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In dvd Domani è un altro giorno con Marco Giallini e Valerio Mastandrea

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Pur avendo lo stesso identico titolo del Domani è un altro giorno che, diretto nel lontano 1951 da Léonide Moguy, annoverò nel cast Pier Angeli, Anna Maria Ferrero e Arnoldo Foà, non è il suo remake, bensì un rifacimento italiano della co-produzione tra Spagna e Argentina Truman – Un vero amico è per sempre di Cesc Gay.

Firmato dal Simone Spada autore di Hotel Gagarin e visto nelle sale cinematografiche a fine Febbraio 2019, Domani è un altro giorno, quindi, rivisita fedelmente la trama di quel modello di partenza ponendo al proprio centro due ottimi Valerio Mastandrea e Marco Giallini.

Il primo nei panni del riservato e taciturno Tommaso, che vive in Canada e insegna robotica, il secondo estroverso e pirotecnico attore rimasto a Roma, sono amici da trent’anni e destinati a rivedersi nella capitale italiana per dirsi addio nel corso di soli quattro giorni. Perché Giuliano, oltretutto affiancato da Pato, un bovaro del Bernese dallo sguardo sperduto, è condannato da una diagnosi terminale, e, sebbene manifesti un grande amore nei confronti della vita, ha deciso di non combattere più.

Un aspetto che porta immediatamente ad intuire come non ci si trovi dinanzi alla classica commedia tricolore d’inizio terzo millennio volta alla facile comicità da battuta, in quanto, sebbene le occasioni per sorridere – compresi gli stratagemmi per sfuggire alla Caterina incarnata da Barbara Ronchi – non risultino affatto assenti, è bilanciandole nella giusta maniera con il mai troppo invadente spettro del dramma che si costruisce la circa ora e quaranta di visione.

Una circa ora e quaranta che, con i due impegnati anche a trovare una futura sistemazione per l’amato cane, si concretizza in un road movie dei ricordi del tutto incentrato sul loro rapporto di complicità, fino ad un viaggio a Barcellona presso il figlio del malato.

Con non pochi ruoli cameo spazianti da un Pietro De Silva cartomante ad un Fabrizio Sabatucci titolare di pompe funebri, passando per uno Stefano Fregni oncologo, tutti al servizio di un’operazione dolce-amara comprendente nel cast anche Fabrizia Sacchi e Alessandra Carrillo.

Un’operazione che è Warner a rendere disponibile su supporto dvd, con sezione extra rappresentata da trailer, quasi dieci minuti di backstage e il videoclip della Domani è un altro giorno di Ornella Vanoni eseguita per l’occasione da Noemi.

 

 

Francesco Lomuscio

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Il grande salto: Ricky e… poveri!

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Esiste il destino? Vorrebbero tanto saperlo i cinquantenni Rufetto e Nello, rispettivamente incarnati da Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis e che sono le due figure cardine su cui poggia Il grande salto, debutto dietro la macchina da presa per il primo (se si esclude il cortometraggio Non dire gatto).

Scontati quattro anni di carcere a causa di un colpo andato male, sono una coppia di disperati che abitano in un quartiere periferico di Roma, con le rispettive, tutt’altro che rosee esistenze: Nello vive in miseria alla continua ricerca di una compagna, mentre Rufetto è a casa dei suoceri Aldo e Maria, ovvero Gianfelice Imparato e Paola Tiziana Cruciani, in compagnia del figlio Luchetto alias Cristiano Di Pietra e alla moglie Anna, cassiera di supermercato dalle fattezze di Roberta Mattei.

E da qui, decisi a dare una svolta alle loro nient’affatto invidiabili situazioni, i due ex poliziotti della serie televisiva Distretto di polizia si catapultano insieme, quindi, all’interno del grande schermo per progettare la rapina che potrebbe sistemarli una volta per tutte.

Ma quello che in un primo momento potrebbe apparire agli occhi dello spettatore come l’ennesimo heist movie mirato a seguire le orme del super classico I soliti ignoti di Mario Monicelli prende poi, in realtà, una direzione differente, in quanto la circa ora e mezza di visione non si concentra unicamente sulla preparazione del furto, bensì su più di un’impresa tutt’altro che legale da mettere in atto.

Anche perché ad affidare ai due un lavoretto fuori legge da portare a termine provvede, inoltre, il ricco e disonesto Ciletta interpretato da Salvatore Striano; man mano che risulta evidente come, sebbene Il grande salto intenda rientrare nel genere della commedia, a caratterizzarlo sia un fondo altamente amaro – accentuato dai toni drammatici delle musiche di Battista Lena, efficacemente in contrasto con il resto – legato a non poche, tragiche realtà tricolori d’inizio terzo millennio.

Con un ritmo generale decisamente distante dalla verve che tende a caratterizzare i tipici prodotti volti alla facile comicità, infatti, si va dalla difficoltà a reintegrarsi nella società dopo essere stati sbattuti in prigione ai criminali che parlano di vittime da sciogliere nell’acido, passando per i nani utilizzati come ladri da nascondere in pacchi postali e, ovviamente, i grossi ostacoli che si trova ad affrontare, da sempre, la classe operaia.

Senza dimenticare brevi apparizioni per Pasquale “Lillo” Petrolo, Valerio Mastandrea, Liz Solari e Marco Giallini, nel corso di una gradevole operazione che, giocando, come di consueto, sulla romanità al fine di regalare occasioni per ridere, riesce nella chiara impresa di ricollegarsi alla tradizione della grande Commedia all’italiana anche per merito di un non banale epilogo che non può fare a meno di spingere a pensare ai tanti “mostri” di matrice risiana.

 

 

Francesco Lomuscio

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Cinema e drink: Slimer, ispirato a Ghostbusters – Acchiappafantasmi

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Slimer, ispirato a Ghostbusters – Acchiappafantasmi di Ivan Reaitman.

