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Addio all’attore John Heard, papà in Mamma, ho perso l’aereo

E’ morto John Heard, noto caratterista del cinema americano e ricordato per il ruolo di papà McCallister nel film Mamma, ho perso l’aereo.

Come riporta il sito TMZ, l’attore 72enne è stato trovato morto venerdì in un hotel a Palo Alto, in California, dove si trovava dopo un piccolo intervento alla schiena subito mercoledì presso lo Stanford Medical Center. La polizia chiamata sul posto per un’emergenza medica ne ha constatato il decesso e ne sta accertando le cause, per ora ignote.

Quasi 180 titoli nella carriera di John Heard, dal ruolo per cui viene ricordato maggiormente, quello di Peter McCallister, papà del piccolo Kevin di Mamma, ho perso l’aereo a quello di Paul, antagonista di Tom Hanks in Big, fino al detective Vin Makazian de I Soprano, grazie a cui ottenne una nomination agli Emmy Awards nel 1999.

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Magda Georgiana: al White Fashion Night

Nella serata di giovedì 20 Luglio 2017, si è tenuta a Torino nella bellissima e suggestiva Piazza Vittorio, la Kermesse dedicata alla moda e alla bellezza organizzata dai creatori di Lookmania, sto parlando dei bravissimi hair stylist torinesi: Francesco Giandinoto e Pietro D’Aria.

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Il tema della serata è stato la bellezza in bianco, tanto è vero che le protagoniste e i protagonisti che a vario titolo hanno partecipato al divertentissimo evento,erano tutti rigorosamente vestiti di bianco.

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Guest star della serata è stata la fotomodella Magda Georgiana, che ha da subito conquistato l’attenzione dei numerosissimi fotografi, che l’hanno immediatamente paparazzata!

Ho chiesto a Magda le sue impressioni sulla serata:

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Ciao Magda, benritrovata su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex, sto benissimo e sono davvero contenta di aver partecipato a questa serata.

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Al tuo arrivo sei stata presa d’assalto dai tantissimi fotografi, che effetto ti ha fatto?

Come sai Alex, è da poco che ho intrapreso la carriera di fotomodella, ma ovviamente non posso che essere entusiasta ed emozionata per l’interesse che ho destato nei confronti dei fotografi presenti alla serata.

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Ti abbiamo vista con questo vestitino molto sexy e ti hanno vista anche gli automobilisti che attraversavano il ponte sul PO (rido).

Si Alex, davvero mi è venuto da ridere quando sentivo i clacson e i commenti al passaggio delle auto, mi aspettavo una città un po’ più fredda e invece…

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Magda, so che stai prendendo dei contatti nel mondo del cinema e del cabaret, insomma non vuoi fermarti solo alla fotografia giusto?

Certo Alex, tu mi conosci bene, ma sai anche che non posso e al momento non voglio dire di più, so solo che sono molto determinata nel raggiungere il mio scopo.

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Lo so lo so…e io come direttore di Mondospettacolo, non posso che essere felice, fiero e onorato dei tuoi successi, visto che in parte mi sento anche un po’ responsabile (n.d.r come direbbe Pippo Baudo ti ho scoperta io).

Magda, la nostra breve intervista termina qui, ti ringrazio come sempre per la tua disponibilità e ti auguro buon lavoro.

Grazie Alex, un saluto a te e a tutti i lettori di Mondospettacolo.

Alex Cunsolo

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Venezia 74: in giuria Jasmine Trinca, Gianni Amelio, Greta Scarano e Ricky Tognazzi

Comunicate le composizioni delle giurie della 74ª Mostra del Cinema di Venezia. Ad assegnare il Leone d’Oro accanto alla presidentessa Annette Bening ci sarà anche Jasmine Trinca, mentre Gianni Amelio presiederà Orizzonti, Greta Scarano farà parte di Venezia Opera Prima, e Ricky Tognazzi della Venice Virtual Reality presieduta da John Landis.

Sono state definite le composizioni delle quattro Giurie internazionali (Venezia 74, Orizzonti, Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, Venice Virtual Reality) della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (30 agosto – 9 settembre 2017), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

Venezia 74

Le personalità chiamate a fare parte della Giuria del Concorso di Venezia 74, oltre alla presidente, l’attrice statunitense Annette Bening, sono:

  • la regista e sceneggiatrice ungherese Ildikó Enyedi; con Il mio XX secolo vince la Caméra d’or per la miglior opera prima a Cannes e il film viene incluso tra i migliori 12 film ungheresi di tutti i tempi. In Concorso a Venezia nel 1994 con Magic Hunter e a Locarno nel 1999 con Simon mágus, con il suo ultimo film, On Body and Soul, ha vinto l’Orso d’Oro a Berlino nel 2017.
  • il regista, produttore e sceneggiatore Michel Franco; nato e cresciuto in Messico, è autore di cinque lungometraggi, quattro dei quali presentati a Cannes. Después de Lucía e Las hijas de Abril vincono rispettivamente il premio per il miglior film e il Premio della Giuria di Un Certain Regard, mentre Chronic, presentato in Concorso, vince il premio per la miglior sceneggiatura. Ha prodotto Desde allá di Lorenzo Vigas, Leone d’oro a Venezia nel 2015.
  • l’attrice inglese Rebecca Hall; si alterna tra Gran Bretagna e Stati Uniti dove ha lavorato con registi come Christopher Nolan, Steven Spielberg e Woody Allen, grazie al quale ottiene una nomination ai Golden Globe per Vicky Cristina Barcelona. È apparsa inoltre in The Town, Una promessa, Iron Man 3. Per la sua interpretazione di Christine, ottiene il plauso della critica e una serie di importanti riconoscimenti a livello internazionale.
  • l’attrice Anna Mouglalis, volto iconico del cinema francese d’autore. Ancora giovanissima, appare in La captive (2000) di Chantal Akerman. Diventa celebre in Italia grazie al suo ruolo in Romanzo criminale (2005) di Placido. Si divide tra Italia e Francia in film di autori quali Arnaud Desplechin, Mario Martone, Philippe Garrel, ed è nel cast di Gainsbourg (Vie héroïque), protagonista ai César 2011.
  • il critico cinematografico anglo-australiano David Stratton; ha diretto per quasi vent’anni il Sydney Film Festival e ha fatto parte delle giurie dei più importanti festival mondiali tra cui Venezia, Cannes e Berlino. Per vent’anni collaboratore di Variety, Stratton ha prodotto e condotto importanti show televisivi dedicati al cinema.
  • l’attrice Jasmine Trinca, una delle più importanti interpreti italiane della sua generazione. È stata protagonista in opere di Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, Michele Placido, i Taviani. Nel 2009 a Venezia ha vinto il Premio Marcello Mastroianni per Il grande sogno, mentre nel 2017 è stata miglior attrice di Un Certain Regard a Cannes per Fortunata. Ha inoltre vinto due Nastri d’argento.
  • Edgar Wright, regista e sceneggiatore inglese dell’iconica Trilogia del Cornetto, con Simon Pegg e Nick Frost, iniziata con L’alba dei morti dementi (2004), che ha rivitalizzato la parodia di genere. Nel 2010 ha diretto Scott Pilgrim vs. the World, originale esperimento tra cinema e fumetto. Attualmente è nelle sale Usa con Baby Driver – Il genio della fuga che sta ottenendo grande successo. Il film uscirà in Italia il 7 settembre.
  • il regista, produttore e sceneggiatore Yonfan; cosmopolita, cresciuto a Taiwan e attivo a Hong Kong, ha scritto, diretto e prodotto tutti e tredici i suoi film, tra i quali Breaking the Willow (2003) e Prince of Tears (2009), presentati a Venezia, il secondo in Concorso, contribuendo poi al progetto Venezia 70 – Future Reloaded. Ha lavorato con le maggiori star cinesi tra cui Maggie Cheung, Chow Yung-fat e Daniel Wu, lanciato con Bishonen.

La Giuria Venezia 74 assegnerà ai lungometraggi in Concorso i seguenti premi ufficiali:

Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Speciale della Giuria, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.

Orizzonti

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti è composta da:

  • il regista italiano Gianni Amelio (Presidente). Debutta al cinema con Colpire al cuore (1982), in Concorso a Venezia, dove vincerà il Leone d’oro nel 1998 con Così ridevano, tornandovi in seguito altre tre volte. Altre sue opere includono Il ladro di bambini (Gran premio della giuria a Cannes, 1992), Lamerica e Le chiavi di casa. Quest’anno La tenerezza è stato Nastro d’argento per il miglior film.
  • Rakhshan Banietemad, una delle più importanti registe iraniane, autrice di numerosi documentari e film di finzione come Under the Skin of the City e Our Times, opere fondamentali per il cinema iraniano. Nel 1995 The Blue Veiled vince il Pardo di bronzo a Locarno, mentre Tales riceve il Premio per la sceneggiatura a Venezia 71.
  • la regista statunitense Ami Canaan Mann, autrice di tre lungometraggi. Debutta nel 2001 con Morning, poi presenta Le paludi della morte in Concorso nel 2011 a Venezia, dove torna tre anni dopo con Jackie & Ryan, selezionato in Orizzonti. Ha diretto episodi di alcune serie TV tra cui Robbery Homicide Division e, più recentemente, Shots Fired e Sneaky Pete.
  • il regista, sceneggiatore e curatore irlandese-scozzese Mark Cousins. Ha realizzato numerosi documentari ed è celebre in particolare per il monumentale The Story of Film: An Odyssey, viaggio di 930 minuti nella storia del cinema. Anche autore di cortometraggi e opere sperimentali, è inoltre docente universitario e saggista. Il suo primo film di finzione è Stockholm, My Love del 2016.
  • lo sceneggiatore, architetto e curatore artistico argentino Andrés Duprat, che ha scritto le sceneggiature di L’artista (2008), El hombre de al lado (2010), Querida voy a comprar cigarrillos y vuelvo (2011) e Il cittadino illustre (2016), tutti film diretti da Mariano Cohn e Gastón Duprat. Il cittadino illustre ha permesso al protagonista Oscar Martínez di vincere la Coppa Volpi a Venezia. Andrés Duprat è curatore del Padiglione Argentina della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale Venezia.
  • la regista e sceneggiatrice belga Fien Troch. Esordisce nel lungometraggio nel 2005 con Someone Else’s Happiness presentato a Toronto, dove ritorna anche con il successivo Unspoken. Il suo ultimo film, Home, vince il Premio per la regia della sezione Orizzonti a Venezia nel 2016.
  • Rebecca Zlotowski, sceneggiatrice e regista francese, autrice di tre lungometraggi. Il suo primo film, Belle épine, viene presentato nel 2010 a Cannes, dove torna di nuovo nel 2013 con Grand Central in Un Certain Regard. Planetarium, opera del 2016 con Natalie Portman, è stato presentato Fuori Concorso a Venezia.

La Giuria Orizzonti assegnerà –  senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi:

Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio;

Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, è composta da:

  • il regista e sceneggiatore francese Benoît Jacquot (Presidente), più volte presente in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con Le septième ciel nel 1997, Pas de scandale nel 1999, L’intouchable nel 2006, grazie al quale la protagonista Isild Le Besco si aggiudica il premio Marcello Mastroianni, e 3 coeurs nel 2014.
  • il critico, professore e programmatore cinematografico inglese Geoff Andrew, a lungo redattore e prima penna di Time Out, nonché collaboratore di Sight & Sound. Andrew è stato il responsabile della programmazione del National Film Theatre (ora BFI Southbank) e consulente alla programmazione del London Film Festival.
  • Albert Lee, una delle figure più esperte e versatili dell’industria cinematografica di Hong Kong. Ha lavorato come produttore con registi quali Herman Yau, Dante Lam, Benny Chan e Jeff Lau. È conosciuto per la sua lunga collaborazione con il regista cinese Jiang Wen, iniziata nel 2007 con The Sun Also Rises, presentato in Concorso a Venezia.
  • l’attrice italiana Greta Scarano, protagonista nel film Senza nessuna pietà di Michele Alhaique, presentato a Venezia nel 2014, nella sezione Orizzonti. Premiata col Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro come rivelazione dell’anno per la sua interpretazione in Suburra di Stefano Sollima, Greta Scarano interpreta il personaggio di Elisa nella serie cult di Sky In Treatment.
  • Yorgos Zois, regista greco che ha lavorato come assistente di Theo Angelopoulos. Il suo primo corto, Casus Belli, viene presentato nel 2010 a Venezia, dove torna due anni dopo con Out of Frame che ottiene la nomination agli European Film Awards 2012, oltre a numerosi altri premi internazionali. Il suo primo lungometraggio, Interruption, è stato presentato nella sezione Orizzonti nel 2015.

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il produttore.

Venice Virtual Reality

La Giuria internazionale della sezione Venice Virtual Reality è composta da:

  • il regista John Landis (Presidente), figura chiave del cinema americano degli ultimi quarant’anni. Landis ha influenzato generazioni di cineasti grazie a film quali Animal House, The Blues Brothers, Un lupo mannaro americano a Londra e Una poltrona per due. Tutto in una notte, uno dei suoi film più celebri, verrà presentato quest’anno alla Mostra in versione restaurata. Nel 2008 John Landis è stato membro della giuria del Concorso, alla 65. Mostra del Cinema di Venezia.
  • Céline Sciamma, sceneggiatrice e regista francese. Naissance des pieuvres, sua opera prima, è stata presentata a Cannes nel 2007, così come Diamante nero sette anni dopo. È diventata celebre con il suo secondo lungo, Tomboy, presentato a Berlino e vincitore di numerosi premi. Tra le sue sceneggiature anche La mia vita da zucchina, candidato all’Oscar per l’animazione.
  • l’attore e regista Ricky Tognazzi. Ha vinto nel 1991 con Ultrà un Orso d’argento per la regia, ex aequo con Il silenzio degli innocenti, e un David nella stessa categoria, bissato due anni più tardi con La scorta, selezionato in Concorso a Cannes. Nel 2011 ha presentato a Venezia Tutta colpa della musica. Tra le sue interpretazioni, Una storia semplice e Caruso Pascoski di padre polacco.

La Giuria Venice Virtual Reality di Venezia 74 assegnerà i seguenti premi:

Miglior Film VR, Gran Premio della Giuria VR, Premio per la Migliore Creatività VR.

Venezia Classici

Inoltre, come già annunciato, il regista italiano Giuseppe Piccioni (Fuori dal mondo, Luce dei miei occhi, Questi giorni) sarà a Venezia 74 come Presidente della Giuria di studenti di cinema che assegnerà i premi Venezia Classici per il Miglior Film Restaurato e per il Miglior Documentario Sul Cinema.

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Tamara Brazzi intervista Vittorio Sgarbi: unico nella sua unicità…

 

Dopo diverse peripezie sono riuscita ad intervistare un personaggio che reputo “unico nella sua unicità: Vittorio Sgarbi.” Lo incontro a Barolo Collisioni e dopo aver ascoltato con grande interesse  la sua lectio illustrata riguardante  Il suo ultimo libro: ”Dall’ombra alla luce Da Caravaggio  a Tiepolo” lo intervisto in  una terrazza con  vista sulle  Langhe e con di sottofondo dei Placebo in concerto.

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Visto che sei stato assessore alla cultura, cosa faresti in Italia per rilanciare la cultura?

Dipende dove,  in quanto l’assessore è legato ai luoghi:   ad esempio quello che sta accadendo a Barolo è il segnale  di una situazione che può essere riprodotta in molti altre città,  perché questo  porta benessere  economico,  vitalità del territorio,  armonia  fra le cose relative all’arte,  alla letteratura,  alla gastronomia, al vino ect.

Questo è un buon modello che in un luogo piccolo determina una situazione che magari in grandi città non è realizzabile allo stesso modo,  per cui l’idea è di prendere riferimenti come Carlo Petrini (fondatore dell’associazione  slow food ),  Oscar Farinetti (fondatore della catena Eataly) e potenziarne l’impresa con riferimenti ai luoghi monumentali e  paesaggistici.  Anche se a volte le persone sono più attratte dai concerti e non tanto da iniziative artistiche.

(Devo dire che in questo caso la lectio di Vittorio ha fatto sold out  come platea rispetto ad altri ospiti, attori  o cantanti.)

Vorresti diventare ministro?

Colgo l’occasione per  dire che è una cosa plausibile visto che alle prossime elezioni, in carenza assoluta di proposte politiche che indicano qualcosa di riconoscibile, ho pensato di presentare una lista che si chiama Rinascimento,  che indica insieme un desiderio di rinascere ed anche quello di tenere conto dei valori della  storia,  e della grande civiltà artistica italiana che nel Rinascimento ha il suo momento più alto. Quindi non è remoto che io possa assumere un ruolo governativo (già avuto 16 anni fa).  Oggi non penso sia più facile, ma credo  esista uno spazio politico che anni fa non c’era,  perché prima i partiti  come “ Forza Italia, Democrazia Cristiana, Partito Democratico avevano all’epoca  un ‘incisività che oggi si èdecisamente affievolita.

 E proprio per questo credo che  una proposta nuova possa   avere un  richiamo forte.

Cosa pensi delle nomine museali affidate a stranieri   e poi fermate dal Tar ?

Ha ragione il Tar per  vari motivi.  Il patrimonio artistico italiano ha tanti studiosi italiani capaci,  anche se lo studioso può entrare   in un  museo straniero, ma non  con un  ruolo apicale.

Non esistono concorsi   per  magistrati, ambasciatori   dove partecipino anche gli stranieri.  Le  carriere direttive presuppongono che un paese sia orgoglioso di avere i propri cittadini ma questo non esclude che poi possano esserci consulenti od esperti stranieri.

 Come paese siamo  sempre stati aperti alla presenza di  persone di diversa  nazionalità  nei musei, ma nominarli direttori in modo così beffardo ha giustamente trovato nel Tar una limitazione, che  ribadisco, condivido.

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Un pensiero  su Einaudi ?

Una curiosità : aveva un castello  a Dogliani  dove si riunivano tutti i giovani “ scrittori e non “per elaborare proposte utili per la casa editrice.

Einaudi è stato un grande economista liberale e uno dei motori della cultura letteraria e filosofica italiana con una casa editrice che ancora oggi è attiva, ed il paradosso è che è diventata di Berlusconi.  Gli intellettuali di sinistra si sono trovati di fronte ad un capo che è anche il loro ideale nemico, anche se Berlusconi ha fatto l’editore senza modificare nulla.

Che visione hai del futuro a livello culturale?

Ho formato un partito  proprio per questo

E  sorride,  accarezzandosi i capelli ed io lo ringrazio per  la Sua disponibilità e lo lascio al “suo presente”.  Vittorio Sgarbi unico e sempre in viaggio, dove il tempo con lui non è mai Tempo.

Tamara Brazzi

 

 

 

 

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Anna Magnani, la vita e il cinema: una grande donna in mostra al Vittoriano

Imperdibile la mostra Anna Magnani, la vita e il cinema: una donna atipica in un posto insolito, per un mix meravigliosamente riuscito.

Il perfetto connubio

Anna Magnani, la vita e il cinema: dite la verità, avreste mai pensato di tuffarvi nel racconto artistico di una donna come la Magnani all’interno di una location austera come il Vittoriano? Io no! Una scelta davvero azzeccata questa del Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, che intende abbracciare identità illustri anche contemporanee che hanno fatto grande il nostro Paese e Anna Magnani ci rientra a pieno titolo. Questo piacevole percorso, per certi versi inedito, si potrà visitare dal 22 luglio al 22 ottobre presso la Sala Zanardelli, evento proposto dalla rassegna Il Vittoriano tra musica, cinema e architettura. La mostra è curata da Mario Sesti, regista giornalista e critico cinematografico, in collaborazione con la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia e con l’ Istituto Luce, che hanno offerto i loro archivi fotografici.

