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Luca Bonaffini esce a breve con il videoclip dei suoi ASINI VOLANTI

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E’ in fase di montaggio la prima video-track tratta da “IL CAVALIERE DEGLI ASINI VOLANTI” di Luca Bonaffini.
Prodotta da Long Digital Playing con la supervisione del cantautore mantovano, la regia è stata affidata al giovanissimo Giacomo Bottarelli e protagonista è il rapper emergente (chiamarlo rapper è un po’ riduttivo) Frankie Bröni, scelto da Bonaffini e da Bottarelli come attore principale.

L’uscita del videoclip è fissata per il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate.

 

Ma facciamo un passo indietro: dal 2007 a oggi, sono trascorsi oltre dieci anni e Luca Bonaffini, cantautore dalla penna eclettica, è tornato con un album di inediti. Dopo essersi riprodotto e riproposto con singoli sparsi qua e là, raccolte e antologie, tributi a Bertoli, romanzi, autobiografie e regie teatrali, finalmente l’artista mantovano si è ripreso un piccolo spazio all’interno del mercato musicale (e discografico) italiano.

Con “IL CAVALIERE DEGLI ASINI VOLANTI”, Luca prende letteralmente il volo verso nuove mete, sperimentandosi in testi intrisi di romanticismo e di estetica letteraria (ricordiamo che oltre ad essere un musicista Bonaffini è scrittore e autore di testi teatrali), bene accoppiati con musiche geniali, composte da Roberto Padovan – anche co-produttore e arrangiatore dell’album.

Chiariamo subito: il concept non è semplice e immediato, ma molto ricco di emozioni. È un percorso a due binari (il primo terreno, il secondo mistico) che attraversa il Pianeta Terra per traghettare l’Uomo – prigioniero delle umane, appunto, fragilità – verso l’Universo. Amore e bellezza sono alcuni degli argomenti trattati nel breve ma intenso viaggio redatto dal Bonaffini dreamwriter formato CD.

La fonte di ispirazione, chiarisce l’artista, è stato un vecchio cd che avevo in archivio, di musica reiki scritta da Padovan. Inizialmente temevo un po’ troppo l’associazione alla new age e ai viaggi onirici di Franco Battiato (magari…!). Poi, lungo la strada, ho scoperto che stava nascendo una vera e propria canzone per ogni Chakra, senza citare mai esplicitamente alcuna disciplina. Insomma, alla fine è nato un album di canzoni pure e semplici fatte di bio-suoni e di tanto sentimento. Il Cuore, come cita “Il frutice e la grande fionda”, in lingua giapponese è “il mio cuore (watashi no kokoro)”. Spunta lo spettro della distruzione delle guerre, dietro “la grande onda di Kanagawa” di Hokusai e la capacità visionaria, quasi a tinte Fantasy, di chi si sente un asino volante. Un asino – ribadisce Luca – non un cavaliere. Il cavaliere non sono io, non siamo noi a dover salvare gli asinelli: saranno loro a portarci verso la salvezza, la felicità.

Sette tracce forti e intense per “Il cavaliere degli asini volanti” che, tra elettro-pop d’autore e influenze etno-age, ci racconta il nostro tempo in essere e a venire e la sacralità dei nostri valori fondamentali di sempre.

Chi è Bonaffini
Collaboratore storico del cantautore emiliano, dal 1983 al 2002 Luca Bonaffini è stato frequentatore di “casa Bertoli”, trasformandosi da “allievo e fan” a collaboratore principale. Una lunga strada fatta di incontri, sorprese e canzoni che ha visto il giovane Luca diventare autore, compositore, chitarrista e vocalist di Bertoli, nel giro di pochi fondamentali dischi.
Negli anni del boom televisivo di Pierangelo, Luca c’era: c’era con “Chiama piano” (che Bertoli cantò con Concato) fino alla sera del Festival di Sanremo 1991, nella quale Bertoli interpretò insieme ai Tazenda il brano “Spunta la luna dal monte” che decretò il successo discografico e live dell’artista di Sassuolo, facendolo diventare simbolo televisivo-musicale delle minoranze e della cosiddetat canzone civile.
Su Wikipedia troviamo queste informazioni, ma in realtà gli album da lui realizzati sono tredici, i libri tre, oltre dieci spettacoli di teatro canzone e, tra produzioni artistiche e collaborazioni autorali/partecipazioni, si contano circa una cinquantina di album. https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Bonaffini

Ufficio Stampa e Relazioni Pubbliche a cura di LC Comunicazione tel. 333 7695979

Contatti.lccomunicazione@gmail.com

www.lccomunicazione.com

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Cinema e drink: You only live twice, ispirato ad Agente 007: Si vive solo due volte

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di You only live twice, ispirato ad Agente 007: Si vive solo due volte, diretto nel 1967 da Lewis Gilbert.

BARLADY: Cristina Folgore

INGREDIENTI:

50 ml bourbon Jim Beam
30 ml succo di lime
15 ml zucchero liquido
20 ml Martini Rubino
Ginger water

Bicchiere:
highball

PREPARAZIONE:
Versare tutti gli ingredienti eccetto la ginger beer in uno shaker. Aggiungere ghiaccio, quindi shakerare. In un bicchiere highball aggiungere ghiaccio e versare il drink appena shakerato e chiuderlo con la ginger beer.

ISPIRAZIONE:
A fine anni Sessanta Sean Connery era testimonial ufficiale del bourbon Jim Beam, e proprio in quegli anni uno dei suoi film di maggiore successo fu proprio Agente 007: Si vive solo due volte.

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Rete 4, il Maschio Angioino e il Santo Graal in “Freedom-Oltre il confine” con Roberto Giacobbo

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Rete 4, il Maschio Angioino e il Santo Graal in “Freedom – Oltre il confine” con Roberto Giacobbo

 Appuntamento mercoledì 29 maggio alle 21,30 con il programma di divulgazione storica, scientifica e archeologica

L’essere umano si pone da secoli molte domande sul Santo Graal. Perché alcuni indizi sembrerebbero portarci a Napoli, in un favoloso castello chiamato “Maschio Angioino”? Mercoledì 29 maggio alle 21,30 su Rete 4 andrà in onda la seconda puntata di “Freedom – Oltre il confine” con Roberto Giacobbo che nel castello che sorge al centro della città seguirà le tracce lasciate da un enigmatico “libro di luce” che appare solo durante i giorni del solstizio estivo. Quale significato potrebbe avere e chi lo avrebbe cifrato in questa maniera così particolare? Ma non è tutto: perché in questo castello si parla di Re Artù e del 13° cavaliere della Tavola Rotonda?

Durante l’appuntamento in prima serata sarà possibile vedere ricostruito il Maschio Angioino in simulazione grafica grazie all’uso di laser scanner 3D, una nuova tecnologia tutta italiana, unica a livello internazionale,  che crea modelli delle location a nuvole di punti. Il risultato è un prodotto originale e stimolante, spettacolare, ricco di trasparenza e colori vividi, colmo di punti di vista nuovi e originali.

La realizzazione di questa puntata è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Comune di Napoli e dell’Assessorato alla Cultura; di Giancarlo de Simone, dirigente del Museo Civico di Castel Nuovo; di Salvatore Forte, studioso di simbologia, Francesco Afro de Falco, regista, e Annalisa Direttore, attrice, dell’associazione culturale IVI (itinerari video interattivi) che ha scoperto il fenomeno del “libro di luce” e continua a studiare la simbologia storica del castello; della “Compagnia la rosa e la spada” e dell’associazione culturale rievocatori fantasie d’epoca.

“Freedom – Oltre il confine” è un programma di Roberto Giacobbo, scritto con Irene Bellini, Valeria Botta, Massimo Fraticelli e Marco Zamparelli. Alla regia, Ico Fedeli e Anna Rita Mineide, direttore della fotografia Daniele Poli.

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Ilona Staller “Cicciolina” si racconta su Mondospettacolo!

