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Ad ottobre Amnesia Milano diventa maggiorenne

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Dopo l’inaugurazione a fine agosto e un settembre con l’ultimo aftershow di Social Music City e la serata clou della Milano Fashion Week con Solomun, ad ottobre la programmazione dell’Amnesia Milano non è decisamente da meno.

Si inizia sabato 5 ottobre con PAWSA, dj e producer molto più abituato a far parlare più la musica che non le parole, una regola che mette in pratica da sempre con la sua tech house non estranea a richiami al passato, come dimostrano i suoi mixati Groover Essentials e le release della sua label Solid Grooves Records.

Sabato 12 ottobre 2019 l’Amnesia Milano diventa maggiorenne. Sabato 12 ottobre 2019 l’Amnesia entra infatti ufficialmente nel suo 18esimo anno di attività: una storia cominciata all’inizio del terzo millennio, e che ha visto il club milanese trasformarsi e trasformare tendenze e abitudini della nightlife sia italiana che internazionale, mostrandosi sempre all’avanguardia per quanto riguarda design, soundysistem, lighting, organizzazione, promozione e programmazione. Tanti, tantissimi i dj che sono passati prima dall’Amnesia e poi altrove, altrettanto numerosi gli eventi e le serate che hanno reso il locale un vero e proprio hub dell’intrattenimento serale e notturno. In una circostanza così speciale, l’ospite dell’Amnesia Milano non potrebbe essere più speciale. Sabato 12 ottobre 2019 lo special guest è uno degli acclarati pionieri della house: Dj Sneak (nella foto), autoproclamatosi con pieno diritto House Gangster, protagonista nelle console di tutto il mondo sin dagli anni ottanta, assoluto punto di riferimento per artisti del calibro di Daft Punk, Basement Jaxx e Armand Van Helden.

Sabato 19 ottobre è turno della collaborazione mensile con Void, con i dj Kobosil e Richey V; sabato 26 line up ancora da annunciarsi, giovedì 31 irrompe la notte di Halloween: ospiti speciali Leon, dj specializzato nelle maratone musicali se ce n’è uno, e uno special guest che sarà rivelato nei prossimi giorni.

www.amnesiamilano.com

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Nato a Xibet: un mondo che sta scomparendo

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Quanto contano le tradizioni? Quanto è importante il tramandarsi di padre in figlio dei mestieri artigianali? A questi quesiti tenta di rispondere il lungometraggio Nato a Xibet, realizzato da Rosario Neri.

Pietro La Paglia è un bambino allegro e vivace che, quando non è a scuola, aiuta suo padre con i lavori nei campi. La sua è una famiglia serena e la sua infanzia è piacevole e spensierata. Gli anni passano, Pietro è ormai adulto e lavora come fotografo nel nord Italia. Eppure, non ha mai dimenticato i suoi posti.

Ciò lo porta, dunque, a intraprendere un lungo viaggio nei suoi luoghi d’origine, durante il quale incontrerà diversi personaggi – dall’artista Domenico Mauro, maestro dei carretti siciliani, fino ad una coppia a suo tempo scappata per una “fuitina” -, ognuno dei quali gli farà scoprire nuove tradizioni e nuovi segreti della sua terra.

Un prodotto piccolo, realizzato con un budget basso, questo Nato a Xibet. Eppure, quello che vuole comunicare lo comunica piuttosto bene. Se, infatti, non possiamo non notare piccole ingenuità e imperfezioni dovute ora a restrizioni produttive, ora ad una voce narrante eccessivamente invasiva, ora ad una recitazione che rischia di apparire, a tratti, un po’ troppo teatrale, bisogna riconoscere al lungometraggio una sincera genuinità di intenti.

Nato a Xibet è un piccolo viaggio alla scoperta di un mondo che sta tristemente scomparendo. Un mondo che lungometraggio viene ben rappresentato dal piccolo paese di Calascibetta, in provincia di Enna, che sorge sulla collina di Xibet, appunto. Un paese dove i colori e le tradizioni ci sembrano più vivi che mai.

Ed ecco che, ancora una volta, il cinema indipendente ci riserva piacevoli sorprese. Nato a Xibet – fortemente nostalgico, a tratti malinconico e sinceramente affettuoso – riesce per poco più di un’ora a trasportarci in un’altra dimensione, tramite momenti fortemente evocativi.

 

 

Marina Pavido

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Tuttapposto: Roberto Lipari dice no alle raccomandazioni

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Il titolo Tuttapposto fa riferimento ad una applicazione rivoluzionaria per valutare l’operato dei professori… ma andiamo per ordine.

Vincitore nel 2016 di Eccezionale veramente, primo talent per comici italiano, al di là dei suoi interventi nella trasmissione televisiva Colorado il siciliano Roberto Lipari avevamo avuto modo di vederlo sul grande schermo in Classe Z, diretto l’anno successivo da Guido Chiesa, prima che rientrasse, appunto, tra gli sceneggiatori di questo secondo lungometraggio a firma di Gianni Costantino, in precedenza autore soltanto di Ravanello pallido.

Lungometraggio di cui è anche protagonista nei panni di uno studente universitario in un ateneo in cui non solo i docenti vendono esami, assumono esclusivamente conoscenti e parenti e sono dediti a raccomandazioni, ma il Rettore è suo padre, dal volto di Luca Zingaretti.

È infatti contro la propria famiglia, tra l’altro, che finisce per andare quando, stanco di essere asservito al potere del baronato, appoggiato dai suoi amici Viktoriya Pisotska, Carlo Calderone, Simona Di Bella e Francesco Russo, realizza l’App per smartphone di cui sopra, destinata ad invertire i ruoli di universitari e insegnanti.

Insegnanti in mezzo ai quali troviamo, tra gli altri, Paolo Sassanelli e Ninni Bruschetta, che impreziosiscono ulteriormente un ricco cast di nomi noti comprendente anche una Monica Guerritore ministro dell’istruzione ed un Sergio Friscia intraprendente ristoratore.

Un Sergio Friscia che contribuisce, ovviamente al lato comico della circa ora e mezza di visione che, escludendo un equivoco con scritta su una torta e una ristretta manciata di battute, non riesce in verità a dispensare, però, una sufficiente dose di occasioni capaci di strappare risate.

Man mano che viene precisato che nel marketing si è passati dal cartaceo al digitale perché il secondo non te lo puoi fumare (sic!) e che viene ricordato che si smette di essere giovani quando si pronuncia la frase “Tanto non cambia mai niente”.

Oltre al fatto che non c’è niente di più bello che credere nell’impossibile e che, in ogni caso, si può tornare in qualunque momento giovani.

Del resto, proprio questi ultimi potranno probabilmente rimanere conquistati dalla giusta critica in fotogrammi mossa da Tuttapposto verso uno dei corrotti e disgustosi aspetti del sistema italiano, in quanto gli spettatori più maturi e maggiormente disillusi rischiano di avvertire una certa debolezza generale dell’insieme, anche consapevoli del fatto che tanto, una volta usciti dal cinema, non cambia niente.

 

 

Francesco Lomuscio

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R. P. Giannotte presenta il romanzo La resilienza

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Il Taccuino Ufficio Stampa

Presenta

 

La resilienza di R. P. Giannotte

La scrittrice e avvocatessa cagliaritana R. P. Giannotte presenta “La resilienza”, secondo volume del Ciclo del Parma Caffè, inaugurato con il suo romanzo d’esordio “La finestra al sole”. Nella sua ultima opera l’autrice racconta di vite spezzate in attesa di ricomporsi, sullo sfondo di una storia intrigante incentrata sulla finanza al femminile. Un romanzo che ha cuore e cervello nel parlare della capacità umana di accettare il proprio destino e di rialzarsi con coraggio, e nel proporre uno scenario originale, quello del mondo spietato e calcolatore del trading finanziario.

 

Titolo: La resilienza

Autore: R. P. Giannotte

Genere: Narrativa contemporanea

Casa Editrice: Edizioni La Zattera

Pagine: 258

Prezzo: 18,00 €

Codice ISBN: 978-88-855-86-512

 

«Diego Vascelli era un bambino cattivo. Gliel’aveva detto sua madre, l’ultima volta che l’aveva sgridato. Aveva proprio detto “Sei cattivo”, mentre le altre mamme raccomandavano ai propri figli di non fare i cattivi. Ne aveva, dunque, dedotto che gli altri facevano da cattivi quando serviva, mentre lui era cattivo sempre. […]».

Nel secondo romanzo della scrittrice R. P. Giannotte La resilienza si fa la conoscenza di due personaggi molto lontani per esperienze di vita passata e presente, ma che nel corso dell’opera avranno modo di veder concordare le proprie identità. Pia Ludovica Bartoli è una trader milanese che lavora per una importante società di investimento, la Dolby’s; una donna realizzata, che ama scommettere e rischiare nel suo lavoro, molto meno invece nella sua vita privata. Diego Vascelli, nome d’arte Diego Vas, è un cantante molto famoso di Pop-Trap, proprietario di un locale e di una società di produzione musicale; un giovane spesso rabbioso, tormentato da un ingiusto passato. La vicenda è ambientata a Cagliari, città ben descritta dall’autrice, che tiene particolarmente a dipingere un ritratto veritiero della Sardegna contemporanea. È un romanzo narrato in terza persona, che accoglie però al suo interno delle parti in prima persona, in cui i due protagonisti raccontano il proprio passato, mostrando al lettore quanto ciò che accade nell’infanzia possa influenzare l’intero corso della vita. In quest’opera si parla di realizzazione personale, di amicizia vera, della famiglia che ci tocca e di quella che si sceglie, di compromessi e di ritorni al passato, spesso necessari per chiudere il cerchio della propria esistenza. Pia è una donna che sembra totalmente proiettata in avanti: un matrimonio imminente, il desiderio di un figlio, la lotta per una promozione meritata; Diego ha invece gli occhi rivolti sempre verso il passato, un passato che ha condizionato la sua vita e con il quale ha deciso di chiudere i conti. Tra Pia e Diego vi è l’anello di congiunzione di un personaggio che con la sua presenza/assenza ha influito sulle loro esistenze e sul loro destino; una figura che non appare direttamente nel romanzo se non nei ricordi dei protagonisti, ma non per questo ha meno peso sullo svolgimento della trama. Una trama interessante, che svela poco alla volta l’anima e i tormenti dei personaggi, e che non rinuncia a proporre anche una storia spietata legata al mondo della finanza, tecnicamente molto curata, che svela una realtà poco frequentata in narrativa, soprattutto trattando della figura della donna in questo ambiente ritenuto prettamente maschile. È di intrighi aziendali che si parla, di una serpe in seno che va scovata e neutralizzata, e di una missione in cui Pia dovrà imparare a seguire l’istinto per riconquistare un grosso cliente e smascherare la spia. Ma ancora più importante sarà la scoperta della donna di essere diversa e migliore dell’immagine erroneamente perfetta che si era creata nella testa, e in parallelo si assisterà alla presa di consapevolezza di Diego di essere andato avanti testardamente nonostante il suo cuore spezzato, di avercela fatta nonostante le sue mancanze. Perché è di questo che parla con profondità il romanzo, di resilienza, di coraggio di rialzarsi, di reagire ai traumi e di riprendersi la propria vita più forti di prima.

