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ANDREA BIZZARRI CI RACCONTA LA SUA: “CLONAZIONE DA TIFFANY”

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Da domani 3 Novembre sarà in scena a Roma la divertentissima commedia “CLONAZIONE DA TIFFANY”

Abbiamo incontrato Andrea Bizzarri uno dei protagonisti della commedia.

Ciao Andrea, come stai? Sei pronto per essere clonato?

Ciao Alex, e bentrovati a tutti i lettori di Mondospettacolo! Pronto per essere clonato? Direi proprio di sì! Ho già incontrato il dottor Tiffany, abbiamo messo a punto gli ultimi dettagli e a partire dal 3 novembre verrò clonato ben ventuno volte. Sono proprio elettrizzato, per rimanere in tema.

Locandina CLONAZIONE da TIFFANY

Insieme a Federica Quaglieri e Teresa Federico, sei una new entry nella compagnia diretta da Vanessa Gasbarri, come nasce la tua partecipazione allo spettacolo?

Di Vanessa ho visto praticamente tutti gli spettacoli. Ricordo che alla fine di una replica de La Spallata a cui avevo assistito, in tempi in cui ancora non si prospettava una collaborazione lavorativa, le mandai un messaggio privato scrivendo che sarebbe stato un vero piacere essere diretto con quel tocco. Questa estate è capitata l’occasione di fare un provino per una sua nuova produzione, e ne è uscita la mia partecipazione a Clonazione da Tiffany. Oggi, a prove quasi concluse, posso confermare ciò che scrissi.

Parlami della tua parte.

Guglielmo, sui trent’anni, garzone del minimarket di famiglia “Persichetti e figlio”, amante dei balli latinoamericani e delle belle donne; invadente e sfacciato, è un personaggio che mi piace moltissimo. La battuta sempre pronta, detta con quell’ironia tipica romanesca, e un elenco fornitissimo di proverbi e aforismi rivisti e (s)corretti.

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Che cosa ti aspetti da questo spettacolo?

Da questo spettacolo posso dire di aver già ricevuto tanto. È fondamentale, per me, lavorare con compagni che possano insegnarti qualcosa, con umiltà e partecipazione. Dalla regia agli attori all’autore ai tecnici, ho davvero avuto la sensazione di trovarmi in un contesto sano e fertile, ottimale per la creazione di uno opera teatrale. Ed ora, con le repliche, il pubblico trasmetterà quel surplus che eleverà ancora di più il lavoro fatto.

C’è un rito propiziatorio che ti piace fare prima degli spettacoli? I nostri lettori sono molto curiosi.

In verità, non ho riti propiziatori. Ogni volta che salgo sul palcoscenico mi sento fortunato: ci sono persone che hanno pagato per venire a vedere anche me. Quello che posso fare per ricambiare è concentrarmi, e spendere tutte le mie forze per mostrargli, ogni sera, la condizione migliore.

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Andrea grazie per essere stato con noi! Prima di chiudere manda un saluto al tuo pubblico invitandolo a teatro.

Grazie a voi, Alex! Al pubblico dico che è uno spettacolo divertente, anzi, divertentissimo, preparato come nella migliore tradizione teatrale. Due ore di risate e spensieratezza!

Alex Cunsolo

 

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“TEMPESTE SOLARI”: LA RECENSIONE DI CLAUDIA CONTE!

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Un mondo senza valori, senza punti di riferimento e senza legami affettivi stabili. Questa è la realtà rappresentata in Tempeste Solari, titolo già di per se esemplificativo delle turbolenze emozionali che vivono i protagonisti. Giulia è una psicoterapeuta che non riesce ad accettare la fine del proprio matrimonio, Alessandro un ragazzo omosessuale incapace di gestire la propria vita privata. Loro madre è ormai un’anziana donna che non si rassegna al tempo che passa e trascorre le giornate a rendere meno cadente il proprio corpo trascurando un’anima avvizzita, sfruttata da vizi senza passione, da desideri senz’affetto. I personaggi si incontrano in una triste stanza d’ospedale dove si trova a vivere i suoi ultimi giorni un anziano scrittore, padre dei ragazzi. Le incomprensioni del passato, i risentimenti, la disperazione ed i fallimenti vengono a galla ed esplodono come Tempeste Solari…

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Questi sono i protagonisti dello spettacolo andato in scena al Teatro Eliseo scritto e diretto dal geniale Luca De Bei con due pilastri della scena, Ugo Pagliai e Paola Quattrini. Un generoso David Sebasti, una superba Pia Lanciotti e i credibili Mauro Conte e Chiara Augenti. Suggestive le scenografie di Francesco Ghisu con piattaforme mobili avveniristiche. Un ottimo esordio per la nuova stagione del Teatro Eliseo rimesso a nuovo con stile e gusto dal nuovo direttore Barbareschi. Lo conferma la sala gremita tra cui spiccavano numerosi addetti ai lavori e volti noti tra cui Lorenzo Lavia e un entusiasta Vincenzo Bocciarelli.

Una vera Tempesta di emozioni, l’opera di Luca De Bei!

Claudia Conte

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‘PLAY IT AGAIN’: TS+F2015 ENTRA NEL VIVO TRA I TITOLI PIÙ ATTESI, DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES

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Le tout nouveau testament

TRIESTE SCIENCE+FICTION
15° FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA FANTASCIENZA
TRIESTE, 3/8 NOVEMBRE 2015

Sarà una giornata di grande cinema quella di domani, mercoledì 4 novembre.
Come da tradizione, cinema ma non solo.
Alle 18.00 verrà inaugurata la mostra di retrogaming Play It Again sui videogiochi che hanno fatto sognare intere generazioni con il concerto del musicista elettronico KENOBIT e la sua Tenori-on Live Performance. Un tuffo nel passato attraverso tutta la cultura videoludica “casalinga” dagli anni ’70 – dall’Atari 2600 passando per il mitico Commodore 64 del 1982 – fino alla piu “recente” Playstation. Il tutto condito da una selezione di illustrazioni dalla mostra Images From Outer Space, realizzate da artisti italiani che hanno tratto ispirazione dall’universo fantascientifico, a partire dagli anni ottanta – epoca in cui i videogiochi si imponevano come fenomeno di massa – fino ai giorni nostri. Mostra aperta da giovedì 5 a domenica 8 novembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30 presso la Sala ex Aiat, in Piazza Unità d’Italia.
Il performer Kenobit sarà protagonista della prima Sci-fi Night di questa edizione, che avrà luogo domani alle 22.30 al Tetris di Via della Rotonda, con un concerto a 8 Bit.

Al via domani anche gli Incontri di Futurologia, giunti quest’anno alla terza edizione, nella sala Bobi Bazlen del prestigioso Palazzo Gopcevich, tra scienza e letteratura, realtà e fiction, scienza di astrofisici, biologi, tecnologi e l’immaginario di scrittori e cineasti. Il programma di mercoledì 4 prevede dalle ore 10.30 gli interventi del Rettore dell’Università degli Studi di Trieste Maurizio Fermeglia, di Carlo Fonda (ICTP, SciFabLab) “Fabulous Laboratories: dove le stampanti 3d costruiscono il futuro”, di Stefano Liberati (SISSA) “Buchi neri, wormholes e macchine del tempo”; e di Alberto Marini “Scrivere mondi fantahorror”.

Quanto ai film, otto i titoli in programma, tra cui l’attesissimo Dio esiste e vive a Bruxelles (The Brand New Testament) di Jaco Van Dormael, premiato al festival di Sitges con il Méliès d’argent e il riconoscimento per la migliore attrice a Pili Groyne, l’attrice undicenne che, nel 2014, è stata vista in Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne e in Alléluia di Fabrice Du Welz. In Dio esiste e vive a Bruxelles, Jaco Van Dormael le offre il suo primo ruolo da protagonista come Ea, la figlia di Dio. Il film, già campione di incassi in Francia e in corsa per il Méliès d’Or, uscirà nelle sale il prossimo 26 novembre distribuito da I Wonder Pictures. A presentare il film, sarà lo sceneggiatore Thomas Gunzig.
In anteprima italiana, direttamente dalla Slovenia, arriva il terrificante Idyll,

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primo film horror prodotto in Slovenia e recente vincitore del Festival del Cinema Sloveno di Portorose, in cui un servizio fotografico di moda si trasforma in una feroce lotta per la sopravvivenza nello scenario idilliaco della vicina repubblica. Saranno presenti il regista Tomaž Gorkič e il produttore Zoran Dževerdanović.

Sono anteprime nazionali anche quelle di Crumbs, il primo film di fantascienza girato e prodotto in Etiopia, mix di surrealismo, pop e critica alla globalizzazione; Summer Camp prima regia dello sceneggiatore Alberto Marini (ospite di Trieste Science+Fiction), incentrato su un’epidemia improvvisa e imprevedibile di rabbia in un campeggio estivo; e il mockumentary No Men Beyond This Point di Mark Sawers, alle prese con un mondo in cui le donne non danno più vita a figli maschi, e dove i pochi uomini rimasti reclamano il loro ruolo nella società.