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Amici di Mondospettacolo, oggi abbiamo il piacere di intervistare Ilona Staller conosciuta in tutto il mondo col suo nome d’arte CICCIOLINA: avevamo già avuto modo d intervistarla circa tre anni fa, in occasione della scomparsa della sua ex collega Barbarella. Oggi però le abbiamo dedicato uno speciale tutto per lei. Da subito nella sua intervista Ilona ci ha dato la conferma di essere da sempre una vera icona sotto tutti gli aspetti… da modella ad ex pornodiva mondiale, da ex Deputato del Parlamento Italiano ad artista di opere d’arte contemporanea straordinarie e da lei composte. Vi raccontiamo di lei, dal passato, al presente e di un futuro fatto di progetti davvero entusiasmanti.

Allora Ilona incominciamo a parlare di te, il tuo nome, il tuo luogo di nascita.

All’anagrafe il mio vero nome è Elena Anna, abbreviato in Ilona, come da tutti conosciuta e nota in tutto il mondo. Sono nata in Ungheria, esattamente a Budapest, una città che da sempre porto nel mio cuore, della mia infanzia esistono molti ricordi da bambina, di quando vivevo nella mia terra natale: i miei genitori si separarono quando ero ancora bambina, sicché io e i miei fratelli crescemmo con il mio patrigno, un uomo buono ma molto severo, che ci portava a messa e non mi faceva uscire la sera. Vivevamo si fa per dire, dello stipendio di mia mamma e di mia nonna, seppur la mia infanzia trascorse in periodi difficili ed altalenanti tra alti e bassi, cademmo anche in una vita di stenti per varie circostanze, conobbi una grande povertà e dopo la mia infanzia, iniziai gli studi di medicina seguendo le orme di mia madre ostetrica e che si chiamava come me, Ilona, poi mi dedicai brevemente all’archeologia. Non mi applicavo molto negli studi, mi interessavano molto di più le feste, i concerti e i ragazzi. Fin da giovanissima la mia bellezza nordica non passava affatto inosservata agli obiettivi dei fotografi delle migliori agenzie di Budapest, e di lì fu l’inizio della mia carriera, vincendo da giovanissima il concorso per modelle della agenzia ungherese M.T.I.

Parlaci di te.

“Dove devo iniziare? Come Ilona o come Cicciolina? (Sorride davanti a noi con le sue labbra sensuali color fucsia e con i suoi splendidi occhi azzurro mare.) Sono un’autentica e romantica paladina della liberalizzazione sessuale e dell’antiproibizionismo degli anni ’80, ancor oggi Dea degli eccessi e delle provocazioni, in lotta contro censura, perbenismo e falsi pudori, pop e glamour nelle vesti della lolita più amata dagli italiani e in tutto il mondo. Sono come Peter Pan con la sua “Isola che non c’è”, rappresento la CICCIOLINA figlia dei fiori, per tutte quelle persone che vivono la vita serena senza compromessi, con tanto amore e trasgressioni. Sono fiera di essere me stessa ora come oggi un’icona mondiale. Ecco chi sono oggi, definita da molti media internazionali come la POP GLOBAL ICON precorritrice della “Lady GAGA” che segnò già da diversi decenni uno stile di pensiero moderno, trasgressivo e di libertà per raccontare e vivere le proprie emozioni e vibrazioni dell’anima e dell’amore universale”.

Come è nata la tua coroncina di fiori?

Mi trovavo in un centro commerciale a Roma e visitando un negozio di bigiotteria presente all’interno rimasi colpita da una bacheca contenente un cordone decorato di fiori lungo all’incirca 40 cm…mi rivolsi alla commessa e chiesi di poter vedere con mano il cordone di fiori contenuto nella bacheca di vetro, lo presi e così per caso lo avvolsi intorno al capo. La commessa un po’ sbalordita esclamò che non era da mettere sul capo ma era una collana da mettere attorno al collo…da quel gesto insolito nacque la mia prima coroncina di fiori semplicemente da quella che doveva essere una collana. In quegli anni non avevo con me tanti soldi al seguito così raccomandai la commessa di conservarmi la “collana” e il giorno seguente andai a ritirarla insieme al bracciale dello stesso disegno. Indosso la coroncina di fiori in tutti gli eventi a cui presiedo, dalle discoteche alle serate di gala, dai servizi fotografici alle partecipazioni televisive, perché mi sento botticelliana, adoro Botticelli, per me è un simbolo che riprende la sua arte: simbolo botanico d’eccezione! Mi rifaccio all’opera del Botticelli correlata di tante varietà di fiori…ricostruzione raffinata e del tutto personale del mito della nascita della Primavera. La corona simboleggia i premi, gli onori, la completezza, la perfezione, l’immortalità e la grandezza, come lo è CICCIOLINA per tutti i suoi Cicciolini e Ciccioline del mondo.

Sogni nel cassetto?

Sono davvero molti, ma uno in particolare sto cercando di realizzare…quello di lanciare sul grande schermo del cinema la mia vera storia, un vero replay sulla mia vita dove nei miei ricordi ho in mente momenti belli e brutti, ma i momenti coronati di gioia sono davvero molti da raccontare per lasciarli a voi narrati nella trama del colossal cinematografico “Ilona Staller CICCIOLINA FOR YOU”: la trama su cui si basa il mio racconto autobiografico, contenente aggiornamenti inediti sulla mia vita, di cui la versione inglese è già pronta dovendone sottoporre il contenuto ad alcuni produttori esteri. Nascerà un vero colossal mondiale: il mio FILM autobiografico, che narrerà la mia vita da modella a pornodiva, da parlamentare ad artista di grandi opere d’arte contemporanea, quindi ci sarà tutta la mia vita davanti alle telecamere e farò anche la parte di regista del film stesso! I grandi produttori cinematografici saranno benvenuti se volessero da subito maggiori informazioni sulla mia idea potendo leggere la trama da me scritta, anche in inglese, già pronta nel mio ufficio. Aggiungo che oggi è disponibile per tutti i miei fans anche il mio meraviglioso libro fotografico dal titolo “MEMORIE – Racconto fotografico di un MITO: CICCIOLINA Ilona Staller”…da modella a Pornodiva…a moglie perfetta a parlamentare…tutto documentato con migliaia di splendide fotografie a colori in un libro di oltre 230 pagine. Potete acquistare il libro fotografico con tanto di dedica e autografo personale, contattandomi attraverso il mio sito ufficiale www.cicciolina.org, avviso i miei fans e amici che il nuovo sito web sta prendendo forma con contenuti ricchissimi di fotografie, video e oggetti appartenenti al mio percorso artistico dal periodo di attrice hardcore ad oggi, annuncerò a breve l’apertura online del sito su cui potrete acquistare il mio libro fotografico con dedica e perché no, anche incontrarmi dal vivo per una stupenda foto ricordo insieme a cui sarò lieta di apporre il mio autografo sul libro, che non deve mancare nelle case di tutti i miei fans.

Il tuo ruolo perfetto nello spettacolo?

Nei miei spettacoli sprigiono tutta la fantasia e creatività, per cui non esiste un solo ruolo essendo io stessa un’artista poliedrica capace di coinvolgere le migliaia di fans che giungono per vedermi in tutte le discoteche di cui sono ospite Special Guest Star, interpretando le mie canzoni inno all’amore universale, ballando con i miei fans e divertendomi con loro. La mia grinta è sempre la stessa, nulla è cambiato se non che la scenografia degli spettacoli non più troppo trasgressiva come in passato: un pizzico di nostalgia non manca…un tempo con me sul palco c’era il mio serpente “Pito Pito” e oggi invece come già in quei tempi, porto sempre il mio inseparabile orsetto di peluche mentre canto le mie canzoni dance quali “Inno alla trasgressione”, “Baby Love”, e per i più trasgressivi: ”Muscolo Rosso”. Nella mia attività artistica mi avvalgo di un valido collaboratore oltre che grande amico: Gianni Domingo Bove, lui si occupa delle mie pubbliche relazioni anche in lingua estera e dell’immagine, a lui un grazie per essermi vicino in campo lavorativo.

Ilona Staller in compagnia di Gianni Domingo Bove

Sei una grande giocatrice di scacchi. Chi ti ha insegnato? Chi ti sfiderebbe?