 

 

TRAMA. È una linea sottile quella che unisce Pia Ludovica Bartoli, trader in carriera di una multinazionale finanziaria con sede a Milano, e Diego Vascelli, in arte Diego Vas, cagliaritano, cantante Pop-Trap del momento. Le loro vite sono scivolate su strade che si sono sfiorate senza mai incrociarsi. Fino al giorno in cui Diego decide di affidare il proprio capitale alla società di Pia per un investimento che si rivelerà disastroso. Non solo per colpa di Pia, responsabile dell’operazione, ma anche perché all’interno della società qualcuno ha remato contro. Questo costringerà Pia a recarsi a Cagliari – dove Diego Vas ha programmato le riprese per il suo prossimo videoclip – per non perdere il cliente e scoprire chi tra i suoi colleghi ha tradito. Pia e Diego si incontreranno, si conosceranno e si metteranno a nudo. Scopriranno, insieme, che cosa voglia dire resilienza, l’adattamento necessario alle circostanze che la vita presenta.

 

 

L’AUTORE E’ DISPONIBILE A RILASCIARE INTERVISTE

Per richiedere e/o prenotare intervista

iltaccuinoufficiostampa@gmail.com

 

BIOGRAFIA. R.P. Giannotte nasce a Cagliari nel 1986. Laureata col massimo dei voti in Giurisprudenza, attualmente lavora come avvocato amministrativista. “La finestra al sole” è il suo romanzo d’esordio, con cui inaugura il Ciclo del Parma Caffè, per il quale vince il Premio Nazionale Bonifacio VIII 2018 dell’Accademia Bonifaciana di Anagni, e il secondo posto nel Concorso Artistico Internazionale Amico Rom 2018 e nel Premio Letterario Catone2018. Con “La resilienza” riceve il 1° posto al Premio Internazionale Genesis – sezione aforismi per la frase nel retro di copertina: «Non nasciamo mica con le istruzioni per l’uso». 

 

 

Contatti

https://rpgiannotte.com/

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Link di vendita

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IL TACCUINO UFFICIO STAMPA

Via Silvagni 29 – 401387 Bologna – Phone:+393396038451

Sito: iltaccuinoufficiostampablog.wordpress.com

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Mail: iltaccuinoufficiostampa@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Al via le riprese di Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno

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Dopo il grande successo di Non ci resta che il crimine, sono partite il 30 Settembre 2019 le riprese del film Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno con Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gian Marco Tognazzi, Carlo Buccirosso, Giulia Bevilacqua.

Per inseguire una donna che scappa possono esserci varie ragioni, o è la donna della vita oppure è una che ha trafugato un sacco di soldi. E così Sebastiano (Alessandro Gassmann), Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gianmarco Tognazzi) e Gianfranco (MassimilianoBruno) si ritrovano a Montecarlo sulle tracce della dirompente ragazza che aveva rapito il cuore di uno e i soldi di tutti. Ma nel frattempo la vita va avanti e prende strade inaspettate, e i quattro amici di sempre dovranno fare i conti con un marito, Ranieri (Carlo Buccirosso) spregiudicato mercante d’arte, un boss Renatino (Edoardo Leo) più implacabile che mai e con un passato che torna con le pistole in pugno e intenzioni tutt’altro che pacifiche.

Le riprese si svolgeranno fra Roma e dintorni e Napoli.
Dopo aver viaggiato nel tempo, aver rischiato la vita, essere scampati al fuoco della banda più spietata del tempo, gli improbabili criminali, che hanno divertito il pubblico in sala, ritornano con una nuova, esilarante avventura.

Ritorno al crimine è la nuova commedia di Massimiliano Bruno da una sceneggiatura di Alessandro Aronadio, Andrea Bassi, Massimiliano Bruno e Renato Sannio. Il film è una produzione Italian International Film – società di Lucisano Media Group – con Rai Cinema. Prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, Ritorno al crimine sarà distribuito da 01 Distribution.

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A Cinecittà World andrà in scena l’Oscar della Danza!

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Domenica 27 Ottobre andrà in scena il grande evento dedicato ai nuovi talenti della danza italiana.

Si esibiranno, nel prestigioso Teatro 1, le più importanti scuole di Danza nelle categorie Teen, Youth e Senior.

Termine ultimo di iscrizione Martedì 15 Ottobre 2019.

Regolamento e modulo di iscrizione scaricabili a questo Link: https://www.cinecittaworld.it/Info/Eventi/25/Oscar-della-Danza

Un artista che danza in modo eccellente, sarà straordinario in qualsiasi stile e l’Oscar della Danza intende premiarlo con un reale contratto di lavoro nel cast artistico di Cinecittà World, per la stagione 2020.

La Redazione.

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Gli uomini d’oro: ecco il trailer del film con Fabio De Luigi, Edoardo Leo e Giampaolo Morelli

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Ispirato a una storia incredibilmente vera e diretto da Vincenzo Alfieri, che ne firma la sceneggiatura insieme ad Alessandro Aronadio, Renato Sannio e Giuseppe G. Stasi, Gli uomini d’oro è una produzione Italian International Film con Rai Cinema ed èprodotto da Fulvio e Federica Lucisano.

Torino, 1996. Luigi (Giampaolo Morelli), impiegato postale con la passione per il lusso e le belle donne, ha sempre sognato la baby pensione e una vita in vacanza in Costa Rica. Quando il sogno si dissolve scopre di essere disposto a tutto, persino a rapinare il furgone portavalori che guida tutti i giorni, perché la svolta della vita è proprio lì, alle sue spalle e il confine fra l’impiegato modello e il criminale è veramente sottile. Anche se dovrà rinunciare ad Anna (Matilde Gioli), la seducente ragazza incontrata in una notte sfrenata. Un colpo grosso, un piano perfetto. Niente armi. Niente sangue. Un disegno criminale per cui avrà bisogno dell’aiuto del suo migliore amico Luciano (Giuseppe Ragone), ex postino quarantenne insoddisfatto, e soprattutto dell’ambiguo collega Alvise (Fabio De Luigi), tutto casa e famiglia e con una vita apparentemente senza scosse. Nella banda anche un ex pugile, il Lupo (Edoardo Leo), tutto muscoli e poche parole, legato a Gina (Mariela Garriga), una donna forse troppo bella e forte per lui, e a Boutique (Gian Marco Tognazzi), un couturier d’alta moda con un’insospettabile doppia vita.Ma il crimine non è per tutti e in mano a uomini qualunque – ciascuno con la voglia di intascarsi tutto il bottino – si rivela un gioco pericoloso catapultandoli in un rocambolesco e inestricabile noir metropolitano.

Gli uomini d’oro uscirà in sala il 7 Novembre 2019 con 01 Distribution.

Di seguito, il trailer.

 

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Intervista a Roberta Faccani, talento italiano in Brasile

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Il progetto artistico e culturale di diffusione della musica italiana oltreoceano è stato fortemente voluto dalla Casa di Produzione Teorema, iscritta all’AFI (Associazione Fonografici Italiani) è una lodevole iniziativa che di certo servirà a far innamorare il popolo brasiliano della musica di casa nostra. Per attuarlo serviva un’interprete all’altezza della situazione ed è stata chiamata Roberta Faccani, già partita da qualche giorno “in missione” in Brasile. La scelta è decisamente azzeccata se si considera che Roberta Faccani, soprannominata “Mata” dai suoi fans, è una delle voci più belle in assoluto del panorama musicale nostrano e la sua simpatia e il suo fascino…fanno il resto. Seconda classificata al Festival di Castrocaro nel 1990, la Faccani ha portato avanti negli anni una carriera brillante e coerente, che l’ha vista spesso protagonista sul palcoscenico con spettacoli come Rent, Pinocchio il grande Musical, Alice nel Paese delle meraviglie.

Autrice e compositrice, Roberta è conosciuta al grande pubblico soprattutto per la sua permanenza nel gruppo dei Matia Bazar, di cui è stata cantante solista e immagine dal 2004 al 2010, debuttando con loro nel 2005 al Festival di Sanremo con il brano Grido d’amore. In seguito Roberta si è fatta apprezzare come interprete solista, anche grazie all’album di debutto Stato di Grazia, quindi è stata una ineccepibile Lady Montecchi in Romeo e Giulietta – Ama e Cambia il mondo diretto da Giuliano Peparini e prodotto da David Zard, ha collaborato con Renato Zero oltre a comporre brani per Fiordaliso, Silvia Guerci e Barbara Cola, per la quale ha scritto A quando l’amore, inedito per il talent Ora O Mai Più. A proposito di talent tv, dopo l’esperienza brasiliana potrete rivedere la bravissima Roberta sul piccolo schermo in veste di giudice e “consigliera” di cantanti emergenti nel programma The Coach. Abbiamo intervistato l’interprete alla viglia della sua partenza per il Sudamerica.

 

Roberta, parliamo del progetto in Brasile che ti vede protagonista…

Parto senza sapere molto nel senso che il paese che vado a visitare mi è abbastanza sconosciuto non fa parte della mia preparazione storico-musicale. Io vengo da una matrice più americana, sono nata con il soul e il blues per poi approdare al pop italiano, con i Matia Bazar piuttosto che con le tante esperienze dei musical. Quindi vado in Brasile con il cuore di una fanciulla che va a scoprire qualcosa di nuovo, di cui non sa nulla e da cui non si aspetta nulla. E’ una cosa fanciullesca nel senso buono della parola, mi sento come un bambino che va a ricevere un regalo che non sa bene che cosa sia ma che sicuramente è qualcosa che lo farà contento. Questo è ciò che dice la mia parte pura. La parte più matura, invece, quella che ha 30 anni di gavetta e di carriera parte con la consapevolezza di far bene. Voglio portare la mia italianità perché in Brasile, mi è stato detto e mi è stato fatto percepire, loro sono innamorati dell’Italia, ma anche loro conoscono poco la nostra musica o non la conoscono affatto. Quindi si tratta di un terreno molto edificabile in questo senso e ne sono contenta. Poi ci sarà un messaggio culturale, uno scambio di personalità forti. L’italiano è passionale, siamo gente con un certo fuoco ma anche i brasiliani non sono da meno. Quindi credo che ci capiremo, ci vorremo bene e ci saranno delle belle sinergie. Io porto la mia musica, sono stata scelta dai brasiliani che hanno ascoltato varie cose, quindi sono l’apripista di un progetto tutto italiano che inizia adesso e che magari porterà in futuro in questo paese anche tanti altri miei colleghi.
Di sicuro sarai orgogliosa di essere stata scelta per rappresentare la musica del nostro paese.