Domani sarà la volta anche di tre titoli (ancora una volta in anteprima) in corsa per il Méliès d’Or: Liza, the Fox-Fairy di Károly Ujj Mészáros (premiato ad Amsterdam), Another Frontier (L’altra Frontiera) di André Cruz Shiraiwa (premiato a Bruxelles), e Men & Chicken di Anders Thomas Jensen (premiato a Neuchâtel).

Cristina Borsatti

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INCONTRI DI FUTUROLOGIA AL TRIESTE SCIENCE+FICTION FESTIVAL AL VIA DOMANI 4 NOVEMBRE NELLA SALA BOBI BAZLEN DI PALAZZO GOPCEVICH IN VIA ROSSINI 4

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STAMPANTI 3D, VIAGGI NEL TEMPO E MONDI FANTAHORROR

CONVERSAZIONI DI SCIENZA E FANTASCIENZA CON CARLO FONDA DELL’ICTP, STEFANO LIBERATI DELLA SISSA E LO SCENEGGIATORE ALBERTO MARINI

Iniziano mercoledì 4 novembre gli Incontri di futurologia: ciclo di conversazioni con scienziati e narratori organizzato dal Trieste Science+Fiction per riflettere sugli intrecci fra scienza, letteratura e cinema.
Nella Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, in via Rossini 4 a Trieste, alle 10,30 Carlo Fonda, della Science Dissemination Unit del Centro Internazionale di Fisica Teorica, racconta come le stampanti 3D costruiscono il futuro. “Tecnologie che fino a pochi anni fa si potevano solamente immaginare con l’aiuto dei racconti di fantascienza sono oggi alla portata di tutti” spiega. “Grazie a Internet, a scanner e stampanti 3D, ai microcomputer Arduino e alle altre favolose tecnologie che troviamo nei FabLab, i laboratori dei moderni inventori, possiamo infatti vivere esperienze che sembrano arrivare direttamente dagli episodi di Star Trek”. Dai robot che anche un bambino può programmare, alle case che parlano ai loro proprietari e ai rifiuti che si trasformano in nuovi oggetti utili: questi e altri ancora gli esempi di tecnologie innovative che Fonda presenterà al pubblico.

Alle 11,15 è la volta dei viaggi nel tempo con il fisico della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati Stefano Liberati, per conoscere la scienza che ha ispirato il film “Interstellar”, dove gli astronauti raggiungono pianeti remoti alla ricerca di una “seconda Terra” infilandosi in buchi neri e wormhole. “La Relatività Generale di Einstein è non solo una delle teorie fisiche più eleganti, ma anche tra quelle meglio testate sperimentalmente” spiega. “Ciononostante il significato più profondo di questa teoria della gravitazione ancora ci sfugge, in particolare quando le sue predizioni sembrano andare palesemente contro la nostra intuizione quotidiana”. Liberati presenterà allora gli “spaziotempi estremi”, descrivendone non solo le loro implicazioni fantascientifiche, ma anche spiegando come possono contribuire a una migliore comprensione della trama stessa della realtà.

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La prima mattinata degli Incontri di Futurologia si conclude con l’intervento (alle ore 12) di Alberto Marini, produttore e sceneggiatore torinese trapiantato a Barcellona, che presenta i suoi mondi fantahorror. Dopo aver completato un Master in economia dell’audiovisivo alla Media Business School di Madrid, nel 1999 Marini entra nella Filmax Entertainment, dove è stato coinvolto nello sviluppo di più di 30 film, che sono poi stati distribuiti in tutto il mondo. Produttore esecutivo della saga fantahorror “[Rec]”, di Jaume Balaguero e Paco Plaza, nel 2011 Marini fonda la casa di produzione Rebelion Terrestre Film, con sede a Barcellona. “Summer Camp” è la seconda produzione dell’etichetta ed è il suo film d’esordio come regista: un’improvvisa e imprevedibile epidemia di rabbia sconvolge un campeggio estivo.

ore 10.30
Carlo Fonda (ICTP, SciFabLab)
FABULOUS LABORATORIES: DOVE LE STAMPANTI 3D COSTRUISCONO IL FUTURO
moderatore: Fabio Pagan

ore 11.15
Stefano Liberati (SISSA)
BUCHI NERI, WORMHOLES E MACCHINE DEL TEMPO
moderatrice: Simona Regina

ore 12.00
Alberto Marini
SCRIVERE MONDI FANTAHORROR
moderatrice: Chiara Barbo (La Cappella Underground)

Il programma completo del Trieste Science+Fiction, in programma dal 3 all’8 novembre 2015,  è disponibile sul sito ufficiale www.sciencefictionfestival.org

Cristina Borsatti

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“VIRUS – EXTREME CONTAMINATION”: IL NUOVO FILM DI DOMIZIANO CHRISTOPHARO

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Già il titolo lascia pochissimo spazio all’immaginazione, mettendo in chiaro da subito le intenzioni degli autori di questo progetto in sole 3 parole.

Virus: Extreme Contamination sarà girato ed ambientato in KOSOVO ed’è il nuovo (forse il primo vero) film horror di Domiziano Delvaux Cristopharo, ed’è una co-produzione fra Germania (Vilson Spaqi), Italia (Filmon Aggujaro) e Kosovo (SB Kosova).

Virus: Extreme Contamination punta sull’Horror nella sua più macabra e marcia espressione. Il film infatti si rifarà alla filmografia di genere degli anni ’80 per carpire gli aspetti più tetri e claustrofobici delle pellicole di Maestri come John Carpenter e il nostrano Lucio Fulci, per ridare nuova linfa ad un genere ormai troppo contaminato. Non a caso alla sceneggiatura c’è la firma di chi con Fulci (oltre che con Mattei ed Argento) ci ha collaborato davvero: Antonio Tentori.

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Il nome di Filmon Aggujaro (Khartoun, 1979), già produttore di “BLOODY SIN – Abominations of the third reich” è una garanzia di qualità e si conferma come uno dei più giovani e coraggiosi produttori Italiani.
Halil Budakova (Prishtina, 1975) invece è regista, attore e produttore Kosovaro, il primo a realizzare action/movies nei Balcani ed il primo ad unire all’intrattenimento anche un forte messaggio politico e sociale, una scelta vincente che lo ha consacrato come uno dei personaggi più amati dal pubblico.

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L’unione di queste sinergie non potrebbe essere più inedito ed esplosivo, se non fosse che lo script traspone in maniera inedita il racconto “The Colour Out of Space” di H.P. Lovecraft e come tale promette una suspense tagliente e da brivido, negando qualsiasi barlume di speranza per gli spettatori (come per i suoi protagonisti) che dovranno affrontare gli inizi di un nuovo mondo ricco di morte e di spietate creature mostruose. Che sia giunta l’ora del ritorno dei Grandi Antichi?

Sinossi: Un ricercatore italiano viene mandato in Kosovo da una multinazionale, per studiare alcuni strani eventi verificatisi nell’ambiente dopo l’impatto con un meteorite. Una volta raggiunta la destinazione, l’uomo scopre che la gente del luogo è restia a parlare, e che “l’oggetto” è stato trasferito in una base militare dove le poche persone rimaste si sono trasformate in creature mostruose.

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Il cast è composto da attori di varie nazionalità fra cui segnaliamo oltre ad Halil Budakova, anche Michael Segal (Wrath of the Crows) e Rimi Beqiri (Commissario Rex, Don Matteo).

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A loro si aggiunge la showgirl e attrice Paola Barale in un cameo da brivido, mentre la colonna sonora sarà a cura di Antony Coia che con Cristopharo ha collaborato già nel film a episodi “E.N.D.” e in “THE MUSK” di G. Nevada.
Alla fotografia l’apprezzato Daniele Trani (Oltre il Guado).

La pagina FB ufficiale del film è www.facebook.com/virusextremecontamination e vi invitiamo a seguirla per restare aggiornati sulle novità dei prossimi giorni.
Parte degli incassi del film saranno donati ad una associazione per le vittime della guerra ed i loro famigliari.

N.W.

