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Milano 2016: Saranno i cinesi e non i milanesi a decidere chi vincerà le primarie del PD

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pdcinese

IL PD E’ ANCORA UN PARTITO DI ITALIANI PER GLI ITALIANI ? A MILANO DI NUOVO IL CANDIDATO RENZIANO SALA VIENE VOTATO COMPATTO DA CINESI.. ESCONO DALLE CANTINE IN MASSA ! Dopo l’endorsement in lingua mandarina della comunità per il candidato Pd Giuseppe Sala, nel primo giorno di voto è stata mantenuta la parola. Il rappresentante dem alla sezione Lama: “In tanti non capivano la nostra lingua e hanno chiesto a me per chi dovessero esprimere la preferenza”.Casi contestati infatti c’erano già stati in passato a Genova a gennaio 2015 per la selezione del candidato presidente alla Regione e a Napoli nel 2011 per la scelta del sindaco.. SEMPRE CINESI.. .. Le immagini parlano da sole: un gruppo di cinesi che conosce poche parole di italiano si incontra in un bar vicino al seggio insieme al consigliere comunale Emanuele Lazzarini e alla deputata Lia Quartapelle. Poco prima sono stati fermati dalla cronista de ilfattoquotidiano.it e alla domanda chi voterai hanno risposto: “Non sappiamo”. Dopo il caffè entrano e si dirigono verso le urne. Alla sezione Lama si presenta poi uno dei rappresentante dell’associazione Unione imprenditori Italia Cina: “Abbiamo incontrato Sala nei giorni scorsi”, dice. Ma non sono gli unici casi segnalati nelle scorse ore: alcuni cinesi si sono registrati e hanno aspettato le indicazioni per votare, altri hanno fatto riferimento alla traduttrice e altri ancora giravano per la sezione chiedendo ingenuamente ai rappresentanti ai seggi per chi avrebbero dovuto esprimere la preferenza. Nel quartiere cinese di Milano, zona Paolo Sarpi, è stato addirittura allestito un gazebo per le informazioni sulle primarie. Lì i rappresentanti della comunità danno indicazioni generali su chi votare e si offrono di portare ai seggi con macchine private chi è interessato a partecipare. il presidente di seggio Bonaconsa ha detto di aver preso provvedimenti per arginare il fenomeno: “Ho visto una serie di operazioni sospette che sono avvenute: alcuni cinesi assistevano, altri volevano entrare per accompagnare l’amico e insegnargli come votare. Dopo 1,2,3 operazioni sospette ho deciso che doveva entrare un cinese alla volta”. Il rappresentante Pd ha raccontato di aver capito che i voti dei cinesi erano per Sala, perché erano loro stessi a mostrargli le schede: “Non capiscono e non sanno leggere l’italiano. Erano così ingenui che spesso non sapevano come votare e venivano da me a chiedermi se andava bene come avevano fatto”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/06/primarie-milano-mobilitazione-di-cinesi-per-sala-il-presidente-di-seggio-operazioni-sospette-voto-non-consapevole/2439307/

N.W.

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“Igor Nogarotto” il cantautore ribelle si racconta

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Italia vaffanculo 1

Igor Nogarotto 41 anni (ma non li dimostra affatto n.d.I.) è il cantautore “ribelle” protagonista del nostro editoriale

Ciao Igor, benvenuto su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex! Ciao a tutti i lettori… anche quelli cd! … beh la “freddura piemontese”, in ricordo delle mie origini, ci stava dai 😉
Sto molto bene! Il motivo è semplice: ogni mattina mi alzo e pur non sapendo cosa mi riserverà la vita, so quello che voglio fare: creare emozioni, trasmettere sensazioni attraverso la mia creatività, sperando che serva per lasciare un graffio emotivo nell’anima di chi le (ac)coglie: ecco questo mi fa stare bene, sempre, a prescindere da tutto

Italia vaffanculo 4

Dopo aver lanciato il brano cult “Pope is Pop” dedicato a Papa Francesco, ritorni sulla scena con un nuovo videoclip e con una iniziativa su facebook che terminerà proprio fra poche ore, raccontami un po’ di che si tratta?