“Sono Regina, ho milioni di Cavalieri ma manca il Re al mio fianco”, ironicamente sorrido perché l’analogia mi porta a rispondere che amo il gioco degli Scacchi, da bambina mio padre mi insegnò tutte le tecniche di questo fantastico gioco, di intelligenza e di intuito, al punto che divenni più brava di lui battendolo sempre. Esorto i Casinò e i Game Clubs ad organizzare tornei di scacchi ove chiunque potrà sfidarmi, magari anche su una scacchiera fatta di persone vere, di Uomini e Donne e chissà che alla fine dovrò sfidare il Re che diventerà il mio Principe Azzurro?

Perché ami quello che fai?

Amo quello che faccio perché fa star bene tutti i miei fans del mondo che desiderano vedermi in tutti gli eventi a cui presiedo e che sono sempre un grande successo per gli organizzatori e gestori delle location: dalle discoteche alle location per Musical, alle fiere dell’eros ai Motor shows, passando non per ultimo ai festival della canzone revival 80 e 90, si perché nel mio repertorio musicale sono ben 50 le canzoni che ho scritto e interpretato nei vari eventi musicali di tutto il mondo. Allora…chi vuole potrà contattarmi per esibirmi in qualunque genere di evento, a voi la scelta del format e CICCIOLINA sarà lieta di presiedere davanti ai suoi fans e come sempre sarà un vero e proprio Sold Out. Non esiste età per i fans di CICCIOLINA, i miei fans sono ragazzi/ragazze e adulti di tutte le età sempre carichi di vita, con voglia di amare e di trasgredire. Loro sono ormai inseparabili da me: sono io stessa a ricordarlo spesso nelle mie interviste, ma anche sui social e sul palco delle mie serate dove spesso li invito sul palco per intervistarli liberamente e sono splendidamente “innamorati di me”.

Vita sentimentale?

Sorrido…aspetto ancora il mio principe azzurro che mi riempie di attenzioni, regali e viaggi. Tutti gli uomini sono attratti dalla mia personalità, solare, dolce e carismatica, ho un carattere molto positivo, sono molto romantica e non solo, sappiate bene che sono una eterna “fricchettona” sempre in cerca di cose belle e soprattutto molto fortunata nella vita.

In questa opera appare il violino nelle mie mani, uno strumento musicale affascinante e romantico al tempo stesso: Cicciolina canta “fate l’amore, non fate la guerra” come un angelo della libertà sessuale, scongiurerà sempre i pericoli di una società fredda, violenta e ingiusta nei costumi e nei modi di pensare.

Cosa ti piace di più di te?

La mia vena artistica. E’ l’elemento che più adoro e con la quale esprimo la mia fantasia e creatività all’ennesima potenza: in questo momento mi sto dedicando molto all’ arte contemporanea. Prima di tutto: Fotografia e Arte, un grande binomio artistico per me, e oggi sono molto impegnata anche per splendidi servizi fotografici per i più grandi fotografi di tutto il mondo. Non potevo altro che essere oggi anche ideatrice di fantastiche opere d’arte contemporanea surrealistiche per la serie “Cicciolina Make Art”: una serie di opere d’arte che con grande entusiasmo illustrano la mia persona, la mia vita, ecc. in illustrazioni inedite ed assolutamente esclusive! Si perché la vera opera d’arte è la vita di ognuno di noi! Le opere sono di varie dimensioni tutte firmate da me, sotto forma di collages coloratissimi esse denotano una sensualità ed una vitalità molto spiccate – saranno il tema centrale delle esposizioni artistiche in programma per il 2019 e oltre, di cui spero anche a Roma. Se qualche gallerista fosse interessato alle mie opere d’arte potrà contattarmi, sarei disponibile come madrina nelle esposizioni artistiche a tema Arte Contemporanea per le prestigiose gallerie d’arte italiane ed estere oltre che a vendere le mie splendide opere d’arte. In questa intervista potete visionare il genere illustrativo delle mie composizioni artistiche ricche di fantasia, colori e vitalità.

Un angelo con le ali di piume bianche distese, mentre alle sue spalle appare in tutta la sua possenza e carica erotica “L’Avvocato del Diavolo”, il portatore di Giustizia, Geniale e Imprevedibile paladino della Difesa di un Angelo puro ed innocente: Cicciolina, protetta dall’ avvocato delle star Hollywoodiane, Luca Di Carlo, le iniziali “I” e “S” trafitte nelle sue mani : un impatto visivo con chiari riferimenti “giudiziari” a difesa di un’ ICONA diventata Storia nel panorama trasgressivo ed artistico mondiale, in una splendida illustrazione artistica contemporanea, contrapposta a cenni puramente rinascimentali. In questa opera illustrativa, la raffigurazione dell’ angelo “Cicciolina” insieme al “Diavolo della Legge” pronto a scagliare l’Asso nella manica come ultimo baluardo di difesa verso una vita ricca di emozioni e suspance, ma anche di molte difese come lo sono state nel tempo per le cause internazionali con l’artista Jeff Koons. 

Generi di spettacoli o film preferiti?

Mi piace ogni genere di spettacolo dal genere musical al genere teatrale, quanto ai film adoro le storie d’amore, dal genere “Via col Vento” a “Titanic”.

Prossimi impegni lavorativi?

Vorrei tornare a fare teatro: poter realizzare un musical in stile Broadway… ma tutto italiano con io stessa protagonista in un repertorio recitato sulla mia vita, sui personaggi che l’hanno contraddistinta con balli, canzoni, musiche e coreografie ideate da me personalmente. Avete mai visto un musical a teatro? Sì? Quello che probabilmente non avrete mai visto è un musical a teatro totalmente dedicato a CICCIOLINA, e sul palcoscenico del Teatro Nazionale potrebbe accadere davvero qualcosa di straordinario: arriva CICCIOLINA… il musical, in una produzione italiana in assoluto, ispirata ai miei racconti di vita e sulle mie celeberrime canzoni. Una sfida meravigliosa insomma che si compirà davanti agli occhi degli spettatori, che potranno così vedere CICCIOLINA nella magia del palcoscenico. Non sono nuova nel Teatro: ricordo la mia rappresentazione teatrale a Roma, al Teatro Bagaglino in CICCIOLINA STORY con gli attori Leo Gullotta e Oreste Lionello.

E in televisione?

Mentre continuano a circolare rumors sulle prossime edizioni dei reality, tra i quali il Grande Fratello VIP, si fa avanti e non si esclude la possibilità di far parte del cast, non escludo che il GF possa definitivamente chiamarmi e ben venga, mi farebbe molto piacere, soprattutto per farmi vedere sulla TV nazionale dalla quale sono da un po’ di tempo assente (ho già partecipato con grande successo ad edizioni estere dei più noti reality quali THE FARM, reality inglese, a seguire la versione argentina di “Ballando con le Stelle” e nel 2017 ho partecipato al reality ungherese “CELEB VAGYOK, MENTS KI INNEN” per la TV Ungherese RTL Klub: una specie di “Jungla dei Famosi” insieme a 12 concorrenti VIP, ambientato nella foresta tropicale del Sud Africa, vicino Johannesburg in cui le mie condizioni di vita e partecipazione per 4 settimane erano direi più dure rispetto alle condizioni di sopravvivenza in Honduras): nei reality di produzione italiana voglio dimostrare che sono in grado di stare in ambienti diversi, e poter essere protagonista di punta di queste nuove edizioni per regalare al pubblico momenti di vero spettacolo, con una rinnovata energia tra i VIP. Senza dubbio il GF e l’Isola dei Famosi non sono solo un percorso di convivenza, ma dimostrano di essere un percorso interiore che tutti i VIP come me prima o poi devono poter affrontare, e che rende il gioco davvero interessante.

Un saluto o una dedica per tutti i tuoi fans?

Che nel Mondo ci sia tanta pace e non ci siano più guerre e terrorismo. Che ci sia tanta pace, salute, amore e sesso. VI AMO TUTTI, cari Cicciolini e Ciccioline…la Vostra CICCIOLINA ILONA STALLER. Vi aspetto nelle mie serate Special Guest nelle migliori discoteche dove potrete vedermi, fare selfie con me e cantare insieme le mie canzoni da sempre inno all’amore universale.

