia al cinema che in teatro, al cinema con Claudio Insegno e a Teatro con Milena Miconi. Raccontami un po’ come è stato interpretare Tatiana?

Tatiana è stato un personaggio molto toccante, una prostituta anche lei vittima innocente in un sistema atroce più grande di lei e di fronte al quale non puoi fare nulla, la camorra. È stato bello interpretare un personaggio così lontano da me, ma allo stesso tempo con dei sentimenti comuni.


Domani sarai in scena a Teatro con la divertentissima commedia Tequila, ma è vero che sarai una vampira?

Si, da domani, 24 ottobre fino al 27 saró in scena al teatro Santa Francesca Romana, piazza Nerazzini, Roma, con una commedia divertentissima che si chiama “Tequila!” scritta e diretta da Igor Maltagliati. Saró Ester, una vampira di 560 anni, verissimo, e la cosa mi diverte un sacco! Ester è un personaggio divertentissimo e scoprirete il perché se venite a vedermi, ma è anche una donna misteriosa e dai mille segreti, tra i quali un grande amore… non posso dirvi altro altrimenti vi svelerei troppo. Vi aspetto a teatro!!!

E noi sicuramente verremo a vederti in tanti. Alina, la nostra chiacchierata termina qui, a nome mio e di tutta la mia redazione ti rinnovo i miei complimenti e ti auguro una sfolgorante carriera.

Grazie Alex, un saluto a tutti coloro che hanno letto la nostra intervista.

Alex Napoleone Wilson

https://www.instagram.com/alynaperson/

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Giuseppe Pedersoli ospite d’onore della presentazione del libro “The Big Bud”

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La VI edizione del Premio ANPOE “La Furrina” in anteprima alla Festa del Cinema di Roma giovedì 24 Ottobre, ore 18
Si svolgerà nello Spazio Regione Lazio- Roma Lazio Film Commission l’Anteprima della 6^ edizione del Premio ANPOE “La Furrina”, il prestigioso evento sarà preceduto dalla presentazione del libro di Fabrizio Borni “The Big Bud” che omaggia il grande Carlo Pedersoli (in arte Bud Spencer) con una raccolta di inedite fotografie di Sandro Borni che ritraggono il grande Bud su due dei set importanti che hanno dato vita a personaggi come “Piedone” e “Lo sceriffo extraterrestre”.Ospite d’onore il figlio Giuseppe Pedersoli!
Mentre l’anteprima curata da Francesca Piggianelli e presentata da Fabrizio Pacifici vedrà anche la consegna di tre riconoscimenti speciali legati al cinema e al giornalismo voluti dal Presidente della Commissione Valutazione Premio “La Furrina” Dott. Lorenzo Castiglia.

Tra i premiati, l’Avvocato Luciano Sovena, la produzione Inthefilm del regista Marco Simon Puccioni e del produttore Giampietro Preziosa, ed il Capo servizio del Messaggero Giorgio Belleggia.

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Stefania Marchionna, fotografata alla Festa del Cinema di Roma 2019

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Roma, 23 ottobre 2019.

L’attrice Stefania Marchionna, ha partecipato al Red Carpet della Festa del Cinema di Roma il 22 ottobre, durante la premiere di John Travolta.

Stefania, è reduce da Riccione, dove ha da poco terminato le riprese del nuovo film prodotto da Enrico Vanzina, Luckyred  ed i registi Younuts, film la cui uscita su Netflix è prevista nella primavera 2020.

Il film prende il titolo dal tormentone estivo del 2017: “Sotto il sole di Riccione “, dei cantanti The Giornalisti.

Dopo la rottura del gruppo, nel film sarà presente (in un cameo) solo Tommaso Paradiso.

Nel film, vedremo Stefania nei panni di Ambra, una bella, giovane e sensuale ragazza che incanterà uno dei protagonisti.

Il film che vi stupirà, è una sorta di remake di “Sapore di Mare”.

Oltre ad essere impegnata nel cinema, Stefania è molto seguita come influencer e vanta numerose collaborazioni pubblicitarie. Inoltre ha partecipato come attrice alla realizzazione di videoclip con Fedez, Eros Ramazzotti , Renato Zero ecc.

Look del Red Carpet :

Tailleur : Miss you Official Brand

Scarpe : Casadei  Official

Gioielli : Bvlgari

https://www.instagram.com/stefaniamarchionna/

La Redazione

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Domenica 27 ottobre la Mostra di Leonardo al Palazzo della Cancelleria di Roma ospita lo spettacolo sulla vita di Leonardo Da Vinci

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Domenica 27 ottobre la Mostra di Leonardo al Palazzo della Cancelleria ospiterà lo spettacolo Alla scoperta di Leonardo sulla vita dell’artista, che sarà proposto in tre fasce orarie: alle 11:00, 15:00 e 17:00.

L’obiettivo di questo appuntamento è restituire ai bambini e ai ragazzi, ormai assediati da grandi schermi e rumori invasivi, la possibilità di un momento di creatività ed immaginazione libero, aperto, dove la presa di coscienza di se stessi e degli altri trova il primo posto.

Con l’esperienza dello spettacolo dal vivo e la sperimentazione laboratoriale, i bambini verranno accompagnati in un entusiasmante viaggio alla scoperta di una delle figure più affascinanti della storia del pensiero e delle arti. Attraverso la partecipazione attiva prevista in alcuni momenti dello spettacolo, i ragazzi potranno provare la sensazione di diventare dei moderni studiosi, interagendo con i personaggi e andando alla scoperta di alcuni tra i più interessanti fatti storici della vita di Leonardo Da Vinci.

Nello spettacolo si passa da momenti recitativi, nei quali con leggerezza e ironia si propongono tematiche di valore universale, a momenti in cui i ragazzi sono chiamati a partecipare attivamente al gioco delle parti. I contenuti dello spettacolo sono strutturati in modo tale da condurre lo spettatore attraverso la storia della vita di Leonardo, focalizzandosi sul tema dello sviluppo della cultura e stimolando la predisposizione alla ricerca. Nonostante la sua atmosfera brillante, lo spettacolo conduce ad una finale presa di coscienza che incoraggia a porsi delle domande, invitando quindi a un percorso di approfondimento e di conoscenza che ciascuno potrà portare con sé a casa e in classe quando cala il sipario.

Alla scoperta di Leonardo sostiene la rivoluzione Plastic Free. Il Ministero dell’Ambiente e l’Assemblea del programma Ambientale delle Nazioni Unite del 2017 hanno stabilito nel 2018 come obbiettivo fondamentale quello di minimizzare l’inquinamento da materiali plastici tramite la promozione di alternative sostenibili.

Il prezzo per partecipare è di €9.50 per adulti e bambini.

La prenotazione, obbligatoria, si può effettuare telefonicamente allo 06/69887616 o tramite mail a desk@mostradileonardo.com

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Tutto il mio folle amore: varianti umoristiche ed enfasi sentimentale per Gabriele Salvatores

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La marcia indietro di Gabriele Salvatores in Tutto il mio folle amore costituisce materia di riflessione sul giro di boa compiuto dagli artigiani, baciati dal successo commerciale, per essere definitivamente eletti ad autorevoli artisti.

Il regista partenopeo, trapiantato a Milano, dopo aver seguito la falsariga della commedia all’italiana col trittico composto da Marrakesh Express, Turné e Mediterraneo, culminato con l’inebriante Oscar come miglior film in lingua straniera, ne aveva smentito gli stilemi nell’inane tentativo di alzare il tiro.  Ed è invece lo scandaglio dell’ennesima turné in chiave dolce/amara, secondo gli stilemi della geografia emozionale, che permette di scoprire l’essenza di posti sconosciuti in partenza, ad animare un ritorno a Canossa senza spargimenti di cenere in testa. Bensì dando a intendere di saper sempre far ridere amaramente e far riflettere ironicamente.

