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Referendum 2016: un Governo allo sbando.

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Sembra incredibile ma in questo Paese, anche solo organizzare i servizi di vigilanza ai seggi in occasione del referendum è diventato un incubo per gli addetti ai lavori.

L’odissea che si è verificata la dice lunga sull’avvedutezza organizzativa del nostro Governo.

Dapprima il servizio di vigilanza seggi, secondo disposizioni del Viminale, doveva essere garantito esclusivamente dal personale delle Forze di Polizia Statali escludendo drasticamente le Polizie Locali, causa carenza fondi. Da questa scelta “illuminata” scaturiva il panico della Questura di Torino, ma è presumibile di tutta Italia, nel reperire forzatamente poliziotti da impiegare nei seggi.  Saltavano come dei birilli le ferie, le leggi 104, i diritto all’esonero dal servizio serale e notturno in pratica i diritti dei poliziotti scomparivano come d’incanto, causa pochi soldi a disposizione per retribuire la polizia locale.

Certo, nei casi d’emergenza l’impegno e la disponibilità delle forze dell’Ordine è giusta otre che inevitabile. Ma quando ragioniamo di un referendum programmato da tempo e non certo il primo nella storia d’Italia, ritenere superflua la presenza della Polizia Locale nel servizio dei seggi, non può essere considerato solo un incidente di percorso: il sapore della sprovvedutezza è incombente.

Intanto i poliziotti, sotto la frenetica esigenza organizzativa, prontamente, con mille disagi, ancora una volta si rendevano disponibili rispondendo con responsabilità alla chiamata dello Stato.

Ma ecco che, grazie anche agli interventi sindacali che come un raggio di sole illuminano, stavolta veramente, le menti di chi ha il potere di decidere, un decisivo quanto responsabile passo indietro rimette ordine sul caos imperante.

Con una ulteriore disposizione il Viminale rettificava la precedente e informava le prefetture che il divieto del concorso delle polizie locali era stato superato e che, come sempre, questi poliziotti avrebbero partecipato alla vigilanza dei seggi. Qualcuno avrà sbagliato a fare i conti;  magari “raschiando il barile” avrà trovato un gruzzoletto di denaro per pagare i poliziotti locali o semplicemente si era illuso che la Polizia Locale fosse veramente superflua.

In realtà la miopia  di risparmiare sulla sicurezza dei seggi rientra proprio in quella ottusa mentalità che ritiene che la sicurezza dei cittadini,  ed in questo caso consiste nella sicurezza dei seggi dove i cittadini votano, rientra tra le spese dello Stato che devono essere tagliate. Ma quando la realtà riporta questi  “sognatori”  nella vita reale, allora la questione ritorna ad essere affrontata con la giusta lungimiranza. Ed allora diventava chiaro a tutti che tagliare le spese, soprassedendo sull’impiego della Polizia Locale, appalesava il limite conoscitivo delle realtà cittadine dove, i poliziotti locali, non solo sono a tutti gli effetti gli attenti conoscitori di tutte le  dinamiche proprie delle diverse aree urbane ma, grazie al loro rapporto con il territorio, conoscono e rappresentano in modo approfondito la popolazione locale, utile anche nell’ambito dei seggi ove si esercita il diritto al voto dei cittadini.

Le sottoscritte rappresentanze rifuggono le polemiche sterili, ma denunciare incaute e incomprensibili disposizioni è proprio di chi sta a cuore la serenità e la sicurezza dei cittadini, nel rispetto dei diritti dei lavoratori di polizia.

Pietro Di Lorenzo

Ufficio Stampa – Rappresentanze di Polizia per Torino Sicura

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