Qualcosa in più di una semplice mostra

L’esposizione si apre con i cinegiornali del Luce nella saletta accogliente posta all’ingresso della sala e già qui si annusa l’essenza di una artista che ha vissuto il suo lavoro a tutto tondo fra festival, manifestazioni di massa, mondanità ed attività sociali, con la piena fierezza dell’Italia del dopoguerra. A pochi passi da qui partono i fotogrammi in sequenza dei suoi film più famosi come Bellissima,Teresa Venerdì, Nella città l’inferno, La carrozza d’oro, Mamma Roma e il suo sguardo inconfondibile irrompe ovunque. Quegli occhi che sempre hanno spaccato lo schermo e in cui ci siamo riconosciuti un po’ tutti, quel temperamento ruvido e disperatamente vero che non ha mai nascosto il tormento interiore di Anna e che credo sia stato il marchio di fabbrica che l’ha resa insostituibile e non catalogabile, da Cinecittà ad Hollywood, rendendola unica. Ho apprezzato molto la scelta di arricchire l’esposizione con alcune frasi virgolettate impresse lungo il corridoio che accentuano la profondità della artista e della donna Magnani, aiutando l’interlocutore a comprenderla fin dentro la pancia, tanto sono penetranti: «Senza di me quaggiù si ferma tutto in casa mia. Purtroppo sono io il solo uomo di casa». Cosa c’è da aggiungere a questo concetto che già non emerga dalla composizione artistica dell’attrice? Non ha mai conosciuto suo padre, la madre la affida alla nonna ed alle zie per rifarsi una famiglia ad Alessandria d’Egitto, la sua vita sentimentale è costellata di uomini che la lasciano per altre donne o la abbandonano strada facendo. Sì, la sua arte nasce dal suo vissuto umano, lei non recitava mai difatti, nemmeno sui set.

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Anna Magnani - Mamma Roma
Anna Magnani in Mamma Roma

Tra scatti e proiezioni

L’itinerario continua attraverso una dimensione più intima che la vede tra le mura domestiche dove se ne sta sola per giorni e senza annoiarsi mai, come placidamente diceva. Dal piano rialzato della sala la documentazione fotografica prosegue nelle relazioni che hanno caratterizzato la storia della attrice, dagli scatti in compagnia del figlio Luca (nato dall’amore con l’attore Massimo Serato che non lo ha mai riconosciuto) a quello con Mimise Dotti moglie di Guttuso, poi con Alberto Sordi, Pier Paolo Pasolini, Aldo Fabrizi, Totò e ancora con Tennessee Williams amico fraterno, all’inaugurazione della boutique di Emilio Schuberth, con Elsa Martinelli recentemente scomparsa e con i suoi compagni Roberto Rossellini, Anthony Franciosa, Marlon Brando e Goffredo Alessandrini, l’unico con cui si sposò, nel 1935, fino alla separazione 5 anni dopo. Il circuito termina così come è iniziato, con altri splendidi scatti cinematografici e comprende la proiezione di un documentario delle Teche Rai che va in loop, purtroppo però a volume troppo basso. La rassegna si arricchisce anche di appuntamenti serali al chiaro di luna nella magnifica Terrazza Italia del Vittoriano dove saranno infatti proiettati tre film cult per tre lunedì consecutivi: Bellissima di Luchino Visconti (24 luglio ore 21.00), Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (31 luglio ore 21.00) e L’Amore di Roberto Rossellini (7 agosto ore 21.00). Un progetto completo, ben strutturato.

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Anna Magnani - L'Oscar
La Magnani con l’Oscar vinto nel 1956 per La rosa tatuata

L’ingresso è libero, ma un costo c’è…

La mostra è visitabile gratuitamente, è aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.00, ed la consiglio a tutti semplicemente perché ti mette di fronte ad una personalità che non può lasciare indifferente nessuno. Si paga comunque un prezzo per visitarla, quello cioè di percepire forti e chiare le belle sfumature di Anna. Anna Magnani, la vita e il cinema dal 22 luglio al 22 ottobre presso Il Vittoriano.

Voto 8

Federica Palazzo

 

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Magna Graecia FF: a Catanzaro Tim Roth, Edoardo Leo e Scamarcio

Il Magna Graecia Film Festival torna per la sua 14ª edizione con un programma ricco di proiezioni e ospiti, da Tim Roth a Riccardo Scamarcio, da Edoardo Leo e Greta Scarano, da Michele Placido a tanti protagonisti della commedia italiana di oggi. A Catanzaro dal 29 luglio al 5 agosto.

Si tiene a Catanzaro, dal 29 luglio al 5 agosto 2017 la quattordicesima edizione del Magna Graecia Film Festival (sito ufficiale), nella suggestiva location del porto marinaro. La kermesse cinematografica, ideata e diretta da Gianvito Casadonte, si conferma sempre più internazionale grazie ai grandi nomi degli ospiti internazionali attesi.

Nei giorni del Festival, infatti, presenza speciale sarà quella di Tim Roth, attore che ha ottenuto nel 1996 la nomination al Premio Oscar per “Rob Roy” di Michael Caton-Jones e ha interpretato tanti film di successo, da “Le iene”, “Pulp Fiction” e “The Hateful Eight”, di Quentin Tarantino a “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore e “The Million Dollar Hotel” di Wim Wenders. Al festival, Tim Roth riceverà il Magna Graecia Award, realizzato dall’orafo calabrese Michele Affidato. Nell’occasione verrà proiettato “Chronic“, l’ultimo film realizzato dall’artista come regista, dedicato al tema dell’anoressia e Roth terrà anche una masterclass, lunedì 31 luglio, durante la quale incontrerà il pubblico e, in particolare, gli appassionati di cinema e recitazione. Dopo il successo dello scorso anno, infatti, ritornano a grande richiesta le masterclass con i personaggi del Festival. Le date delle altre Masterclass, che si terranno nel centro storico della città, sono: Riccardo Scamarcio e la regista Patricia Riggen il 30 luglio, Bianca Nappi l’1 agosto e Michele Placido il 5.

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Tim Roth
Tim Roth, ospite d’onore del festival

Tra i numerosi ospiti e film previsti nel programma del Magna Graecia 2017, “Smetto quando voglio – Masterclass“, che sarà presentato in apertura di festival dal regista Sydney Sibilia e dai protagonisti Edoardo Leo, Libero De Rienzo, Greta Scarano e Marco Bonini. Quindi, il regista Andrea De Sica che presenteràI figli della notte, fresco del Nastro d’Argento vinto come miglior regista esordiente e il regista Giuseppe Alessio Nuzzo e l’attore Massimo Poggi, che presenteranno il thriller psicologico, “Le verità”. Martedì 1 agosto la proiezione del film Ovunque tu sarai, presentato dal regista Roberto Capucci e dall’attore/sceneggiatore Francesco Apolloni. Quindi, il regista Enrico Lando, l’attore/sceneggiatore Luigi Luciano – in arte Herbert Ballerina – e l’attore Ernesto Mahieux saranno i portabandiera del film comico Quel bravo ragazzo. Reduce dal recente successo al Festival di Cannes, sbarca al festival “Sicilian Ghost Story“, di Fabio Grassadonia – che sarà presente a Catanzaro – e Antonio Piazza, ispirato alla sparizione e all’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Quindi, la proiezione del docu-film “Resilienza”, alla presenza del regista Paolo Ruffini e, in chiusura di festival, la proiezione del film “I peggiori“, alla presenza del regista Vincenzo Alfieri e dei protagonisti Lino Guanciale, Ernesto Mahieux e Francesco Paolantoni.

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Il cast di Smetto quando voglio - Masterclass
Edoardo Leo e il cast di Smetto quando voglio – Masterclass

Tra gli altri ospiti, l’attrice Roberta Mattei (Non essere cattivo; Veloce come il vento; La ragazza del mondo), che riceverà il premio Colonna d’Oro come miglior attrice emergente e l’attrice Claudia Potenza, che sarà premiata per la sua interpretazione nel film dedicato a Paolo Bosellino. Prestigiosa la presenza dell’archeologo di fama mondiale Zahi Hawass che martedì 1 agosto presenterà il dramma “Il loto e il papiro”, scritto da Francesco Santocono. Madrina di quest’anno, uno dei volti nuovi e più promettenti del cinema e della televisione italiana: Giulia Elettra Gorietti, che ha girato diversi lungometraggi per il grande schermo (Suburra, La cena di Natale) oltre a serie tv (Solo per amore). L’edizione 2017 è dedicata al ricordo di uno degli interpreti italiani più conosciuti e apprezzati: Marcello Mastroianni, che il 28 luglio sarà protagonista, nel centro storico di Catanzaro di una mini-retrospettiva con il film Una giornata particolare, organizzata in collaborazione con il cinema teatro Comunale, il cineforum CinemaZaro e la Casa del Cinema e la Cineteca della Calabria.

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Giulia Elettra Gorietti
Giulia Elettra Gorietti, madrina del festival

La Giuria del Magna Graecia 2017, il cui presidente onorario rimane il compianto Ettore Scola, sarà composta da Alessandro Haber, Sebastiano Somma, Antonello Fassari, Gianfrancesco Lazotti e Tonino Zangardi. I premi di quest’anno saranno, come sempre, le Colonne d’Oro di Michele Affidato, mentre i riconoscimenti collaterali saranno a cura della ceramista Francesca Ciliberti. Tra proiezioni, dibattiti, aperitalk, masterclass e presentazioni di libri, sarà un’altra intensa ed indimenticabile edizione. Importanti e significative le partnership realizzate quest’anno con tante realtà del territorio, da Slow Food aLegambiente, da Confartigianato alla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercenti).


PROGRAMMA MAGNA GRAECIA FF 2017

 

SABATO 29 LUGLIO

Ore 11.30 – Hotel Perla del Porto

Conferenza stampa di apertura con il direttore artistico Gianvito Casadonte e la madrina del Festival, Giulia Elettra Gorietti.

Presenti alcuni giurati: Sebastiano Somma, Antonello Fassari, Alessandro Haber.

Presente anche il regista Sidney Sibilia e gli attori Edoardo Leo, Libero De Rienzo, Greta Scarano e Marco Bonini per il film Smetto quando voglio – Master class.

Ore 21.30 – Red carpet, proiezione film Smetto quando voglio – Masterclass di Sydney Sibilia. A seguire dibattito.

DOMENICA 30 LUGLIO

Ore 11.30 – Hotel Palace

Conferenza stampa con Gianvito Casadonte e Roberta Mattei che riceverà nel serale la Colonna d’Oro come giovane attrice emergente.

Ore 12.00 – Hotel Palace

Conferenza stampa con il regista e attore Tim Roth.

Ore 17.30 – Museo Marca – Master Class con la regista Patricia Riggen. A seguire Master Class con Riccardo Scamarcio.

Ore 21.30 – Red carpet, premiazione Tim Roth, proiezione film I figli della notte di Andrea De Sica. A seguire dibattito.

 

LUNEDI’ 31 LUGLIO

Ore 12 – Hotel Perla del Porto

Conferenza stampa con Gianvito Casadonte e il regista Andrea De Sica per il film I figli della notte.

Ore 17 – Cinema Teatro Comunale – Proiezione film Chronic di Tim Roth – A seguire Master Class con Tim Roth.

Ore 21.30 – Red carpet, premiazione Patricia Riggen, proiezione film Le verità di Giuseppe Alessio Nuzzo. A seguire dibattito.

 

MARTEDI’ 01 AGOSTO

Ore 12 – Hotel Perla del Porto

Conferenza stampa con Gianvito Casadonte, il regista Giuseppe Alessio Nuzzo e l’attore Massimo Poggi per il film Le verità.

Presente anche l’attrice Bianca Nappi che farà anticipazione sul film in uscita il 24 agosto Taranta on the road che la vede tra i protagonisti.

Alle 17.00 – Hotel Perla del Porto – Master Class con Bianca Nappi.

Ore 19.00 – Hotel Perla de Porto – Presentazione dramma Il loto e il papiro con la straordinaria presenza dell’egittologo Zahi Hawass.

Ore 21.30 – Red carpet, proiezione film Ovunque tu sarai di Roberto Capucci. A seguire dibattito.

 

MERCOLEDI’ 02 AGOSTO

Ore 12 – Hotel Perla del Porto – Conferenza stampa con Gianvito Casadonte, il regista Roberto Capucci e l’attore, nella veste anche di sceneggiatore, Francesco Apolloni per il film Ovunque tu sarai.

Ore 21.30 – Red carpet, proiezione film Quel bravo ragazzo di Enrico Lando. A seguire dibattito.

 

GIOVEDI’ 03 AGOSTO

Ore 12 – Hotel Perla del Porto – Conferenza stampa con Gianvito Casadonte, il regista Enrico Lando, l’attore, nella veste anche di sceneggiatore, Luigi Luciano (in arte Herbert Ballerina) e l’attore Ernesto Mahiuex per il film Quel bravo ragazzo.

Ore 17.30 – Cinema Teatro Comunale – Conferenza stampa con Gianvito Casadonte e il regista Fabio Grassadonia per il film Sicilian Ghost Story.

Ore 18.00 – Cinema Teatro Comunale – Proiezione docu-film Resilienza di Paolo Ruffini, con la presenza del regista.

Ore 21.00 – Red carpet, proiezione film Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. A seguire dibattito.

VENERDI’ 04 AGOSTO

Ore 12 – Hotel Perla del Porto – Conferenza stampa con Gianvito Casadonte, l’attrice Claudia Potenza (riceverà premio per l’interpretazione nel film dedicato al giudice Paolo Borsellino, Era d’estate) e il giurato Gianfrancesco Lazotti.

Ore 21.30 – Red carpet, proiezione film I peggiori di Vincenzo Alfieri. A seguire dibattito.

SABATO 05 AGOSTO

Ore 12 – Hotel Perla del Porto – Conferenza stampa con Gianvito Casadonte, il regista Vincenzo Alfieri, gli attori Lino Guanciale, Ernesto Mahieux e Francesco Paolantoni per il film I peggiori.

Ore 18 – Museo del Rock – Master Class con Michele Placido.

Ore 21.30 – Area Porto – Premiazioni.

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Recensione: passione auto nel docu-film Motori ruggenti, aspettando Cars 3

In attesa del nuovo gioiello Disney Pixar Cars 3, ecco Motori ruggenti, il docu-film di Marco Spagnoli sulla passione per le automobili, al cinema solo il 25 e il 26 luglio.

Motori ruggenti è un docu-film che arriva nelle sale cinematografiche il 25 il 26 luglio, anticipando l’uscita di Cars 3, il film d’animazione prodotto da Disney Pixar giunto al suo terzo capitolo dopo i successi in Italia e negli Stati Uniti, con incassi record, due Golden Globe e molti altri premi. Motori ruggenti – 95 anni di velocità e passione per le auto in Italia, scritto e diretto da Marco Spagnoli, si può definire quasi un backstage del film d’animazione, in cui si parla di passione, velocità e tradizione: ingredienti che hanno spinto i produttori americani a prendere spunto dall’esempio italiano delle auto che hanno fatto la storia e, tramite queste, realizzare il cartoon. Uno dei produttori rimasto affascinato dalla tradizione italiana è stato John Lasseter (direttore creativo Walt Disney), il quale nel documentario enfatizza il richiamo alla passione, come qualcosa di straordinario, sin dalla realizzazione della 500 A “Topolino” fino alla Ferrari. Cars 3 uscirà al cinema il 14 settembre.

L’automobile tra cultura e innovazione tecnica

Motori ruggenti ha chiarito e illustrato la convergenza tra la storia dell’automobile e il suo ruolo sociale, proponendo l’insieme sotto forma di cartone animato, in questo caso Cars 3. L’utilizzo sia degli archivi nazionali (come l’istituto Luce, l’archivio del Centro Sperimentale) o archivi personali (come le foto dei vari piloti automobilistici che sono entrati nella storia per i loro primati), hanno reso il documentario interessante e mai pesante. Anche il punto di vista storico (espresso sapientemente all’interno del documentario dallo storico Federico Paolini) non si è soffermato su un determinato periodo, ma ha posto l’accento sullo sviluppo di tematiche sociali importanti, ad esempio il ruolo della donna la quale solo negli anni ’60 può mettersi alla guida e decidere di sua spontaneità dove, come e quando partire; il distacco dal provincialismo, perché l’automobile permetteva di andare in città a comprare o vedere delle novità che in provincia ancora non esistevano. In questo quadro storico non manca il richiamo ai progetti futuri, firmati dall’ingegneria italiana, che prevedono una guida autonoma, tramite droni e satelliti. A seconda delle epoche è mutato anche il significato che ha assunto l’automobile, vista non solo come mezzo di trasporto, ma come un elemento fondamentale della vita, soprattutto nel contesto italiano: alla fine XIX secolo, nascono le prime fabbriche di automobili in Italia (a Torino, Milano, Firenze, Ferrara, Napoli, Trieste, Roma), come la FIAT, Maserati, Lancia, Alfa. Con Marinetti, pioniere e scrittore del futurismo italiano, l’automobile diventa l’emblema di questa nuova corrente letteraria e filosofica che elogiava il progresso, il motore come rivoluzione della società. Dal 1909 le fabbriche aumentano, fino ad arrivare alla nascita di marchi come Ferrari e Lamborghini.  La velocità massima dei veicoli raggiungeva i 20Km/h, tuttavia proprio da lì è partita la svolta, sia dal punto visto tecnologico che culturale e storico. Le abitudini cambiano e negli anni ’30 l’automobile rappresenta uno status symbol della classe media, soprattutto con la Fiat 500 A “Topolino”, l’utilitaria più amata dalle famiglie italiane.

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Motori ruggenti
FIAT 500 “A TOPOLINO” nella versione di Cars

Un cast di campioni e appassionati

Motori ruggenti ha un cast d’eccezione, composto dai piloti Giancarlo Fisichella (campione di Formula 1) e Prisca Taruffi (campionessa di rally), lo storico Federico Paolini e tanti altri attori e attrici che hanno dato un contributo, tramite foto o testimonianze, di quello che in Italia è stato l’avvento dell’automobile, simbolo nazionale di libertà e innovazione. Una delle attrici che ha contribuito alla realizzazione del documentario, insieme a Fabio Troiano ed Edoardo Leo, è Matilda De Angelis, la protagonista del film Veloce come il vento (appassionata sin da piccola di automobili) che enfatizza l’anima che anche un mezzo come la macchina può suscitare, sostenendo che anche un’auto può essere categorizzata in femmina o maschio, rispetto al colore o alla forma, ad esempio. Ed è proprio questo che il regista di Cars 3, Brian Fee, ha messo in azione all’interno del suo film di animazione: l’anima delle auto, disegnate ad hoc e arricchite di particolari che saltano subito all’occhio, come a dire “ecco, quella è una 500”. In Cars 3, Saetta McQueen è il mito che non tramonta mai, anche se si troverà a dover fronteggiare avversari più giovani. Come accade nel corso della storia delle automobili, in cui la tradizione, il design e la tecnologia italiana ha sempre dato filo da torcere alla concorrenza estera in ambito automobilistico. Infatti, come afferma il prof. Federico Paolini nella conferenza stampa: «l’automobile rappresenta il Paese e anche la contraddizione del nostro popolo: mai troppo bravi a parlare bene di noi, ma poi alla fine capaci di fare delle cose che restano a lungo nella storia».

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Motori ruggenti
Marco Spagnoli, Prisca Taruffi, Giancarlo Fisichella, Federico Paolini, Massimiliano Manfredi (voce di Saetta McQueen)

Motori ruggenti per grandi e piccini

Le automobili hanno sempre avuto un ruolo centrale nella vita dell’uomo; in Italia la passione per le macchine ha permesso di ampliare le conoscenze e dedicare all’auto un riconoscimento importante: i bambini giocano con le automobili in miniatura, i grandi collezionano le auto d’epoca come dei gioielli da conservare gelosamente. Cars 3 ha riscosso particolare successo grazie alla simpatia che le auto assumono all’interno del cartone; i bambini vedono, in questo modo, le auto vicino al loro mondo. Il documentario Motori ruggenti non è solo un insieme di riferimenti storici, ma un manuale che grandi e piccini possono guardare per capire cosa può rappresentare veramente un’automobile, al di là della tecnica e della mobilità. Inoltre, i campioni automobilistici, Priscia Taruffi e Giancarlo Fisichella, personificano la vera e propria passione per le automobili, esercitata tramite lo sport. Entrambi concordano sul fatto che, nel loro caso, la passione è stata ereditata ed è stata da sempre la spinta che ha portato loro a realizzare i propri sogni, rispettando comunque i limiti e impegnandosi al massimo. Quindi, un documentario che riporta al suo interno una lezione di vita a cui, soprattutto i più piccoli, possono attingere.

