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Recensione: Spettinata, le donne come dovrebbero essere

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Lo spettacolo Spettinata è il buon auspicio di Emanuele Bilotta per tutte le donne maltrattate, violentate, derise. Uomini, ogni tanto ditelo un “ci dispiace”!

Uno spettacolo che arriva nella pancia

Spettinataun soffio di libertà ma solo sulla carta. Emanuele Bilotta è il giovane regista che ha scritto e diretto l’evento fuori stagione che il Teatro Trastevere ha ospitato il 30 giugno e 1/2 luglio 2017 e che ha scelto un titolo che sa di libertà, di leggiadrìa, di vento tra i capelli e soprattutto di felicità. Quella felicità che però non entra quasi mai in scena, ed ecco che rimane solo l’intenzione, l’apprezzabile augurio che questa arrivi. La pièce nasce dallo studio de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler e Psicosi delle 4 e 48 di Sarah Kane di cui contiene alcuni brani e porta in scena varie sfaccettature della psicologia femminile, avendo come punto focale la violenza di cui è vittima molto spesso la donna, oggi come ieri. A dispetto del titolo però, la rappresentazione si veste di scuro, incarna la disperazione ed accetta una condizione di sofferenza eterna, come se “così è” purtroppo e “così resterà”. Il cast è formato da otto donne che raccontano il loro dolore ed un solo uomo che rappresenta il maschile, cieco e sordo nei loro confronti; i colori predominanti sul palco sono il rosso ed il nero e simboleggiano perfettamente la durezza delle emozioni che emergono. Il pubblico è coinvolto, ognuno può riconoscersi.

Le conseguenze psicofisiche dei traumi

Spettinata è una rappresentazione teatrale della realtà in termini pratici, perché mostra chiaramente gli effetti tragici che un’emozione bloccata ad un certo evento negativo può determinare. La psicosomatica non è aria fritta e basa la sua essenza sulla connessione mente-corpo: le donne in scena si portano dentro l’evento scatenante della loro malattia, proprio come accade nella nostra vita quotidiana. Perché di malattia trattasi, sul palco difatti si esprimono tutte le paure che si celano nei disagi mentali di varia natura, si esibisce un ventaglio di sofferenze diventate poi psicosi, personalità multiple, schizofrenie, frigidità, chiusura, morte interiore. Si affronta persino l’approccio asettico e meccanicistico che frequentemente caratterizza l’ambiente medico verso le patologie psichiche, dove un tentativo di dialogo vero e profondo dovrebbe rientrare nella prassi terapeutica. Lo spettacolo dunque è un’occasione saggia per riflettere e sensibilizzare sempre l’opinione pubblica sull’importanza del nostro mondo interiore ed il suo equilibrio. La femminilità di Spettinata è interrotta, è un bocciolo che mai si schiuderà, come potrebbe? Nel suo universo tutto è pericoloso, il congelamento del potere femmineo funge da àncora di salvezza e questo è vero per tante donne, perché non sempre si è in grado di attraversare il dolore, perché ciò vorrebbe dire accettarlo innanzitutto per poi lasciarlo andare; siamo in grado di farlo, ma esserne pronte è un’altra storia. Inoltre esiste il filo conduttore che muove le redini di queste delicate Anime, l’elemento mancante che le fa sentire sempre in credito con la vita; riecheggia infatti in sottofondo la frase simbolo di questo concetto «ditelo “ci dispiace”» ripetuto ad oltranza da tutte le attrici, donne che aspettano dunque di avere delle sacrosante scuse da chi le ha ferite, derise, intimidite, schernite, violentate, violate in qualche modo e non sono solo alcuni uomini a farlo, a volte anche fra donne può esserci tanta cattiveria.

Dalle crepe filtra la luce 

In tutta la tristezza che Spettinata porta in scena fortunatamente ci sono degli sprazzi di luce che prendono vita sul palco: sono gli intermezzi ballerini e melodici che si intersecano nel tessuto scenico fatto perlopiù dai dialoghi tormentati e dalle espressioni travagliate dei protagonisti. La ballerina Ornella Lorenzano attribuisce all’esibizione quella leggerezza di cui ho accennato all’inizio, vederla volteggiare avvolta finalmente da un’aura colorata e lucente dà speranza, forse per quelle donne non tutto è perduto. La bravura dei soprano Caterina Sebastiano e Cristina Speziale accompagna meravigliosamente i punti di svolta dello spettacolo conferendogli ulteriore carattere; quest’ultimo è dato anche e soprattutto dalle luci psichedeliche e dalle musiche di Federico Brini che aiutano l’immedesimazione dello spettatore. In sintesi trattasi di una rappresentazione complessa, di non facile digestione, da sperimentare. Gli attori sono: Alberto Brichetto, Barbara Ciolli, Chiara Formichella, Federica Balducci, Letizia Di Stefano, Liliana Stanziani, Ludovica Resta, Monica Taglione, Noemi Giansanti. Foto e video di Clelia Carbonari.

Spettinata di Emanuele Bilotta è andato in scena al Teatro Trastevere dal 30 giugno al 2 luglio 2017.

Voto 7

di Federica Palazzo

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