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UN BARBIERE DI QUALITA’

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“Come può una compagnia di Commedia dell’Arte mettere in scena un’opera classica come “Il Barbiere di Siviglia”? Viene normale chiedersi questo: l’opera fa parte della nostra cultura storica e sociale, tanto che le sue arie più celebri sono state usate in tutti i frangenti, cinema e televisione inclusi.
La compagnia “Teatro Immagine” di Salzano (Ve) non si è fatta influenzare da questo mostro sacro e – sulle magnifiche note del Cigno pesarese- ha rivisitato in chiave farsesca il celeberrimo melodramma ispirato all’opera del drammaturgo francese Beaumarchais e soprattutto il libretto di Cesare Sterbini (inizialmente intitolato “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”) dove ha riconosciuto fin da subito sotto le vesti di Bartolo, “il nostro Pantalone de’ Bisognosi: avaro, sospettoso, eternamente innamorato d’una fanciulla tanto più giovane”.
“E Figaro, non somiglia al nostro simpatico Arlecchino, sempre pronto a seminare intrighi attorno a lui?” – si è chiesto Benoit Roland che ha curato la regia dello spettacolo, andato in scena al “Rossini” di Pesaro nell’ambito del 68° Festival di Arte Drammatica organizzato dall’associazione “Amici della Prosa” presieduta da Giovanni Paccapelo (direzione artistica di Christian Della Chiara).
“Coraggiosi, audaci, impertinenti e sfacciati”: la commissione giudicatrice presieduta da Leonardo Giorgi, ha motivato così il premio Arlecchino conferito alla compagnia “per il miglior spettacolo” . Non finisce qui: le é stato conferito anche il premio “Antonio Conti” per la miglior regia, il premio “Arnaldo Ninchi” dei soci ed abbonati per il gradimento del pubblico, il riconoscimento “Renato Pompei” per il miglior commento musicale (le musiche di Paolo Coin e Sladiana Bozic sono suonate dal vivo da Alex Modolo).
Martina Boldarin, che ha interpretato Rosina, la pupilla di Bartolo, è stata riconosciuta miglior attrice giovane (premio “V. Bartolomei Meli” del Lions Club Pesaro Host).
Le preferenze della giuria degli studenti sono andate invece (con mia sorpresa) ad un’opera più seria ed impegnativa, “L’Arte della commedia” di Eduardo De Filippo, interpretata dalla Compagnia dell’Eclissi di Salerno (premio Don Gaudiano): il premio “Ivo Scherpiani “è stato attribuito a Felice Avella che, in seno allo spettacolo, ha dato vita al personaggio di Oreste Campese, il capocomico di vecchia scuola che porta nelle piazze di provincia la tradizione secolare del teatro girovago.
La miglior attrice? Fiammetta Fiammeri della compagnia romana “Ad Hoc” che ha interpretato la vedova Camilla nella pièce “Il cappello di carta” di Gianni Clementi, uno degli autori contemporanei più famosi e rappresentati.
Il miglior attore cabarettista? Questa é facile: è Andrea Paris che impersonava La Boule, l’ex fidanzato di Paulette, nello spettacolo “Niente da dichiarare?” di C.M. Hannequin e P.Veber portato in scena dalla compagnia “Al Castello” di Foligno (Pg).
I migliori costumi sono quelli firmati da Kety Mazzi de “La Barcaccia” di Verona per “Il feudatario”, l’opera realizzata da Carlo Goldoni dopo un breve soggiorno nel feudo di Sanguinetto dove era stato chiamato in qualità di cancelliere per redigere un processo verbale (3a classificata per lo spettacolo), mentre la miglior scenografia è quella curata da Debora Pozza del Teatro Armathan di Verona per la pièce “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello.
Si conclude con grande successo di pubblico il 68° Festival nazionale d’Arte Drammatica, fiore all’occhiello cittadino (assieme al Rossini Opera Festival di agosto ed alla Rassegna nazionale di cinema di giugno) : il Festival pesarese (nato nel 1948) è la più antica manifestazione italiana che si occupa di teatro amatoriale.
Le 8 compagnie prescelte mediante un lavoro rigoroso e metodico su circa un centinaio di proposte, hanno calcato la scena interpretando classici di tradizione (Cechov, Goldoni, De Filippo), esperimenti su testi moderni (“Signorina Papillon” di Stefano Benni, “Cappello di carta” di Gianni Clementi) ed ardite rivisitazioni futuriste (Pirandello) fino alle spettacolari proposte della compagnia dell’arte (Il Barbiere di Siviglia).
Due gli spettacoli fuori concorso: il musical “Copenhagen” di Michael Frayn ad opera de “La Betulla” di Nave (Bs), in ricordo della tragedia nucleare di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945) di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario):la pièce racconta l’incontro avvenuto nel settembre 1941 a Copenhagen (occupata dalle truppe naziste) tra due brillanti e geniali fisici teorici, entrambi impegnati nella meccanica quantistica: Niels Bohr (danese ed ebreo da parte di madre) e Werner Heisenberg (ariano), il suo allievo più brillante ed amato, collaborazionista con il regime nazista. Altro spettacolo fuori concorso è il musical “Animali della fattoria” ad opera della compagnia “Step” di Ancona, di chiara ispirazione orwelliana.
Il Festival non ha proposto soltanto spettacoli ma ha racchiuso nel suo ambito la mostra fotografica delle opere dell’edizione 2014 (a cura del Fotoclub di Pesaro); il Laboratorio di Regia Comica condotto da David Anzalone; la passeggiata nel teatro Rossini alla scoperta dei suoi luoghi più insoliti e nascosti; l’appassionato ricordo di Eleonora Duse proposto da Ivana Baldassarri; la tavola rotonda sulla drammaturgia italiana contemporanea con la partecipazione di autori, registi, attori, critici e docenti universitari. E’ stato rinviato (per problemi di salute di uno degli interpreti) l’omaggio a Pier Paolo Pasolini di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario della morte (“A titolo personale-Parole e pensieri”): sarà presentato alla cittadinanza tra qualche giorno.
Un grazie è doveroso a tutti coloro che hanno speso il proprio tempo libero nell’organizzazione e gestione di una rassegna diventata, a livello nazionale, una delle più rilevanti del settore.
Da Pesaro è tutto: Arrivederci al prossimo anno!

Paola Cecchini

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LA CANTANTE CANADESE DANIELA NARDI REGALA AL PUBBLICO ITALIANO “A STORY GONE WRONG”

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2 novembre 1975 – 2 novembre 2015
40° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini

In occasione del 40° anniversario di Pier Paolo Pasolini la cantante canadese DANIELA NARDI regala al pubblico italiano “A Story Gone Wrong” (Una Storia Sbagliata), cover di Fabrizio De Andrè. Il brano sarà contenuto in “Canto”, il suo nuovo disco in uscita a gennaio 2016.

Il testo del brano è dedicato a Pier Paolo Pasolini e tratta della tragica scomparsa del poeta avvenuta il 2 novembre 1975. La canzone fu commissionata a De André per fare da sigla a due documentari Rai sulla morte di Pasolini e il cantautore coinvolse nel progetto l’amico Massimo Bubola, suo sodale di quel periodo.

L’artista canadese Daniela Nardi, con l’approvazione della Fondazione De Andrè, ha scelto di tradurre e includere questo brano nel suo disco “CANTO”, la cui uscita in Italia è prevista per gennaio 2016.

“La mia scelta artistica di tradurre questa canzone in inglese ha molte motivazioni, principalmente perché questa è una storia che merita di essere raccontata. È una vicenda che gli italiani, ovviamente, conoscono ma che tutto il mondo dovrebbe apprendere e ricordare. Se non si parla italiano non si può cogliere a pieno la profondità e la portata di ciò che De André e Bubola hanno cercato di esprimere. La cospirazione, il mistero, la perdita, il dibattito sociale: tutte queste cose si nascondono dietro la storia della morte di Pasolini. Ho prestato moltissima attenzione al significato delle parole, al loro ritmo, le ho scelte con una meticolosa selezione al fine di esprimere la vera essenza della canzone. La scelta di lasciare il testo in italiano in alcuni punti è dipesa dal fatto che non è possibile sostituire quei termini senza sminuirli.

E poi non dimentichiamo che De Andrè realizzò una versione italiana di “Suzanne”, brano del mio connazionale Leonard Cohen quindi perché non onorare in questo modo un meraviglioso cantautore italiano proprio da una canadese come me?”


LINK PER ASCOLTARE IN ANTEPRIMA IL BRANO:

https://soundcloud.com/espressomanifesto/una-storia-sbagliata

Daniela Nardi, cantante, compositrice, polistrumentista canadese (Ontario) d’origine italiana. Ha cominciato lo studio del pianoforte presso il Conservatorio Reale del Canada all’età di cinque anni. Poi negli anni ’80 c’è stata la svolta verso il rock. Ha conseguito un Bachelor of Fine Arts in Music della York University di Toronto e ha affinato le sue abilità di esecuzione musicale, dal pop al punk, alla musica latina. Negli anni successivi, la carriera della Nardi ha abbracciato una notevole serie di attività come cantante, compositrice di brani per il cinema, per vari spettacoli. L’album del 2008 “La rosa tatuata” ha segnato una svolta per l’artista. Liricamente ispirata alla battaglia della madre contro il cancro, l’album è stato oggetto di una notevole attenzione internazionale ed è diventato un grande successo in Canada.