Il tema dell’autismo congiunto al desiderio di affrancarsi dal peso dell’angoscia, cementato dai tratti distintivi del road movie, gli offre l’occasione di coniugare l’illusione dell’avventura con i voluti scompensi nel ritmo in grado d’impreziosire il senso più compiuto dell’aura contemplativa.
L’occasione risulta, però, fatalmente persa. La trasposizione sul grande schermo del romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas risente dell’accidia dell’ingegno attinto al Barry Levinson di Rain man – L’uomo della pioggia, ad Amalric con l’apologo Tournée e ad Emir Kusturica col bellissimo Il tempo dei gitani.

L’inverso percorso, dall’Italia alla terra dei Balcani, aggiunge poco o niente alla medesima falsariga. Al pari delle varianti umoristiche accostate all’inevitabile sarabanda di soste, attese, speranze connesse alle performance melodiche di un padre debosciato in cerca di riscatto etico in zona Cesarini. Nonostante la destrezza al riguardo dell’intenso Claudio Santamaria, di una spanna sopra rispetto all’istrionico Diego Abatantuono, che nel ruolo del secondo marito della mamma dell’adolescente affetto dal disturbo del neuro sviluppo si muove alla stregua di un elefante tra i cristalli dei semitoni intimi, la creatività narrativa lascia davvero a desiderare.

Il confronto tra i diversi caratteri paga dazio, a lungo andare, all’enfasi di maniera. Estranea, sia in prassi ché in spirito, all’erudito Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli. Dove il sincretismo d’intensi accordi sonori ed elegiaci disaccordi coglie l’anima dei luoghi visti solo attraverso il finestrino di un’automobile in mezzo al baleno alienante delle luci notturne. Salvatores, al contrario, pure in pieno giorno, brancola nel buio nel vano sforzo di coniugare l’arcinota gamma di motivi psicologici a scenari naturali capaci sul serio di trarre linfa dalla partecipazione nevrotica di un giovane schiavo degli scoppi d’ira.

Il timbro spiccio ed esornativo, adottato per evitare di cadere nei piagnistei del melodramma d’impegno civile, scade, così, nel bozzetto dell’infruttifero disimpegno. Alcuni siparietti distensivi strappano, qua e là, qualche franca risata in Tutto il mio folle amore. Anche se tutte le gag di alleggerimento, volte talora ad allungare il brodo, celano – richiami ed echi compresi – la penuria di un’autonoma sagacia intenta a scoprire l’arcano peso dell’incomunicabilità, la forza aggregativa della musica e le parole delle canzoni legate a dolci ed ermetiche verità.

 

 

Massimiliano Serriello

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Downton Abbey: un regalo cinematografico per i fan della serie tv

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Dowton Abbey in versione cinematografica è la dimostrazione del fatto che sia difficile sbagliare quando sono i fan della serie televisiva a guidarti.

Creatore di questa serie in costume tra le più amate del mondo, Julian ìFellowes ha letto attentamente cosa desiderava la sua platea mondiale, poi, da lì, sotto la direzione di un bravo regista come Michael Engler è stato radunato tutto il cast originale, con la risultante di un gradevole film per tutti, assolutamente imperdibile – e, magari, da rivedere – per il fan più accanito.

Il grande merito del lungometraggio va anche riconosciuto al fatto che, una volta tanto, non si è deciso di fare il solito film celebrativo, ma, sembrano essere state quasi seguite le orme di X-Files, per la quale, in modo geniale, si inventò una pellicola in mezzo alla terza di ben dieci stagioni per celebrare i suoi eroi, riportandoli poi sul grande schermo in un sequel.

In questo caso diciamo che l’operazione è differente, anche se il secondo film è praticamente confermato, non fosse altro perchè gli stessi attori si sono trovati talmente a loro agio a riprendere i panni  della famiglia Crawley e della servitù circondati dall’affetto dei fan, tra cui la regina Elisabetta II.

In definitiva, l’insieme contiene tutto ciò che chiede il fan più sfegatato della serie, dalle implacabili battute di Lady Violet, ovvero una sempre straordinaria Maggie Smith, all’arrivo di un’attrice del calibro di Imelda Staunton, nella vita moglie dell’ancor più leggendario maggiordomo Carson alias Jim Carter, e di tutti gli altri personaggi, lasciando spazio per tutti.

Lo scopo della serie, come ha dichiarato la Michelle Dockery che interpreta la splendida Lady Crawley, è quello di far evadere il pubblico dai problemi di ogni giorno, intrattenendolo per sei stagioni. Il film, quindi, lo riporta per quasi due ore a quelle magiche sere o pomeriggi che, nella tranquillità della propria casa, si guardava un episodio godendosi, magari, un buon tè.

Downton Abbey è tutto qui, con la sua forza individuabile unicamente nel mostrarci i nostri eroi più invecchiati, ma sempre in gran spolvero. Del resto, la signora Patmore non teme la sfida con lo chef francese della regina, quindi gli eroi della Marvel, DC Comics e Star wars dovranno guardarsi bene dalla concorrenza agguerrita di un gruppo di aristocratici e da un maggiordomo che guida bene la loro servitù. E questo ci fa ben sperare per il futuro del cinema.

 

 

Roberto Leofrigio

 

 

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Miserere: effetti canzonatori ed echi tragici di Babis Makridis

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L’interruzione del sodalizio artistico che legava il regista ellenico Yorgos Lanthimos allo sceneggiatore Efthymis Filippou, sulla falsariga dell’alchimia stabilita ai tempi del neorealismo da Vittorio De Sica con Cesare Zavattini, ha finito per nuocere ad ambedue i neo-contendenti.

Al primo a fronte dell’esacerbazione delle tecniche di straniamento, perfezionate, all’epoca dell’alacre accordo, con rigorosa esattezza, sull’esempio dell’esimio Kubrick, ed esibite, invece, di recente, nel pur lodato affresco storico La favorita, al fine di darsi un sacco d’arie per mezzo di alterazioni prospettiche incapaci, però, di riuscire ad aggiungere davvero qualcosa degno di nota ai risvolti dei personaggi e agli intrighi di corte.

Al secondo per la scarsa alchimia stabilita insieme al regista Babis Makridis con il mélo raggelato Miserere, a causa degli elementi espressivi diametralmente opposti tra loro posti in essere in chiave provocatoria. La scarsa efficacia della vicenda, con l’avvocato protagonista immerso nell’atroce eremo del tran tran giornaliero insieme al figlioletto e all’amabile cane di famiglia in seguito all’incidente per cui la moglie è entrata nell’incoscienza dell’algido coma, deriva dall’impasse di congiungere gli stilemi della tragedia greca al contraltare sarcastico e misurato dell’assurdo poetico.

La contaminazione evocativa porta così i segni dell’arroganza di chi mette troppa carne al fuoco, anziché l’umiltà degli sperimentatori intenzionati ad approfondire – attraverso l’idonea forma – i meandri del contenuto di specie umanistica. A furia, viceversa, di echi sentimentali, con l’effigie del mare in orizzonte simile a quello palesato nell’incipit di Nuovo cinema Paradiso da Tornatore, e controechi zeppi d’impassibile disincanto, sull’esempio delle commedie anaffettive dell’estroso Todd Solondz, Makridis non cava un ragno dal buco. Altro che estrarre conigli dal cilindro!

Con il ritorno alla vita della consorte, rea di alterare l’abitudine alla depressione raggiunta dal marito al pari di un bizzarro equilibrio, i nodi vengono mestamente al pettine. Ed è lì che il supporto, in fase di scrittura dell’involuto Filippou, mostra la corda. L’influenza reciproca di suoni diegetici ed extradiegetici, intenti a ritmare sia gli interni domestici e le glaciali corsie d’ospedale, sia i diversivi panteisti, uniti all’ordine naturale delle cose negato dalla gravità degli eventi, cede il passo ai pleonastici motteggi canzonatori sforniti dell’indispensabile virtù di snudare l’anima segreta di ciascun individuo.

