Quantcast
Channel: MONDOSPETTACOLO.COM
Viewing all articles
Browse latest Browse all 21904

Quattro chiacchiere con Amedeo Miconi

$
0
0

Amedeo Miconi e la creatività…ci sono momenti o situazioni particolari in cui la senti svilupparsi di più?

La creatività può svilupparsi in diversi momenti, compresi quelli in cui si è molto sotto pressione, cosa che a volte può aiutare a sbloccare una fase difficile. Mi capita spesso di pensare melodie e progressioni armoniche mentre sono in auto o in momenti totalmente lontani dal lavoro creativo stabilito a tavolino. In questi casi appunto le idee sul telefono, registrandole con la voce. Tuttavia penso che si dovrebbe sempre cercare di lavorare stimolando la creatività a prescindere dall’ispirazione del momento.

Sei reduce da un’infezione molto piacevole, sei stato contaminato da un ROCKVIRUS.

Vuoi spiegarci cos’è questa “malattia?”

Rockvirus è il titolo del mio album uscito l’11 Novembre 2016 per Videoradio. Colgo l’occasione per ringraziare Beppe Aleo, il mio discografico, per il sostegno datomi in tutti questi lunghi mesi di lavoro. Il titolo mi è venuto in mente pensando ad una sorta di contaminazione rock all’interno del disco, dove sono presenti anche brani più riflessivi e morbidi. La title track in particolare, mi ha ispirato questo nome, sia per il mood del brano, sia per l’utilizzo di un paio di suoni di chitarra e tastiera.

Ho avuto l’onore di avere come ospiti speciali, tre grandi nomi della musica mondiale: Jennifer Batten (Michael Jackson, Jeff Beck, ecc…), Chitarra, Mel Collins, (King Crimson, Dire Straits, Alan Parsons Project, ecc…), Sax e Flauto, John Giblin, (Simple Minds, Peter Gabriel, Phil Collins, ecc…), Basso, oltre ad ottimi musicisti italiani, che collaborano da molti anni con artisti nazionali ed internazionali:Salvatore Scorrano, (Steve Phillips, Dire Straits, ecc), Gigi Zito, (Nada, Gianni Bella, ecc…) e Salvatore Leggieri, (Renato Carosone, Lucio Dalla, Max Giusti, ecc…), alle batterie, Mario Guarini, (Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Gino Paoli, ecc…) al basso, Primiano Di Biase, (Dire Straits, Neri Marcoré, Richard Bennet, ecc…) alle tastiere, al piano alle riprese del suono, Stefano Maggio, (Popstars, Jennifer, Kirchheim, ecc,,,), alle tastiere e al programming. Il disco è stato masterizzato da Gianluca Vaccaro al Terminal 2 di Roma. Il progetto grafico è opera di Stefano Castiglionesi. Hanno tutti svolto un lavoro fondamentale e senza il loro apporto non avrei potuto realizzarlo. Vorrei approfittarne per ringraziarli tutti di cuore.

A cosa ti sei ispirato, o hai dedicato questi brani del tuo nuovo album?

Come dicevo, nell’album sono presenti 12 tracce, alcune delle quali con mood molto diversi tra loro.

Il brano “Tears” è dedicato a mio padre, scomparso lo scorso anno, proprio durante la scrittura di Rockvirus.
Spero di essere riuscito a trasmettere le forti emozioni ed il dolore che ho provato nel momento in cui il pezzo è stato scritto.

Le altre tracce sono nate in momenti diversi, almeno un paio me le sono ritrovate registrate nel telefono per le dinamiche di cui sopra. Alcune altre sono più vicine ad una forma canzone ed inizialmente sono state pensate per avere un testo ed essere cantate. Poi però le ho trovate molto adatte al genere strumentale e ho deciso di lasciarle così.

Com’è stato il confronto e la collaborazione con musicisti così importanti a livello internazionale?

Ci racconti un piccolo particolare successo durante la registrazione che ti è rimasto impresso, piaciuto, o sorpreso?

Lavorare con nomi di questo livello è stato molto emozionante e costruttivo. Sono persone molto professionali, disponibili e fantastiche anche sotto il profilo umano, oltre che essere dotate di grande umiltà. Durante le registrazioni chiedevano se mi piacesse quello che stavano suonando, pronti a proporre qualcosa di diverso. Ma tutto quello che hanno suonato era perfetto fin dall’inizio.