 

Ti senti addosso anche un po’ di responsabilità per questo?

Io vado a cantare le mie canzoni e a fare quello che so fare, non posso appropriarmi di tutta la musica italiana, sarebbe inopportuno o presuntuoso. Io faccio il mio, porto la mia scrittura e le mie canzoni e anche buona parte di repertorio internazionale che abbiamo scelto insieme alla commissione brasiliana perché loro amano un certo tipo di musica che non immaginavo nemmeno. Amano molto il rock, non lo avrei mai sospettato. Essendo io figlia di venti anni di rock, quindici anni di gavetta prima di approdare al grande pubblico, sono stata entusiasta perché in questo modo ritrovo le mie origini, la mia preparazione, il mio background che pochi sanno ma che in fondo è proprio questo.

 

A proposito, quali sono le tue radici rock e quali i tuoi gruppi preferiti?

Bellissima questa domanda, non me l’aveva mai fatta nessuno perché io sono nota all’opinione pubblica, come è giusto che sia, soprattutto per i Matia Bazar. Ma prima per me c’è stato il musical e prima ancora tanti anni di soul, rhythm’n’ blues, acid jazz e tanto rock a partire dai Toto. Loro sono l’emblema dei grandi musicisti, per me i più grandi sulla faccia Terra, ma anche Steve Lukather, David Paich, The Knack, che non hanno fatto solo My Sharona anche se la gente li conosce soprattutto per quel pezzo, quindi i Genesis con Phil Collins, i Police, tutta quella tipologia di sound molto anni Ottanta che non si dimentica. E secondo me questi grandi esempi di bellezza musicale non sono poi stati ripetuti.

 

Discograficamente quali sono i tuoi progetti?

Intanto penso prima a fare il live perché dopo tanto teatro mi piaceva tornare a fare la canzone ripartendo dal live, che si addice ad una persona che ama stare sul palco e fare musica con i musicisti, poi vediamo. Tornerò a fare dei dischi se avrò qualcosa di intelligente da dire e che abbia un senso. Buttare li un singolo o addirittura un album senza un vero progetto alle spalle non ha un senso. Andiamo avanti passo passo, per il futuro si vedrà.

 

Oggi si vede tanta musica in televisione, a te piace questa formula?

Io sono il giudice della prossima edizione di The Coach, un format nuovissimo. E’ stato fatto un esperimento lo scorso anno e questa sarebbe la seconda edizione ma in effetti è la prima. Io sono la giudice di questi nuovi talenti in un tipo di contesto che ricorda il primo Amici, quando si chiamava Saranno famosi e includeva anche danza e recitazione. Poi il prossimo anno, visto che sono stata confermata, dovrò sovrintendere il reparto musical perché è quello che io ho vissuto negli ultimi anni. Mi piace molto questo ruolo, cercherò di metterci tutta la mia esperienza. Non mi sento un giudice perché a me la parola giudicare sembra brutta, mi ha sempre fatto una certa impressione. Io mi limito a dire: ragazzi, avendo vissuto queste cose prima di voi vorrei dirvi che sarebbe meglio che faceste questo piuttosto che quello, che vi preparaste in questo modo piuttosto che in un altro e via dicendo. Poi magari a volte ci si può sbagliare, ci si emoziona per un talento e magari si rischia di sopravvalutarlo oppure di sottovalutare qualcun altro che merita ma purtroppo queste sono cose che possono succedere. In fondo siamo esseri umani!

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Cinema e drink: Verona beach, ispirato a Romeo + Giulietta

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Verona beach, ispirato a Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann.

BARTENDER:  Virginie Doucet bartender del Mad – Soul & Spirits di Firenze, già vincitrice del Premio Strega Mixology 2019

INGREDIENTI:
3 cl tequila Villa Lobos
2 cl Mistrà Pallini
2 cl lime fresco
2 cl Oleo Saccharum Limone e Kiwi homemade
1,5 cl albume
2 dashes Bitter Electric
Essenza liquore di Rosa Quaglia

Bicchiere: coppetta

Garnish: polvere di colore a base di piante edibili e una rosa

PREPARAZIONE:
Con la tecnica del double shake & fine strain, versare nello shaker, uno dopo l’altro, tutti gli ingredienti, tranne l’essenza di rosa. Shakerare una prima volta con ghiaccio, quindi togliere il ghiaccio stesso e shakerare una seconda volta, energeticamente. Versare nel bicchiere già raffreddato e spruzzare sul cocktail l’essenza di rosa. Spargere sopra della polvere dei diversi colori e lasciare la piccola rosa su un lato del cocktail.

ISPIRAZIONE:
Verona Beach è un cocktail ispirato al film Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, rielaborazione post-moderna della tragedia di Shakespeare ambientata nella città scaligera, un mix fra opera classica e cultura pop, con, in sottofondo, una storia d’amore impossibile e l’odio profondo tra due potenti famiglie. Un cocktail saporoso, ricco, con una selezione di prodotti e distillati di qualità che, uniti, creano un’esperienza delicata, che solletica olfatto, gusto e anche vista in modo originale,  grazie alla freschezza del kiwi e del Mistrà Pallini, all’eleganza della rosa Quaglia e alla corporosita della tequila Villa Lobos.

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Raffaella D. R. Rose è una Bellissima di Mondospettacolo!

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Amici di Mondospettacolo, oggi per la rubrica “Le Bellissime” intervisterò per voi: Raffaella D. R. Rose

Ciao Raffaella, benvenuta su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex! Direi piuttosto bene, grazie!

Descriviti al nostro pubblico raccontami un po’ di te.

Non saprei da dove iniziare, sono sempre stata una ragazza molto introversa, non che sia timida ma sono molto chiusa di carattere e non amo parlare molto della mia vita personale.  Studio lingue, lavoro come fotomodella e amo viaggiare, di base vivo a Napoli ma mi capita di spostarmi spesso per lavoro. Di interessi ne ho fin troppi e spaziano dalla fotografia alla letteratura. Amo praticare sport e preferisco circondarmi di poche persone ma sincere e leali.

Da quanto tempo posi come fotomodella?

Da quando avevo 15 anni, mia madre mi accompagnava sempre a tutti i casting ed era sempre con me su tutti i set fotografici.  Non ha mai smesso di credere in me e ancora oggi la sento sempre vicina in tutti i momenti della mia vita, sia in quelli difficili che in quelli particolarmente belli.

Come è stata la tua prima volta sul set fotografico?

Mi è sempre venuto molto naturale posare, quasi spontaneo come se in quel momento mi estraniassi da qualsiasi altra cosa e non esistesse nient’altro. Durante l’adolescenza mi ha aiutato molto a mettere da parte tutte le mie insicurezze e a non lasciarmi condizionare dal giudizio degli altri. Da qualche anno potrei dire che questo lavoro mi ha allontanata dalle negatività e dalle cose brutte che mi sono capitate nella vita, mi ha cambiata molto. Confesso di essere felice di far parte di questo mondo e ad oggi non mi sono mai pentita delle mie scelte.

Quali sono i motivi per cui hai deciso di posare?

Questo mondo mi ha sempre affascinata fin da piccola. All’età di 15 anni ho cominciato a frequentare corsi di portamento e posa fotografica per imparare a posare come le modelle che vedevo sulle riviste quando ero bambina, quando mi piaceva ritagliare tutte le foto che mi colpivano particolarmente per poterle conservare.

Hai partecipato a diversi shootings: quali di questi ricordi con più piacere?

Di tutti gli shootings a cui ho partecipato ricordo con particolare piacere le esperienze di Londra, dove ho conosciuto dei professionisti straordinari da cui ho imparato tanto e che mi hanno aiutata a crescere professionalmente. Mi sono confrontata con una realtà totalmente diversa da quella italiana e questa città mi ha dato tantissime nuove opportunità di cui ho fatto tesoro e ad oggi credo di aver fatto la scelta migliore della mia vita.

Cosa riesce a farti emozionare?

L’arte, la letteratura, la musica, gli affetti sinceri e soprattutto il ricordo di mia madre che porto sempre con me.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Mi aspetto di trovare la mia strada, di realizzarmi nella vita e di diventare mamma un giorno.

Un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

Continuare a lavorare in questo settore e magari un giorno passare dall’altra parte dell’obiettivo. Nel frattempo mi piacerebbe continuare a coltivare la mia passione per la scrittura, magari pubblicando qualcosa di mio un giorno.

Un tuo pregio e un tuo difetto

Sono molto comprensiva ed empatica con gli altri, a tratti quasi materna, ma nello stesso tempo sono estremamente severa con me stessa.

Che cosa è sacro per te?

L’amore verso i figli.

La tua più grande paura?

L’ho già affrontata quando è venuta a mancare mia madre anni fa.

C’è qualcosa di te che cambieresti?

Il mio essere troppo riflessiva e non riuscire a godermi i singoli momenti.

Secondo te quali sono le qualità che una fotomodella dovrebbe avere?

Una forte personalità, la puntualità e la determinazione.

Ultimo film visto?

Martyrs.

Ultimo libro letto?

I demoni di Dostoevskij per la seconda volta.

Il tuo piatto preferito?

Pizza.

Un motto o una frase che più ti rappresenta?

Lavora duro in silenzio e lascia che sia il successo a fare rumore.

Raffaella, manda un saluto ai nostri lettori!!!

Ciao a tutti, grazie per aver letto la mia intervista!

A.C.

https://www.instagram.com/raffaella.d.r.rose/

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Lucia Castellano si racconta!

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Amici di Mondospettacolo, oggi ho raggiunto telefonicamente la musicista Lucia Castellano, (Italia’s Got Talent 2016) (Testimonial per IK Multimedia) ecco che cosa ci siamo detti.

Lucia come stai innanzitutto e come è andato fino ad oggi questo 2019?

Ciao Alex, sto bene grazie, è andato molto bene, perché ho avuto occasione di fare collaborazioni importanti tra cui quella con Luciano Ligabue!

E’ proprio in questa occasione (per la festa delle donne) che Luciano Ligabue ha deciso di realizzare questo  pezzo solo con noi donne, io ovviamente ero la tastierista.

Che emozione hai provato a stare sul palco con un mito come Ligabue?

E’ stata una emozione indescrivibile, perché tra i cantautori italiani lui è sempre stato uno dei miei miti, non solo come artista, ma anche come persona, in quella occasione infatti ha dimostrato di essere grande, mantenendo l’umiltà,  e sopratutto è riuscito a mettere noi musiciste a nostro agio.

Ma so che hai fatto anche altre cose importanti in quest’anno!