Con buona pace delle incisive performance di Yannis Drakopoulos ed Evi Saoulidou, nei panni rispettivamente del tribuno a corto di parole e dell’angelo del focolare ferito nei nervi scoperti, tutti gli attori sono utilizzati alla stregua di mere pedine d’uno scacchiere dall’esito assai modesto. La ricerca della verità interiore, attraverso l’assurda inazione, spacciata per significativa ed enigmatica lentezza, traligna in una noia di piombo. Non c’è quindi spazio nemmeno in zona Cesarini, nonostante il colpo d’ala dei titoli di coda di Miserere, per la leggerezza insita nel valore dell’umorismo. Ma solo per gli abbagli di una mancata intesa volta a prendere lucciole per lanterne nella boria d’impartire bislacche lezioni di cinema.

 

 

Massimiliano Serriello

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Dario Ricci presenta il romanzo “Nove C”

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Il Taccuino Ufficio Stampa

Presenta

 

Nove C di Dario Ricci

Lo scrittore fiorentino Dario Ricci presenta “Nove C”, una storia d’amore e di montagna, una riflessione sulla paura di cambiare e sul bisogno di rischiare. Il racconto della vita di un giovane uomo alle prese con il martellante dubbio tra rinunciare o conquistare, tra fermarsi o andare. Un romanzo scritto con uno stile agile e diretto, in cui il silenzio assordante della neve e la precarietà di un corpo sospeso su una parete di roccia ricordano quanto sia arduo eppure meraviglioso scoprire chi si è davvero, e cosa si desidera per la propria vita.

 

Titolo: Nove C

Autore: Dario Ricci

Genere: Narrativa contemporanea

Casa Editrice: Il Seme Bianco

Collana: Magnolia

Pagine: 176

Prezzo: 15,90 €

Codice ISBN: 978-88-336-11-747

 

«Scalo in base all’umore. Stamattina le sensazioni sono quelle giuste. Il bosco sembra ancora riposare. Oggi riesco a non pensarti. Giulia. Mentre penso di non pensarti, in realtà ti penso lo stesso. Adesso credo di aver capito. Qualcuno ti direbbe che ti porto ancora nel cuore. Io credo invece di portarti più tra le costole. Come una frattura […]».

Nove C di Dario Ricci è un romanzo onesto e diretto, che sa strappare una risata ma che ha anche il potere di spezzare il cuore. Una storia che parla d’amore, verso un altro essere umano e verso la natura, in particolare la montagna. Soprattutto nell’ultima parte dell’opera si focalizza l’attenzione sulla passione ardente del protagonista Diego per l’arrampicata e lo scialpinismo, raccontati con precisione tecnica senza però mai mettere da parte la loro grande portata emotiva. È sicuramente di grande impatto la traversata sul ghiacciaio islandese del Vatnajökull che il giovane compie con la consapevolezza di stare effettuando innanzitutto un viaggio interiore nel suo dolore. Una traversata che insegnerà a Diego che spesso è giusto rinunciare, in montagna come in amore, e che “la neve fa un rumore assordante. Vuole solo essere ascoltata. Con le sue verità che si sciolgono al sole”. Verità che emergeranno dirompenti nell’apparente silenzio di un mondo candido e a volte ostile, che lo cambierà nel profondo. Diego è un’anima errante per tutto il corso della narrazione, un giovane uomo che vede nel rischio la possibilità di sentirsi vivo, che come un moderno Robert Frost esercita il proprio diritto di scegliere la strada meno battuta, rinunciando a un lavoro sicuro e ben retribuito, e a una storia d’amore con una donna in pace con sé stessa. Egli invece non è in pace, anzi, non cerca la pace, e la sua vita è un continuo tenersi in bilico in un disperato bisogno di “dipendere dal verticale”, con l’elettrizzante consapevolezza di avere duecento metri di vuoto sotto di lui. E nell’amore verso Giulia il protagonista ritrova lo stesso brivido, la stessa vertigine: lei è il suo “continuo strapiombo”, la verità ridotta all’osso, l’essenza di ogni cosa. Nove C è un romanzo scritto con uno stile lucido e incalzante, a volte quasi telegrafico, in linea con i pensieri fugaci di Diego, definiti da lui stesso “indolenziti”. Dario Ricci ci permette di fare la conoscenza di un personaggio cinico, ironico e dissacrante, protagonista di episodi tragicomici e di altri estremamente intensi, che espongono con onestà la sua anima ferita. Nel viaggio in Islanda troverà la sua salvezza nell’accettare l’imperfezione della vita, nel comprendere quando rischiare e arrampicarsi verso la cima e quando invece rimanere con i piedi ben saldi a terra. Perché da entrambe le prospettive è possibile scorgere il proprio futuro, e costruirsi la propria squilibrata pace.

 

 

TRAMA. Diego Capecchi, trentacinque anni. Responsabile marketing di un’azienda di moda. Un lavoro che odia, ma che va inspiegabilmente a gonfie vele. Anni di convivenza con Giulia finiti improvvisamente. Lei amante della montagna e alpinista; lui no, almeno fino al loro incontro. Una passione profonda per le vette esplosa come l’amore per questa ragazza trentina sensibile, imprevedibile e taciturna. Difficile da dimenticare. Poi Dafne. Un meraviglioso incastro imperfetto. Saranno le nevi perenni dell’Islanda e un incontro inatteso in un pub di Reykjavík a ricomporre il puzzle della sua vita. Intanto il climber ceco Adam Ondra sarà impegnato con il progetto più difficile mai realizzato in arrampicata, “Silence”. Difficoltà: Nove C.

 

 

L’AUTORE È DISPONIBILE A RILASCIARE INTERVISTE

Per richiedere e/o prenotare intervista

iltaccuinoufficiostampa@gmail.com

 

 

BIOGRAFIA. Dario Ricci (Firenze, 1982) è un appassionato di vette ma è stato adottato dal mare. “Nove C” (Il seme bianco, 2019) è il suo primo romanzo.

 

LA CASA EDITRICE. Il Seme Bianco è una casa editrice del Gruppo LIT che mira a dare voce e a valorizzare autori emergenti ed esordienti, al fine di dare spazio alla potenzialità creativa e alla sperimentazione espressiva che spesso non trovano ascolto in circuiti editoriali più paludati. Pubblica libri di narrativa generale, noir, gialli, saggi, fantasy e raccolte di racconti. Il filo conduttore che unisce i diversi generi è la passione per la scoperta. Scoperta di una particolare visione, di un punto di vista originale che permetta al lettore di curiosare in territori “altri”, siano essi geografici, sociali, generazionali, storici, psicologici, distopici, spirituali.

 

Contatti

https://www.facebook.com/darioricci.posta

http://www.ilsemebianco.it/

 

Link di vendita

https://www.amazon.it/Nove-C-Dario-Ricci/dp/8833611744

 

IL TACCUINO UFFICIO STAMPA

Via Silvagni 29 – 401387 Bologna – Phone: +393396038451

Sito: iltaccuinoufficiostampablog.wordpress.com

Facebook: www.facebook.com/iltaccuino.ufficiostampa/

 

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TORNA MOVIEMMECE, IL CINEFESTIVAL DELLA BIODIVERSITA’ DEL CIBO E DELLE CULTURE A NAPOLI DAL 25 OTTOBRE AL 3 NOVEMBRE

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Anche quest’anno torna Moviemmece, il cinefestival della biodiversità del cibo e delle culture in programma a Napoli dal 25 ottobre al 3 novembre 2019, organizzato dall’associazione Fuori dal Seminato in collaborazione con l’Associazione Gioco Immagine e Parole e il Festival Internazionale Tutti nello Stesso Piatto e con il patrocinio del Comune di Napoli. Bandita ogni forma di monopolio culturale e gastronomico, per la terza edizione del Festival più itinerante che c’è, largo spazio al cinema indipendente ed al cibo inteso come scambio culturale. Numerosi eventi, poche regole, divertirsi ed approfondire le emergenze socio ambientali e le questioni culturali dei territori per prendere coscienza di cosa ci nutriamo.