Motori ruggenti uscirà nelle sale il 25 e il 26 luglio, distribuito da Walt Disney Company Italia.

Voto 8

di Federica Prezioso

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Box Office: dietro Spider-Man e le scimmie, bene USS Indianapolis

Quarto appuntamento di luglio con la rubrica Box Office Weekend e gli incassi del fine settimana al cinema: sempre in testa lo spassoso Spider-Man: Homecoming e il riflessivo The War – Il pianeta delle scimmie, discreto esordio per USS Indianapolis e ottimo quello di Prima di domani, che ottiene il miglior risultato.

Vetta invariata in testa alla classifica del week-end cinematografico, con Peter Parker e Cesare a contendersi il primato. La spunta ancora una volta Spider-Man: Homecoming (leggi la recensione), che resta primo per la terza settimana consecutiva grazie ad un incasso di 720 mila euro (poco più della metà di 7 giorni fa) in 653 sale, con una media-copia di 1.103 euro, e un totale italiano di quasi 6 milioni e mezzo. Negli Stati Uniti Tom Holland & soci sono invece scivolati addirittura al terzo posto con i 22 milioni di dollari raccolti nel fine settimana (sfondando quota 250 milioni), battuti dagli esordi di Dunkirk (50,5 m) e Girls Trip (31,2 m). 575 milioni raccolti complessivamente da Spidey nel mondo.

Conferma quindi il suo secondo posto The War – Il pianeta delle scimmie (leggi la recensione), con un incasso di 569 mila euro su 580 schermi e una media scesa a 980 euro. Quarto posto negli USA per Cesare e le sue scimmie, con 20,8 milioni e un totale di 98 (177 nel mondo), numeri non proprio esaltanti. Esordisce in terza posizione il poco emozionante USS Indianapolis (guarda il trailer) con Nicolas Cage, che porta a casa 265 mila euro in 264 sale (media 1.006 euro), uscito negli USA lo scorso ottobre direttamente su iTunes e Amazon. Battuto per 1.500 euro l’altro esordio, in quarta posizione, del film a base di loop temporale Prima di domani (guarda il trailer) con 264 mila euro ottenuti su 210 schermi, che ottiene però con la miglior media di tutto il week-end: 1.257 euro. Dopo i due blockbuster e le due nuove uscite si passa direttamente agli 82 mila euro del brutto Transformers – L’ultimo cavaliere (guarda il trailer), che in Italia ha superato i 4 milioni e mezzo, ma che negli USA ha incassato la metà (127 milioni) del precedente capitolo (245 m), risultando di gran lunga il meno visto della saga, pur essendo il più costoso. Situazione migliore a livello mondiale, dove gli Autobot di Optimus Prime raggiungono quota 550 milioni di dollari.

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Tom Sizemore e Nicolas Cage in USS Indianapolis
Tom Sizemore e Nicolas Cage in USS Indianapolis

Si conferma al sesto posto con 45 mila euro scarsi l’horror Wish upon (guarda il trailer), seguito dal thriller 2:22 – Il destino è già scritto (leggi la recensione) con 39 mila euro. Scende in ottava posizione l’altro thriller Black butterfly (leggi la recensione) con Antonio Banderas che si conferma però un flop, con appena 260 euro di media, mentre la Top Ten si chiude con le altre due nuove uscite della settimana: nono posto per lo sgangherato reboot dei CHIPS (guarda il trailer) con 31 mila euro e decimo per l’animation Savva (guarda il trailer) con 107 mila euro. Fuori dalla Top Ten La Mummia (leggi la recensione), all’11° posto e faticosamente arrivato ai 4 milioni e mezzo italiani (80 scarsi negli USA e 390 nel mondo), Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (leggi la recensione), al 12° posto e a quota 765 milioni nel mondo, e ancora fuori addirittura dalla Top 20 Wonder Woman (leggi la recensione) che negli USA è prossimo ai 390 milioni, risultando il secondo maggior incasso dell’anno dietro a La bella e la bestia. A proposito di Stati Uniti, da segnalare il sonoro flop del fantascientifico Valerian e la città dei mille pianeti (guarda il trailer) di Luc Besson, quinto con appena 17 milioni di dollari e una media molto, molto bassa (4.787 dollari contro i 13.579 del battistrada Dunkirk).

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Michael Pena e Dax Shepard in CHIPS
Michael Pena e Dax Shepard in CHIPS

Di seguito la classifica completa dei primi 20 incassi di questo fine settimana cinematografico. Appuntamento a lunedì prossimo con la nuova puntata di Box Office Weekend!

di Ivan Zingariello

 

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box-office


Classifica incassi weekend 20-23 luglio 2017

1

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Spider-Man: Homecoming

Spider-Man: Homecoming

  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Settimane: 3
  • Inc. weekend: €720.617
  • Schermi: 653
  • Inc. totale: €6.476.591

2

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The War - Il Pianeta delle Scimmie

The War – Il pianeta delle scimmie

  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €568.900
  • Schermi: 580
  • Inc. totale: €2.197.040

3

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USS Indianapolis

USS Indianapolis

  • Distribuzione: M2 Pictures
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €265.667
  • Schermi: 264
  • Inc. totale: €298.570

4

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Prima di domani

Prima di domani

  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €264.104
  • Schermi: 210
  • Inc. totale: €305.518

8

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Transformers: L'Ultimo Cavaliere

Transformers – L’ultimo cavaliere

  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Settimane: 5
  • Inc. weekend: €82.076
  • Schermi: 163
  • Inc. totale: €4.557.217

5

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Wish Upon

Wish Upon

  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €44.840
  • Schermi: 84
  • Inc. totale: €159.559

6

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2:22 - Il destino è già scritto

2:22 – Il destino è già scritto

  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Settimane: 4
  • Inc. weekend: €39.585
  • Schermi: 72
  • Inc. totale: €881.678

7

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Black Butterfly

Black Butterfly

  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €35.720
  • Schermi: 137
  • Inc. totale: €159.792

9

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CHiPs

CHIPS

  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €31.642
  • Schermi: 59
  • Inc. totale: €31.642

10

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Savva

Savva

  • Distribuzione: Whale Pictures
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €27.027
  • Schermi: 107
  • Inc. totale: €27.027

11

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La Mummia

La Mummia

  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Settimane: 7
  • Inc. weekend: €23.111
  • Schermi: 49
  • Inc. totale: €4.497.278

12

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Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar

Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar

  • Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
  • Settimane: 9
  • Inc. weekend: €20.806
  • Schermi: 31
  • Inc. totale: €12.371.846

13

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Parigi può attendere

Parigi può attendere

  • Distribuzione: Good Films
  • Settimane: 6
  • Inc. weekend: €18.134
  • Schermi: 13
  • Inc. totale: €175.655

14

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Baby Boss

Baby Boss

  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Settimane: 14
  • Inc. weekend: €16.913
  • Schermi: 38
  • Inc. totale: €6.961.392

15

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The Dinner

The dinner

  • Distribuzione: Videa-CDE
  • Settimane: 10
  • Inc. weekend: €13.946
  • Schermi: 9
  • Inc. totale: €523.554

16

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Tutto quello che vuoi

Tutto quello che vuoi

  • Distribuzione: Teodora Film
  • Settimane: 11
  • Inc. weekend: €11.207
  • Schermi: 14
  • Inc. totale: €936.800

17

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Civiltà Perduta

Civiltà perduta

  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Settimane: 5
  • Inc. weekend: €10.787
  • Schermi: 22
  • Inc. totale: €596.947

18

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Fortunata

Fortunata

  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Settimane: 10
  • Inc. weekend: €10.205
  • Schermi: 12
  • Inc. totale: €1.922.570

19

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Quello che so di lei

Quello che so di lei

  • Distribuzione: BIM distribuzione
  • Settimane: 8
  • Inc. weekend: €8.728
  • Schermi: 51
  • Inc. totale: €275.174

20

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Il Diritto di Contare

Il diritto di contare

  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Settimane: 20
  • Inc. weekend: €7.579
  • Schermi: 15
  • Inc. totale: €2.793.903

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32a Settimana Internazionale della Critica: presentati i film in concorso a Venezia

Presentato dal Delegato Generale Giona A. Nazzaro il programma della Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela della 74ª Mostra del Cinema di Venezia.

Tutto pronto per la 32a edizione della Settimana Internazionale della Critica (SIC), presentata a Roma dal suo Delegato Generale, lo scrittore e critico cinematografico Giona A. Nazzaro:

Il cinema riesce sempre a smentire quanti lo danno periodicamente in fin di vita o privo di idee. Al contrario, raramente il cinema è apparso più ricco di energia, possibilità, e potenzialità. Non esistono annate più o meno ricche. Il cinema non dipende – ancora – da fattori climatici. La moltiplicazione delle opportunità di accesso alla produzione, la diversificazione delle modalità di narrazione e la decentralizzazione dei luoghi dove si creano occasioni di sostegno per i cineasti emergenti, fanno sì che le mappe di navigazione del programmatore si riscrivano in continuazione. E, soprattutto, emergono con molta più facilità che in passato interlocutori sempre nuovi e motivati. Eccesso di ottimismo? Forse. Ma, se si deve peccare, che si pecchi per generosità, entusiasmo piuttosto che per pigrizia o prevedibilità. Dopo i risultati entusiasmanti ottenuti dai film della trentunesima edizione, titoli che hanno viaggiato in lungo e largo, raccogliendo premi e consensi, totalizzando complessivamente un centinaio di festival in poco meno di dodici mesi (senza contare la presenza al MoMa di due titoli della selezione in New Directors/New Films), la sfida principale da raccogliere e affrontare era, ovviamente, non ripetersi. Come dire? Il “secondo difficile film”. Tenere alto un progetto di linea editoriale in una sorta di “continuità discontinua” (se ci è perdonato l’ossimoro). Continuare a dissodare il terreno del possibile senza abbandonare il gusto della ricerca. Inteso proprio come il piacere di cercare i film. Cercare quei film in grado di mettere tutto in discussione, rimettere in discussione lo sguardo, creare le condizioni per viaggiare ancora una volta (l’importante – come sosteneva Jack Kerouac – è mettersi in movimento) e, soprattutto, essere disponibili allo stupore. Piuttosto che chiudersi nella cittadella delle proprie convinzioni, mettersi in gioco, rischiare. Il cercare, dunque, è parte integrante del piacere. Evocare i film che ancora non esistono se non come desiderio di chi li cerca e desidera. Da figli di Rossellini il cinema non può che essere nel mondo e del mondo. Scegliere film significa, per noi, riannodare il filo dei racconti possibili. Una posizione politica, in fondo. Ma non ideologica. Piuttosto una possibilità di seduzione. Un guardarsi come un gioco della scoperta. Non a caso la selezione della trentaduesima edizione della Settimana Internazionale della Critica si presenta – ma non era un progetto, un’intenzione – come una proposta fortemente al femminile. Il riposizionamento cui accennavamo si presenta anche come una messa in discussione del tradizionale monopolio maschile nei confronti dei mezzi di produzione. Ma non come banale ribaltamento politicamente corretto di un discorso di quote. Semmai nel segno di un’urgenza e di un desiderio che sorprende e rimette in discussione equilibri e poteri. Per questo motivo abbiamo scelto come film d’apertura Pin Cushion di Deborah Haywood, favola nerissima di formazione proletaria dove Angela Carter e Ken Loach si tendono la mano. Silvia Luzi e Luca Bellino con Il cratere compiono un viaggio sorprendente nello sguardo di un padre che sogna la figlia come diva neomelodica. Helena Wittman con l’ipnotico Drift ripensa sguardo e materia del femminino mentre Annika Berg in Team Hurricane si fionda nel piacere e nella violenza con la quale le adolescenti giocano da native digitali con le immagini in movimento. Sarah joue un loup garou, della svizzera Katharina Wyss, offre un ritratto della sete d’infinito di un’adolescente tesa fra Wagner e Shakespeare mentre Natalia Garagiola in Temporada de caza (Hunting Season) affronta senza timore un universo di maschi in lotta fra loro misurando il mondo con un’energia fisica di rara intensità. Intensità di cui la Luisa Ranieri interprete di Veleno, secondo film di Diego Olivares, evento di chiusura, possiede in enorme quantità. Körfez (The Gulf) di Emre Yeksan reinventa il paesaggio politico della Turchia odierna creando un racconto ellittico e ricco di echi. Les Garçons sauvages (The Wild Boys), invece, del talentuoso Bertrand Mandico evoca il sogno di un manipolo di capitani coraggiosi fra Genet e Kipling dove la posta in palio non può che essere perdere il proprio corpo per ritrovare il mondo. Il cinema è in crisi? Non dalle parti della SIC.

Giona A. Nazzaro – Delegato Generale | 32. Settimana Internazionale della Critica

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32a Settimana Internazionale della Critica - presentazione
La presentazione alla Casa del Cinema di Roma

La 32ª Settimana Internazionale della Critica

La Settimana Internazionale della Critica (SIC) è una sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2017) e composta da una selezione di sette opere prime in concorso e due eventi speciali, tutti presentati in anteprima mondiale. La selezione è curata dal Delegato Generale della SIC Giona A. Nazzaro con i membri della commissione di selezione Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino e Massimo Tria.

I PREMI

I sette lungometraggi in concorso alla 32. Settimana Internazionale della Critica concorrono al Premio del pubblico SIAE, realizzato grazie al sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, e consistente in un premio di € 5.000.

Inoltre, i film della sezione concorrono all’assegnazione dei seguenti riconoscimenti:
• Premio Circolo del Cinema di Verona
Assegnato da una giuria composta da soci del Circolo di Verona e destinato al film più innovativo della sezione.
• Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico
Sponsorizzato dall’Hotel Saturnia di Venezia e assegnato da un’apposita commissione di esperti.

Leone del Futuro – Premio “Luigi De Laurentiis” per un’Opera Prima
I film della SIC, come tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione Ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele) concorrono all’assegnazione del Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Una Giuria Internazionale composta da un massimo di 5 personalità del cinema e della cultura di diversi Paesi, tra i quali un produttore, assegnerà senza possibilità di ex-aequo un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.


LA SELEZIONE 2017

CONCORSO

IL CRATERE
di Luca Bellino, Silvia Luzi
Italia

DRIFT
di Helena Wittmann
Germania

LES GARÇONS SAUVAGES | THE WILD BOYS
di Bertrand Mandico
Francia

KÖRFEZ | THE GULF
di Emre Yeksan
Turchia, Germania, Grecia

SARAH JOUE UN LOUP GAROU | SARAH PLAYS A WEREWOLF
di Katharina Wyss
Svizzera, Germania

TEAM HURRICANE
di Annika Berg
Danimarca

TEMPORADA DE CAZA | HUNTING SEASON
di Natalia Garagiola
Argentina, Usa, Germania, Francia, Qatar

EVENTI SPECIALI

Film d’apertura
PIN CUSHION
di Deborah Haywood
Regno Unito Film di chiusura
VELENO
di Diego Olivares
Italia

CONCORSO


IL CRATERE
di Luca Bellino, Silvia Luzi. Italia, 2017, col., 93’

Sceneggiatura: Luca Bellino, Silvia Luzi. Fotografia: Luca Bellino. Montaggio: Luca Bellino, Silvia Luzi. Musiche: Alessandro Paolini. Suono: Silvia Luzi. Sound design: Stefano Grosso. Interpreti: Sharon Caroccia, Rosario Caroccia. Produzione: Luca Bellino, Silvia Luzi – Tfilm. Co-produzione: Rai Cinema. Vendite internazionali: Alpha Violet.

Una relazione padre-figlia strappata al quotidiano dell’hinterland partenopeo. Un luogo desertificato e sottratto a tutti gli stereotipi della “napoletanità”. Come un sogno fra Bellissima e la reinvenzione scarnificata del musicherello neomelodico. Un film di fantasmi e assenze, sospeso e astratto. E la rivelazione del talento della magnifica Sharon Caroccia, una sorpresa assoluta.

Sinossi
Il cratere è terra di vinti, spazio indistinto, rumore costante. Rosario è un ambulante, un gitano delle feste di piazza che regala peluche a chi pesca un numero vincente. La guerra che ha dichiarato al futuro e alla sua sorte ha il corpo acerbo e l’indolenza dei tredici anni. Sharon è bella e sa cantare, e in questo focolaio di espedienti e vita infame lei è l’arma per provare a sopravvivere. Ma il successo si fa ossessione, il talento condanna. Il Cratere è una favola Disney al contrario.

Luca Bellino (1978) e Silvia Luzi (1976) indagano forme di resistenza al potere in tutti i suoi aspetti. Insieme hanno realizzato i documentari La minaccia (2008) e Dell’arte della guerra (2012). Come registi hanno ricevuto molti riconoscimenti internazionali e nomination. Insieme hanno fondato la casa di produzione Tfilm. Il Cratere è il loro primo lungometraggio.


DRIFT
di Helena Wittmann. Germania, 2017, col., 95’

Sceneggiatura: Helena Wittmann, Theresa George. Fotografia: Helena Wittmann. Montaggio: Helena Wittmann. Musiche: Nika Son, Donnie and Joe Emerson. Suono: Nika Breithaupt. Interpreti: Theresa George, Josefina Gill. Produzione: Karsten Krause – Fuenferfilm.

Come filmare il momento in cui il corpo diventa un elemento fra i tanti e abbandona se stesso? Come filmare un viaggio in cui un corpo ritorna a essere pura materia? Helena Wittmann, visionaria cineasta tedesca, tesa fra arte contemporanea e cinema del reale, inventa uno spazio filmico assoluto creando un’esperienza sensoriale senza pari. Un film nel quale si entra per perdersi.

Sinossi
Due donne trascorrono un weekend sul mare del Nord. Una delle due tornerà presto dalla famiglia in Argentina, mentre l’altra cercherà di avvicinarsi all’Oceano. A bordo di una barca a vela, attraversa l’Atlantico. Il tempo abbandona i sentieri battuti e l’onda lunga la culla verso un sonno profondo. Il mare prende il controllo del racconto. Quando riappare, ha ancora il vento fra i capelli, ma il terreno sotto i suoi piedi è solido. Lei ritorna e l’altra le chiede: “Sei cambiata?”.

Helena Wittmann (1982) è nata a Neuss, in Germania. Dal 2007 al 2014 ha frequentato la Hochschule für bildende Künste Hamburg (HFBK). Le sue opere, tra cui i cortometraggi Wildnis (2013) e 21,3° C (2014), sono state presentate in mostre e festival cinematografici internazionali. Drift è il suo primo lungometraggio.


LES GARÇONS SAUVAGES | THE WILD BOYS
di Bertrand Mandico. Francia, 2017, col. e b/n, 110’

Sceneggiatura: Bertrand Mandico. Fotografia: Pascale Granel. Montaggio: Laure Saint Marc. Musiche: Pierre Desprats, Hekla Magnusdottir. Suono: Simon Apostolou, Laure Arto, Daniel Gries. Art Direction: Astrid Tonnellier. Costumi: Sarah Topalian. Interpreti: Vimala Pons, Diane Rouxel, Mathilde Warnier, Anael Snoek, Pauline Lorillard, Elina Löwenson, Sam Louwyck, Nathalie Richard. Produzione: Emmanuel Chaumet – Ecce Films.

Un viaggio alle origini del cinema. Un febbricitante sogno erotico dove i capitani coraggiosi di Kipling s’innamorano dei marinai di Genet. Una lanterna magica dove Kenneth Anger seduce Mario Bava, Jean Cocteau sogna Edgar G. Ulmer mentre nel suo laboratorio il dottor Borowczyk inventa macchine desideranti. Un atto di fede abbacinante nel potere erotico del cinema.

Sinossi
All’inizio del XX secolo, sull’isola de La Réunion, cinque adolescenti di buona famiglia, appassionati di scienze occulte, commettono un feroce crimine. Un capitano olandese se ne prende carico e li costringe ad una crociera di rieducazione a bordo di un vascello fatiscente e spettrale. Sfiniti dai metodi del capitano, i cinque ragazzi pianificano l’ammutinamento. La loro meta è un’isola sovrannaturale dalla vegetazione lussureggiante che cela un segreto sconvolgente.

