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Gloria Guida: il sogno biondo di una generazione

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Il libro definitivo sulla bella attrice di Merano, bolognese di adozione, da La minorenne e La ragazzina sino al rientro televisivo con La famiglia Benvenuti, passando per La liceale, Il triangolo delle Bermuda, Il solco di pesca e Avere vent’anni. Una ragazzina scoperta da Imperoli, diretta da Amodio, passata nelle mani esperte di Nando Cicero e Tarantini, infine alla corte di Steno, Risi e Corbucci. Johnny Dorelli la rapisce al suo pubblico, ma è una fuga d’amore. Tornerà più bella di prima, come nonna più sexy d’Italia. Il libro definitivo del suo cinema.

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Ci sono sogni più lunghi della notte. Potrebbe essere il primo verso di una poesia. Il sogno di Gordiano Lupi (ma non solo il suo), da quando ancora giovinetto fu folgorato dalla bellezza sublime di una quasi sconosciuta ragazzina poco più grande di lui apparsa d’improvviso sul telo bianco di un cinematografo, è più lungo di mille e mille notti. La ragazzina quasi minorenne si chiamava Gloria. Si chiama Gloria. Si chiamerà e sarà per sempre Gloria. Sogno e poesia (perché gli occhi di Gloria, e non solo gli occhi, sono sogno e poesia), rimpianti di un tempo che non tornerà più, amore cinefilo incondizionato e non solo cinefilo, si fondono e confondono mirabilmente in questo libro che è omaggio a lei, la divina dallo sguardo dolce e assassino, il volto di un angelo tentatore e il corpo che è perfezione d’artista. Gloria Guida, all’anagrafe è di Merano. Ma è poi diventata bolognese (casalecchiese…) come chi vi scrive. Un po’ di sano campanilismo non guasta, neppure nelle presentazioni. Gordiano Lupi, non contento di averle dedicato – almeno in parte – un primo libro anni fa (Le dive nude, pubblicato da Profondo Rosso) e in tempi recenti l’e-book Gloria Guida – La Marilyn Monroe degli anni ’70, riprende quest’ultimo lavoro, lo rivede, lo integra e – che il dio della settima arte gliene renda merito – decide oggi di pubblicarlo in libro con i fogli di carta. Da sfogliare e assaporarne il profumo. Non me ne vogliano gli alberi svedesi o amazzonici. Non moriranno, vivono e vivranno sempre sulle scansie delle nostre librerie o in quelle delle biblioteche di mezzo mondo. A chi vi scrive queste poche righe, l’Autore ha commissionato la stesura di una filmografia di Gloria. Scrivere titoli e aggiungere qualche dato tecnico abbastanza insignificante – pratica seguita dai cattedratici della storia e della critica cinematografica – mi sembrava riduttivo. Nelle schede dei film ci ho messo di tutto e di più. Forse convinto che anche a Gloria potrebbe far piacere trovare il nome di una parrucchiera di cui si era dimenticata, un generico che recitò una battuta insieme a lei o un elettricista che procurò corti circuiti ammaliato dalla sua bellezza… Non contento ho aggiunto stralci dalle documentazioni redatte dai Censori. Spesso e volentieri, oltre a sbrigativi “vietato ai minori” (perché qualche tetta e culetto non erano cose per ragazzini brufolosi) sono fonte d’ (in)volontaria ilarità le motivazioni che determinarono tali divieti, compresa la parolaccia ben evidenziata e avallata con tanto di timbro e firma in calce a voler dimostrare che a loro, i Censori, non sfuggiva proprio niente, neppure un sospiro.

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E, per non farmi (e farvi) mancare nulla non potevano mancare, a corredo del tutto, le luminose e illuminate recensioni – scritte frettolosamente sul tovagliolo di carta del ristorante – dai critici coevi. E qui il discorso s’allargherebbe e anche di molto. Va detto che i film di Gloria (ma non solo i suoi, ché era in buona compagnia) i togati in cattedra li delegavano – fatte le debite eccezioni – ai loro vice o a quelli che siglavano con le iniziali per non farsi riconoscere dal lettore a cui ben poco interessava chi fosse il firmatario della quasi scontata stroncatura. Perché, da sempre, c’è un critico ben più importante di quello pagato da giornali o riviste ed è colui che paga il biglietto. Lo spettatore. Che, da subito, premiò i film della Nostra facendo la fila ai botteghini. Il discorso sull’ astigmatismo miopico o ipermetropico della critica meriterebbe un lungo approfondimento, ma mi fermo qui. Come diceva l’amico Morando Morandini (purtroppo da poco scomparso), che in quanto a demolizioni critiche non era secondo a nessuno, “tanto le presentazioni le leggo solo io, quindi siate brevi e concisi”. L’invito di Gordiano Lupi è stato occasione unica e irripetibile, per (ri)vedermi tutti i ventisette film (per il grande schermo) interpretati da Gloria. Più o meno quarantacinque ore di meravigliose visioni, interrotte soltanto dagli inopportuni richiami di Morfeo. Col risultato che poi, la ragazza mi è apparsa in sogno per una settimana vestita da novizia in Avere vent’anni, correre sulla spiaggia di Lignano Sabbiadoro ne Il triangolo delle Bermude o fare l’infermiera di notte in una casa stregata. Inconvenienti di piacevoli incubi notturni. Della signora Guida, figlia di Giorgio Guida e sposata con Giorgio Guidi (sarà casuale?

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Io, convinto sostenitore che a governarci sia il caso, ora nutro qualche dubbio…), leggerete vita morte e miracoli (cinematografici) nel libro di Lupi. Che ha meriti non di poco conto. L’autore, che pure ammira l’attrice senza se e senza ma, non si pone problemi nel giudicare negativamente certi film mal riusciti, certe operazioni commerciali fini a se stesse, certe sceneggiature o regie che meritavano e meritano non troppa considerazione. È compito dello storico e del critico (serio) non glorificare (mi sia consentito il gioco di parole) aprioristicamente ma affrontare la materia trattata con obiettività. Lupi, lodevolmente, lo fa. Così come mette gioiosi e giustificati punti esclamativi laddove è il caso di farlo, perché la filmografia di Gloria è anche, e spesso, vero cinema. Di gradevole intrattenimento o d’autore con ambizioni alte. Vederla per le strade di Bologna dare gas al suo motorino Garelli in L’affittacamere, ammirarne il culetto nel discutibile ma interessante e anticonformista film di Liverani Il solco di pesca, incontrarla maliziosa liceale o massacrata da quel simpatico geniale regista che fu di Leo, sono solo dettagli. È sempre lei, Gloria. Altro merito di Lupi (e questo lo scoprirà il lettore) è l’aver sezionato chirurgicamente ogni film, raccontandocelo sequenza dopo sequenza. Invitandoci, semmai non l’avessimo ancora fatto, a rivederlo, gustarlo, anche con un opportuno fermo immagine o un rewind per scoprire un dettaglio sfuggito, un dialogo divertente da riascoltare. Perché un conto è la parola scritta e un altro è l’immagine o la parola ascoltata. Non è mio compito, qui, analizzare i film interpretati dalla divina Gloria. Spendo con anima e cuore qualche parola (confidando nella comprensione dell’Autore e di Lei). La filmografia di Gloria Guida è fra le più brevi, in assoluto, di tutta la storia del cinema (escludendo, naturalmente, i fulmini a ciel sereno, non gratificati da piacevoli successivi tuoni). 1974-1982, sempre da protagonista. Una intensa overdose di cinema che ancora ci riempie serate di nostalgie. Usata, strumentalizzata da cineasti senza scrupoli? Solo in cerca di una ragazzina per soddisfare voglie di un pubblico privato da altre erotiche alternative? Sarà il tempo a dircelo. Erano, quelli, anni che con gli occhi di oggi, difficilmente possiamo decifrare. Andrebbero in tilt anche Freud e suoi allievi. Gloria è stata (e quanto vorremmo lo fosse ancora!) interprete di razza. Oggi, come lei, ne incontriamo poche. Commediante perfetta in film perfetti di Steno, Capitani e Corbucci (quelli che, personalmente, preferisco). Recita anche con un maestro come Dino Risi, che però – con Sesso e volentieri – si era momentaneamente dimenticato di essere un maestro vestendo i panni meno eleganti del semplice intrattenitore.