Parliamo del mio nuovo progetto “ITALIA VAFFANCULO”: tutti possono manifestare il perché del loro #italiavaffanculo: di seguito invieremo al Governo e alle testate giornalistiche i 10 #italiavaffanculo più votati: è un modo concreto per dare voce alle reali problematiche, quelle davvero ‘sentite’ dalla gente
(L’iniziativa ha vari step: il primo termina a breve, ma ne seguirà subito un altro e poi un altro ancora…)
Sicuramente, a primo impatto, il flash mob “POPE IS POP” ed il grido “Italia vaffanculo” possono sembrare progetti contrastanti: in realtà, il denominatore comune è lo stesso: risvegliare le coscienze, trasmettere input emozionali che possano sensibilizzare sul valore del prendere consapevolezza di noi stessi. Credo fortemente che ci sia bisogno di personaggi carismatici come Papa Francesco (io tra l’altro gli ho dedicato una canzone, ma non sono credente: lo ammiro per l’energia positiva che mi trasmette, al di là del ruolo istituzionale che ricopre) e di messaggi che abbiano una forte capacità di penetrazione: in entrambi i casi, attraverso le parole, i gesti, la musica, le immagini… si diffonde Amore, si propagano onde magnetiche che toccano i nostri cuori e fanno vibrare le nostre corde emotive: quando ciò accade, spesso scatta in noi qualcosa e veniamo spinti a manifestare le nostre emozioni. Questo processo ci aiuta a comprendere meglio noi stessi, a capire più nitidamente quali siano i nostri reali obiettivi nella vita e ad intraprendere un iter che ci porti alla realizzazione di noi stessi. E il benessere globale parte di lì: da quello del singolo individuo.

Italia vaffanculo 7

Nella tua bellissima canzone c’è un forte richiamo allo svegliarsi da questo incubo che sta colpendo il mondo e il nostro paese in particolare, ma la situazione è davvero così drammatica?

Sì, lo è.
Non voglio più vedere persone che si suicidano o che accoltellano o prendono a fucilate la moglie ed i figli perché entrati in depressione per colpa dei debiti, della difficoltà a mantenere la famiglia… questo cancro dilagante deve essere arrestato.

Italia vaffanculo 8

Molti parlano di un Nuovo Ordine Mondiale, e lo identificano con la principale causa di quello che sta accadendo, cosa pensi a proposito?

Il complotto di un qualche gruppo segreto che si impossessi del Mondo?!
Come dire: è sempre stato così! Dall’Imperialismo Romano, agli integralismi religiosi che si sono succeduti, alternati e sovrapposti nella storia (tutti, nessuno escluso, compreso quello Cristiano), ad Hitler, all’attuale “Consumismo”: ci sono da sempre ‘sistemi’ più o meno segreti che vogliono avere il controllo su di noi e le nostre scelte: la pubblicità è la forma di “terrorismo psicologico” più potente che io conosca! Unitamente alle news dei Tg che non fanno altro che seminare il panico…
Nihil novi sub sole insomma.
Ormai siamo tutti “trattati” come prodotti esposti sullo scaffale del supermercato: è così sui social network e nelle chat di incontri: ci presentiamo come l’etichetta di un detersivo: foto, età, luogo di nascita: poi, senza minimamente approfondire la nostra vera essenza, pigiamo su “Sì” o “No” e come nel televoto siamo “accettati” o “eliminati”: quando veniamo ‘promossi’, abbiamo comunque poche carte da giocare (non si può mai parlare di un approfondimento, si resta sempre ad un esame superficiale, piatto, monodimensionale): di seguito al primo errore veniamo cestinati… sai perché? Perché ci sono 1.000 altri “prodotti” pronti a sostituirci. Se ci fai caso le cose non si aggiustano più, non esistono quasi più i “mestieri” (tipo il calzolaio) quelli che ‘aggiustavano’: alla prima ammaccatura un oggetto si getta via: questo ‘atteggiamento’ si è ahimè irradiato nelle relazioni personali. Per non farci sentire soli, ci danno l’illusione di far parte di un “gruppo”, di avere “amici”, ma in realtà non si socializza: al contrario, è tutto studiato ad hoc per dividerci, per creare solitarie monogabbie mentali vaganti (tutti appiccicati allo schermo ovunque, per strada, nella metro, nei locali…), per far sì che non ci scambino più idee, sentimenti, calore… perché è pericoloso, potrebbero nascere ‘correnti ribelli’ ed i ‘massimi sistemi’ perderebbero il dominio su di noi. Sta a noi e soltanto a NOI, non perdere il controllo di noi stessi, mantenere la nostra identità, combattere per i nostri ideali: questa è l’unica “arma” che abbiamo per combattere i regimi lobotomizzanti.

