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Road To AperyShow a Camposampiero

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Domenica 7 ottobre 2018 (dalle ore 15) inizia ufficialmente la marcia di avvicinamento ad AperyShow 2019, in programma a Piazzola Sul Brenta dal 24 al 29 aprile 2019.

Domenica 7 ottobre 2018 la Piazza Castello a Camposampiero ospita infatti Road To AperyShow, seconda ed ultima giornata di Basil Fresh Festival. Musica, street food e area bambini sono soltanto alcuni degli ingredienti che caratterizzeranno il programma di sabato 6 e domenica 7 ottobre. Con questa vera e propria anteprima, AperyShow torna per un giorno a Camposampiero, dove tutto iniziò nel 2010.

Domenica 7 ottobre si alterneranno in consolle i dj Cristian Marchi, Mauro Ferrucci, Tommy Vee, Walterino, Rudeejay, Edmmaro, Marco Cavax, Francesco Torre, Mike More, K Robin, Zax, Markino, Cristianino, Fabe, Keller, Rivaz, Nicola Fasano & Miami Rockets, Geo from Hell, Addal, Leo Gira, Mistericky e Andrea Martini. Vocalist Cire, Lady Helen, Kristal, Salvo Gagliano e Vise. Animazione Jo C & Jam Session Crew.

In caso di maltempo l’intera manifestazione sarà rinviata al fine settimana successivo (sabato 13 e domenica 14 ottobre).

AperyShow Charity Event è organizzato dall’omonima associazione, composta da Riccardo Checchin, Luigi Checchin, Thomas Visentin, Walterino Dj, Paolo Piva e Christian Simioni e nata per unire le rispettive forze ed esperienze di titolari di aziende, direttori di locali e deejay, lanciare un messaggio positivo ed aiutare in maniera concreta alcune Onlus. Albert Marzinotto, Angemi, Benny Benassi, Christian Marchi, Federico Scavo, Merk & Kremont, Nari & Milani, Tommy Vee e Walterino (in rigoroso ordine alfabetico – ndr) sono soltanto alcuni dei principali dj che si sono esibiti in queste ultime edizioni di Aperyshow.

Quest’anno AperyShow ha raccolto 102.500 euro, con un incremento del 55% rispetto al 2017; una cifra alla quale vanno aggiunti i 33mila euro derivanti dagli incassi del parcheggio, gestito dall’associazione Crescere a Piazzola. Tutto l’importo, come sempre, sarà devoluto in beneficienza alle associazioni Giochiamo con Sofia, Giorgia Libero, Amici di Luca, Città della Speranza, Fiori Di Cactus, Dinamo Camp e Prometeo.

 http://aperyshow.com

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A good man: in dvd Steven Seagal vs Triade cinese

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Lui è la star d’azione per eccellenza, Steven Seagal, il maestro di aikido che ha fatto epoca con i suoi action a partire dalla fine degli anni Ottanta, dall’esordio con Nico di Andrew Davis, regista de Il fuggitivo.

Esordio cui hanno fatto seguito un’infinità di prodotti d’intrattenimento, dei quali citiamo almeno Duro da uccidere, Programmato per uccidere, Trappola in altro mare, Sfida tra i ghiacci, Ferite mortali, Infiltrato speciale, Today you die, Ruslan, più la serie tv True justice.

Tutti titoli adrenalinici in cui, spesso, ricopre anche il ruolo di produttore, come avviene, oltretutto, per A good man, datato 2015 e reso disponibile su supporto dvd italiano da 01 Distribution, in collaborazione con Minerva pictures.

Questa volta il buon Steven interpreta il valoroso Alexander, mercenario che ha combattuto in Iraq e che, per colpa di un incidente in cui ha addirittura visto morire una bambina, decide di abbandonare tutto, dandosi completamente alla macchia.

Ma, quando qualcuno cerca il suo aiuto, torna in gioco, sostenendo chi ha bisogno della sua inossidabile arte del combattere e sfoggiando tutto il suo sapere da freddo assassino pur di mettere i bastoni tra le ruote della Triade cinese.

Freddo e spietato, come gli è solito fare nelle sue pellicole, Steven Seagal anche in questa occasione non delude le aspettative dei propri fan, che in A good man hanno modo di trovarlo più determinato che mai, alle prese con combattimenti a mani nude e armate di spada, quando non con sparatorie all’ultimo sangue.

Diretto da Keoni Waxman, sodale collaboratore dell’action hero (hanno lavorato insieme in film come The keeper, A dangerous man e Maximum conviction), questo titolo ha dalla sua un ritmo sostenuto e avvincente, calibrato e dosato a dovere, in modo che il duro protagonista possa essere affiancato da comprimari all’altezza; da Victor Webster (visto nelle ultime due avventure dedicate al re scorpione), cui spetta il ruolo di Sasha, uomo che chiede aiuto ad Alexander, a Tzi Ma, caratterista cinese notato recentemente in Arrival di Denis Villeneuve, che veste i panni del micidiale capo Triade Mr. Chen.

Buona visione all’insegna dell’azione più spettacolare possibile!

 

 

Mirko Lomuscio

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Presto in tv il nuovo Docureality dal titolo “StoryRiders”

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Si concluderanno domani le riprese del primo episodio della prima stagione di StoryRiders, il nuovo docureality prodotto da Giuseppe Milazzo Andreani, Alberto De Venezia e Riccardo La Cognata per  Saturnia pictures – corum, Ipnotica produzioni in collaborazione con Mastrangelo cinematografica e Roswellfilm. L’idea alla base del format è quella di percorrere in moto itinerari ispirati dalla storia o dalla letteratura. Quindi, non più e non solo la moto al centro del racconto, ma anche i luoghi e la loro storia. I riders protagonisti (cinque per questo primo episodio e tutti esordienti assoluti) non sono motociclisti professionisti, ma semplici appassionati di viaggi in moto, uniti dalla passione per le due ruote e l’avventura, che nel corso delle stagioni viaggeranno alla scoperta di itinerari e luoghi poco accessibili o sconosciuti al turismo di massa, con una storia da raccontare.

Le riprese del primo episodio, diretto da Daniele Malavolta, con la direzione della fotografia  affidata a Priamo Greco, si sono svolte in Sardegna. Partendo dal porto di Civitavecchia, il gruppo ha raggiunto Olbia e da qui ha completato un itinerario di oltre 1800km attraverso l’isola .

Tutte le tappe sono state seguite da una troupe  cinematografica che ha documentato i trasferimenti di ogni luogo raggiunto.

Per questo primo episodio, i Riders sono Riccardo La Cognata, Maurizio Verri, Cristina Brusati e Fabrizio Ceccherini, accompagnati per i primi due giorni da Raffaele Chiulli, e poi da Marco Melzi, tutti in sella a moto Triumph Tiger (tre 1200 XCA, una 800 XRX e una 800 XCA).

Tra qualche settimana sarà ufficializzato il calendario e i luoghi dei prossimi episodi di questa prima stagione.

StoryRiders verrà acquisito da un importante gruppo televisivo e l’intera stagione composta da 5 episodi verrà trasmessa a partire del primo trimestre del 2019.

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Piotta, con la seconda metà del nuovo album Interno 7 parte anche il tour

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Disponibile da venerdì 28 settembre nelle piattaforme digitali e CD con bonus track nei negozi, la seconda parte di Interno 7, il nuovo album di Piotta. Dopo le prime sei tracce pubblicate solo in digitale come Lato A, sono ora disponili anche le restanti sette canzoni che completano Interno 7, il nono album di studio di Piotta.

La produzione, sempre affidata a Emiliano Rubbi, crea un filo conduttore con i precedenti capitoli discografici, proiettando però le peculiarità musicali di Piotta verso una nuova dimensione che unisce rap e cantautorato. Se le prime sei tracce sono completamente inedite e senza featuring, quelle del Lato B comprendono la collaborazione con Benjamin Stanford, universalmente conosciuto come Dub FX, il rap del compianto Primo Brown, con il quale Tommaso ha abbracciato amicizia e percorso professionale, nel remake di Un’estate ed è finito e il remake di Di Noi, brano per lui composto ad un anno dalla prematura scomparsa. E poi ancora l’emozionale Piazzale Lagosta 2018, una nuova versione della ballad Sempre Là, l’inedita title track e Il primo sogno, rispettivamente con il poeta anonimo romano Er Pinto e gli amici musicisti e attori dell’Orchestraccia (Luca Angeletti, Giorgio Caputo, Marco Conidi, Edoardo Pesce), con i quali ha condiviso in più di un’occasione palchi e serate.