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Ma sarà il film di Fernando di Leo che ci lascerà per sempre il ricordo dell’attrice vera. Essere protagonista di un capolavoro (tale ritengo sia Avere vent’anni) è un bel traguardo raggiunto. Anche se nella vita c’è sempre un altro traguardo, e un altro ancora da superare a braccia levate al cielo. Sarà, questa, la bio-filmografia definitiva di Gloria Guida? Non ci è dato saperlo. Se un giorno la Nostra Amata decidesse di tornare davanti a una macchina da presa sono certo che Gordiano Lupi si metterebbe al computer pigiando felice sulla tastiera per scrivere altre parole e altri pensieri su di lei. Perché, come ho scritto in principio, ci sono sogni più lunghi della notte.

Roberto Poppi

Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione – pag. 250 – Euro 15
Collana La Cineteca di Caino – Edizioni Il Foglio

Autore: Gordiano Lupi. Filmografia e Presentazione: Roberto Poppi.
Introduzione: Gloria Guida. Un articolo di Davide Pulici (Da Nocturno Cinema).

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“La Promessa del Sicario”: Intervista al produttore Antonio Castronovo

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Venerdì 13 novembre, verrà presentato nei pressi di Torino il nuovo film di Max Ferro “La Promessa del Sicario” Sono andato ad intervistare il produttore del film Antonio Castronovo.

Ciao Antonio, benvenuto su Mondospettacolo come stai innanzitutto?

Bene, come tutti i progetti ti succhiano energia, ma alla fine sono soddisfatto del risultato ottenuto.

Parliamo del film, come è nata l’idea di produrlo?

Per caso mi presentarono il regista Max Ferro, che stava già lavorando al progetto insieme ai due attori protagonisti Enzo Dino e Stefano Bianco, Max mi parlò del progetto, la cosa mi fece entusiasmare e così presi la decisione di entrare in gioco come produttore esecutivo .
Per produrlo bisognava trovare i soldi e siccome in passato mi sono occupato sempre di promozioni e di eventi, mi è venuta l’idea di coinvolgere dei partner sponsor, che grazie al product placement ci hanno permesso di trovare il budget iniziale.
Trovata parte dei soldi abbiamo iniziato a girare e mentre le riprese andavano avanti siamo dovuti intervenire con fondi personali per far sì che il progetto arrivasse alla fine.

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Quanto tempo sono durate le riprese?

Circa un mese.
La fase più lunga è stata la post-produzione e qui devo ringraziare l’intervento dei talentuosi tecnici Alessandro Potito, Francesco Risso e Giulia Tasca, ringrazio inoltre gli autori della colonna sonora Giovanni Puocci, Barbara Puppo, Shadowhunters e Sweaty Skin.

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Nel cast c’è il mitico George Hilton, che ruolo interpreta e come è nata la sua partecipazione al film?

George Hilton interpreta la parte del boss Victor Torres.
L’idea é Nata dal suggerimento di Max Ferro, che era un fan di George sin dai tempi della gioventù.
Poi alla fine tutti noi di una certa età (ride) siamo cresciuti mangiando pane e “spaghetti western”.

Come pensi di promuovere e distribuire il tuo film?

L’idea è quella di fare delle prime in varie città italiane per poi passare alla distribuzione via web con la modalità On Demand. Successivamente ci dedicheremo all’home video e la tv.

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Che risposta di pubblico e di critica ti aspetti da questo film?

Ti risponderò subito dopo l’anteprima. (sorride)

Antonio, prima di chiudere l’intervista vuoi approfittare di questo spazio per ringraziare qualcuno in particolare?

Beh! Sicuramente tutti gli sponsor di Torino, Fossano, Venaria Retale e Nichelino, i Comuni di riferimento e le associazioni commercianti di Fossano e Venaria.
E in particolar modo al caro amico George per averci sopportato e supportato.
Ovviamente un ringraziamento a te per averci seguito in questi mesi, e agli amici di Facebook che seguono costantemente la pagina “La promessa del sicario” con il loro “MI PIACE”.

Grazie per essere stato con noi, ci vediamo venerdì al cinema.

Alex Cunsolo

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RFF2015: in “The last Panthers”, criminalità europea e.. David Bowie!

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Al Roma Fiction Fest la giornata prosegue con la 1a puntata dell’attesissima serie crime europea “The last Panthers“.

A Marsiglia un gruppo di scaltri e organizzati rapinatori serbi, travestiti da imbianchini, irrompe in una famosa gioielleria riuscendo a rubare diamanti per un valore di ben 15 milioni di euro. Durante la rocambolesca fuga con la polizia alle calcagna, uno di loro spara dei colpi di pistola che centrano e uccidono una bambina. Da questo momento piazzare i seppur preziosi diamanti diventa difficile, molto difficile, anche perché i loro volti sono su tutte le prime pagine dei giornali europei.

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Milan (Goran Bogdan), capo delle Pantere rosa

Tornata frettolosamente in Serbia, la banda chiamata “Le Pantere rosa” e capeggiata da Milan (Goran Bogdan) detto “l’animale”, tenta di ricavare una bella cifra dai diamanti rubati (e ingegnosamente conservati da uno di loro), andando però incontro ad una serie di problemi e rischiando anche la pelle. Sulle loro tracce ci sono Naomi (Samantha Morton), ex casco blu dell’Onu, ora incaricata dall’assicurazione di recuperare la refurtiva, e il suo capo Tom (John Hurt), oltre al poliziotto franco-algerino Khalil (Tahar Rahim) che da subito si è messo ad indagare sulla banda.

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Naomi (Samantha Morton)

Definita la “Gomorra europea” questa miniserie in 6 puntate diretta da Johan Renck ha indubbiamente degli spunti interessanti, portandoci nel cuore della criminalità balcanica come raramente visto in precedenza. Il ritmo però è abbastanza compassato e questo primo episodio non brilla particolarmente neanche durante le scene dell’inseguimento iniziale. In compenso però altre sequenze meritano, seppur poco verosimili (come quella nella bidonville ungherese). Sospeso il giudizio su alcuni attori, come John Hurt intravisto a malapena. Goran Bogdan è invece notevole, così come la quasi allucinata Samantha Morton, il cui personaggio ha evidenti scheletri nell’armadio risalenti ai tempi della guerra nei balcani. Il produttore Peter Carlton in conferenza stampa ha dichiarato che le vicende narrate sono fatti realmente accaduti e sulla genesi della serie ha aggiunto “Jérôme Pierrat (autore del soggetto, NdR) ha avuto l’idea di farne un film ed è venuto a proporcelo; lì abbiamo capito che la storia era molto importante, tanto da farne una miniserie di 6 ore. Abbiamo avuto riunioni in varie parti d’Europa e conosciuto alcuni criminali veri, rischiando anche la vita quando a contatto con una banda, una gang rivale ci ha quasi aggrediti, costringendoci alla fuga”.

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Il produttore Peter Carlton (foto Ivan Zingariello)

Sui criminali aggiunge: “L’unione delle criminalità organizzate è più forte della stessa Unione Europea. Ormai ci sono i cosiddetti ‘banksters’, perché c’è un connubio tra banche e criminalità molto forte”. E ancora: “Ai criminali (veri) piaceva l’idea di diventare delle specie di ‘stelle’, ma spero che la nostra serie non sia interpretata come un’apologia del crimine. Noi abbiamo cercato di non dare giudizi“. Riguardo al lavoro sui personaggi: “Nei Balcani c’è violenza, ma siamo riusciti a rendere complessi quelli che di solito sono rappresentati come criminali beceri, con il classico serbo che grugnisce“. E sui grandi nomi coinvolti nel progetto: “Le star accettano perché il progetto li convince e anche con il discorso del budget si è assottigliato il divario con il cinema. Grazie a internet e alla pay tv molte cose sono cambiate e gli attori lo fanno anche per farsi conoscere da un pubblico più vasto. John Hurt è un uomo speciale, perché sa essere affascinante e pericoloso. Samantha Morton è una donna vera, forte e complessa. Goran Bogdan invece doveva fare una particina con due sole battute e si è presentato al provino direttamente dal set di un altro film. Lo abbiamo guardato e gli abbiamo detto che non era adatto, con lui che ovviamente c’è rimasto male, ma che invece poteva fare il ruolo di Milan! E’ straordinario quanto gli altri due“.

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Tom (John Hurt)

E poi c’è David Bowie, autore del brano sui titoli di testa “Blackstar“. Carlton si crogiola: “Con Bowie siamo stati fortunati. Per la sigla volevamo un artista noto, ma di stile europeo. Johan senza dirci nulla ha fatto chiedere a Bowie, tramite un suo amico che ne conosceva i manager, e lui dopo aver verificato chi eravamo e la bontà del progetto, si è detto interessato. Era incredibile per noi e dopo sole due settimane Bowie ci ha fatto sentire il brano. E’ stata la dimensione artistica della serie ad attirarlo“.

