Presentato alla 73° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione “Giornate degli Autori – Venice Days”, il film “La ragazza del mondo” di Marco Danieli dal 9 novembre al cinema, è un’opera prima sul tema dei Testimoni di Geova, anche se non è un film ideologico o religioso ma si limita a raccontare una storia (ispirata ad una realmente accaduta) inserendola in un quadro più ampio di un rapporto sentimentale sofferto tra due ragazzi. Vincitore del Premio Opera Prima Francesco Rosi, del Premio Carlo Lizzani 2016 e del Premio Francesco Pasinetti ai due attori protagonisti Michele Riondino e Sara Serraiocco (che ha vinto anche il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival Annecy Cinema Italien), il film è una coproduzione italo-francese di CSC Production con Rai Cinema e Barbary Films e vede la partecipazione speciale di Pippo Delbono nel ruolo dell’anziano della congregazione dei Testimoni di Geova.

Giulia (Sara Serraiocco), una ragazza testimone di Geova, incontra Libero (Michele Riondino), un ragazzo di periferia che s’è fatto 1 anno e 2 mesi di galera per spaccio, di cui s’innamora, ma fare sesso prima del matrimonio per lei è peccato grave. I Testimoni di Geova non possono nemmeno festeggiare i compleanni, se vieni “disassociata” ti cancellano e per loro non esisti più, “le cattive compagnie corrompono le utili abitudini” come amano ripetere. I Testimoni di Geova hanno un modo di comportarsi diverso dal comune e l’attrice protagonista si è messa in contatto con una ragazza che ha vissuto questa storia per studiare il personaggio. Michele Riondino ha dei parenti TdG, in particolare un cugino appassionato di cinema. Da quando il film è stato presentato a Venezia ha seguito la diatriba sui vari forum tra i Testimoni di Geova e gli ex (i “fuoriusciti” dalla congregazione). Gli argomenti usati per denigrare il film sono assurdi, i valori in teoria fondanti di ogni religione come pace e amore sfociano invece spesso in violenza verbale e talvolta anche fisica, magari senza nemmeno aver visto il film e fermandosi al trailer.

Gli italiani già sono abituati al senso di colpa, i Testimoni di Geova hanno lavorato ancora di più su questo aspetto. La paura degli ex TdG è che il film sia troppo pessimista con chi esce dalla “setta” (che poi diventa uno spacciatore come la ragazza), tecnicamente i TdG sono una setta (per il trattamento riservato a chi esce dal gruppo, ecc.) ma è sconsigliabile parlare di questo aspetto con loro, un po’ come avviene per i grillini: se gli dici che sono una setta si offendono, ma guai a dissentire dal Capo, vieni espulso senza tanti complimenti. Il film non è ideologico, ma chi è stato TdG lo sa benissimo come funziona il Comitato Giudiziario, quindi vuol dire che in fondo gli sta bene così com’è. Sara Serraiocco non conosceva Michele Riondino prima del film, la prima volta che Riondino ha visto il film è rimasto molto sorpreso dalla sceneggiatura (scritta dal regista con Antonio Manca) e dalla chimica che scaturiva dalla storia d’amore tra Giulia e Libero, il ragazzo borgataro che può essere chiunque, è lo spettatore, il “ragazzo del mondo” che prova a capire in tutti i modi la ragazza e la sua religione. La scena finale è stata discussa e rifatta più volte, è una delle più belle. I personaggi dei due ragazzi protagonisti sono talmente diversi tra loro che era bello farli incontrare direttamente sul set, senza provare troppo prima. Sara confessa di aver scelto spesso i fidanzati come i taxi, per una donna spesso c’è la curiosità di provare un’esperienza diversa dal solito, c’è l’attrazione per qualcosa di diverso e di insolito, è successo anche a lei nella vita reale.

Giulia non è libera e per lei l’amore diventa uno strumento per liberarsi della religione che la opprime, un mezzo di emancipazione e di salvezza. Libero ha la possibilità di vivere per la prima volta un’esperienza con una persona che non fa parte del suo mondo, l’aspetto da sottolineare è la sua fragilità e l’abbandono progressivo delle sue difese. I TdG vengono generalmente considerati creduloni e ingenui, mentre poi conoscendoli si scopre che sono intellettualmente vivaci, perché a forza di studiare la Bibbia e leggere le scritture si cresce anche culturalmente, Giulia infatti è la ragazza più sveglia e preparata della sua classe. Non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca, i TdG insegnano a parlare in pubblico senza difficoltà davanti a platee molto numerose, alcuni diventano oratori molto bravi, esiste la “sospensione dell’incredulità” e credono in quello che la religione gli dice di credere. Il film ha il pregio di affrontare un tema insolito e poco trattato al cinema in un modo delicato e non giudicante, però allo stesso tempo ha il difetto di voler mettere insieme troppe cose: la religione, l’amore, l’emancipazione femminile, la condizione del lavoro (in fabbrica e in discoteca), la droga, finendo per non approfondire nessuno di questi aspetti e rimanendo troppo in superficie, ma nonostante questo è un’opera prima interessante e molto attuale.
Alessandro Sgritta
The post Recensione: “La ragazza del mondo” di Marco Danieli, interessante opera prima sul mondo dei Testimoni di Geova appeared first on MONDOSPETTACOLO.