La pubblicazione del nuovo album Interno 7 sarà accompagnata dal tour invernale che Piotta intraprenderà assieme alla band composta da Claudio Cicchetti (batterie), Francesco Fioravanti (chitarre), Benjamin Ventura (basso synth, tastiere) e Stefano Marvel Mex Tasciotti (cori, rap).

Di seguito le prime date del tour in continuo aggiornamento:

27/10 The Cage – Livorno

2/11 Splinter – Parma

3/11 Colorificio Kroen – Verona

9/11 Mercato Sonato – Bologna

10/11 Heartz Club – Fermo (FM)

16/11 Hall – Padova

17/11 CSA Magazzino 47 – Brescia

23/11 Magazzini Fermi – Aversa (CE)

24/11 Largo Venue – Roma

30 /11 Crazy Bull – Genova

7/12  Hiroshima – Torino

8/12  Magnolia – Milano

15/12 Swamp Club – Carrara (MS)

22/12 Officine Utopia – Ceccano (FR)

 

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Non è vero ma ci credo: videointervista a Paolo Vita, Nunzio Fabrizio Rotondo e Loredana Cannata

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Nunzio e Paolo sono amici da sempre ma il loro sodalizio ha prodotto solo una serie di business falliti finanziati dalle loro mogli, che adesso minacciano di sbatterli fuori di casa. I due cercano il riscatto aprendo un ristorante vegetariano finché, per compiacere un critico culinario da cui dipendono i loro destini, si trovano di fronte alla necessità di trasformare il locale in una bisteccheria. Vegetariani convinti, Nunzio e Paolo non hanno alcuna intenzione di mettersi davvero a cucinare animali. Possono bistecche vegetali essere spacciate per vera carne? È l’inizio di una spirale di eventi esilaranti.

Volti storici della emittente televisiva Magic Tv, Nunzio Fabrizio Rotondo e Paolo Vita tornano al cinema con la rocambolesca commedia Non è vero ma ci credo, opera prima di Stefano Anselmi (regista del pluripremiato cortometraggio Alice), distribuita da Notorious Pictures dal 4 Ottobre. Gli ex veejay, vegetariani convinti e irremovibili, troveranno il modo – o almeno ci proveranno – di servire ai propri clienti filetti, costate e bistecche… totalmente vegetali! Nel cast anche Micol Azzurro (Tutti i santi giorni), Elisa Di Eusanio (Benedetta follia), Giulia Di Quilio (Mi rifaccio vivo), Maurizio Lombardi (Metti la nonna in freezer) e Yari Gugliucci (Mister Felicità), e inoltre con la partecipazione di Maurizio Mattioli e Loredana Cannata.

Mondospettacolo.com ha incontrato Paolo Vita, Nunzio Fabrizio Rotondo e Loredana Cannata presso il Terni Pop Film Festival.

Segue la nostra videointervista.

 

 

Francesco Lomuscio

 

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BOOM DI ASCOLTI ALLA QUARTA PUNTATA DI “E CI SEI TU” SU RADIO ITALIA ANNI ’60. DUE SUPER OSPITI DA CAROL MARITATO.

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La nuova stagione di “E ci sei tu” su Radio Italia Anni 60 colleziona ascolti sempre più sorprendenti: il programma del venerdì pomeriggio condotto dalla cantautrice italiana Carol Maritato e da Vincenzo Capua è una trasmissione seguitissima da migliaia di romani.

Ora, dopo la quarta puntata, è un dato di fatto inconfutabile il boom di ascolti! Un ringraziamento va sicuramente anche ai nostri ospiti sensazionali che sono intervenuti in radio.
Briga, pseudonimo di Mattia Bellegrandi, è un cantautore italiano divenuto noto nel 2015 e che lo scorso 18 maggio ha pubblicato il singolo inedito “Che cosa ci abbiamo fatto”.

Gabriella Ferrari, Miss Sorriso e Consigliere Comunale di Lanuvio, sarà presente anche oggi al  Carol Tribute, evento di musica e spettacolo da Lei promosso dove si esibirà Carol Maritato.

La trasmissione va in onda dalle 18 alle 19 su Radio Italia Anni ’60, in frequenza a Roma su 100.5 Fm e in diretta streaming sull’App per dispositivi mobili nonchè sul sito www.radioitaliaanni60roma.it. “E ci sei tu” è un programma di musica e intrattenimento, in ogni puntata sono presenti autorevoli personaggi del mondo dello spettacolo e della scena canora italiana e internazionale.

Appuntamento a venerdì 5 ottobre con la quinta puntata di “E ci sei tu”.

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Vianca Tancio Quinzon “Una scrittrice per lo spettacolo”

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Parlaci di te? 

Mi chiamo Vianca Quinzon e studio Giurisprudenza all’università La Sapienza di Roma.

Mi considero una persona eclettica, poliedrica se vogliamo, giacché ho interessi vari che sto cercando ognuno di coltivare. A parte il mio corso di studi, ho una grande passione per la filosofia che mi ha attratta dai tempi del liceo e da quel momento ha orientato gran parte delle mie scelte nella vita. Amo leggere e scrivere poesie, ed è il modo in cui riesco ad esprimere me stessa senza vincoli di nessun tipo; un atto liberatorio per me.

Inoltre scrivo nel giornale Lumière, fondato da un gruppo di noi ragazzi, con la possibilità per me e per gli altri di condividere pensieri, confrontarci su vari temi e farci ascoltare.

Un’altra delle mie passioni è la danza, in particolare classica e contemporanea, ed anche questa è qualcosa che mi libera e mi permette di dialogare senza bisogno di parole.

Amo l’arte in generale e mi piace creare e provare nuove esperienze legandomi allo stesso tempo con diverse esistenze.

Per questo mi sono avvicinata anche al mondo dello spettacolo, ancor più dopo il concorso di bellezza, Miss Bachelorette 2017, tenutosi a Milano, a cui sono stata vincitrice. E’ stata un’esperienza unica che mi ha aperto un nuovo mondo.

La moda, il cinema, il teatro, la televisione fanno parte di quel mondo che voglio scoprire ancora più a fondo.

Sogni nel cassetto?

I sogni non andrebbero mai rivelati proprio perché sono tali; la magia sta nel costruirli nel silenzio.

Rispetto a quando ero piccola i miei orizzonti si sono ampliati. Avevo le idee abbastanza chiare mentre ora lascio le mie strade espandersi nella speranza che si fondano in una sola e che riunisca la maggior parte dei miei interessi.

Da una parte c’è il giornalismo, uno dei settori entro cui vorrei lavorare, dall’altra c’è lo spettacolo con una vaga idea di voler condurre un mio programma, magari sull’arte.

Ho alcuni progetti in mente che spero di realizzare al più presto.

Il tuo ruolo perfetto come artista?

In quanto artista il mio obiettivo principale è esprimermi e condividere allo stesso tempo.

Amo scrivere, ma adoro anche disegnare, ballare, dipingere, cantare.

Ciò che vorrei è influenzare e far avvicinare più persone possibili all’arte, in tutte le sue forme, creare una trama con un fondo comune.

Il ruolo perfetto per me penso sia ciò che rende possibile questo; che sia una scrittrice, una conduttrice, un’attrice.

Vita sentimentale?

Al momento preferisco non impegnarmi sentimentalmente con qualcuno anche perché effettivamente non ho incontrato ancora quello giusto per me.

Sento il bisogno e la necessità di coltivarmi, conoscermi da me stessa. Ho amiche e amici si, ma per ora una relazione sentimentale mi distrarrebbe da ciò che ho in mente di fare.

I tuoi artisti preferiti?

Tra molti adoro Mariangela Gualtieri, Giorgio Caproni per le realtà umane che raccontano, Wisława Szymborska per la leggerezza delle parole, allo stesso tempo rivelatrici, John Berger;

Steven Spielberg, Tim Burton, Martin Scorsese; Ludovico Einaudi, Arvo Pärt, Claude Debussy; Whitney Houston, Celine Dion, Beyoncé, Coldplay. E altri ancora.

Pregi e difetti?

La forza di volontà è un mio pregio che mi aiuta a non arrendermi alla prima difficoltà, anzi questa diventa un incentivo a migliorare. Mettermi alla prova è qualcosa che mi appaga.

Un difetto penso sia il mio voler fare tante cose insieme, il quale certe volte mi ha fatto perdere l’orientamento. Vorrei curare ogni singola cosa ma mi rendo conto che molte e spesse volte bisogna fare delle scelte.

Cosa ti piace più di te?