Alfonso Chiarenza

Ilona su Facebook: https://www.facebook.com/Ilona-Staller-Cicciolina-583974311623921/

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Stefania Marchionna sul Red Carpet del Festival di Cannes 2019

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Stefania Marchionna classe 92, pugliese, bellissima, , classe da vendere, ospite sul Red Carpet del Festival di Cannes 2019.

La vedremo presto in una serie TV sui grandi schermi e non solo. Ha lavorato con Marco Risi, Enrico Vanzina, Paolo Sorrentino, Gianluca Tavarelli e molti altri. I suoi occhi verranno ricordati. Ho chiesto a Stefania di raccontarsi brevemente per i nostri lettori.

“Era il mese di febbraio dell’anno 2014 quando ho maturato la decisione di trasferirmi a Roma e intraprendere gli studi di recitazione. Avevo caldeggiato l’idea poco dopo la perdita di mio padre, che aveva trasmesso a me e a mia sorella l’amore per l’arte in tutte le sue forme: musica, canto, cinema… insomma l’amore per la vita.

La scelta di trasferirmi lontana dalla mia terra e dalla mia famiglia ha aumentato il mio senso di responsabilità e, di conseguenza, il mio impegno nel lavoro. Da dottoressa con lode in economia ho avuto modo di collaborare con numerose case di moda e agenzie di comunicazione, ma avevo capito che quella non sarebbe stata la mia strada e, quindi, decisi di seguire la mia passione: la recitazione.

Stylist : B17fashion di Giuseppe Martucci

Spesso sento dentro di me una voce che mi dice che non riuscirò a farcela, ma dopo penso subito a mio padre e al suo sogno e quella voce scompare sostituita da un sentimento di sfida contro me stessa.

Certamente sarà difficile soddisfare le aspettative della mia famiglia e quelle che io stessa provo, ma so che questa è la strada giusta. La passione per la macchina da ripresa iniziò durante il periodo dell’adolescenza, facendo piccole esperienze di recitazione, ma sentendomi addosso il peso dell’opinione comune che mi confondeva, volendomi far credere che senza raccomandazioni non avrei mai avuto carriera. Fin da subito, però, queste voci e pressioni non mi hanno mai condizionata, anzi, sono riuscita a creare la donna che sono ora e, quindi, no, non cambierò mai la mia scelta.”

Napoleone Wilson

https://www.mondospettacolo.com/stefania-marchionna-ci-racconta-il-suo-natale-a-cinque-stelle/

https://www.facebook.com/stefania.marchionna.5

Nella copertina: Stylist dolly fashion di Andrea Ubbiali
Hair styilist : Backstage HS
Dress : Leadamiano couture
Bag : Radah
Jewels : Recarlo
Ufficio Stampa: Sabrina De Capitani

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Godzilla II – King of the monsters: scontro tra titani

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Tra i lungometraggi più attesi del 2019, vi è indubbiamente Godzilla II – King of the Monsters, per la regia di Michael Dougherty, nonché sequel del reboot Godzilla, realizzato nel 2014 da Gareth Edwards.

Questo terzo capitolo della serie MonsterVerse (composta, al momento, dallo stesso Godzilla 2014, da Kong: Skull Island, del 2017, e dall’annunciato Godzilla vs. Kong, previsto per il 2020) vede ancora una volta l’agenzia di criptozoologia M.O.N.A.R.C.H. – di cui fanno parte la dottoressa Emma Russel (Vera Farmiga) e il dottor Ishiro Serizawa (Ken Watanabe) – alle prese con una serie di kaiju (tra cui, ovviamente, anche il mitico Godzilla) in lotta tra loro.

Tra gli avversari dell’ormai cult lucertolone abbiamo i mastodontici Mothra, Rodan e, non ultimo, King Ghidorah, enorme drago a tre teste.

Temi centrali di questa importante produzione sono l’impatto dell’uomo sull’ambiente (con tanto di relativi danni) e, analogamente a quanto è stato per il primo film della serie, la famiglia e l’importanza degli affetti.

Se, tuttavia, questa ultima tematica risulta qui assai debole e fortemente pretestuosa (considerato anche il voler ricalcare a tutti i costi l’impronta del primo film), facendo sì che l’intera scrittura risulti piuttosto deludente e, a tratti, raffazzonata, d’altro canto non si può non riconoscere un indubbio appeal nel prodotto in questione.

E, di fatto, Godzilla II – King of the monsters colpisce principalmente per i suggestivi e appassionanti combattimenti tra mostri, nonché per i riusciti effetti speciali. Evidente, dunque, il fatto che regista e produttori si siano sbizzarriti a più non posso nel dar vita a questo divertente giocattolone che altro non vuole fare che intrattenere piacevolmente gli spettatori di tutte le età, per più di due ore, con una violenza dall’effetto catartico e liberatorio.

Pur meno riuscito del capostipite, Godzilla II – King of the monsters rende ancora più trepidante l’attesa del lungometraggio che vedrà, finalmente, lo scontro diretto tra Godzilla e Kong.

 

 

Marina Pavido

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Bugie rosse: CG Entertainment distribuisce in home video il Basic instinct italiano

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Dal 30 Maggio 2019 torna in dvd nei negozi specializzati e in tutti gli store digitali, distribuito da CG Entertainment (www.cgentertainment.it), Bugie rosse, la discussa pellicola scritta e diretta da Pierfrancesco Campanella, definita – nel periodo della sua uscita sul grande schermo – a metà strada tra Cruising con Al Pacino e i film di Dario Argento. In realtà, si tratta di un thriller erotico molto spinto, un micidiale mix di sesso a tinte forti e cruda violenza, dove si mescolano perversioni di tutti i tipi a un’avvincente storia gialla, carica di tensione, mistero e colpi di scena.  In un certo senso lo si può quasi considerare la risposta italiana a Basic instinct, il sensuale film con Michael Douglas e Sharon Stone che l’anno prima aveva sbancato i botteghini mondiali.

Bugie rosse, distribuito nelle sale cinematografiche italiane nel 1994 dalla importante casa americana Warner Bros, narra le scabrose vicende di un cronista televisivo (interpretato da Tomas Arana, antagonista in blockbaster come Guardia del corpo e Il gladiatore) impegnato in uno scottante reportage su alcuni delitti maturati nell’ambiente torbido di una grande città, il quale resta in qualche modo affascinato da quel mondo, grazie anche all’amicizia “particolare” instauratasi con un “ragazzo di vita”, cui presta il volto Lorenzo Flaherty (affermato attore di fiction come Distretto di polizia e R.I.S.). Tra un omicidio e l’altro, il protagonista comincia a distaccarsi dalla moglie (una bellissima Gioia Scola, che tutti ricordano in Yuppies 2 e Sotto il vestito niente 2, qui più conturbante che mai) e tutto lascerebbe pensare a un drastico cambio di vita. Sarà davvero così? Di certo la scoperta dell’insospettabile assassino con i relativi, inconfessabili retroscena umani e psicologici lasceranno nel giornalista una traccia ineluttabile.

Gli altri interpreti di Bugie rosse sono: Natasha Hovey (Acqua e sapone di Verdone e Demoni di Lamberto Bava i suoi film più famosi), Barbara Scoppa  (che ha lavorato con registi del calibro di Federico Fellini, Ettore Scola e Gabriele Salvatores), Gianfranco Jannuzzo (interprete teatrale di tutto rispetto, spesso partner di Gino Bramieri) e molti altri come Paolo Calissano, Gianna Paola Scaffidi, Carolyn Spence, Rodolfo Corsato e Gianni Franco.

Su tutti primeggia il nome della grandissima Alida Valli, artista di fama mondiale con all’attivo film come Il caso Paradine di Alfred Hitckcock e Senso di Luchino Visconti.