Si Alex, proprio ieri  è stato presentato il videoclip dal titolo “Sputi sull’Anima”, ho collaborato con Giovanni Nuti, che ha cantato questo pezzo sul bullismo nel quale io sono presente sia come tastierista che come attrice. Il tutto grazie a Francesco Bombelli che ha ideato, prodotto e promosso questo progetto.

Oltre a fare egregiamente la musicista, sei anche una bellissima fotomodella, ma come è nata la tua passione per la fotografia?

E’ tutto nato dall’incontro con Sergio da Re che è un fotografo professionista che ha fotografato me e la mia band ad un concerto, da lì è rimasto colpito da me e ha deciso di farmi uno shooting da sola e da quel momento in poi è nata la mia passione per gli shooting.

Ma è vero che sei già finita su qualche copertina di riviste e magazine?

Si esatto, sono finita recentemente su NaFashion Magazine (Napoli) e poi su Meloleggo Magazine (Trentino alto aldige) e Le Magazine che è un magazine francese.

Wow, complimenti davvero per la tua carriera di musicista e di modella, ma prima di chiudere che cosa bolle in pentola prossimamente per Lucia Castellano?

Grazie Alex, il 18 ottobre uscirà un singolo anni 80 scritto da Andrea De Paoli e da Luigi Mosello nel quale ho partecipato.

E poi?

Poi intorno a Novembre uscirà un EP di musica inedita Pop Rock, realizzata dalla mia Band “D_Lay”.

Lucia sicuramente ci risentiremo per le prossime novità che ci racconterai nuovamente su Mondospettacolo.

Certamente, grazie Alex per questa nostra chiacchierata, un caro saluto a te, alla tua redazione e a tutti coloro che ci hanno letto.

Alex Cunsolo

https://www.instagram.com/luciajoyacastellano/ 

Le foto dell’articolo sono di: Sergio Da Re, Mauro Meneghel, Fabio Baldini, Luca Orsini, Sergio Calai

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Francesca Alemanno: “La bellezza e il carattere sono i miei punti forti”

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“Francesca Alemanno” è la bellissima fotomodella protagonista del nostro editoriale, uno dei suoi punti di forza è il suo carattere e la grande personalità.

Francesca Alemanno, parlaci di te?

Donna di forte personalità, carismatica ed intuitiva, sensibile a tratti permalosa. Sempre pronta ad aiutare il prossimo. Spigliata e allegra, amante dell’estetica e della musica e in generale tutto quello che si può esprimere attraverso la gestualità. Tutto ciò che è colorato mi rispecchia, sono un anima libera e intraprendente. Mi sento viva attraverso le emozioni forti che hanno sempre fatto parte del mio quotidiano, per la serie “o fuoco o niente”.

Il tuo ruolo perfetto nello Spettacolo?

Mi ci vedrei bene nel fare pubblicità come modella o ad affiancare conduttori nei programmi televisivi svolgendo vari ruoli in quanto mi reputo molto versatile.

Artisti preferiti?

I mie artisti preferiti sono uomini e donne di grande carisma tipo Monica Bellucci, Keanu Reeves, come nella musica Marco Mengoni, Adele, Beyonce.

Sogni nel cassetto?

Il mio sogno da sempre è stato diventare una fotomodella professionista, magari rivedendomi su qualche copertina importante. Oppure poter truccare donne di spettacolo importanti avendo un’ottima predisposizione in questo.

Cosa ti piace di più di te?

Di me adoro la tenacia con cui affronto le situazioni, il fatto che mi senta sempre un passo in più rispetto agli altri e non per superiorità ma perché so di avere un karma raro e di essere molto empatica, fisicamente adoro le mie gambe e i miei occhi i quali penso siano pieni di tutta me stessa.  Attraverso loro mi piace comunicare il mio essere donna e la mia profondità. Ciò che rende felici bisogna sempre inseguirlo. E come dico io “il mondo appartiene a chi crede nella bellezza  dei propri sogni..”, quindi la costanza e la tenacia mi porteranno indubbiamente ad arrivarci.

Pensi di realizzarli?

Lo spero vivamente!

Cosa è lo spettacolo per te?

Il mondo dello spettacolo l’ho sempre visto come una grande famiglia a se, fatta di scena e di brillantina, qualcosa di magico e anche misterioso, ed io sono attratta da tutto ciò!!! Perché mi sento eccentrica e con un estrema voglia di emergere, attraverso le proprie migliori qualità ovviamente.

Vita sentimentale?

La mia vita sentimentale è sempre stata molto travagliata e mai banale. Ho vissuto momenti splendidi ma anche orrendi di grande destabilizzazione interiore. Ma felice di tutto ciò in quanto mi sono sempre sentita fortunata perché so e conosco cosa significa vivere l’amore e le sue passioni al cento per cento anche se hanno il potere di distruggere. Come dicevo prima non potrei non vivere di emozioni forti!

L’uomo perfetto di Francesca Alemanno ?

Ovviamente l’idea di avere una famiglia è da sempre presente nella mia mente e nel mio cuore, ma non voglio chiunque, voglio il principe!!! Il mio ma come dico io. Deve essere principalmente intelligente e con un gran carattere che mi sappia sedare essendo molto esplosiva, indubbiamente dolce e che mi appoggi in ogni mia scelta.

Prossimi impegni lavorativi?

In programma ci sono vari shooting fotografici e delle collaborazioni in alcuni eventi quali immagine e casting un po’ dappertutto.

Stefano Madonna

https://www.instagram.com/alemanno.francesca/

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Il topless di Giorgina Sparkling conquista RAI2

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Sparkling Giorgina a seno nudo su Rai 2 e subito il web impazzisce!

Ieri sera in Tv è andato in onda il nuovo programma “Maledetti Amici miei” un vero e proprio show televisivo – prodotto da Rai2 in collaborazione con Ballandi.

Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Giovanni Veronesi, Max Tortora e Carlo Verdone sono stati i mattatori di questa divertente trasmissione intrattenendo il pubblico televisivo con monologhi, canzoni e sketch, ma, allo scattare della seconda serata, dopo le 23,20, Giovanni Veronesi ha invitato il pubblico a liberarsi «Siamo in seconda serata, finalmente possiamo dire le parolacce, pubblico anche voi liberatevi, fate quello che vi pare», e in quel momento tra le file del pubblico si è alzata una bellissima ragazza bionda che improvvisamente spogliandosi ha mostrato il suo seno.

Il suo nome è Giorgina Sparkling una cara amica che noi di Mondospettacolo vi avevamo già presentato con questo editoriale!

Ho raggiunto Giorgina al telefono per farmi raccontare questa sua esperienza.

 

Ciao Giorgina, innanzitutto complimenti è stato bello vederti in TV! Prima di te solo Cicciolina si era mostrata a seno nudo in televisione e ora milioni di Italiani hanno visto il tuo bellissimo topless, ma dimmi che emozioni hai provato?

Ciao Alex, grazie! In quel momento non ho pensato a nulla, mi sono lasciata guidare solo dall’energia e dall’adrenalina che provavo, devo ammettere che ero un po’ agitata 😬. La cosa che mi rende felice, è che non è stata una cosa volgare, ma come è nel mio stile molto fine ed elegante.

Hai iniziato come coniglietta su Playboy, poi un programma televisivo con Valerio Merola e ora ti abbiamo vista, nientepopodimeno che su Rai 2, come sta cambiando la vita di Giorgina?

Insomma, sto solo cercando di inseguire il mio sogno e spero di trovare nuove possibilità nel mondo della TV, vorrei un giorno un programma da condurre tutto mio.

Entusiasmo, simpatia, bellezza e sensualità sono solo alcune delle tue caratteristiche ma quale è il tuo segreto?

Essere semplicemente me stessa, senza preoccuparmi degli altri e andare dritta per la mia strada, sempre con il sorriso.

Non sono passate nemmeno 24 ore da quando sei comparsa in TV e già i social stanno impazzendo, cosa sta succedendo?

Mi è esploso il cellulare 😂

Ti rivedremo ancora in TV?

Si, mi vedrete la prossima settimana, più precisamente alle 19,00 di martedì prossimo 8 ottobre nella terza puntata di Secur Life su Sky Canale Italia 821 e dgt 84, dove sarò la valletta del programma.

Giorgina, prima di chiudere la nostra intervista, non mi resta che farti ancora i complimenti da parte mia e di tutta la nostra redazione.

Grazie Alex, un abbraccio a te e a chi ci ha letto e mi raccomando sempre tutti POWER!

Alex Cunsolo

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Presentato il contest Play! Storie che cantano, con Noemi

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Si è svolta la mattina del 4 Ottobre 2019 a Roma, con la partecipazione di Noemi, la conferenza stampa di presentazione di Play! Storie che cantano, in programma giovedì 10 Ottobre dalle ore 20.00 all’Auditorium della Conciliazione con la partecipazione della cantante stessa, testimonial del contest e madrina della serata, insieme ad altre star del pop nazionale come Enrico Nigiotti, Francesco Sarcina de “Le Vibrazioni”, Roy Paci, Diodato, Bianca Atzei. E c’è grande attesa per conoscere il vincitore del contest musicale online dedicato alle donne con tumore al seno metastatico: i cinque finalisti, autori e interpreti di brani originali ispirati alle storie delle pazienti, si contenderanno la vittoria nel corso dell’evento live .

I cinque finalisti sono: Matteo Arpe, Gloria Galassi, Rebecca Pecoriello, Luca Ricozzi e Cristiano Turrini. Il vincitore del contest, proclamato dalla Giuria tecnico-artistica, si aggiudicherà come premio la pubblicazione e promozione di un singolo promosso da iMean Music Publishing and Management distribuito su tutte le piattaforme nazionali e internazionali di The Saifam Group.

Voltati. Guarda. Ascolta è una campagna dove si usa la musica pe dare spazio e luce a una realtà molto importante che è questa del tumore al seno metastatico – afferma Noemi – Per quanto riguarda le canzoni che sono arrivate per il contest, le ho trovate tutte molto diverse tra loro, ma tutte esprimono una grande empatia sul tema senza cadere in banalità, senza essere sdolcinate o scontate. Usare il linguaggio della musica – continua Noemi – mi sembra una bella cosa perché è un linguaggio diretto che non ha bisogno di tanti fronzoli e io mi sento completamente a mio agio in questa iniziativa”.

Il contest Play! Storie che cantano in radio partnership con RDS, è stato organizzato nell’ambito della campagna “ Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico”, promossa per il terzo anno da Pfizer con il patrocinio di Fondazione AIOM e in collaborazione con Europa Donna Italia e Susan G. Komen Italia per dare voce alle pazienti e rompere il muro di silenzio che circonda questa malattia.

L’ingresso all’evento musicale live è gratuito e aperto a tutti con prenotazione online su https://www.proformatcomunicazione.it/prenotazione-play/

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Il trionfo del nulla: Greta, i gretini, e di come salvare il mondo senza fare una beneamata mazza.