Italia vaffanculo 10

Torniamo ora al tuo bellissimo videoclip, dove è stato girato e chi sono i protagonisti oltre a te naturalmente?

E’ stato girato a Roma, zona Montesacro. Ho potuto contare su un team estremamente preparato professionalmente e molto sensibile, capace di (rac)cogliere in modo incredibile il mio concept e di aiutarmi a cucire un vestito perfettamente calzante: sono capacità che hanno in pochi e sono fondamentali per veicolare un messaggio nel rispetto di come l’Autore l’ha concepito e contestualmente fornendogli una ‘forma’ accattivante per la divulgazione mediatica
La regia è stata realizzata con grande estro creativo da Tommaso Trombetta, che ha saputo dirigermi magistralmente e con cui ho condiviso la stesura della storia del clip; l’operatore è Vito Calabrese che oltre alle sue capacità tecniche, si è prestato nel girare ‘la pericolosa scena del bancomat!’ (rischiando che gli sequestrassero la telecamera!); il montaggio è il capolavoro di Jessica Corrao: quando mi ha mostrato il clip montato ero incredulo: l’aveva fatto esattamente come avrei voluto io, non le ho chiesto di cambiare 1 sola immagine!; l’attrice che ha impersonato la ‘homeless’ è Francesca Aledda, bravissima nell’espressività che ha dato alla “barbona saggia”, grazie alla quale io abbandono il mio “mondo precario manageriale” per iniziare una nuova vita…; Fabio Serra, molto convincente nel ruolo del primo degli “ipnotizzati dallo smartphone”, che ci ha ospitato nella sua location (Wine Bar Caffè) “per la scena del panino e del gratta e vinci a cui rinuncio per poi comprare un panino da portare alla barbona”… cui si aggiungono gli impeccabili e statuari nel ruolo Federico Di Gioia e Luca Leoni
La canzone invece l’ho realizzata con lo straordinario arrangiatore e musicista Gabriele Massa nel suo studio Matra e con Marco Soria, il genio delle chitarre. Ci tenevo a ringraziare tutti: il successo di un progetto è merito di tutti quelli che vi collaborano, sia “in scena” sia “dietro le quinte”.

Italia vaffanculo 12

Se ti chiedessero di scendere in campo politicamente, lo faresti e con quale schieramento?

Contraddicendo Machiavelli che diceva che ‘occorre sempre schierarsi e mai rimanere neutrale’, affermo con forza che nessun politico mi rappresenta né ha mai fatto qualcosa per me e per aiutarmi nel mio percorso artistico. Anzi, come dico nel testo “siamo la culla dell’arte, ma le abbiamo chiuso le porte”, ho solo e sempre dovuto affrontare ostacoli, spese, burocrazia, porte sbattute in faccia… e ho dovuto fare miracoli per non abbandonare la mia passione artistica
Io credo fortemente nel valore della politica, ma quello storico della ‘Polis’, il contesto armonioso, costruttivo e libero della ‘Città Stato’ greca.
Il giorno in cui un Partito farà qualcosa per me, avrà il mio voto

Prima di chiudere vuoi mandare un messaggio, un appello a tutti coloro che leggeranno questa intervista?

Tiriamo fuori, finalmente, dal cassetto i vostri sogni, che rischiano di essere sempre più impolverati e sbiaditi: date loro aria e la possibilità di venire alla luce: alla fine, conterà soltanto questo

Grazie per essere stato con noi, in bocca al lupo per la tua carriera e mi raccomando, non mollare mai!

Grazie a Te Alex per avermi offerto l’opportunità di esprimere il mio pensiero: questa è la vera politica, quella per cui mi schiero 😉

E ora amici di Mondospettacolo, guardiamoci insieme il bellissimo clip di Igor.

Alex Cunsolo


Link utili
Facebook: https://www.facebook.com/groups/italiavaffanculo/
Twitter: https://twitter.com/italiavafanculo

Biografia di Igor: Bio IGOR NOGAROTTO

Testo della canzone: ITALIA VAFFANCULO – testo

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Box office weekend: Gli 8 di Tarantino sparano pure a Verdone e gli rubano il 1° posto

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box office

Ennesimo lunedì con la rubrica “Box Office Weekend” e gli incassi del fine settimana. Ancora un cambio al vertice della classifica, che ha visto alternarsi ben tre film dopo il lungo regno di “Quo Vado?” con Checco Zalone.