Espresso Manifesto è un’esperienza musicale e culturale che sta attirando il pubblico nazionale e internazionale. Con la pubblicazione di “The Songs of Paolo Conte” (Acronym/Universal – 2012) i critici e recensori hanno tessuto a livello mondiale le sue lodi e hanno fatto di Espresso Manifesto un top pick per gli amanti del jazz e della world music contribuendo alla conquista della # 1 e # 2 posizione nelle classifiche musicali di Canada e Stati Uniti, nonché ad ottenere recensioni entusiastiche da JazzTimes e JazzWeekly. Da questo lavoro sul leggendario cantautore Paolo Conte è iniziato per Daniela un viaggio di musica e scoperta personale che continua con il suo ultimo lavoro dal titolo CANTO (Really Records / eOne Ent.) in uscita il 28 ottobre in Canada e a gennaio in Italia.

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CANTO: Daniela Nardi esercita le sue capacità interpretative con 10 canzoni sublimi e senza tempo di alcuni dei più grandi compositori jazz e pop italiani che ancora oggi sono in gran parte sconosciuti al pubblico del Nord America. Grazie alla sua attitudine come compositrice ha fornito un contributo originale a questa collezione ricca ed emozionante. L’artista dà a questi capolavori una veste internazionale, abbinando una voce espressiva con arrangiamenti strumentali che incorporano elementi di blues, soul e bossa nova così da dare all’album una miscela di romanticismo d’altri tempi e fresca modernità.

Tracklist:

1: Punto – Jovanotti
2: Giovanni Telegrafista – Enzo Jannacci
3: Senza Paura – Ornella Vanoni
4: Tout L’amour – Caterina Valente
5: A Story Gone Wrong – Fabrizio De Andrè

6: Giudizi Universali – Samuele Bersani

7: Giri e Rigira – Joe Barbieri
8: Beautiful That Way – Noa
9: Oublions Nous (Dimentichiamoci) – Bungaro

10: Amami Ancora – Daniela Nardi (inedito)

11: Canzone Per Te – Sergio Endrigo

Hanno collaborato al disco: Antonio Fresa, Fabrizio Bosso, Gabriele Mirabassi, Ron Davis, Mike Downes, Roger Travassos, Kevin Barrett, Roberto Natullo, Pino Tafuto, Robertiñho Bastos, Marco Pacassoni.

Sara Salaorni

 

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EVA MENTA: “IL SEGRETO È ESSERE SE STESSI, SEMPRE. ALLE CRITICHE RISPONDO RIDENDO”

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Di presentazioni ne servono poche. Eva Menta non è un nome nuovo nelle orecchie di tanti igers, ma soprattutto degli amanti della moda. Spezzina, precisamente di Portovenere, quartier generale dei suoi maggiori scatti fotografici quotidiani. Il suo instagram, ormai, conta per lo più 407mila follower. Un seguito che le permette di crescere sempre di più e di intraprendere nuove esperienze lavorative. Mora, fisico snello, un sorriso semplice e naturale, e una voglia matta di cambiare sempre outfit. La fashion blogger perfetta, ma nonostante ciò mantiene l’umiltà di chi sa che c’è ancora tanta strada da fare per avere successo. Mondospettacolo.com intervista Eva Menta in una serie di domande e risposte che racconta la 21enne spezzina.

Rewind. Riavvolgiamo il nastro. Quando e come nasce la fashion blogger Eva Menta?

“Il mio lavoro da fashion blogger nasce da varie sollecitazioni da parte dei miei followers che crescevano sempre di più, soprattutto su Instagram. Il ruolo più importante l’ha avuto mio fratello, era affascinato dalle poche blogger che c’erano quando iniziai e in me ha visto le potenzialità per poterla diventare”.

Prima di aprire un blog avevi già un modello a cui volevi somigliare?

“Diciamo di no, non ho mai avuto un modello da imitare. Ho sempre cercato, e continuerò a farlo, di mostrare ai miei followers ciò che sono nel bene e nel male. Diciamo che sino ad oggi mi è andata bene”.

Quando hai capito che stavi iniziando a diventare una fashion blogger di successo?

“Per il momento non mi reputo una fashion blogger di successo, la strada da percorrere è ancora lunga”.

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Al giorno d’oggi sono tante le ragazze che aprono un blog e provano a percorrere le orme delle fashion blogger di successo. Quali sono i consigli che Eva Menta dà a chi vuole intraprendere questa strada?

“Sinceramente non saprei, ormai ce ne sono veramente tante ed è sempre più difficile emergere. L’unico consiglio che mi sento di dare è di essere se stesse, sempre”.

Indica tre fattori che una fashion blogger deve avere per non peccare mai.

“Professionalità, umiltà e il rispetto per le persone che ti seguono”.

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Dovessi mettere sul podio tre fashion blogger italiane, quale sceglieresti?

“Metterei al primo posto Chiara Ferragni, lei è una fashion blogger con F maiuscola. Al secondo posto Chiara Nasti, mi piace la sua professionalità, nonostante la giovane età, si impegna molto a curare il suo blog e questo è ammirevole. Per il terzo posto non saprei”.

L’outfit per l’autunno 2015, quali sono i tuoi consigli?

“Camicia scozzese, jeans boy-friend strappato ,smanicato eco-pelle, un bel paio di sneakers e occhiali con lenti a specchio con montatura bordeaux”.

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Lato positivo e negativo di una fashion blogger?

“Amo il mio lavoro e i lati positivi sarebbero troppi per elencarli, per quanto riguarda i lati negativi forse l’invidia che può suscitare un lavoro del genere; d’altronde la moda piace a tutti”.

L’esperienza più bella da fashion blogger che hai avuto?

“Ce ne sono tante. Forse l’esperienza più bella che ho avuto è scattare le fotografie con le persone che ti seguono”.

C’è una collaborazione che ti è piaciuta di più in particolare?

“In realtà non ce n’è solo una, quelle che porterò per sempre nel mio cuore sono la collaborazione con Davide Monaco e la comparsa nel video clip di Low Low e Rocco Hunt”

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Programmi per il futuro?

“Tutto top secret al momento, posso dirvi che avrò una grande collaborazione con una linea telefonica”.

Riesci a conciliare i tuoi impegni di studio con la tua vita sociale (amici, famiglia…)?

“Certo che sì, gli studi li ho finiti mentre per quanto riguarda la vita sociale io scatto due o tre giorni a settimana quindi il resto ho sempre la giornata libera”.

Oramai sei una fashion blogger di nome, com’è stato il tuo impatto con un nuovo mondo fatto di popolarità?

“Insomma ne bene, ne male. Ripeto, mi fa sempre molto piacere quando mi fermano per fare una foto, ma non mi piace avere gli occhi puntati addosso”.

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Complimenti, ma anche critiche. Come rispondi a queste ultime?

“Di solito non rispondo, le leggo e mi faccio delle grandi risate”.

Il tuo stile preferito?

“Mi piace creare contrasto e mixare insieme lo streetstyle insieme a capi eleganti e piuttosto chic”.

E l’accessorio di cui non fai a meno?

“Sicuramente non riuscire a stare senza gli occhiali da sole”.

Christian Schipani

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MISS STELLA DEL MARE SBARCA A MESSINA. L’ACCADEMIA SUL MARE ENTRA NEL VIVO

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Le 54 affascinanti stelline hanno già ammaliato il pubblico con il fashion show di presentazione di ieri sera in teatro. Non un teatro qualsiasi, ma i quasi 1.500 posti del teatro principale di MSC Fantasia che hanno visto susseguirsi momenti di presentazione dello staff ad esilaranti sketch comici per passare alla presentazione delle partecipanti e finire con gli interventi di Clarissa Marchese (Miss Italia 2014), Annalisa Minetti (modella e cantante) e Gabriele Greco (attore tv).
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3 novembre 2015. Porto di Messina. Questa mattina abbiamo potuto ammirare le aspiranti Miss in tutta la loro bellezza impreziosita dagli interventi di hair stylist e make-up artist a bordo. Shooting fotografici, riprese tv, interviste: questi i colorati ingredienti della mattinata. Che dire ragazze: è il caso di iniziare ad abituarsi a questi ritmi frenetici.
Nel frattempo il concorso vede salire a bordo la sua madrina: l’affascinante Ariadna Romero. La dolcissima cubana ricopre il ruolo per il secondo anno consecutivo e dichiara ai nostri microfoni: “sono molto orgogliosa di essere la madrina di Miss Stella del Mare per il secondo anno. Mi entusiasma il fatto che il concorso non punti solo alla bellezza, ma soprattutto al talento e alle risorse delle sue partecipanti”.
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Nel tardo pomeriggio Gabriele Greco, Annalisa Minetti e Gigi Garretta hanno incontrato le ragazze per le prime ore di Accademia. Prove di recitazione, momenti di improvvisazione e lezioni di vita hanno completato la prima vera giornata di lavoro tra moda, etica e spettacolo.
Questa sera i numerosi ospiti di MSC Fantasia potranno vedere, all’interno del teatro, un’esibizione tecnica di attitudine e talento delle 54 stelline. Saranno in grado di coinvolgere e entusiasmare il pubblico in soli 60 secondi? Ne vedremo delle belle.
Il tutto, come sempre, sarà arricchito da alcune performance degli artisti.
Le ragazze sono strepitose, l’atmosfera che si respira è a dir poco Felliniana.
Eppure il concorso è appena cominciato…
Roberto Aren

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LE INTERVISTE DI CLAUDIA CONTE: LUCA DE BEI

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Cari lettori, oggi la vostra Claudia Conte intervisterà per voi uno dei più importanti drammaturghi e registi del teatro contemporaneo, Luca De Bei, reduce dal successo di Tempeste Solari, spettacolo da lui scritto e diretto in scena nello storico Teatro Eliseo.
Luca De Bei nasce a Padova da padre veneto e madre italoamericana. Cresce a Napoli. Si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come autore e regista debutta nel 1990 a New York con Buio interno a Off Broadway. Nel 2001 vince il Premio Flaiano e nel 2002 il Premio Europeo per la Drammaturgia del Festival di Heidelberg. Per “Le mattine dieci alle quattro” si aggiudica il Premio Le Maschere del Teatro italiano 2011 come miglior novità italiana e il Premio Golden Graal per la regia nel 2010. I suoi testi sono pubblicati in Germania dalla Drei Masken Verlag di Monaco. È anche sceneggiatore cinematografico e televisivo.