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Siete dei co####ni. Tutti, senza distinzioni.

Lo siete voi che pendete dalle labbra di una sedicenne problematica, lo siete voi che la criticate per partito preso senza dare argomentazioni valide (no, “cessona va a fare i bocchini” non lo è), e lo siete anche voialtri che tenete il piede in due scarpe, coi vostri ridicoli “eh ma se serve a sensibilizzare ben venga”.

E adesso mi spiego meglio.

Innanzitutto partiamo dal problema fondamentale, ovvero la diatriba relativa al cambiamento climatico generato dalle attività umane.
Sostanzialmente si sta continuando, da circa una trentina d’anni a questa parte, a dire che magari se la piantiamo di inquinare il mondo su cui viviamo è anche meglio. Effettivamente non è che ci vada un genio a capirlo, visto che ad oggi questo è ancora l’unico mondo a nostra disposizione. Non lo sarà per molto: ma questo per motivi meno catastrofisti di quelli che crediamo. Semplicemente stiamo iniziando ad espanderci seriamente nel cosmo, ed abbiamo la Luna e Marte pronti ad accoglierci, in un futuro tutt’altro che remoto.

Cosa è successo in questi anni? Molto semplice: da un lato abbiamo avuto industrie e attività umane sempre in crescita, che hanno contribuito a sporcare parecchio casa nostra, e dall’altro uno sviluppo verso forme alternative di produzione di energia altrettanto in crescita.
Le cosiddette fonti rinnovabili oggi hanno raggiunto un livello tale da poter essere trasformate in un ottimo business, perché alla fine è di questo che si tratta. Ma senza scendere in una serie di spiegoni tecnici sulle energie rinnovabili (che poi tanto rinnovabili non sono, ma non diciamolo che non è ecofriendly green crueltyfree…) e sui vari risultati ottenuti, tutt’altro che marginali, rimaniamo sul discorso relativo a Greta.

Ed è qua che andiamo a ridere.

Introduzione: il discorso sul cambiamento climatico non è roba nuova, anzi è da almeno un secolo che lo si è iniziato. Oggi le cose sono degenerate: da un lato abbiamo negazionisti convinti che sia una bufala, dall’altro catastrofisti altrettanto convinti che siamo sull’orlo dell’estinzione.
Per farla breve, la verità sta nel mezzo. Avete mai sentito parlare di precessione climatica? No, naturalmente. Bene, entro in modalità professoressa sexy e vi spiego cos’è.
Tutti voi parlate di cambiamento climatico, riscaldamento globale, però mai uno che dica che il clima ha sempre subito delle oscillazioni. Il passaggio da fasi glaciali (fredde) ad interglaciali (temperate o calde) ha sempre avuto una sua naturale periodicità. Uno dei motivi per cui il clima cambia è dato da una serie di cicli astronomici, chiamati cicli di Milankovitch. Questi cicli sono un powermix di tre concause:
– le oscillazioni dell’eccentricità dell’eclittica
– le variazioni nell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre
– la cosiddetta precessione degli equinozi

L’eccentricità dell’eclittica varia da 0.005 a 0.058 (prendetela per buona così, se no devo farvi un corso universitario di astrofisica). In sostanza dipende dall’attrazione gravitazionale tra la Terra e i pianeti più grandi del sistema solare, e si completa seguendo oscillazioni di circa 100 mila anni di periodo massimo. Più aumenta questa eccentricità, più aumenta la distanza tra Terra e Sole al perielio, facendo quindi salire l’insolazione, che da un valore quasi uguale a quello registrabile in afelio può arrivare a superarlo di circa il 23%. Afelio e perielio cercateveli voi su google che io sono pigro.

L’asse di rotazione terrestre può cambiare la propria inclinazione, rispetto al piano dell’eclittica, da 22.1° a 24.5° (ora siamo a 23°27’ e in diminuzione). Il periodo completo dell’oscillazione è di circa 40.000 anni. Aumentando questo angolo aumentano i contrasti stagionali alle medie e alte latitudini, con un conseguente aumento di temperatura. Angoli più bassi invece favoriscono il raffreddamento. La cosa che ci interessa è che noi siamo, in buona sostanza, gli sfigati che vivono esattamente a metà di uno di questi periodi: tra 20.000 anni ad agosto avremo la neve in italia, e andremo al mare a gennaio. Beh, forse noi no, ma i nostri discendenti sicuramente.

Questo è ulteriormente aumentato dalla precessione degli equinozi, cioè la variazione della direzione dell’asse terrestre rispetto al Sole.
L’asse terrestre ruota, a causa delle forze di marea lunisolari, attorno ad una retta perpendicolare al piano orbitale, con un periodo di circa 26.000 anni.
L’emisfero nel quale durante il perielio l’asse terrestre punta verso il Sole avrà un maggiore contrasto stagionale, mentre l’altro avrà stagioni più miti.
Attualmente, il passaggio al perielio si verifica durante l’estate dell’emisfero australe, invece quello all’afelio capita durante l’inverno. Questo porta ad avere stagioni più intense nell’emisfero australe rispetto al nostro, fino a quando l’asse terrestre non si posiziona in modo che gli equinozi cadano vicino ad afelio e perielio. In quel caso le differenze tra i due emisferi si riducono.

Bene, tutta questa pippa per spiegarvi che il cambiamento climatico non è “originato dall’uomo” come i gretini vanno berciando in giro, ma semplicemente c’è da sempre e sempre ci sarà. Tra l’altro non è neanche la prima volta che ci passiamo: da che esiste l’uomo, ovvero circa 3 milioni di anni, di queste inversioni ce ne sono state almeno sei o sette. Siamo sempre qua.
In questo periodo sfigato, durante il quale ci stiamo trovando appunto a metà di uno di questi cicli, quindi quello con i cambiamenti climatici più intensi, effettivamente ci abbiamo messo del nostro per peggiorare le cose, inquinando selvaggiamente il pianeta e rendendocene conto dopo circa un secolo.
Bene, volete saperla una cosa? Vi hanno presi per il culo. NON E’ VERO che il problema è il cambiamento climatico. Tutto il nostro inquinamento, sotto questo aspetto, avrà come unico effetto quello di anticipare la prossima inversione di circa 150 anni. Considerato che siamo a metà, e che è da circa metà ciclo che è iniziato l’apporto umano alla situazione, ne consegue un anticipo del ciclo rimanente di 150 anni su 20.000: praticamente una scorreggia in una tromba d’aria.
Lo sapete quali sono i veri problemi? La plastica negli oceani (prodotta anche da Greta…) che viene mangiata dai pesci che peschiamo e ci mangiamo. Le falde acquifere inquinate dai rifiuti, che poi vanno ad inquinare il mare e il nostro corpo ogni volta che beviamo. E tutta una serie di altri problemi molto più settoriali rispetto ad un generalizzato “inquinamento globale”, ma molto più pericolosi e molto più presenti.

L’inquinamento è un problema serio e reale: il cambiamento climatico determinato dall’uomo è un discorso da ridimensionare parecchio, pur essendo comunque vero.
Ma ovviamente fa molto più figo parlare di quello, perché educare a buttare le cartacce in quel cestino poco distante, davanti al quale comunque passerete pochi passi dopo, è molto più difficile. E sono quelle cartacce il vero problema, non delle fantasiose teorie su catastrofi climatiche che ci spazzeranno via in capo a 12 anni.
E adesso riassumiamo in qualche punto le caratteristiche di questa enorme presa per i fondelli a cui tutti quanti credono.

Punto primo: la ragazzina non ha detto niente di nuovo.
Vi ricordate di un certo Sting, che già in tempi non sospetti denunciò il disboscamento dell’Amazzonia? Bene. La risposta da parte del mondo fu un generalizzato “Che cazzo dici coglione”, detta in termini più comprensibili. Nel mentre, ormai da sempre, l’Africa continua a bruciare. Ma dell’Africa cosa vogliamo che ce ne freghi, dai. Molto meglio preoccuparsi di una zona ancora più lontana, le cui foreste vengono abbattute per fare spazio agli allevamenti di chi vuole McDonald sempre fornito, ed anche alla soia dei vegani (sì gente, è anche colpa vostra).
Bene: non solo Sting, ma anche parecchi altri hanno denunciato lo stesso problema, e non è assolutamente vero che la cosa sia caduta nel vuoto. Quelle sono balle.
Volete un altro esempio? Bene, ve lo fornisco.

Vi ricordate quando eravate marmocchi, che si faceva un gran parlare del buco nell’ozono causato dall’uomo?
Bene, pareva che la colpa fosse solo della bomboletta di lacca delle vostre mamme, che ad ogni spruzzata inquinava il mondo di letali dosi di CFC. Niente da dire, miliardi di bombolette hanno fatto la loro parte ma non era solo colpa del loro uso. Risultato: oggi il CFC è stato eliminato, e il buco nell’ozono si sta richiudendo.
A quell’epoca Greta era ancora nelle future intenzioni di sua madre, sempre che ci stesse già pensando, ma casualmente qualcuno aveva già sollevato il problema.
Non vi basta? Bene, no problem: passiamo all’esempio successivo.

Avete presente tutti i discorsi relativi all’inquinamento prodotto dalle auto, portati avanti da tante associazioni ambientaliste di cui nessuno di voi conosce il nome? A quanto pare qualcuno li ha ascoltati. Mettete le vostre auto sul ponte dal meccanico, e guardate sotto. Ecco, lo vedete quel grosso coso a metà dello scarico della marmitta? Bene, quello è il catalizzatore. La casa produttrice della vostra auto ci ha messo sopra una bella serie di dispositivi per fare una strana cosa: inquinare di meno. FAP, catalizzatore, EGR, motori sempre più efficienti che consumano (e quindi inquinano) di meno, centraline che gestiscono l’uso del carburante e le relative emissioni (no, non quelle tedesche, quelle lasciatele perdere. Ma pazienza, che i crucchi non abbiano mai perso l’abitudine di giocare coi gas è risaputo).

Quindi, cara Greta, grazie per il tuo geniale “dobbiamo inquinare di meno”, ma arrivi tardi. Precisamente arrivi una trentina d’anni abbondanti in ritardo. Comunque complimenti, genio. Non ce lo avessi detto tu non ce ne saremmo mai resi conto.

