Nella serata dedicata alla finale dei giovani succede il patatrac: vince Lele di Amici (come previsto), ma vengono eliminati tra i big anche i “dinosauri” Ron, Al Bano e Gigi D’Alessio, oltre a Giusy Ferreri.
La quarta serata del Festival è solitamente quella della finale dei giovani, dopo le relative esibizioni la classifica sarà: 1) Lele, 2) Maldestro, 3) Guasti, 4) Lamacchia. Il vincitore Lele (nome d’arte di Raffaele Esposito) con la sua “Ora mai” viene da “Amici” di Maria De Filippi, guarda caso, ed è il fidanzato di Elodie, aspettiamoci un piazzamento della ragazza anche tra i big. A giudicare dai brani avrebbe dovuto vincere Maldestro con “Canzone per Federica”, ma come spesso accade a Sanremo il pubblico e la giuria popolare fanno vincere Barabba. A Maldestro va il premio della critica “Mia Martini”, mentre a Tommaso Pini (eliminato ieri sera) va il premio della sala stampa “Lucio Dalla”.
Tra i big si esibiscono Ron, Chiara, Samuel e Albano (con la figlia che piange in platea). L’eliminazione di Ron grida vendetta, per la sua storia ancora più che per la sua canzone (comunque un bel pezzo scritto con Mattia Del Forno del gruppo La Scelta). L’eliminazione del patetico Al Bano invece ci può stare, se non fosse che in finale sono arrivati elementi ben peggiori, privi di qualsiasi storia musicale, ma è la logica del televoto, bellezza, che conta per il 40%, mentre giuria popolare e di qualità incidono per il 30%.
Non manca anche stasera il siparietto stile “C’è posta per te” con Maria che invita Gaetano Moscato, nonno eroe con stampella vittima dell’attentato di Nizza con nipote al seguito, scelgono “Volare” di Modugno come loro canzone preferita di Sanremo. Canta Ermal Meta e colpisce il contrasto tra il testo molto duro e autobiografico e la musica leggera e spensierata, per quanto sempre di buona qualità; arriva Maurizio Crozza che imita Pagnoncelli, prende in giro la Parodi, Carlo e Maria, poi attacca Renzi che non avrebbe fatto nulla in questi tre anni “il Senato è sempre lì” (ma se per primo Crozza ha fatto la campagna per il No?) e liscia il pelo a Carlo e Maria: “voi due state talmente bene insieme che guardandovi viene voglia di pagare il canone…a Mediaset”, francamente un Crozza sotto tono.
Michele Bravi con il suo “Il diario degli errori” si conferma bravino, può solo crescere a quell’età. Entra Marika Pellegrinelli la modella moglie di Eros Ramazzotti, bella ma inutile, la sua canzone preferita è “Guardando il cielo” di Arisa. Conti si mette i denti finti (per lanciare il tormentone “facce da festival”). Entra Fiorella Mannoia, la sua canzone convince fino a un certo punto, bella interpretazione ma il testo è abbastanza banale. Irrompe Clementino col suo rap partenopeo e parte in italiano che racconta “storie di ragazzi fuori” e convince più dei giorni scorsi, peccato non aver sentito la sua “Svalutation”. Tristissima e patetica la “standing ovation” chiesta da Conti per Antonella Clerici, solo per pubblicizzare l’omonimo programma. La Clerici cita pure il Volo, ormai una standing ovation non si nega a nessuno, le sue canzoni preferite di Sanremo sono “Chi non lavora non fa l’amore” di Celentano e Claudia Mori e “Felicità” di Al Bano e Romina, si definisce la sorella di Conti e chiama l’altra sorella Maria, le tre comari, pacchiana e volgare la cover del cellulare con cui si fanno un selfie alla Totti.