Luca, sono passati venticinque anni dal tuo primo debutto come autore e regista, quali sono stati gli step fondamentali nell’arco di una carriera piena di gratificazioni e successi?

Gli step si sono avvicendati tra recitazione, scrittura e regia: ognuna di queste attività ha nutrito l’altra. Tutto è servito: i successi ma anche gli errori, perché da tutto si impara. Mi sono servite moltissimo anche le esperienze all’estero soprattutto New York e Bruxelles.

I cast dei tuoi spettacoli sono di solito sempre azzeccati, qual e’ il tuo metodo nella scelta e nella direzione degli attori?

Mi piace in genere lavorare con attori con cui ho già lavorato, perché so dove possono arrivare e come devo comportarmi con loro. Fare il regista è anche un po’ essere un padre, uno psicologo, un amico, un amante… insomma, si riesce meglio in tutti questi aspetti se si conosce bene il soggetto. Ovviamente non sempre mi è possibile chiamare attori con cui ho già lavorato, ma detesto fare i provini. Preferisco piuttosto vedere gli attori in altri spettacoli. Sulla direzione il mio metodo è semplice: lavoro sui pensieri dei personaggi, sulle loro reali azioni drammatiche, sulla verità dei sentimenti. Questo è quello che mi piace e mi interessa.

A detta della critica e del pubblico sei anche un attore che riesce a trasmettere grandi emozioni, qual è il personaggio che hai amato di più e perché?

Ne ho amati molti. Dal disperato e struggente Moritz del “Risveglio di Primavera” di Wedewkind (diretto da Elio De Capitani), alla misteriosa e folle Anna de “Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello (diretto da Enrico Lamanna) all’ultimo: il padre di famiglia che ama le donne ma vuole essere egli stesso una donna, in “Il Grande Mago” di Vittorio Moroni (diretto da Giuseppe Marini). Sono tre personaggi estremi, densi e strazianti. Questo è quello che mi piace: la passione, la follia e i territori inesplorati.

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Come e quando nasce Tempeste Solari? Ti saresti aspettato un tale successo?

Tempeste Solari nasce dall’isteria collettiva del 2012 quando in molti profetizzavano la fine del mondo, travisando completamente il messaggio esoterico legato a quell’evento. La banalizzazione è sempre spaventosa e sentivo che tutto ciò poteva essere materiale per un nuovo testo. Un macrocosmo e un microcosmo che combaciassero, una tempesta di sentimenti all’interno di una famiglia, con un’incombente e paurosa minaccia sulle loro teste. No, devo dire che non mi aspettavo un tale successo, sia di critica che di pubblico, ma lo speravo. Sapevo che il testo avrebbe “parlato” al pubblico, e potevo contare su sei attori straordinari e sui miei storici collaboratori per scene, costumi, luci e musiche e su un produttore entusiasta come Luca Barbareschi. Ma si sa come vanno le cose: non bastano buoni ingredienti per far riuscire una ricetta. Se manca quel “quid” tutto può sgonfiarsi. Qui, per fortuna tutto invece è andato bene.

Ci puoi dare qualche anticipazione sul tuo prossimo progetto?

Ora metterò in scena un monologo per Margherita di Rauso, un’attrice che amo molto e che ho già diretto in “Week End” di Annibale Ruccello, Si tratta di “Louise Bourgeois: falli, ragni e ghigliottine” ispirato alle opere e alla vita della famosa scultrice. Poi farò uno spettacolo con Federica Bern, un’altra delle “mie” attrici e tratto dal poemetto di Shakespeare “Il ratto di Lucrezia”. E poi, la stagione prossima, un nuovo progetto con Maria Paiato altra mia musa ispiratrice (per lei scrissi “Un cuore semplice” tratto da Flaubert): si tratta di un adattamento da “Giro di vite” di Henry James.

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Per diversi anni ti sei dedicato anche alla scrittura di sceneggiature televisive. Il tuo rapporto con il cinema e la televisione?

Con il cinema, per cui ho scritto svariati film (ma di questi purtroppo solo due sono stati girati e distribuiti), ho un rapporto di grandissimo amore, ma un amore tormentato e non sempre corrisposto. Dovrei forse dedicargli più tempo ed energie ma i tempi così lunghi del cinema (dal momento in cui parti con lo scrivere un soggetto al momento in cui il film esce nelle sale passano svariati anni) alla fine mi ha un po’ smontato e parecchio disilluso. Con la televisione invece ho sempre avuto un rapporto artigianale: scrivo quello che mi chiedono senza farmi troppe domande perché lo considero un lavoro e basta. Insomma, un lavoro che mi permette di guadagnare, ma senza velleità autoriali: in Italia la televisione non è purtroppo luogo dove poter fare “arte”.

Grazie Luca per il privilegio di aver potuto, attraverso la tua viva voce, conoscere meglio la tua brillante carriera.

Grazie a te Claudia!

Claudia Conte

 

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“EFFETTI INDESIDERATI”: IL SUCCESSO DELLA SERATA ROMANA ALL’ADRIANO

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Grande successo ieri sera, 2 novembre, per la serata organizzata da Francesca Piggianelli al cinema Adriano di Roma per presentare il film “Effetti Indesiderati” di Claudio Insegno.

Voglia di cambiare la propria vita, attaccamento ai valori familiari e alla propria terra d’origine, la terra dei fuochi.
Commedia frizzante e solare quella del grande Claudio Insegno che ci trasmette un importante messaggio: mai darsi per vinti. Quando tutto sta ormai cascando nel buio più totale, ecco che dal tunnel fuoriesce la luce.

Numerosi gli ospiti accorsi a festeggiare un film che, con un tour partito dall’Italia centrale, sta letteralmente prendendo il volo per il resto del paese. Erano presenti: Giancarlo Magalli, Armando e Pino Insegno, padre e fratello del regista, Massimo Giletti, Pier Francesco Pingitore, Roberta Garzia, Marco Simeoli, Raffaello Balzo, Pietro Genuardi. Ma anche Emiliano Marsili, campione del mondo dei pesi leggeri. E, ovviamente, parte del cast: dall’intramontabile Alvaro Vitali, protagonista di un delizioso cameo all’interno del film, con la moglie Stefania Corona; a Francesco Procopio, Angela Tuccia, Daniela De Vita.
Un allegro chiacchericcio fuori dalla sala di proiezione, poi l’incontro con il regista che, assieme ai suoi attori, ha raccontato in grande allegria questa sua avventura. Effetti Indesiderati, infatti, è il primo film italiano che tratta l’argomento terra dei fuochi in chiave brillante, dimostrando interesse per i problemi attuali del nostro Paese, ma anche sagacia per aver scelto la strada dell’ironia, una scrittura brillante. E una preziosa collaborazione da parte di un cast tutto bravissimo.

La Trama in breve:

I Tre fratelli la Vecchia dediti alla produzione di Mozzarella di Bufala sono sull’orlo del fallimento a causa del danno di immagine provocato dalla Terra dei fuochi. Ma la fortuna bussa alla loro porta quando un furgone carico di una bevanda dall’alto potere afrodisiaco arriva dalle loro parti. I silos del latte sembrano un ottimo nascondiglio, ma la comunità del paese a loro insaputa si organizza per riavviare la produzione del caseificio dando vita alla produzione di mozzarella afrodisiaca.

Erika Kamese.