Bertrand Mandico (1979) ha lavorato per diversi centri d’arte in Europa e diretto numerosi cortometraggi, due dei quali, Boro in the Box e La résurrection des natures mortes (Living Still), sono stati selezionati rispettivamente al Festival di Cannes e alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, raccogliendo premi in vari festival cinematografici internazionali. Mentre continua il suo progetto di girare 21 cortometraggi in 21 anni con l’attrice Elina Löwenson, ha realizzato Les Garçons sauvages, il suo primo lungometraggio.


KÖRFEZ | THE GULF
di Emre Yeksan. Turchia, Germania, Grecia, 2017, col., 108’

Sceneggiatura: Emre Yeksan, Ahmet Büke. Fotografia: Jakub Giza. Montaggio: Selda Taşkın. Musiche: Ekin Fil. Suono: Eren Erşipal, Fatih Rağbet, Eli Haligua. Scenografia: Serdar Yılmaz. Costumi: Ayşe Yıldız. Interpreti: Ulaş Tuna Astepe, Ahmet Melih Yılmaz, Serpil Gül, Müfit Kayacan, Merve Dizdar, Damla Ardal, Cem Zeynel Kılıç. Produzione: Annamaria Aslanoglu – Istos Film. Co-produzione: Asli Filiz – Birfilm, Dirk Engelhardt – Kundschafter Films, Maria Drandaki – Homemade Films.

Un vagare attraverso il paesaggio della Turchia contemporanea. Come una surreale landa post-apocalittica. Un’erranza smemorata mentre navi di greggio bruciano al largo. Una parabola politica lieve e ironica, fra memorie perdute e insurrezioni che covano. Oltre la lezione di Nuri Bilge Ceylan, l’annuncio di un talento, colmo di promesse per il futuro.

Sinossi
Con alle spalle una carriera distrutta e un divorzio doloroso, Selim torna nella sua città natale, Izmir. Riluttante a fare piani per il futuro, vaga per la città ripercorrendo il proprio passato: la famiglia, i compagni di scuola, un’ex amante. S’imbatte anche in Cihan, un fantomatico compagno del servizio militare, un perdigiorno dallo strano carisma. Quando gli abitanti iniziano ad abbandonare la città a causa di una penetrante esalazione provocata da un misterioso incidente marittimo, Selim si ritroverà in un mondo nel quale riscopre nuove possibilità di vita.

Emre Yeksan (1981) dopo gli studi di Cinema all’Università di Mimar Sinan e a La Sorbonne di Parigi, ha lavorato come produttore nella capitale francese. Nel 2008 si è trasferito a Istanbul, dove ha continuato il suo lavoro di produttore e ha iniziato a sviluppare i suoi film. Körfez è il suo primo lungometraggio da regista.


SARAH JOUE UN LOUP GAROU | SARAH PLAYS A WEREWOLF
di Katharina Wyss. Svizzera, Germania, 2017, col., 90’

Sceneggiatura: Katharina Wyss, Josa David Sesink. Fotografia: Armin Dierolf. Montaggio: Tania Stöcklin. Musiche: Conrad Oleak. Suono: Bernhard Zitz. Scenografia: Anne Weick, Sylvan Kuhl. Costumi: Malena Modeer, Sophie Reble. Interpreti: Loane Balthasar, Michel Voïta, Annina Walt, Sabine Timoteo, Manuela Biedermann. Produzione: Luc Peter – Intermezzo Film. Produzione associata: Charlie Petersmann – Mnemosyn Films. Co-produzione: Deutsche Film-und Fernsehakademie Berlin (DFFB).

Il desiderio d’infinito di una giovane donna tesa fra l’assoluto di Shakespeare e il mito della wagneriana morte per amore. Un mondo dove il teatro s’intreccia con i battiti del cuore e la tentazione romantica del suicidio. Attraverso una costruzione visiva nervosa ed elegante, fra interni borghesi e spazi mentali, il sogno di una rivolta inevitabile.

Sinossi
Sul palco la diciassettenne Sarah dà tutta se stessa. Quando si esibisce c’è un attimo in cui sembra trasformarsi completamente nel personaggio che interpreta. Cosa si nasconde dietro una presenza scenica così radicale? Un segreto oscuro che tenta di esprimere. Un ambiente familiare claustrofobico. Il bisogno di avere accanto a sé un fidanzato, un amico, qualcuno in cui confidare. Più il desiderio si fa forte, più Sarah rischia di allontanare le persone che tentano di starle vicino. Alcuni giorni nella vita di una ribelle e la sua lotta incessante per sfuggire alla solitudine.

Katharina Wyss (1979), dopo un Master in Cinema e Filosofia a Parigi e Berlino ha studiato regia alla Deutsche Film- und Fernsehakademie della capitale tedesca. Ha scritto, diretto e prodotto alcuni cortometraggi e spot pubblicitari. Sarah joue un loup garou è il suo primo lungometraggio.


TEAM HURRICANE
di Annika Berg. Danimarca, 2017, col., 94’

Sceneggiatura: Annika Berg. Fotografia: Louise McLaughlin. Montaggio: Sofie Marie Kristensen. Suono: Sigrid DPA Jensen. Scenografia: Josephine Farsø. Interpreti: Eja Penelope Roepstorff, Ida Glitre, Ira Rønnenfelt, Maja Leth Bang, Mathilde Linnea Daugaard, Elise Pedersen, Sara Morling, Zara Munch Bjarnum. Produzione: Katja Adomeit – Adomeit Film. Produzione associata: Pernile Tornøe.

A cosa assomiglia il cervello di adolescenti in piena rivolta? Forse a una centrifuga visiva colma di tenerezze e furori, grida e incontenibili desideri sul punto di esplodere. Un film improvvisato come una jam session punk, tentando di correre più veloci del tempo che passa. Dalla produttrice Palma d’oro a Cannes per The Square.

Sinossi
Un punk chick flick su un gruppo di adolescenti che mescola elementi di fantasia con materiale documentario: solitudine, pussypower, kawaii, hentai, verde elettrico, graffiti, vibratori, amicizia, orsacchiotti, faccia da stronzetta, Arte, fuoco, paura, bubblegum, mamma&papà, anoressia, cactus, piercing fatti in casa, nailart, ciliegie, cutting, delfini, Lolita, diari segreti e sogni ad occhi aperti. Ragazze radicali in un mondo mediocre.

Annika Berg (1987) sin dall’adolescenza ha lavorato a sperimentazioni cinematografiche dallo stile innovativo e dalla forma narrativa inusuale. Dal 2003 al 2006 ha frequentato la scuola di cinema Station Next (Copenaghen). Nel 2011 è entrata alla National Film School of Denmark, dove si è diplomata con il corto Sia, nominato nella categoria Miglior Cortometraggio ai danesi Robert Awards 2017. Team Hurricane è il suo primo lungometraggio, realizzato con Katja Adomeit, co-produttrice di The Square, Palma d’oro a Cannes 2017.


TEMPORADA DE CAZA | HUNTING SEASON
di Natalia Garagiola. Argentina, Usa, Germania, Francia, Qatar, col., 110’

Sceneggiatura: Natalia Garagiola. Fotografia: Fernando Lockett. Suono: Santiago Fumagalli. Scenografia: Marina Raggio. Musiche: Juan Manuel Tobal. Costumi: Victoria Nana. Interpreti Lautaro Bettoni, Germán Palacios, Boy Olmi, Rita Pauls. Produzione: Matias Roveda, Santiago Gallelli, Benjamin Domenech – Rei Cine SRL. Co-produzione: Mynette Louie – Gamechanger Films, Jonas Katzenstein, Maximilian Leo, Catharina Schreckenberg – Augenschein Filmproduktion, Philippe Avril – Les Films de l’Étranger. Produzione esecutiva: Julie Parker Benello, Dan Cogan, Geralyn Dreyfous, Wendy Ettinger. Co-produzione esecutiva: Abigail Disney, Regina K. Scully. Vendite internazionali: Alpha Violet.

Come filmare maschi in lotta fra di loro? Natalia Garagiola aggredisce il maschile con l’irruenza di uno sguardo retto da una macchina da presa inarrestabile e stacchi di montaggio sorprendenti come rasoiate. Una lotta senza esclusione di colpi e una elaborazione del lutto profonda e radicale.

Sinossi
Ernesto è una rispettata guida di caccia che vive in Patagonia con la sua nuova famiglia. In seguito alla morte della prima moglie, l’uomo è costretto a ospitare il figlio, Nahuel, che non vede da oltre dieci anni. Messo di fronte al passato che si era lasciato alle spalle, Ernesto cerca di contenere le esplosioni di violenza del giovane. Immersi in una natura ostile, il risentimento cederà il passo a un possibile rapporto fra i due uomini. Il loro ritrovarsi li porterà a confrontarsi con la loro capacità di uccidere e perdonare.

Natalia Garagiola (1982) ha scritto e diretto tre cortometraggi di finzione: Rincón de López (2011) presentato al BAFICI, Yeguas Y Cotorras (2012) presentato alla Semaine de la Critique – Short Film Competition, e il più recente Sundays (2014) selezionato alla Quinzaine des Réalisateur. Temporada de caza è il suo primo lungometraggio e sta attualmente scrivendo il suo secondo film.


EVENTI SPECIALI

FILM D’APERTURA

PIN CUSHION
di Deborah Haywood. Regno Unito, col., 85’

Sceneggiatura: Deborah Haywood. Fotografia: Nicola Daley. Montaggio: Anna Dick, Nick Emerson. Musiche: Natalie Holt. Suono: Ben Baird. Scenografia: Francesca Massariol. Costumi: Andy Blake. Interpreti: Joanna Scanlan, Lily Newmark, Chanel Cresswell, Bruce Jones, Isy Suttle, Nadine Coyle. Produzione: Gavin Humphries – Quark Films, Maggie Monteith – Dignity Film Finance. Produzione esecutiva: Lizzie Francke, Josephine Rose, Chris Reed – BFI and Dignity Film Finance.

Un racconto gotico tutto al femminile ambientato nella periferia della classe operaia inglese. Un film che reinventa “Piccole donne” come un circo della crudeltà fra le angosce sensuali di Angela Carter e il sentimento di riscatto di Ken Loach. Una favola nera ma coloratissima, come fosse una nenia inquietante musicata da Ennio Morricone o Daniela Casa.

Sinossi
Lyn e Iona, madre e figlia legatissime, sono entusiaste all’idea di una nuova vita in una nuova città. Dopo un inizio complicato, Iona diventa ‘migliore amica’ di Keely, Stacey e Chelsea. Lyn, abituata ad essere la miglior amica della figlia, si sente esclusa e tenta di fare amicizia con la vicina di casa, Belinda. Ma per quanto madre e figlia cerchino di convincersi che va tutto alla grande, la realtà è ben diversa e le due si rifugiano in un mondo di fantasie e bugie. Quando comprende la situazione, Lyn escogita un modo per punire le amiche di Iona, al fine di salvarla e tenerla al suo fianco… per sempre.

Deborah Haywood (1970) dopo il suo primo cortometraggio, Lady Margaret, è stata inserita dal magazine britannico Screen International fra le “UK Stars of Tomorrow” del 2007. Haywood ha scritto e diretto diversi cortometraggi tutti girati nei pressi della sua città natale, Swadlincote (Inghilterra). Fra questi, Sis è stato nominato ai British Independent Film Award (BIFA) ed è stato premiato al Soho Rushes Short Film Festival come Miglio Cortometraggio. Pin Cushion è il suo lungometraggio d’esordio, realizzato con il supporto del British Film Institute.

FILM DI CHIUSURA

VELENO
di Diego Olivares. Italia, 2017, col., 101’

Sceneggiatura: Diego Olivares. Fotografia: Andrea Locatelli. Montaggio: Davide Franco. Suono: Daniele Maraniello. Musiche: Enzo Gragnaniello, Marco Messina. Scenografia: Antonio Farina. Costumi: Rossella Aprea. Interpreti: Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Salvatore Esposito, Nado Paone, Gennaro Di Colandrea, Miriam Candurro, Marianna Robustelli. Produzione: Gaetano Di Vaio – Bronx Film, Gianluca Curti – Minerva Pictures, Nando Mormone – Tunnel, Sky Italia. Distribuzione italiana: Minerva Pictures Group.

Un melodramma politico e popolare che annoda la tradizione del cinema civile italiano con quella della classica sceneggiata napoletana cinematografica. Un film dai sapori forti ambientato sullo sfondo della Campania avvelenata, che brucia nell’indifferenza del resto del Paese. Una Luisa Ranieri splendente di sdegno e passione.

Sinossi
Cosimo, allevatore di bufale, rifiuta di svendere la sua terra alla famiglia del giovane candidato sindaco del suo paese. Quando scopre di essere malato di tumore, provocato dai rifiuti tossici smaltiti illegalmente nelle campagne della Terra dei Fuochi, la moglie porterà avanti la sua battaglia.

Diego Olivares (1965) è regista, sceneggiatore e dialoghista napoletano. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi si dedica al documentario sulla dismissione dell’ospedale psichiatrico Frullone di Napoli, Gli ultimi giorni del Frullone – Cronache da un manicomio nel 2000. Risale al 2003 il suo primo lungometraggio I cinghiali di Portici. Nel 2014 ha diretto il corto Canemalato, prodotto da Figli del Bronx per Sky Cinema.


SIC@SIC – Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica

La seconda edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica) propone anche quest’anno una selezione di sette cortometraggi di autori italiani non ancora approdati al lungometraggio, e due eventi speciali, tutti presentati in prima mondiale.

I cortometraggi vengono programmati all’interno della 32. Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata nell’ambito della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2017). La selezione è curata dal Delegato Generale della SIC Giona A. Nazzaro con i membri della commissione di selezione Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino e Massimo Tria. Il programma nasce dalla sinergia fra il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) e Istituto Luce Cinecittà, ed è una delle iniziative per il supporto allo sviluppo del nuovo cinema italiano e per la promozione dei giovani autori.

Dopo l’anteprima a Venezia, i cortometraggi presentati a SIC@SIC verranno promossi a livello internazionale dal dipartimento Promozione internazionale cinema contemporaneo di Istituto Luce Cinecittà attraverso una serie di iniziative e festival, come la Mostra de Cinema Italià de Barcelona (sezione Concorso Cortometraggi), in programma a dicembre 2017 in Spagna. Inoltre, i corti saranno messi a disposizione dei professionisti di settore attraverso le piattaforme online Festival Scope Pro e Italian Short Film Video Library – strumento di promozione del cortometraggio italiano curato dal Centro Nazionale del Cortometraggio – e a fine novembre 2017, parteciperanno al TSFM – Torino Short Film Market, organizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio.

I sette corti selezionati nel 2016, dopo essere stati presentati alla prima edizione di SIC@SIC, hanno viaggiato nel mondo e, poco più di nove mesi, hanno già partecipato a circa cinquanta festival e rassegne cinematografiche, fra cui International Film Festival Rotterdam, Doclisboa, BFI Flare: London LGBT Film Festival, Lima Independiente – Festival Internacional de Cine, Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions e Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Alcuni registi della “classe” 2016 stanno lavorando al loro primo lungometraggio.

LA SELEZIONE SIC@SIC 2017

Adavede di Alain Parroni
Due di Riccardo Giacconi
Les fantômes de la veille di Manuel Billi
Il legionario di Hleb Papou
MalaMènti di Francesco Di Leva
Piccole italiane di Letizia Lamartire
Le visite di Elio Di Pace
*
Evento speciale – Cortometraggio d’apertura
Nausicaa – L’altra Odissea di Bepi Vigna
Evento speciale – Cortometraggio di chiusura
L’ultimo miracolo di Enrico Pau


SIC – UNA STORIA DI ESORDI

Negli anni, la Settimana Internazionale della Critica, fondata nel 1984 da Lino Micciché, ha selezionato le opere prime di registi emergenti poi affermatisi nel panorama cinematografico internazionale.

Nel 1985 Kevin Reynolds presenta un film divenuto cult movie: Fandango. L’anno successivo la SIC sceglie Désordre dell’esordiente Olivier Assayas (Miglior Regia a Cannes 2016 per Personal Shopper). Il regista e sceneggiatore britannico Mike Leigh è nella selezione del 1988 con High Hopes, sedici anni dopo torna a Venezia conquistando il Leone d’Oro con Vera Drake. Nella stessa edizione, la SIC ospita il passaggio dietro la macchina da presa del leggendario fotografo di moda Bruce Weber con Let’s Get Lost, poi candidato agli Oscar. Il 1989 è l’anno di O sangue, primo lungometraggio di finzione del pluripremiato Pedro Costa (No Quarto da Vanda, Juventude em marcha, Cavalo Dinheiro), mentre Bryan Singer, regista di culto de I soliti sospetti e della saga “X-Men”, esordisce alla SIC nel 1993 con il thriller drammatico Public Access. Nel 1997, la sezione tiene a battesimo Gummo, opera prima di quello che è oggi un nome di punta del panorama indie statunitense, Harmony Korine; l’anno seguente l’attore Peter Mullan porta alla SIC il suo debutto alla regia, Orphans. Tornerà in Laguna nel 2002 per vincere il Leone d’oro con la sua opera seconda, The Magdalene Sisters. Nel 1999 l’argentino Pablo Trapero presenta Mundo grúa, raccogliendo poi premi in tutto il mondo. Nel 2000 il Leone del Futuro va a La faute à Voltaire di Abdellatif Kechiche – regista e sceneggiatore de La vie d’Adèle, Palma d’Oro al Festival di Cannes 2014, vincitore, tra gli altri, di tre César per La graine et le mulet (2008) e L’esquive (2005). Quello stesso anno, nella selezione c’è anche You Can Count on Me, dell’esordiente Kenneth Lonergan, Premio Oscar® 2017 per la Miglior Sceneggiatura per Manchester by the Sea.

La Settimana Internazionale della Critica ha ospitato anche gli esordi di alcune fra le più autorevoli voci del cinema italiano: nel 1987 Notte italiana conquista un posto in selezione e porta alla ribalta il talento di Carlo Mazzacurati; La stazione (1990) è la prima prova registica per Sergio Rubini, che gli vale il premio come Miglior Opera Prima, riconoscimento che l’anno seguente si aggiudica Antonio Capuano con Vito e gli altri. Roberta Torre viene selezionata nel 1997 con Tano da morire, conquistando in seguito il David di Donatello, il Globo d’oro e il Nastro d’Argento nella categoria Miglior Regista Esordiente. Tornando a casa segna il debutto di Vincenzo Marra, che nel 2001 raccoglie numerosi premi e che pochi anni dopo sarà di nuovo a Venezia con Vento di terra (2004) che si aggiudica diversi riconoscimenti, tra cui anche la Menzione Speciale – Orizzonti. Nel 2003, Salvatore Mereu gode di consensi di pubblico e critica con l’opera prima Ballo a tre passi, menzione speciale Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis, mentre nel 2007 Andrea Molaioli presenta La ragazza del lago, thriller che gli vale il Premio Pasinetti e, nel 2008, dieci David di Donatello. Nel 2012 la sezione tiene a battesimo il passaggio alla regia di un altro attore, Luigi Lo Cascio, che scrive e dirige La città ideale. L’anno seguente, L’arte della felicità, primo lungometraggio del celebre disegnatore napoletano Alessandro Rak – che dal 2015 firma la sigla della SIC – è il film d’apertura della Settimana, confermando ancora una volta il gusto per la scoperta di una sezione che, in oltre trent’anni di storia, ha ricercato incessantemente nell’oggi nuovi sguardi sul domani.

In edizioni più recenti, Tanna (2015) di Bentley Dean e Martin Butler, è arrivato agli Oscar, guadagnandosi una nomination 2017 come Miglior Film Straniero, mentre lo scorso anno The Last of Us di Ala Eddine Slim, in concorso alla SIC, ha vinto il Leone Del Futuro – Premio Venezia Opera Prima e ha conquistato quest’anno l’Oscar del cinema africano. Dopo la presentazione in prima mondiale alla 31. edizione della Settimana della Critica, i lungometraggi di debutto presentati a Venezia hanno viaggiato in cinque continenti, raccogliendo numerosi premi e partecipando a circa novanta festival ed eventi cinematografici, tra i quali i festival di Toronto, Londra, Rotterdam, Karlovy Vary, Mar del Plata, Chicago, Buenos Aires, Istanbul, il South by Southwest di Austin, l’AFI FEST dell’American Film Institute e il New Directors/New Films del MoMa.