BARMAN: Andrea Jachetta, barman di Misto – Mixology e Cibarie di Roma

INGREDIENTI:

6 cl VII Hills Italian Dry Gin
3 cl succo di mela acidificato
1,5 cl sciroppo di cannella piccante
1,5 cl liquore Roots Mastiha
1,5 cl albume
2 dash bitter al sedano

Bicchiere: coppa

Garnish: timo e fili di peperoncino

PREPARAZIONE:
Versare tutti gli ingredienti nello shaker, riempire di ghiaccio, shakerare, filtrare il drink dal tin all’half tin, effettuare una dry shake e versare con doppio strainer in una coppa. Guarnire con timo e fili di peperoncino.

ISPIRAZIONE:
Un drink ispirato al film Ghostbusters – Acchiappafantasmi fin dal suo colore, un verde brillante che ricorda Slimer, il simpatico fantasma da cui prende il nome. Uno degli ingredienti del cocktail, la mela, riporta alla “Grande Mela”, New York, dove il film è ambientato e dove la Storia della Miscelazione ha avuto inizio.

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Ushuaïa e il meglio della musica latina con Mucho Ibiza

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Da sempre la missione di Ushuaïa Ibiza è quella di proporre un’offerta musicale il più variegata possibile: ad ulteriore riprova di questa filosofia e del suo approccio alla materia, il party Mucho Ibiza, in programma tutte le domeniche dal 16 giugno al 25 agosto con alcuni tra i più importanti artisti latini al mondo.

In cartellone Daddy Yankee (16 e 23 giugno), Becky G (30 giugno), Nicky Jam (7 luglio), Bad Bunny (14 luglio), Ozuna (21 e 28 luglio), Elettra Lamborghini (4 agosto), Anuel AA (11 agosto), Natti Natasha (18 e 25 agosto), Sfera Ebbasta (25 agosto). Al loro fianco i dj resident italiani KAY e Ale Zuber, già resident all’Hï Ibiza con la serata RICHBITCH (tutti i lunedì dal 15 luglio al 26 agosto). Un’accoppiata mai riuscita a nessuno prima d’ora.

Negli ultimi anni la crescita della musica latina è stata inarrestabile, al punto da diventare un genere sempre più diffuso, in grado di dominare le chart sia dance che soprattutto pop di tutto il mondo; perfetto per completare la programmazione dell’Ushuaïa, abile a capire prima degli altri che la clientela di Ibiza ha esigenze diverse e ha sempre più il desiderio di diversificare.

A Daddy Yankee spetta il ruolo di special guest dei primi due party di Mucho Ibiza: sue le hit “Gasolina” e “Despacito”, quest’ultima realizzata insieme a Luis Fonsi e capace di diventare la canzone e il video più cliccati di sempre (6 miliardi e 245 milioni di visualizzazioni su YouTube). Numeri che lo hanno portato ad entrare nel Guiness dei Primati e a meritarsi la qualifica di One of the Most Influential Hispanics globally” per la CNN e Time Magazine.

Prevendite Mucho Ibiza disponibili sul sito www.theushuaiaexperience.com

 

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Positano gourmet, chef internazionali al ristorante La Serra

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Per celebrare colori e sapori della cucina Mediterranea

 

All’Hotel Le Agavi la terza edizione della rassegna culinaria con stellati Michelin: ospiti Umberto De Martino, Theodor Falser, Romain Barthe e Angelo Carannante

 

Stagione ricca di appuntamenti tra il Ferragosto Positanese e “Mare, Sole e Cultura”

La bellezza della Costiera Amalfitana, i sapori della cucina Mediterranea. Torna per il terzo anno consecutivo la rassegna “Positano Gourmet – A cena con le stelle” che ospita chef di fama internazionale a “La Serra”, il ristorante stellato Michelin dell’hotel Le Agavi di Positano (via G. Marconi, 169 – www.leagavi.it – 089 81 19 80), guidato dal resident Luigi Tramontano.

 

Quattro cene a quattro mani per celebrare la cucina Mediterranea, i suoi sapori, i suoi colori, il tutto accompagnato da un bicchiere di vino selezionato dalla sommelier Nicoletta Gargiulo. Questa edizione festeggia l’ingresso della struttura nel circuito Les Collectionneurs e verrà inaugurata il 13 giugno da Umberto De Martino del Florian Maison di Bergamo, per poi proseguire con i francesi Theodor Falser dell’Engel Spa & Resort in Trentino (il 7 luglio) e Romain Barthe dell’Auberge de Clochemerle di Lione (13 settembre), e concludersi il 10 ottobre con AngeloCarannante del Caracol a Bacoli.

Nel menù del primo appuntamento spicca la rivisitazione degli spaghetti con le vongole dove viene utilizzata una pasta a forma di riso, cotta con l’acqua delle vongole, prezzemolo e aglio nero fermentato del Vietnam con note di liquirizia, clorofilla e pane croccante al peperoncino. E perdessert il fiore di ciliegio, un fiore passato nell’azoto liquido, con una mousse abbattuta, poi glassato al cioccolato bianco con uno gelato al zenzero, e arricchito da un crumble alla cannella e un gel di thè verde.

La stagione all’Hotel Le Agavi è arricchita da tanti appuntamenti come la grande festa per il Ferragosto positanese tra musica, la cucina tradizionale partenopea e i fuochi d’artificio. Una tre giorni dal 13 al 15 agosto che coinvolgerà tutta la struttura a partire dal ristorante “La Serra”, alla terrazza Hall, fino ad arrivare al ristorante “Remmese” sulla spiaggia. Confermata anche quest’anno la partnership con la rassegna letteraria“Mare, Sole e Cultura” con l’appuntamento in programma il 6 luglio sulla terrazza Alma.