La forte fiducia in me stessa che mi consente di ascoltarmi, capire le mie esigenze e soddisfarle; riuscire a staccarmi da ciò che potrebbe turbarmi all’esterno e trovare la mia pace potendomi così focalizzare sui miei obiettivi.

Cosa ti attrae maggiormente dello spettacolo?

Il mondo dello spettacolo è affascinante non solo per l’attenzione che riesce a catturare, ma in particolare per ciò che è in grado di lasciare nel cuore delle persone.

Sei anche una scrittrice, raccontaci delle tue esperienze?

La scrittura mi permette di dare un ordine ai pensieri, lasciarli fluire a modo loro attraverso la penna per poi rileggerli e riscoprire anche altre sfumature di me che magari con la confusione non potrei conoscere.

Quando si scrive bisogna anche condividere e vari concorsi letterari nazionali ed internazionali mi permettono e mi hanno permesso di farlo; il confronto con altri scrittori provenienti da altre parti d’Italia e del mondo è secondo me il più bel premio, le vincite effettive passano in secondo piano ma le ho comunque apprezzate a cuore aperto.

Scrivo anche sul giornale culturale Lumière fondato da me e altri giovani scrittori e questo è un altro bellissimo inno alla cultura.

Ho inoltre conosciuto vari scrittori con i quali ho tenuto varie presentazioni in biblioteche e librerie e l’opportunità di scrivere la recensione di una raccolta di poesie di John Berger tradotto da Riccardo Duranti.

Vorresti diventare famosa? (Se si perchè?)

Diventare famosa non è mai stato il mio fine ultimo ma sono consapevole del fatto che nel mondo dello spettacolo si può avere la fortuna di diventarlo; posso dire che personalmente non mi dispiacerebbe ma vorrei esserlo per una buona causa ed il mio obiettivo è ispirare le persone, soprattutto attraverso l’arte, in qualsiasi forma essa sia, avvicinarli alla poesia, al cinema, alla musica, ricordare il legame con le bellezze della natura.

Prossimi impegni lavorativi?

Ad oggi dedico la maggior parte del mio tempo allo studio, alla scrittura e a coltivare i miei interessi cercando di imparare il più possibile.

Per il momento non ho impegni lavorativi prossimi ma presto spero di intraprendere qualche esperienza.

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Napoli Film Festival: videointervista a Paolo Genovese

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Acclamato regista di Perfetti sconosciuti, Paolo Genovese è ospite del Napoli Film Festival, dove ha presentato il suo nuovo romanzo Il primo giorno della mia vita.

Dal romanzo al film, il passo sarà breve: ambientato a New York, avrà un cast internazionale.

 

Il regista anticipa: “Sarà un film in lingua inglese ma non ho in mente nessun attore ancora. Per la scelta del cast internazionale, a differenza dell’Italia, c’è un iter più burocratico, più strutturato, non è così immediato. A me piace molto il cinema indipendente americano, quella recitazione per sottrazione, i film indie. I più rappresentativi sono James Franco, John Turturro, Steve Buscemi, Paul Giamatti, Marisa Tomei”.

 

Presente al festival, Stefano Amadio lo ha intervistato per Mondospettacolo.com.

 

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“LE STORIE DEL VULCANO”

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IL PRIMO SOCIAL MOVIE FIRMATO DA UN CENTRO COMMERCIALE, VULCANO BUONO!

 Un film corale di gente comune che diventa protagonista.

 

 Mercoledì 10 Ottobre al Centro Commerciale Vulcano Buono (Nola NA) avrà luogo la Conferenza Stampa e Première del primo “Shopping Social Movie” mai realizzato in un centro commerciale: “Le storie del Vulcano”.

“Le storie del Vulcano” è il risultato di una serie di fattori che si intersecano, un film corale, sorprendente, diverso da qualsiasi prodotto multimediale realizzato fino ad oggi da un Centro Commerciale: il primo shopping social movie della storia.

Il cortometraggio rappresenta un grande esperimento sociale e creativo: le persone che frequentano Vulcano Buono hanno avuto l’occasione di diventare protagonisti del grande schermo con le loro storie personali legate ad una esperienza nel centro commerciale. Questo esperimento evidenzia l’evoluzione dei centri commerciali che non sono più solo “contenitori di negozi” ma luoghi di aggregazione. Vulcano Buono, uno dei più grandi ed importanti Mall d’Italia, ha deciso di raccontare momenti e storie, attraverso un vero e proprio film realizzato utilizzando video e contenuti prodotti dai propri visitatori.

Verranno chiamati a raccolta tutti i protagonisti del cortometraggio, che vivranno l’emozione di vedersi per la prima volta, sul grande schermo, quello di “The Space Cinema” di Vulcano Buono.

Interverranno Stefano Incerti, napoletano DOC, già vincitore di un David di Donatello e regista del progetto, Mino Abbacuccio il famoso comico partenopeo e la nota trendsetter Mercedesz Henger e Gian Marco Nicelli AD del centro commerciale Vulcano Buono.

Il principale touchpoint è stato il sito lestoriedelvulcano.it dove chiunque ha avuto la possibilità di caricare un video, raccontando la propria storia vissuta nella struttura.

Ulteriori contributi sono stati raccolti nel corso di alcune giornate di street shooting nella cittadina di Nola e dintorni, oltre che nel centro commerciale, con una troupe cinematografica a disposizione di chi volesse partecipare.

Data la sua natura social e collettiva, il progetto trova sul web il suo habitat naturale con diffusione sui canali digitali del centro e promozione attraverso una strategia digital mirata all’engagement della community online. Un grande progetto crossmediale di user-generated content.

Tutti i video e i contenuti raccolti sono stati poi valutati e trasformati in racconto cinematografico dal regista d’eccezione Stefano Incerti, autore di numerosi film che hanno ottenuto un importante successo di critica. Sono stati proprio la sua sensibilità cinematografica e creatività ad aggiungere un enorme valore artistico al progetto.

L’iniziativa votata all’innovazione e costruita ad hoc sul Centro e sul suo DNA specifico, conferma senza dubbio la volontà di aprire nuove strade di respiro internazionale al marketing dei Centri Commerciali.

www.vulcanobuono.it

https://www.facebook.com/vulcanobuono/

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Terni Pop Film Fest: applausi per l’anteprima di Non è vero ma ci credo

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Prosegue l’entusiasmante avventura del Terni Pop Film Fest – Festival del Cinema Popolare che ieri ha ospitato un cast d’eccezione per l’anteprima di Non è vero ma ci credo – opera prima di Stefano Anselmi che uscirà nelle sale il 4 Ottobre 2018 con Notorius Pictures.

Il film, scritto e interpretato da Nunzio e Paolo (gli ex veejay della storica emittente romana Magic TV finalmente insieme al cinema), è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico ternano. Oltre alla presenza di Loredana Cannata, Micol Azzurro, Elisa Di Eusanio e Giulia Di Quilio, a sovrastare la scena per la prima parte della serata è stato il grande attore romano Maurizio Mattioli che ha ricevuto anche il Premio alla Carriera.

“Sono un po’ imbarazzato ma molto felice” – ha esordito l’artista – “ricevere un premio è sempre una gioia, vedere che il pubblico, nonostante il passare degli anni, continui sempre ad apprezzarti e a rivolgerti un pensiero è davvero una grande emozione”.

Ma altrettanto emozionante è stato partecipare al Festival del Cinema Popolare per introdurre un film a cui tutti gli attori si sono detti particolarmente legati. “Non è vero ma ci credo è una fiaba in chiave commedy, un film per tutti, che prende a pretesto l’eterna sfida fra vegani e carnivori ma non è un film vegetariano, bensì un film carno-vegetariano” hanno spiegato Nunzio e Paolo. A fare eco ai due, poi, è stata Micol Azzurro che ci ha tenuto a spiegare come questo sia un film sulla condivisione: “si tratta di una commedia in cui cerchiamo di far capire come il senso della parola ‘condividere’ possa essere applicato anche fra persone con abitudini alimentari diverse”. Per Loredana Cannata – vegana e attivista convinta tanto nella vita quanto nel film – è stata una “meravigliosa occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti degli animali, troppo spesso ignorati”.

Un omaggio “pop” al cinema di ieri e di oggi quindi, ma come sempre con uno sguardo vigile sul “pop” di domani – proprio come vuole la linea editoriale dei due direttori artistici Simone Isola e Antonio Valerio Spera. Per questo, oltre a Maurizio Mattioli, nel corso della serata è stato assegnato anche un altro importante premio ad un giovanissimo e talentuosissimo attore, Moisè Curia a cui è stato assegnato il Premio Volto Popolare del futuro. Curia, infatti, a breve uscirà nelle sale con la nuova commedia di Alessio Maria Federici Uno di famiglia (nelle sale dal 25 Ottobre con Warner).