L’opera di Campanella si avvale di un cast tecnico di assoluto prestigio, con il direttore della fotografia Mario Vulpiani (stretto collaboratore di Marco Ferreri), il montatore Franco Fraticelli (Profondo rosso), il costumista Silvio Laurenzi (che nel corso della sua lunga carriera ha curato l’immagine di grandi dive come Edwige Fenech e Carrol Baker), il musicista Natale Massara (tra l’altro curatore delle colonne sonore di molte opere di Brian De Palma).

Bugie rosse è stato oggetto di aspre critiche per le immagini sfacciatamente disinibite e per le situazioni trasgressive che propone, ritenute da alcuni addirittura troppo “morbose”. Inoltre, Pierfrancesco Campanella è stato duramente contestato – come testimoniano i ritagli stampa dell’epoca – dalle principali associazioni omosessuali italiane per il modo con cui avrebbe rappresentato la realtà gay, giudicata esageratamente “violenta” e avulsa da affettività.

Il film è stato prodotto da Pietro Innocenzi per Globe Films, in associazione con la Sagittario Film e con la collaborazione di Reteitalia del gruppo Mediaset.

Di seguito, il trailer.

 

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Cinema e drink: Finimondo, ispirato a Io speriamo che me la cavo

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Foto di Fabio Mazzarella
http://fabiomazzarella.wix.com/fabio-mazzarella-photography
fabiodownunder@hotmail.com
inst. yellowred69
ph.+393492326658

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Finimondo, ispirato a Io speriamo che me la cavo, diretto da Lina Wertmüller.

BARMAN: Vincenzo Tropea del Ristorante Pierluigi di Roma

INGREDIENTI:

40 ml cognac Hine
20 ml Vermouth Oscar 697
20 ml Amaro Formidabile
Assenzio Versinthe ad aromatizzare il bicchiere

Bicchiere: coppa Vinea

Garnish: peel di limone

PREPARAZIONE:
Con la tecnica dello stir&strain, si utilizza un mixing glass precedentemente raffreddato e, a parte, una coppa Vinea colma di ghiaccio tritato sulla quale versare dell’assenzio Versinthe per aromatizzarlo. Versare nel mixing glass il cognac Hine, il Vermouth Oscar 697 e l’Amaro Formidabile. Riempire di ghiaccio fino a colmare e mescolare per qualche secondo con un barspoon. Svuotare la coppa Vinea aromatizzata e versare il contenuto miscelato con uno strainer. Guarnire con olii essenziali di limone e scorza di limone.

ISPIRAZIONE:
Ispirato a Io speriamo che me la cavo, con un indimenticabile Paolo Villaggio nel ruolo del maestro del Nordche quasi riesce nella missione impossibile di riportare a scuola i bambini di un sobborgo svantaggiato del napoletano. Tutti gli alunni, tranne uno, il baby teppista Raffaele, che dopo aver insegnato al maestro l’arte di arrangiarsi, al momento dell’addio decide di consegnargli il proprio, ultimo tentativo di compito in classe sulle parabole del Vangelo, scrivendo un tema su una improbabile “fine del mondo”, capace di riconciliare con il potere dei sogni e della speranza. L’utilizzo dei nostri elementi dunque rimanda all’idea fanciullesca di meraviglia, ma allo stesso tempo all’insegnamento che la vita regala quotidianamente, sempre in bilico tra il Dolce e l’Amaro. Quando, a uno spirito di tradizione come il cognac Hine si associano due liquori italiani eleganti e di spessore, il Vermouth Oscar 697 (il Dolce) e l’Amaro Formidabile (l’Amaro), il risultato non può essere che la fine del mondo!

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Le Fotomodelle di Mondospettacolo: Manuela Parisi

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Amici di Mondospettacolo, continuano i miei viaggi alla ricerca di nuove fotomodelle da intervistare, oggi vi presenterò: Manuela Parisi.

Ciao Manuela, descriviti al nostro pubblico raccontami un po’ di te.

Ciao Alex, mi reputo una ragazza simpatica,sensibile,semplice,solare,dolce e molto buona ma anche permalosa e testarda.

Da quanto tempo posi come fotomodella?

Da 15 mesi ormai.

Come è stata la tua prima volta sul set fotografico?

Tranquilla e a mio agio, non mi sono mai trovata a disagio o in imbarazzo.

Quali sono i motivi per cui hai deciso di posare?

Beh è sempre stato un mio sogno fin da piccola, sono sempre stata vanitosa,mi piaceva farmi guardare e mi mettevo sempre in posa, a 19 anni avevo già provato facendo un book ma ho smesso per vari problemi.

 

Hai partecipato a diversi shootings: quali di questi ricordi con più piacere?

Mah non ce ne in particolare uno, sono tutti belli perché tutti diversi ma forse devo dire sicuramente il primo,quello fatto con un professionista con le gelatine e quindi colorato perché davvero particolare, e le ultime in studio altrettanto professionali.

Il mondo della fotografia  è come lo immaginavi prima di farne parte?

Si dai, anche se ho sempre sognato di vedermi su qualche rivista o da qualche parte nei cartelloni ,per adesso non si è ancora avverato ma chi lo sa bisogna essere determinati E crederci sempre!

Cosa riesce a farti emozionare?

Adesso quando vedo i vip che mi rispondono o addirittura mi contattano loro, vedere le mie foto belle magari di professionisti ma più di tutto vedere la mia famiglia insieme, felice e sorridente.

Ti definisci più bambola o più pantera?

Bella domanda…direi una bambola con il cuore da pantera quindi metà e metà.

Che cosa ti piace di più in un uomo?

La simpatia, la dolcezza, la serietà.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Felicità dopo tanta tristezza e qualcosa di più in questo mondo.

Un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

Diventare testimonial di brand famosi.

Quali sono le tue passioni?

Make up,musica e…cibo (ride).

Un tuo pregio e un tuo difetto

Sincerità e impazienza.

Che cosa è sacro per te?

La famiglia!

La tua più grande paura?

La solitudine e la morte.

C’è qualcosa di te che cambieresti?

Vorrei non arrabbiarmi subito per tutto, essere meno pigra e avere più autostima.

Cosa è per te la felicità?

La serenità, la gioia e ovviamente la mia famiglia.

Come descriveresti la tua vita sentimentale?

Dopo 9 anni vissuti in una storia con più bassi che alti. Adesso sto benissimo da sola e non ho intenzione di fidanzarmi di nuovo almeno per ora perché non ci penso proprio.

Secondo te quali sono le qualità che una fotomodella dovrebbe avere?

Sicuramente la fotogenia perché non tutti sono belli e fotogenici e io per fortuna lo sono sempre stata, me lo dicevano tutti, essere disinvolta,sciolta,non timida,sicura davanti alla fotocamera e un volto espressivo.

Ultimo film visto?

La Llorona.

Ultimo libro letto?

Non leggo molto sinceramente.

Il tuo piatto preferito?

Pasta e pizza.

Amicizia, Amore, Famiglia, Lavoro Salute, Sesso e Soldi mettili in ordine di importanza!!!

Salute, famiglia, amicizia, lavoro, soldi,amore e sesso.

Un  motto o una frase che più ti rappresenta?

Carpe diem, la speranza è l’ultima a morire.

Manda un saluto ai nostri lettori!!!

Ciao a tutti,un abbraccio e un bacione.

A.C.

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Pallottole in libertà: l’esilarante commedia con Audrey Tautou

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In una città della Costa Azzurra, ogni sera, l’ispettrice di polizia Yvonne (Adèle Haenel) racconta al figlio una storia ispirata alle peripezie del padre Santi (Vincent Elbaz), morto nel bel mezzo di una carriera da poliziotto eroico.

Tra porte sfondate, esplosioni degne dei migliori polizieschi, voli spericolati e agguati rocamboleschi, l’immagine di Santi è quella di un capitano straordinario che ha difeso senza sosta i suoi concittadini dal crimine.

Un bel giorno, però, per sua sfortuna, Yvonne scopre che l’amato e integro marito ha avuto un passato tutt’altro che lodevole. Cedendo al fascino dei soldi e corrotto fin nel midollo, Santi ha incarcerato ingiustamente il giovane Antoine (Pio Marmaï), chiudendolo in cella per otto lunghi anni con l’accusa di una rapina che non ha commesso.