In Italia Sky Atlantic trasmetterà la miniserie a partire dal 13 novembre. Il consiglio è di vederla (o meglio, sentirla) assolutamente in lingua originale, viste le tante lingue parlate nella serie.

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David Bowie

VOTO: 6+

 

Il pomeriggio prosegue poi con i pilot di “Capital“, “Glitch” e “Occupied“.

 

Ivan Zingariello

 

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RFF2015: i resuscitati di “Glitch”, gli spietati immobiliaristi di “Capital” e la Norvegia invasa di “Occupied”

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Al Roma Fiction Fest ricco pomeriggio con ben 3 pilot di nuove serie televisive in concorso: “Capital“, “Glitch” e “Occupied“.

Partiamo con “Capital“. Una strada di Londra è trasformata dalla rapida impennata dei prezzi degli immobili, mese dopo mese. Qui vivono personaggi diversi per nazionalità, razza, ricchezza ed esperienza. Con lo spietato banchiere Roger Yount (Toby Jones) si incrociano storie di amore, perdita, ricchezza e invidia, in una città dove le apparenze ingannano e il denaro non compra la felicità. Nell’episodio pilota gli abitanti della strada, dalle vecchiette fino ai negozianti arabi, ricevono misteriose cartoline con la loro stessa foto e l’inquietante dicitura “Vogliamo ciò che hai“. Adattamento dello sceneggiatore Peter Bowker dell’omonimo romanzo di John Lanchester, “Capital” è uno sguardo sulla moderna Gran Bretagna che a onor del vero non è stato particolarmente entusiasmante.

Capital

Roger Yount (Toby Jones)

VOTO: 5.5


 

Proseguiamo con l’intrigante “Glitch“. A Yoorana, una sperduta cittadina della provincia australiana, improvvisamente tornano in vita sei persone, che escono dalle loro tombe spaesate e sporche. Risorte senza motivo e prive di alcun ricordo della loro vita precedente, sono soccorse dal poliziotto James Hayes (Patrick Brammall) e dalla dottoressa Elishia McKellar (Genevieve O’Reilly), che li portano in ambulatorio ignorando la loro resurrezione, e credendoli invece dei satanisti che si divertono a stare nudi nel cimitero. Dopo essersi ripuliti però, una delle sei persone diventa un volto familiare (con relativo shock) per qualcuno e inizia la ricerca della verità per scoprire cosa gli sia successo, dal momento che sono tutti morti in epoche diverse (vediamo anche come, tramite flashback) e apparentemente non hanno legami tra loro. Questa serie tv è una specie di “Les Revenants” in salsa australiana, decisamente intrigante (anche se meno cupa di quella francese) e che indaga sulle emozioni umane e sul significato dell’esistenza. Fantastica l’amicizia tra il vecchio razzista resuscitato e l’adolescente di origine aborigena.

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James Hayes (Patrick Brammall) e John Doe (Rodger Corser)

VOTO: 7+


 

Concludiamo con lo scandinavo “Occupied“. In un futuro prossimo il governo ambientalista di Jesper Berg (Henrik Mestad) sale al potere in Norvegia e dopo i recenti cataclismi che hanno provocato migliaia di morti, decide di abbandonare i combustibili fossili, cessando l’estrazione del petrolio del Mare del Nord. Questo provoca problemi a tutto il continente, con l’Unione Europea costretta a chiedere aiuto alla Russia, visto che le minacce di sanzioni economiche sono state ignorate dalla Norvegia. Berg viene quindi rapito in elicottero davanti agli occhi dei suoi bodyguard, tra cui Hans Martin (Eldar Skar), ma anche di un giornalista che non intende tacere. Nel frattempo i russi occupano tre piattaforme petrolifere norvegesi nel Mare del Nord e i ministri rimasti orfani di Berg decidono di intervenire, nonostante il potenziale futuro scontro militare con la Russia li vedrebbe certamente soccombere. Berg però ricompare, frastornato ma deciso ad accettare le richieste russe pur di evitare uno spargimento di sangue. Sulla carta questa serie scandinava potrebbe avere spunti interessanti, ma il pilot è un po’ troppo tirato, con forzature forse troppo poco verosimili.

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Hans Martin (Eldar Skar)

VOTO: 5.5


 

Appuntamento a tra poco con il riepilogo della 1a giornata di questo Roma Fiction Fest 2015.

 

Ivan Zingariello

 

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RFF2015: Riepilogo della prima giornata (11 novembre) del Roma Fiction Fest 2015

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Si è conclusa la prima giornata della IX edizione del Roma Fiction Fest, che si svolgerà fino a domenica al Cinema Adriano di Roma.

 

In apertura il bel tv movie di Marco Tullio Giordana “Lea“, biopic su uno dei simboli della lotta alla criminalità organizzata, Lea Garofalo (recensione QUI).

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Il tv movie “Lea” di Marco Tullio Giordana

A seguire, l’attesissima miniserie crime “The last Panthers” che onestamente delude un po’, ma che vanta un cast d’eccezione tra cui Samantha Morton e John Hurt, oltre alla sigla cantata da David Bowie (recensione QUI).

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La locandina di “The last Panthers”

Nel primo pomeriggio s0no stati comunicati dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, i vincitori di “Progetto Zero“, il bando regionale da 400 mila euro per il finanziamento di progetti audiovisivi. Se lo sono aggiudicati 5 ipotesi di fiction, 4 reality, un talk show e un talent show. Sempre nel pomeriggio, dopo la proiezione del primo episodio della 3a stagione di “Lillyhammer“, il protagonista della serie (nonché presidente della Giuria del festival) Steven Van Zandt ha tenuto la sua masterclass con il pubblico.

Roma Fiction Fest 2015 - Masterclass Steven Van Zandt

La masterclass di Steven Van Zandt

A fine pomeriggio ecco un trittico di pilot di nuove serie tv appena sfornate: “Capital“, storie di persone e spietati immobiliaristi intorno ad una via di Londra in fase di trasformazione (così così, recensione QUI), “Glitch” con un paesino australiano in cui sei persone tornano misteriosamente in vita senza motivo apparente (molto intrigante, recensione QUI) e “Occupied” in cui la Norvegia si rifiuta di continuare ad estrarre petrolio dal Mare del Nord e viene invasa dai russi (non tanto convincente, recensione QUI).

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Chiude questa prima giornata la serata di apertura svoltasi all’Auditorium Conciliazione, in cui è stato proiettato anche per il pubblico il film tv “Lea“.

Nel menù di domani tante novità, tra cui “Versailles“, “Trepalium” e “Buddha: King of the kings“, ma anche le retrospettive “Fantastica RAI” e soprattutto quella dedicata a “Sandokan” (con tutto lo storico cast presente, da Kabir Bedi a Philippe Leroy) e la masterclass di Iginio Straffi, il creatore delle Winx. Infine il “Telegatto speciale” e il “Premio Carlo Bixio“.

 

Ivan Zingariello

 

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Il Criticone n.10 – I figli bamboccioni di Abatantuono in “Belli di papà” ed Elio Germano nel tormentato melò “Alaska”

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Belli di papà e Alaska

Decimo appuntamento con la rubrica “Il Criticone“, qui per parlarvi di due film italiani molto diversi, la commedia “Belli di papà” e il melò “Alaska“.

 

BELLI DI PAPA’

Vincenzo (Diego Abatantuono) è un imprenditore milanese che, rimasto vedovo, si ritrova a dover badare a tre figli ventenni: Matteo (Andrea Pisani) che partorisce perennemente progetti assurdi; Chiara (Matilde Gioli) classica snob che pensa solo a vestiti e cose futili; Andrea (Francesco Di Raimondo) che parla solo per citazioni ed ha una passione smodata per le signore over 50. Nessuno dei tre lavora e per Vincenzo, che in passato è stato un padre assente, preferendo il lavoro alla famiglia, rappresentano un vero e proprio cruccio, vivendo una vita agiata al limite dello spreco (tipo i 14 mila euro di estetista di Chiara!), senza nessuna responsabilità, lontani dai doveri e dalla voglia di guadagnarsi la vita. Inoltre Chiara è fidanzata con Loris (Francesco Facchinetti), un viscido individuo che punta solo ai suoi soldi. Vincenzo, che obbliga tutti a chiamarlo “il coglione” (anziché Loris), ovviamente non vede di buon occhio la storia.