Punto secondo: se oggi il mondo è ridotto in varie sue parti ad una grossa discarica, la colpa tutto sommato nostra (ok, mi ci metto pure io. Non ho la pretesa di vivere ad emissioni zero).
La nostra è la generazione che ha preteso l’aria condizionata, l’auto comoda, il wifi, e tutte le comodità di cui oggi, giustamente, non vuole più fare a meno. E no, la soluzione non è quella di ritornare a vivere come 50 anni fa. Tutti i vari fenomeni che propongono “spegni l’aria condizionata e vai in bici” sono solo dei poveri illusi, proprio concettualmente. Veramente vogliono andare da John Smith di Atlanta, o da Hans Kartofen di Berlino, o da Totò U’Curtu di Scampia a dirgli “Ehi, ci sono 42 gradi perché siamo ad agosto ma sai, devi spegnere il condizionatore perché se no l’artico si scioglie…”? Certo, come no.
Vogliono venire a dire A ME “Ehi, non girare con una Giulia Quadrifoglio, che quel mostro inquina…”. Hmmm certo, ci rinuncio proprio per voi. Sognate, gente.
E la soluzione infatti non è quella di rinunciare alle comodità di cui si gode, ma semplicemente imparare ad usarle e ad aggiornarle su necessità, tra l’altro fruendo di tutta una serie di strani servizi tipo la raccolta differenziata, che praticamente nessuno fa. Eh sì gente, esiste anche il riciclaggio dei rifiuti. Magari si potrebbe persino usare questi servizi, visto che nella tassa rifiuti sono anche compresi.

Volete il caldo in casa in inverno? Bene, magari iniziate a togliere quella vecchia centrale a carbone condominiale che avete nel seminterrato, che inquina come una corazzata, costa come una Lamborghini e rende un terzo rispetto a qualsiasi impianto di ultima generazione.
Esiste una strana cosa chiamata teleriscaldamento, esiste il riscaldamento autonomo, esistono i condizionatori con pompa di calore, pensate un pò. Esiste la domotica, che può portare persino ad avere roba strana in casa tipo un router da cui collegarsi via internet, attivando i condizionatori quella mezz’ora prima di tornare a casa, anziché tenere il riscaldamento acceso quando non c’è nessuno. Funziona, sapete? E fa persino risparmiare.

Volete città più pulite, con aria più respirabile? E allora magari piantatela di usare l’auto per fare mezzo miglio tra andata e ritorno, manco foste degli obesi di 350 libbre, se no davvero poi non dobbiamo stupirci se l’aria inizia a diventare quella di Shanghai.
Care mammine col SUV, magari non usatelo per fare il tour scuola del marmocchio – estetista – parrucchiera – vascone in centro – aperitivo- palestra, visto che esiste una strana cosa chiamata trasporto pubblico. Sul fatto che in tante città sia ridotto ad una merda, con bus vecchi ed inquinanti, corse ogni 30 di febbraio, e fauna locale che almeno a me personalmente pare di essere tornato a Baghdad con la differenza che almeno là avevo le piastre e un M4, vi do ragione. Ma anche quello sta migliorando, piano piano. Per carità, la spesa al supermercato per evitare di dovervi portare uno zaino alpino strapieno di roba fino a casa ve la concedo, ma cari milfoni, i vostri carri armati in tante altre occasioni potete lasciarli a casa.

E personalmente parlando ve lo dico a malincuore, visto che da grandi SUV scendono grandi milf.

Di nuovo, cara Greta, grazie per la tua grandiosa idea di ridurre l’inquinamento producendo meno plastica, sei un fottuto genio. Senza il tuo indispensabile apporto, chi mai avrebbe pensato da circa 30 anni a cose come il riciclaggio dei rifiuti, o la plastica biodegradabile? Ah, e a proposito: ci spieghi cosa ci fanno nelle tue foto posate di plastica, bottigliette d’acqua di plastica, piatti e ciotole di plastica? o di cosa è fatta la tua sciccosa tenuta da marinaretta su quello yacht? Ah già… quel barcone di cosa è fatto? Ecco, appunto.

Punto terzo: informarsi non fa male. E per “informarsi”, dico INFORMARSI.

Oggi siamo arrivati all’ideologia dell’ignoranza e dell’incompetenza istituzionalizzate: in un’epoca che ci dà la possibilità di ottenere, gratis e immediatamente, la cultura e la conoscenza serie, scientificamente corrette, aggiornate e pubblicamente disponibili, non informarsi non è più ammissibile.
50 anni fa la cultura era qualcosa di elitario, riservato a chi aveva tempo e soldi. Oggi non è più così. Oggi non ci sono più scuse. Con la cultura a disposizione gratis per tutti, non acquisirla è peggio che una colpa: è un dolo.
Se oggi voi volete non informarvi, perché ormai solo di voler rimanere ignoranti si parla, avete il dolo di contribuire a diffondere disinformazione, balle e luoghi comuni di cui nessuno ha bisogno.
Se oggi volete rimanere nella vostra bolla di ignoranza, siete un fottuto pericolo, per voi (e chissenefrega di voi, nessuno sentirà la mancanza della vostra stupidità) ma soprattutto per altre persone, che rischiano di credere alle vostre idiozie. E mica per nulla vi piace una sedicenne svampita, che parla alle vostre pance ed è ignorante come voi. Giustamente, quando parla uno scienziato deve per forza essere “pagato dal sistema”, mica una persona competente che magari ne sa qualcosa più di voi.
Vi faccio una domanda: se avete le blatte in casa, chi chiamate? Chiamate la disinfestazione, o un attore comico?
Chiamate qualcuno che ne sa qualcosa più di voi, a risolvere il problema, o uno tanto incompetente quanto voi in materia, ma che vi tiene su di morale raccontandovi una bella storiella?
Ecco, appunto.
In questo periodo state cercando di far terminare un’infestazione di blatte mettendo al lavoro un comico, anziché fidarvi di un disinfestatore competente.
State affrontando il problema di pancia e non di testa, perché non siete più abituati a pensare e ad usarla, la testa. Questo vi porta, oltretutto, ad avere paura di chi la usa, perché istintivamente ciò che non si conosce, o che ci è superiore, fa paura. Avete paura del disinfestatore perché è più competente di voi, e temete che voglia fregarvi.
Le soluzioni ai problemi che indubbiamente stanno affliggendo il nostro pianeta non si trovano affrontandoli in modo ideologico, ma studiando, costruendosi una cultura specifica e le relative competenze, esaminando il problema e capendo come risolverlo.
C’è il buco nell’ozono? Ci sono i gas serra? Bene, e come volete risolverli questi problemi? Con le vostre ridicole marce? Certo, credeteci. Non sarete voi con le vostre patetiche manifestazioni  a risolvere proprio niente: sarà qualche chimico del tutto sconosciuto, seppellito in un laboratorio, a capire come mai quei gas si comportano in un certo modo e a trovare una soluzione. Quel chimico sarà magari il compagno di scuola nerd di vostra figlia, quella ragazzina che avete visto alla marcia per l’ambiente sventolare un cartello con su scritto “sfondami il culo non il mondo”.
Vostra figlia, che il lunedì dopo a scuola ha preso in giro il compagno nerd perché non è venuto a manifestare, ha dato come sua massimo contributo al mondo un cartello di cattivo gusto. Quanto a vostro figlio, invece, possiamo darlo come non pervenuto: con tutta probabilità se ne è andato a giocare a calcio. Il nerd, che invece non ha perso tempo a quella inutile fiera del disagio, diventerà magari quello che risolve un problema sul serio.

Volete un esempio? Bene, ve ne faccio uno relativamente al settore di cui mi occupo.
Nell’arco degli ultimi 30 anni il trasporto aereo è aumentato del 70%.
Naturalmente la cara Greta si è subito premurata di sparare a zero sul settore aeronautico, dicendo che non prende gli aerei perché “inquinano più dei mezzi di terra”. BALLE. TUTTE BALLE.
Facciamo due calcoli: in questo momento abbiamo circa 15.000 aerei in volo in tutto il mondo. Ogni aereo inquina come circa 600 auto.
Ok: spannometricamente, 15.000 x 600 fa 9.000.000. In sostanza il trasporto aereo in questo momento sta producendo più o meno lo stesso inquinamento di 9 milioni di auto.

Peccato che le auto siano centinaia di milioni, immatricolate a botte di 100 milioni all’anno già solo in Europa. E sono solo le auto, poi ci sono tutti gli altri automezzi, come autobus, camion, moto… ma vabbé, buttiamo tutto nel mucchio. Secondo tutte le stime proposte da varie agenzie governative ed indipendenti, Nazioni Unite comprese (sì, proprio quelle da cui Greta è andata a porconare qualche tempo fa), il trasporto aereo produce un 3% risicato di tutto l’inquinamento globale, a fronte di un 73% abbondante originato dai mezzi di terra che tanto piacciono a Greta.
Inquinamento prodotto anche dai milfoni coi SUV, ammettiamolo.

Bene, ripetete con me: 3% scarso. Ah, e a proposito: a fronte di un aumento del numero dei voli del 75% come detto sopra, il tasso di emissioni è calato di un buon 60%. Lo sapete perché? Semplice, perché centinaia di ingegneri aeronautici hanno studiato, conoscendo il problema, dei motori sempre più efficienti e puliti. L’ultimo uscito è il nuovo gioiello di casa Airbus, l’A-350. I suoi motori tagliano consumi ed emissioni di UN ALTRO 25% abbondante
.
Tutti i vari Smith, Lemarchand, Von Eisenhof, Cohen, e tanti altri di cui nessuno di voi ha nemmeno il concetto dell’esistenza, casualmente non sono mai andati a manifestare con dei cartelli ridicoli. Hanno studiato, hanno subito le prese in giro dei compagni che gli davano degli sfigati, si sono presi un paio di lauree ed hanno agito concretamente, al contrario di quello che faranno i vostri figli e figlie.
Se già oggi il mondo è un posto meno inquinato è grazie anche a loro, sicuramente non per merito di un branco di scioperati che tagliano da scuola con la scusa dell’ambiente, peraltro lasciandosi dietro il solito porcile di cartacce.

Cara Greta, anche qua hai fallito. Forse forse, se anziché farti le crociere su un barcone DI PLASTICA,  immatricolato a nome di un’azienda chde produce VELIVOLI, e che verrà riportato indietro da un equipaggio arrivato SU UN AEREO, licenziassi quella capra disinformata che ti scrive i discorsi ed iniziassi ad informarti anche tu, magari eviteresti certi svarioni da poveraccia e diventeresti più attendibile.
Però dai, un merito te lo riconosco: dopo anni durante i quali tutte le ragazzine di cui sopra se la sono bullata tanto spacciandosi per lesbiche, perchè era di moda e faceva tanto figo ed alternativo, nelle foto relative alle loro manifestazioni abbiamo visto una seria fame di cazzo da parte loro, debitamente evidenziata dai tanti cartelli che portavano orgogliosamente in giro.
A proposito di plastica, cara Greta, forse hai ottenuto il risultato di mandare in crisi il mercato giovanile di dildi e vibratori: dai, è comunque tutta plastica in meno. Sarà finalmente la volta che tutti ci si organizza e si fa più sesso. Dai, qualcosa di buono lo hai fatto. Magari poi inizia ad informarti su quali siano i maggiori produttori di inquinamento al mondo ed inizia a cazziare loro, così fai qualcosa di utile.