“Obiettivo del Festival è innanzitutto dare voce e spazio al cinema indipendente e di qualità, quel cinema impegnato tagliato fuori dai grandi circuiti, capace di stimolare negli spettatori riflessioni sui diritti umani e l’ecologia e aprire nuovi orizzonti sull’attuale crisi del pianeta, oggi più che mai attuale grazie ai giovani che in tutto il mondo sono scesi in piazza per il clima. – dichiara Marina Ferrara, tra le organizzatrici del Festival -La vera sfida che ci proponiamo,è farlo con leggerezza e convivialità , affrontando temi complessi con un approccio propositivo rispetto ai problemi della società contemporanea.

“Il cibo è anche uno straordinario veicolo per affrontare le contemporanee criticità ambientali e civili: basti pensare a come la produzione e la distribuzione di ciò che viene messo in tavola è una delle cause principali delle emissioni di CO2, di inquinamento di suoli e falde acquifere e di violazione dei diritti umani. – dichiara Sandra Cozzolino,anche lei organizzatrice –Nessuna privazione a tavola ma sì ai piccoli cambiamenti! A Moviemmece si mangia di continuo: prima e dopo le proiezioni, dopo il concerto, durante gli showcooking. Le degustazioni sono occasione di socialità e convivialità e un prezioso momento per continuare a confrontarsi sulla difesa dell’ambiente e dei diritti umani.”

Dieci giorni in cui spostarsi tra il centro di Napoli, con le location dell’Asilo Filangieri e il Centro di Alimentazione Consapevole e la periferia orientale, in particolare il quartiere San Giovanni a Teduccio presso il teatro Nest e l’Art33 Cultural Hub, per sensibilizzare sull’importanza della scelta degli alimenti, per sé e per l’ambiente. Non a caso tutti i prodotti che saranno degustati e cucinati all’interno del Festival saranno biologici e provenienti da filiere etiche. Moviemmece è inoltre un evento a rifiuti zero, che bandisce la plastica da tutte le sue attività. Il cibo visto come lo specchio di ogni comunità, con le sue differenze, la sua storia, i suoi sapori. Il cibo come una forma di cultura dei popoli e quindi della loro conoscenza. Tra gli eventi più spettacolari in programma c’è l’omaggio a Luciano De Crescenzo venerdì 1 novembre al Nest alle 18.00 con la proiezione del film “ Uomini d’amore” della regia di Enrico Di Maio.

Proprio il tema del cibo e della qualità dell’alimentazione resta ancora oggi tra i claim più discussi al mondo, complice anche il nesso tra la produzione agro alimentare l’utilizzo di prodotti chimici e i cambiamenti climatici.

Cuore del Festival è il concorso dedicato ai talenti emergenti, giovani artisti autori di cortometraggi inerenti alle tematiche del festival, accanto a cui si inserisce una prestigiosa rassegna di film internazionali indipendenti e una serie di laboratori e spettacoli sugli stessi temi. Tutte le proiezioni e i laboratori sono impreziositi dalla presenza di ospiti: attori, registi, attivisti e mediatori culturali che dialogano con gli spettatori offrendo loro una prospettiva esclusiva sulle tematiche indagate dai film. A valle di ciascun film e dibattito inoltre, una degustazione di cibi a tema provenienti da filiere etiche garantirà un clima di convivialità e socialità. Durante le proiezioni al Nest anche un momento dedicato a Luciano De Crescenzo, icona del cinema e della letteratura napoletana recentemente scomparso, venerdì 1 novembre con la proiezione di “Uomini d’amore – omaggio a Luciano De Crescenzo” Regia di Enrico Di Maio. La serata finale con la premiazione del miglior corto sarà Domenica 3 novembre, con la presenza della giuria presieduta da Maurizio De Giovanni ed alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e del presidente della commissione cultura della Camera dei deputati Luigi Gallo.

Programma completo: http://www.moviemmece.it/wp-content/uploads/2019/10/programma_Moviemmce_19_webCORR.pdf

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MARIA ROSARIA RUSSO E MASSIMILIANO VADO al Teatro Brancaccino di Roma con PAURA D’AMARE regia di Giulio Manfredonia, INTHELFILM produzione

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INTHELFILM PRESENTA

MARIA ROSARIA RUSSO – FRANKIE

MASSIMILIANO VADO – JOHNNY

in

PAURA D’AMARE

DI TERRENCE MCNALLY

 

REGIA GIULIO MANFREDONIA

VERSIONE ITALIANA ELEONORA DI FORTUNATO |SCENE ELISA BENTIVEGNA | COSTUMI ROSA ELEONORA PISCHEDDA | DISEGNO LUCI DIEGO PIRILLO | ASSISTENTE ALLA REGIA SALVO DI FALCO – ANDREA GORACI| AIUTO REGIA GOFFREDO MARIA BRUNO | PRODOTTO DA GIAMPIETRO PREZIOSA | LA STORIA SI SVOLGE AL RISTORANTE TERRA  

In scena fino domenica 3 Novembre 2019
TEATRO BRANCACCINO

dal giovedì al sabato ore 20.00; domenica ore 18.45

Maria Rosaria Russo e Massimliano Vado danno voce e corpo alla “Paura d’amare” di Terrence McNally, lo spettacolo prodotto da INTHELFILM, per la regia di Giulio Manfredonia in scena al Teatro Brancaccino di Roma fino a domenica 3 novembre.

Frankie and Johnny in the Clair de Lune è una pièce di Terrence McNally, sceneggiata dallo stesso McNally per il film Frankie and Johnny, diretto da Garry Marshall nel 1991 e interpretato da Al Pacino e Michelle Pfeiffer. La commedia fu giudicata dal New York Post “straordinariamente divertente, romantica, provocatoria” e il New Yorker definì McNally “uno dei più originali e audaci drammaturghi, e anche uno dei più divertenti”. Il film di Marshall ebbe un enorme successo e Michelle Pfeiffer ottenne una nomination ai Golden Globe come migliore attrice.

La commedia è la storia di un cuoco che, uscito da diciotto mesi di carcere per truffa, s’innamora di una cameriera appena uscita da una relazione infelice e la corteggia appassionatamente cercando di vincerne resistenze, paure, diffidenze.

Un dialogo brillante, serrato, ironico, cui fa da controcanto il coro dei personaggi minori. Tutte persone comuni, tutti accomunati dalla paura di scoprirsi e fare spazio all’altro, accettando i suoi e i propri limiti. Quella paura che conosciamo tutti, e che ci fa preferire la solitudine alla delusione.

NOTE DI REGIA

“Perché fai tutto questo?”

“Perché tutto quello che voglio è in questa stanza”

Questo dialogo riassume bene il senso della storia d’amore di Frankie e Johnny, i due protagonisti del testo di Terrence McNally, “Frankie e Johnny al chiaro di luna”, ma contiene anche, a ben vedere, l’idea che anima il nostro spettacolo.

Il testo di McNally (1987) infatti si svolge interamente nella stanza da letto di Frankie e racconta una notte d’amore tra i due personaggi, affidando ai loro dialoghi la descrizione delle loro vite.

Pochi anni dopo lo stesso McNally scrisse l’adattamento cinematografico per il film diretto da Garry Marshall nel 1991.