Posti limitati.  Prenotazione obbligatoria.

Info e prenotazioni www.leagavi.it | telefono: 089811890 | email: laserra@agavi.it |WhatsApp: +39 331 72 32 960

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Il romanzo d’esordio di Raffaele Cars al Books & Coffee

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Venerdì 14 Giugno, alle 18:00, si presenta alla Libreria Raffaello Books & Coffee il romanzo d’esordio di Raffaele Cars “La giovinezza al tempo degli orsi” (edito da Homo Scrivens).

 

L’autore dialoga con lo scrittore Gianluca Calvino. Saluto iniziale della giornalista Anna Copertino.

Alla presentazione parteciperà l’associazione di Digital Marketing WOM, nella persona di Valeria Smith.

 

Il libro: Esiste un arcipelago immerso nel bianco della neve e nella rigidità del freddo: le Isole Svalbard, il luogo abitato più a nord del pianeta.
Qui finisce Enrico, uno studente di sociologia di 24 anni, dopo aver accettato di condurre una ricerca sullo stile di vita degli abitanti.
L’isolamento forzato, i paesaggi incontaminati e la paura di confrontarsi con una realtà troppo dura piegano il giovane fino a rischiare di spezzarlo. Diviso tra due amori, Ester e Kari, una misteriosa ragazza conosciuta sull’isola, Enrico imparerà a sue spese che diventare grandi ha un prezzo molto alto.

Raffaele Cars: si occupa di web copywriting e web marketing. Con Homo Scrivens ha partecipato ai volumi Infinito presente (2015) e Faximile. 101 riscritture di opere letterarie (2016).

 

 

 

 

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La stagione estiva dell’Hexen Klub di Canazei

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Sabato 15 giugno 2019 l’Hexen Klub di Canazei inaugura ufficialmente la sua stagione estiva. Il club della Val di Fassa sarà aperto tutta l’estate al sabato e al martedì; sabato andrà in scena la Summer Night, con ogni sera un appuntamento diverso; il martedì vedrà protagonista l’International Party. Sabato 15 giugno in console Dany L from Apres Ski Paradis, Pingu Dj from Wilders, Ale dj & Albert One from Hexen Klub (main room), Melix & Smaxx, Spakkaten e Criminal Minds (privé).

Ad inizio luglio, come tutti gli anni, l’Hexen sarà la sede del Gazzetta Summer Camp dedicato a chi voglia imparare i primi rudimenti dell’arte del djing. Tra le ulteriori novità riguardanti i locali della Union Hotels, la riapertura del Kaiserkeller con una nuova gestione: Kaiserkeller resta aperto tutte le sere sino a sabato 21 settembre, con musica dal vivo (ogni venerdì un concerto) e dj set tutte le sere. In Val di Fassa le opportunità per divertirsi, sia di giorno che di sera, non mancano davvero mai.

www.hexencanazei.it

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Beautiful boy: tossicodipendenza, padri, figli

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Un film, due biopic: Beautiful boy, con la regia di Felix van Groeningen, costruisce la sua narrazione intersecando le biografie di David Sheff e di suo figlio Nic.

Esce fuori un corpus unico e coerente con se stesso, che, anzi, riesce a rendere molto bene il complesso e doloroso rapporto padre-figlio all’ombra della dipendenza, supportato alla grandissima da uno Steve Carell in gran spolvero che solo negli ultimi 365 giorni ha portato sul grande schermo tre personaggi giganteschi, come enorme è la sua interpretazione (gli altri due, per la cronaca, sono in Benvenuti a Marwen e Vice – L’uomo nell’ombra).

Beautiful boy ha la -rara intelligenza di non andare ad indagare sul quando e sul come è iniziato il percorso di dipendenza del figlio Nic, centrando invece i riflettori su lui e il genitore e facendo emergere la loro storia, dai particolari tra essi e dai flashback che emergono qua e là.

Grazie a quest’intuizione di sceneggiatura, il film non imbocca mai strade didascaliche o retoriche, non cade mai nel pietismo, non cede alla commozione facile, ma, pur tralasciando nella vaghezza del passato le cause della tossicodipendenza di Nic, ne mette bene in scena gli effetti devastanti. E qui si potrebbe ricadere nella trappola del film a tema, se non fosse per l’altra interpretazione prodigiosa del film, quella di Timothèe Chalamet: inquieta, furiosa, paranoica, sfuggente, violenta, la sua presenza illumina il tutto con una fisicità unica che, al contrario di quanto visto nel Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino (dove il suo corpo viveva di una tensione verso l’altro), qui si introflette trasformandosi in una ricerca intima.

Piace anche l’idea di evitare la classica e abusata struttura in tre atti (che in un film sulla droga avrebbe risentito di un ovvio deja-vu), scegliendone invece una circolare e oscillante. Passato e presente, luci e ombre, uscite dal tunnel e ricadute, e tutto ricomincia.

Per una volta, il senso di “ristagno” che sembra aleggiare in una storia che, a tratti, assume contorni allucinati o allucinatori, non fa che rendere migliore un’opera che era fortemente a rischio sulla carta.

 

 

GianLorenzo Franzì

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I morti non muoiono: mistero nella periferia americana

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Presentata come film d’apertura al Festival di Cannes 2019, I morti non muoiono è l’ultima fatica del cineasta statunitense Jim Jarmusch.

Se, dunque, già nel 2013, con Solo gli amanti sopravvivono, il regista aveva iniziato a strizzare l’occhio al cinema dei vampiri, eccolo dedicarsi questa volta all’affascinante mondo degli zombi.