Belli di papà

Matteo (A. Pisani), Vincenzo, Andrea (F. Di Raimondo) e Chiara (M. Gioli)

Con l’aiuto del suo socio in affari Giovanni (Antonio Catania), Vincenzo tenta di farli tornare con i piedi per terra, fingendo un infarto e una bancarotta fraudolenta e costringendoli in piena notte a fuggire da Milano su una vecchia Fiat Panda (!) con la quale arrivano fino in Puglia (ovviamente, dove sennò?) per nascondersi. E così il quartetto di pseudo latitanti è costretto a rifugiarsi nella fatiscente casa tarantina lasciata in eredità dal nonno. Per sopravvivere, i tre bamboccioni viziati dovranno crearsi una nuova vita, iniziando con quello che per loro è un’autentica novità: andare a lavorare! E così, chi a caricare rifiuti, chi a servire ai tavoli di un ristorante, chi a vendere porta a porta, il trio di fratelli farà i conti con la dura vita del lavoratore e insieme al padre si “scopriranno” a vicenda come mai avevano fatto prima.

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Giovanni (Antonio Catania) e Vincenzo (Diego Abatantuono) finto infartato

Il film del torinese Guido Chiesa, alla sua prima commedia, è il remake del messicano “Nosotros los nobles” (2013), a sua volta ispirato a “Il grande teschio” (1949) di Luis Buñuel (e tanto di cappello). Comunque il film è molto divertente, soprattutto nella prima parte (ma anche nella seconda, dai), anche grazie alle assurdità proferite dai viziatissimi ragazzi e ad un Abatantuono in forma smagliante come ai bei tempi, che strappa copiose risate ogni volta che commenta le azioni dei propri figli. Bravi i tre giovani attori e in generale tutto il cast, che comprende anche Marco Zingaro, Barbara Tabita, Nicola Nocella, Niccolò Senni, Uccio De Santis e gli youtubers tarantini Nirkiop. Anche il laido arrampicatore sociale Facchinetti risulta antipaticamente simpatico. Ottimo e meritato risultato al botteghino, con oltre 3 milioni di incasso e il 1° posto nella top ten.

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Chiara e il laido fidanzato Loris (Francesco Facchinetti)

VOTO: 7


 

ALASKA

Fausto (Elio Germano) è italiano ma vive a Parigi, lavorando come cameriere in un grande hotel. Nadine (Àstrid Bergès-Frisbey) invece è una giovane ventenne francese, bellissima, ma anche fragile e determinata, che si reca in quello stesso hotel per un provino da modella. Entrambi, soli al mondo e senza radici, si ritrovano sul tetto per una sigaretta e da subito scatta una travolgente passione, con Fausto che porta Nadine a visitare la mega suite da 15.000 € a notte (il solito provolone italiano..). Quando però l’occupante rientra e prende il telefono per avvertire il direttore dell’hotel della presenza dei due intrusi, parte una colluttazione che porta Fausto a perdere il lavoro e soprattutto a finire in carcere per due anni, condannato per lesioni volontarie. Nadine gli promette che sarà lì quando lui uscirà, ma nel frattempo si trasferisce a Milano e si fa una vita. In carcere invece Fausto conduce una vita ordinaria, con i giorni che passano lenti in attesa del “fine pena”. Quando arriva la scarcerazione, con sua grande sorpresa, Fausto trova realmente Nadine, ormai diventata una modella, ad aspettarlo (noi, al massimo troveremmo una vecchia zia). Da quel momento inizierà un lungo tira e molla che li porterà a perdersi, a ritrovarsi, a tentare altre strade ed altre storie, in un turbinio di eventi in cui loro amore sarà più volte messo in dubbio.

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Fausto (Elio Germano) e Nadine (Àstrid Bergès-Frisbey)

Questo melò, come si usava tanti anni fa, o drammone di oltre due ore (forse con mezz’ora in meno sarebbe stato meglio!) diretto da Claudio Cupellini è il classico film che divide critica e pubblico. Per i giornalisti è la solita storia d’amore contorta e prevedibile, con (quasi) tutti i colpi di scena ampiamente anticipati. Per il pubblico invece è un’emozionante epopea sentimentale e come dice Venditti “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“. E il film è tutto così, con i due che si prendono e si lasciano.. una volta per i soldi, una volta per le corna e via discorrendo, divisi tra Parigi e Milano. Volendo fare una media ponderata, direi che il film è da 5,5 / 6. Molto bravi comunque gli attori, su tutti i due protagonisti, per un cast composto anche da Elena Radonicich, Paolo PierobonPino Colizzi e Marco D’Amore. Esordio deboluccio al box office, con un 7° posto e 350 mila euro di incasso nella prima settimana.

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Fausto in versione cameriere

VOTO: 6-


 

Nella prossima puntata de “Il Criticone” parleremo di due bei film, “Gli ultimi saranno ultimi” di Massimiliano Bruno e il remake de “Il segreto dei suoi occhi“.

 

Ivan Zingariello

 

Belli di papà e Alaska

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Tutti i trailer dei film in uscita questa settimana al cinema (12 novembre 2015)

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Trailer

Nuovo appuntamento con la pagina contenente tutti i trailer dei film in uscita questa settimana al cinema, come sempre in ordine alfabetico. Dopo l’exploit al botteghino di “Spectre“, tra i titoli più attesi troviamo la commedia dolceamara “Gli ultimi saranno ultimi” di Massimiliano Bruno e il thriller “Il segreto dei suoi occhi” con Julia Roberts e Nicole Kidman. Non dimenticate ovviamente di dare un’occhiata alle sagaci recensioni de “Il Criticone” e questa settimana abbiamo anche lo Speciale dal Roma Fiction Fest 2015.


 

BY THE SEA

By the sea


 

MATRIMONIO AL SUD

Matrimonio al sud


 

PAN – VIAGGIO SULL’ISOLA CHE NON C’È

Pan


 

PREMONITIONS

Premonitions


 

RAMS – STORIA DI DUE FRATELLI E OTTO PECORE

Rams


 

IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI

Il segreto dei suoi occhi


 

GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI

Gli ultimi saranno


 

Appuntamento alla prossima settimana con i trailer delle nuove uscite, tra cui spiccano “Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II“, ultimo capitolo della saga, la divertentissima commedia “Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini e la dolceamara “Loro chi?” di Edoardo Leo.

 

Ivan Zingariello

 

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Torino. Benvenuto (Lega Nord): ancora presto per fare nomi di possibili candidati a sindaco per centrodestra

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“Dalla manifestazione di Bologna mi sembra sia emerso chiaramente l’intento di avere un centrodestra unito e compatto, non solo contro il governo Renzi, ma anche a livello locale. E questa è sicuramente una delle poche vie sicure per poter arrivare a sconfiggere Fassino e il Pd a Torino”: così Alessandro Benvenuto, consigliere regionale della Lega Nord e segretario provinciale del Carroccio torinese, sulle possibili alleanze in vista delle amministrative del 2016.

“Noi – afferma Benvenuto -, abbiamo già una lista pronta di candidati consiglieri leghisti, che passerà al vaglio sia della segreteria nazionale che del nostro segretario federale Matteo Salvini”.

“In questo momento – conclude il leghista -, più che giocare al toto-sindaco, è necessario mettere in evidenza tutti gli errori dell’amministrazione Fassino e tenere a mente che soltanto con un centrodestra coeso si potrà riuscire nell’impresa storica di spodestare la sinistra torinese”.

Giorgia Rapello

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I Personaggi di Mondospettacolo: “Claudio Insegno”

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(KIKA) - ROMA - Luca Ward hanno presentato a Roma il film Una Notte agli Studios 3D. Regista e interprete della pellicola ambientata a Cinecittà, Claudio Insegno, che ha diretto il cast composto dal fratello Pino Insegno, Giorgia Wurth, Enrico Silvestrin, Sandra Milo oltre al popolare doppiatore. Una notte agli Studios è un fantasy e ha tratto ispirazione dalla famosa commedia Una notte al Museo, in cui il ruolo di protagonista è stato ricoperto da Ben Stiller. Nel film due comparse di Cinecittà accettano controvoglia di partecipare a un provino, ritrovandosi catapultati in un'avventura che li porterà a ripercorrere la storia del cinema italiano per salvare, appunto, gli Studios da un uomo che ne vorrebbe fare un parco divertimenti.

Cari amici di Mondo Spettacolo oggi la vostra Erika Kamese vi presenterà un artista a tutto tondo, il versatile Claudio Insegno.

Prima di partire con l’intervista è però doverosa una brevissima descrizione di Claudio!

Claudio Insegno: Attore, Regista, Doppiatore. Fondatore della scuola di recitazione “Corrado Pani”. Storica voce di Julius Hibbert nel cartone animato “I Simpson”

Claudio, tu hai un bagaglio artistico variegato: iniziando dal lavoro dell’attore. Come è iniziato questo tuo “amore” per la recitazione?