Nel film la vita di Frankie e di Johnny si arricchisce di mille particolari e tutta la storia si può dire faccia un vero e proprio salto di qualità: non solo la vicenda dei due affronta anche il loro innamoramento, totalmente assente nella pièce teatrale, ma i temi del racconto trovano la loro centralità e la struttura narrativa prende rotondità, con l’introduzione, a mio avviso determinante, del loro universo lavorativo, nel ristorante newyorkese “Apollo”, vero e proprio contrappunto diurno, frenetico e concretissimo, alle atmosfere rarefatte e sentimentali delle notti del testo teatrale.

Ho scelto quindi di prendere i protagonisti e portarli fuori dalla stanza, raccontando allo spettatore sia le vicende che li porteranno a quella notte d’amore, sia la paura che la segue, e poi il punto di rottura e la riconciliazione finale.

Il tentativo è dunque quello di scardinare le mura della stanza per riportare la storia nel reale.

Li scopriremo insieme al pubblico in un altrove nuovo e allo stesso tempo consueto, contrapponendo la rappresentazione delle azioni e dei gesti quotidiani dei personaggi con i loro sentimenti più intimi, e modulando e mutando il quotidiano in cui sono immersi.

Questo viaggio di andata e ritorno tra teatro e cinema ha l’obiettivo alto di “tradire” la pièce teatrale, cercando di disegnare una struttura narrativa nuova, a mio giudizio più compiuta, conservandone però il senso più profondo.

Johnny corteggia Frankie con le sue parole dirette, trasparenti, e fa breccia nel muro che lei ha costruito nel tentativo di annullarsi pur di tenere lontano quella paura che l’ha segnata.

L’irrompere dell’amore nelle loro vite, quelle di due persone semplici e assai comuni, trasfigura il loro ordinario e lo rende straordinario, stravolge il quotidiano trasformandolo in qualcosa che ha a che fare col desiderio, ma anche con la paura di tornare a vivere.

Quella paura di scoprirsi e fare spazio all’altro, accettando i suoi e i propri limiti, che conosciamo tutti, e che spesso ci fa preferire la solitudine alla delusione.

Giulio Manfredonia

 

BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma – www.teatrobrancaccio.it

Biglietto: 18,00 €

Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali

BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO

Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

 

 

 

 

 

 

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Paula Romina: la bella faccia del mondo latino

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Parliamo di bellezza e qui, come poche altre volte, riusciamo a coniugarla in ambito musicale e in una veste assai eccentrica e allo stesso tempo solare, ingenua in qualche misura… mai volgare e mai incoerente. Parliamo del mondo latino della cantante ecuadoregna Paula Romina e di questa pubblicazione che raccoglie gli ultimi singoli curati dalla Massive Arts di Milano. Un mondo a spasso tra contaminazioni pop, urban e ovviamente tutto ciò che concerne i moderni cliché del mondo latino main stream. Si intitola “Solo Conmigo”, e fa mostra di una donna sicura, padrona della scena, già matura di tante sfaccettature che si richiede a chi deve vestire questo ruolo. E ci chiediamo quanto tutto questo poi coincida con la realtà quotidiana. E stuzzichiamo con delicatezza quel concetto di bellezza, quel senso di eccentricità ma anche di estetica personale che inevitabilmente finiscono per far parte integrante di un ingranaggio che possiamo etichettare come latinoamericano. Ma comunque parliamo di musica e non di bellezza, parliamo di canzoni che parlano di emancipazione, di disuguaglianze da proteggere, di confini e anche di culture diverse… parliamo di uno stile ormai sdoganato in lungo e in largo nel main stream internazionale, una giostra in cui la giovanissima Paula Romina dimostra di saperci stare come fosse ormai vissuta di anni la sua carriera…

Noi parliamo spesso di estetica. E in pochi casi come questo possiamo affiancare al concetto di estetica anche quello di arte e musica. Che significato ha per Paula Romina la parola bellezza?
Ho avuto un periodo molto combattuto con questa parola durante l’adolescenza, oggi però posso dire che per me la bellezza significa amare se stessi e mostrarsi agli altri per ciò che si è, nella propria autenticità. Per me i canoni non esistono, ognuno è bello per la propria diversità.

Nella tua musica attuale la bellezza gioca un ruolo fondamentale soprattutto nei videoclip. Perché in questo genere di musica si ricorre molto all’immagine della bellezza? È quasi divenuta un’associazione ovvia per questa musica dai forti tratti latini… il lato sexy è indiscutibile…
Nei miei videoclip non mostro una donna perfetta, cerco più che altro di riflettere una donna sicura di se, che ama se stessa, e che dopo mille battaglie ama il suo corpo e lo trova a volte anche dannatamente sexy. È anche quello che mi capita di vedere spesso negli altri videoclip di Latinoamericane, donne sicure di se e di carattere, che trasmettono attraverso la loro musica la propria forza e la propria autostima verso se stesse.

E nell’intimo della donna che stai diventando, la bellezza quanto conta e quanto sta contando per la tua carriera?
Per me la bellezza estetica non è un fattore così importante, ovviamente io adoro prendermi cura di me stessa, ma non penso sia un punto fondamentale. Ci sono sicuramente delle parti del mio corpo che non mi piacciono, ma penso più a lavorare sul mio carattere,sulla donna e persona che voglio essere e trasmettere agli altri.

In questo breve disco si parla tanto di emancipazione, di donna nella sua maturità e sicurezza, si parla di oltrepassare frontiere e pregiudizi… quanto c’è di autobiografico? Quanto c’è di quello che ti appartiene quotidianamente?
Il mio EP è sicuramente autobiografico, riflette tanto la mia persona, il mio carattere e il mio pensiero su tanti argomenti. Mi piace essere trasparente e sincera con chi ascolta le mie canzoni.

Una curiosità: tutti i brani di questo EP hanno un bel video a corredo tranne “GUAY!”: come mai?
Il video di GUAY! Verrà realizzato in questi giorni, è uno dei miei brani preferiti, e non potevo non accompagnarlo con un videoclip! Ho tante idee in testa e non vedo l’ora di vederle concretizzate.

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Girogusto torna a Berlino e si riconferma uno degli eventi espositivi italiani più interessanti della capitale tedesca

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Domenica 10 e lunedì 11 novembre 2019 a Berlino 

Girogusto, la prima fiera B2B tutta italiana dedicata alle eccellenze enogastronomiche del bel paese, torna a Berlino il 10 e l’11 novembre 2019 e si riconferma uno degli eventi espositivi italiani più interessanti della capitale tedesca.

Torna a Berlino l’ottava edizione di Girogusto , la prima fiera enogastronomica di organizzazione esclusivamente italiana dedicata alle eccellenze del nostro food&beverage.

Quaranta aziende arriveranno il 10 e l’11 novembre 2019 da tutte le regioni d’Italia per presentare al mercato tedesco le loro specialità locali. A “invadere” il castello di Britz, antico e suggestivo edificio nel sud di Berlino, saranno vini, liquori, olio, aceto, salumi, formaggi, ma anche pasta, dolci e tanti altri prodotti tutti da degustare.

Girogusto si riconferma così una delle realtà espositive più interessanti dedicate al bel paese nella capitale tedesca. Non solo perché è la prima fiera B2B dedicata ai prodotti made in Italy organizzata da un team tutto italiano in Germania , ma anche perché propone un inedito e curatissimo mix di aziende già affermate e di nuove scoperte: piccole realtà in crescita, scelte proprio per il loro legame con il territorio e per la particolare attenzione alla qualità.