Tutto è ambientato all’interno di una piccola cittadina americana popolata da poco più di settecento abitanti. L’asse terrestre si è spostato e tutto ciò ha portato dietro di sé inevitabili conseguenze. È così che accadono piccoli, inspiegabili furti, che gli animali domestici spariscono senza alcun motivo e che il sole sembra non voler tramontare mai. Allo stesso tempo, anche i morti iniziano pian piano a risvegliarsi e sarà compito di due agenti del luogo (Bill Murray e Adam Driver) fronteggiare la loro invasione. Quali risvolti avrà la cosa?

Se, fin dai primi momenti, si nota tutto lo stile di Jarmusch, con una regia composta principalmente da inquadrature statiche, colori saturi e un gradito commento musicale offerto dalle note country di un brano intitolato The dead don’t die, presto I morti non muoiono finisce per sgonfiarsi come un palloncino.

La colpa di ciò è da attribuire in primis ad una sceneggiatura ricca di elementi già visti e che arranca stancamente fino al finale, per una storia in cui la sostanza è davvero poca.

Se a questo aggiungiamo anche personaggi precedentemente tirati in ballo e decisamente mal sfruttati (prima fra tutti, la misteriosa forestiera che ha da poco rilevato l’agenzia di pompe funebri, impersonata da Tilda Swinton), ecco che I morti non muoiono finisce inevitabilmente per deludere le aspettative perfino degli spettatori più affezionati.

A poco servono, dunque, la sottile e gradita ironia di fondo, così come le varie battute a carattere metacinematografico. Questo ultimo lavoro di Jarmusch, di fatto, non riesce, malgrado gli sforzi, a convincere in tutto e per tutto.

 

 

Marina Pavido

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Blue my mind – Il segreto dei miei anni: metamorfosi di un’adolescente

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Mia (Luna Wedler) ha sedici anni e, nel pieno di questa adolescenza, trasloca con i genitori nelle vicinanze di Zurigo. Alle prese con una nuova città, una nuova scuola e nuovi amici e con le solite discussioni con madre e padre, spende le sue giornate tra sesso, droga, trasgressioni ed eccessi che, spera invano, possano anestetizzarla dalla paura del cambiamento.

Come ci si aspetta in una ragazza della sua età, mentre cerca di ambientarsi nella nuova vita, il corpo di Mia inizia a trasformarsi, prima piano e poi con veemenza sempre maggiore.

La sedicenne disorientata cerca di opporsi al mutamento, ma il suo essere è più forte e non scende a patti. Così, in poco tempo, la sua più intima natura viene fuori. A Mia non resta che accettarla.

Per buona parte dei novantasette minuti di durata del film, la regista Lisa Brühlmann ci spinge a credere che il suo Blue my mind – Il segreto dei miei anni sia un racconto di crescita e formazione. Dallo scontro generazionale, alla ribellione adolescenziale, al bisogno di trasgredire per non sentirsi inadeguata, fino alla paura di crescere e al passaggio all’età adulta, gli ingredienti del genere ci sono tutti. Eppure, Blue my mind – Il segreto dei miei anni non è (solo) questo.

La Brühlmann sorprende e spiazza, scegliendo una brusca virata verso l’universo del fantastico. Mescola realtà e mitologia e sposta il concetto di normalità in un’altra dimensione. Perciò, con sorpresa, quello che sembra un percorso già delineato lascia presto spazio a un susseguirsi di eventi che lo spettatore non può prevedere con certezza.

Quello che ne viene fuori è un plot originale. Perchè, senza cedere alla facilità del sentiero battuto, Blue my mind – Il segreto dei miei anni affronta con coraggio il tema del sentirsi inadeguati, diversi, isolati e, insieme, la necessità di accettare la propria natura, qualunque essa sia, per essere davvero liberi.

 

 

Valeria Gaetano

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Vincenzo Capuano apee “Officie Sanpasquale”

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Un nuovo format tra pizza e drink

Al civico 29 di Piazza dei Martini, nel salotto della città di Napoli, nasce una sorta di piccola bottega della pizza, un laboratorio, “Officine Sanpasquale” (www.officinesanpasquale.it). Dall’estro di tre giovani imprenditori partenopei, Pasquale D’Avino, Tony Ciotola, Giovanni Setola, titolari dell’agenzia “W • World”, nasce un format che coniuga sacro e profano, insieme con un asso unico nel settore: il maestro Vincenzo Capuano e il suo team capitanato da Massimo Pennino e Nando Simeoli.

 

Un luogo dove il tanto bistrattato “Cornicione” diventa protagonista con “Aureola”, dove la preparazione gode di ben tre fasi di cottura, e dove l’impasto è l’elemento portante.  Sarà possibile trovare pietanze come “Eresia”, “Sacra”, “Tentazione”, che sono frutto dell’esperienza e della ricerca di quest’officina della qualità dove si beve anche, perché l’accostamento Pizza&drink prende spunto dai trend europei.

 

Venerdì 14 giugno il taglio nel nastro di questo luogo che sarà certamente meta di tanti turisti, così come di tanti napoletani, aperto 7 giorni su 7, fino a mezzanotte (info 081 245 5027).