L’ARTISTA CARMINE DI GIANDOMENICO FIRMA L’IMMAGINE DELLA SIC

La Settimana Internazionale della Critica ha affidato l’immagine della sua trentaduesima edizione al genio creativo del fumettista Carmine Di Giandomenico e alla sua visione in chiave cyber-fantasy della storica sezione. Una scelta inedita e innovativa per una sezione che racconta il cinema del presente e con esso il futuro, grazie ad una selezione di opere prime. Nell’immagine creata da Di Giandomenico – tra i pochi artisti ad aver collaborato con due tra le più celebri e attive case editrici di fumetti al mondo, Marvel Comics e DC Comics – la musa del Cinema plana sull’orizzonte lagunare riflettendosi nell’acqua, memore del passato ma proiettata nel futuro. “Ho voluto creare una figura femminile che sintetizzasse un’idea di cinema che riflette e filtra la realtà quotidiana in fantasia – ha spiegato il fumettista – Cinema come arte che sa proiettare racconti-possibilità, svelando come il reale e il sogno siano due anime che si scoprono attratte l’una dall’altra. Cinema che ci fa planare attraverso il presente andando incontro al domani”.

Il Delegato Generale della SIC, Giona A. Nazzaro, ha spiegato: “Di Giandomenico è uno dei pochi fumettisti ad aver saputo assimilare completamente la velocità seriale del racconto americano e rileggerla in chiave europea, e specificamente italiana. Questo lo rende un artista unico e singolare. Abbiamo voluto affidargli l’immagine di questa edizione proprio per la sua capacità di andare incontro al futuro conservando nel suo tratto e sguardo il sapere artigianale del racconto per immagini. Una strategia che avvertiamo come vicina alla nostra sensibilità e che ci permette di interrogare il presente e affrontare le sfide cinematografiche di domani; guardare con fiducia alle nuove tecnologie e ai nuovi linguaggi”.

Dopo il debutto nel 1994 con l’albo “Examen” su storia di Daniele Brolli, e gli inizi con Sergio Bonelli Editore e saldaPress, Carmine Di Giandomenico entra nel team artistico di Marvel Comics, per la quale realizza alcuni “What if” su storici personaggi come Capitan America e Wolverine, e le miniserie su Magneto (“Magneto: Testament”), Spider-Man (“Spider-Man Noir”), Iron Man (“Iron Man #500”) e Daredevil (“Battlin’ Jack Murdock”), di cui firma anche la sceneggiatura, diventando il primo Italiano a ideare, sceneggiare e disegnare un storia per “la casa delle idee” statunitense. Nella sua notevole carriera, il fumettista può annoverare anche prestigiose collaborazioni cinematografiche come autore di storyboard per registi del calibro di Martin Scorsese (Gangs of New York, 2002) e Tsui Hark (Double Team – Gioco di squadra, 1997). Nel 2015 passa alla scuderia di disegnatori della Dc Comics, leggendaria casa editrice statunitense di Superman e Batman, prestando il suo stile e il suo tratto inconfondibili alle nuove storie di “The Flash: Rebirth”, dedicate al personaggio creato negli anni ’40 da Gardner Fox e Harry Lampert, che sfida le leggi della fisica sfrecciando più veloce della luce. Proprio come il supereroe in rosso, nel giugno 2016 Di Giandomenico diventa il fumettista più veloce del mondo, disegnando in meno di 48 ore le 56 tavole 70×100 che concludono la sua graphic novel in dieci volumi “Oudeis”, originale rilettura in chiave cyber-fantasy del personaggio omerico di Ulisse, iniziata nel 2004.

SPONSOR E PARTNER

Anche per questa edizione la Settimana Internazionale della Critica è lieta di avvalersi del supporto di BNL Gruppo BNP Paribas, una banca da sempre attiva nel sostegno al cinema italiano e alle manifestazioni cinematografiche internazionali. La sezione è realizzata con il patrocinio di Regione Veneto, Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige, Provincia Autonoma di Trento e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Dopo la Mostra, i film della SIC saranno riproposti in diverse città in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. La Settimana Internazionale della Critica si avvale inoltre del prezioso sostegno di partner importanti come Istituto Luce-Cinecittà, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, Circolo del Cinema di Verona, Agnus Dei – Tiziana Rocca Production e Hotel Saturnia. Infine, la Settimana è felice di collaborare con i media partner MyMovies, portale di informazione cinematografica; FRED, web radio multilingue; Quinlan, rivista di critica cinematografica; Festival Scope, piattaforma online per professionisti dell’industria cinematografica; Centro Nazionale del Cortometraggio e Synergia, società di consulenza informatica.

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Recensione: Enrico Montesano diverte con il suo one man show romano a Le Terrazze

Enrico Montesano diverte con il suo one man show il pubblico de Le Terrazze Teatro Festival, al Palazzo dei Congressi di Roma.

Grande serata ricca di risate quella di sabato scorso a Le Terrazze Teatro Festival, con il one man show di Enrico Montesano. Sulla terrazza del Palazzo dei Congressi all’Eur presenti diversi nomi dello spettacolo italiano, compresi Franco Nero e Franco Oppini, venuti a vedere lo spettacolo di un monumento della romanità.

Nel suo show, durato quasi due ore, e ricco di alcuni dei suoi più celebri cavalli di battaglia, Enrico Montesano ha affrontato in modo goliardico diversi argomenti, dalla politica italiana alle feste di paese, dai vizi e virtù degli italiani fino alla romanità, che a inizio spettacolo disconosce per poi recuperarla al termine. E poi le maschere, strumento importantissimo per il teatro sin dai tempi antichi, abilmente mostrate, indossate e raccontate dal grande attore romano. Immancabili due suoi storici personaggi, la “romantica signora inglese” con la sua tipica esclamazione «ohh pittoresco!» e il “pensionato Torquato” con l’altrettanto tipico «possin’ammazza’». Spazio anche a un paio di sue esibizioni canore e, nella parte finale dello spettacolo, spazio anche per un toccante, ma anche divertente amarcord con racconti e aneddoti su tutti quei grandi attori e registi che hanno attraversato la ormai cinquantennale carriera di Montesano: da Aldo Fabrizi a Gigi Magni, da Federico Fellini a Giulietta Masina, da Alberto Sordi a Vittorio Gassman, da Paolo Panelli a Bice Valori. Uno show che ha strappato al numeroso pubblico abbondanti risate e scroscianti applausi, condotta con mano sicura dal 72enne Montesano, che ha letto anche qualche passo della sua autobiografia.

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Enrico Montesano - Le Terrazze
Platea gremita per Enrico Montesano

Le Terrazze Teatro Festival prosegue il 27 luglio con Maurizio Mattioli, il 28 con Paola Minaccioni e si concluderà il 29 con Vittorio Sgarbi. I biglietti sono in vendita su Ticketone.

di Ivan Zingariello

 

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Benjamin Clementine alla cavea dell’Auditorium di Roma

Come un angelo sceso a redimerci , in tutta la sua semplice e pacata fierezza.

E’ così che entra in scena Benjamin Clementine alla cavea dell’Auditorium di Roma. accompagnato da  cinque  coriste , una polistrumentista, un bassista ed un batterista.

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Roma, Auditorium Parco della Musica 25 07 2017 LUGLIO SUONA BENE Benjamin Clementine in concerto. ©Musacchio&Ianniello/Fondazione Musica per Roma
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La seguente foto può essere utilizzata esclusivamente per l’avvenimento in oggetto o per pubblicazioni riguardanti la Fondazione Musica per Roma
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Indossa una tuta azzurra ed un elegantissimo coprispalle bianco , ai suo gestii eleganti e a quell’ andamento da “Artista di Strada“.

Siede sull’alto sgabello  tonet , accanto al pianoforte , nella penombra del palcoscenico, e aspetta, Benjamin aspetta che il suo pubblico prenda posto e lo invita  a fare presto , così che tutto abbia inizio.

E’ fermo; immobile davanti al pianoforte e osserva il pubblico silenziosamente.

Ma ecco che tutto prende forma.

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Roma, Auditorium Parco della Musica 25 07 2017 LUGLIO SUONA BENE Benjamin Clementine in concerto. ©Musacchio&Ianniello/Fondazione Musica per Roma
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Le luci si accendono, si colorano di rosso e di blu ed un ritmo primordiale invade tutta la Cavea  mentre  si appresta ad interpretare i primi due  brani :

By the ports of europe  e   God save the jungle.

Suona e canta , quasi senza false aspettative Benjamin , quasi senza bisogno di riconoscimenti, con quell’emancipata umile civiltà che contraddistingue solo i  grandi e veri artisti.

Ringrazia il suo pubblico. Poi sorride. Poi ironizza , poi invita a cantare , a capire e a tradurre i suoi  testi.

Ad accoglierlo un pubblico che timidamente risponde a cori  in un inglese indeciso. Lui  corregge, ci gioca su, invita a ripetere cori e parole. Interagisce e stupisce.

Poi mette a nudo le proprie fragilità,  quasi partendo dai piedi (scalzi) con  quella delicatezza e  quella  forza accompagnata da una sorta di consapevolezza dell’ essere “quel coraggio di sentirsi deboli.”

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Roma, Auditorium Parco della Musica 25 07 2017 LUGLIO SUONA BENE Benjamin Clementine in concerto. ©Musacchio&Ianniello/Fondazione Musica per Roma
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Avvolto da un aurea celestiale, per  mano a una malinconia romantica, si appropria della sua stessa identità, che tutto avvolge e  che solo a riconoscerla intenerisce il cuore e  non lascia scampo  ne tanto meno respiro, e vince sull’indifferenza .

Un turbine di emozioni travolgenti si rincorrono e avvolgono l’intera cavea quando interpreta in un suo autoritratto vocale il brano:  Candolence.

Un imponente composizione  musicale, che  con tutta la propria forza   giunge come un   tumulto emotivo  che si impone e che  comunica.

Passa da  una voce morbida, a volte torbida ; pregna di un pianto soffocato, a volte classica, sofisticata e graffiante che giunge all’apice del sentimento

e a quell’ incomunicabilità  feroce che trova la sua strada d’uscita attraverso l’espressione; un espressione che esplode istintivamente e definitivamente così ,da squarciare il silenzio, come in un taglio di fontana su tela bianca.

Così , come in una preghiera  poi, sussurra brani come London e  Adios .

Riserva al suo pubblico attento, un omaggio all’ Italia e a Lucio Dalla , interpretando , uno dei grandi successi  dell’artista: Caruso

E a guardarlo bene  Benjamin ,  porta con sé l’eredità  e il primitivismo arcaico primordiale dell’essenzialità.

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Roma, Auditorium Parco della Musica 25 07 2017 LUGLIO SUONA BENE Benjamin Clementine in concerto. ©Musacchio&Ianniello/Fondazione Musica per Roma
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La seguente foto può essere utilizzata esclusivamente per l’avvenimento in oggetto o per pubblicazioni riguardanti la Fondazione Musica per Roma
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Non poteva che essere uno di quei musicisti  chansonnier , di quelli che  immaginiamo camminare spersi fra i vicoli di Parigi, l’erede di  J.M. Basquiat  e non solo per la somiglianza.

Probabilmente mentre uno moriva, l’altro si preparava a  nascere e a crescere con una voce così calda,. con una presenza di quelle che non si dimenticano ma che anzi si fanno ricordare, e  che ti lasciano con quel senso di ammirazione, come quando ammiriamo un indomabile tigre in tutta la sua letale bellezza.

Paola Maccaroni

 

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L’ora di lezione: Intervista al regista Luca Brunetti

Care lettrici e cari lettori, oggi intervisterò per voi Luca Brunetti; un giovane regista torinese che ha realizzato “L’ora di lezione”, un bellissimo e coinvolgente cortometraggio che vede tra i protagonisti uno dei nostri attori più bravi: Giulio Base!

Ciao Luca, benvenuto su Mondospettacolo.

Ciao Alex, grazie a te per l’ospitalità.

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Luca Brunetti dirige una scena

Ho appena visto il tuo cortometraggio e ti faccio i miei complimenti.

Grazie fanno sempre piacere, anche se sono ovviamente da dividere con tutte le persone che mi hanno permesso di realizzare questo piccolo film.

Come quando e perché hai deciso di realizzare questo corto?

L’idea del cortometraggio nasce dalla mente della Dott.sa Susanna Sillano, docente di scuola primaria e storica del teatro e dello spettacolo, dopo un colloquio con lo psicoanalista Massimo Recalcati, se non sbaglio più di 2 anni orsono; era lui stesso a voler realizzare un prodotto corto che potesse accompagnarsi alle sue conferenze sul libro che porta in giro per l’Italia, così Susanna è venuta da me e mi ha proposto il progetto dopo essersi interfacciata con lo staff dell’editore e quello dell’autore. All’inizio ero titubante, perché non volevo un prodotto che avesse un’unica finalità, ma quando ci siamo accordati con la casa editrice Einaudi – che detiene i diritti del libro e lo ha pubblicato nel 2014 – è stato chiaro che avremmo avuto la massima libertà creativa, benché l’ultima parola spettasse comunque a loro. Hanno approvato la sceneggiatura ad aprile dello scorso anno e così il film è potuto partire. Ho aderito al progetto non solo per l’importanza del testo da cui è tratto, ma per la condivisione delle tematiche e della visione che Recalcati propone nel suo saggio, e credo che questa sia la base fondante di ogni buon lavoro: condividere unitariamente lo spirito del progetto. Il saggio di Recalcati è bellissimo e “reazionario” sotto tanti punti di vista, e offre uno sguardo tranchant su un tema sempre attualissimo come il rapporto allievo-insegnante e sul mondo della scuola italiana, ma non solo. C’era l’urgenza narrativa di farlo, e di farlo adesso.

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Giulio Base

Il protagonista è un attore di tutto rispetto Giulio Base, come è nata la partecipazione di Giulio al film?

Ho conosciuto Giulio all’inizio del 2015 grazie a un contatto comune e gli mandai una mia sceneggiatura per lungometraggio perché c’era una parte che avrei voluto affidare a lui; lui mi rispose dopo appena una settimana facendomi i complimenti per la bellezza dello script e la sua originalità e profondità – ricordo ancora quella emozionante e inaspettata telefonata. Purtroppo, quel film è in stand-by per questioni di fondi non sufficienti a realizzarlo come lo avevo immaginato – è una fiaba che parla di pedofilia e abusi famigliari sui minori e di scoperta dell’identità sessuale negli adolescenti – ma io e Giulio, beh, posso dire che da lì siamo diventati amici. Giulio è una splendida persona nonché un grande artista, e volevo fare a tutti i costi qualcosa con lui e “sfruttare” il suo talento – non sarebbe stato scelto da Ridley Scott per il suo nuovo film che si sta girando a Roma in queste settimane altrimenti! – così, anche se solo per un corto, gli proposi la parte del protagonista in “L’Ora di Lezione”, e dopo aver letto la sceneggiatura ha accettato al volo e con estremo entusiasmo, che è sempre appagante. Quando poi ha fatto leggere ai figli lo script e i ragazzi gli hanno detto di rivedere in quel professore molto del loro padre, beh, allora ho capito che lui era l’attore perfetto per quella parte, e adesso non potrei immaginare nessun altro!

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Giorgia Lorusso

Nel cast troviamo anche una giovanissima e bravissima Giorgia Lorusso, perché hai scelto Giorgia per interpretare la parte di Giulia?

Giorgia mi è stata consigliata da Vittoria Adamo di Vena Artistica, che nel film si è occupata di parte del casting e della crew. L’intenzione iniziale era avere una ragazzina minorenne per delle scene ambientate al liceo, poi però ho capito che, visti i tempi stretti di produzione, avrei avuto bisogno di un’attrice con esperienza seppur giovane, che reggesse il peso del film da co-protagonista, soprattutto accanto a un attore di talento ed esperienza come Giulio Base. Giorgia, oltre ad essere bellissima e bravissima, aveva tutte queste caratteristiche, ed è venuta al provino raccontandomi la sua visione del personaggio, con un libro di filosofia sotto braccio, e questo mi ha convinto subito. La professionalità deve superare addirittura il talento per me, e lei riesce a coniugare perfettamente le due cose, così, non ho avuto dubbi nemmeno con lei.

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Margherita Fumero

Nel tuo corto troviamo anche una sempre bravissima Margherita Fumero, che interpreta una severa professoressa, insomma un ruolo un po’ inusuale per lei. Come è stato il tuo incontro professionale con Margherita?

Come Giulio Base, anche Margherita Fumero è una persona meravigliosa, umanamente parlando, e splendida professionista. Quando scrivevo la sceneggiatura, inconsciamente, pensavo proprio a una come lei con la sua fisicità, e sapevo che dietro quell’aura burbera si poteva nascondere un animo perfido. E Margherita stessa me lo ha confermato al nostro primo incontro: sai, personaggi così iconici e popolari rischiano di venir etichettati e ghettizzati nei ruoli che li hanno resi famosi, ma un grande attore ama mettersi in gioco, e Margherita mi ha confidato di essere una bravissima “cattiva”, e quando io le ho raccontato come volevo che fosse quel personaggio e come lo avrei voluto raccontare con le immagini e le inquadrature, lei mi ha detto di aver pensato le stesse cose, e quindi ho capito che sarebbe stata perfetta. Poi, anche lei mi ha raccontato un aneddoto che ha contribuito a fissare nella mia testa la bontà della scelta creativa che poi si vede sullo schermo: mi raccontò di quando era alle elementari – lo stesso periodo in cui si svolge la sua scena nel primo flashback del film – e la sua maestra dell’epoca la scherniva per un lieve difetto di pronuncia che aveva, e lei mi disse che l’era rimasta impressa la faccia deforme della maestra e dei suoi compagni di classe che la deridevano, una specie di immagine horror, che è poi quello che ho provato a rendere nel film.

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Denitza Diakovska e il piccolo Giulio Caterino

Il corto è liberamente ispirato  a “L’Ora di Lezione” di  Massimo Recalcati, un’opera molto particolare alla quale sei riuscito a dare una tua connotazione. Che cosa vuoi trasmettere con questo tuo corto?

Come ho detto prima, non volevo che questo fosse un prodotto confezionato ad uso e consumo di una specifica audience e del suo autore, così, ho cercato una mia via autoriale per rappresentare elementi storico-sociologico-psicologici ed altri prettamente autobiografici. Io amo le storie universali, quelle archetipiche, sono appassionato di fiabe per l’uso dei simboli e le funzioni dei personaggi nel contesto della storia, così ho provato ad inserire questi elementi all’interno della storia, tanto che, in riferimento alla domanda precedente, ad esempio, la maestra interpretata dalla Fumero non è più una semplice maestra ma volevo che venisse vista come una specie di strega cattiva delle fiabe; nel finale del film poi, il professore regala alla sua giovane e unica allieva un libro che a sua volta aveva ricevuto in dono nel passato da una sua professoressa del liceo, ed ecco che per me quel libro non era più un libro – tanto che nel film ho scelto volutamente di non mostrarne il titolo (s’intravede ad un certo punto, e spoilero che è “Il Professore di Desiderio” di Philip Roth, perché è anche un omaggio meta-testuale visto che è uno dei libri citati da Recalcati nel suo saggio) – ma quell’oggetto magico che nelle fiabe o nei miti il mago o un mentore regala all’eroe per accompagnarlo nel suo viaggio. Come detto all’inizio, ho condiviso le tesi di Recalcati sul ruolo dell’insegnante e dell’insegnamento, e con questa storia volevo rivendicare il ruolo primario del docente e del suo ruolo, la sua strenua volontà a non perdere l’ora di lezione, per se stesso e per gli allievi – il sottotesto è una riflessione sulla dispersione scolastica – raccontando la storia di un professore che non ha bisogno di gesti rivoluzionari come il John Keating interpretato da Robin Williams ne “L’Attimo Fuggente”, il cui strappare le pagine dei libri significava rompere le regole della staticità dell’insegnamento ingabbiato nelle uniformi dei college inglesi, bensì mostrare come si può essere rivoluzionari semplicemente nell’espletamento delle proprie funzioni quando le si fa al meglio; la passione per ciò che fai la trasmetti a chi ti ascolta, e non c’è nulla di più importante di questo in ambito educativo. Purtroppo però, ancora oggi rischiano di vincere altri modelli d’insegnamento che possono ricordare quelli incarnati dalla maestra severa e castrante con cui il nostro protagonista ha a che fare quando era piccolo. Il film vuole essere una riflessione sul ruolo che nella nostra vita hanno i cattivi maestri e i buoni maestri, e non solo in ambito scolastico, ma educativo a tutto tondo, con questo intendendo principalmente la famiglia e i suoi membri – che poi è il secondo tema molto caro alla bibliografia di Recalcati.