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Noemi Cognigni: la Sharon Stone Italiana fotografata da Nanni Sibona Tacco per For Men

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Amici di Mondospettacolo, sono davvero felice di poter finalmente scrivere questo articolo.

Sono felice, perché in qualche modo mi sento di avere la paternità di questo straordinario progetto editoriale che ha portato la bellissima attrice e presentatrice napoletana “Noemi Cognigni” sulla copertina di For Men. Sopratutto perché a scattare Noemi, è stato uno dei più bravi fotografi italiani, che stimo sia come professionista che come uomo, sto parlando di Nanni Sibona Tacco.

Ho chiesto a Noemi di raccontarmi un po’ la sua opinione riguardo questa straordinaria esperienza fotografico/editoriale.

Noemi, sei su For Men di settembre, raccontami un po’.

Ciao Alex e ciao a tutti i lettori di Mondospettacolo, che dirti caro Alex, ovviamente sono felicissima, le foto mi sono piaciute tantissimo e non smetterò mai di ringraziare te, il Maestro Nanni Sibona Tacco che mi ha immortalata per For Men e tutto il suo staff, Edoardo Sibona Tacco e Valerio Tampellini.

Uscire su For Men, ha fatto parlare di me e sta continuando a farlo anche a distanza di un mese, mi stanno arrivando decine di richieste di amicizia sul mio profilo facebook e non solo.  I Feedback sono stati positivissimi e spero presto di poterti dare belle notizie.

Questo servizio fotografico, mi ha realmente descritta per quello che sono, da un lato la ragazza della porta accanto, dall’altro ha mostrato  la mia sensualità, ma al tempo stesso, ha mostrato anche la mia semplicità. Un po’ come mi hai sempre detto tu, una ragazza che posa nuda, deve far pensare a chi la vede “Di questa ragazza mi innamorerei” e non “Questa me la farei”, ecco credo che il servizio di For Men abbia trasmesso questo, almeno lo spero.

Quello che mi ha colpita di quel pomeriggio in cui abbiamo scattato è stata la forza del gruppo, la grandissima professionalità da parte di tutti.

Nanni Sibona Tacco, un bravissimo fotografo che non ha bisogno di presentazioni, ha saputo mettermi a mio agio, nonostante io fossi completamente nuda, il suo staff formato dal giovanissimo ma talentuoso Edoardo Sibona Tacco, da Valerio Tampellini che ha realizzato delle bellissime foto di backstage e dalla bravissima truccatrice Jessica Simonati.

Abbiamo scattato in una location favolosa, in riva ad un torrente, con dei laghetti e delle piccole cascate. Tutto è stato scelto con gusto, è stato un set molto divertente, fatto non solo da professionisti ma anche di amici, da persone che si stimano, che portano avanti una visione di successo, tanto è vero, che il frutto di quella giornata è stato il finire sulla copertina di un magazine prestigiosissimo che è For Men.

E poi Alex, ci sei stato tu, che hai sempre creduto in me, che mi hai spronato, che  mi hai aiutato a camminare sugli scogli e che mi hai sempre detto la parola giusta, per motivarmi e caricarmi. Grazie Alex, per quello che hai fatto per me.

Infine voglio anche ringraziare, il Direttore di For Men Andrea Biavardi e Matteo Canè che mi ha intervistata.

Noemi, ancora complimenti per tutto, grazie per le bellissime parole che hai usato per ringraziarci e per descrivere questo straordinario progetto editoriale che ti ha vista protagonista. 

Alessandro Cunsolo 

Le foto del servizio sono di Nanni Sibona Tacco

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Mondospettacolo incontra Moisè Curia, interprete della serie televisiva Braccialetti rossi

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È giovanissimo, ma ricco di talento, tanto che il suo curriculum già vanta importanti collaborazioni con grossi nomi della Settima arte tricolore quali Sergio Castellitto e i fratelli Taviani.

Prossimamente, lo vedremo nelle sale cinematografiche nella nuova commedia diretta da Alessio Maria Federici, ma, nel frattempo, il Terni Pop Film Fest ha assegnato a Moisè Curia il Premio Volto Popolare del futuro.

Abbiamo approfittato della nostra presenza alla manifestazione per intervistarlo.

 

Dal Terni Pop Film Fest sei stato scelto come volto popolare. A te piace il cinema popolare?

Sì, moltissimo, anche perché il cinema fa parte del popolo, se non facessimo cinema popolare non esisteremmo noi e non esisterebbe il cinema in genere. Un film che non vede nessuno è un film che, in qualche modo, non esiste.

 

E, proprio a proposito di cinema, i tuoi film preferiti, italiani e stranieri, quali sono?

Ce ne sono tantissimi. Non essere cattivo, per esempio, l’ho amato particolarmente. Adesso c’è anche quest’altro lungometraggio, Sulla mia pelle, in cui, secondo me, Alessandro Borghi ha offerto una grande interpretazione. È un film straordinario ed è giusto che la gente lo vada a vedere. Poi sono davvero innamorato di una pellicola vista tanti anni fa, Il corvo, un po’ perché ha lasciato un segno in un’epoca che non era male, gli anni Novanta, in una società a cui, in qualche modo, si dovrebbe tornare, un po’ perché racconta la vita di questo personaggio delineato in maniera magistrale da uno straordinario attore, Brandon Lee, che purtroppo non c’è più. Poi ci sono tutti i film dei grandi autori, a partire da quelli di Fellini. Ad esempio amo molto Gran Torino di Clint Eastwood. Mi piacciono molto i film d’autore a tematica sociale, anche perché secondo me un film deve raccontare la vita, i problemi della società, così da appartenere realmente al popolo. 

 

Non a caso, i film che tu hai fatto sono stati spesso con autori importanti, i Taviani su tutti. Sarebbe bello se tu ci dicessi qualcosa anche su La buca, in cui hai recitato con Sergio Castellitto e Rocco Papaleo.

Una bellissima esperienza, perché quando io ho fatto La buca ero proprio giovanissimo, si trattava di uno dei primi debutti al cinema. Quindi, mi ha insegnato molto lavorare con Sergio Castellitto e Rocco Papaleo e con un maestro come Ciprì, fantastico anche lui e in grado di lasciarmi tanto. Sergio stesso non ha bisogno di parlare, capisci tutto guardandolo: è talmente bravo e completo, che non ha bisogno di ulteriori apprezzamenti. Daniele Ciprì, invece, è un regista con cui mi piacerebbe tantissimo fare qualcos’altro in futuro, essendomi rimasto un ricordo molto bello e positivo di come si lavora con lui. Con Sergio, poi, siamo tornati a lavorare insieme, visto che stiamo girando per la Rai Uno una serie tv che si intitola Pezzi unici, regia di Cinzia TH Torrini, la cui uscita è ormai prossima.

 

Ciprì, poi, è uno che aiuta molto i giovani, gli piace perfino fare la fotografia dei corti per cineasti emergenti o sostenere in altro modo le nuove leve. Giusto?

Sì, è vero, Daniele aiuta moltissimo! Noi eravamo molto coccolati, curati, lui poi ha una visione dei personaggi così ferma, una visione molto inquadrata di ciò che intende raccontare. Sa già cosa racconterà nel film, per cui tu non vai mai fuori, ti lasci guidare: è come un pittore che dipinge sulla sua tela e, perciò, è stata un’occasione meravigliosa. I Taviani, poi, sono stati per me un punto di riferimento. Al Centro sperimentale di cinematografia guardavo i loro film, studiavamo con attenzione le loro, quindi, appena ho saputo che i Fratelli Taviani mi avevano preso per Maraviglioso Boccaccio, ho sbiancato. E mi hanno regalato davvero tanto, poiché venivano da un tipo di cinema che, forse, oggi non c’è più, uno stile anche di regia e di direzione degli attori che, probabilmente, è scomparso.

 

Che sensazione hai nell’essere stato scelto qui come icona popolare, vista anche la partecipazione a Braccialetti rossi e ad altre serie di successo?

