In Noi romane – Noantre 5 attrici straordinarie vestono i panni delle donne che, in modo o nell’altro, hanno fatto la storia di Roma. Il risultato è una carrellata di imperdibili personaggi che completano un complesso ma affascinante puzzle.
La storia è anche donna
Dà un’idea di Simona Patitucci nasce lo spettacolo Noi romane – noantre, un omaggio alla città di Roma e alle donne che ne hanno fatto la storia. Mettendo da parte orpelli e artifici, ciò che va in scena sono cinque attrici dotate di presenza scenica, splendide voci e molto carisma. La melodia corale che apre e chiude lo spettacolo dichiara apertamente gli intenti della rappresentazione: la storia è anche donna e loro possono dimostrarlo.
Da Madama Lucrezia a Lucina
La prima a dare la sua versione dei fatti è Madama Lucrezia – unica rappresentante femminile delle 6 statue parlanti di Roma – seguita da Agrippina – la madre di Nerone. C’è poi la Papessa Giovanna – la quale secondo la leggenda avrebbe regnato sulla Chiesa con il nome di Giovanni VIII – e la Fornarina, musa ispiratrice del pittore Raffaello Sanzio. Non manca Acca Larenzia – figura mitologica romana alla quale va il merito di aver soccorso Romolo e Remo – e Lucina – costretta a fingersi un castrato dalla voce bianca per continuare a cantare in chiesa e poi a teatro.
Dalla Pimpaccia a Giuditta Tavani
Si passa poi a donna Olimpia detta la Pimpaccia – dominatrice della corte papale nei primi anni del ‘600 – e suor Enrichetta Caracciolo – che abbandonò l’abito sacro per combattere accanto a Garibaldi all’unità l’Italia. Seguono la diva Lina Cavalieri – cantante e attrice capace di incantare il mondo alla fine dell”800 – e Elide, una sartina delle Sorelle Fontana. In chiusura c’è spazio per la commovente storia di Giuditta Tavani Arquati, patriota italiana morta insieme alla sua famiglia nel 1880.
Brillante omaggio a Roma
Ad interpretare la carrellata di donne ci sono la stessa Simona Patitucci insieme a Valentina Martino Ghignai, Alberta Cipriano, Ilaria Nestovito e Noemi Sferruzza. Appartiene invece a Maurizio Mattioli la voce narrante che fa da filo logico alle vicende. Insomma, tanta romanità in uno spettacolo che emoziona, coinvolge e non annoia nemmeno per un secondo. Trattandosi di tanti piccoli monologhi che si susseguono a ritmo serrato, lo spettatore non ha tempo di distrarsi e si immerge nella storia senza alcuna fatica. I meriti principali vanno ai testi (di Toni Fornari, che cura anche la regia), ai numerosi costumi di scena e ancor di più alle straordinarie capacità delle interpreti, brillanti e assolutamente convincenti.
Noi romane – Noantre va in scena al teatro Belli dal 14 marzo al 9 aprile.
Raffaella Mazzei
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