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LE DUE LUNE IN SCENA AL TEATRO AGORÀ

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Al Teatro Agorà in via della Penitenza 33 a Roma dal 3 al 15 novembre 2015, feriali ore 21, festivi ore 17, la compagnia “L’Altro Teatro” presenta “Le due lune” di Bruno Bonifazi. Tra gli interpreti Alessandro Cinti, Alfonso Federici, Chiara Pavoni, Federico Pizzuti, Giada Latini, Gianluca Sotgiu, Laura Sanzi, MariaGrazia Casagrande, Maria Grazia Bordone, Marco Mazzola, Sara Bocola, Stella Lazzazzera. Regia musicale e luci di Luciano Pochi, foto locandina Cristian Cacciatore, concept locandina di Luciano Pochi, scenografie e costumi di Bruno Bonifazi, foto di scena Giovanni Mura, regia Bruno Bonifazi.
Dalle note di regia
“Ho scritto una storia vera. L’oggi è pieno di storie simili a questa, che faticano a venir fuori e spesso sono causa di dolori, incomprensioni e facili soluzioni.”
Prenotazioni: 06 687 4167

Michela Zanarella

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INCONTRI DI FUTUROLOGIA AL TRIESTE SCIENCE+FICTION FESTIVAL GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE IN SALA BOBI BAZLEN DI PALAZZO GOPCEVICH

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DALL’ANIMAZIONE FANTASTICA DELLO STUDIO GHIBLI
ALLA FANTASCIENZA NEI FUMETTI E NEI VIDEOGAMES

CONVERSAZIONI CON ANDREA DRESSENO, FABIO “KENOBIT” BORLOTTI,
ENRICO AZZANO, MARIO ALBERTI E LORENZO PASTROVICCHIO

Letteratura e cinema compongono l’intreccio di idee e provocazioni intellettuali al centro degli Incontri di futurologia che il Trieste Science+Fiction propone giovedì 5 novembre nella sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, in via Rossini 4.

Si inizia alle 10,30 con Andrea Dresseno e Fabio “Kenobit” Borlotti che accompagnano il pubblico alla scoperta della rappresentazione della fantascienza nei videogames. Con Play It Again, mostra dedicata all’universo videoludico, il Trieste Science+Fiction ha aperto quest’anno le porte al mondo dei videogiochi e durante l’incontro Dresseno (Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna) e “Kenobit” Borlotti (retrogamer suonatore di Game Boy) partono dalle origini della rappresentazione degli scenari fantascientifici all’epoca dei pixel, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove i mezzi consentono di realizzare con assoluto realismo qualsiasi tipo di scenario e dove fantascienza e distopia sembra essere uno dei temi più gettonati.

Si prosegue, alle 11,15, con Enrico Azzano, coautore insieme ad Andrea Fontana del volume “Studio Ghibli. L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata”.
“Il mio vicino Totoro”, “La città incantata”, “La storia della principessa splendente” sono alcuni dei film targati Studio Ghibli, sinonimo di eccellenza tecnica, artefice di un’idea di cinema incantata e meravigliosa, grazie alle sue narrazioni struggenti, che uniscono arte e botteghino, ideale e concretezza, scrittura e immagine. Partendo dalle celebrate pellicole dei due fondatori, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, Azzano ripercorre la storia dello Studio e della sua potenza immaginifica.

E alle 12 si conclude con la lezione visionaria di Mario Alberti e Lorenzo Pastrovicchio. Alberti, illustratore e fumettista triestino, è noto al grande pubblico come disegnatore per la casa editrice Bonelli di numerosi albi delle collane di Nathan Never e Legs Weaver, come autore della serie Morgana per l’editore francese Les Humanoides Associes e per le sue collaborazioni con Dc Comics e della Marvel (ha realizzato le tavole delle serie limitate X-Men & Spider-Man e Spider-Man & The Fantastic Four). Anche quest’anno firma il manifesto ufficiale del Trieste Science+Fiction, chiudendo così la trilogia esclusiva di opere pensate per il festival. Pastrovicchio, triestino anche lui, dal 1995 lavora per la Disney Italia. Dal 1997 disegna “PK, Le nuove avventure”, portando i supereroi in un contesto Disney, e dà un importante contributo a serie di successo come Wizards of Mickey, Double Duck e Topolinia 20802.

ore 10.30
Andrea Dresseno, Fabio “Kenobit” Borlotti
PLAY IT AGAIN! GAME, ART & RETROGAMING
moderatore: Francesco Ruzzier (La Cappella Underground)

ore 11.15
Enrico Azzano
STUDIO GHIBLI – L’ANIMAZIONE UTOPICA E MERAVIGLIOSA DI MIYAZAKI E TAKAHATA
presentazione del volume omonimo di Enrico Azzano e Andrea Fontana, Ed. Bietti, Milano, 2015
moderatore: Massimiliano Maltoni (Trieste Science+Fiction)

ore 12.00
Mario Alberti, Lorenzo Pastrovicchio
DISEGNARE IL FUTURO
moderatore: Lorenzo Bertuzzi (La Cappella Underground)

Cristina Borsatti

 

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TSF2015: URANIA D’ARGENTO A BRUCE STERLING GURU DEI NEW MEDIA E IDEOLOGO DEL CYBERPUNK

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Trieste Science+Fiction assegnerà domani, giovedì 5 novembre alle 20 in Sala Tripcovich, il premio Urania d’Argento alla carriera a Bruce Sterling, tra i più importanti autori della fantascienza americana, da lui profondamente innovata a partire dagli anni Ottanta. Il suo scenario abituale è il mondo del futuro prossimo, ma anche il presente visto in chiave realistica e sottilmente alterata dai processi di assuefazione tecnologica. Celebre per Mirrorshades, un’antologia di racconti di fantascienza del 1986 che ha contribuito a definire il filone cyberpunk, è un fine osservatore della tecnologia più avanzata e dei new media. Tra i suoi capolavori Schismatrix (La matrice spezzata, 1985), Islands in the Net (Isole nella rete, 1988) e The Difference Engine (La macchina della realtà, 1990), scritto con William Gibson. L’Urania d’Argento si svolge in collaborazione con la celebre collana di fantascienza Mondadori Urania, per i cui tipi è uscita la raccolta di racconti e romanzi brevi ambientati in Italia, Utopia Pirata, sotto l’alter-ego di Bruno Argento.

Al termine della cerimonia di premiazione, in anteprima italiana e in corsa per il Premio Asteroide verrà proiettato Turbo Kid, post-apocalittico e appassionato omaggio agli anni ’80. Sono passati decenni dall’apocalisse e il mondo si trova in un stato di perenne inverno nucleare. Un giovane orfano solitario, il Kid, girovaga per la “terra desolata” alla ricerca di fumetti e altri feticci degli anni ’80. La vita abitudinaria del Kid verrà stravolta dall’incontro con la misteriosa (e iperattiva) Apple.

Sempre in anteprima e in concorso per l’Asteroide e il Méliès d’argent Stung di Benni Diez, già agli effetti speciali di Melancholia di Lars Von Trier, che presenterà la sua opera prima in Sala Tripcovich. Il film di Diez è distribuito da Movies Inspired così come It Follows di David Robert Mitchell, il film di mezzanotte del Teatro Miela, ovvero l’horror più celebrato e discusso dell’anno, dove, dopo un incontro sessuale una giovane donna è tormentata dall’inquietante sensazione di essere seguita.

THE WHISPERING STAR

Sarà un’anteprima anche quella di Jackrabbit, opera prima di Carleton Ranney, che segue le vicende di un’improbabile coppia di geni del computer, in un’epoca in cui macchinari obsoleti hanno sostituito le scintillanti tecnologie di oggi; mentre Fuori concorso verrà presentato The Whispering Star del regista di culto Sion Sono, favola di fantascienza nipponica in cui un fattorino robot medita sul mistero della natura umana.

GOODNIGHT MOMMY

In corsa per il Méliès d’Or, che verrà assegnato quest’anno a Trieste, Goodnight Mommy di Veronika Franz e Severin Fiala (premiato a Sitges) e Index zero di Lorenzo Sportiello premiato a Trieste la scorsa edizione. Il primo racconta la storia di due gemelli di dieci anni alle prese con il ritorno della propria madre, dopo un intervento di chirurgia plastica facciale. La pellicola di Sportiello mette invece in scena un futuro prossimo, in cui Kurt e Eva vivono oltre la grande muraglia degli Stati Uniti d’Europa, nelle terre abbandonate dopo la crisi economica globale. Lei è incinta e i due, per assicurare un futuro migliore al loro bambino, vogliono entrare in Europa illegalmente. Terzo film in concorso per il Méliès d’or alla presenza degli autori Ben e Chris Blaine è Nina Forever, vincitore al Lund International Fantastic Film Festival, storia di un macabro triangolo d’amore.

Alle 16 la prima sessione dei cortometraggi in competizione per l’Oscar europeo del fantastico.

Nella seconda giornata degli “Incontri di Futurologia” alle ore 10.30 a Palazzo Gopcevich: Andrea Dresseno e Fabio “Kenobit” Borlotti parlano di “Play It Again! Game, Art & Retrogaming”; Enrico Azzano presenta “Studio Ghibli – L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata”; Mario Alberti (disegnatore del manifesto del Trieste Science+Fiction) e Lorenzo Pastrovicchio discutono di “Disegnare il futuro”.

