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RomaFF11: Incontro con David Mamet, regista e sceneggiatore

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Si scusa per portare il cappello come Al Capone anche se di professione fa lo sceneggiatore e regista, si tratta di David Mamet, Premio Pulitzer nel 1984 e protagonista il 18 ottobre degli “Incontri ravvicinati” con il pubblico alla Festa del Cinema di Roma. Antonio Monda l’ha intervistato e ha scelto sette sequenze da film che ha scritto o diretto:

David Mamet incontra il pubblico (foto Luca Dammicco / Fondazione Cinema per Roma)
David Mamet incontra il pubblico (foto Luca Dammicco / Fondazione Cinema per Roma)

1) “Phil Spector” (2013) di David Mamet

Film per la tv con Al Pacino nel ruolo del famoso produttore musicale Phil Spector (inventore del celebre “Wall of sound”), scena in cui Al Pacino dice che non gli piacciono le persone perché è “inaccessibile”. Spector attualmente è in carcere (è stato condannato per omicidio) e Mamet non l’ha potuto incontrare, gli ha scritto una lettera, quello che lo sceneggiatore (e il regista in questo caso) ha scritto sono le azioni, gli attori fanno il resto.

2) “Spartan” (2004) di David Mamet

Kristen Bell fa la giovane figlia del presidente che diventa una star del porno in questo film, Mamet racconta un aneddoto su di lei spaventata perché pensava che lui volesse provarci, poi racconta altre storie divertenti su Danny DeVito che faceva “Gandhi” e si mise a piangere perché aveva insultato gli italiani, e di quando Gene Hackman arrivò con un libro sulla saggezza degli ebrei con in copertina immagini di Einstein e dentro tutte pagine bianche (ovviamente era uno scherzo).

3) “The Heist” (Il colpo, 2001) di David Mamet

Film con Gene Hackman e Danny DeVito che fanno la parte di due rapinatori seriali. In questa scena praticamente non ci sono dialoghi, si parla di ossessione e certe volte è molto più facile usare solo immagini e non usare dialoghi. Antonio Monda saluta Rebecca Pidgeon presente in sala.

David Mamet (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)
David Mamet (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)

4) “State and Main” (Hollywood, Vermont, 2000) di David Mamet

Film con Philip Seymour Hoffman e Rebecca Pidgeon, scena di dialogo in albergo. Ha lavorato con i più grandi attori al mondo, qui c’era anche Alec Baldwin che una sera uscì ubriaco con una minorenne. Monda gli chiede se il suo principale punto di riferimento sia Harold Pinter e Mamet risponde che ha inventato un nuovo modo di scrivere i dialoghi, è stata una vera e propria ispirazione.

5) “The Untouchables” (Gli Intoccabili, 1987) di Brian De Palma

Film di Brian De Palma con Kevin Costner, Sean Connery e Robert De Niro nel ruolo di Al Capone, Mamet ha scritto la sceneggiatura. L’idea era di Brian De Palma, la sequenza della carrozzella che scende giù per le scale è chiaramente rubata ad Ejzenstejn. Mamet racconta un aneddoto su Sean Connery che diceva di non aver guadagnato niente facendo “007”, poi un giorno sua sorella l’ha chiamato al telefono perché era il suo attore preferito e ci ha parlato per mezz’ora di seguito. Un altro aneddoto riguarda una colazione a Trastevere con Nino Manfredi, che doveva fare una parte in questo film ma poi non se ne fece niente e lui rispose male al suo assistente. C’è anche una storia sul festival del cinema di Venezia, volevano dargli un premio per il primo film che ha fatto “(House of Games”) ma poi non è andato a ritirarlo.

6) “Il verdetto” (1982) di Sidney Lumet

Scena con Paul Newman, questa è considerata una sceneggiatura perfetta, scritta da Mamet sull’omonimo romanzo di Barry Reed, Lumet gli aveva detto che Paul Newman voleva scrivere la sceneggiatura, riguardava una giovane di Boston rimasta asfissiata dal proprio vomito. Robert Redford lo aveva chiamato ma poi rifiutò il ruolo che fece Paul Newman, Mamet mandò la sceneggiatura a Lumet e disse che preferiva la sua a quella di un’altra sceneggiatrice. Hitchcock diceva che se vuoi fare un film a Parigi devi far vedere la torre Eiffel, quindi ci voleva un verdetto in un film che si chiama “Il verdetto”.

Antonio Monda e David Mamet (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)
Antonio Monda e David Mamet (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)

7) “Americani” (Glengarry Glenn Ross, 1992) di James Foley

L’idea per questo film con Jack Lemmon e Al Pacino tratto dalla piece teatrale “Glengarry Glenn Ross” (per cui Mamet vinse il Pulitzer) gli è venuta quando lavorava in un’agenzia immobiliare, un giorno ha scritto questa storia con Alec Baldwin che aveva il cuore spezzato e gli scrisse una parte su misura. Oggi è sempre più difficile fare buoni film a Hollywood, devi scrivere tantissimo se vuoi fare buoni film, forse l’1 % dei film che escono sono buoni film, l’industria è “kiss kiss bang bang!”, lui ha avuto la fortuna di aver fatto parte dell’ultima epoca d’oro del cinema. Mamet considera un disastro il “politically correct”, non era un bravo ragazzo, ha fatto tutti i lavori possibili, pensava di fare una brutta fine e poi improvvisamente ha scoperto che sapeva scrivere dialoghi. La drammaturgia racconta menzogne e la sua professione è infastidire la gente, quindi dire la verità. Shakespeare dice che il potere del teatro è vedere che la verità ti può liberare (Amleto), Mamet è stato premiato fin troppo per questo quindi ormai non è il caso di cambiare strada.

Alessandro Sgritta

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