“Volevamo portare sul mercato tedesco eccellenze alimentari diverse da quelle solite, presentando da un lato grandi marche dalla qualità ormai già rinomata, ma andando a cercare nello stesso tempo produttori più piccoli e ancora poco conosciuti, per testimoniare al meglio la varietà della tradizione italiana. Il tutto con un occhio di riguardo per i prodotti biologici, i sistemi di produzione sostenibili e al legame con il territorio”, spiegano gli organizzatori, Fabio Esposito e Adriano Vinci. I due italiani residenti a Berlino, esperti del settore food&beverage italiano in Germania, ribadiscono: ” Girogusto è stata una scommessa che abbiamo fatto per passione, cominciando in piccolo, presentando i prodotti a cene organizzate in diverse città tedesche, e suscitando un sempre interesse maggiore, fino a diventare una vera e propria fiera. Ora possiamo dire di aver vinto la scommessa”.

I visitatori della prossima edizione di Girogusto potranno provare una grande varietà di prodotti tipici italiani legati alle migliori tradizioni del bel paese: dai biscotti veneziani, ai salumi abruzzesi, ai latticini della Campania, a più di trecento vini provenienti da tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, solo per citarne alcuni. I visitatori potranno inoltre degustare il catering fornito da Menu e la pizza preparata e infornata sul momento dai maestri pizzaioli portati dalle Farine Pivetti.

Gli organizzatori
L’evento espositivo è nato dalla collaborazione di due italiani, Adriano Vinci e Fabio Esposito, agenti che da molti anni operano sul territorio tedesco. Adriano Vinci, con alle spalle un’esperienza più che ventennale nel campo della gastronomia italiana in Germania, possiede una profonda conoscenza del mercato food&beverage. Fabio Esposito, arrivato a Berlino dieci anni fa, si occupa a lungo di marketing e della vendita online di vini italiani in Germania fino a gestire progetti con diversi grossisti tedeschi.

Dove e quando:
10-11 Novembre 2019
Castello di Britz
Alt-Britz 73
12359 Berlino
Orari: 10-18
Ingresso: riservato agli addetti del settore.
Richiedi l´ingresso qui: https://www.girogusto.de/informazioni-visitatori/

Info
www.girogusto.de
info@girogusto.de

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Oggi al TOHorror Film Fest “The Furies”, “Horror Noire”, Wu Ming

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Entra nel vivo il TOHORROR FILM FEST con l’australiano “The Furies”, il documentario “Horror Noire”, da Venezia il biopic “Fulci for fake” di Simone Scafidi e il fanta-horror francese “Tous les Dieux du Ciel”. E per gli incontri al Blah Blah: “(Fanta)Scienza e Rivoluzione” con Wu Ming. 
Il TOHorror Film Fest, la rassegna di cinema e cultura del fantastico tra le più longeve e agguerrite d’Italia prosegue ed entra nel vivo. Oggi, giovedì 24 ottobre,  al Massimo alle 16, categoria concorso lungometraggi, dall’Australia “The Furies” di Tony D’Aquino (2019, 82″) ci riporterà allo slasher sanamente grand guignol dei bei tempi;  il doc “Horror Noire” di Xavier Burgin (USA, 2019, 83″, rassegna documentari, cinema Massimo ore 17,30) racconta l’evoluzione del ruolo degli afroamericani nel cinema horror-fantastico; da Venezia “Fulci for Fake” di Simone Scafidi il primo biopic dedicato a Lucio Fulci (fuori concorso al Massimo alle 19,15) e alle 21,20 “Tous les dieux du ciel” di Quarxx (Francia 2018, 102″), fanta-horror francese che viaggia in bilico fra alieni e squilibri mentali (concorso lungometraggi cinema Massimo ore 21,20).
Per gli incontri al Blah Blah (via Po 21)  alle 18 “Fumettisti sul palco – Fumetti, tarocchi e demoni” con Eleonora Carlini e Fabio Listrani e alle 19,30 l’incontro più atteso con 2500 like sull’evento facebook: “(Fanta)Scienza e Rivoluzione” con Wu Ming. 

Sempre al Blah Blah, alle 21, prosegue la proiezione dei cortometraggi in concorso:CEMETERY TALES: A TALE OF TWO SISTER / FADE OUT / CHOWBOYS / SARAH / HAIR WOLF / WILD WILL / DIVERSION / O.I.

E domani, venerdì 25 ottobre per il concorso lungometraggi voleremo nelle Filippine e avremo a che fare con misoginia, coscienza storica e possessioni demoniache con Kuwaresima -The Entity (Filippine 2019, 114″, Cinema Massimo H. 16), “Aquarius Visionarius” di Claudio Lattanzi, dedicato a Michele Soavi (cinema Massimo, categoria rassegna documentari, H. 18,15); per il concorso lungometraggi l’ imperdibile zombie-movie declinato in commedia “The Odd Family” di Lee Min-jae (Corea del Sud, 2019, 111″) e alle 22, fuori concorso, dopo i passaggi al Festival di Berlino e al Tribeca, arriva al TOHorror in anteprima italiana “Knives and Skin ” di Jennifer Reeder (Usa, 2019, 111″) , che di certo non lascerà delusi i fan di “Twin Peaks” e “Donnie Darko”.
Tra gli ospiti più attesi il fumettista spagnolo Miguel Ángel Martín, autore di molte opere provocatorie e dissacranti di enorme successo, come “Brian The Brain”, “Psychopatia Sexualis”, per il Times “il migliore disegnatore di fumetti europeo”, nella classifica dei 50 più importanti fumettisti del secolo per la rivista The Face (venerdì al Blah Blah, via Po 21 alle 19,30) e Barbara Baraldi (venerdì alle 18).

La mostra CREEPYPASTA di Attila Schwanz, autore del poster del TOHorror 19, sceneggiatore e artista, vincitore del concorso internazionale “Who Art You?” e migliore installazione alla Biennale d’Arte Contemporanea di Perugia nel 2016, è visitabile fino a sabato 26 ottobre a Klec Blazna, in via Sant’Ottavio 37.

Programma completo con tutti gli incontri e accrediti: www.tohorrorfilmfest.it
La redazione

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Incontro con Wu Ming “(Fanta)Scienza e Rivoluzione”, TOHorror Film Fest, oggi al Blah Blah, Via Po 21, Torino

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TOHORROR FILM FEST 2019

giovedì 24 ottobre ore 19,30
BLAH BLAH via Po 21, Torino
 
Incontro con Wu Ming
(FANTA)SCIENZA E RIVOLUZIONE

Fantascienza? Affresco storico? Romanzo fanta-politico? Tra Rivoluzione d’Ottobre, trasfusioni e viaggi spaziali si sperimentano nuovi spazi narrativi, fantastico e realtà si fondono in “ProletKult”, ultimo parto letterario di Wu Ming. E sembra di cogliere il compimento della mutazione, il divenire l’«oggetto narrativo non-identificato» teorizzato e studiato. Il superamento del confine tra realtà e finzione. Da questa evoluzione vengono l’ibridazione dei generi e l’esplorazione dei territori della non fiction letteraria, dell’inchiesta, dell’intervento critico sulle questioni ambientali e di revisionismo storico e l’impegno antifascista.
La Redazione

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Le ragazze di Wall Street – Business is business: una storia vera

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Il titolo italiano è Le ragazze di Wall Street – Business is business, ma quello originale sarebbe soltanto Hustlers, semplice, immediato e che richiama la popolare rivista per soli uomini e, probabilmente, cambiato dalla nostra distribuzione per venderlo in maniera differente.

Diretto da Lorene Scafaria, è l’adattamento di una storia del New York Magazine del  2015 di Jessica Pressler (interpretata nel film da Julia Stiles) e riguardante un gruppo di spogliarelliste che truffano i loro ricchi clienti da migliaia di dollari a notte.

La storia di Ramona (una strepitosa Jennifer Lopez) ci viene raccontata attraverso gli occhi (e non solo quelli…) di Destiny (Constance Wu), e il film che, all’inizio sembra quasi uno spin-off sulle spogliarelliste di Wolf of Wall Street, in realtà contiene una vicenda molto più interessante, un vero spaccato sull’America, sul potere dei soldi, sullo sfondo della crisi finanziaria del 20o8 (già al centro de La grande scommessa), che ci porta nei camerini di queste giovani ragazze che lavorano sei giorni a settimana, tutte le notti, in uno strip club di New York, prendendosi solo una piccola parte dei ricchi guadagni.

