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RomaFF11, Giorno 4: da Jovanotti a “Cicogne in missione”, cosa è successo oggi alla Festa del Cinema

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All’Auditorium Parco della Musica è terminata anche la quarta giornata dell’11a Festa del Cinema di Roma.

Nel ricchissimo programma di oggi, mattatore assoluto è stato Lorenzo Cherubini Jovanotti, uno dei più innovativi artisti del pop italiano, protagonista dell’incontro ravvicinato con il pubblico dal titolo Le immagini, la musica e le parole. Jovanotti ha parlato per la prima volta del suo viaggio nel cinema, lungo mezzo secolo, scegliendo e commentando alcune sequenze di film per lui importanti, dai Blues Brothers fino a Tarkovskij. «La mia formazione è avvenuta sulle immagini più che sulla letteratura o perfino sulla musica – ha detto – Mi rendo conto di pensare per immagini anche quando faccio canzoni. Ho un amore e un rispetto così grandi per il cinema da considerarlo la vera e propria mitologia moderna».

Jovanotti all'incontro con il pubblico
Jovanotti all’incontro con il pubblico (foto Ruscio)

Tanti i film della Selezione Ufficiale presentati nella giornata di domenica. Restando in ambito musicale ecco The Rolling Stones Olé Olé Olé!: A trip across Latin America di Paul Dugdale: il documentario segue il tour della celebre band nei primi mesi del 2016 attraverso dieci città latinoamericane, conclusosi con un concerto a L’Avana, dove la band si è esibita per la prima volta. Un road movie che celebra il potere rivoluzionario del rock. Segue l’ottimo La fille de Brest di Emmanuelle Bercot, direttamente ispirata alla battaglia di Irène Frachon, pneumologa di un ospedale di Brest, che scopre un legame diretto tra alcune morti sospette per cardiopatie e il consumo di Mediator, un farmaco per diabetici presente sul mercato da trent’anni. Inizierà così una lunga lotta contro la seconda casa farmaceutica di Francia, che porterà la tenace Irène a cercare giustizia a tutti i costi. Un “thriller farmaceutico” alla francese e, un po’ a sorpresa, uno dei migliori film della Festa del Cinema fino ad ora, interpretato da una strepitosa Sidse Babett Knudsen.

Benoît Magimel e Sidse Babett Knudsen in "La fille de Brest"
Benoît Magimel e Sidse Babett Knudsen in “La fille de Brest”

Bello anche The Eagle Huntress, anch’esso ispirato a una storia vera. Sullo sfondo dei monti Altai, nella parte più remota del nord della Mongolia, il regista Otto Bell narra la vicenda di una tredicenne mongola con il sogno di diventare la prima cacciatrice di aquile di sesso femminile, arrivando a competere all’annuale Golden Eagle Festival. «Quello che mi auguro è che “The Eagle Huntress” possa portare lo spettatore in quel mondo lontano, di cui si sa poco, ma che è pieno di temi universali – ha spiegato Otto Bell – E che chi guarda possa realizzare, come ho fatto io, che c’è spazio per l’emancipazione femminile anche ai confini del mondo». Divertente e movimentato Tramps di Adam Leon che definisce il suo ultimo lavoro un’avventura romantica: «L’ho fatto per la gente che si diverte ad andare al cinema. Credo sia utile, perché un film può avere due tipi di merito: quello artistico e quello di riuscire a rendere migliore una giornata». Nel film il giovane Danny è un aspirante cuoco a cui un giorno il fratello chiede, essendo stato arrestato, di sostituirlo in un apparentemente semplice ma remunerativo lavoretto. Deve prendere una valigetta da un’autista, Ellie, andare ad un appuntamento e scambiarla con un’altra. Ma Danny prende la borsa sbagliata e si ritrova a vagare, insieme ad Ellie, per i sobborghi di New York in cerca della valigetta perduta. Nel frattempo si sviluppa tra i due giovani un’inevitabile attrazione, anche se piena di diffidenza. Con la bella e brava Grace Van Patten, applaudita in sala, e un futuro da star assicurato.

