Amsterdam è una ballata dal sound e dal sapore antico. Nanco canta l’ironia che s’interseca con la tristezza, un’ironia che lo porta, in questo spaccato cantautoriale, a rovesciare le parti familiari; è il figlio che invita il padre ad abbandonare il paese e non viceversa come accade di consueto.
“ Dai retta a me, caro papà, ti porto ad Amsterdam “.
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Cosa bisognerebbe aspettarsi, da uno che passa sette anni nei “Baschi verdi”(reparto antiterrorismo pronto impiego della Guardia di Finanza), altrettanti a fare l’imprenditore e che di colpo, in preda ad una crisi di identità, si scopre cantautore?
Nanco (Nino Di Crescenzo), arriva alla produzione del suo primo album quasi per caso e il caso stesso vuole che sia, il suo, un album che pretende di essere ascoltato.
Dodici piccole perle, frutto di esperienza diretta, di emozioni vere tradotte in canzoni e di riflessioni sensate, ma come lui stesso anticipa, non per forza tutte autobiografiche.
I testi sono diretti e accessibili ai più e non si rivelano mai banali, anzi….
Il sound, a dirla tutta, è ricercato, ma strizza forte l’occhio alle atmosfere minimal di quel cantautorato anni settanta che ha lasciato un segno indelebile nelle generazioni di allora e nelle successive
Nelle ballate più tenere dell’album é la chitarra di Goran Kuzminac ad impreziosire il tutto,rinforzando così il concetto di tornare ad un sound che si credeva perso .
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