Questo aspetto, che implica un rapporto stretto col pubblico, mi dà sensazioni bellissime, perché penso che noi non esisteremmo senza un pubblico che ci guarda.  Può sembrare una frase fatta, ma è solo realismo. In qualche modo dobbiamo sempre ringraziare chi ci ha guardato e ci ha fatto arrivare dove siamo. In realtà, poi, la mia vita non è mai cambiata dal prima al dopo, è cambiato forse, il modo, della gente di inquadrarmi nella loro vita. Si sono forse riconosciuti in quei ruoli che hanno visto attraverso il cinema o attraverso la televisione, trovando in me più che un’icona un personaggio in cui riconoscersi, una direzione in cui andare. E questo mi fa piacere perché, in qualche modo, è bello sapere che sei così. Io sono uno di quegli attori che ancora pensano che coi loro film cambierà qualcosa in Italia, quindi cerco sempre di fare film a tematica sociale per dare dei messaggi che, poi, possono essere colti o meno, ma tra vent’anni, magari, qualcuno potrà dire che almeno ci hai provato ad offrire il tuo punto di vista su ciò che sta accadendo oggi in Italia. Nella speranza che altri se ne accorgano e che la direzione possa cambiare.

Cosa puoi dirci dei tuoi progetti futuri?

Sarò protagonista del nuovo film di Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri, che uscirà al cinema nei prossimi mesi. Un film forte, a tematica sociale, interessante al punto che, secondo me, la gente dovrà vedere perché, come dicevo poco fa a proposito di Sulla mia pelle, c’è bisogno di film così. E c’è bisogno quindi di Un confine incerto, visto che la sua tematica necessita oggi di essere smossa. Uscirà poi a breve, il 25 Ottobre, un altro film interpretato da me, che è Uno di famiglia di Alessio Maria Federici, dove interpreto questo giovane ragazzo che sogna di fare l’attore, ma fa parte di una famiglia di ‘ndranghetisti calabresi, tutti presi da questo marasma e pronti a creargli una serie di inconvenienti decisamente comici. Usciranno due serie televisive che ho già girato: I bastardi di Pizzofalcone e Carlo e Malik con Claudio Amendola.

 


Francesco Lomuscio

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Da Fantozzi ai film di Natale: Mondospettacolo incontra Neri Parenti

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Con oltre quaranta regie all’attivo principalmente rappresentate dai film della saga Fantozzi e da cinepanettoni Filmauro, il fiorentino Neri Parenti è, senza alcun dubbio, uno dei registi italiani che maggiormente hanno saputo far ridere il pubblico davanti al grande schermo, dagli anni Settanta ad oggi. Ospite al Terni Pop Film Festival proprio per parlare di comicità agli spettatori, lo abbiamo intervistato.

 

Sei qui al Terni Pop Film Fest per parlare al pubblico di comicità. Quindi, essendo tu uno dei nomi maggiormente legati alle risate cinematografiche degli ultimi quarant’anni, puoi dirci cosa è la comicità per te?

La comicità è la cosa più semplice di questo mondo: è far ridere, anche il fatto che qui vi sia un festival di cinema popolare sta a significare che è un festival per tutti, non vi sono distinzioni di sesso, di razza, di religione, di altezza o di bassezza. I prodotti popolari sono solitamente comici perché, senza contare i grandi capolavori, le persone hanno il piacere di stare insieme per divertirsi.

 

Quanto è cambiata la comicità dai tempi di John Travolto… da un insolito destino, tuo esordio registico, a Natale da chef, tuo ultimo lavoro?

Per non parlare della mia carriera, diciamo che c’è stato un momento di grande commedia all’italiana, che poi è diventata un pochino più farsa, dopo è rientrata nei ranghi della commedia, in seguito è diventata un fenomeno da baraccone di web, trasmissioni di cabaret e simili e adesso è tornata, diciamo, alla normalità. Comunque, sicuramente ciò che è cambiato e ha fatto cambiare la comicità sono stati soprattutto gli interpreti, perché nella commedia e nei film comici sono molto importanti i protagonisti. Ci sono film bellissimi che possono fare degli sconosciuti, ma non certo la commedia. Quindi, chiaramente si è quasi sempre scritto per vestire l’attore che in quel momento doveva interpretare il film. Il cambio di attore ha generato anche il cambio di genere e, sicuramente, è cambiato il ritmo dei film, della recitazione, dei tempi morti. Oggi i film sono molto più scorrevoli.

 

Tra l’altro, tu ti sei inizialmente affermato come regista dei Fantozzi, sostituendo Luciano Salce dal terzo film in poi, e, in seguito, sorvolando su commedie con Renato Pozzetto e altri attori, sei diventato quasi il nome fisso dei film di Natale con Massimo Boldi e Christian De Sica. Quale differenza c’è tra il gestire la comicità di un singolo, ovvero Paolo Villaggio, e quella di una coppia?

Io direi che sono stato fortunato, in tutti e due i casi. Prima di tutto perché, come dici tu, sono subentrato al terzo Fantozzi, quindi c’era già un’alchimia che era stata creata, non ultimo il fatto che i personaggi storici erano già stati felicemente scelti, da Filini a Pina, a Calboni. Quindi ho avuto una gran bella eredità, mi sono trovato la pappa fatta, poi nel caso di Paolo facevamo riferimento al personaggio letterario di Fantozzi e, quando i libri sono finiti, perché ne scrisse soltanto tre, abbiamo avuto la fortuna di avere come sceneggiatori Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, di fiducia di Villaggio e tra i più grandi del cinema italiano. Con loro è stato facile e, in più, con Paolo si è subito instaurato un rapporto di grande sintonia. Per quanto riguarda i film di Natale, è accaduta un po’ la stessa cosa, perché io sono arrivato dopo che li avevano già fatti Carlo Vanzina ed Enrico Oldoini e, soprattutto, Aurelio De Laurentiis, quindi mi sono subito fidato di lui per quanto riguarda la gestione degli attori e del resto, aggiungendo le mie idee. Se si entra subito in sintonia con i propri attori e con il produttore si va avanti, se, invece, si fatica, conviene separarsi il prima possibile.

 

Però è una pappa pronta relativamente parlando, perché, se con il tuo arrivo Fantozzi è passato ad una comicità maggiormente fisica e meno incentrata sul lato grottesco-verbale introdotto da Salce, nei film di Natale hai accentuato il lato comico, in quanto Carlo Vanzina tendeva ad essere più sentimentale e nostalgico…

Sì, perché io sono un appassionato di Mel Brooks, quindi nella mia natura c’è il desiderio di inscenare gag, scivoloni e, come ho già accennato, l’aspetto grottesco-verbale di Villaggio di cui parli tu era nei libri, quindi, una volta terminati si è cercato di intraprendere un’altra strada e, essendo io un appassionato di comiche, ci è sembrato un approdo naturale. Quindi, è rimasto molto del Fantozzi di Salce, ma le avventure si sono anche spinte su altri lidi. Io i critici non li sto molto a sentire, ma una volta lessi una cosa che mi colpì riguardante Carlo, che purtroppo non c’è più: “La differenza tra Carlo Vanzina e Neri Parenti è che Vanzina guarda dal buco della porta e Neri Parenti la butta giù”.

 

Che ricordo hai di Carlo Vanzina?

Ho un ricordo meraviglioso, era una persona splendida, poi ho avuto la fortuna di lavorare tanto tempo con suo fratello Enrico e di fare anche due film con lui e Carlo. In un film, chiaramente, la fase più lunga è l’ideazione, quindi stavamo insieme mesi a lavorare presso di loro e si era creato un buonissimo rapporto.

 

Quale è il film che preferisci della tua filmografia?

Natale sul Nilo, perché sono un appassionato di film di avventura ed è stato il primo in cui ho potuto mettercela. Non sto a citare le scene, ma lì c’erano tutta una serie di ingredienti, dal deserto, agli scarabei, alle piramidi e le maledizioni che lo rendevano un piccolo All’inseguimento della pietra verde (ride).

 

Invece, quale è il film che cancelleresti dalla tua filmografia?

Quello che cancellerei è Pappa e ciccia, perché dovevo fare un film che mi piaceva moltissimo e che, a un certo punto, non siamo più riusciti a realizzare. Siccome avevamo il problema di dover dare per forza un film ai produttori, in un mese abbiamo messo in piedi una cosa molto tirata via e, di conseguenza, bruttina.

 

Ora a cosa stai lavorando?

Sto preparando un nuovo film che, però, non uscirà a Natale. Probabilmente le riprese partiranno all’inizio del 2019, ma non posso anticiparvi nulla.