In crisi ma certa di non voler infangare la memoria di Santi, la giovane vedova fa di tutto per riparare ai torti che il marito ha commesso e prova ad aiutare Antoine a tornare a una sua normalità insieme alla moglie Agnès (Audrey Tautou). Quella che viene fuori dall’intreccio delle vite di Antoine e Yvonne è una storia tutta scoppiettante.

Come scoppiettante è tutta la commedia di Pierre Salvadori. Commedia in realtà per metà, perché Pallottole in libertà passa dalle gag comiche e dai toni ironici ai momenti romantici, al noir, al poliziesco, all’action movie, fino al thriller. Tutto con un ritmo frenetico che catapulta, d’un fiato, dall’inizio alla fine di un film costruito perennemente in bilico tra bugie e verità. Niente è come sembra. Colpevoli e innocenti si confondono e si scambiano i ruoli in una vicenda surreale che viaggia sul filo della follia. Tutto finisce per essere sconvolto in modo straordinario e inaspettato.

Ed è proprio in questa sua capacità di sorprendere e spiazzare che il lavoro di Salvadori si rivela vincente. Con il suo continuo accelerare e poi fermarsi, con i suoi continui capovolgimenti, Pallottole in libertà è un film irresistibile e sopra le righe fino ai titoli di coda.

 

 

Valeria Gaetano

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Quel giorno d’estate: la non facile elaborazione del lutto

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La Francia, si sa, negli ultimi anni è stato il paese maggiormente attaccato per quanto riguarda gli attentati terroristici.

Il cinema, dal canto suo, ci ha messo un po’ a metabolizzare la cosa prima di raccontarcela per immagini. A fare ciò, ci ha pensato il regista Mikhaël Hers con il suo Quel giorno d’estate, già presentato alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia 2018.

Ciò su cui il cineasta si concentra, però, non è l’attentato in sé, quanto quello che succede dopo a coloro che hanno avuto modo di viverlo in prima persona. Così, prende il via la storia di David (Vincent Lacoste), ventenne che vive a Parigi e fa la conoscenza dell’affascinante Lena (Stacey Martin), con la quale inizia presto una storia. La vita del ragazzo cambia improvvisamente nel momento in cui – a causa di una sparatoria avvenuta in un parco – perde la vita sua sorella Sandrine (Ophelia Kolb), mentre Lena viene ferita. Il giovane resterà solo con la nipotina di sette anni Amanda (Isaure Multrier), che da quel momento dovrà crescere per conto suo.

Se mettere in scena una storia del genere comporta il rischio di scadere in banali luoghi comuni, Hers è riuscito, ad ogni modo, a dar vita a un prodotto tutto sommato onesto e pulito. Uno degli aspetti meglio riusciti di Quel giorno d’estate è soprattutto, la descrizione dell’elaborazione del lutto, sia da parte del protagonista che da quella della nipotina Amanda. La cosa viene fatta in modo assai empatico e mai scontato.

Il problema di un lavoro come il presente è, dall’altro canto, la scelta di inserire momenti eccessivamente ridondanti e, a tratti, persino stucchevoli (soprattutto per quanto riguarda i momenti relativi al finale). Molto probabilmente, lavorando di sottrazione, si sarebbe potuto ottenere un lavoro qualitativamente di gran lunga migliore. Eppure, che il regista si sia lasciato prendere eccessivamente la mano è anche una cosa prevedibile, dal momento in cui la storia che viene raccontata sta a rappresentare una ferita ancora aperta.

 

 

Marina Pavido

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Tutti pazzi per gli hamburger, da East Market Diner c’è “5 Burgers”

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Non uno, ma ben cinque diversi tipi di hamburger: questo il programma della nuova edizione di 5 Burgers, dal 30 maggio al 1 giugno da East Market Diner a Lambrate. Anche per questo nuovo appuntamento, lo spin-off del popolare mercatino domenicale East Market, mette d’accordo tutti, dal vegano al carnivoro con cinque ricette gustose dal sapore esotico.

Ma quali sono le posposte di 5 Burgers? East Burger: 100% manzo, formaggio cheddar, cipolla caramellata, guacamole, pomodoro, bacon e salsa BBQ. Vegan Burger: polpetta ceci, cavolo rosso, germogli di soia, melanzane, maionese vegana al sesamo. Waffle Burger: 100% manzo, formaggio cheddar, cipolla caramellata, guacamole, pomodoro, bacon e salsa BBQ racchiusi in un waffle.

Avocado Burger: tartarre di salmone, insalata, cipolla rossa racchiusi in un avocado (anche in versione vegan con tofu). Pokè Burger: burger di riso con tartarre di salmone, avocado, sesamo e salse. Tutti i piatti sono serviti con patatine o edamame e saranno disponibili sia il burger singolo, sia l’offerta vassoio con tutte e cinque le scelte ad un prezzo speciale.

Oltre alla sala interna è anche disponibile il terrazzo sul tetto dell’edificio con quaranta posti a sedere e proprio per la natura informale e legata alla tradizione dello street food non è previsto il servizio al tavolo.

Tutte le info e le novità su facebook.com/eastmarketdiner e instagram.com/eastmarketdiner.

 

5 Burgers

giovedì 30 maggio dalle 18 alle 24

venerdì 31 maggio dalle 18 alle 24

sabato 1 giugno dalle 12 alle 16 e dalle 18 alle 24

Via Privata Giovanni Ventura, 16 – Milano

Ingresso Libero

Infoline 0266661881

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L’angelo del crimine: un volto (quasi) innocente

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Secondo le teorie lombrosiane, l’aspetto fisico conta molto, quando una persona è particolarmente propensa al crimine. Generalmente, un criminale corrisponde fisicamente solo a chi ha tratti particolarmente marcati e lineamenti duri. E se ci si dovesse imbattere in un malvivente dall’aspetto particolarmente angelico?

Questo è il caso dell’argentino Carlos Robledo Puch. A tal proposito, il regista Luis Ortega, suo connazionale, ha voluto mettere in scena le sue vicende ne L’angelo del crimine, prodotto da Pedro Almodóvar e presentato al Festival di Cannes 2018 all’interno della sezione Un Certain Regard.

Ci troviamo, dunque, a Buenos Aires, nel (non troppo) lontano 1971. Carlos (Lorenzo Ferro) ha diciassette anni e, al fine di sentirsi libero, vive quotidianamente di piccoli furti, per poi tornare, la sera, a casa dei genitori. Un giorno il ragazzo fa la conoscenza di Ramon (Chino Darin), suo compagno di classe proveniente da una famiglia di criminali. Da quel momento in poi, i due – sotto la guida del padre di Ramon – organizzeranno rapine sempre più in grande, in cui, spesso, ci scapperà addirittura il morto.

Malgrado la drammaticità di ciò che viene messo in scena, L’angelo del crimine rispecchia proprio la spensieratezza del giovane protagonista.

Carlos, infatti, non ci pensa due volte a sparare a freddo alla gente. Così come non ci pensa due volte a tradire i propri amici. A fare da contrappunto a tutto ciò, la musica rock degli anni Settanta, la quale denota la stessa gioia di vivere del ragazzo.

E se, di fatto, L’angelo del crimine pecca – soprattutto per quanto riguarda i suoi momenti centrali – di un ritmo non sempre adeguato, è proprio il commento musicale la caratteristica che maggiormente lo contraddistingue. E possiamo citare il momento in cui vediamo il giovane danzare spensierato all’interno di una casa vuota, mentre la polizia si trova fuori dalla porta.

 

 

Marina Pavido

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Nino Graziano Luca alla Sapienza di Roma il 31 maggio per tenere la lezione Corpo e Cerimoniale

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Nino Graziano Luca il 31 maggio sarà alla Sapienza in veste di docente, per tenere l’interessante lezione Corpo e Cerimoniale all’interno del corso di Alta Formazione Galatei e Buone Maniere – Percorsi nel Costume, organizzato dal Dipartimento SARAS (Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia.