Il fisico di Jennifer Lopez domina all’inizio del lungometraggio, e la stessa regista ha confessato di essere rimasta stupita da come la cantante, ballerina e attrice si sia gettata con anima e corpo nel progetto.

La forza de Le ragazze di Wall Street – Business is business è dentro la storia che Scafaria è riuscita a far emergere a livello cinematografico; così, a sequenze indimenticabili di corpi nudi danzanti sui pali si aggiunge il volto umano delle protagoniste, che scelgono questo lavoro fondamentalmente solo per soldi, nella speranza neanche di farne tanti, ma, sicuramente, con il vantaggio di farli velocemente, magari con qualche fortunata serata dove si esibiscono per il cliente che si invaghisce di loro (è bene precisare  che nel mondo dello strip americano vige la regola che non vi sia scambio di sesso, e solo in pochi casi capita).

In breve, l’insieme diventa anche un piccolo thriller, con le ragazze che, a causa della citata crisi del 2008, si trovano a sbarcare il lunario lavorando in tristi magazzini, con il compito di crescere figlia o figli, e anche scontando il fatto di dover scendere con il loro tenore di vita, con le favolose scarpe celebrate in Sex and the city che diventano solo un ricordo. Ed è a questo punto che Ramona si spinge in un piano audace per cercare in modo tutt’altro che lecito di svuotare quei pochi ricchi clienti di Wall Street, usciti dalla crisi e spesso vulnerabili. Guidate dalla sua intraprendenza, Destiny, Mercedes (Keke Palmer) e Annabelle (Lili Reinhart) colpiscono facoltosii bersagli maschili allungando le loro bevande con ketamina e MDMA sufficienti a fare in modo che consegnino le loro carte di credito senza totalmente perdere i sensi.

Ma, imbrogliare i ricchi per fare arricchire i poveri è tipico delle trame più classiche dei film americani, Le ragazze di Wall Street – Business is business sorpassa in modo impressionante ogni stigma legato allo spogliarello e al lavoro sessuale, sottolineando come i personaggi principali siano operai americani di routine, indipendentemente dal loro particolare lavoro. Scafaria convalida le sue eroine fin dall’inizio, concentrandosi su di loro come donne le cui lotte interne e amicizie reciproche sono molto più interessanti del proprio evidente fascino fisico.

Il risultato finale, rispetto anche  tante serie tv o film che hanno cercato di raccontare questo universo, è di gran lunga superiore, con una frase finale della Lopez che recita “L’America è un grande locale dove ci sta chi balla e gli altri lanciano i soldi”. Ovviamente, quelli che lanciano i soldi sono davvero pochi, tiene a sottolineare la regista, e non stupisce affatto che la Lopez rischi una candidatura agli Oscar non solo per aver mostrato il suo splendido lato B, ma per aver anche portato sullo schermo una storia che affronta tante tematiche sociali.

Quindi, nonostante seni e glutei esposti, questa è, forse, la magia del film della Scafaria, la quale ha confessato che non pensava potesse avere tanto successo di pubblico in America ed essere accolto dalla critica in modo a dir poco lusinghero. Probabilmente, gli Stati Uniti hanno finalmente superato l’inutile movimento #Metoo e, una volta tanto, le inutili discussioni sulla parità o disparità dei sessi, testimoniando come Le ragazze di Wall Street – Business is business superi in un colpo solo tutto il movimento femminista tramite una latina che si arrampica su un palo mezza nuda.

 

 

Roberto Leofrigio

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Mazinga Z – Box 2 è il secondo appuntamento in alta definizione con il robot creato da Go Nagai

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Torna la leggenda per eccellenza dei robot manga: Sua Maestà Mazinga Z, creato da Go Nagai nel lontano 1972 e trasmesso contemporaneamente in tv, fino al 1974. Torna in alta definizione grazie al cofanetto Mazinga Z – Box 2, edito da Koch Media, in collaborazione con Yamato Video, nella collana Anime Factory, consentendo allo spettatore di effettuare un nuovo tuffo nostalgico, in ricordo degli appuntamenti pomeridiani davanti al tubo catodico.

Un nuovo appuntamento per assistere ad altre avventure di Koji (Ryo in italiano), nipote del professor Juzo Kabuto, quest’ultimo creatore dell’immenso gigante di ferro composto da una superlega speciale, denominata appunto Z, progettato per combattere le malefatte del popolo dei Mikenes guidato dal malvagio Dottor Inferno.

Tre dischi blu-ray contenenti gli episodi che vanno dal numero 25 al 48, dispensatori di emozionanti eventi riguardanti la guerra tra le forze del bene, ovvero Ryo, Sayaka (alla guida del robot femminile Afrodite A), Shiro (fratello di Ryo), il professor Yumi (direttore dell’Istituto di Ricerca per l’Energia Fotoatomica) e Boss (amico fraterno dei combattenti), e quelle del male, comprendenti anche il Barone Ashura, vice del Dottor Inferno.

Tra i titoli che vi attendono, I fratelli Aeros (il monte Fuji è l’obiettivo di tre mostri meccanici), Un inviato oscuro…piano per rubare la superlega (una punizione del Dottor Inferno nei confronti del Barone Ashura, a causa dei fallimenti di quest’ultimo), I tre mostri volanti (tre collaboratori del professor Yumi vengono rapiti e coinvolti in un piano diabolico dei Mikenes), Battaglia nel cielo (l’arrivo del Jet Scrander, ali di supporto per Mazinga Z), Sabotaggio! (un collaboratore del Barone Ashura riesce ad entrare nell’Istituto di Ricerca per l’Energia Fotoatomica tramite un camuffamento), La fortezza volante del Conte Blocken (un nuovo alleato del Dottor Inferno viene coinvolto in un nuovo attacco contro le forze del bene), Bandiera bianca (un mostro meccanico porta con sé un segno di resa, ma ci sarà da fidarsi?), Il bambino abbandonato (un nuovo piano del Dottor Inferno prevede l’inserimento di una bomba nella piscina da cui esce Mazinga Z) e, infine, Il robot Boss (tre scienziati, assistenti del professor Yumi, vengono rapiti, ma con lo scopo di fargli costruire un nuovo molosso per conto di Boss).

Inserito in slipcase cartonato, inoltre, il cofanetto Mazinga Z – Box 2 offre il doppiaggio originale italiano insieme ad extra comprendenti le sigle di testa e di coda italiane della serie, con canzone eseguita dai Pandemonium e scritta da Dino Verde (parole) e Detto Mariano (musica).

Completa il tutto un ricco booklet a colori di venti pagine, con le sinossi di ogni singolo episodio, rari disegni preparatori originali e una galleria di illustrazioni.

 

Mirko Lomuscio

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Ecco il nuovo poster e il trailer finale di Star wars: L’ascesa di Skywalker

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Sono ufficialmente aperte le prevendite dei biglietti del film Star wars: L’ascesa di Skywalker nei cinema italiani, sui loro relativi siti, e sul sito https://app.powster.com/disney/sws-9/it/, in continuo aggiornamento.

Il nuovo capitolo della saga targata Lucasfilm arriverà nelle sale italiane il 18 Dicembre 2019 e, nell’attesa, sono disponibili il nuovo poster e il nuovo trailer in italiano del film (che potete vedere in basso).

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star wars: L’ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Star wars: L’ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran e Billy Dee Williams.

 

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Alessandra Giordo: la sexy fotomodella ex ufficiale sulle navi da crociera!