E adesso arriviamo al punto quarto, il finale. In sostanza è la sommatoria dei punti di cui sopra.

Voi, cari fan della sedicenne viziata e coccolata che si fa la crociera su una barca di plastica e carbonio (lo sapete che il carbonio non è smaltibile, vero? L’unica è sotterrarlo), non siete degli eroi. Innanzitutto il vostro pensiero è sbagliato: “Ma quello che conta è il messaggio…” è diventato il vostro mantra.
Spiacente, truppa: non basta il messaggio, ma ci vuole anche un messaggero adeguato. Se una persona vuole parlare di qualsiasi cosa, DEVE AVERNE LE COMPETENZE. Se non le ha, stia zitta.
Se oggi questa ragazzina ha tutta questa visibilità non è per merito suo, ma per colpa vostra. Siete voi i colpevoli, quelli che ascoltano quattro banalità e una discreta serie di svarioni tecnici senza riconoscerli, ma cascando dalle nuvole come dei fessi. Questo per colpa vostra e dell’ignoranza da capre di cui ho parlato più sopra.
Se realmente aveste un minimo di cultura, avreste reagito come me quando ho letto la sua grandiosa uscita relativa agli aerei. Vi sareste detti: “Ma questa scema dove le ha lette queste cazzate?”, l’avreste bollata come l’incompetente che è, e ve ne sareste dimenticati due minuti dopo. Greta non è un ingegnere aerospaziale, non è un chimico, non è neanche un operatore ecologico (leggasi netturbino), NON E’ NIENTE E NESSUNO. Capitelo.
“Ma ci va per forza una laurea per parlare di queste cose?” è la domanda già precompilata a cui siete stati addestrati. E la risposta è solo che SI’, CI VA UNA LAUREA. Magari anche un paio di master.
Una guida turistica in un museo ha una laurea in belle arti, un medico ne ha una in medicina. In parecchie scuole di volo la licenza commerciale viene affiancata ad una laurea in scienze del trasporto aereo, di cui è parte integrante.
Vedete voi.
Quando Greta avrà una laurea in scienze ambientali, un master in chimica organica, e qualche specializzazione relativa alle energie rinnovabili, ai nuovi materiali, qualche pubblicazione scientifica riconosciuta ed approvata da una comunità di studiosi al suo attivo, e magari anche una seconda laurea in scienze sociali per poter proporre delle alternative serie e farle piacere al popolo (” Dobbiamo inquinare di meno” non basta), allora potrà parlare.
“Eh ma lei ci è riuscita a 16 anni, ti rendi conto?” Grazie al cazzo, con una madre ricca e molto ben ammanicata nel mondo dello spettacolo a gestirmi, i soldi in tasca, un curatore di immagine che mi scrive i discorsi (l’ho già detto che è un cane?) e un universo di social popolato da analfabeti, a cui dare in pasto quattro belle cazzate che parlano alla loro pancia, scusate ma persino io ce la farei, che sono stato soprannominato “il Burioni dell’aerospazio” grazie alla mia pazienza, diplomazia e dote oratoria così raffinata ed elegante (ma ho anche dei difetti, eh).

E la stessa cosa vale anche per tutti i suoi detrattori: un branco di analfabeti funzionali che nel migliore dei casi negano tutto il problema in blocco, senza stare ad analizzarlo con coscienza e distacco. Le loro argomentazioni sono al massimo qualche insulto relativo alla sua sindrome, o qualche invito a fare l’attrice porno (cazzo gente, la fame è brutta, se vi accontentate di lei…). Risultato: tra voi e loro la state solo buttando in caciara, perdendo di vista il problema dell’inquinamento, che è effettivamente reale, e scannandovi come cani su questioni puramente ideologiche. Fan VS detrattori, che si menano a suon di luoghi comuni e meme squallidi, SENZA PROPORRE UNA SOLUZIONE.  Complimenti, siete dei fenomeni. E a proposito, i partiti naziecologisti di mezzo mondo avranno una bella infornata di voti: questo vuol dire che vi state facendo sfruttare, e non ve ne accorgete. Tra qualche tempo, alle prossime elezioni, state pure sicuri che salterà fuori una bella serie di slogan elettorali che riprenderanno il fenomeno, e che verranno votati da tanta gente ormai debitamente addestrata a riconoscere uno stimolo indotto, come i cani di Pavlov. E vogliamo scommettere che anche la madre di Greta prima o poi diventerà parlamentare, o roba simile? Dai, dopo tutto questo sbattone, alla fine un bel vitalizio a cinque zeri mica farebbe così schifo.

Ormai dovreste aver capito che la vostra paladina dell’ecologia è una povera scema, con la cultura di una lattina di Finkbrau e gestita da una madre cinica e furba, che però almeno il gestore delle comunicazioni avrebbe potuto sceglierlo meglio. La vostra eroina mondiale è del tutto inutile, esattamente come tutti quelli che la seguono. Non serve a un beneamato cazzo di niente chiedere ai “potenti” di salvare il mondo.

CO####NI: SIETE ANDATI A CHIEDERE DI SALVARE IL MONDO ESATTAMENTE A QUELLI CHE LO HANNO SPORCATO.

O meglio: non serve A VOI. La vostra cara Greta si prenderà il Nobel per la pace, a quanto pare, e una bella paccata di soldi. Poi spiegatemi cosa c’entra la pace in questo contesto, ma alla fine mica vogliamo negare un premio a chi si è tanto impegnato per il mondo? Dai, lo hanno dato persino a gente come Arafat che ha finanziato tutti i terroristi del mondo per anni, o ad Obama che ha sventrato il Medio Oriente a suon di guerre, assieme a quell’altra guerrafondaia della Clinton, quindi per quel che vale ormai, un Nobel non si nega a nessuno.

Ad ogni modo, torniamo a noi. Non serve a niente delegare il problema a chi oggi ha già il 60/70% della sua vita alle spalle: quelli se ne fregano assai, e pensano a farsi ancora più soldi con cui godersi la vita alla faccia di tutti voi.  Ah già, a proposito: quei “potenti” a cui ora chiedete di salvarvi sono gli stessi che fino all’altro ieri  avete accusato, ripetendo a pappagallo lo slogan di Greta, di avervi “rubato il futuro”.
No, ma complimenti, siete dei geni. Ovviamente vestiti con l’ultima maglietta di marca e con in mano l’ultimo smartphone, assemblati in Cina da qualche ragazzino sfruttato come uno schiavo, che forse forse avrebbe qualcosa da ridire sul vostro concetto di “rubare il futuro”. Ma non diciamolo, che mica c’entra niente.

Co####ni due volte che siete.  Il futuro va costruito in prima persona, studiando ed applicandosi, senza tante balle. Le vostre ridicole marce al seguito di una sedicenne con l’asperger sono solo un retaggio del secolo scorso, una deresponsabilizzazione a costo zero e una fiera del cattivo gusto. Dire che abbiamo solo 12 anni prima della catastrofe è uno slogan, che si sta ripetendo ormai da decenni. E sapete come andrà a finire? che tra 12 anni le vostre figlie saranno di nuovo in piazza, dicendo che “ci hanno provato ma le hanno fermate i potenti”, perché una dozzina d’anni è troppo poco per risolvere problemi così grossi. Il mondo si può ripulire da tutta la merda di cui lo abbiamo riempito, ok, ma ci vorrà almeno un secolo. Altro che una decade e spicci.

Ah, e sempre parlando di futuro: a me risulta, correggetemi se sbaglio, che ci siano dei piccoli problemi in più da risolvere: qualcosa come la disoccupazione in aumento, lavoretti sottopagati o a stage, welfare che cade a pezzi, servizi sempre più costosi o sempre più difficili da ottenere, insomma tutte quelle simpatiche cose che costringeranno le vostre figlie a starsene a casa nella stanzetta da quindicenni fino ai 35 inoltrati, senza mai potersi permettere neanche un affitto, figuriamoci un mutuo o una famiglia. Non parliamo poi di pensione, quella se la possono scordare.
Questo è il futuro che quei potenti vi hanno veramente rubato, ma tanto chissenefrega, basta scrivere su un cartello “il mondo è caldo come la mia figa” e “sfondami il culo”, per poi bruciare un mappamondo di colla e vernice in piazza a Milano (giustamente, ad una manifestazione contro l’inquinamento è la cosa più logica quella di inquinare ancora un pochetto bruciando una palla di roba chimica. Dei fottuti geni, complimenti).

E dopo la manifestazione, tutti da McDonald a rimpinzarsi bene di trashburger e insalata chiusa in una boccia di plastica, che però è bio, vuoi mettere?
Volete fare tanto i ribelli e non sapete neanche il tasso di emissioni della Cina (che su una carta muta riuscireste a confondere con l’Australia), ma vi attaccate alla cannuccia di Burger King perché non è bio. CO####NI: i veri ribelli sono quelli che non stanno perdendo tempo, che studiano, che domani avranno le competenze per ripulire il mondo sul serio, al contrario di voi.

Me compreso, mi permetto persino l’arroganza di poter dire, che in quanto pilota sono ben più ribelle de voartri, visto che non mi piace vivere in mezzo ad una discarica.
E il mio impegno ce lo metto ad ogni decollo, facendo girare dei motori sempre più puliti e sempre più efficienti ogni anno che passa, studiati da quegli ingegneri che furono, tanto tempo fa, i nerd sfigati che non andavano alle marce.

Kurtz Rommel

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Cinema e drink: Latte di papavero, ispirato alla serie tv Game of thrones

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Latte di papavero, ispirato alla serie televisiva Game of thrones.

BARMAN:  Giorgio Morino

INGREDIENTI:
3 cl brandy Cardenal Mendoza
2 cl mezcal Los Siete Misterios
1,5 cl Honey Whiskey
4,5 cl orzata ai semi di papavero homemade (200g di semi di papavero, 200g zucchero, 200g acqua)

Bicchiere: Mini tumbler

PREPARAZIONE:
Versare tutti gli ingredienti in uno shaker, shakerare energicamente e versare nel bicchiere mini tumbler, senza ghiaccio e senza guarnizioni.

ISPIRAZIONE:
L’ispirazione del drink arriva direttamente dal mondo di Westeros creato nei libri scritti da George R.R. Martin, dove il latte di papavero è un anestetico usato per alleviare i dolori fisici. Il bar è un luogo in cui poter abbandonare i propri problemi fuori dalla porta: da qui l’idea per il drink, dove il tenore alcolico, abbastanza sostenuto, viene alleviato dall’orzata fatta in casa. Una celebrazione dei romanzi e una serie tv che hanno segnato questa generazione.