E’ iniziato all’età di 14 anni, quando si è aperto il sipario per la prima volta davanti ai miei occhi. Mi sono ritrovato davanti a 800 persone, le gambe mi tremavano, non avevo più saliva, ma avevo l’adrenalina che mi invadeva il corpo e una voglia di far divertire il pubblico. Lì ho capito che quello era il mio mestiere.

Sei un regista affermato, ed un artista poliedrico, come vedi questa tua straordinaria capacità in un paese come l’Italia?

La vedevo sicuramente difficile… parlo al passato perché ormai il pubblico si è abituato all’artista ‘tutto fare’, invece tempo fa era visto male. Tutti dicevano che un regista non poteva anche fare l’attore o viceversa. Quindi, all’inizio è stata dura. Si può dire che in Italia stiamo sempre un po’ in ritardo. Però, io mi sono fatto valere ed accettare così come ero in un momento in cui l’Italia mi stava un po’ stretta.

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Di recente è stato presentato il tuo nuovo film “Effetti Indesiderati”, una trama frizzante e coinvolgente con bravi artisti tra i quali: Biagio Izzo, Francesco Procopio, Massimiliano Gallo. Come nasce l’idea di fare questo film?

E’ nata al produttore Salvatore Scarico, che poi a sua volta mi ha incaricato di rendere il film un po’ più comico. E soprattutto nasce dalla voglia di sensibilizzare tutti nei confronti del problema della ‘terra dei fuochi’. Alla fine, insieme ad altri due sceneggiatori abbiamo scritto una buona e divertente sceneggiatura che aiuta a far capire la situazione dell’alto Casertano al pubblico facendolo ridere!

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Come hai scelto il Cast?

Devo dire che il cast si è quasi ‘scelto da solo’! Voglio dire che siamo tutti compagni di lavoro da tempo e soprattutto molto amici. Quindi, il desiderio di lavorare insieme è avvenuto spontaneo da parte di tutti. E così, ci siamo ritrovati a parlarne insieme e a desiderare di farne parte.

Parliamo del tuo passato; che ricordo hai della tua esperienza professionale a “Doppia Coppia” con Pippo Baudo?

Pippo Baudo è la televisione italiana e per me è stato una vera e propria guida! Mi ha dato molte possibilità di lavoro in tempi in cui la televisione italiana funzionava ancora molto bene. E mi ha fatto capire quanto fosse difficile quel mestiere. Nel tempo, poi ho deciso di non volermi prodigare più per far parte di quell’ambiente. Sentivo di non avere nessuna affinità con la tv. Ma ricorderò per sempre i suoi insegnamenti.

Sei anche un doppiatore; da diversi anni dai la tua voce al Dott. Julius Hibbert nel cartone animato I Simpson. Che emozione provi ascoltando la tua voce ogni giorno sul piccolo schermo?

Non amo riascoltarmi, come non amo rivedermi. Questo accade un po’ a tutti gli attori. Siamo egocentrici, ma abbiamo paura dei nostri difetti. Quindi, quando mi ascolto o mi guardo non riesco mai a trovare le cose positive.

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Attore, regista, doppiatore, insegnante…. Hai una carica energetica pazzesca. Che cosa ti piace fare di più, o meglio quale tra questi ruoli ti regala maggiori emozioni e soddisfazioni?

Mi piace fare un po’ tutto. Ma prediligo stare in scena in un mio spettacolo. Quindi, provo un grande piacere dirigere e creare uno spettacolo, ma amo il pubblico e amo le loro reazioni, positive o negative che siano. Stare in scena mi fa stare bene. Non potrei mai farne a meno.

Lo spettacolo in Italia nel 2015, quanto e come è cambiato rispetto al passato e secondo te quali sono le cause?

Di solito si da la colpa alla tv. Ma secondo me è avvenuto un cambiamento per colpa del progresso. Ormai abbiamo tutto molto facilmente e consumiamo tutto in pochissimo tempo. Quindi, tutto quello che riuscivamo a goderci nel tempo, ora dobbiamo imparare a sfruttarlo in quei pochi giorni che abbiamo a disposizione e poi andare avanti. Cambiare. Insomma, ora si cambia tutto molto più facilmente e in fretta. Si cambiano gli attori, i cantanti, i film diventano vecchi dopo 1 mese, tutti possono incidere un cd e cantare, tutti appaiono in tv e tutti possono fare tutto. Questo ci porterà a una ‘sovrappopolazione artistica’ che lentamente distruggerà sempre di più il nostro mestiere.

A tuo parere, noi attori, giovani volti nuovi, siamo poco valorizzati da uno star system ormai tendenzialmente abituale che sceglie spesso gli stessi interpreti?

Diciamo di sì… ma proprio per quello che ho detto prima, c’è una scelta troppo vasta e per non rischiare di sbagliare lo star system sceglie sempre le stesse persone.

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Un consiglio per chi vuole intraprendere la carriera di attrice/attore?

Studiate quanto più potete. Anche a casa. Davanti a un pc, al cinema, a teatro. Incamerate quante più nozioni potete incamerare. Cercate di ‘rubare’ dai grandi artisti. Fate una buona accademia, che non sia frequentata solo da insegnanti famosi, ma da insegnanti che lavorano!

Ci sveli il tuo prossimo progetto nel cassetto?

In qualità di regista e attore farò uno spettacolo con una produzione di Torino che si intitola IL MILIONE. Una farsa molto divertente tratta da un film del 1920 di Rene Claire. A Marzo invece inizio le prove come regista della versione italiana del musical JERSEY BOYS.

Grazie Claudio per averci regalato il tuo prezioso tempo per questa intervista, in bocca al lupo per il tuo film che ho visto e che mi è piaciuto tantissimo e per i tuoi progetti futuri.

Erika Kamese

 

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“Grande Fratello 2015”: Intervista a Peppe Tuccillo

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Da quando sono comparsi, i reality show ci hanno conquistati. Primo fra tutti ad essere introdotto in Italia nel 2000 è il “Grande Fratello”, un format televisivo amato ed utilizzato in molti paesi del mondo. In seguito abbiamo visto nascere : “L’isola dei famosi”,”Pechino Express”,”Master Chef Italia”,”Hell’s Kitchen Italia”,”Amici di Maria de Filippi”,”La pupa ed il secchione”,”La fattoria”,”Reality Circus”,”Temptation Island”; ma anche docu-reality che mettono in evidenza situazioni di fragilità quotidiane della gente comune, come: “Boss in incognito”,”Cucine da incubo” ed “Extreme Makeover: Home Edition Italia”. Lo spettacolo della realtà, che viene vissuto dai protagonisti/concorrenti, soggetti perlopiù a nomination ad eliminazione, è un insieme di situazioni drammatiche ed umoristiche non suggerite da un copione, che crea sì, grande successo nel pubblico, ma anche forti critiche, basate sulla convinzione che i reality mostrino una realtà a volte distante da quella di tutti i giorni.
Amati od odiati che siano, i reality vengono seguiti moltissimo e compaiono di anno in anno, primo fra tutti il “Grande Fratello”, giunto alla sua quattordicesima edizione.
Parliamone in questa sede con un concorrente speciale per scoprire qualche dettaglio in più sulla sua breve ed intensa esperienza. Il nostro ospite è Peppe Tuccillo.

Ciao Peppe, benvenuto! La nostra intervista sarà molto personalizzata e legata all’istintività, che coglieremo principalmente dalle parole scritte. Anche se il pubblico ti riconosce certamente, ripetiamo che il silenzio ti caratterizza, rendendoti un ex-concorrente del Grande Fratello unico e particolare.

Pensi che la tua particolarità di non udire possa aver in qualche modo influenzato l’eliminazione dal “Grande Fratello”?

No, la mia sordità non é la vera causa della mia eliminazione dal grande fratello.

Come hai scelto di vivere l’esperienza di un reality?

Grazie a mio fratello Luigi, anche se avevo già fatto un altro provino per lo stesso reality tanti anni fa.

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Secondo te, quale fascino ha il “Grande Fratello”?

Parlare liberamente davanti a tutti senza vincoli. Il pubblico mi affascina molto.

La tua grande passione è la fotografia e solitamente sei tu ad immortalare istanti; come hai vissuto invece, il fatto di essere costantemente ripreso dalle telecamere?

Da piccolo ho sempre sognato d’essere ripreso dalle telecamere per raccontare e spiegare le mie emozioni al pubblico, che non e’ molto facile.