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Alessandra Giordo è la protagonista del nostro editoriale di oggi. Alessandra non è una ragazza come le altre, si perché oggi fa la modella, ma in passato è stata ufficiale a bordo di alcune navi da crociera della Carnival Corporation che è il più grande operatore al mondo nel settore delle navi da crociera. Insomma altro che Carola Rackete! Alessandra è bellissima e sopratutto è davvero preparata, ma vediamo di conoscerla meglio in questa intervista. 

Ciao Alessandra, benvenuta su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex, grazie per l’ospitalità, sto benissimo grazie.

 

Come, quando e perché hai deciso di fare la modella?

E’ successo tutto molto casualmente! Sono stata notata da diversi professionisti della zona, in seguito alla pubblicazione del mio primo set fotografico. All’epoca ho iniziato a studiare il posing, successivamente sono stata contattata  per posare ai seminari fotografici. Vedevo sempre più persone complimentarsi per le fotografie, tutto funzionava  e non c’era motivo di smettere.  Ho continuato perché sono una grandissima appassionata di fotografia e la moda mi ha aiutato a crescere e diventare la persona che sono oggi.

Poi però l’amore per il mare ti ha spinto ad abbandonare momentaneamente la carriera di modella per diventare nientepopodimeno che un ufficiale di Marina! Raccontami un po’.

Proprio cosi! Sono due tipi di carriere completamente differenti che non vanno di pari passo. All’epoca ho scelto la Marina Mercantile per via di tradizioni famigliari, perché comunque si guadagna molto bene, per avere uno stipendio fisso e poter risparmiare per comperare una casa.

Un bel giorno però hai sentito il richiamo delle passerelle e dei set fotografici e sei tornata a fare la fotomodella, eri in California giusto? E poi continua tu….

Si, Alex! Al tempo ero imbarcata su una nave che faceva tratta Messico-California. Su internet avevo letto che Fashion Nova, una delle più famose aziende statunitensi cercava modelle per collaborazioni. Ho deciso di contattarli e recarmi a Los Angeles giusto per provare, tanto non c’era nulla da perdere. Fortunatamente tutto è andato bene, ho iniziato la collaborazione con Fashion Nova ed ho lasciato la Marina Mercantile.

Oggi sei famosissima e richiestissima da tantissimi brand e marchi, come stai vivendo questo momento di grandissimo successo?

Sono molto felice perché sto facendo quello che mi piace fare di più. Vivo senza stress, organizzo le giornate come preferisco, dedico moltissimo tempo a me stessa, viaggio tantissimo e conosco  persone interessanti. Per la promozione di brand e marchi comunque bisogna essere giovani, il momento giusto è ora. La Marina Mercantile può anche aspettare perché non c’è un età limite per fare l’ufficiale di navigazione. Volendo in futuro potrei riprendere la carriera.

Alessandra Giordo, voglio farti questa domanda: tu che sei stata al comando di navi importanti cosa pensi di Carola Rackete? 

Alex, sono contenta che mi hai fatto questa domanda! Chiamare Comandante una persona con una licenza da padrone marittimo è un po’ come chiamare chirurgo plastico un estetista. Incitare e favorire l’immigrazione clandestina, violare un blocco imposto dal governo italiano mettendo in pericolo tutte persone a bordo della Sea Watch. In più, una potenziale tentata strage degli agenti della motovedetta non è di certo quello che un Comandante fa.  Una persona con esperienza le leggi le conosce bene e sa cosa succede se non vengono rispettate. Le scelte della signorina Rackete sono state irresponsabili e con il mare non si scherza perché basta poco per finire in tragedia.

Come è stata la tua prima volta sul set fotografico?

E’ stato tutto molto naturale, da subito mi sono sentita a mio agio.

Hai partecipato a diversi shootings: quali di questi ricordi con più piacere?

All’inizio della mia carriera quando posavo ai seminari fotografici ho collaborato con alcune finaliste sarde di Miss Italia. E’ stato uno degli shooting che mi ha più’ colpito, all’epoca avevo pochissima esperienza e stare sul set con modelle professioniste da anni è stato di effetto.

Cosa si aspetta dal futuro Alessandra Giordo ?

Il corso della vita è imprevedibile, non si sa mai cosa può accadere! Mi sento molto realizzata dal punto di vista lavorativo, spero un giorno di sposarmi e di avere una famiglia.

Un sogno nel cassetto che ancora non hai realizzato e che vorresti realizzare?

Mesi fa ho iniziato a scrivere un libro autobiografico in lingua inglese. Spero di finirlo il prima possibile e di pubblicarlo.

Quali sono le tue passioni?

Amo tantissimo la fotografia, di recente ho acquistato materiale fotografico ed ho intenzione di creare un piccolo studio nel mio appartamento.

Un tuo pregio e un tuo difetto

L’onesta’! E’ sia un pregio che un difetto, dipende dalla gente che si ha attorno e dalla situazione. Essere onesti oggi giorno in un mondo dove la maggioranza della gente è egoista e superficiale di certo non aiuta. Preferisco fare quello che è giusto non quello che mi conviene, preferisco perdere piuttosto che vincere in modo sleale.

Che cosa è sacro per te?

La famiglia è sacra e va difesa! Dio ci insegna ad amare tutti, a rispettare tutti e di non giudicare. Ma il “non giudicare” non deve essere scambiato come una forma di “ok, bene tutto è concesso”. Viaggiando molto, essendo stata in 47 paesi e conoscendo diverse culture, posso dire che il significato di famiglia si sta perdendo nel tempo.

La tua più grande paura?

La perdita della libertà di pensiero nel nostro paese.

C’è qualcosa di te che cambieresti?

Si’, dovrei essere più’ selettiva nella scelta delle amicizie. Allontanare le persone che impediscono la mia crescita, dunque, non è una scelta egoistica; è solo cercare di curare al meglio le relazioni di valore, impegnarci nel curare e dare attenzione a questo tipo di relazioni, questo è quello che si dovrebbe fare! Dovrei ricordarmi più spesso che la positività e la negatività sono entrambe estremamente contagiose, dunque perché circondarsi di persone negative?

Cosa è per te la felicità?

Penso che la felicità sia una scelta! La società ci fa credere che per essere felici bisogna essere ricchi  con un fisico scolpito  e magari guidare una Ferrari.  Cerchiamo costantemente la felicità in queste cose materiali senza renderci conto che è questa continua ricerca a renderci infelici e insoddisfatti della vita. Spero che tutti possano diventare ricchi e famosi ed avere tutto quello che hanno sempre sognato, così scopriranno che quella non è la risposta che stavano cercando. Per me la felicità è amare la vita, le cose belle capitano ogni giorno, siamo noi molto spesso a non notarle.

Com’è la vita sentimentale di Alessandra Giordo?

Terribile! Passiamo alla domanda successiva Alex!

Ultimo libro letto?

The ride of a life time, un best seller di New York sui 15 anni di esperienza di Rober Iger come CEO di Walt Diney Company.

Il tuo piatto preferito?

In Italia abbiamo troppe prelibatezze per scegliere solo un piatto preferito. Amo particolarmente la cucina campana e pugliese.

Amicizia, Amore, Famiglia, Lavoro, Salute, Sesso e Soldi che ordine di importanza hanno per Alessandra Giordo

Amore e famiglia vanno di pari passo. Fidanzato o marito comunque diventano parte della famiglia in automatico. Successivamente viene la salute e l’amicizia. Il lavoro, il sesso e i soldi vanno e vengono e non condizionano la mia vita.

Un motto o una frase che più ti rappresenta?

“Il leone non si gira se un cane piccolo abbaia!”

Manda un saluto ai nostri lettori!

Spero che le mie parole siano di stimolo e mi auguro ci incontreremo presto con un nuovo libro e il calendario 2020. Grazie, è stato un vero piacere essere in vostra compagnia. A presto!

Alex Napoleone Wilson

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