Arriva Virginia Raffaele nei panni di Sandra Milo. La sua canzone preferita è “Il mondo è tutta una canzone”, la sigla di “Piccoli fan”, entra un coro di attempati, c’è pure Vessicchio in prima fila (i presunti scoop sul suo conto si sgonfiano), si sente la voce di Fellini in apertura, poi canta la finta Milo, girotondo a tre con Carlo e Maria, musica felliniana di “Otto e mezzo”. Paola Turci di bianco vestita canta “Fatti bella per te” ed è sempre più bella, Marco Masini in versione hipster canta “Spostato di un secondo”. Toti presidente della Liguria ricorda le foibe, che poi saranno ricordate ulteriormente anche da Conti “perché qualcuno non aveva capito bene di cosa si trattava”, bah. Francesco Gabbani canta la sua “Occidentali’s Karma” vestito da gorilla, sempre più Dj Francesco e sempre meno Battiato dei poveri, roba adatta per ballare d’estate nei villaggi turistici, che qualcuno incredibilmente trova “originale”.
Entra l’attore Luca Zingaretti (il commissario Montalbano) che canta stonando “Vita spericolata” di Vasco, la sua canzone di Sanremo, almeno una bella scelta musicale. Maria passa ancora tra il pubblico a regalare gadget con la faccia di Carlo Conti, cantano Michele Zarrillo e Bianca Atzei e passeranno entrambi alla finale. Si è sentito di peggio ma l’Atzei in finale è sempre un male. Omaggio al grande produttore Giorgio Moroder con “Take my breath away” (da “Top Gun”), “Hot stuff”, “What a feeling” (da “Flashdance”) e “Call me” di Blondie, cantate da Karen Harding che ha fatto anche il suo ultimo singolo, poi Linus premia Moroder presidente della “giuria di qualità”, composta dallo stesso Linus, Giorgia Surina, Rita Pavone, Andrea Morricone, Paolo Genovese, Violante Placido e Greta Menchi (professione “youtuber”!).
Cantano Sergio Sylvestre e poi Elodie (entrambi da “Amici”), Fabrizio Moro e Giusy Ferreri. Sarà eliminata solo quest’ultima, francamente a ragione, il suo modo di cantare è insostenibile. Arriva un tizio riccetto carino, con un dj dietro, tale Robin Schultz, che fanno una pop dance orrenda, con fumo e coriandoli intorno, Conti gli consegna il disco d’oro per collaborazione con David Guetta in “Shed a light”. Non passano quindi in finale perché eliminati Giusy Ferreri, Ron, Al Bano e Gigi D’Alessio. Su quest’ultimo cosa dire? ha cantato di peggio in passato, ma il cliché della mamma a Sanremo ha fatto il suo tempo, e francamente non riusciamo ad essere dispiaciuti più di tanto per la sua eliminazione…
Al Dopofestival c’è anche Gino Castaldo che si siede tra i cantanti. Gabbani canta “Svalutation” e “Hit the road Jack” con la band di Vittorio Cosma. Monina si stupisce di D’Alessio eliminato. Franco Zanetti non dà colpe alla giuria di qualità ma a quella demoscopica che in passato ha fatto disastri. Lele invita i giornalisti storici a non avere pregiudizi verso i ragazzi che vengono dai talent ma a giudicare caso per caso. Interessante scontro di opposte vedute tra Fegiz e Castaldo sul ruolo della critica musicale, il primo odia i talent perché gli hanno fatto le scarpe, per il secondo è un bene, la critica musicale non esiste praticamente più, non si capisce cosa sia peggio. Chiudono i La Rua (esclusi da “Sarà Sanremo”) che si esibiscono al Dopofestival con un pezzo molto ritmato e percussivo, un po’ casinista ma divertente. Stasera la finale (dai che è quasi finito), ci aspettiamo di tutto, pure che vincano Elodie o Sylvestre, se anche solo uno tra Mannoia, Turci ed Ermal Meta dovesse salire sul podio sarebbe un gran successo.
Alessandro Sgritta
The post Un alieno a Sanremo: la rivolta degli schiavi, tra i giovani vince Lele, tra i big eliminati Ron, Al Bano e D’Alessio appeared first on MONDOSPETTACOLO.