Il tuo amore per la macchina fotografica mi suggerisce che la vista sia il senso attraverso il quale il tuo contatto con la vita sia speciale; quando il tuo modo di osservare diventa arte?

Quando riesco a sentire il contatto con le persone che sono davanti a me e quando riesco ad entrare nella loro storia, cogliendone gli aspetti, che e’ sempre un’arte da fotografare.

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Tu sei il quarto di ben nove fratelli, ma rispetto agl’altri, con Luigi sembri avere un legame più importante; qual’ è il segreto del vostro rapporto?

Ho un legame molto forte con tutti i miei fratelli. I nostri segreti sono la fiducia e la forza.

Oltre a Luigi, ti ricordi positivamente di qualcun’altro dei concorrenti del “Grande Fratello”?

Ho tanti ricordi positivi di tutti i concorrenti, tranne quelli legati a Simone e Rebecca.

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Credi che la permanenza nella casa sia strettamente legata alle tattiche di gioco di ciascun partecipante? I rapporti sono sinceri?

Io ero sincero con tutti. Per me i rapporti lí dentro sono sinceri, ma forse per gli altri concorrenti no.

Per quanto riguarda i personaggi pubblici del programma: quali sono state le tue impressioni e come è stata la tua esperienza con la conduttrice Alessia Marcuzzi e l’ospite del programma Cristiano Malgioglio?

È stata molto bella e positiva quest’esperienza per aver legato in maniera affettuosa con la conduttrice Alessia Marcuzzi, che e’ stata davvero carina e semplice con me. Non ho avuto tempo per conoscere meglio Cristiano Malgioglio, che mi sembra una persona molto sensibile.

Certamente fai il tifo per tuo fratello Luigi Tuccillo, ma prevedi già un possibile vincitore?

Forse Federica, che ha un pubblico molto forte, e Rebecca, che ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia.

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In seguito alla tua permanenza nella casa, ti sentiresti di consigliare l’esperienza del “Grande Fratello”?

Si assolutamente, ci tornerei di nuovo. Ci vuole un carattere molto forte per partecipare.

Che rapporto hai con la popolarità?

Io amo il pubblico ed amo essere conosciuto da tutti. Perché no?!

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Qual’ è l’aspettativa che hai in seguito a questo tipo di vissuto, o che cosa speri?

Spero di partecipare ad altri reality perché vorrei trasmettere altre emozioni che fanno parte di me ed altri aspetti personali, che nel Grande Fratello non ho potuto per il poco tempo che ho avuto a disposizione.

Ho sentito dire che sei un grande seduttore e che apprezzi molto la bellezza femminile; che cosa in particolare ti colpisce di una donna?

Certo che apprezzo molto la bellezza femminile, sopratutto gli occhi ed il sorriso. Una donna mi può colpire con l’atteggiamento molto femminile.

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Quanto di seducente c’è nella tua arte fotografica? Come la definisci?

Quando ho la macchina fotografica in mano vedo un’arte molto particolare che viene dal mio corpo ed e’ difficile spiegare. E’ come bere un bicchiere di vino o come baciare una donna.

Non possiamo negare di aver scoperto in Peppe Tuccillo un carattere sensibile e determinato, che nella casa è uscito solo in parte, ma che si sta evidenziando anche nella figura di personaggio fuori dal reality, rendendolo amato e seguito sui social dal grande pubblico. Certamente ne sentiremo parlare ancora a lungo!

Romana Adrović.

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A Torino “De Niro” ricorda la vergogna sabauda dell’immigrazione

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Gramsci plagiato dal materialismo storico scrive della mancata riforma agraria nell’Italia risorgimentale. In realtà dopo il 1861 con il servizio militare obbligatorio per 5 anni il re sabaudo vuole solo un esercito e numerosa carne da cannone per le future imprese coloniali del regno.
Giustamente un giovane molisano di Ferrazzano nel 1890 approda in America. Si chiama Giovanni De Niro e sbarca a Ellis Island, il principale punto d’ingresso per i migranti che sbarcavano negli Stati Uniti
Oggi il suo nipote più famoso nel mondo interpreta sè stesso nel corto ELLIS.
Nel 2014 l’artista francese JR chiede di visitare l’ospedale dell’immigrazione di Ellis Island, dove venivano curati gli emigranti malati, con l’idea di lavorare sui muri dell’edificio, abbandonato dal 1954. La sua richiesta viene accolta e per l’installazione fotografica “Unframed – Ellis Island” JR sceglie venti foto d’archivio di pazienti e medici facendone dei murales. Fra i tanti migranti che sbarcarono, trova anche i nonni di Robert De Niro. Quest’ultimo partecipa con grande entusiasmo al progetto relativo all’installazione fotografica dalla quale poi nasce l’idea del cortometraggio ELLIS, scritto da Eric Roth (vincitore dell’Oscar alla sceneggiatura per Forrest Gump) e diretto da JR. L’obiettivo del cortometraggio è quello di sensibilizzare il pubblico al problema dell’immigrazione attraverso l’arte (poster, street art, video e fotografia), distribuendo gratuitamente copia del video registrato a chiunque lo richiede.
Il cortometraggio “ELLIS” di JR sarà proiettato a Torino venerdì 20 novembre 2015 presso il cortile creativo Parma52 e sabato 21 novembre 2015 al CineTeatro Baretti.

Giovanni Spada

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RFF2015: i 40 anni di “Sandokan”, reunion con Kabir Bedi, Carol André, Oliver Onions, Andrea Giordana e Stefano Sollima

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Grande reunion oggi al Roma Fiction Fest. A 40 anni dalla prima messa in onda (6 gennaio 1976) è il giorno di “Sandokan“, la storica miniserie RAI diretta dal compianto Sergio Sollima e tratta dai romanzi di Salgari. E per festeggiare la ricorrenza, in tanti sono stati invitati al Cinema Adriano, dove c’è stata la proiezione della prima puntata ed un incontro con il pubblico.

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L’incontro di oggi con il pubblico

Ovviamente l’ospite più atteso non poteva che essere lui, Kabir Bedi. L’attore pakistano, che il 16 gennaio compirà 70 anni, è diventato un’autentica icona della nostra televisione e il suo volte è indissolubilmente legato al personaggio di Sandokan, grazie al quale ha avuto un successo di portata internazionale, tanto da essere chiamato a recitare anche in un film di 007, “Octopussy” nel 1983. E come lui stesso ha ammesso, senza Sandokan sarebbe magari diventato una star, ma solo a livello indiano. Lo stesso Bedi ha portato un breve documentario da lui prodotto in cui racconta il suo Sandokan, mentre per il Fiction Fest ha presentato la serie tv “Buddha: King of Kings” di cui è protagonista.

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Kabir Bedi (foto Ivan Zingariello)

Accanto a lui ecco la rediviva Carole André, alias Lady Marianna, la “Perla di Labuan” della serie. A 60 anni suonati si presenta in splendida forma, tiratissima ma anche schiva. Non a caso da oltre 20 anni ha abbandonato le scene (eccezion fatta per una breve apparizione nel 2007, in “Un medico in famiglia 5“) e si dedica al nuoto agonistico, di cui è campionessa italiana senior. Di quei giorni ricorda quanto fossero emozionanti per una ventenne tutti quei viaggi in quei meravigliosi luoghi, lontani dalla civiltà e in cui per fare una telefonata bisognava prenotarla 3 giorni prima (!).

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Carol André (foto Ivan Zingariello)

A chiudere il reparto recitazione c’è anche Andrea Giordana, ex Sir William Fitzgerald. Nella serie era lui l’antagonista di Sandokan, anche nel contendersi il cuore della Perla. Anche lui arrivato alla soglia dei 70, dopo tanti anni di cinema e televisione, si dedica quasi esclusivamente al teatro, con qualche capatina nelle fiction. Assente invece l’85enne Philippe Leroy (Yanez) che in mattinata ha comunicato la sua rinuncia a causa di un infortunio. Presente invece in sala il 78enne Sal Borgese, che entrò nella serie successivamente, interpretando Kammamuri.

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Sal Borgese (foto Ivan Zingariello)

Non potevano mancare i mitici Oliver Onions, vale a dire Guido e Maurizio De Angelis che, con la loro colonna sonora e la famosa sigla di “Sandokan“, hanno contribuito notevolmente al successo della serie. Infatti il disco ha venduto 1 milione di copie (cifra inimmaginabile al giorno d’oggi), e la sigla con quel coro iniziale “Sandoka-an Sandoka-an” fu studiata appositamente per richiamare l’attenzione anche dello spettatore più distratto. Ma raccontano anche che allo storico produttore Goffredo Lombardo, patron della Titanus, la sigla non piacque affatto e si convinse che la serie sarebbe stata per questo un insuccesso, togliendo il saluto ai De Angelis. Per mesi non si parlarono, fino a quando ad un buffet Lombardo si avvicinò a Guido e dandogli un’amichevole spallata gli disse “e vabbè, c’avevate ragione voi“.