 

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Presentazione libro: Surus l’elefante bambino, Cornacchia il Cane giocoliere

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Spazio Nea; ore 17:30
via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 (Napoli)

Venerdì 14 giugno alle ore 17:30 allo Spazio NEA, in via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 – ci sarà la presentazione del libro nel centro storico di Napoli. Interverranno alla presentazione:
– il prof. Paolo Spinelli, presidente della Fondazione Puglia e membro del CdA dell’impresa sociale Con i Bambini, evidenzierà come il Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile sia diventata una costruttiva e concreta forma di collaborazione strutturata tra le Fondazioni di origine bancaria, il Governo e il Forum del Terzo Settore;
– Lello Esposito, artista di rilevanza internazionale, socialmente impegnato in progetti educativi per bambini nel centro storico di Napoli, testimonierà della relazione strettissima tra sensibilità artistica, appartenenza ad una comunità e ad una tradizione, restituzione sociale al patrimonio collettivo immateriale di un lavoro creativo nato respirando la città nei suoi angoli più significativi.
– Tiziana Cristiani, coordinatrice campana della rete Nati per Leggere, racconterà del rapporto tra lettura, in tenerissima età, e contrasto alla povertà educativa; di come cioè l’oggetto libro – complementare e non sostituito dai supporti tecnologici e dalla rete – sia ancora uno dei principali strumenti per accompagnare i bambini nella crescita; da qui l’interesse verso una comunicazione sociale che inventi e reinventi le storie illustrate per creare un ponte tra realtà e immaginario e veicolare esperienze e contenuti;
Il libro racconta di due storie illustrate, aventi ciascuna per protagonista le mascotte delle Ludoteche museali Arteteca: Surus e Cornacchia, l’elefante di Annibale e il cane di Caravaggio. Surus andrà a piedi dalla Siria all’Italia, lungo le sponde del Mediterraneo; l’elefante bambino diventerà un forte e coraggioso soldato dell’esercito di Annibale, ma capirà che la paura è l’unico nemico da combattere. Cornacchia ha un sogno e un grande amico: Caravaggio, un pittore un po’ strano che però è sparito. Il piccolo cane giocoliere lo cercherà a lungo, incontrando cavalieri bizzarri e scienziati curiosi.
Arteteca ludoteche museali è un progetto sostenuto da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile.

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Cinema e drink: Alebrije, ispirato a Coco

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La creatività nel mondo dei drink travalica qualsiasi confine geografico, mentale e tematico. Drink ispirati a un amore, a un’emozione, ma anche a un oggetto, ai luoghi del cuore e a un film amato.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei migliori barman e barlady romani di individuare un proprio, personale, film del cuore cui ispirarsi. Ne sono scaturite decine e decine di drink, ispirati a filmografie delle più disparate, dai classici Via col vento ai neo-classici firmati Quentin Tarantino.

Con tanti registi anche italiani al centro dell’ispirazione, da Giuseppe Tornatore a Gabriele Mainetti, passando per David Lynch e il suo Mulholland drive, dai film romantici a Mad Max, passando per i cinecomic e il recente Avengers: Endgame.

Film che hanno ispirato l’uso di tutti gli ingredienti presenti nel mercato, ricette coniugate con cognac, tequila, whisky scozzese, irlandese, bourbon americani del Kentucky, vermouth piemontese, gin inglesi, romani e toscani, amari e bitter, ma anche vodka, ginger beer e liquore Strega, per una nuova ‘geografia cinematografica del bere di qualità’. Preparazioni semplici e meno semplici, da gustare nei loro ingredienti di qualità, ricette create ad hoc da barman e barlady cinefili per sperimentare sé stessi dietro il bancone con un occhio al Grande Cinema.

Oggi è la volta di Alebrije, ispirato a Coco di Lee Unkrich e Adrian Molina.

BARMAN: Antonio De Meo, barmanager del Ristorante Liòn di Roma

INGREDIENTI:

5 cl Tequila Villa Lobos
20 cl Mistrà Pallini
2 cl succo di limone
1,5 cl sciroppo al peperoncino
3 gr lecitina di soia

Bicchiere: Tumbler basso con ghiaccio

Garnish: alghe essiccate

PREPARAZIONE:
Preparare l’aria di Mistrà con 20 cl di liquore e 3 grammi di lecitina di soia mescolando con un minipimer e creando la spuma. Versare tutti gli ingredienti nello shaker, agitare vigorosamente e filtrare il tutto nel bicchiere precedentemente raffreddato e colmo di ghiaccio. Con l’aiuto di un barspoon adagiare l’aria di Mistrà sulla superficie del drink e decorare con le alghe essiccate.

ISPIRAZIONE:
L’ispirazione viene dal film d’animazione Disney Coco, la storia di Miguel, un ragazzino messicano amante della musica, che trova la netta disapprovazione della propria famiglia da quando la sua trisavola Mama Imelda è stata abbandonata dal marito musicista. L’unica persona che condivide la passione di Miguel è la bisnonna Coco. Durante la celebrazione del “Dìa De Muertos”, Miguel entra in contatto con il mondo degli spiriti, accompagnato dal suo Alebrije (Spirito Guida) Dante, un cane nudo messicano e dopo varie peripezie riuscirà finalmente a scoprire il vero valore della famiglia e a coronare il suo sogno di diventare un musicista. Il cocktail vuole essere una celebrazione dell’usanza messicana del “Dìa De Muertos”, una ricorrenza particolare che rappresenta l’unione tra il mondo terreno e quello degli spiriti. Durante la festività si è soliti preparare delle “Ofrenda” per i cari che tornano dal mondo ultraterreno, facendo molta attenzione a rappresentare i 4 elementi naturali: Aria (rappresentata dall’aria di Mistrà Pallini), Acqua (le alghe essiccate), Terra (Tequila Villa Lobos) e Fuoco (sciroppo al peperoncino).

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Compleanno Vip questa sera a Milano per Francesco Lombardi (GHYBLJ)

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Si preannuncia una festa di compleanno strapiena di Vip quella che si terrà questa sera al FIRST di Milano.

Il festeggiato protagonista della serata sarà Francesco Lombardi (GHYBLJ).

Tantissimi gli ospiti che hanno confermato la loro partecipazione tra i quali: Morena Zapparoli, Lucia Bramieri, Eva Henger, Massimiliano Caroletti, Nina Moric e altri ancora. Ovviamente ci saremo anche noi di Mondospettacolo, che documenteremo questa straordinaria festa con un articolo sul nostro portale.