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Luca Brunetti e Giulio Base

Dove sono state effettuate le riprese?

Il film è ambientato in due epoche diverse, l’oggi e la fine degli anni ’60. Per la parte principale del film ai giorni nostri siamo stati ospitati dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale che ha sede a Vercelli, che ha aderito con entusiasmo al progetto, e dove sarà proiettato in esclusiva il prossimo autunno, mentre la parte in flashback è stata girata nelle aule storiche dell’istituto comprensivo “Pacinotti” di Torino, nelle quali la scenografa Chiara Rigoni ha potuto ricostruire una perfetta aula dell’epoca grazie agli arredi originali conservati nel loro museo interno, che ospita pezzi che vanno dalla metà degli anni ’40 sino alla fine degli anni ’70.

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Una scena del corto

Le musiche del corto realizzate da Dom Capuano sono molto suggestive, per quale motivo hai scelto Dom per la colonna sonora?

Conosco Mimmo – Dom è il nome che ha scelto da quando si è trasferito in America perché è più semplice, riconoscibile e non storpiabile dagli americani – dal 1995 quando lavorava come autore e produttore di musica dance, consacratosi poi con gli Eiffel 65, per i quali ha scritto numerosi pezzi di tutti gli album che gli hanno fruttato un Grammy Awards per il successo mondiale di “Europop”, album d’esordio multi-platino della band torinese. Mimmo è un talentuoso musicista classico, diplomato al conservatorio in contrabbasso e direzione d’orchestra, e abbiamo scoperto negli anni di avere molte cose in comune. Io non so suonare né leggere la musica, ma la conosco, sono un grande appassionato di classica, e ci accomuna la passione per i grandi autori ottocenteschi, e negli anni ho affinato il mio orecchio musicale per imparare a riconoscere gli strumenti e i loro suoni all’interno di un componimento sinfonico, e associare così determinati suoni a determinati stati d’animo o emozioni esattamente come facevano di grandi compositori del passato – si pensi banalmente all’uso dei fiati nell’opera “Pierino e il Lupo” (tanto per rimanere in tema di fiabe) di Sergej Prokof’ev. Lui 6 anni fa decise di lasciare l’Italia per l’America e tentare la strada anche della composizione di colonne sonore oltre a continuare quella di producer musicale, così, quando ho iniziato i miei lavori, lui è stata la scelta più naturale, perché conoscevo il suo stile e adoravo l’uso delle armonie e le linee melodiche classiche che già in pezzi dance riusciva a far emergere con potenza. E nel lavorare insieme abbiamo poi scoperto quanta sintonia c’è e quanto al volo ci capiamo, così, ad esempio, quando gli ho proposto di risuonare un tema barocco come quello della “follia” con un clavicembalo per inserirlo nel passaggio del film in cui emerge la “follia” del personaggio della maestra, lui ne è stato entusiasta e piacevolmente colpito dell’uso contestuale che riesco a fare della musica. Al momento, l’unico rammarico è non poter sfruttare appieno le sue potenzialità, e cioè quelle di comporre una soundtrack sapendo poi di avere a disposizione una vera orchestra che suoni la sua partitura. Dom è molto tecnologico e competente, e sa sfruttare al meglio il digitale, per questo, la colonna sonora de “L’Ora di Lezione” nella sua classicità riesce a suonare naturale e reale pur essendo stata tutta composta e registrata in modo digitale.

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Giulio Base e Giorgia Lorusso

Anche la fotografia di Dario Corno è impeccabile, insomma compimenti davvero per il tuo lavoro.

Grazie Alex. Sì sono stato fortunato nella scelta delle componenti tecnico-artistiche, anche se il budget limitato del film non ha ovviamente permesso di sfruttare al meglio le possibilità creative che il progetto aveva. Il cinema è fatto di compromessi, e non è sempre facile da mandar giù, perché un regista ha in testa delle cose che poi si devono scontrare con dei limiti oggettivi e pratici, e che non sempre dipendono solo ed esclusivamente dai soldi a disposizione. Per la fotografia devo dire anche grazie alla società di produzione Grey Ladder di Torino – piccolo scoop, con la quale abbiamo appena finito di girare un lungometraggio horror in inglese dal titolo “Blood Bags” per il quale sono co-produttore – che mi ha fornito il supporto umano e tecnologico per la fase di grading e color correction; se, dunque, i colori del film sono piaciuti, è anche merito loro.

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Luca Brunetti Giulio Base e Giorgia Lorusso

Prima di concludere la nostra intervista, volevo ancora domandarti che cosa ti aspetti dal tuo corto?

Non mi aspetto mai nulla di particolare, si spera sempre che le persone che lo vedano possano apprezzare il lavoro fatto, poi l’arte e la creatività sono molto soggettivi, quindi non a tutti potrà piacere. C’è un’idea di base di lavorare a un lungometraggio basato su questo libro ma anche su tutti gli altri scritti da Recalcati, ma lui è una persona molto impegnata e sarà un’operazione lunga e complessa, anche se ho già la piena disponibilità di Giulio Base di farne parte.

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Giulio Base in una scena del film

Immagino che sarà proiettato in qualche festival.

Adesso dirò qualcosa in controtendenza o che non si dovrebbe dire, ma sono uno schietto: il rovescio della medaglia di questo progetto è che è troppo classico nella sua costruzione, messa in scena, così come nella musica, che difficilmente potrebbe piacere ai festival cinematografici. Ne ho visti parecchi negli anni, ne ho frequentati, e ho visto quelle che sono le scelte e soprattutto i temi che quei film scelgono di affrontare, e proprio per il suo essere reazionario, penso che difficilmente possa essere capito e apprezzato nella profondità del suo messaggio. È un film in cui, se vogliamo semplificare, c’è un elogio della normalità, mentre viviamo in un periodo storico in cui si privilegiano le bizzarrie, gli estremismi, le rivoluzioni, i moti dirompenti e lo sperimentalismo, e “L’Ora di Lezione” non ha nessuna di queste caratteristiche. Detto questo, ho inviato il film a circa un centinaio di festival in giro per il mondo, a molti dei quali è già stato scartato, altri hanno deadline più in là nei mesi, e poi c’è il Torino Film Festival a fine novembre; fortunatamente, è già stato finalista al Piemonte Movie gLocal Film Festival di Torino lo scorso marzo, al momento è semi-finalista al Los Angeles CineFest, e a fine giugno ha vinto il premio Best Acting per la migliore interpretazione a Giulio Base al Mediterranean Film Festival, cosa che mi rende orgoglioso perché lo merita davvero per l’intensità e il carisma che ha saputo trasporre sullo schermo, ma sono altrettanto realista e sincero nel dire che potrebbero non seguirne altri, benché mi auguri di sbagliarmi!

Luca la nostra intervista termina qui, ti ringrazio di essere stato con noi su Mondospettacolo e a nome mio e di tutta la mia redazione ti faccio ancora i miei complimenti.

Grazie ancora per avermi ospitato tra le tue pagine, Alex, e ti rinnovo il mio grazie per i complimenti al film.

Alex Cunsolo

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Venezia 74: in concorso 4 italiani, Del Toro, Clooney, Payne e Aronofsky

Presentata Venezia 74 con tutti i film in concorso per il Leone d’Oro e per Orizzonti, oltre ai tanti fuori concorso. Folta la presenza italiana e tanto cinema di genere, oltre alla novità della realtà virtuale.

Presentata oggi a Roma la 74ª Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (Venezia 74), alla presenza del Presidente della Biennale Paolo Baratta e del Direttore della Mostra Alberto Barbera, che ha brevemente introdotto uno per uno i numerosi film in concorso (e non) nelle varie sezioni.

In questa Mostra del Cinema 2017 sono tre le importanti novità. La prima è il ritorno del cinema italiano, che vede ben quattro registi nostrani in concorso a Venezia 74 per il Leone d’Oro: Paolo Virzì con il suo primo film “americano” The leisure seeker, interpretato da Helen Mirren, Donald Sutherland; Sebastiano Riso con Una famiglia, che vede protagonisti Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel; Andrea Palladoro con Hannah, che vede in scena un’unica attrice, la grande Charlotte Rampling; i Manetti Bros. con Ammore e malavita, musical in salsa camorristica con Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso.

Quattro pellicole italiane in concorso anche nella sezione Orizzonti: Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli con Tryne Dyrholm e John Gordon Sinclair, che sarà il film d’apertura; Brutti e cattivi di Cosimo Gomez, film all’americana, con Claudio Santamaria, Marco D’Amore, Sara Serraiocco; Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, film d’animazione made in Napoli; La vita in comune di Edoardo Winspeare, ambientato nel paesino in cui lui vive e interpretato da attori non professionisti. Ma non è finita qui, perché fuori concorso ci saranno anche il corto di Gianni Amelio Casa d’altri, girato ad Amatrice ad un anno dal terremoto; Il signor Rotpeter di Antonietta De Lillo con Marina Confalone, tratto (e rifatto) da Kafka; Diva! di Francesco Patierno con Barbara Bobulova, Anna Foglietta, Isabella Ferrari ed altre attrici che raccontano la vita di Valentina Cortese; Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini con Adriano Giannini e Valeria Golino in versione non vedente; inoltre i documentari Happy Winter di Giovanni Totaro e Piazza Vittorio di Abel Ferrara.

Esaurita la folta presenza italiana, passiamo agli altri film che si contenderanno il Leone d’Oro del concorso Venezia 74, ben 21 in totale. Attesissimi Mother! di Darren Aronofsky, intricato thriller con un super cast composto da Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Michelle Pfeiffer, Ed Harris e Domhnall Gleeson; Suburbicon di George Clooney, che dirige Matt Damon e Julianne Moore in una sceneggiatura mai realizzata dei fratelli Coen; The Shape of Water di Guillermo del Toro, suo ritorno al fantasy con Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins; il film d’apertura Downsizing di Alexander Payne, commedia fantasy con Matt Damon e Kristen Wiig e Christoph Waltz; Three Billboards Outside Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, cronaca nera razziale anni ’60 con Frances McDormand, Woody Harrelson e Sam Rockwell.

Gli altri film in concorso, oltre ovviamente agli italiani precedentemente citati, sono Human Flow dell’artista cinese Ai Weiwei, L’Insulte del libanese Ziad Doueiri prodotto da Netflix, La Villa del francesse Robert GuédiguianLean on Pete dell’inglese Andrew HaighMektoub, My Love: Canto Uno del franco-tunisino Abdellatif KechicheThe Third Murder del giapponese Hirokazu KoreedaJusqu’à la garde opera prima del francese Xavier Legrand, Foxtrot dell’israeliano Samuel Maoz, Angels Wear White della cinese Vivian Qu, Sweet Country dell’australiano Warwick Thornton, il documentario Ex Libris dell’americano Frederick Wiseman e infine il controverso First Reformed di Paul Schrader con Ethan Hawke e Amanda Seyfried.

Tornando alle novità di Venezia 74, la seconda è il definitivo sdoganamento del cinema di genere, con esempi come il già citato Ammore e malavita dei Manetti Bros. o la storia (vera) di cannibalismo moderno Caniba di Véréna Paravel e Lucien Castaing-Taylor in concorso ad Orizzonti, sconsigliato dallo stesso Barbera alle persone troppo sensibili, al pari del violento prison movie fuori concorso Brawl in Cell Block 99 di S. Craig Zahler con Vince Vaughn, Jennifer Carpenter, Don Johnson e Udo Kier. E proprio dal fuori concorso arrivano altre pellicole molto attese o che incuriosiscono molto, che si aggiungono alla speciale anteprima di Dunkirk di Christopher Nolan il 29 agosto. Ecco infatti Our souls at night di Ritesh Batra con Jane Fonda e Robert Redford che, presenti al Lido, riceveranno entrambi il Leone d’Oro alla carriera; Victoria & Abdul di Stephen Frears con Judi Dench nei panni della regina Vittoria e il suo confidente indiano; Outrage Coda di Kitano Takeshi, film di chiusura della Mostra; Loving Pablo di Fernando Leon De Aranoa con Javier Bardem che interpreta il feroce boss Pablo Escobar accanto a Penélope Cruz e Peter Sarsgaard; i primi due episodi della miniserie Wormwood con Peter Sarsgaard e Molly Parker; The Private Life of a Modern Woman di James Toback con Sienna Miller nei panni dell’attrice più brava del mondo ed Alec Baldwin e Charles Grodin.

E ancora, per i fuori concorso documentari, da segnalare Cuba and the cameraman di Jon Alpert, unico documentarista americano a guadagnarsi la fiducia di Fidel Castro; My Generation di David Batty con Michael Caine che racconta la Swinging London; The Devil and Father Amorth di William Friedkin che ha ripreso uno degli ultimi esorcismi officiati da padre Amorth, scomparso lo scorso anno; Jim & Andy: The Great Beyond. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton di Chris Smith, con il backstage del film Man on the moon che rivela le molteplici personalità di Jim Carrey. Da segnalare infine la prima serie italiana prodotta da Netflix, con la proiezione dell’attesissima Suburra – La Serie, con i primi due episodi diretti da Michele Placido (i successivi vedranno al timone anche Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi), intrerpretata Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini, Francesco Acquaroli, Filippo Nigro e Claudia Gerini. Lo stesso Alessandro Borghi sarà, tra l’altro, il “padrino” di Venezia 74, conducendo le serate di apertura e chiusura e riabilitando, come ha sottolineato Barbera, questo appellativo per anni associato al crimine.

Ultima, ma non meno importante novità di Venezia 74 sarà l’ancor più corposa sezione dedicata alla realtà virtuale (VR) con ben 22 opere in concorso per Venice Virtual Reality, tra cui La camera insabbiata di Laurie Anderson e Hsin-Chien Huang e direttamente dalla serie Sky, Gomorra VR – We own the streets di Enrico Rosati con Marco D’Amore, Salvatore Esposito e Fabio De Caro. E a proposito di realtà virtuale, il presidente della giuria Venice Virtual Reality, il grande John Landis, presenterà come evento speciale la versione in 3D del videoclip più famoso della storia, Thriller di Michael Jackson, da lui diretto nel 1983 e accompagnato anche dal Making of diretto da Jerry Kramer.

Di seguito tutti i film in concorso a Venezia 74, divisi per categorie, mentre questo è il sito ufficiale della Mostra del Cinema.

di Ivan Zingariello

 


VENEZIA 74 – In Concorso (in ordine alfabetico per regista)

HUMAN FLOW di AI WEIWEI / Germania, Usa / 140’

MOTHER! di DARREN ARONOFSKY con Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Michelle Pfeiffer, Domhnall Gleeson, Ed Harris / Usa / 120’

SUBURBICON di GEORGE CLOONEY con Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Oscar Isaac / Usa / 104’

THE SHAPE OF WATER di GUILLERMO DEL TORO con Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer / Usa / 119’

THE INSULT di ZIAD DOUEIRI con Adel Karam, Kamel El Basha, Camille Salameh, Rita Hayek / Francia, Libano / 110’

LA VILLA di ROBERT GUÉDIGUIAN con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin / Francia / 107’

LEAN ON PETE di ANDREW HAIGH con Charlie Plummer, Steve Buscemi, Chloë Sevigny / Gran Bretagna / 121’

MEKTOUB, MY LOVE: CANTO UNO di ABDELLATIF KECHICHE con Shain Boumedine, Ophélie Baufle, Salim Kechiouche, Lou Luttiau, Alexia Chardard, Hafsia Herzi / Francia, Italia / 180’

SANDOME NO SATSUJIN (THE THIRD MURDER) di KOREEDA HIROKAZU con Fukuyama Masaharu, Yakusho Kōji, Hirose Suzu / Giappone / 124’

JUSQU’À LA GARDE di XAVIER LEGRAND con Denis Ménochet, Léa Drucker, Thomas Gioria, Mathilde Auneveux, Saadia Bentaïeb Francia / 90’

AMMORE E MALAVITA di MANETTI Bros. con Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso / Italia / 133’

FOXTROT di SAMUEL MAOZ con Lior Ashkenazi, Sarah Adler, Yonatan Shiray / Israele, Germania, Francia, Svizzera / 113’

THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI di MARTIN McDONAGH con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, John Hawkes, Peter Dinklage / Gran Bretagna / 110’

HANNAH di ANDREA PALLAORO con Charlotte Rampling, André Wilms / Italia, Belgio, Francia / 95’

DOWNSIZING di ALEXANDER PAYNE con Matt Damon, Christoph Waltz, Hong Chau, Kristen Wiig / Usa / 140’

JIA NIAN HUA (ANGELS WEAR WHITE) di VIVIAN QU con Wen Qi, Zhou Meijun, Shi Ke, Geng Le, Liu Weiwei, Peng Jing / Cina, Francia / 107’

UNA FAMIGLIA di SEBASTIANO RISO con Micaela Ramazzotti, Patrick Bruel / Italia / 105’

FIRST REFORMED di PAUL SCHRADER con Ethan Hawke, Amanda Seyfried, Cedric Kyles / Usa / 108’

SWEET COUNTRY di WARWICK THORNTON con Sam Neill, Bryan Brown, Hamilton Morris, Thomas M. Wright / Australia / 112’

THE LEISURE SEEKER di PAOLO VIRZÌ con Helen Mirren, Donald Sutherland / Italia / 112’

EX LIBRIS – THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY di FREDERICK WISEMAN / Usa / 197’


ORIZZONTI

NAPADID SHODAN (DISAPPEARANCE) di ALI ASGARI con Sadaf Asgari, Amir Reza Ranjbaran, Nafiseh Zare, Sahar Sotoodeh / Iran, Qatar / 89’

ESPÈCES MENACÉES di GILLES BOURDOS con Alice Isaaz, Vincent Rottiers, Grégory Gadebois, Suzanne Clément / Francia, Belgio / 105’

THE RAPE OF RECY TAYLOR di NANCY BUIRSKI / Usa / 91’

LES BIENHEUREUX di SOFIA DJAMA con Sami Bouajila, Nadia Kaci, Amine Lansari, Lyna Khoudri / Francia, Belgio / 102’

MARVIN di ANNE FONTAINE con Finnegan Oldfield, Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, Vincent Macaigne / Francia / 115’

INVISIBLE di PABLO GIORGELLI con Mora Arenillas, Mara Bestelli, Diego Cremonesi / Argentina, Brasile, Uruguay, Germania, Francia / 87’

BRUTTI E CATTIVI di COSIMO GOMEZ con Claudio Santamaria, Marco D’Amore, Sara Serraiocco / Italia, Francia / 87’

HA BEN DOD (THE COUSIN) di TZAHI GRAD con Ala Dakka, Tzahi Grad, Osnat Fishman / Israele / 92’

HA EDUT (THE TESTAMENT) di AMICHAI GREENBERG con Ori Pfeffer, Rivka Gur, Hagit Dasberg Shamul, Ori Yaniv / Israele, Austria / 91’ 

BEDOUNE TARIKH, BEDOUNE EMZA (NO DATE, NO SIGNATURE) di VAHID JALILVAND con Amir Agha’ee, Navid Mohammadzadeh, Hediyeh Tehrani, Sa’eed Dakh / Iran / 104’

LOS VERSOS DEL OLVIDO di ALIREZA KHATAMI con Juan Margallo, Tomas Del Estal, Manuel Moron, Itziar Aizpuru / Francia, Germania, Paesi Bassi, Cile / 92’

LA NUIT OÙ J’AI NAGÉ – OYOGISUGITA YORU di DAMIEN MANIVEL, IGARASHI KOHEI con Kogawa Takara, Kogawa Keiki, Kogawa Takashi, Kogawa Chisato / Francia, Giappone / 79’