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Guido De Angelis e Andrea Giordana (foto Ivan Zingariello)

Presenti all’incontro anche il costumista Fabrizio Caracciolo, i figli di Adolfo Celi (Sir James Brooke, il rajah di Sarawak) che hanno presentato un breve documentario su Sandokan (con gli interventi di Sergio Sollima, Tullio Kezich, Kabir Bedi e Andrea Giordana) ricco di riprese amatoriali girate direttamente da papà Adolfo. Ultimo, ma non certo per importanza, Stefano Sollima, figlio di Sergio e regista della serie di “Gomorra” e di “Suburra“, che ha ricordato come per lui fosse un immenso gioco trovarsi da bambino in Malesia, in mezzo a soldati e combattimenti.

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A. Giordana, C. André, K. Bedi, Stefano Sollima e Leonardo Celi (foto Ivan Zingariello)

In conclusione, una grande reunion per una grande serie entrata nel cuore degli spettatori e dell’immaginario collettivo, che ci ha fatto vivere l’emozione di ritrovarsi idealmente in quelle terre esotiche e misteriose accanto alla “Tigre di Mompracem”.

 

Ivan Zingariello

 

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Kabir Bedi assalito dalle troupes

 

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RFF2015: Il giovane Re Sole in “Versailles”, con intrighi e amori a palazzo

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In questa giornata del Roma Fiction Fest dedicata a Sandokan, è stata presentata l’intrigante serie francese “Versailles“, che già dal titolo lascia intuire l’argomento trattato.

Siamo nel 1667 e il Regno di Francia è governato dal 28enne Re Luigi XIV (George Blagden), finalmente da solo al comando dopo la morte dell’influente Cardinale Mazzarino. Memore della rivolta della “Fronda”, quando i nobili si ribellarono alla monarchia, vissuta da ragazzino e non volendo vivere nella sporca e rumorosa Parigi, decide di decentrare la sua residenza e luogo del potere, facendo trasformare l’allora padiglione di caccia nel palazzo più bello d’Europa: la reggia di Versailles. La corte è contraria, considerando quel luogo lontano dai centri di interesse, ma Re Luigi è deciso a portare a termine il suo progetto, pretendendo addirittura la costruzione di un enorme lago artificiale.

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Louise De La Valliere (Sarah Winter) e Re Luigi XIV (George Blagden)

Accanto a lui c’è la moglie, la regina Maria Teresa (Elisa Lasowski), nuovamente incinta dopo le morti premature dei precedenti figli e il fratello minore Filippo (Alexander Vlahos) detto Monsieur, omosessuale ed effeminato, ma ugualmente sposato, ed unico a conoscere fino in fondo la psicologia del fratello re. Tra amori ed intrighi di palazzo, inizia la definitiva ascesa del “Re Sole” e della sua fastosa reggia. Gran colpo di scena alla fine del primo episodio.

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Monsieur (Alexander Vlahos) e Re Luigi XIV

Questa prima puntata della serie creata da Simon Mirren David Wolstencroft ci presenta i vari personaggi, facendoci scoprire un lato inedito del giovane monarca francese e della sua corte. Intrigante e ben girata, con ottime ricostruzioni (anche della Versailles primordiale) e diverse scene hot (anche gaye), ha però un gran difetto: la produzione è francese, si chiama “Versailles“, gli attori sono francesi.. ma recitano in inglese (per ovvi motivi di vendita internazionale), e questo fa perdere sicuramente qualcosa all’insieme, nonostante la bravura degli interpreti. In ogni caso la voglia di vedere la 2a puntata è tanta. Definiamola la cugina francese della serie “I Tudors“, trasmessa da Canal Plus.

Il protagonista Gerge Blagden, presente al Roma Fiction Fest

VOTO: 7+

 

A seguire, un’altra serie francese “10% Call me agent!” e la norvegese “Acquitted“.

 

Ivan Zingariello

 

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RFF2015: Gli agenti delle star di “10% Call me agent!” e il ritorno al passato in “Acquitted”

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Nella giornata dedicata a Sandokan, non dimentichiamo di certo le nuove serie presentate al Roma Fiction Fest. Ne abbiamo viste altre due: la simpatica “10% Call me agent!” e la drammatica “Acquitted“.

 

Iniziamo con la miniserie francese, “10% Call me agent!” (Dix pour cent), prodotta e trasmessa da France 2.

La giovane e ingenua Camille Valentini (Fanny Sidney) viene assunta come assistente nell’agenzia di spettacolo ASK. Vi lavorano i talent agents Mathias Barneville (Thibault de Montalembert), Gabriel Sarda (Grégory Montel), Arlette Azemar (Liliane Rovère) e Andréa Martel (Camille Cottin), costantemente alla ricerca di nuovi contratti per gli attori che rappresentano. Per loro la realtà è spesso più tragicomica della finzione, e Camille ci introduce nella vita dell’agenzia, dietro le quinte dello spietato mondo delle celebrità. A complicare le cose c’è anche il fatto che Camille, assunta da Andréa (che subito le chiede di spiare i lavori dei colleghi), sia figlia illegittima di Mathias. In questa prima puntata c’è la storia dell’attrice Cécile de France (che interpreta se stessa) alla quale viene proposto un ruolo nel prossimo film di Quentin Tarantino, ma che poi viene scartata per motivi di età. Il problema è come dirglielo.. Inoltre arriva dal Brasile la notizia della morte del capo dell’agenzia, con il gruppo di agenti che dovrà essere compatto per restare a galla.

Gabriel Sarda (Gregory Montel), Andréa Martel (Camille Cottin), Mathias Barneville (Thibault De Montalembert) e Arlette Azemar  (Liliane Rovere)

Simpatica questa miniserie francese che in ognuno dei sei episodi vanta la partecipazione di una famosa attrice d’oltralpe nei panni di se stessa (ad esempio, nella 2a puntata ci sarà Françoise Fabian). Divertente ma anche drammatica, ha un gran dinamismo nell’azione, vista anche la frenetica vita all’interno dell’agenzia.

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Cécile de France, special guest della 1a puntata

VOTO: 6.5


 

Concludiamo con la serie norvegese “Acquitted” (Frikjent), un enorme successo di pubblico in patria.

Aksel Borgen (Nicolai Cleve Broch), un affermato dirigente d’azienda che vive e lavora in Asia, torna nella sua cittadina natale, nella Norvegia rurale, chiamato perché la principale impresa energetica del luogo sta per andare in bancarotta. Aksel però da quel posto se n’era dovuto andare vent’anni prima, perché accusato dell’omicidio della sua fidanzatina e, nonostante fosse stato assolto in tribunale, gli sguardi accusatori non gli permettevano di vivere serenamente. Ora ha il dubbio se far acquistare l’impresa energetica dalla propria società, salvando dal fallimento il paese che gli aveva voltato le spalle. Ovviamente non tutti prendono bene il ritorno di Aksel, e questo lui  lo sa..

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Aksel Borgen (Nicolai Cleve Broch)

Dal primo episodio (forse un po’ lento, come tutte le serie scandinave, del resto), questa storia di rimorso, vendetta e speranza di riconciliazione deve ancora prendere una direzione ben precisa. Lo spunto non è male, aspettiamo di vedere come sarà sviluppato. In ogni caso questa serie in 10 puntate in patria ha spopolato ottenendo, per la 1a puntata, uno share di quasi il 40%. Se il buongiorno si vede dal mattino…

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Il cast della serie norvegese

VOTO: 6+


 

Appuntamento a tra poco con il riepilogo della 2a giornata di questo Roma Fiction Fest 2015.

 

Ivan Zingariello

 

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RFF2015: Riepilogo della seconda giornata (12 novembre) del Roma Fiction Fest 2015

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Si è conclusa la seconda giornata del Roma Fiction Fest, che si svolgerà fino a domenica al Cinema Adriano di Roma e che ha avuto il suo culmine odierno nella reunion di “Sandokan“.

 

In mattinata presentata l’intrigante serie francese “Versailles“, in cui il giovane Re Sole Luigi XIV decide di costruire il più bel palazzo d’Europa per farne la propria dimora, tra giochi di potere e amori di ogni tipo (recensione QUI).