 


Francesco Lomuscio

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Quarantuno corti selezionati su più di ottocento pervenuti, una nutrita pattuglia di registi napoletani presenti alle proiezioni l’attrice Marina Confalone, presidente di giuria, affiancata dagli attori Nando Paone, Massimiliano Gallo e dall’attrice Shalana Santana.e, infine, le targhe alla carriera a Cristina Donadio, Adele Pandolfi, Gianfranco Gallo, Franco Iavarone e Gianni Ferreri, interpreti di alcuni corti che verranno proiettati. E’ questo in sintesi il programma della 10a Edizione del Festival Internazionale del Cortometraggio “I Corti sul Lettino – Cinema e Psicoanalisi”, ideata dal direttore artistico Ignazio Senatore, psichiatra, giornalista e critico cinematografico ed organizzata dall’Associazione “Movies Event” e da Pietro Pizzimento, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e con il sostegno della Regione Campania, che si terrà  dal 3 al 6 ottobre 2018 al PAN – Palazzo delle Arti Napoli, dalle ore 17.30 alle 19.30.

La prima giornata è dedicata ai corti che, con sagacia e ironia, hanno saputo raccontare i tormentati rapporti tra paziente ed analista o hanno scavato nel profondo dell’anima umana: Save di Iván Sáinz-Pardo, Peggie di Rosario Capozzolo, Gray umbrella di Mohammad Postindouz, Because of a little apple di Ksenia Roganova, Tu non c’eri di Cosimo Damiano Damato con Brenno Placido e Piero Pelù, Une place di Arthur Bacry, Triunfadores di Joseba Alfaro, Pajero di Aitor González Iturbe, La risa de las mariposas di Regla Peinado Elliott, In ritardo di Franz Laganà con Cristiana Capotondi e Paolo Rossi, Happy hour di Fabrizio Benvenuto con Paolo Briguglia, El lucero di Patricia Galán, Marcos Álvares, Manicure di Francesco Natale con Adele Pandolfi.

A commentarli lo psichiatra Adolfo Ferraro, la psicoanalista Rossana Calvano e Luigi La Monica selezionatore dei corti del Festival del Cinema Europeo di Lecce.

La seconda giornata è una retrospettiva dedicata ai corti più rappresentativi proiettati nelle precedenti edizioni, interpretati, tra gli altri, da Stefano Accorsi, Giuseppe Battiston, Neri Marcorè. Rolando Ravello, Gigio Alberti, Vittoria Puccini, Valeria Solarino e Donatella Finocchiaro: L’amore è un giogo di Andrea Rovetta con Neri Marcorè, Meglio se stai zitta di Elena Bouryka con Valeria Solarino e Donatella Finocchiaro, Swing di Maria Guidone con Giuseppe Battiston, November di Eric Esser, Un uccello molto serio di Lorenza Indovina con Rolando Ravello e Chiara Caselli, Maradona Baby di Nino Sabella, L’ultimo viaggio di Valeria Luchetti con Gigio Alberti, Marina Massironi, Io non ti conosco di Stefano Accorsi con Stefano Accorsi  e Vittoria Puccini.

A commentarli il critico cinematografico Alberto Castellano, lo storico del cinema Giuseppe Borrone e Giuseppe Colella, presidente del Coordinamento Festival Cinematografici della Campania.

Il 5 e 6 ottobre verranno proiettati i corti che concorreranno per i premi di miglior corto, miglior corto straniero, miglior attore, attrice e corto premiato dal pubblico.

Il 5 ottobre aprono la competizione i corti stranieri: Waves di Sophie Chamoux, Waiting di Alexey Rem, Mazeppa di Jonathan Lago Lago, Dix minutes pas plus vostit di Antoine De Bujadoux, Agelasta di Sara Gracia Jiménez, Verde pistacho di Paco Cavero, Le défi du rade di François Zaïdi, Seguono Al posto suo di Alessandro Sampaoli, Still Dance di Alessandro Sampaoli Andrea Paracchini, Vera Racanelli, Mauro Paglialonga, Giovanni Franzoi con Renato Scarpa,  Per errore di Raffaele Ceriello con Laura Borrelli e Lalla Esposito, Lei di Roberto Bontà Polito con Yuliya Mayarchuk e Ragù noir di Alfredo Teja Mazzara con Alessandra Borgia e Laura Borrelli.

Il 6 ottobre sarà, invece la volta di Deux mains di Michaël Barocas, Familienurlaub di Fabian Giessler, Storia triste di un pugile scemo di Paolo Strippoli con Cristina Donadio, In quel preciso istante di Sarasole Notarbartolo con Cristina Donadio e Franco Iavarone, Tu m’uccidi, o crudele di Giovanni Calvino con Gianni Ferreri e Franco Iavarone, La giornata di Pippo Mezzapesa con Arianna Gambaccini, Sweetheart di Marco Spagnoli con Marco Giallini e Violante Placido, La gatta mammona di Paolo Cipolletta con Gianfranco Gallo. Sarà presente alla serata Nino Daniele – Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

INFO:  www.cinemaepsicoanalisi.com     Tel. 0815491838

 

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The wife- vivere nell’ombra: una storia tutta al femminile

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La pluripremiata e talentuosa attrice Glenn Close è la protagonista di un’avvincente storia d’amore in The wife – vivere nell’ombra, diretto da Björn Runge.

Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Meg Wolitzer, il film racconta la storia della devota e fedele moglie di un famoso scrittore newyorkese che, dopo aver sopportato molti tradimenti, decide di lasciare il marito (Jonathan Pryce) alla vigilia della consegna del Nobel a Stoccolma. La sofferta e improvvisa decisione porta non solo al riesame della relazione amorosa, ma svela pericolosi segreti.

Il regista svedese Runge, vincitore dell’Orso d’Argento per il miglior film europeo al Festival di Berlino nel 2003 con Daybreak, riflette con questo nuovo lungometraggio sulle difficoltà  della vita coniugale e sulle personali ambizioni di una donna in una società ancora prettamente maschilista.

The wife – vivere nell’ombra è la struggente storia di una donna disposta a sacrificare il proprio talento per amore, quel sentimento irrazionale e devastante, passionale e totalizzante di cui pochi sono capaci.

Il film racconta una vicenda tristemente nota, sempre attuale, seppur spesso dimenticata. Infatti, molte sono state le donne nella storia che hanno dovuto usare pseudonimi maschili per pubblicare le proprie opere: le sorelle Bronte nell’Ottocento usarono il cognome maschile Bell; la stessa Joanne Rowling, autrice dei romanzi fantasy su Harry Potter, nell’Aprile del 2013 ha pubblicato un romanzo poliziesco con lo pseudonimo di Robert Galbraith.

Nonostante la sceneggiatura non risulti particolarmente brillante e l’abuso di flashback appesantisca lo sviluppo narrativo, The wife – Vivere nell’ombra si regge sulla perfetta alchimia e sulle meravigliose interpretazioni dei due protagonisti.

Tutta la sofferenza e la profonda passione del loro complesso rapporto si avverte negli sguardi silenziosi, nelle smorfie del viso, nei quasi impercettibili gesti.

Insomma, The wife- vivere nell’ombra si rivela una struggente storia d’amore di ingiustizia sociale, ma anche di un’immensa e profonda passione.

 

 

Anastasia Mazzia

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Cercasi Gesù: in dvd l’esordio cinematografico di Beppe Grillo

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Come tutti sanno, tanto tempo fa, prima ancora di intraprendere una carriera politica che l’ha portato attualmente sulla bocca di tutti, Beppe Grillo è stato un comico televisivo da grandi share, grazie ai suoi sproloqui contro le classi governative di fine anni Settanta e primi anni Ottanta e ad un magnetismo scenico che, ancora oggi, gli garantisce altrettanto favore sui palchi dei propri comizi.

Tra le due carriere ve ne è stata una terza che ha avuto minor vita, ovvero quella cinematografica, la quale ha dato modo al noto cabarettista si sfoggiare le sue doti anche su grande schermo.

Ed è stato innanzitutto il regista Luigi Comencini – autore di Pane, amore e fantasia nonché creatore del magnifico sceneggiato tv Le avventure di Pinocchio – a offrirgli questa opportunità, scegliendolo come protagonista del lungometraggio Cercasi Gesù, opera del 1982 che mette alla berlina l’immagine religiosa dell’Italia di allora.

La storia è quella dell’autostoppista Giovanni (Grillo), il quale, dopo essere stato caricato in macchina da Don Filippo (Fernando Rey), viene scelto da una casa editrice cattolica come volto moderno per la rappresentazione di Gesù.

Una situazione che porta il semplice e comune individuo alle prese con eventi sempre più travolgenti, capaci di sviscerare in lui un animo buonista da dedito al prossimo, ma che finisce anche per coinvolgerlo in inaspettati risvolti drammatici.