NICO, 1988 di SUSANNA NICCHIARELLI con Tryne Dyrholm, John Gordon Sinclair, Anamaria Marinca, Sandor Funtek / Italia, Belgio / 93’

KRIEG di RICK OSTERMANN con Ulrich Matthes, Barbara Auer / Germania / 93’

CANIBA di VERENA PARAVEL, LUCIEN CASTAING-TAYLOR / Francia / 90’

WEST OF SUNSHINE di JASON RAFTOPOULOS con Damian Hill, Ty Perham, Kat Stewart, Tony Nikolakopoulos, Arthur Angel / Australia / 78’

GATTA CENERENTOLA di ALESSANDRO RAK, IVAN CAPPIELLO, MARINO GUARNIERI, DARIO SANSONE / Animazione / Italia / 86’

UNDIR TRÉNU (UNDER THE TREE) di HAFSTEINN GUNNAR SIGURÐSSON con Steinþór Hróar Steinþórsson, Edda Björgvinsdóttir, Sigurður Sigurjónsson, Lára Jóhanna Jónsdóttir / Islanda, Danimarca, Polonia, Germania / 89’

LA VITA IN COMUNE di EDOARDO WINSPEARE con Gustavo Caputo, Antonio Carluccio, Claudio Giangreco, Celeste Casciaro / Italia / 110’


FUORI CONCORSO

EVENTI SPECIALI

CASA D’ALTRI di GIANNI AMELIO / Italia / 16’

MICHAEL JACKSON’S THRILLER 3D di JOHN LANDIS / con Michael Jackson, Ola Ray / Usa / 14’

MAKING OF MICHAEL JACKSON’S THRILLER di JERRY KRAMER con Michael Jackson / Usa (1983) / 45’

FICTION

OUR SOULS AT NIGHT di RITESH BATRA con Jane Fonda, Robert Redford / Usa / 101’

IL SIGNOR ROTPETER di ANTONIETTA DE LILLO con Marina Confalone / Italia / 37’

VICTORIA & ABDUL di STEPHEN FREARS con Judi Dench, Ali Fazal, Eddie Izzard / Gran Bretagna / 149’

LA MÉLODIE di RACHID HAMI con Kad Merad, Samir Guesmi, Renély Alfred, Youssouf Gueye / Francia / 102’

OUTRAGE CODA di KITANO TAKESHI con Beat Takeshi, Nishida Toshiyuki / Giappone / 104’

LOVING PABLO di FERNANDO LEÓN DE ARANOA con Javier Bardem, Penélope Cruz, Peter Sarsgaard / Spagna, Bulgaria / 123’

ZAMA di LUCRECIA MARTEL con Daniel Giménez Cacho, Lola Dueñas, Matheus Nachtergaele, Juan Minujín / Argentina, Brasile / 115’

WORMWOOD di ERROL MORRIS con Peter Sarsgaard, Molly Parker, Christian Camargo, Scott Shepherd, Tim Blake Nelson, Bob Balaban / miniserie tv, sei episodi / Usa / 300’

DIVA! di FRANCESCO PATIERNO con Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia D’Amico, Isabella Ferrari, Carlotta Natoli, Greta Scarano, Anna Foglietta, Michele Riondino / Italia / 75’

LE FIDÈLE di MICHAËL R. ROSKAM con Matthias Schoenaerts, Adèle Exarchopoulos / Belgio, Francia, Paesi Bassi / 130’

IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE di SILVIO SOLDINI con Valeria Golino, Adriano Giannini, Arianna Scommegna, Laura Adriani / Italia, Svizzera / 115’

THE PRIVATE LIFE OF A MODERN WOMAN di JAMES TOBACK con Sienna Miller, Alec Baldwin, Charles Grodin, Colleen Camp, Carl Icahn / Usa / 71’

BRAWL IN CELL BLOCK 99 di S. CRAIG ZAHLER con Vince Vaughn, Jennifer Carpenter, Don Johnson, Udo Kier / Usa / 132’

NON-FICTION

CUBA AND THE CAMERAMAN di JON ALPERT / Usa / 113’

MY GENERATION di DAVID BATTY con Michael Caine / Gran Bretagna / 85’

PIAZZA VITTORIO di ABEL FERRARA / Italia / 82’

THE DEVIL AND FATHER AMORTH di WILLIAM FRIEDKIN / Usa / 68’

THIS IS CONGO di DANIEL McCABE / Congo / 91’

RYUICHI SAKAMOTO: CODA di STEPHEN NOMURA SCHIBLE / Usa, Giappone / 100’

JIM & ANDY: THE GREAT BEYOND. THE STORY OF JIM CARREY, ANDY KAUFMAN AND TONY CLIFTON di CHRIS SMITH / Usa, Canada / 90’

HAPPY WINTER di GIOVANNI TOTARO / Italia / 91’


CINEMA NEL GIARDINO

MANUEL di DARIO ALBERTINI con Andrea Lattanzi, Giulia Elettra Gorietti, Francesca Antonelli, Raffaella Rea / Italia / 97’

CONTROFIGURA di RÄ DI MARTINO con Valeria Golino, Filippo Timi, Corrado Sassi, Nadia Kounda, Younes Bouab / Italia, Francia, Svizzera, Marocco / 75’

WOODSHOCK di KATE MULLEAVY, LAURA MULLEAVY con Kirsten Dunst, Pilou Asbaek, Joe Cole, Stephan Duvall / Usa / 116’

NATO A CASAL DI PRINCIPE / di BRUNO OLIVIERO con Alessio Lapice, Massimiliano Gallo, Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo, Antonio Pennarella / Italia, Spagna / 96’

SUBURRA – LA SERIE di MICHELE PLACIDO, ANDREA MOLAIOLI, GIUSEPPE CAPOTONDI con Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini, Francesco Acquaroli, Filippo Nigro, Claudia Gerini / Italia / 100’

TUEURS di FRANÇOIS TROUKENS, JEAN-FRANÇOIS HENSGENS con Olivier Gourmet, Lubna Azabal, Kevin Janssens, Bouli Lanners / Belgio, Francia / 86’


 

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Trailer e trame dei film in uscita questa settimana al cinema (27-07-2017)

Quarto appuntamento di con tutti i trailer dei film in uscita questa settimana, rigorosamente in ordine alfabetico e in HD, completi di cast e trame.

Il box office del weekend

Nello scorso weekend sempre in testa lo spassoso Spider-Man: Homecoming e il riflessivo The War – Il pianeta delle scimmie, discreto esordio per USS Indianapolis e ottimo quello di Prima di domani, che ottiene il miglior risultato. Se volete approfondire gli argomenti legati alla classifica degli incassi del fine settimana, visitate il consueto articolo della rubrica Box Office Weekend.

Le novità della settimana

Ma passiamo ai trailer, con due nuove uscite questa settimana. La prima è Motori ruggenti (leggi la recensione), il documentario diretto da Marco Spagnoli sull’automobile in Italia e la passione degli italiani, che anticipa l’uscita di Cars 3. La seconda è La fuga, poliziesco diretto da Stefano Calvagna con un rapinatore in fuga che, braccato dalla polizia, finisce in casa di una escort.

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La fuga
Stefano Calvagna sul set de La fuga

Non dimenticate ovviamente di dare un’occhiata alla sezione Recensioni, dove trovate quelle dei film in sala. Iscrivetevi inoltre al nostro Canale Youtube di Mondospettacolo, dove caricheremo in anteprima i nuovi trailer in HD.


I trailer e le trame


LA FUGA

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La fuga

Regia: Stefano Calvagna

Cast: Sveva Cardinale, Claudio Vanni, Lucia Batassa, Stefano Ambrogi, Mietta, Daniele Trombetti, Stefano Calvagna

Saverio Salesi rapina una banca e, nella fuga, suonando a caso vari citofoni, finisce a casa di Micol, una escort. Dopo un imbarazzo iniziale, Saverio decide di pagare Micol per restare da lei tutto il giorno e anche la notte. Purtroppo, salendo di corsa, Saverio, va a sbattere contro Nilde, una inquilina del palazzo, che lo riconosce quando in televisione mandano la sua foto e chiama la polizia. Sulle orme di Saverio si mettono il Commissario Dollorenzo, l’Ispettore Sfaragara, l’agente Filieri e l’ispettore Madanìa.

 

MOTORI RUGGENTI

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Motori ruggenti

Regia: Marco Spagnoli

Cast: Massimiliano Manfredi, John Lasseter, Brian Fee, Sabrina Ferilli, Edoardo Leo, Kevin Reher, Matilda De Angelis, Alessandro Roja

In occasione dell’uscita nelle sale di Cars 3 il documentario ripercorre la storia dell’auto in Italia mettendone in rilievo una molteplicità di aspetti sia sul piano industriale che su quello sociologico.


 

Appuntamento quindi alla prossima settimana per le trame ed i trailer delle nuove uscite (che trovate già sul nostro Canale Youtube, iscrivetevi!).

 

di Ivan Zingariello

 

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Trailer

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Premio Lunezia 2017 – XXII Edizione (Premio della Luna) .

A Marina di Carrara il 21 ed il 22 Luglio, “Mondospettacolo” è stato presente alla XXII edizione della manifestazione Premio Lunezia 2017. Per questa edizione l’organizzatore Stefano De Martino ci informa che questo evento ha puntato ad avvicinare il pubblico non solo alla musica ma anche all’impegno sociale, intensificando la presenza di nuove proposte per far emergere nel mondo della musica i giovani ed inserirli nel mondo del lavoro. Le domande che abbiamo posto ad alcuni Big della musica italiana che si sono alternati come ospiti nei due giorni di musica dal vivo, sono state particolarmente incentrate sui giovani, con l’obbiettivo di poter regalare da parte di professionisti della musica molti preziosi consigli.

Ma vediamo che cosa ci hanno raccontato alcuni ospiti incontrati nel backstage del Premio Lunezia 2017 durante le due serate dedicate alla musica.

Alexia.

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Alexia- Premio Lunezia 2017
Alexia-Premio Lunezia 2017 (foto Simone Carozzo)

Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?

I giovani dovrebbero a mio parere trovare un mestiere con il quale riuscire a mantenersi perché oggi con la musica non ci si campa tantissimo a meno che non cambierà qualcosa, e soprattutto di seguire il vecchio sistema e cioè quello della “gavetta”. Lavorare molto su se stessi, sui testi e sul materiale che si vuole proporre.

Qual’è il segreto per riusire ad interpretare una canzone?

Interpretare le canzoni per me è sempre stato molto complicato perché valorizzavo molto di più la voce. Oggi mi sono resa conto che posso fare di più anche con l’interpretazione: leggo il testo, cerco di raccontare quello che sto cantando, provo ad immedesimarmi e mettere dentro un pezzo completamente me stessa; credo che questo impegno possano farlo anche i giovani che ai giorni d’oggi soffrono e hanno molto da dubitare del loro futuro, perché viviamo in una realtà veramente dura, e questo secondo me è una grande motivazione per mettercela tutta e abbattere ogni ostacolo.

Thegiornalisti (Tommaso Paradiso).

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Thegiornalisti-Tommaso Paradiso-Premio Lunezia 2017 (foto Simone Carozzo)

Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?

Affidarsi a delle persone in gamba, regolari e competenti, ma che soprattutto abbiano passione. Non intraprendere il percorso da soli perché è impossibile. Affidarsi sempre a persone che sanno fare il mestiere di “manager”.

Qual’è il segreto per riusire ad interpretare una canzone?

Semplicità, serenità, passione. Il mio segreto è essere sempre me stesso, non cercare di imitare qualcosa e soprattutto qualcuno che non si è. Per me L’unico segreto di questo mestiere è proprio essere se stessi.

Marco Masini.

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Marco Masini-Premio Lunezia 2017 (foto Simone Carozzo)

Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?

Nessun consiglio perché quando ho iniziato io tutto era diverso quindi ad oggi per uno come me nato nel 64′, consigliare quale “strada” intraprendere in questa realtà è impossibile, tutte le strade sono cambiate e di conseguenza non le conosco. L’unica maniera è crederci e amare la musica, perché se la ami la musica ti amerà, ma se non la ami lei non ti amerà.

Mariella Nava.

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Mariella Nava-Premio Lunezia 2017 (foto Patrizio Moretti)

Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?

Cercare di essere sempre nuovi, sempre se stessi, di non seguire mode ma essere contrastanti. Cercare più nella storia, emulare qualcosa di bello prendendolo dal passato e non dal presente in modo da essere sempre nuovi.

Qual’è il segreto per riusire ad interpretare una canzone?

Leggere molto il contenuto della canzone. Quello che bisogna passare alla gente è il significato delle parole e non tanto la voce che è il mezzo vocale che serve solo a trasferire. Oggi sento tanti ragazzi che cantano benissimo ma non comunicano, l’importante invece è trasferire un’emozione che a mio avviso si traduce nel poter dare le parole nel modo sentito, e questa è una cosa che vedo mancare.

Alessio Bernabei.

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Alessio Bernabei-Premio Lunezia 2017(foto Simone Carozzo)

Qual’è il segreto per riusire ad interpretare una canzone?

Semplicemente raccontare una canzone con il proprio vissuto e con quello che realmente si è, senza maschere.

Quanto è importante per te il testo in una canzone?

Il testo è la cosa più importante perché è il messaggio che si vuole lanciare a chi ascolta e quindi è una cosa fondamentale.

Amara.

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Amara-Premio Lunezia 2017 (foto Patrizio Moretti)

Qual’è il significato profondo della canzone “Che sia benedetta” Premio Lunezia 2017?

Rendersi conto realmente del miracolo che portiamo addosso che è la vita. Rendersene conto significa cominciare ad entrare in contatto con la particella “vita” in modo diverso, iniziando a rispettarla e contemplare anche il minimo respiro che ci attraversa. Il vero cambiamento ci sarà se il singolo individuo riuscirà a cambiare da solo se stesso.

Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?

Credere in quello che si fa, scoprirsi per quello che si è realmente e crederci in prima persona altrimenti nemmeno gli altri ci potranno credere.

Miriam Masala (Premio Lunezia Nuove Proposte 2017)

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Miriam Masala
Miriam Masala-Premio Lunezia 2017 Nuove Proposte (foto Simone Carozzo)

Che consigli daresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?

Non avere paura di “buttarsi”. La musica non ha età e se c’è il talento riuscire ad emergere non sarà difficile.

Quant’è importante per te interpretare una canzone?

L’interpretazione viene prima di tutto, io voglio che quando canto il pubblico capisca le emozioni che sento.

Simone Simi Bianchi (Special Festival 2017)

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Simone Simi Bianchi-Massimo Di Cataldo-Premio Lunezia 2017 (foto Fabrizio Evangelisti)

Quali sono le tue impressioni riguardo il Premio Lunezia 2017?

Posso dire che questo premio è stato una “bomba”: il pubblico si è divertito, colleghi mi sono venuti a vedere da tutta Italia, hanno tifato per me, ho vissuto la “favola” cantando con Massimo Di Cataldo.

Che emozione provi quando canti con Massimo Di Cataldo?

Una bella emozione, una grande esperienza che penso e spero si ripresenterà.

Premio Lunezia 2017.

Intervista scritta da: Sara Di Sibio.

Inviata: Sara Di Sibio.

Foto di: Patrizio Moretti, Simone Carozzo, Fabrizio Evangelisti.

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Alla scoperta di: CHRISTIE DOM

Il suo nome “veste bene”, femme fatale, inesorabile, di straordinario sex appeal, l’ha resa un autentico personaggio che ben racconta i suoi tre “panni”. Già, perché Christie Dom è una donna di spettacolo a cui piace muoversi nel mondo della tv, e del cinema, che ama macchine da presa e scatti fotografici, ma ha anche un lato dominante che unito ad un sano esibizionismo l’ha spinta a provare anche il mondo delle luci rosse. Insomma, un’artista a 360 gradi che vive a Riccione ed è una delle ospiti fisse dei pool party più esclusivi della Riviera, ma è anche una di quelle belle donne che in spiaggia non passano inosservate, tanto da essersi meritata dalla sua casa produttrice il titolo di “Milf Italiana”. “E io mi sento davvero una milf, un comune denominatore per tutto ciò che faccio” racconta lei, con una spiccata personalità articolata e camaleontica, che cinque anni fa ha deciso di entrare nel mondo artistico e  delle mistress. Universi con punti in contatto.

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Ma chi ti ha convinta a intraprendere questa strada è stata un’altra mistress….

È vero, è lei che mi ha fatto notare che parte dei miei atteggiamenti convergevano verso questo lato. Così con lei ho iniziato a frequentare l’ambiente, a fare sessioni, a conoscere slaves. E, pian piano, sono diventata Christie Dom.

Il trait d’union  tra questi mondi…

Spesso non ce ne sono, ovvero io sono atipica anche in questo poichè solitamente la mistress, soprattutto per come è intesa in Italia,  è una dominatrice,  figura lontana da appetiti sessuali ma solo sadici, invece io diversifico le mie sfacettature della personalità  imponendole  entrambe anche in maniera ottima, non solo privatamente ma artisticamente, in quanto mi appartengono senza finzione.

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Ma, come dici tu stessa, questo è solo uno dei tuoi lati…

È vero, è un profilo del mio mondo, una fetta della mia vita. Ma oltre a questo, penso di aver fatto e poter fare molto altro…

Ho iniziato per la  curiosità derivante dal mio modo d’essere. Ho uno spiccato desiderio di conoscere, di sapere e di mettermi alla prova. Ho un carattere forte ma non arrogante, ho stima di me stessa e sono consapevole di aver sempre saputo ammaliare gli uomini e conquistarne gli sguardi. Mi sono sempre accorta di attirare due categorie: l’uomo macho e leader  o il sottomesso.

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Il coraggio e la voglia di entrare nel mondo del porno…

Diciamo che nel lato mistress amo sottomettere chi è per natura uno slave, una persona che non potrebbe mai affiancarmi, mi relaziono e mi accompagno infatti con uomini di spiccata personalità. Amo i leader e il fascino del loro potere in un bel corpo maschile.  Nel lato erotico, ho sviluppato un altro profilo di me stessa che permette di esprimere la mia carica erotica  e tutto ciò che la mia seduzione può comunicare.

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Anche in questo caso, la scintilla è nata grazie ad una conoscenza…

Un regista-produttore, che mi ha permesso di capire cosa c’è dietro una pellicola hard e di entrare in questo mondo con potere d’azione, esprimendo me stessa fino in fondo, libera da vincoli e lontana dai luoghi comuni e dalle barriere che la società impone. È stato molto interessante… E ovviamente fa parte della mia persona, per natura sono fortemente  esibizionista e mi piace il sesso.

Dicevamo all’inizio: Christie Dom proviene da…

CHRISTIE DOM, una femme fatale protagonista principale di un gioco della Play Station, Dead or Alive, una saga costruita su donne combattenti. Per la somiglianza sia fisica che di temperamento, sembra il nome tagliato a puntino per me. Mi veste bene perché incarna un misto di coraggio, combattività e sensualità femminile.

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Tu e il mondo dello spettacolo: che legame c’è?

Ho avuto un percorso variegato prima di arrivare a mettermi in gioco. Ho frequentato anni di conservatorio per pianoforte, praticato gli ambienti della danza artistica e dello sport, frequentato la moda e di recente mi sono avvicinata al mondo del burlesque. Partecipo a vari contest, fiere e sfilate e poso per fotografi. Ho avuto la straordinaria possibilità di far parte di una puntata di Ciao Darwin, di essere su reti locali e ancora di essere raccontata e presentata, quale PINKOMILF, in una puntata  di Top Secret su canale 5.  Soddisfazioni di notorietà……

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Insomma, un mondo che ti piace.

Sì, non posso negarlo. Mi affascina tutto ciò che è spettacolo, così come adoro il mondo dell’immagine, della costruzione del personaggio. Spesso ho la fortuna di essere parte attiva nei backstage delle produzioni. Adoro osservare, guardare. E imparare per crescere ancora. Sopra ogni cosa  amo essere protagonista.

A.T.

CREDITS FOTOGRAFICI

Matt Core Ph

Emanuele Casalboni Ph

Gloriano Dell’Acqua Ph

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Barbara Morris intervista Rosario Farò

Amiche e amici di Mondospettacolo, sono Barbara Morris e oggi intervisterò per voi Rosario Farò. Ho chiesto a Rosario di descriversi, vediamo che cosa mi ha detto!