Nella foto: Francesco Lombardi in compagnia di Massimiliano Caroletti

E quindi in conclusione non ci resta che fare tanti auguri di Buon Compleanno al mitico Francesco Lombardi!

Ci vediamo stasera al FIRST di Milano!

Alex Napoleone Wilson

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Piotta dal vivo a Napoli, venerdì 21 giugno il concerto al Braccia Aperte Festival di Pompei

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A sei mesi della pubblicazione del nuovo album “Interno 7”, Piotta torna in concerto con la band. Il nuovo spettacolo, rinnovato nel sound e nella scaletta, prevede brani scelti tra le ultime hit, i grandi classici e brani rap cult dagli esordi. Protagonisti in studio come dal vivo sono il pianoforte e le chitarre acustiche, unite a quegli elementi musicali urban da cui Piotta proviene, in un mix di melodia e rap che ha attraversato tutta la stesura dell’ultimo disco. In scaletta il nuovo singolo Ma La Vita, con le sue profonde riflessioni personali, la poesia di “Interno 7”, il ricordo di Primo Brown dei Cor Veleno in “Un estate ed è finito” e “Di Noi”. Nel concerto del musicista romano tutte le tracce del nuovo lavoro, ma, anche il meglio di vent’anni di successi tra rap, rock e cantautorato.

Le più recenti canzoni come “Domani è un altro giorno”, insieme a “7 Vizi Capitale, sigla internazionale della serie tv Suburra, in onda in 192 paesi, sono l’ultimo tassello del percorso musicale che Piotta rappresenta: evoluzione, contenuti, scelte anche difficili dettate dalla creatività senza cadere nella piattezza del già sentito. Uno spettacolo interamente suonato che Piotta ha sviluppato negli ultimi anni dopo decine di concerti tra club e festival. Da pioniere del rap italiano alle sue ultime evoluzioni, la ritmica torna in primo piano rispetto ai precedenti due tour, con l’ingresso del basso synth, delle tastiere, delle chitarre elettiche ed acustiche, nonché della batteria elettronica, unita a quella acustica.
Una colonna sonora che attraversa il pubblico più giovane fino ai supporter della prima ora, in una fanbase eterogenea e trans generazionale. In oltre due ore di show ci sarà spazio per brani come “7 vizi Capitale” e “Piotta è morto”, “Vengo dal Colosseo” e “Solo per noi”, ma anche canzoni degli esordi con i Colle der Fomento e Fritz Da Cat. Dagli Anni ‘90 fino ad oggi, Piotta ha saputo unire popolarità e successi di massa come “La Grande Onda”, “La Mossa del Giaguaro” o “Troppo Avanti”, a momenti più riflessivi e impegnati quali “Sempre là” e “A testa alta”.

Con lui sul palco la band composta da Claudio Cicchetti (batterie), Francesco Fioravanti (chitarre), Benjiamin Ventura (basso synth, tastiere) e Stefano Marvel Mex Tasciotti (cori, rap).

 

Venerdì 21 Giugno

ore 20

Pompei Lab Braccia Aperte Festival

Via Astolelle, 112 – Pompei

Ingresso euro 5

Infoline 3669783064

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Alla Villa delle Rose di Misano è tempo di guest resident

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Entra sempre più nel vivo la stagione estiva della Villa delle Rose di Misano Adriatico, aperta tutti i venerdì ed i sabati sera, in attesa delle inaugurazioni stagionali di Vida Loca (domenica 23 giugno) e di Cocoon Riccione (mercoledì 10 luglio). I prossimi guest in calendario? Veri e propri guest resident, capaci di fidelizzare il pubblico della Villa come pochi altri: Albert Marzinotto, Sylvain Armand, The Cube Guys, Federico Grazzini.

Venerdì 14 giugno: Albert Marzinotto. Marzinotto è uno dei guest resident della Villa delle Rose da diverse stagioni; le sue performance sanno abbinare il calore del vinile, la potenza del digitale e improvvise scariche adrenaliniche di drum machine: veri e proprio live! un’energia assai contagiosa, che lo ha portato a vincere la seconda edizione del talent televisivo TOP DJ. Questa estate sarà tra i dj che suoneranno durante il Jova Beach Party, il tour estivo di Jovanotti che toccherà le spiagge di tutta Italia.

Sabato 15 giugno: Sylvain Armand. Armand è uno dei guest più apprezzati in assoluto dal pubblico della Villa delle Rose, dove si presenta poco prima delle sue date britanniche insieme ad Alesso (tutte e tre sold out) e della sua partecipazione al festival Lollapalooza, in calendario a Stoccolma a fine giugno. Poche settimane addietro, infine, l’uscita del suo nuovo singolo “All In” per l’etichetta discografica Snafu Records.

Sabato 22: The Cube Guys. Roberto Intrallazzi e Luca Provera hanno dato vita nel 2005 ai Cube Guys: da allora è nata un’avventura musicale che li ha portati a suonare in tutto il mondo la loro house music sempre in grado di fare la differenza. Attivissimi anche sul fronte discografico, hanno remixato tra gli altri Sophie Ellis Bextor, Steve Angello, Moloko, Coolio, Luciana, Ultra Nate, Roger Sanchez e Bob Sinclar.

