Presentato ieri tra gli eventi speciali dell’11° Festa del Cinema di Roma da Michael Bublé in persona, “Tour Stop 148” è il film documentario di Brett Sullivan sul cantante, songwriter e attore canadese, naturalizzato italiano nel 2005, in occasione dell’uscita del suo nuovo disco “Nobody but me” il 21 ottobre, che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 25 e il 26 ottobre distribuito da Nexo Digital.
Il film non contiene solo esibizioni di Bublé dal suo ultimo “To Be Loved Tour” (in particolare la tappa n.148 del concerto di Birmingham) ma anche immagini dietro le quinte della crew che lavora con lui, il Tour si è concluso con 173 concerti in 39 paesi ed è stato visto da oltre due milioni di persone.
Si parte con il classico “Cry me a River”, poi il documentario si sofferma sulla preparazione del palco con il carico e scarico del materiale dai 18 camion impegnati nel tour, partito con 10 concerti alla 02 Arena di Londra. Si prosegue con “Fever” (altra celebre canzone di Eddie Cooley e John Davenport) e poi il film sottolinea l’aspetto umano di Michael Bublé, che vuole conoscere di persona tutti quelli che fanno parte del service e mangia a tavola con loro. Si vedono anche i momenti delle prove piano e voce con Bublé che indossa un curioso berretto di lana. Si scopre il Bublé cantautore con “Haven’t met you yet” scritta per la moglie con Amy Foster e Alan Chang come la successiva “Beautiful Day”. Nel bel mezzo del concerto canta un frammento di “New York New York” per un’anziana fan, Bublé piace a gente di tutte le età, soprattutto donne, vecchi e bambini. Si assiste perfino alla prova del “fuoco” che esce dal bunker. La grande orchestra Team Bublé che lo accompagna è formata da 13 elementi e spazia con abilità dal pop al jazz allo swing. Dopo le hit “Try a little tenderness” e “Feeling good” si prosegue con “You make me feel so Young” e “I’ve got the world on a string”. Un altro classico è “Come dance with me” di Jimmy Van Heusen che il pubblico canta insieme a lui, come la successiva “Crazy Love” di Van Morrison. Dopo la prima parte dello show Bublé si dedica alla musica natalizia con “Let it snow”, poi si prosegue con “Who’s loving you?” di Smokey Robinson e c’è spazio anche un momento pop con alcuni frammenti di “Wanna be” delle Spice Girls e “Man in the mirror” di Michael Jackson. Durante la sua celebre “Home” si prepara il palco B con una passerella circolare e delle scale, dove Bublé sale per cantare molto vicino al suo pubblico.
Ci sono 40 persone lavorano al tour, i camion viaggiano sui traghetti quando si attraversa il mare nel trasferimento da una città all’altra, si inizia a montare il palco alle 6 di mattina e alle 16 è pronto, tutto il materiale pesa 53 tonnellate. Si parla della vita in tour, dei rapporti con le famiglie che non sono facili, molti litigano e si separano durante i tour, dato che si lavora 18 ore al giorno per cinque giorni a settimana e spesso non si fa ritorno a casa per mesi. C’è un omaggio ai Beatles con “All you need is love” (Beatles) e a Elvis Presley con “I can’t help falling in love with you”, senza dimenticar Charlie Chaplin con “Smile”. Molto riuscita l’esecuzione di “Save the Last dance for me” con un solo di tromba di Jumaane Smith. Dopo 148 concerti il film finisce, da segnalare la produzione musicale di Bob Rock. C’è ancora spazio per un brano (“Song for you”) solo voce e piano con Alan Chang, e il gran finale di “Everything”. Un film girato in audio surround 5.1 che piacerà senz’altro ai fan di Bublé ma può interessare anche coloro che vogliano sapere come si costruisce uno spettacolo di questa portata, a prescindere dall’apprezzamento artistico per il personaggio e il repertorio dell’interprete, che rimane in ogni caso un grande professionista e entertainer.
Alessandro Sgritta
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