La società contemporanea è attraversata da profonde trasformazioni e processi di innovazione che incidono a livello politico, economico, culturale e sociale riscrivendo continuamente la vita quotidiana del soggetto nello spazio dei flussi della cosiddetta networked society. In particolare, la straordinaria intensificazione della connettività viene costantemente sperimentata nelle pratiche quotidiane degli individui fino a rendere oggi quasi indistinguibile il dominio delle interazioni comunicative dalle altre attività della vita professionale, familiare, personale. Di fatto, come individui, siamo immersi nel flusso della comunicazione, abilitata da tecnologie digitali sempre più pervasive, immersive e trasparenti. Tuttavia, queste innegabili potenzialità espressive e connettive alla nostra portata non sempre procedono di pari passo con una effettiva capacità nell’abitare con competenza all’interno di una realtà globalizzata, sempre più multilingue e multiculturale. La capacità di gestire e riorganizzare la relazione con l’alterità, di costruire e decostruire la differenza culturale, di definire gli spazi sociali, le appartenenze e i flussi, sembra costituire oggi, in particolare per le nuove generazioni, una competenza fondamentale nell’aprire o chiudere opportunità sia a livello professionale che personale. In questo senso l’etichetta e il galateo tornano ad essere oggi uno strumento strategico, fortemente valorizzato nei più diversi contesti sociali: la riscoperta delle buone maniere da adottare nei contesti relazionali rappresenta, infatti, una risorsa preziosa che consente all’individuo di adattarsi al cambiamento e di anticipare e prevenire le incomprensioni comunicative e di individuare percorsi di negoziazione dotati di senso. Il corso di alta formazione in Galatei e Buone Maniere, promosso dal Dipartimento SARAS in partnership con l’Accademia Italiana Galateo, intende fornire le competenze teoriche e pratiche necessarie per muoversi con disinvoltura in qualunque contesto professionale e relazionale. L’impostazione del corso intende valorizzare tanto la dimensione storico culturale dell’etichetta e del galateo, quanto le più recenti riflessioni sul multiculturalismo e la mediazione interculturale, con un approccio alla comunicazione non solo come strumento ma come fine (comunicazione come condivisione). I partecipanti acquisiranno le competenze necessarie per approcciarsi correttamente al mondo del lavoro attraverso lo studio e l’acquisizione di un’ampia gamma di conoscenze che includono il linguaggio del corpo, le buone maniere, l’aspetto, le abilità interpersonali, il protocollo ufficiale e il galateo internazionale. Questa tipologia di competenze è particolarmente richiesta nelle aziende che operano a livello internazionale, nella filiera della moda, nella gestione degli eventi, nell’ambito della consulenza di immagine e del personal coaching.

Tra gli altri docenti che hanno tenuto i corsi: Raffaele Curi, Samuele Briatore, Barbara Ronchi della Rocca, Fabiana Giacomotti.

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Al Biografilm sarà presentato Noci Sonanti

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Verrà presentato in anteprima al Biografilm Festival, nella sezione Biografilm Italia, il documentario Noci Sonanti di Damiano Giacomelli e Lorenzo Raponi (prodotto da Eleonora Savi e Damiano Giacomelli per Officine Mattòli Produzioni e realizzato con il contributo di Fesr Marche – Unione Europea (EU) – Repubblica Italiana – Regione Marche e Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission).

Il film racconta la singolare storia di Fabrizio Cardinali e suo figlio Siddhartha,che hanno deciso di vivere lontani dai confort della società contemporanea. Alla fine degli anni Ottanta infatti, Fabrizio ha fondato una tribù (quella delle Noci Sonanti, appunto) per sposare uno stile di vita a contatto con la natura e in contrasto con la frenesia del consumismo imperante. Una scelta radicale con cui, inevitabilmente, ha dovuto fare i conti anche il piccolo Siddhartha (figlio di Fabrizio).

Per tutta la durata del film, frutto di due mesi di riprese, la macchina da presa resta vicina ai personaggi, senza rinunciare a un importante rigore stilistico. Giacomelli e Raponi ci conducono in punta di piedi nella straordinaria normalità della “tribù”, lontana dallo stile di vita della società dei consumi e rispettosa dell’ambiente che la circonda. Un piccolissimo gruppo di persone, di cui Fabrizio è il caposaldo, che accoglie chiunque voglia abbracciare questa filosofia di vita che rimette al centro l’umanità e l’armonia con ciò che ci circonda, in opposizione all’insostenibilità del contemporaneo occidentale.

Al centro della storia c’è il giovane Siddhartha, ritratto in un’estate di passaggio, quando da bambino inizia ad avvicinarsi all’adolescenza. Nella sua “scuola di vita”, verso l’esame finale da privatista, il bambino attraversa e rimette in discussione elementi e convinzioni del suo vissuto. Cresciuto a stretto contatto con la natura, attraverso l’incontro con Sofia Sid si confronta con uno stile di vita lontano dal suo. Una “differenza” che non potrà ignorare quando sarà il momento di formulare le prime riflessioni sul futuro.
A riunire padre e figlio c’è un bisogno di stare insieme, di una comunità. Ora utopia, ora possibilità concreta, alla fine risuonano le parole di Fabrizio: Una noce dentro un sacco poco rumore fa. Ma tante noci insieme suonano.

SINOSSI BREVE:
Sul finire degli anni Ottanta, Fabrizio (65 anni) fonda la Tribù delle NociSonanti. Qui, in una vecchia casa colonica, decide di vivere in comunione con la natura, senza energia elettrica e ogni altro comfort, ospitando coloro che decidono di condividere lo stesso stile di vita.
Trent’anni dopo, questo film racconta un’estate in Tribù di Fabrizio con il suo unico figlio, Siddhartha (9 anni). Per preparare al meglio l’esame scolastico sostenuto da privatista, unico momento istituzionale della sua vita, Sid ha scelto di trascorrere l’estate in Tribù con l’unico insegnante che accetta: suo padre. Qui comincia a trascorrere sempre più tempo con la sua vicina di casa Sofia (11 anni), insieme alla quale sperimenta uno stile di vita completamente diverso. Una differenza che il bambino deve considerare quando immagina per la prima volta il suo futuro.

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Selfie: il rione Traiano si racconta in uno smartphone

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Agostino Ferrente denuncia la misera quotidianità del rione Traiano, quartiere periferico napoletano, con Selfie.

Prendendo spunto da una vicenda di cronaca nera, l’omicidio del sedicenne Davide Bifolco, ucciso dalla polizia per uno scambio d’identità, il regista sceglie di raccontare la vita del rione attraverso due adolescenti che si ritraggono con lo smartphone, appunto, in modalità selfie.

I sedicenni Pietro e Alessandro, il primo barista e l’altro aspirante parrucchiere, fotografano il loro piccolo mondo dal quale non sembra esserci alcuna via d’uscita, perché privo di qualsiasi tipo di speranza o apertura per il futuro.

Il Rione Traiano, così, è squallido e grigio, e i suoi abitanti si aggirano senza meta o prospettive. Il defunto Davide voleva essere un bravo ragazzo, come gli altri giovani del quartiere, che cercano di stare lontano dai traffici loschi della malavita. Ma non hanno sogni e accettano passivamente la loro misera realtà.

Pietro e Alessandro si pongono anche problemi di messinscena: perché Alessandro vorrebbe raccontare solo “le cose belle” del quartiere, mentre Pietro intende mettere in luce tutti gli aspetti del rione, compresa l’intervista ad uno spacciatore o ad alcuni giovani armati di pistole.

Il racconto di Ferrente è profondamente drammatico: non vi è alcuno spiraglio di luce per questi giovani, abbandonati ed emarginati dalla società e dallo Stato.

Sebbene il regista cerchi di apparire originale nello spogliare il lungometraggio della spettacolarità visiva dei toni cinematografici a cui ci ha abituati soprattutto la serie televisiva GomorraSelfie non riesce a risultare accattivante o coinvolgente. L’occhio sempre lucido e oggettivo del regista si riversa su tutta l’operazione: i due giovani protagonisti raccontano un mondo e una realtà troppo distanti per essere compresi attraverso l’inquadratura di  un telefonino.