Cristina Borsatti

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DOPO “GLORIA” IN RUSSO UMBERTO TOZZI DESIDERA UN LIVE A MOSCA

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Umberto Tozzi sempre più internazionale. Dopo più di trent’anni dalla versione inglese di GLORIA tradotta dal musicista canadese Trevor Veitch e cantata da Laura Branigan, scomparsa nel 2004 a 47 anni per un aneurisma cerebrale , ora arriva la versione in russo. Una registrazione inedita della hit è il primo singolo di Alan Tsarikaev, un giovane cantante russo che interpreta il brano con lo stesso Tozzi.
Alan Tsarikaev, molto popolare in patria, è innamorato dell’Italia e della musica italiana. Fin da ragazzo canta nei locali della sua regione e frequenta la facoltà di Storia dell’Arte. Nel 2010 registra il suo primo cd intitolato “Metel” e l’anno successivo gira a Mosca il video del primo singolo, con la regia di Soslan Makiyev. Nel 2012 Alan ha un incontro fortuito con il talent scout internazionale Cosimo Vindice, persona che diventa presto molto importante nella sua vita e grazie a lui conosce Tozzi. Da allora i due musicisti diventano amici.
Il torinese di origine pugliese Umberto Tozzi ora desidera un live a Mosca e il grande Giancarlo Bigazzi diventa storia!

Giovanni Spada

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“A TEMPORARY LAPSE OF HEAVEN” IL NUOVO ALBUM DI LUCA BOSKOVIC

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Il pop e il rock sono da sempre due generi combattuti, in perenne contrasto. Troviamo una melodia del tutto aperta e fruibile nel primo caso in contrapposizione all’aggressivita’ d’esecuzione e ai canoni ferrei del secondo.

Ma quando si e’ in grado di miscelare sapientemente questi due elementi il risultato e’ simile a quello che si ottiene in cucina quando con ingredienti semplici si propongono pietanze genuine, che fanno della elementarità il loro punto di forza. Ed e’ proprio grazie alla mescolanza di questi due ingredienti, perfettamente dosati, che grandi band del passato si sono conquistate un posto nelle nostre vite, nelle vite di chiunque abbia avuto l’occasione di ascoltarle. Mi riferisco ai grandi nomi della musica popolare che hanno saputo dilatare l’energia del rock per farla confluire in territori meno canonizzati e aperti anche a chi, ignoranza permettendo, non ha idea di cosa sia. Queen, John Lennon, Bruce Springsteen sono solo alcuni grandi nomi di una lista infinita di artisti in grado di combinare queste due componenti.

E “A Temporary Lapse of Heaven” di Boskovic e’ un album che puo’ essere sicuramente inserito in tale lista. Al suo interno si riproduce fedelmente quanto detto sopra, con l’aggiunta di peculiari personalizzazioni nella strutturazione del sound di alcune tracce. Il motivetto di Sun(born and die) ne e’ l’esempio piu’ lampante: una traccia semplice e molto orecchiabile, dove le lyrics accompagnano saggiamente la melodia incanalandone il ritmo scorrevole in pure stile rock and roll.

Sprazzi pop li ritroviamo in “Done” e “Time to grow”, episodi che pur fondamentalmente delle ballad articolate, toccano argomenti ampi, universali come la crescita, il passaggio di transizione da una situazione onirica (come l’infanzia) ad un presente multiforme, travolgente. Un presente di lotte, accompagnato dalla musica, forma d’arte a tutto tondo ma che, come il presente, influisce sulla vita di chi la crea e la vive; ed ecco spiegate canzoni come Good Vibrations e Looking for Some Songs, nelle quali viene mostrato il lato piu’ realistico di questa ars infondo così effimera. L’esperienza all’interno di una band, le difficoltà, i successi, la condivisione di un percorso esistenziale e il rapporto con il pubblico sono tutti temi trattati, vista l’influenza inevitabile che hanno sulla vita di tutti i giorni di qualsiasi musicista.

E vista la sincerita’ e l’universitalita’ di tali argomenti, Boskovic non ha potuto fare a meno di inserirli, facendo di “A Temporary Lapse of Heaven” un buon album rock, sincero, dalle tematiche pop, abbellendo il sound dell’intero lavoro con influenze rhythm and blues e melodie accattivanti e coinvolgenti emotivamente. Come anche i testi, che seguendo la tradizione musicale popolare, trattano tematiche comuni ai piu’, rendendo il disco un’opera accessibile a praticamente chiunque. La formula vincente di ogni produzione rock’n’roll.

Gabriele Ursino
https://play.spotify.com/album/0lFaTwBnnoVDBFqCb8XNGP

https://www.facebook.com/Boskovicmusic-179436975587011

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GIANLUCA BUONANNO (LN): QUARONA, EDIFICIO STORICO SOTTOPOSTO A VINCOLO ADIBITO AD ABITAZIONE DI 50 IMMIGRATI NIGERIANI. IL PREFETTO HA STUPRATO E TRADITO LA NOSTRA STORIA E LA NOSTRA CULTURA, SI VERGOGNI!!!

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Frazione di Valmaggiore, comune di Quarona in provincia di Vercelli, 170 abitanti di cui 41 bambini. Paesino di provincia in cui si lasciano ancora le porte aperti e i bambini giocare da soli in piazza, una pattuglia di carabinieri in 80 km, comprese aree montane.

A Valmaggiore vi è un edificio storico molto noto e caro alla popolazione, conosciuto come la “casa delle suore”. Forse al Prefetto non è sembrato vero e ha immediatamente dato disposizione affinché l’edificio venga adibito a rifugio ed abitazione di ca. 50 immigrati nigeriani (nessuna famiglia né donne con bambini) richiedenti asilo. Sempre meglio – avrà pensato il Prefetto – che ospitarli a casa sua o in Prefettura. Peccato che l’edificio risulti  registrato e sottoposto a vincolo. L’immobile in questione rientra tra i beni tutelati dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004 – Supplemento Ordinario n. 28.

Ma il Prefetto non deve sorvegliare sull’applicazione da parte delle autorità locali delle disposizioni normative nazionali? C’è qualcosa che non va…. la popolazione e i sindaci del territorio hanno richiesto un incontro ma Sua Eccellenza (si fanno ancora chiamare così, lo sapete?) rifiuta di riceverli. Allora carissima Eccellenza, io le dico che lei di eccellente non ha proprio nulla e che le sue disposizioni violano le nostre leggi e stuprano la nostra cultura e la nostra storia di cui lei se ne fotte e di cui offre prova manifesta di mancato rispetto.

Caro prefetto (con la P minuscola se non le spiace…), le prometto che mi impegnerò in tutte le sedi affinché le sue disposizioni ricevano il giusto sdegno e la giusta reprimenda. Ho presentato questa mattina un’interrogazione scritta urgente alla Commissione Europea per sollecitarne l’intervento. La tutela dei beni storici e culturali è condivisa da organismi internazionali di cui l’Italia è membro e non può essere certo stravolta a suo piacimento. Rispetti le nostre leggi e la cultura del nostro territorio, lei sta stuprando i nostri luoghi e la nostra storia, si vergogni!!!

Gianluca Buonanno

 

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UN BRILLANTE SARTO PER SIGNORA: EMILIO SOLFRIZZI IN SCENA AL TEATRO DELLA FORTUNA DI FANO

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Tornare al teatro della Fortuna è molto piacevole per me: suggestiva mi appare sempre la neoclassica sala degli spettacoli, intestata all’architetto modenese Luigi Poletti sul cui progetto fu eretta l’attuale struttura tra il 1845 e il 1863, sostituendo l’antico teatro omonimo che vide la luce tra il 1665 e il 1677, grazie al famoso scenografo fanese Giacomo Torelli.
Com’è noto, nella primavera del 1988 il teatro è stato riaperto al pubblico, dopo una chiusura di quasi 54 anni: lunghe e complesse sono state le operazioni di restauro che -pur rinnovando tutti gli impianti e le attrezzature tecniche- ne hanno preservato l’antico aspetto, elegante e signorile.
Varia e intensa è l’attività culturale che vi si svolge: opere, concerti ed una stagione di prosa promossa dal Comune e da Amat- Platea delle Marche. Iniziata il 16 ottobre con “Enrico IV” di Luigi Pirandello (diretto ed interpretato da Franco Branciaroli), è proseguita il 30 ottobre (repliche il 31 e il 1° novembre) con “Sarto per signora” di George Feydeau (Parigi, 1862- Reuil, 1921). Sulla scena Emilio Solfrizzi e Anita Bertolucci.