I complimenti che hanno rivolto ai miei brani e alle parti di chitarra che avevo già suonato, mi hanno molto sorpreso e fatto immensamente piacere, chiaramente, dimostrando ancora una volta di essere persone molto semplici ed umili, nonostante il loro enorme spessore artistico e l’immenso bagaglio tecnico.

Cosa troviamo di diverso, di tuo, di particolarmente personale nella tua musica?

Bella domanda e anche difficile! Penso di essere alla costante ricerca del mio suono e della definizione di uno stile musicale, probabilmente è una ricerca che non finisce mai, ma che proprio per questo può dare sempre stimoli nuovi. Forse è una risposta che potrebbero dare meglio gli ascoltatori del disco, tuttavia credo che nei brani ci sia una forte componente melodica, supportata da riff incisivi e da fughe solistiche determinate dal tipo di pezzo.

Anche un musicista si evolve, cambia durante il suo percorso artistico, tu hai sperimentato diversi generi…

Cosa invece ti sei sempre portato dietro come impronta fin dai tuoi inizi musicali?

La prima cosa che mi viene in mente è l’utilizzo del palm mute, mi piaceva molto farlo sulla chitarra acustica e ovviamente anche su quella elettrica, soprattutto quando mi è stato regalato il primo fuzz! Lo uso molto anche oggi sia per accompagnamenti che per frasi all’interno di soli.

Tu sei stato autodidatta fino a 20 anni. Con l’esperienza di oggi, consideri più importante la tecnica, o l’istinto musicale?

Credo che siano entrambi elementi molto importanti. Studiare costantemente è fondamentale ma anche lasciarsi andare in maniera istintiva. Molto spesso poi si dà un nome ad una frase musicale, ad un accordo o ad un qualsiasi passaggio sullo strumento, che sono venuti fuori in maniera inconscia, ma “sentita”, nel contesto del pezzo.

Hai avuto tantissime collaborazioni fino a questo punto della tua carriera, alcune ancora in atto se non erro.

Ci racconti qualcosa?

Si, ho lavorato in diversi studi di registrazione e con diversi artisti e ho avuto anche occasione di suonare dal vivo con alcuni di loro. La collaborazione più recente e tuttora in atto, per quanto momentaneamente in sosta, è quella nella band del grande attore comico romano Max Tortora, insieme a Fabio Di Cocco, Salvatore Leggieri, Maurizio Porto, Fabio Tullio e Sergio Vitale.

Questa situazione mi ha portato in giro per i teatri di tutta Italia e mi ha insegnato molto circa i diversi aspetti legati ad uno spettacolo di questo tipo, come i tempi comici legati alla musica, una sorta di colonna sonora live. Max è anche un grande imitatore, cantante e pianista, oltre che una persona fantastica che mette a proprio agio le persone che lavorano con lui. Lavorarci è molto divertente e stimolante, data la grande quantità di musica nei suoi spettacoli.

La chitarra e la musica sono le tue uniche vere passioni?

Assolutamente si, anche se ho una grande passione per il cinema, ma questo in qualche modo rientra nell’amore per la musica, per via delle colonne sonore che mi attirano moltissimo.

Ti vedremo in tour con ROCKVIRUS il prossimo anno?

Lo spero davvero! La parte live è in fase di progettazione e mi piacerebbe avere la stessa line-up del disco, esclusi purtroppo gli ospiti internazionali, per ovvi motivi, se non per congiunzioni astrali particolarmente favorevoli.

Stai già pensando a cose nuove?

Diciamo che sto appuntando alcune idee e che non vedo l’ora di lavorare
a del materiale nuovo, però prima spero di riuscire a suonare Rockvirus dal vivo e a dargli comunque il giusto peso dopo così tanti mesi di lavoro. A tal riguardo vorrei ringraziare Lucilla Corioni che si sta occupando egregiamente della promozione del disco.

Ti ringraziamo di questa piacevole chiacchierata, augurandoti un grande successo per questo meraviglioso tuo ultimo lavoro. Che la musica sia sempre con te! Grazie davvero!

LA REDAZIONE

The post Quattro chiacchiere con Amedeo Miconi appeared first on Mondospettacolo.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 21904

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>