Grace Van Patten e Callum Turner in "Tramps"
Grace Van Patten e Callum Turner in “Tramps”

Proseguiamo con l’atteso Into the Inferno del grande Werner Herzog, autore di oltre sessanta film tra lungometraggi e documentari, da Aguirre furore di Dio Nosferatu, il principe della notte. Il suo ultimo lavoro ci conduce nei crateri di alcuni dei vulcani attivi rimasti nel mondo: uno dei tour più estremi della lunga carriera del grande regista tedesco, che però ha un po’ diviso gli spettatori tra estimatori e annoiati, forse perché non si aspettavano un argomento così particolare. Ultimo film di oggi è stato il messicano 7.19, opera seconda di Jorge Michel Grau. Il film racconta il dramma di alcune persone sepolte sotto le macerie dopo il tremendo terremoto che colpì Città del Messico il 19 settembre 1985. «Erano le 7:19. Io avevo dodici anni. La più grande tragedia ha colpito un paese che non era pronto a farle fronte» ha dichiarato il regista. In realtà per tutto il film di persone se ne vedono solo due, mentre delle altre si sentono solo le voci, e tutto si regge sull’ottima performance del protagonista Demián Bichir, anche se il risultato finale non è del tutto convincente.

Demián Bichir in "7.19"
Demián Bichir in “7.19”

Per la sezione parallela Alice nella città, presentato in anteprima il divertente film d’animazione Cicogne in missione, diretto da Nicholas Stoller (regista del dittico Cattivi vicini) e Doug Sweetland, che uscirà nelle sale italiane giovedì 20. Doppiatori italiani d’eccezione, Alessia Marcuzzi e Federico Russo e Vincenzo Salemme, presenti all’Auditorium insieme a Sweetland. Inaugurato il Mazda MX-5 drive-in: nel piazzale antistante il Palazzo dei Congressi all’EUR (in un’area complessiva di 4.600 metri quadrati), i passeggeri di sessanta automobili possono vedere i film della Festa del Cinema su un mega-schermo cinematografico di 13 metri per 5,5. Prima proiezione, Il ponte delle spie di Steven Spielberg, film della retrospettiva dedicata a Tom Hanks, seguito domani da Sole cuore amore di Daniele Vicari, uno dei film italiani della Selezione Ufficiale.

Vincenzo Salemme, Federico Russo, Alessia Marcuzzi e Doug Sweetland sul red carpet
Vincenzo Salemme, Federico Russo, Alessia Marcuzzi e Doug Sweetland sul red carpet (foto Zunino Celotto)

Parliamo di retrospettive: per quella dedicata a Tom Hanks, proiettati anche Apollo 13 di Ron Howard e Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg; per l’omaggio allo scomparso Abbas Kiarostami, Dov’è la casa del mio amico? preceduto dal cortometraggio The Bread and Alley. Al MAXXI due film della sezione Riflessi: Volfango De Biasi ha presentato il suo Crazy for Football, sulla prima nazionale italiana di “calcetto” che ha partecipato quest’anno ai mondiali di Osaka per pazienti psichiatrici, mentre Haiku on a Plum Tree porta sul grande schermo la storia della prigionia, vissuta a Nagoya nel 1943, dalla regista Mujah Maraini Melehi, assieme ai genitori, l’antropologo Fosco Maraini e la pittrice Topazia Alliat. Alla Casa del Cinema è proseguito l’omaggio a Citto Maselli, mentre nel programma I film della nostra vita due storici western, I sette assassini (1956) di Budd Boetticher e Pat Garrett e Billy Kid (1973) di Sam Peckinpah. Per la retrospettiva American Politics, proiettato Il grande McGinty (1940) di Preston Sturges. Al Cinema Trevi iniziata la retrospettiva su Valerio Zurlini, a cura di Domenico Monetti e Mario Sesti, con alcuni suoi cortometraggi seguiti da Le ragazze di San Frediano ed Estate violenta.

Appuntamento a domani per la quinta giornata della Festa del Cinema di Roma 2016.

 
 

Ivan Zingariello

 

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