“Tailleur pour dames” (questo il titolo originario) è l’opera prima di Feydeau, figlio di Ernest-Aimè anch’egli autore di racconti di successo (“Fanny” nel 1858 e “Souvenirs d’une cocotte” nel 1872).
Georges in realtà non era solo un autore, ma un teatrante al quadrato: conosceva e scriveva di scene, luci e costumi trattandoli al pari di attori. Ci ha lasciato un nutrito carnet di circa cinquanta opere, alcune delle quali (“L’albergo del libero scambio”, La palla al piede”, “La dama di Chez-Maxim’s” e “Il tacchino”) sono state riadattate in napoletano da Eduardo Scarpetta, capostipite della famosa dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo.

Le sue opere sono caratterizzate da un ritmo quasi frenetico e basate sulla “matematica dell’effetto comico”, la cui popolarità superò anche quella del Maestro del genere, Eugène Labiche (membro dell’Accademie de France dal 1880), fino a quel momento l’esponente più importante e rappresentato del vaudeville, il genere teatrale nato in Francia a fine Settecento, caratterizzato da commedie leggere in cui alla prosa vengono alternate strofe cantate su arie conosciute (vaudevilles).
“Feydeau non parlava mai del suo teatro, componeva di nascosto, come un vizio. Il teatro era il suo vizio. E in esso riversava la sua umanità e la sua fantasia più folle”. Così il grande Jean Cocteau parlava del commediografo considerato – dopo Molière – uno dei più importanti autori della commedia francese.
Prodotto da ErreTiTeatro30, lo spettacolo porta la firma di Valerio Binasco per quanto attiene alla regia, la traduzione e l’adattamento teatrale. La scenografia è curata da Carlo De Marino, mentre i costumi sono di Sandra Cardini. Sotterfugi, equivoci, scambi d’identità, false scoperte, amori segreti: sono questi gli elementi base di questo divertente vaudeville, rappresentato per la prima volta al Théâtre de la Renaissance di Parigi, nel 1886. La commedia – ambientata nella capitale francese – narra le vicende del dottor Gérôme Molineaux, fresco di matrimonio ma attratto da altri lidi: cerca disperatamente un modo dove poter incontrare la donna del suo cuore, senza che la moglie ed il marito di lei ne vengano a conoscenza. A questo scopo, prende in affitto un appartamento, ignorando che questo era, in realtà, il famoso atelier di una sarta. Per salvare la faccia sarà quindi costretto a fingersi sarto per signore creando senza volere, una serie di esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della pièce (coniugi dei protagonisti inclusi). Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo.
L’ultimo atto porta a galla i molteplici adulteri ma nonostante ciò, la pièce si conclude con un ironico ritorno allo status quo iniziale: le infedeltà saranno fatte passare per semplici fraintendimenti sottolineando la tacita accettazione, da parte di tutti i personaggi, della menzogna sociale che li avvolge completamente.
“Feydeau è un poeta del comico, del tutto libero da tentazioni intellettualistiche. Nell’epoca che si preparava alla guerra, il teatro si trasformava in letteratura: Feydeau, invece, si rivolge agli attori e al pubblico. Sarto per Signora è una macchina velocissima, ma il meccanismo è delicato e minuzioso. Bisognerà stare attenti a non trascurare nemmeno il rumore della maniglia di una porta, perché è pensato per contribuire a quella sinfonia perfetta che sono i suoi copioni. Ma così è, quando si incontra il grande teatro scritto per il palcoscenico e per gli attori. L’unico teatro capace di creare pura gioia” – ha dichiarato alla stampa Binasco, di solito impegnato in riletture di classici o in nuove drammaturgie.
Applauditissimo il cast: brillante Solfrizzi, attrice di razza Anita Bartolucci, fanese, che per l’occasione gioca in casa.
“Il testo è potente, forte, scritto per il teatro e gli attori. Assieme a Binasco abbiamo scoperto che Feydeau si presta a molte riletture: ha scritto questo testo a 20 anni e la critica alla moralità del tempo ha tutta la ferocia che solo i vent’anni sanno restituire. La leggerezza non è affatto sinonimo di vuoto ma, nel senso filosofico, dimostra che l’elevarsi dalla pesantezza del terreno è cosa per pochi”- ha detto Solfrizzi, in occasione dell’incontro del cast con la stampa e la cittadinanza che si è svolto sabato pomeriggio nel foyer del teatro.

“Mi diverto molto in scena e guai se non lo facessi, perché mi ricompensa della grande fatica dello spettacolo. Il ritmo è incredibile e il vortice delle situazioni è incessante. E’ tutto un lanciarsi la palla, riprenderla, passarla. Un’esperienza decisamente fortunata”- ha concluso.
Da oltre un anno in tour nei più importanti teatri italiani, lo spettacolo è andato in scena, per quanto attiene alle Marche, al teatro “Gentile” di Fabriano il 25 ottobre scorso ed al “Lauro Rossi” di Macerata il 27 e 28. Dopo la parentesi fanese, andrà in scena al “Signorelli” di Cortona il 2 e 3 novembre prossimo e proseguirà al “Politeama Greco” di Lecce (13 novembre), al “Mercadante” di Altamura (15 novembre), al “Duse” di Bologna (dal 4 al 6 dicembre), al “Municipale” di Piacenza (dal 9 al 10 dicembre), al “Chiabrera” di Savona (dal 15 al 17), al Teatro della Pergola di Firenze (dal 28 dicembre al 6 gennaio 2016), al “Manzoni” di Pistoia (dall’8 al 10 gennaio), all’”Alfieri” di Torino (dal 21 al 24 gennaio), per concludere il tour al “Politeama” di Genova (dal 28 al 30 gennaio).

Paola Cecchini

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LE FOTOMODELLE DI MONDOSPETTACOLO: DEBORA GENTILE

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Ciao a tutti, sono Debora Gentile e vivo in un paesino in provincia di Pavia, sono una curvy model, ma anche una moglie e una mamma. Vivendo in un paesino ho imparato a non dar peso a critiche e commenti inutili e di poco conto, quello che importa é’ la mia felicità. I miei fans numero uno sono mio marito e mio figlio. In particolare, mi ritengo fortunata ad avere l’aiuto di mio marito, che spesso mi consiglia e commenta le mie foto. Faccio questo lavoro da 4 anni e ho lavorato con molti fotografi, con tutti ho avuto belle esperienze che mi hanno permesso di migliorarmi e di crescere nella mia professione di fotomodella. Mi reputo una persona fortunata perché svolgo un lavoro che mi mette a contatto con altre persone e mi permette di confrontarmi e di dare o ricevere un consiglio. Credo di essere una delle poche che non ha molti contatti con altre modelle, ma per il semplice motivo che sono una persona limpida e non amo le falsità e le ipocrisie. Sono un po’ lunatica, ma anche dolcissima. Nel salutarvi, ringrazio il direttore Alessandro Cunsolo per questa opportunità di promozione su Mondospettacolo.

Di seguito, una galleria con alcune mie foto, per vedere il mio portfolio completo e senza censura, vi invito a visionare il mio sito www.deboramodel.com

Per vedere tutte le foto della gallery, cliccate sulla foto qui sotto e attivate la Slideshow!

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Un grande Bacio e Buona Luce!

D.G.

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MISS STELLA DEL MARE 2015 SI VESTE DI GLAMOUR PER LA SERATA DI GALA. SI RIPARTE DA MALTA CON UNA PASSERELLA D’ECCEZIONE

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Ieri sera le aspiranti Miss sono state messe alla prova su ciò che più differenzia Miss Stella del Mare da altri concorsi di bellezza: attitudine, talento e personalità.
Le ragazze infatti hanno dovuto dimostrare, in 60 secondi, le loro capacità artistiche al pubblico e alla giuria presenti in teatro. Oltre alle classiche esibizioni di canto, ballo e recitazione sono emerse anche prove insolite tra le quali lezioni di sub, pillole di fitness e trucchi per realizzare una fotografia perfetta. La giuria d’eccezione era composta dalla madrina Ariadna Romero, dall’attore Gabriele Greco, dalla Miss Italia 2014 Clarissa Marchese e dal colosso dell’hair styling Zeo Baldi.
Come sempre non sono mancati i momenti di grande spettacolo grazie agli artisti del cast di quest’anno. In particolare la struggente interpretazione di Annalisa Minetti, di “Almeno tu nell’universo”, ha lasciato senza fiato l’intera platea.
4 novembre 2015. Porto di La Valletta. Oggi giornata interamente dedicata alla passerella. L’accademia sul mare vede infatti l’importante contributo di Ariadna Romero, Clarissa Marchese e del “velino” Pierpaolo Pretelli. Lezioni di gestualità, portamento e trucchi del mestiere, arricchiscono le qualità stilistiche dei fashion show delle ragazze.
Dopo un’intensa giornata di prove, le stelline si cimenteranno in quella che sarà la loro prima vera sfilata di moda; questa sera tutti i passeggeri di MSC Fantasia potranno apprezzare glamour ed eleganza tra i luccicanti gradini della hall.
Un quadro d’incanto in una cornice da Mille e una notte.
Roberto Aren

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