Sabato 29: Federico Grazzini presenta The House Of Smile. Dopo l’esordio lo scorso maggio, il dj e producer Federico Grazzini torna alla Villa con il suo nuovo format The House Of Smile. Dj, produttore, remixer e amante del dancefloor, Grazzini vive diviso tra Italia e Ibiza. Sulla isla è da anni protagonista allo Zoo Project, il party che si svolge tutte le domeniche al Benimussa Park. Autentico globetrotter della consolle, Grazzini ha suonato in club di culto quali Womb di Tokyo, Cielo di New York, Watergate di Berlino e Fabric di Londra.

 https://villadellerose.eu

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Ecco il trailer di Pop Black Posta, il thriller con Antonia Truppo

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Ahora! Film è lieta di presentare il trailer del thriller/black comedy Pop Black Posta, che, diretto da Marco Pollini e co-sceneggiato dallo stesso insieme a Lucia Braccalenti e Luca Castagna, sarà nei cinema a partire dal 22 Agosto 2019.

Il lungometraggio, con protagonista la due volte vincitrice del David di Donatello Antonia Truppo, qui in inedite vesti di psicopatica, include nel cast Annalisa Favetti, Stefano Ambrogi, Denny Mendez, Enzo Garramone, Pino Ammendola, Alessandro Bressanello, Hassani Shapi, Aaron T. Maccarthy, Luca Lobina, Noemi Maria Cognini e Luca Romano. La colonna sonora del film è stata curata dal compositore Marco Werba che ha registrato i brani con l’orchestra sinfonica della Bulgaria.

Pop Black Posta è ambientato in un luogo piuttosto inusuale: un ufficio postale. L’ufficio postale è diventato, infatti, negli ultimi anni, un luogo stravagante, caratterizzato nell’immaginario collettivo da un servizio poco accurato, da lungaggini burocratiche, file interminabili, macchinari obsoleti, personale frustrato e, non ultimo, a rischio di rapine. All’interno del film viene ricreato questo luogo immaginario, ma non lontano dalla realtà e caratterizzato da un’atmosfera claustrofobica e decisamente sopra le righe.

Alessia (Antonia Truppo) è un’impiegata di una piccola posta di provincia che, in un giorno qualunque, prende in ostaggio cinque persone e le obbliga a confessare vari crimini commessi. I cinque, un pastore di una chiesa evangelica (Hassani Shapi), una latinoamericana (Denny Mendez), un ragazzo del Sudan (Aaron T. Maccarthy), una bionda elegante (Annalisa Favetti) e un signore grasso apparentemente tecnologico (Alessandro Bressanello), dovranno difendersi da loro stessi e dagli errori compiuti, cercando di  sopravvivere e di compiacere Alessia, che, nella sua follia, è pronta ad ucciderli per vendicare il suo passato.

 

 

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The Mirror and the Rascal: dove finisce la sperimentazione e inizia la logica

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Classe 1960, il pittore Valerio de Filippis studia e riflette da sempre, con le sue opere, l’uomo declinato attraverso luce, corpo e psiche.

Adesso si sdoppia e affronta il Riccardo III di Shakespeare con il suo primo lungometraggio, The Mirror and the Rascal, opera che si muove disinvolta tra videoarte e musica.

La resa finale è quantomeno controversa: se l’impianto scenico (che guarda da vicino a Lars von Trier e al suo Dogville) è neanche troppo velatamente d’impostazione teatrale, il risultato è perturbante all’inizio, straniante dopo i primi dieci minuti, noioso da metà in poi.

E questo senza nulla togliere al valore dell’operazione. Innegabile è, però, che il lungometraggio diretto da de Filippis abbia più il sapore di un video musicale, anzi, di un’installazione museale di videoarte, piuttosto che di un film vero e proprio.

Sovvertire i codici cinematografici ha un senso se si rimontano – secondo il gusto e l’ottica dell’autore, certo –  per rientrare sempre nel territorio di partenza; ma se il risultato ha i connotati e le geografie di altri media, lo straniamento diventa fastidio per un film che, fondamentalmente, non è un film.

The Mirror and the Rascal assume la forma di una continua sperimentazione, probabilmente anche per lo spettatore che viene messo perennemente nelle condizioni di partecipare attivamente alla visione, con uno sforzo di attenzione e logica non indifferente.

Insomma, viene da chiedersi cosa abbia a che fare con il grande schermo se viene veicolato come “film”, visto che film non è.

Echeggia il Rocky horror picture show, si strizza l’occhio al cinema di genere, ma l’approdo è lontano, coincidendo la visione della pittura di de Filippis con il suo gusto figurativo riconoscibilissimo. Ma è proprio per questo, con un insolito cortocircuito, che l’ispirazione dell’autore, nella sua forma pittorica così scevra da ogni ammiccamento contemporaneo, lentamente scivola in una sorta di inconsapevole autocompiacimento, mentre svicola nella sperimentazione teatrale e musicale legata alla messa in scena delle immagini.

 

 

GianLorenzo Franzì

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In blu-ray Un uomo tranquillo, il bizzarro noir interpretato da Liam Neeson

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Da quando Luc Besson lo ha reso protagonista della trilogia Taken, sembra che Liam Neeson sia rimasto incastrato nel personaggio dello spietato vendicatore, andata ad aggiungersi alla sua carrellata di figure incarnate in titoli di successo drammatici (Schindler’s list – La lista di Schindler) comici (Love actually – L’amore davvero) e, addirittura, strizzanti l’occhio all’universo dei cinecomic (Darkman di).

Non fa eccezione Un uomo tranquillo (nessun riferimento all’omonima pellicola diretta da John Ford), remake angloamericano del norvegese In ordine di sparizione, diretto come l’originale dall’Hans Petter Moland autore di Un bellissimo paese e Conspiracy of faith – Il messaggio nella bottiglia.

Siamo in un’innevata cittadina del Colorado, dove vive il mite Nels Coxman (Neeson), uomo che lavora come spazzaneve e che trascorre in completa armonia la sua esistenza, insieme alla moglie Grace (Laura Dern) e al figlio Kyle (Micheál Richardson); almeno fino al giorno in cui quest’ultimo viene trovato inspiegabilmente privo di vita.