Ferrante, così, non condanna né colpevolizza nessuno: nel rione Traiano vittime e carnefici sono fratelli, ognuno è responsabile delle proprie scelte.

 

 

Anastasia Mazzia

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Cinema e drink: Recovers Talent N° 23, ispirato a Space Jam

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Recovers Talent N° 23, ispirato a Space Jam, diretto nel 1997 da Joe Pytka.

BARMAN: Rocco Ronzini del quanto basta di Lecce

INGREDIENTI:
4 cl VII Hills Italian Dry Gin
1,5 cl Limoncello Pallini
2 cl liquore Cynar

Bicchiere: coppa

Garnish: vaporizzazione Pernod e Angostura mix

PREPARAZIONE:
Con la tecnica dello shake and strain, versare tutti gli ingredienti in uno shaker, shakerare vigorosamente e versare, filtrando, in una coppetta ghiacciata.

ISPIRAZIONE:
Il drink si ispira al divertente film che vede protagonisti le star animate della Warner Bros., i Looney Tunes, affiancate alla stella numero 23 dei Chicago Bulls, Michael Jordan. In questa rocambolesca pellicola i campioni si ritroveranno, dopo divertenti vicissitudini, a giocare forse la partita più importante della loro vita, per recuperare i talenti rubati da alcuni malefici mostriciattoli ad alcuni campioni dell’NBA, tra cui proprio il numero 23 dei Chicago. Jordan, aiutato da Bugs Bunny e company, segna un canestro all’ultimo secondo, vincendo la partita e riconquistando la bravura dei campioni. Recovers Talent N° 23 si fonde totalmente con le emozioni del film: VII Hills Italian Dry Gin, con la sua freschezza unito al liquore al carciofo Cynar, al Limoncello Pallini e alla vaporizzazione di Pernod e Angostura, regala fresche e adrenaliniche emozioni degne di un canestro all’ultimo secondo!

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Grandi emozioni alla Casa Museo di Alberto Sordi per la proiezione del film “Detenuto in attesa di giudizio”

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EMOZIONI  E GRANDE CINEMA D’AUTORE IN RICORDO DI ALBERTO SORDI

 

Si è svolta nella splendida cornice della Villa Alberto Sordi l’esclusiva serata in Suo onore con la proiezione del film “Detenuto in attesa di giudizio” , regia di Nanny Loy.

 L’evento è stato organizzato dall’ associazione culturale Visioni & Illusioni, presidente Ettore Spagnuolo con la figlia Alessandra, dal Presidente Onorario Giuliano Montaldo, a cura di Francesca Piggianelli,introdotto da Guido Barlozzetti  e condotto da Alberto M.Castagna. Un ringraziamento particolare alla Fondazione Alberto Sordi per la collaborazione.

 Il grande attore, protagonista del film denuncia, uscì nelle sale nel 1971  suscitando scalpore poiché, per la prima volta, un’opera cinematografica svelava senza mezzi termini l’arretratezza e la drammatica inadeguatezza dei sistemi giudiziari e carcerari italiani dell’epoca. 

Grande presenza e partecipazione  di un commosso Lino Banfi, che non ha voluto mancare a questa presentazione poiché anche lui  interprete nel film. Presenti tra gli ospiti anche Remo Girone con la moglie Victoria Zinni, Paolo Conticini, Paola Comin, due magistrati della Direzione Nazionale Antimafia , la Dottoressa Elisabetta Pugliese e la Dottoressa Eugenia Pontessuglia, il Presidente emerito della corte di Cassazione Ernesto Lupo e lo scrittore Tito Rizzo che hanno preceduto la visione del film con un interessantissimo intervento da parte delle Istituzioni sugli errori giudiziari e giuridici del tempo, attualissimi purtroppo anche oggi.

Momenti di commozione riservata agli ospiti  che hanno avuto  anche l’occasione di visitare la Villa Museo del nostro grande Alberto Sordi, e sono stati  incuriositi da quanti ricordi siano racchiusi in quel luogo magico ed ammirare, infine, con stupore anche la sua sala cinematografica.

 La serata è proseguita al Circolo Reale Canottieri-Tevere Roma per un brindisi finale.

 

 

 

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Al Parco Forlanini di Milano la prima edizione di Love Music Park

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Milano celebra la Festa della Musica Europea nel migliore dei modi, grazie alla prima edizione di Love Music Park, organizzato da Associazione Sonora, Unconventional Events, Arte e Strutture, Pressioni Sonore e Decibel Events, e in programma da venerdì 21 a domenica 23 giugno 2019 al Parco Forlanini, con ingresso libero ed una proposta artistica decisamente variegata.

La Festa della Musica è nata a Parigi nel 1982 grazie all’allora ministro della cultura Jack Lang, e dal 1995 ha assunto una dimensione continentale, con l’intento di celebrare il solstizio d’estate con una serie di eventi musicali che coinvolgano le più eterogenee comunità di tutta Europa.

Love Music Park consiste in tre giorni di musica, arti varie e street food. Non mancano zone e momenti dedicati allo Yoga Beat, con sonorità minimal e deep house che faranno da sottofondo ad una pratica semplice di movimenti, adatti a chi pratichi yoga e fitness; con Yoga Beat i suoi format si punta a risvegliare sia il corpo che la mente fondendo le millenarie tecniche classiche dello Yoga con percorsi sonori studiati appositamente.

Per quanto riguarda il programma musicale di Love Music Park, si inizia venerdì 21 (dalle ore 15) con l’elettronica di Alex Neri b2b Stefano Fontana (Stylophonic), Stefano Noferini, De La Swing, FlashMob e Supernova. Sabato 22 (dalle ore 17) è il turno di UDJ, ovvero United Deejays, che per la prima volta arriva a Milano: Mattn, Djs From Mars, Cristian Marchi, ANGEMI, Big Fish, Rudeejay, Michael Feiner, Naska, Tredici Pietro, Killercatz e Dejack in nomi in cartellone. Domenica 23 (dalle ore 12) gran finale con Holi Dance Festival, il festival dei colori, che quest’anno festeggia la sua quinta edizione e si prepara ad un tour italiano che toccherà le più importanti località estive.

www.facebook.com/lovemusicpark

 

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OTTICA GARGANO: IL 1° GIUGNO SI FESTEGGIANO I 40 ANNI DI ATTIVITA’

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Riparte il 1° giugno 2019 Ottica Gargano dal 1979 a Nettuno (Rm), con i festeggiamenti dei primi 40 anni dell’attività:  il negozio completamente ristrutturato e tante proposte nuove. Occhiali da vista e da sole delle migliori marche, lenti a contatto per tutte le esigente, misurazione computerizzata della vista e applicazione delle lenti a contatto. Competenza, cortesia e attenzione al cliente sono stati da sempre alla base dell’attività di Stefano Gargano, l’ottico e l’optometrista con una lunga storia alle spalle, premiata dalla fiducia dei clienti.

Correva anno 1979, quando il diciasettenne Stefano ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’ottica e dell’optometria. Quello che sarebbe diventato il lavoro della sua vita, è nato per amore di sua mamma: lei aveva iniziato ad avere problemi di vista, e lui, da figlio devoto, ha voluto offrire il meglio alla donna che gli ha donato la vita.

Talento naturale, dedizione totale e studio costante, questi sono stati gli ingredienti di successo di Stefano.

Il 1 giugno del 1985 lui aprì il suo primo negozio a Nettuno, e da allora non ha mai smesso di lavorare con passione, restituendo la gioia della vista corretta ai suoi numerosi clienti.

Ora, per festeggiare i primi quarant’anni della sua attività, il dottor Gargano ha deciso di rinnovare completamente il negozio, ampliare l’offerta di servizi e di proporre le marche degli occhiali più in voga del momento.

Tra tanti cambiamenti una sola cosa rimane invariata: la sua straordinaria capacità di capire le esigenze delle persone e di risolverle con grande facilità, gentilezza e professionalità ogni problema.

Ottica Gargano dal 1979

Via Ennio Visca 2 B Nettuno (Rm)

Tel. +39 06 9806750

https://www.facebook.com/otticagargano/

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