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La serie francese “Versailles”

Oltre alla retrospettiva “Fantastica RAI“, con la proiezione dei film tv della serie “Il fascino dell’insolito” di inizio anni ’80, presentate anche l’altra serie francese, di genere fanta-sociale “Trepalium” e l’indiana “Buddha: King of Kings” interpretata da Kabir Bedi.

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Il cast di “Buddha: King of Kings”

E proprio Kabir Bedi, insieme ad un nutrito gruppo di ospiti tra cui gli Oliver Onions e Stefano Sollima, è stato protagonista nel pomeriggio della reunion per i 40 anni dell’indimenticabile serie “Sandokan” di Sergio Sollima (resoconto QUI). Proiezione della 1a puntata ed incontro con il pubblico, tra aneddoti, filmati e documenti inediti. In contemporanea, per il pubblico più giovane, la masterclass con Iginio Straffi, il creatore delle Winx.

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La reunion di “Sandokan”

In serata ci sono state anche le premiazioni del Telegatto Speciale e del Carlo Bixio Award, e a seguire la simpatica serie francese “10% Call me agent!” (recensione QUI), incentrata su una frenetica agenzia di spettacolo che rappresenta le star del cinema e della tv. Infine presentata la serie norvegese, enorme successo in patria, “Acquitted” (recensione QUI), storia di un uomo che torna nel suo paesino 20 anni dopo essere stato accusato (e poi assolto) dell’omicidio della fidanzata.

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Domani, 13 novembre, il clou sarà l’incontro tra il pubblico e il regista Jason Reitman, che presenterà in anteprima i primi due episodi della serie “Casual“, da lui prodotta e diretta. In Concorso ci saranno “Trapped” di Baltazar Kormàkur, regista di “Everest” e poi “Glue” di Jack Thorne. E ancora “Deutschland 83“, ambientata nella Germania divisa e “Mr. Robot“, una delle sorprese dell’ultima stagione televisiva americana. Infine sarà presentato in anteprima il trailer di 15 minuti della serie “Il sistema” alla presenza del cast e l’evento “Croce Rossa“.

 

Ivan Zingariello

 

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Italia 2015: da Sel al Pd passando per i 5 stelle la parola d’ordine e’“tolleranza verso tutti tranne che verso i cristiani”

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Piaccia o non piaccia, il Cristianesimo fa parte della nostra cultura millenaria, anche se ormai a difenderlo realmente rimane solo la chiesa ortodossa e la Russia di Putin. In Italia Salvini/Meloni a parte, l’alleanza del cattocomunismo e della nuova cultura islamica radical chic, tanto cara ai nostri governanti, sta via via trasformando la nostra società e la nostra cultura! Forse sarebbe il caso di riflettere….. forse sarebbe il caso di pensare che è venuto il momento di cambiare rotta! In nome di un buonismo senza se e senza ma e in nome di una tolleranza nei confronti di chiunque tranne che degli italiani, (e magari pure Cristiani) i movimenti politici che vanno da Sel al Pd passando pure per i 5 stelle, stanno realizzando un vero e proprio piano di sradicamento culturale da tutto ciò che era considerato tradizionale, ovviamente anche attraverso un processo, che prevede una vera e propria Cristianofobia. Il caso del Crocifisso immerso nell’urina patrocinato dal PD la dice lunga, come la dice lunga il caso delle continue attenzioni atte non turbare i bambini islamici !E allora in conclusione mi domando: ma perché sta accadendo tutto questo? E che ruolo ha la Chiesa Cattolica che ormai è quotidianamente colpita da scandali di vario tipo! Se vinceremo noi o vinceranno gli altri dipende dalle nostre azioni. Ma sopratutto dipende dalle scelte che faremo quando saremo nuovamente chiamati alle urne.

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Voglio chiudere con questa mia immagine, nella quale rappresento un Sergente Templare che indica una strada! Meditate gente meditate!

Alessandro Cunsolo

Fonti: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cristo-nellurina-lopera-scandalo-finanziata-regione-toscana-1193908.html

http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2015/11/12/MOSTRA-D-ARTE-RELIGIOSA-Crocifisso-di-Chagall-la-scuola-vieta-la-visita-agli-studenti/655038/

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RFF2015: Richard Madden de “Il trono di spade” incontra il pubblico domani

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L’attore scozzese Richard Madden – reso celebre dalla sua interpretazione di Robb Stark nell’acclamata serie tv Il Trono di Spade, per il quale ha ottenuto una nomination ai Sag Awards – sarà al Roma Fiction Fest per presentare al pubblico la nuova serie da lui interpretata, Medici – Masters of Florence, che racconta l’ascesa della famiglia Medici sullo sfondo del Rinascimento italiano.

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Richard Madden / Robb Stark

L’incontro aperto al pubblico si terrà sabato 14 alle ore 17 presso la Sala 4 del Cinema Adriano e vedrà protagonisti, a fianco del celebre Robb Stark de Il Trono di Spade, il creatore e produttore esecutivo di Medici. Masters of FlorenceFrank Spotnitz (già produttore di una tra le più longeve e seguite serie tv di sempre, X-Files), affiancato dai produttori della serie Luca e Matilde Bernabei, ed Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction. Madden sarà anche protagonista del red carpet che si terrà al Cinema Adriano alle ore 16.30.

Frank Spotnitz

Frank Spotnitz

Nella nuova serie, Richard Madden sarà Cosimo De’ Medici, figlio di Giovanni, interpretato dal premio Oscar® Dustin Hoffman. La serie rielabora la storia dell’ascesa dei Medici da semplici mercanti a potenti banchieri che accesero la scintilla di una rivoluzione economica e culturale, creandosi nel contempo una lunga lista di potenti nemici. Le riprese sono iniziate in Italia, per la prima volta nei siti storici che furono il vero teatro di molti degli eventi narrati, tra cui Palazzo Vecchio, la Basilica di San Lorenzo e il Duomo di Firenze. Il regista Sergio Mimica-Gezzan (Under the Dome, The Pillars of the Earth – I pilastri della Terra, Battlestar Galactica e The Bridge) dirigerà tutti gli episodi.

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Richard Madden

La serie televisiva in otto puntate, prodotta da Lux Vide e Big Light Productions, realizzata in collaborazione con Rai Fiction e distribuita da Wild Bunch TV, sarà trasmessa in Italia dalla RAI.

 

Ivan Zingariello

 

Roma Fiction Fest LOGO 1

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Cordoglio di Putin per gli attentati di Parigi

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Vladimir Putin ha espresso profondo cordoglio all’intero popolo francese per la sconvolgente serie di attacchi terroristici avvenuti ieri sera a Parigi.

Nel telegramma inviato stamane dal Presidente russo a Hollande si legge:

“Questa tragedia è l’ennesima testimonianza della natura barbara del terrorismo, il quale lancia una sfida alla civiltà umana. È evidente che per combattere efficacemente questo male serve una reale unione delle forze dell’intera comunità internazionale.”

“Vorrei confermare la disponibilità della Russia alla più stretta cooperazione con i partner francesi nell’indagine sugli atti terroristici compiuti a Parigi. Spero che committenti ed esecutori ricevano la giusta punizione” – aggiunge Putin nella lettera.

Il Presidente russo conclude esprimendo la propria vicinanza a parenti e amici delle vittime e augurando presta guarigione a tutti coloro che hanno sofferto in questa tragica vicenda.

Fonte: http://kremlin.ru/events/president/news/50687

 

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Marine Le Pen: chi sono i nemici della Francia?

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MARINE LE PEN: CHI SONO I NEMICI DELLA FRANCIA.. DAL GIORNALE INGLESE GUARDIAN : VIA GLI ISLAMISTI DALLA FRANCIA ! CHIUDIAMO LE MOSCHEE ESTREMISTE. TOGLIAMO LA CITTADINANZA A CHI NON LA MERITA .. France must determine who its friends are and who its enemies are. France’s enemies are those who maintain links with Islamism. Once and for all, France must recapture control of its borders.
Islamist fundamentalism must be destroyed, radical mosques must be closed and radicals clerics must be expelled. French terrorists must be stripped of their citizenship and banned from this country.

Fonte: The Guardian

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Polonia: dopo gli attentati di Parigi non prenderemo più richiedenti asilo dagli altri paesi europei !

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DAL GIORNALE INGLESE GUARDIAN.. Poland has announced it will no longer take refugees via an EU programme, in a deeply controversial statement that linked the crisis to the killings in Paris.
“The European council’s decisions, which we criticised, on the relocation of refugees and immigrants to all EU countries are part of European law,” European affairs minister Konrad Szymanski wrote on the right-leaning website wPolityce.pl.
“After the tragic events of Paris we do not see the political possibility of respecting them,” he said

Fonte: The Guardian

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