Opera graffiante fatta su misura per l’estro “malincomico” di Grillo, Cercasi Gesù è un film che, visto col senno di poi, va preso e affrontato per quello che è: uno spaccato misericordioso dell’Italia di allora, che getta una lente d’ingrandimento sui problemi dei primi anni Ottanta (la droga, il terrorismo post anni di piombo, la disoccupazione) con fare molto sentito.

Certo, ora come ora, la fama di questo titolo è innanzitutto riconducibile alla presenza del creatore del Movimento 5 Stelle, ma non dobbiamo dimenticare che dietro a questo prodotto c’è la mano di Comencini, maestro indiscusso della nostra Commedia che fu, qui alle prese con un un racconto popolato da personaggi in cerca di “miracoli che non avvengono”.

E la scelta di Grillo come protagonista gioca bene con questo tipo di licenza registica, facendo il favore di una trama sentita e, a sorpresa, commovente, calibrata da uno script steso dal regista stesso insieme a Massimo Patrizi e all’allora sconosciuto Antonio Ricci, papà del tg satirico Striscia la notizia, nonché vecchio collaboratore del Beppe nazionale.

Oltre al bunueliano Rey, Maria Schneider (Ultimo tango a Parigi), qui nel ruolo della terrorista Francesca, incontrata per caso da Giovanni, completa il cast di Cercasi Gesù, che fece ottenere a Grillo un David di Donatello, un Globo d’oro e un Nastro d’Argento come miglior attore emergente (un altro Nastro andò al soggetto del film, di Comencini e Patrizi).

Con il trailer nella sezione extra, lo rende disponibile su supporto dvd Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it).

 

Mirko Lomuscio

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La Ars Digitalia e la V Municipalita di Napoli Arenella – Vomero e Castel Sant’Elmo, presentano il progetto Trick Travel-Smart City

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Trick Travel nasce dall’intento di promuovere il territorio attraverso un sistema multimediale omni-channel interattivo utile sia a visitatori che ai residenti della città

Venerdì 5 Ottobre alle ore 11 nella sala “Archivio Novecento a Napoli”, presso Castel Sant’Elmo.

 

La Ars Digitalia presenta, in collaborazione con la V Municipalità di Napoli Arenella – Vomero e il Polo Museale della Campania con Castel Sant’Elmo, il progetto Trick Travel – Smart City La presentazione si terrà Venerdì 5 Ottobre alle ore 11 nella sala “Archivio Novecento a Napoli” nella suggestiva cornice di Castel Sant’Elmo, che accoglierà il Totem Kiosk touch screen, parte integrante del sistema Trick Travel.

Il presidente della V Municipalità, Paolo De Luca, si fa promotore di un progetto nato per la valorizzazione e la promozione della realtà artistica e culturale, delle attività di imprenditori, commercianti e artigiani, dando sia ai turisti che agli stessi residenti, la possibilità di conoscere le relative offerte commerciali, informazioni sui servizi, aggiornamenti sugli eventi e in particolare, di localizzare e geolocalizzare, in modo rapido e innovativo, i luoghi d’interesse dell’intero territorio.

Dopo il Mann, il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore e gli scavi di Ercolano, il totem approda a Castel Sant’Elmo, che ogni anno è tappa fondamentale per migliaia di turisti e luogo del cuore per molti napoletani. Secondo i dati MIBACT, il sito ha avuto circa 200.000 visitatori solo nel 2017, flusso che si prevede in aumento. Il direttore del Polo Museale della Campania, la dottoressa Anna Imponente e il direttore di Castel Sant’Elmo, la dottoressa Anna Romano, hanno offerto ospitalità al totem kiosk touch screen, con l’intento comune a quello della Municipalità, di aprire un dialogo informativo e di servizio col turista e con il cittadino, grazie ad un nuovo percorso di comunicazione digitale.

 

Ars Digitalia

La Ars Digitalia è un’azienda esperta di servizi informatici, advertising, editoria che opera sia nel settore multimediale e web che nel settore dell’editoria classica.

 

Progetto Trick Travel-Smart City

Trick Travel nasce dall’intento di promuovere il territorio attraverso un sistema multimediale omni-channel interattivo adatto sia a turisti che ai residenti della Municipalità che accoglie il progetto. Il progetto Trick Travel, prevede l’istallazione di un totem kiosk touch screen all’interno di un attrattore, con informazioni fruibili parallelamente e in contemporanea dall’app Trick Travel (disponibile su Android e iOS), con funzioni di geolocalizzazione, e dal web, grazie al sito www.tricktravel.net. L’idea alla base del progetto è quella di offrire una guida utile e completa sulle cose da vedere, assaporare e da vivere nella città che si va a visitare.

 

Saluti autorità
Anna Imponente, direttore del Polo museale della Campania
Anna Maria Romano, Direttore di Castel Sant’Elmo
Paolo De Luca, Presidente V Municipalità di Napoli 

Interventi
Antonio Zanesco, amministratore delegato Ars Digitalia srls
Claudia Villani, resp. commerciale e rapporti enti locali e territorio

Al termine, sarà offerto a tutti i convenuti, un drink di ringraziamento.

Gradito cenno di adesione.

Per info

hello@arsdigitalia.it

www.arsdigitalia.it

www.tricktravel.net

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MUSICA, ARTE E GRANDE GUERRA: AL CIMAROSA IL CONVEGNO NAZIONALE

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PER CELEBRARE I 100 ANNI DALLA FINE DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE

 DUE GIORNI DI DIBATTITI, MOSTRE FOTOGRAFICHE, ASCOLTI INEDITI E IL CONCERTO DELL’ORCHESTRA DI FIATI DIRETTA DAL MAESTRO AIEZZA

Avellino, lunedì 1 ottobre 2018 – Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, il Conservatorio di Musica «Domenico Cimarosa» di Avellino, presieduto da Luca Cipriano e diretto da Carmelo Columbro, ricorda il primo conflitto mondiale con un Convegno nazionale che affronterà uno dei grandi eventi del XX secolo da una prospettiva scientifica del tutto inedita e con uno sguardo sugli artisti meridionali e il loro contributo nel periodo bellico.

Mercoledì 3 e giovedì 4 ottobre, il «Cimarosa» di Avellino ospiterà il Convegno Nazionale dal titolo «Musica, Arte e Grande Guerra», un progetto del Dipartimento di Musicologia curato da

Tiziana Grande e Antonio Caroccia che proporrà dibattiti, confronti, registrazioni inedite e scatti fotografici d’epoca incentrati sulla Prima Guerra Mondiale.

«Il Conservatorio di Avellino dimostra di essere sempre estremamente attento e sensibile ai temi strettamente legati all’attualità e ai grandi avvenimenti del XX secolo – spiegano il presidente Luca Cipriano e il direttore Carmelo Columbro – Per questa ragione abbiamo pensato di celebrare il centenario della Grande Guerra con un convegno nazionale che fornirà alla città di Avellino un momento di grande riflessione in linea con la variegata produzione didattica e musicale che da sempre contraddistingue il nostro Istituto».

«In occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, il Dipartimento di Musicologia del “Cimarosa” vuole ricordare questo anniversario con un convegno scientifico, in cui insigni studiosi nazionali si confronteranno sul contributo dato dagli artisti meridionali al conflitto bellico – spiega Antonio Caroccia – Cinema, pittura, scultura, teatro e musica sono solo alcuni degli argomenti che saranno trattati nel corso delle giornate di studio. Inoltre, sarà possibile ascoltare alcune musiche espressamente composte per la Grande Guerra grazie ad un concerto speciale dell’Orchestra dei fiati del Conservatorio irpino diretta dal maestro Giovanni Aiezza».

«Nel corso delle due intense giornate di convegno saranno presentati molti materiali inediti: dai dischi a 78 giri, alle registrazioni sonore di canti e narrazioni di soldati, dalle fotografie alle sequenze cinematografiche del tempo – spiega Tiziana Grande – Inoltre nella biblioteca d’istituto sarà allestita un’esposizione di documenti musicali a stampa originali, come canzoni, inni, fascicoli per le Piedigrotte degli anni 1915-18 e anche la prima edizione della Canzone del Piave di E.A. Mario».

Si partirà mercoledì 3 ottobre alle ore 11 nella Sala «Bruno Mazzotta» dell’Istituto di via Circumvallazione con i saluti istituzionali, alla presenza del Prefetto di Avellino Maria Tirone, il colonnello Gianluca Zulini, comandante del 232° Reggimento Trasmissioni, e del colonnello Massimo Cagnazzo, comandante provinciale dei Carabinieri di Avellino.

