Il regista inglese John Guillermin, tra i cui titoli spiccano “L’inferno di cristallo”, “King Kong” e “Assassinio sul Nilo”, è morto all’età di 89 anni. Il decesso, avvenuto domenica nella sua casa di Topanga (Los Angeles), è stata confermata dal suo amico Nick Redman. La moglie di Guillermin, Mary, lo ha definito “sensibile e appassionato, ferocemente pieno di se stesso.”
Nato a Londra nel 1925 da genitori francesi, Guillermin frequenta la “University of Cambridge”, prima di entrare nella Royal Air Force. La sua carriera inizia in Francia come regista di documentari, mentre nel 1950 si trasferisce a Hollywood per studiare cinematografia. Passato attraverso quasi tutti i generi, dai film di Tarzan (“Il terrore corre sul fiume” del 1959 e “Tarzan in India” del 1962) a quelli di guerra (il famoso “La caduta delle aquile” del 1966), nel 1973 dirige “Shaft e i mercanti di schiavi”, terzo e ultimo capitolo della trilogia sul detective interpretato da Richard Roundtree.
Il manifesto americano di “Shaft e i mercanti di schiavi” (1973)
Dopo il successo al botteghino di film catastrofici, come “Airport” e “L’avventura del Poseidon”, il produttore Irwin Allen gli affida la regia di quello che diventerà uno dei film-simbolo del genere: “L’inferno di cristallo” (1974). Per la pellicola, quasi premonitrice di quanto avverrà nel 2001 alle Torri Gemelle di New York, viene formato un cast stellare: le due star dell’epoca Paul Newman e Steve McQueen più William Holden, Faye Dunaway, Fred Astaire, Richard Chamberlain, Jennifer Jones, O.J. Simpson, Robert Vaughn, Robert Wagner e Susan Blakely. Il risultato è una pioggia di premi: 8 nomination all’Oscar, tra cui quella per il Miglior Film, con 3 statuette vinte (Fotografia, Montaggio e la Canzone “We May Never Love Like This Again”); 2 Golden Globe; 2 Bafta Awards e anche il David di Donatello come Miglior Film straniero.
William Holden, Paul Newman e John Guillermin sul set de “L’inferno di cristallo” (1974)
Questo è l’apice della carriera di Guillermin che nel 1976 viene chiamato da Dino De Laurentiis per dirigere il suo remake di “King Kong”. Il film interpretato da Jeff Bridges e Jessica Lange non è un capolavoro, ma è comunque ricco di azione, e soprattutto porterà il nostro Carlo Rambaldi a vincere l’Oscar per gli Effetti visivi, oltre ad un Golden Globe alla Lange.
Jessica Lange in “King Kong” (1976)
Nel 1978 Guillermin ha ancora l’occasione di dirigere un cast incredibile in “Assassinio sul Nilo”, classicissimo tratto da Agatha Christie. Al fianco di Peter Ustinov / Hercule Poirot, ci sono David Niven, Bette Davis, Maggie Smith, Mia Farrow, George Kennedy, Angela Lansbury, Jane Birkin, Jon Finch, Olivia Hussey, Lois Chiles, Harry Andrews, Simon MacCorkindale e Jack Warden. Qualsiasi regista sognerebbe di lavorare con un cast del genere! Il film resta un ottimo giallo e vincerà Oscar e Bafta per i Costumi.
Lo strepitoso cast di “Assassinio sul Nilo” (1978)
Dopo i mediocri “Mr. Patman” (1980) e “Sheena regina della giungla” (1984) e prima di concludere la carriera con il discreto western “Ricercato vivo o morto” (1988), nel 1986 per Guillermin c’è un’ultima grande chance: De Laurentiis tenta la carta del sequel e lo richiama per “King Kong 2”. Il risultato è però disastroso, con grande flop al botteghino e pessime recensioni.
Definito da molti attori e collaboratori come irascibile e megalomane, in tanti ne hanno citato le “gesta”, da seggiolini spaccati in sala di proiezione, a ripetizioni continue di ciak anche quando gli attori si infortunavano. Il produttore di “Radici” e “Uccelli di rovo” David L. Wolper, con cui aveva girato nel 1968 “Il ponte di Remagen”, ha definito John Guillermin “un dolore nel culo” (parole testuali!), mentre Carlton Heston, con cui aveva lavorato ne “Il pirata dell’aria” del 1972, nella sua autobiografia del 1995 lo descrive come “regista abile e fantasioso, ma con una vena di irascibilità”.
IVAN ZINGARIELLO
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