A due anni da Fiorella, doppio album di successi rivisitati, cover e grandi duetti, a tre anni da A te, tributo orchestrale a Lucio Dalla e alla sua musica, e a quattro anni da Sud, ultimo album di inediti, Fiorella Mannoia torna con Combattente, 11 canzoni nuove che la rossa nazionale approccia da interprete, autrice e donna. Un disco (non volutamente) autobiografico e molto femminile, come lo ha definito l’artista romana, tra nuove collaborazioni e ritrovate certezze, come i fidati Carlo Di Francesco e Davide Aru, che curano gli arrangiamenti.
Si parte con la title track, firmata dall’affiatata coppia Cheope e Federica Abbate (alla loro prima collaborazione con la Mannoia), un brano potente e personale, da cui si dipana il filo rosso che percorrerà tutto l’album: la necessità di prendere una posizione, di metterci la faccia, di rischiare e lottare per quello in cui si crede e per cui si vive. Quello che Fiorella fa quotidianamente. Si prosegue con Nessuna conseguenza, sempre di Cheope-Abbate: è la storia di una donna schiacciata dalla preponderanza del suo compagno che prende coraggio e sceglie di spezzare i nodi che la legano a una storia limitante e opprimente, fino ad arrivare alla drastica consapevolezza che questa esperienza non ha lasciato in lei nessun segno, “nessuna conseguenza”. Siamo ancora qui è la terza traccia del disco, che porta la firma – oltre a quella della stessa Fiorella – di Bungaro e Cesare Chiodo, premiata ditta già al lavoro da anni con la Mannoia. Il sound si fa intenso, contemporaneo e addirittura dance, ma Fiorella ci si appoggia da grande professionista divertendosi e divertendo, senza mai abbassare l’asticella di una voce (e di una vocalità) sempre all’altezza.
E’ I pensieri di Zo la prima delle due canzoni di Fabrizio Moro presenti in Combattente: il brano è tra i più “mannoiani” dell’album, ma non per questo meno interessante: la storia è un crescendo di immagini e di emozioni, una passeggiata che diventa corsa dentro la vita della giovane protagonista, una Sally 2.0 – come ha ammesso la stessa Fiorella – che sceglie di staccarsi dalla sua quotidianità per camminare da sola sulla strada dell’adolescenza verso la vita adulta. Anima di neve è invece un testo di Fiorella Mannoia musicato da Bungaro e Chiodo: un arrangiamento elegante e una melodia avvolgente accompagnano la voce profonda di Fiorella in un brano che potrebbe essere l’ideale seguito di In viaggio, lettera a una figlia contenuta nell’album Sud. Ancora programmazioni e sonorità moderne nel secondo brano di Moro, I miei passi, una canzone autobiografica ma universale, uno sguardo gettato indietro ma proiettato al futuro, una memoria senza rimorsi, «ali spezzate sulla carta strappata, […] tutto quello che non sono stata». Il terzo brano firmato Cheope-Abbate è L’abitudine che ho, un invito e una presa di posizione sulla necessità di non accontentarsi mai, anche rischiando di perdere qualcosa; un inno cosmopolita e liberatorio in cui Fiorella canta: «quando guardo il cielo non mi sento mai uno straniero».
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Intensa e vissuta è la dedica alla madre in Ogni domenica con te, di Bungaro, Chiodo e della stessa Mannoia, che miscela un arrangiamento energico (forse il migliore dell’album) ad un’interpretazione commossa e toccante. Stessi autori per Perfetti sconosciuti, brano già noto da qualche mese per la fortunata presenza all’interno dell’omonimo film di Paolo Genovese; la canzone è forse il massimo punto di incontro tra la tradizione cantautorale di cui Fiorella è figlia e fiera rappresentante e la modernità sonora e tematica che pervade l’intero disco. La parentesi Giuliano Sangiorgi, che sembra ormai doverosa (ma poi, perché?) all’interno di un album italiano, si concretizza qui in L’ultimo Babbo Natale, un brano figlio di quelle parole perdute che Fiorella aveva scritto e cantato così bene (e anche meglio) due anni fa; incalzante l’arrangiamento, ma meno interessante e orecchiabile degli altri. La chiusura è affidata a La terra da lontano, testo della Mannoia, musica di Ivano Fossati e arrangiamento orchestrale di Geoff Westley, un piccolo gioiello che va solo ascoltato.
Combattente è un disco necessario ed energico, che sfugge alle grinfie di ogni possibile definizione, e che dal primo dicembre diventerà un tour teatrale che si preannuncia pieno di sorprese. Fiorella Mannoia è un’artista profonda e moderna, teniamocela stretta.
Francesco Rainero
(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)
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