Amici di Mondospettacolo, oggi sono in compagnia della bellissima attrice Flora Vona che ci parlerà del suo prossimo progetto cinematografico.
Ciao Flora, benvenuta su Mondospettacolo, so che a fine giugno uscirà al cinema un film che ti vedrà protagonista “ I Fiori del male “, raccontami un po’ di cosa si tratta.
Ciao Alex, grazie a te per avermi concesso questo spazio, riguardo al film ti dico brevemente di cosa si tratta. “ I Fiori del male “narra la storia di tre donne, tre cortigiane d’alto bordo: Veronica Franco, un’intellettuale vissuta nella Venezia rinascimentale, Marguerite Gautier, la celebre “signora delle camelie” nella Parigi dell’Ottocento ed Infine Mata Hari, danzatrice e agente segreto olandese, condannata alla pena capitale per le sue attività di spionaggio durante la prima guerra mondiale.
Nel film interpreti appunto queste tre donne molto diverse tra loro, ma quale tra queste è quella che rispecchia maggiormente la tua personalità?
Bella domanda,devo dire che accostarmi e calarmi nei panni di queste donne così intense e maestose nella loro essenza mi ha nutrita e fatto conoscere aspetti e meandri dell’anima che desideravo toccare nel profondo, ho amato Veronica profondamente, perché trovavo in lei delle similitudini per la passione relativa alla scrittura, alle poesie al fantasticare sull’amore in tutte le sue espressioni e sfaccettature, però quando sono entrata nella vita di Margherita ho pianto tanto, perché sentivo il suo dolore lacerante ed il suo malessere, come in Mata Hari, quella rabbia perché vittima di un sistema e di una trappola che lei stessa si è costruita, sono entrata in punta di piedi nella prima fase e successivamente completamente abbandonata in empatia con le loro spiritualità contrastanti ed enigmatiche; ho cercato di respirare con il loro medesimo respiro e tutte mi hanno ricordato aspetti velati o non della mia personalità.
Perché secondo te, questo film dovrebbe piacere?
Perché è storia, è vita reale, e conoscere” la storia e la vita “di tre donne che hanno combattuto e vissuto da guerriere la loro esistenza su questa terra è cultura, e nel nostro paese abbastanza esterofilo c’è penuria ahimè di prodotti di questo spessore culturale e credo sia giusto abituarci ad apprezzare questo genere di film,soprattutto se sono di produzione italiana.
Dai versi di Baudelaire alla cinepresa di Claver Salizzato la poesia nella vita delle donne viene raccontata attraverso i piaceri della carne e la sofferenza per l’amore, questa visione non da un’idea un po’ limitata delle donne?
Assolutamente no,perché in queste tre epoche differenti che il film attraversa,queste tre donne hanno piena consapevolezza delle loro scelte e presa di coscienza sulla gestione della loro vita e dei loro sentimenti,quello che si evince fortemente è la loro personalità ed il binomio sesso-amore che incide fortemente ed emotivamente nelle loro scelte.,,sono tre donne padrone del loro destino.
C’è una donna nella storia che ammiri in modo particolare e perché?
Sono particolarmente attratta dalla personalità di Veronica Franco, per l’audacia, la sensibilità,la raffinatezza e la spiccata intelligenza.
L’ultima volta che ci siamo visti attendevi l’uscita del film “L’ultima volontà” cosa hai messo in pentola da allora fino a questa tua ultima esperienza?
Il film è stato selezionato al festival internazionale di Toronto e trasmesso in diretta mondiale, e nel frattempo ho terminato un romanzo e scritto una sceneggiatura sulla criminalità minorile,appoggiata dalla “Facoltà di Sociologia della Federico II di Napoli “e dalla Film Commission Campania, essendo un’insegnante ed un’educatrice –mediatrice dei conflitti, mi dedico ai ragazzi ed alla scrittura da molti anni.
Sei anche impegnata nel campo della musica, raccontami un po’.
Ho realizzato due videoclip che portano la mia regia questa estate,un brano con reminiscenze jazz “Bricile di emozioni” e pubblicato il trailer di” Perduto amore”, colonna sonora del Film ed a giugno giugno lavorerò ad nuovo progetto musicale.
So che tu hai un rapporto particolare con la Sicilia, cosa ti affascina di questa terra?
La sicilia è bella, selvatica e misteriosa ed ispira gli artisti silenziosi, io lo dico sempre che sono “meticcia “li ho iniziato a recitare realmente e non per gioco, mi sono fermata nella fase iniziale prima di arrivare a Roma e perfezionarmi con Albertazzi, purtroppo recentemente scomparso, al quale rivolgo un dolce pensiero ed un infinito ringraziamento.
Qual’è la prossima interpretazione che vorresti fare?
Vorrei potermi calare nei panni di una donna del sud, una donna forte, passionale e combattiva, una donna che racchiuda i due aspetti di me contrastanti che creano inevitabilmente una duplice essenza, quella romantica e quella più selvatica della mia personalità. Sto leggendo un po’ di proposte e valutando accuratamente.
Flora, la nostra intervista si conclude qui, ma prima di chiudere, voglio pubblicare il bellissimo pensiero che il regista Clavier Salizzato ha espresso riguardo la tua interpretazione nel suo film “I FIORI DEL MALE”.
“Per interpretare i tre ruoli femminili, di tre epoche differenti, in tre differenti stati d’animo e situazioni, nel nostro film I FIORI DEL MALE, ispirato alla celebre opera maledetta di Baudelaire, era necessaria un’attrice dotata non solo di forza e preparazione drammaturgica , ma soprattutto capace di mimetizzarsi in modo credibile con la pelle dei suoi diversi alter-ego. Non figure semplici, perché qui si trattava di sbozzare ritratti storici di donne realmente esistite, con giudizi controversi della loro contemporaneità. Flora è riuscita nel doppio intento di essere e mostrare caratteri tanto differenti e tanto complessi, di sapersi calare nelle loro vite, nei loro panni psicologici ed umani, ma anche di infondere loro il suo proprio sentire e la sua propria “vis dramatica”. Una performance di grande intensità è stata in grado di trasmutarsi nello stesso giorno, in più situazioni, in diverse intimità ed esistenzialità, restituendo ad ognuna la propria autenticità. Un’attrice, dal punto di vista critico, che non esiste attualmente nel panorama del cinema italiano.”
Alex Cunsolo
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