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Un alieno a Sanremo: la prima serata di “C’è posta per Carlo”

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Prima serata del Festival di Sanremo targato Carlo Conti e Maria De Filippi: successo garantito e boom di ascolti (oltre il 50% di share), anche se il livello delle canzoni è imbarazzante.  Si salvano solo la Mannoia, Samuel e Ron (per ora ingiustamente eliminato, insieme a Giusy Ferreri e Clementino).

La prima serata di Sanremo inizia con Tiziano Ferro che canta “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco con tutto buio intorno, come se fosse Springsteen, dire che Tenco sia nelle sue corde francamente sarebbe azzardato e quindi non lo diciamo, poi continua l’omaggio strumentale dell’orchestra di Pinuccio Pirazzoli a Tenco (sono giusto 50 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 27 gennaio 1967 proprio durante il festival di Sanremo in circostanze misteriose). Scende le scale il direttore artistico Carlo Conti, che dà i numeri del televoto: 475.475.1 (sms) e 894.001 (fisso), quindi entra Maria De Filippi con una rosa bianca in mano che consegna a Conti. La prima big in gara è Giusy Ferreri, sembra sempre che canti con una patata in bocca, fa una pop dance orrenda, l’ex cassiera conferma di non essere una signora, ma purtroppo i pezzi della Berté se li sogna. Il secondo big in gara è Fabrizio Moro con “Portami via”, una lenta ballad piano e voce, quando alza la voce e prova a cantare sul serio è terribile, l’effetto è quello del Vasco dei poveri. La Maria nazionale parla dei vari tipi di uomini: sex symbol, six pack (addominali, ma Carlo Conti fa finta di capire “pacco”, che simpatico), poi entra Raul Bova nella parte del bel manichino lecchino dei conduttori, e presenta il terzo campione: Elodie, arrivata seconda ad “Amici” ed inspiegabilmente promossa tra i big, con un pezzo di Emma (ora si spiega), è il classico brano strappacore sanremese “amore amore mio”, pezzo inutile e voce sprecata.

Maria parla dei recenti terremoti con voce funerea e fa entrare gli “eroi” della guardia di finanza, protezione civile, vigili del fuoco, ecc. con animali al seguito, un siparietto strappalacrime nazionalpopolare in puro stile “C’è posta per te”. Quarta “big” in gara è Lodovica Comello, star dei bambini conosciuta per il musical “Violetta”, però passa abbastanza inosservata con il suo brano, colpisce solo il vestito assurdo e il sorriso ebete. Arriva Maurizio Crozza che imita Renzi, dice che la scenografia somiglia ad una enorme macchina per la risonanza magnetica, parla anche della Raggi e delle polizze, prende in giro i 5 stelle e Roma rispetto a Torino, invita a riportare la capitale al nord e a fare di Roma la capitale giudiziaria e detentiva, dice che Carlo e Maria sono fatti l’uno per l’altra, e su questo non ci sono dubbi, l’incesto è compiuto, il prossimo anno ci prepariamo al Festival degli Amici di Maria.

Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia sembra di un altro livello rispetto a tutto il resto, l’interpretazione lascia un po’ a desiderare per l’emozione ma almeno è una canzone (scritta da Amara), anche se suona un po’ falsa e retorica (“la vita è perfetta…se cadi t’aspetta…che sia benedetta”), infatti viene subito retwittata dal cardinal Ravasi. Il sesto campione in gara è Alessio Bernabei (ex Dear Jack), davvero brutto e inutile il suo pezzo, con un testo orrendo (“stanotte ho aperto uno spiraglio nel tuo intimo, non ho bussato, però sono entrato piano”). Torna Tiziano Ferro con un suo brano e parla ancora di Tenco “ci vuole un po’ di faccia tosta per cantarlo, mi sono buttato” (confessa), poi canta un nuovo brano in duetto con Carmen Consoli “Il conforto”, e almeno questo è un bel pezzo, moderno, forse anche grazie alla Consoli.

Carmen Consoli e Tiziano Ferro

Il prossimo big è il veterano Al Bano da Cellino San Marco con furore, alla sua 15° partecipazione al Festival. Canta “di rose e di spine”, solito brano strappacore retorico melodico (con l’aggravante che è stato scritto da Maurizio Fabrizio, lo stesso di “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, per dire), Samuel dei Subsonica è da risentire, il pezzo è moderno e paraculo, sicuramente funzionerà in radio. Divertente la coppia Nicola e Valeria (Antonio Albanese e Paola Cortellesi) che strappa almeno una risata, poi entra Ron con degli occhiali scuri alla Pasolini, canta un pezzo decente (“L’ottava meraviglia”) e infatti finisce nel girone eliminatorio. Terribile siparietto di Maria sul bullismo stile “C’è posta per te” con due ragazzini che fa entrare per parlare di “classi debullizzate”.

Ron

Il rapper napoletano Clementino con “Ragazzi fuori” non è male (infatti finirà anche lui nel girone eliminatorio), poi è la volta del primo ospite internazionale: un terribile e ingrassato Ricky Martin (che le strappone nostrane e non solo trovano fighissimo) in versione “manzo latino” circondato da musicisti e ballerini canta e balla a ritmo di rumba, “uno dos, tres Maria” sembra fatta apposta per la De Filippi.

Ricky Martin

L’italo albanese Ermal Meta (ormai un autore affermato) porta un pezzo molto vivace e ritmato, dal testo abbastanza duro di una madre che parla al figlio: “Ricorda di disobbedire perché è vietato morire”, è l’ultimo big in gara. Arriva la giornalista sportiva Diletta Leotta in abito sexy e si lamenta della violazione della privacy, poi c’è un’imitazione patetica di Bob Dylan da parte di Ubaldo Pantani (“non gli somiglia per niente”) che canta un’orribile versione di “Blowing in the wind” sulle note di “Ma che ce frega, ma che c’emporta…”, quindi entra Rocho la moglie di Bova, bella ma inutile.

“Bob Dylan” Ubaldo Pantani

I Clean Bandit sono il gruppo inglese (ospite internazionale) di una cantante bionda che fa pop dance, lei è bona ma la musica assolutamente perdibile. Entrano due sportivi altri più di 2 metri, tipo fenomeno da baraccone. Riepilogando dopo la prima serata sono a rischio eliminazione Ron, Clementino e Giusy Ferreri. Il Dopofestival è la vetrina dei giornalisti marchettari che fanno finta di parlare male di Sanremo ma sono tutti lì schierati in prima fila, per fortuna che c’è Rocco Tanica che strappa qualche risata con la Gialappa’s. Stasera gli altri 11 big in gara e le prime 4 nuove proposte, speriamo bene, fare peggio sarà difficile.

Alessandro Sgritta

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