Ciao Rosario, parlami  un po’ di te.

Sono nato il 15 agosto 1993 a Catania e sono cresciuto a Torino , città nella quale vivo. Ho iniziato con la musica neomelodica ma nel corso degli anni ho provato a toccare anche altri generi musicali contaminando il mio stile musicale con suoni diversi. Nel 2009 sono entrato al Teatro Nuovo di Torino come allievo grazie ad una borsa di studio e dopo alcuni anni , dopo aver ricevuto ben due qualifiche professionali teatrali , ho iniziato a recitare all’interno della compagnia del Teatro Nuovo.
Contemporaneamente, dal 2012 nasce la collaborazione con l’associazione culturale Enjoy…nella quale ora faccio parte del direttivo. Con l’associazione Enjoy portiamo la commedia dell’arte ai più grandi festival europei ( Brouhaha Festival di Liverpool, Edinbourgh Jazz & Blues festival e Festival di Dublino) , rappresentando il nostro paese.

È uscito da poco il tuo ultimo brano, Matrioska, raccontami:

Matrioska . Parla di una donna misteriosa con la quale nasce una storia di passione e di intrighi  , di dolcezza contrastata dalla trasgressione…ma che comunque resta un amore impossibile. Si intitola Matrioska perchè questa donna ha mille volti ma il suo interno non lo svela a tutti. Si apre solo con chi vuole lei se no chiunque può vedere solo la sua maschera. La matrioska rappresenta l’infinito , le varie sfaccettature della personalità umana ed in questo caso della donna.
Ci sono tanti riferimenti alla Russia non senza un motivo ma chissà…

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Hai fatto un bel video e tutta la produzione è di qualità. Si può sentire e vedere che c’è del duro lavoro alle spalle:

Il videoclip , con la sceneggiatura di Danny Albenese è stato girato all’interno dell’hotel Atlantic e dell’AquaAura Wellness & Spa di Borgaro Torinese. Diretto da Maurizio Ghiotti ( cameraman di Mondo Marcio, Babaman , Eiffel65…) . Mi vede in scena nei panni di un boss , molto a modo e romantico ma allo stesso tempo freddo e senza scrupoli, con la bellissima modella Elena Onofrei , nei panni della donna che mi fa perdere la testa,  Emanuele Festa , nei panni dell’ “amico” ed infine Andrea Donolato e Christian Sorintano nei panni di bodyguards. ( ndr : è già stato svelato molto , per scoprire come va realmente la storia vi tocca guardare il video su youtube)

Il brano è stato prodotto allo 011Studios , punto di riferimento per la scena HipHop torinese con la collaborazione di Marco Mad’s Melodies Serra e Luca Pain. E si possono sentire i cori di una cantante dalla voce sensuale che il russo lo parla come seconda lingua… Olga Levitchi.

Prossimi progetti?

Adesso mi sto preparando per la nuova tournee estiva teatrale e questa volta anche musicale nel Regno Unito e a giorni arriverà anche della nuova musica sulla quale sto già lavorando.

È un brano neomelodico?

Non voglio svelarvi troppo, ma ci può essere un ritorno alle origini.

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A proposito di musica neomelodica, so che in Sicilia ti è capitata un’esperienza divertente.

Si, la scorsa estate, mentre ero in spiaggia a prendere il sole, mia mamma trova tra i cd masterizzati di un venditore ambulante, una compilation con all’interno una mia canzone , che va tutt’oggi forte nel catanese, lui non credeva fossi io il cantante e io non sapevo se sentirmi arrabbiato o divertito dalla cosa, poi pensandoci ho visto in questo una sorta di soddisfazione, vuol dire che la mia musica funziona e da quel giorno è scoppiata la mia caccia alle compilation con i miei brani per tutta la zona, solo per vedere in quanti li avessero. Quasi tutti.

A chi dici grazie per tutto quello che hai fatto fino ad ora?

Di persone da ringraziare ce n’è. Grazie al Cielo di volta in volta ho fatto sempre conoscenze nuove che mi hanno portato a qualcosa e si è formata così la mia rete…partendo da Gianluca Lamberti che mi ha portato da Wlady a Primantenna, dove ho conosciuto la mia , posso dire, madrina artistica Germana Erba che mi ha portato all’interno del teatro Nuovo etc etc
Ringrazio sicuramente loro, ma soprattutto la mia famiglia che ha Sempre creduto in me senza ostacolare le mie passioni, nonostante non navigassimo nell’oro. Ringrazio mio nonno Agatino che mi portava in alto come una bandiera e pazientemente mi accompagnava in tutti i posti per farmi cantare e per farmi conoscere, la nonna Francesca che mi aiuta a rimanere sempre con i piedi per terra ed è la prima persona a cui ogni volta faccio ascoltare le mie canzoni perchè se c’è qualcosa che non va me lo dice subito, ringrazio il mio angelo, mio zio Franco Farò, grandissimo tenore in Germania…per il quale ho un motivo in più per continuare a fare musica e non può mancare il grazie alla mia mamma, la mia fan numero UNO.

Barbara Morris

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Non bussare a quella porta- Recensione

Non bussare a quella porta” (in originale ”Don’t Knock Twice”) è un horror sovrannaturale del 2017 diretto da Caradog W. James e scritto da Mark Huckerby e Nick Ostler.

Jess è una tossicodipendente in recupero che si dà all’arte, cercando di ricostruirsi una vita col suo uomo. Le è stato tolto l’affidamento di sua figlia Chloe, che non vuole vederla, né sapere nulla di lei. La donna un giorno si ritrova sotto casa sua figlia, che le chiede di restare lì con lei per un po’. Chloe, spaventata, racconta alla madre una storia. Una donna abitava lì nella città, una donna dai capelli rossi di nome Mary Aminov, chiamata Ginger.

Non usciva mai di casa ma ogni tanto si affacciava alla finestra. La gente diceva di lei che fosse una strega. Dopo la sua morte, cominciarono ad albergare in città strane leggende sulla vecchietta. Bussando alla sua porta, lei ti avrebbe preso. ”Bussa una volta per svegliarla dal suo letto, due volte per farla risorgere dalla morte”. Chloe e un suo amico, Danny, la notte prima erano andati sotto casa della donna e, sfidando la sorte e le superstizioni, hanno bussato due volte alla porta. Da lì, Danny risulta disperso e Chloe, viene perseguitata dallo spirito della vecchia strega, perché ormai, è marchiata.

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Mary Aminov in ”Non bussare a quella porta”.

Film ”horror” senza troppe pretese, si rivela essere un lavoretto dozzinale e troppo, troppo veloce nella narrazione. Script non male, ma messo in atto in maniera improponibile. L’operato di James risulta essere noioso, goffo e munito solamente di qualche inutile jumpscare messo lì per caso. La storia in alcuni passaggi risulta forzata e lo spettatore sarebbe costretto ad abbandonare la visione dopo i primi venti minuti, se non fosse per l’interpretazione dell’inquietante protagonista Katee Sackhoff, l’unica a dare credibilità a ”Non bussare a quella porta” (è più raccapricciante lei che la strega).

La vicenda è anche interessante, e lo sarebbe stata di più se solo avessero dato più spazio alla stregoneria. Ma qui non ci troviamo di fronte a un film sulle streghe, (che sarebbe stato anche più che apprezzabile) ma a un horror sovrannaturale di serie B che comincia in modo insensato e termina con un epilogo ridicolo. Neanche i cliffhanger sono degni di nota e come tali non riescono a risollevare, purtroppo, la pellicola.

Quella che pareva essere una rivisitazione moderna e più horror della storia di Hansel e Gretel, si rivela un prodotto fatto apposta per le menti che si accontentano di cinema moderno di qualità scarsa, come se non si aspettassero alti livelli e si facessero bastare la mediocrità. Poche son le scene memorabili, interessante la figura della raccapricciante antagonista.

Un gran peccato per un film che poteva valere tanto, ma che risulta essere soltanto dimenticabile.

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Jess e la strega, ”Non bussare a quella porta”.

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Hit Parade: Riki, J-Ax & Fedez sempre primi, in ascesa Thegiornalisti

Riki sempre in testa tra gli album, con l’amaro ritorno ai vertici dei Linkin Park dopo il suicidio di Bennington. Tra i singoli J-Ax & Fedez inarrestabili, in ascesa Thegiornalisti.

Gli Album

Conferme e un amaro ritorno in testa alla classifica FIMI: restano infatti invariate le prime due posizioni con l’ex Amico Riki in testa per la settima settimana (non consecutiva) con il suo Perdo le parole (disco più venduto del 2017), che precede Gué Pequeno con il suo album Gentleman, che vede come special guest Sfera Ebbasta, Marracash ed altri.

Torna sul podio l’altro rapper Ghali con Album, che guadagna due posizioni, mentre in quarta posizione risale tristemente (era 90°) l’ultimo disco dei Linkin Park, One more light, sull’onda emotiva del suicidio del suo frontman Chester Bennington. Scende in quinta posizione Vasco Rossi con Vascononstop e debutta in sesta Lana Del Rey con l’atteso Lust for life. Settimi i rapper romani Dark Polo Gang con Twins e ottavi gli Imagine Dragons con Evolve, mentre anche il primo album dei Linkin Park, Hybrid Theory, torna tristemente in classifica, in nona posizione. Chiude la Top Ten, come sette giorni fa, Divide di Ed Sheeran. Nelle retrovie precipita nuovamente l’ex amica Federica col suo album omonimo, passando dal 4° all’11° posto, mentre crollano clamorosamente i Coldplay con Kaleidoscope che, dopo l’esordio in settima posizione, finisce addirittura alla 28ª. Continua anche la rapida discesa di Renato Zero con Zerovskij… Solo per amore, che ottiene un altro pesante -15, passando dal 40° al 55° posto. Per i Linkin Park, invece, oltre ai già citati 4° e 9°, anche un 13° (Meteora), un 18° (Minutes to midnight) e un 39° posto (Living things) nella Top 50.

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Lana Del Rey - Lust for life
Lana Del Rey e il suo nuovo disco Lust for life

I Singoli

Calma piatta in testa alla classifica dei singoli con Senza pagare di J-Ax & Fedez a comandare davanti al nuovo tormentone Voglio ballare con te di Baby K ft. Andres Dvicio e all’inossidabile Despacito di Luis Fonsi ft. Daddy Yankee. Siamo in piena estate quindi non poteva non salire ai vertici un brano come Riccione di Thegiornalisti, passato dal settimo al quarto posto, mentre fa un passo indietro il simpatico L’esercito del selfie di Takagi & Ketra ft. Lorenzo Fragola & Arisa, quinto, e si conferma Pamplona di Fabri Fibra ft. Thegiornalisti al sesto. Scendono di due posizioni, assestandosi in settima posizione, gli Imagine Dragons con Thunder, seguiti dall’unica new entry della Top 20, Estate dimmerda di Salmo. Entra in Top Ten Mi gente di J. Balvin & Willy William, che salgono dal 14° al 9° posto, mentre chiudono la classifica Fabio Rovazzi e Gianni Morandi con Volare. Nelle retrovie da segnalare solo i due brani dei Linkin Park, In the end e Numb, entrati rispettivamente in 21ª e 31ª posizione.

Le Compilation e i Vinili

Ancora un cambio al vertice tra le compilation, con Kiss Kiss Play Summer 2017 che conquista la vetta e Radio Italia Summer Hits 2017 che scala in seconda posizione. Terzo posto confermato per Hot Party Summer 2017, mentre si scambiano le posizioni Hit Mania Estate 2017, ora quarta, e Papeete Beach Compilation vol. 27 Summer Hits 2017, ora quinta. New entry in ottava posizione Aquafan Compilation 2k17.

Nella volubile classifica dei vinili Roger Waters torna ancora una volta in testa con Is this the life we really want?, resistendo all’attacco emotivo di Hybrid Theory dei Linkin Park, che (ri)entrano direttamente al secondo posto, piazzando anche One more light all’ottavo. Terza e quarta posizione per i Pink Floyd con Wish you were here The dark side of the moon, seguiti da Guns N’ Roses, U2, Amy Winehouse, David Bowie e Nirvana.

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Linkin Park - Hybrid Theory
Il vinile di Hybrid Theory dei Linkin Park

Appuntamento alla prossima settimana con Italian Hit Parade, mentre per le classifiche complete potete consultare il sito ufficiale della FIMI.

di Ivan Zingariello

 

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Francesca De Mori ci racconta “altre Strade”

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Mondospettacolo è lieta di intervistare Francesca De Mori, cantautrice molto raffinata, voce limpida e ben usata, che unisce in modo eccellente la musica jazz alla canzone d’autore. Proviamo a conoscerla meglio:
 

Perchè Francesca De Mori ha iniziato a cantare?
Innanzitutto grazie per le domande molto carine che mi ponete. Ho modo così di ricentrarmi e portare alla coscienza alcuni episodi anche passati. Francesca ha iniziato a cantare perchè fin da piccola le dicevano che aveva una bella voce e che era bello sentirla cantare,  lo chiedevano proprio. Cantava perchè il  papà  durante i suoi lavori nei campi cantava e non c’era più grande felicità che essere la gioia del proprio padre e cantare con lui; cantava perchè la sorella le faceva cantare le canzoncine dei bambini con semplicità.
Canto grazie alla sensibilità della mia maestra delle elementari che oramai non c’è più ma che mi piace ricordare con nome e cognome. Si chiamava Maria Rosa Ricchieri e credo abbia intuito che in quella bambina molto molto vivace e animata si annidava una richiesta, un bisogno di essere vista e ascoltata. Certo non sapevo che si poteva essere una cantante, una che dà voce alla musica e vivere di questo. Alcuni amici, dopo varie peripezie, e mentre svolgevo attività di assistenza agli anziani, mi hanno suggerito di fare la corista per un gruppo musicale e da lì è partita la mia nuova vita. L’ho iniziata e adesso sono qui ancora con quella bambina, che è più temprata dagli anni e dall’esperienza della Francesca adulta, ma che ogni tanto mi prende per mano e canta con me.
 
Puoi raccontarci della tua preparazione artistica, e svelarci in quale artista forse hai sognato di “reincarnarti?”
Domanda originalissima. Parto subito dal fondo dicendoti che vorrei reincarnarmi in un’artista di canto indiano o una sacerdotessa egiziana; ricevevano una buona educazione in campo artistico e specialmente musicale. Per fare questo dovrei tornare indietro nel tempo. Poi sono sempre stata affascinata dal teatro canzone, per me Gaber, Milva, Ornella Vanoni sono grandi riferimenti. Attualmente ammiro molto anche Maddalena Crippa, attrice. La mia preparazione artistica e di studio realmente l’ho iniziata a 27 anni circa. Dopo aver girato il Nord Italia con orchestre di liscio, di musica dance ed aver svolto esperienze di piano bar mi sono innamorata di Milano e con un percorso di 5 anni, mentre lavoravo come cameriera e come cantante, ho terminato gli studi musicali. Finalmente poi, dopo un corso di un anno e preparatorio, ho potuto iniziare anche ad insegnare canto, e a occuparmi solamente di ciò che amo di più al mondo. Ho dovuto però rinunciare alle sicurezze che comporta un lavoro “normale”, retribuito regolarmente, con ferie etc. Non è un percorso semplice, lo devi fortemente volere accettandone i grandi alti e bassi.
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Cos’è la musica e il canto per Francesca De Mori?
L’idea di un suono “creatore del mondo” appartiene a culture lontane. Comincio dicendo che musica e canto sono la possibilità di sentirsi collegati per ogni essere umano al divino, ma soprattutto alla parte più profonda di noi. Con il suono della nostra voce, non importa se cantanti o no, ci è dato un potere curativo enorme. Troppo? No, è così. La vibrazione degli elementi naturali: il vento,  il fuoco, l’acqua, il movimento del respiro che avviene fuori e dentro di no, ci fanno stare bene. Credo che attraverso  la musica l’essere umano possa sentirsi molto vicino all’essenza della natura. Il canto per me è stato respiro, direzione, energia, anche sofferenza in alcuni momenti precari economicamente e di salute.
Quale messaggio vuole trasmettere il tuo nuovo lavoro “Altre Strade?”
“Altre strade” è dedicato a chi qualche volta ha perduto la speranza e si è sentito smarrito. L’invito è di ritrovare sempre la propria forza, di avere fiducia nella scintilla che si accende da sè, realizzando la bellezza che tutti portiamo dentro, che ci tiene in vita e che ci rende unici e indispensabili gli uni agli altri.
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Di quali musicisti ti sei avvalsa per la realizzazione dell’album?
 
“Altre strade” nasce dalla scrittura, parole e musica, di Daniele Petrosillo. Collaboro con lui alla parte letteraria solo nel brano “Altre strade. Il disco si compone di 5 brani inediti e 3 interpreti e autori noti. Si rende omaggio alla canzone d’autore, l’idea è di riprendere la canzone d’autore italiana, arricchendone la parte musicale. Nei brani originali la scrittura è contraddistinta da influenze jazzistiche e questo contribuisce a non rendere i brani facilmente catalogabili dal punto di vista del genere musicale. L’incontro con il pianista e arrangiatore Salvatore Pezzotti è stato un “matrimonio artistico” e in lui abbiamo trovato slancio per preparare tutti i brani. Suoi gli arrangiamenti del Quartetto d’Archi Archimia – Paolo Costanzo, Andrea Anzalone, Serafino Tedesi, Matteo Del Soldà – ospiti nel disco assieme a Raffaele Kohler alla tromba e flicorno. Nel disco viene data importanza, oltre che alla parte melodica e armonica, anche alla parte ritmica con tempi inusuali – 5/4, 7/4 – e fondamentale è stato l’apporto musicale di Rino Dipace.
Lo porterai in giro in qualche live?
Da alcuni mesi abbiamo realizzato alcuni concerti che ci hanno permesso di sperimentare il live. E’ molto emozionante per noi. A settembre ripartiamo con una serata il 15 a Lezie di Garlasco, il 28 ottobre al Teatro Verdi di Cassolnovo – Pv- e il 18 gennaio 2018 saremo al Jazz Club Bonaventura di Milano. Presto ne aggiungeremo altre date che sono in fase di programmazione. Tutte le date vengono aggiornate sulla mia pagina artista su fb.
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Se è vero che il frutto di un artista rispecchia la sua vera personalità musicale, qual’ è la tua, visto che sei un misto di jazz e canzone d’autore?
La mia personalità musicale è a servizio della musica e delle persone che mi ascoltano. In questo senso quando interpreto una canzone prima di tutto ho bisogno di sentirla e poi mi dono per come la percepisco nella psiche,  mi accade alcune volte che si compia qualcosa che mi supera e va oltre.
 
In che dimensione preferisci esibirti tra Jazz Club, Teatro…
 
Non ci sono preferenze, le dimensioni raccolte e silenziose sono le più intriganti. Quasi spaventevole è il silenzio in alcuni teatri.Lì mi sento all’inizio impaurita, ma poi quando tutto inizia sento una gratitudine immensa verso … se dico Universo è troppo?
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Ti piace riascoltarti?
Domanda molto difficile. Grazie ad un nuovo percorso di studio in Germania, sto accogliendo parti di me che prima non notavo. Dura non essere critici verso ciò che si realizza. Ho imparato un modo molto semplice per “fregare” il mio perfezionismo e quindi ora dentro di me convivono due entità, la prima mi guarda con amore, non mi giudica ed è fiera di me, per le fatiche fatte, etc.; la seconda invece non mi conosce e cerca di dare un parere asettico, ma imparziale, come se mi vedesse per la prima volta. Forse fa un pò sorridere, ma con me funziona parecchio. Poi posso fare interagire le due parti e io in un certo senso godermi lo spettacolo.
 
Hai già in mente cosa sarà il prossimo lavoro per quando deciderai di metterlo in cantiere?
Sto cominciando a pensare insieme a Daniele Petrosillo al prossimo disco.Qualche novità ci sarà, la realizzazione non la vedo così lontana. Spero di potervene riparlare molto presto. Grazie a voi e un saluto a chi mi leggerà.
 
 
Grazie per averci concesso questa bella chiacchierata.

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