La causa sembrerebbe essere un’overdose da eroina, ma Nels sa che si tratta di una montatura e le sue indagini lo portano direttamente faccia a faccia col vero responsabile: il boss Trevor “Il vichingo” Calcote (Tom Bateman), pericoloso criminale dedito allo smercio di droga e temuto da molti.

Da qui, la strada per la vendetta prende vie inaspettate, con il protagonista destinato a farsi largo in mezzo a faide tra clan e personaggi assurdi.

Perché Un uomo tranquillo è un’operazione diversa da quelle adrenaliniche sul tema della vendetta a cui Neeson ci ha abituati negli ultimi anni, in quanto, senza perdere tempo, superati i primi venti minuti di visione la narrazione prende un’originale e inaspettata svolta strutturale, tendente allo humour nero più sfrenato.

Il tocco nordico di Moland trascina lo spettatore in mezzo ad uno spettacolo pulp nell’animo e con una regia secca e lineare, pregna di momenti grotteschi e dialoghi altrettanto incredibili, senza mai strafare in ognuno dei casi.

Un uomo tranquillo non sconfina mai troppo da ciò che propone (Neeson stesso si fa da parte per almeno tre quarti di film), e si rende atipico grazie al proprio tocco irriverente, tra commedia e gansgter movie, senza perdere di vista le varie sottotrame (la vendetta di Nels, la lotta tra il clan del “vichingo” e quello dei pellerossa).

E riesce a dare tutto questo dosando sapientemente satira e contesto violento del caso, tra un divertente bodycount e l’altro; confermando la maniera in cui lo sguardo bizzarro del cinema nordeuropeo sia capace di apparire sempre affascinante quando si tratta di uscire da determinati binari narrativi.

Edito in blu-ray da Eagle Pictures, con una featurette (venticinque minuti), scene eliminate (cinque) e trailer nella sezione extra.

 

 

Mirko Lomuscio

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The Art of VR: è la realtà virtuale il futuro del cinema?

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The Art of VR, un’esperienza nel marketing del futuro è il titolo dell’evento che si è tenuto Mercoledì 12 Giugno 2019 alla Casa del Cinema di Roma.

“Porto un messaggio di incoraggiamento alle aziende – dichiara Francesco Rutelli, Presidente dell’Anica – affinché siano incentivate sempre di più le nuove tecnologie e la Virtual Reality anche nel settore cinematografico. Le innovazioni hanno sempre rappresentato – conclude – una forte spinta economica verso l’alto”.

“L’idea di questo evento – spiega Manuela Cacciamani, fondatrice di Onemore e produttrice cinematografica- nasce dalla presa di coscienza che il VR è una tecnologia che interessa player trasversali su mercati diversi e che ha delle potenzialità economiche sorprendenti”.

“Il VR è un insieme di tecniche – spiega Gennaro Coppola, Ceo di Axed Group –atte ad abbattere i canoni convenzionali spazio temporali. Sono sicuro che le nuove tecnologie costituiranno una motivazione forte al consolidarsi e al diffondersi del VR in ogni settore”.

“Abbiamo in programma grandi investimenti – spiega Andrea Guanci, Direttore Marketing di MSC Crociere – raddoppieremo la nostra flotta e ci proporremo ai nostri clienti con cataloghi in realtà immersiva, per dare un’idea concreta della soddisfazione che avranno sulle nostre navi”.

“Ho il piacere di annunciare e presentare – racconta Valerio Brenciaglia, Direttore Aftersales Ford Italia – un’applicazione che la nostra azienda lancerà nel 2020 e sarà specifica nella formazione distributiva sul territorio in modalità immersiva. Abbiamo fatto dell’innovazione il nostro sguardo verso il futuro”.

“Siamo in assoluto i primi a presentare una cover in realtà virtuale – spiega Justine Bellavita, digital editorial director Condé Nast Italia – invitati da RaiCinema, siamo riusciti a portare tutti i nostri lettori sul set fotografico e cinematografico con PierFrancesco Favino”.

“E’ necessario mettere a sistema tutte le conoscenze con l’esperienza tecnologica – dichiara Carlo Rodomonti, Responsabile Marketing Strategico e Digital RaiCinema – siamo molto interessati all’implementazione del VR nelle arti visive e per questo stiamo avviando molteplici partnership che ci porteranno a lavorare con diverse realtà, anche universitarie”.

“Le aziende sono incoraggiate dai dati economici ad intraprendere la strada del VR – sostiene Alberto Luna, Senior Partner Talent Garden – questo settore ha un mercato di 215 bilioni di dollari e per le nostre aziende non può che essere una forza propulsiva ad aprire nuovi e profiqui orizzonti imprenditoriali”.

“Lo studio di questo nuovo settore – spiega Max Giovagnoli, docente dell’Istituto Europeo di Design (IED) – ci sta interessando sempre di più sia per l’interesse che desta nelle giovani menti degli studenti, sia per la visione di una formazione adeguata che in futuro sarà sempre più richiesta”.

L’evento ha destato grande interesse e hanno partecipato numerosi attori: Gabriel Garko, Caterina Guzzanti, Adriano Moretti, Antonello Fassari, Angelo Longoni, Eleonora Ivone, Gabriele Rossi, Flavio Parenti, Andrea Roncato, Antonella Elia Jenny De Nucci, Jgor Barbazza, Ludovico Fremont, Yari Gugliucci, Elisabetta Pellini, Alessandro Tersigni e Selene Caramazza.

Nel corso dell’evento è stato assegnato il Primo Premio “European VR Awards 2019” all’agenzia Pianamondo Viaggi, giudicata fra le migliori eccellenze ad aver utilizzato il VR nel Marketing con un risultato ottimale.

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