Subito dopo si entrerà nel vivo del Convegno nazionale con Emilio Jona e Flavio Giacchero che racconteranno i canti della guerra nati nel Mezzogiorno d’Italia nell’intervento dal titolo «Il meridione nel canto della Grande Guerra».

A partire dalle 15, invece, si aprirà la prima sessione, presieduta da Antonio Caroccia, con Anita Pesce che si soffermerà sulla produzione sonora del «disco a 78 giri nel periodo della Prima Guerra Mondiale». Seguirà l’intervento di Tiziana Grande che sarà incentrato sulle «Piedigrotte di guerra», realizzate proprio negli anni del primo conflitto mondiale. La prima sessione si concluderà con l’intervento di Marco Pizzo che affronterà il tema dei «Pittori-soldato» soffermandosi su i tre casi esemplati di artisti come Bucci, Carli e Lombardi.

Dopo la pausa caffè sarà la volta di Gaia Salvatori e il suo contributo dal titolo «La Grande Guerra fra pittura e illustrazione: la ‘Battaglia di Bligny’ in posa». Seguiranno gli interventi di Fiorella Taglialatela che si occuperà del teatro di Viviani durante il conflitto e di Giuseppe Camerlingo che tratteggerà un profilo della musica accademica napoletana nel periodo della Grande Guerra.

La prima giornata del Convegno nazionale «Musica, Arte e Grande Guerra» si concluderà alle ore 19:30 quando ci si trasferirà nell’Auditorium «Vitale» di piazza Castello per il concerto dell’Orchestra di Fiati del «Cimarosa» diretta dal maestro Giovanni Aiezza.
Il programma musicale sarà declinato attraverso i brani come quello scritto da Goffredo Mameli e Michele Novaro «Il canto degli italiani. Inno nazionale Fratelli d’Italia», «La Bandiera. Marcia militare» di Giovanni Orsomando, «La Grande Guerra» di Michele Mangani, «La canzone del Grappa» di Emilio De Bono, «Le campane di San Giusto» di Giovanni Dovretti, «Stelle Alpine» nell’arrangiamento di Fernando Francia, la «Fantasia militare» di Amilcare Ponchielli per concludere con «’O surdato ’nnammurato» di Enrico Cannio e Aniello Califano.

La seconda giornata del Convegno nazionale, invece, presieduta da Tiziana Grande, sarà introdotta, a partire dalle 9:30, da Ignazio Macchiarella che esporrà per la prima volta le registrazioni sonore di canti e narrazioni di prigionieri italiani della Grande Guerra. Si proseguirà con Giovanni Vacca che analizzerà la Canzone napoletana nell’immaginario collettivo durante la prima guerra mondiale. Allo stesso Antonio Caroccia sarà affidato l’intervento sulla Canzone patriottica di E.A. Mario, con un focus sulla celeberrima “Canzone del Piave”.

Dopo la pausa caffè si proseguirà con l’intervento di Mariangela Palmieri che si soffermerà sul Cinema italiano durante la Grande Guerra, mentre a Roberto Calabretto toccherà affrontare il «Carosello napoletano tra realismo e quadri allegorici». Consuelo Giglio e Patrizia Maniscalco analizzeranno le Canzoni di guerra con una certa attenzione alla produzione siciliana. Infine, Luigi Izzo, concluderà la due giorni analizzando «Il suono del cannone: le bande musicali e la Grande Guerra».

In occasione del Convegno, nella Biblioteca dell’istituto sarà possibile visitare l’esposizione bibliografica di canzoni del tempo di guerra curata da Tiziana Grande e sarà proiettata una inedita selezione di fotografie e musiche del campo di prigionia di Mauthausen negli anni 1915 – 1918 curata da Bienamino Cuomo.

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Prosegue il successo dell’attrice Donatella Bartoli protagonista nel film “Pane dal Cielo”. Il 4 ottobre sarà al cinema Mexico per presentare la pellicola.

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 Momento d’oro per Donatella Bartoli che, reduce dall’ottimo successo ottenuto al “Mangiacinema – Festa del cibo d’autore e del Cinema goloso che si è tenuto pochi giorni fa a Salsomaggiore, in cui la Bartoli (vestita per l’occasione da Manuele Canu Milano) insieme con Paola Pitagora, il regista Bedeschi e il cantautore autore delle canzoni Claudio Sanfilippo, hanno presentato il film opera prima di Giovanni Bedeschi “Pane dal Cielo”, sarà nuovamente a Milano per presentare la pellicola al Cinema Mexico il 4 ottobre. Un “piccolo” film che sta dimostrando di essere grande, ben realizzato e molto richiesto dai festival e dai migliori circuiti d’essai.

La pellicola, girata a Milano punta i riflettori sul tema dei “Senza Dimora”. Una pellicola che racconta il ritrovamento di un neonato da parte di due “senza dimora” (Donatella Bartoli e Sergio Leone) che sorprendentemente alcune persone riescono a vedere e altre no. Un film che vuole porre l’attenzione su una difficile realtà che ha come protagonisti delle persone disperate che spesso  non vogliamo vedere ma che è al contempo una favola piena di fiducia e  speranza. Nel cast anche Paola Pitagora.

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Steve Hackett “rivisita” i Genesis in Italia

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Steve Hackett è in tour in Italia nel 2019 per quattro imperdibili date!

L’ex chitarrista dei mitici Genesis, infatti, suonerà nel nostro paese il prossimo 29 Aprile a Roma (Teatro Brancaccio), il 30 Aprile a Bologna (EuropAuditorium), il 2 Maggio a Torino (Teatro Colosseo) e il 3 maggio a Bergamo (Teatro Creberg) nell’ambito del Genesis Revisited Tour 2019 – Selling England By The Pound The Entire Album Plus Spectral Mornings 40° Anniversary, prodotto da Musical Box 2.0 Promotiom e Ventidieci, ovvero trentuno date in diciassette paesi.

Durante lo show il musicista britannico si esibirà presentando per la prima volta live l’intero album Selling England by the pound, uno dei più apprezzati della lunga discografia dei Genesis, più il suo riuscito album solista Spectral mornings che festeggia il quarantesimo anniversario. Ci sarà spazio anche per altri “classici” della band di Phil Collins più inediti.

“Sono entusiasta di presentare per intero quello che è il mio preferito tra tutti gli album dei Genesis, Selling England by the pound“, spiega Hackett. “Quando uscì, nel 1973, catturò subito l’attenzione di John Lennon. In quel momento ho sentito che stavo suonando la chitarra nella migliore band al mondo e che si stavano aprendo le porte per noi. Sono inoltre felice di poter suonare brani tratti da Spectral mornings, che festeggia il suo quarantesimo anniversario, di presentare qualche assaggio del nuovo album ed alcune tra le gemme dell’indimenticabile repertorio dei Genesis…sarà un concerto fantastico!”.

Credits: Lee Millward

Ad affiancare Steve on stage vi sarà una band di tutto rispetto composta da alcuni “fedelissimi” di Hackett, ovvero alle tastiere Roger King (Gary Moore, The Mute Gods), alla batteria, percussioni e voce Gary O’Toole (Kylie Minogue, Chrissie Hynde), al sax, flauto e percussioni Rob Townsend (Bill Bruford), al basso e chitarra Jonas Reingold (The Flower Kings), alla voce Nad Sylvan (Agents of Mercy).

Un avvenimento musicale da non perdere per i fan dei Genesis, dei quali Hackett entrò a far parte nel 1970, prendendo il posto del chitarrista originario e membro fondatore Anthony Phillips, che decise di dedicarsi alla carriera solista, dalla quale ha avuto poi numerose soddisfazioni.

Da notare che Hackett e Phillips in seguito hanno collaborato insieme in più di un’occasione, nell’ambito dell’album di Steve Out of The tunnel’s mouth, del 2010, e per il progetto musicale Harmony for elephants, per la difesa degli elefanti in Africa. Per l’occasione i due bravissimi chitarristi hanno composto ed eseguito, insieme a Roger King, il pezzo In a perfect world. Tra i maggiori successi di Steve, che, come tutti gli altri membri dei Genesis, è stato inserito nel 2010 nella prestigiosa Rock’n Roll Hall Of Fame, il supergruppo GTR fondato insieme a Steve Howe, chitarrista degli acclamati Yes. Il più recente album di Steve Hackett risale allo scorso anno e si intitola The night siren.

 

Susanna Marinelli

L'articolo Steve Hackett “rivisita” i Genesis in Italia proviene da Mondospettacolo.

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