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Viviana Bazzani: vi racconto la mia estate

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Amici di Mondospettacolo, oggi sono in compagnia di una donna straordinaria, che dopo aver lavorato per anni in polizia (è stata nella scorta  romana del giudice Falcone) si è dedicata al sociale e allo spettacolo, sto parlando di Viviana Bazzani.

Ciao Viviana, benvenuta su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex, sto bene grazie, sopratutto sono serena, perché mi diverto a fare un lavoro che mi riempie tutte le giornate.

Raccontami un po’, come è andata questa estate?

L’estate è andata bene perché ho fatto un tour molto particolare ho girato le spiagge dell’adriatico per parlare del fenomeno del femminicidio.

Spiegami meglio.

Alle persone, spiego che cosa è il femminicidio, in realtà è un problema che è sempre esistito, solo che prima veniva chiamato il delitto d’onore. Oggi finalmente le cose sono diverse, è importante saperne parlare, prima ancora di denunciare, consiglio quindi se si subiscono molestie o stalking di andare in commissariato a parlarne, perché il parlare con le forze di polizia può prevenire episodi che potrebbero diventare tragedie.

So che hai aperto il concerto dei cugini di campagna, parlando proprio di questo fenomeno.

Si Alex, è stato a luglio dove insieme a Sylvie Lubamba, abbiamo parlato del fenomeno e dei disagi delle donne.

E poi?

Sono stata opinionista in alcune trasmissioni radio, tra le quali nel programma di Cesare Deserto: “una gabbia di matti” che viene trasmesso in una radio con sede a New York, radio ICN NEW YORK  che da oltre 38 anni trasmette agli italiani  d’america.

Sei stata anche in televisione?

Sono stata su Tele Lombardia anche li in veste di opinionista, nel programma di Marco Oliva “Iceberg”, programma nel quale vengono trattati diversi casi di cronaca nera.

So che hai sfilato anche al Fashion Week di Milano, raccontami un po’.

Si Alex è stata una bella esperienza, sono un po’ tornata indietro nel tempo, quando lavoravo per l’agenzia Caremoli e sfilavo per importanti marchi. Così quando ho sfilato per Pasqui Altieri mi sono trovata a rivivere quei momenti spensierati, rispolverando la camminata tipica degli anni 70/80. Ho dimostrato che anche una Over può sfilare.

Dove ti vedremo prossimamente?

In questo mese sarò presente ad un salotto di Canale Italia e a Novembre sarò ospite di un evento su Padre Pio a Monza, oltre alle varie ospitate come opinionista in radio.

Viviana, grazie per essere stata con noi, a nome mio e di tutta la mia redazione, ti faccio i complimenti per tutto e ti auguro un futuro pieno di successi.

Grazie Alex, a te e a tutti coloro che hanno letto la nostra intervista.

Alex Cunsolo

https://www.facebook.com/viviana.bazzaniprofilopieno

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“Conosciamoli Meglio”: Ghyblj intervista Mila Suarez!

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Mila Suarez, modella, Influencer, show girl, quale di queste attività artistiche calzano più sulla tua persona?

C’è chi dice “di tutto un po’”, ma non amo i tuttologi. Oggi grazie ai social abbiamo la possibilità di poterci sbizzarrire, ma ciò che sogno di più e di realizzarmi come donna e in qualcosa in cui davvero credo.

Più volte sei stata definita la Belen di Parma per la tua somiglianza a Belen Rodriguez, quanto ti onora o quanto ti infastidisce questa associazione d’immagine?

Belen è una donna che ammiro molto e il paragone con lei non fa altro che onorarmi. So che lei è una donna con tanti attributi e so da amici comuni che è una persona di estrema dolcezza. Sa ballare, ha una voce incredibile ed è una madre incantevole, tutte qualità che sperò di poter affinare un giorno anche io.

Che esperienza è stata la tua permanenza all’interno della casa del grande fratello?

Chiamiamola una “montagna russa” di emozioni. È stato bello, è stato difficile ma indimenticabile, a volte mi manca stare là dentro. E’stato un sogno bellissimo, anche se qualcuno ha provato a rovinarmelo, ma ho avuto l’Italia dalla mia parte. Ma per fortuna sono più i ricordi belli, dell‘esperienza di questo reality, e di queste persone che mi hanno accompagnato alla ricerca di me stessa. E questo non me lo toglierà mai nessuno, tantomeno chi è venuto a fare dei trattini solo ed esclusivamente giustificati dal favore delle telecamere.

Tutte vere le liti con Francesca de Andrè?

Tutte vere e tutte soggette a provvedimenti disciplinari che ho attuato. Ancora oggi mi chiedo che problemi abbia Francesca con il mondo e con le persone. Intanto con me ne ha qualcuno, e qualche piccola spiegazione non dovrà darla solo a me. Mi sono sentita dire scimmia, sono stata descritta pubblicamente come una donna ne seria ne intelligente. Essere descritta davanti all’Italia in questo modo non mi sta bene ed è inaccettabile ora, come quando ero là dentro. Non amo i rancori ma non tollero le ingiustizie.

Mila, ci racconti una volta per tutte la tua verità in merito alla storia amorosa con Alex Belli?

Diciamo che mi sono già argomentata molto su questa cosa, non vorrei mai che pensassero che ho il dente avvelenato o io debba marciare su loro per argomentarmi. Però credo che la mia esperienza di condivisione di questa storia abbia aiutato molto tante donne a mettere un punto come ho fatto io. Banalmente, posso dire che probabilmente io avevo dei sogni più belli, una famiglia, dei figli non ambisco solo ed esclusivamente a reality o a Red Carpet. Alex avrebbe dovuto essere più trasparente sia con me che con tutta l’Italia che ha visto delle belle recite, io perlomeno nel bene o nel male sono sempre stata me stessa. Io ero molto innamorata, ma adesso ho scelto me.

Dopo tanta esposizione mediatica i tuoi prossimi progetti professionali?

Sto vagliando delle proposte che provengono dall’estero e sto valutando delle collaborazioni con dei brand di moda.

Come si diventa Influencer con la “ I “ maiuscola?

Credo che il mondo dei social per quando molto alla portata di tutti, sia qualcosa che va trattato con estrema cura. Argomentarsi sui social e quasi complicato come argomentarsi in televisione. Sono contenta di avere un seguito genuino, reale e affettuoso e sono felice di poter essere reputata come tale, anche se un giorno mi piacerebbe avere un seguito come quello di HUDA Khattan.

Stilista preferito? Il profumo che non può mancare nella tua trousse?

Io sono follemente innamorata di Philippe Plein, ha quel qualcosa di Luxury e Rock che vanno a braccetto con quello che poi sono io, una ragazza dinamica e alla moda. Il mio profumo preferito è Montale, le sue note speziate spesse ricordano la mia terra, il suo mistero, il suo magnetismo.

Che genere musicale ama e quale non sopporta Mila Suarez?

Mi reputo molto eclettica, diciamo che amo molto la musica pop. ma amo anche la tradizionalista della musica araba. Non amo particolarmente alcuni generi musicali locali che magari provengono dall’est, li trovo disordinati e poco armonici.

Cos’è per Mila l’indecenza e l’ingiustizia?

Per me l’ingiustizia è lasciare che qualcuno non rispetti la tua persona, la tua anima e la tua luce. Dell’ingiustizia ho un concetto semplificato: l’ingiustizia è quando non trovi giustificazioni alle tue lacrime e quando imponi a te stessa di essere diversa dalla tua natura.

Tra le tante colleghe o colleghi del mondo dello spettacolo, chi butteresti giù dalla torre?

Sono complice delle donne, l’invidia non mi appartiene, se mai il supporto e la complicità. Di tanto in tanto si, mi può venire la voglia di pensarlo, ma sono una donna galante, ed è galante anche il tempo.

Ghyblj 

https://www.instagram.com/mila.suarez_/

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Arte, dalla Musica al Rinascimento: due nuove mostre per Roberta Gulotta

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Roberta Gulotta è una pittrice e scultrice che ha esposto in tutto il mondo, da New York a Shanghai, da Miami a Chicago, da Londra a Montecarlo, a Berlino, a Baden Baden, a Stoccarda, a Barcellona, oltre che in numerose città d’Italia, ottenendo prestigiosi riconoscimenti a livello internazionale.

La conosco da anni e, se ho deciso di parlarvi di lei in questa mia rubrica, è perché la considero una grandissima artista che merita di essere vieppiù conosciuta dal grande pubblico.

Si annunciano per lei due nuovi grandi appuntamenti. Il primo evento sarà al Museo degli Sport di Combattimento presso il Centro Olimpico Matteo Pellicone al Lido di Ostia: una Mostra dal titolo La Musica: forme e colori, che verrà inaugurata il 15 Ottobre 2019.

In questa occasione Roberta parteciperà con tre splendide opere: Vita et Musica, Clarinets and Bubbles e In musica poetica. Per noi tutti la musica è evocativa di suggestioni e ricordi e Roberta, con le sue opere, ha cercato di rappresentare il movimento e le vibrazioni, per l’appunto, attraverso le forme e i colori.

Il secondo appuntamento Da Leonardo da Vinci ai Contemporanei, a due giorni di distanza dal primo (inaugurazione il 17 Ottobre), si terrà a Roma, al Palazzo della Cancelleria del Vaticano e sarà visitabile fino al 23 Ottobre. La mostra affianca quella permanente dedicata a Leonardo da Vinci nelle sale del Palazzo, meta di migliaia di turisti italiani e stranieri, alla scoperta del genio di Vinci. Qui la Gulotta esporrà il quadro La Fabbrica dei Sogni 2, una tempera acrilica su tela a vernice dorata, del diametro di 100 cm. Questo prestigiosissimo evento è organizzato nell’ambito del Secondo anno Europeo del Patrimonio Culturale a cui il Museo MIIT aderisce con i suoi appuntamenti espositivi annuali.

Due occasioni davvero da non perdere per conoscere meglio questa giovane e geniale artista.

 

Pierfrancesco Campanella

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WE.ALL, ultimo party stagionale all’HEART di IBIZA

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Mercoledì 9 ottobre 2019 autentico extra-date all’HEART di Ibiza, grazie a WE.ALL, ultimo appuntamento “estivo” 2019 del locale che lo scorso 16 settembre ha ospitato i DJ Awards. Un party organizzato in collaborazione con El Chupito. In console tra gli altri Ale Zuber, Alex Neri, Federico Grazzini, KAY, Romano Alfieri e un Secret Guest che verrà svelato la sera stessa. Una line up in grado di rappresentare i diversi generi musicali presenti sulla isla dalla house alle sonorità urban, mai come quest’anno protagoniste a Ibiza, in particolare con i party MUCHO IBIZA all’Ushuaïa (alla domenica) e RICHIBITCH all’Hï (al lunedì), one-night con resident i dj italiani Ale Zuber e KAY.

Foto di Michael Dreampics

https://www.heartibiza.com

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