Nonostante i buoni incassi di questo secondo weekend, Carlo Verdone deve cedere la corona a Quentin Tarantino che con il suo attesissimo “The Hateful Eight” sbarca in 643 sale, portandosi a casa 3 milioni e 423 mila euro e diventando il secondo miglior esordio dell’anno, dopo l’inarrivabile Zalone. Il regista di “Pulp Fiction” non è però riuscito a battere il suo personale record al box office italiano per pochi spiccioli, appena 32.000 €, soprattutto a causa dei 58.000 € incassati dalle anteprime in super 70mm programmate la settimana scorsa. Resta quindi valido il record del precedente film “Django Unchained” che aveva ottenuto nel primo weekend 3 milioni e 455 mila euro.

The Hateful Eight

Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh in “The Hateful Eight”

L’abbiamo fatta grossa” con il duo Verdone/Albanese scende quindi in 2a posizione dopo solo una settimana, nonostante i 2 milioni incassati e una media di 3.000 euro a sala. Un buon risultato per Verdone, arrivato a quota 6 milioni complessivi, che resta però ben al di sotto dei suoi due film precedenti. Infatti dopo 2 weekend “Posti in piedi in paradiso” aveva incassato 6,4 milioni (-400 mila), mentre “Sotto una buona stella” ben 7,3 (-1,4 milioni).

L'abbiamo fatta grossa

Antonio Albanese e Carlo Verdone in “L’abbiamo fatta grossa”

948 mila euro è invece l’incasso di “Revenant – Redivivo“, arrivato alla 4a settimana e ad un totale di quasi 12 milioni e mezzo. Il film di Alejandro G. Iñárritu, fresco vincitore del DGA Awards (leggi QUI) e quasi certo di ricevere il secondo Oscar consecutivo, già oggi sorpasserà “Spectre“, diventando il 5° maggior incasso della stagione italiana, mentre nel mondo è arrivato a quota 326 milioni di $.

Revenant

Leonardo DiCaprio in “Revenant – Redivivo”

Al 4° e 5° posto scendono “Point Break” (794 mila €) e “Joy” (710 mila), mentre al 6° debutta il film d’animazione “Il viaggio di Norm” (leggi la recensione), con 509 mila euro. A piccoli passi continua a muoversi anche “Quo Vado?“, 7° con i suoi 480 mila euro, arrivato ormai a meno di 1 milione dal record di “Avatar” (64.739 contro 65.679). Rimasto in 210 sale, che inevitabilmente questa settimana diminuiranno, ce la farà Checco Zalone a dare la zampata finale?

Il viaggio di Norm 1

Norm e i lemming in “Il viaggio di Norm”

Gli altri film usciti giovedì non sono andati benissimo, collocandosi nella parte bassa della Top Ten. Il fantascientifico “La quinta onda” è 8° con 388 mila euro, mentre è andata peggio a “PPZ – Pride + Prejudice + Zombies” (leggi la recensione) che ne ha incassa solo 287 mila, con una media-sala pessima. Molto meglio (in tutti i sensi) il thriller “Remember” che esordisce in 11a posizione perché proiettato su soli 94 schermi, mentre i suoi 203 mila euro gli fanno avere una media-sala migliore di almeno metà dei film che lo precedono in classifica. La Top Ten è chiusa da Doraemon, mentre nelle retrovie non c’è nulla di interessante da segnalare.

Le sorelle Bennet di “PPZ – Pride + Prejudice + Zombies”

La prossima settimana ci sarà l’invasione delle commedie con gli americani “Zoolander 2” e “Single ma non troppo“, oltre all’italiano “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, e poi i biopic “L’ultima parola – La veria storia di Dalton Trumbo” e “The end of the tour“. Questi ultimi due sicuramente da non perdere!

Di seguito la classifica completa dei primi 20 incassi. Appuntamento a lunedì prossimo con la nuova puntata di “Box Office Weekend”!

 

Ivan Zingariello

 

box office

 Classifica incassi week-end 05-07 febbraio 2016

1
The Hateful Eight

The Hateful Eight

  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €3.423.583
  • Schermi: 643
  • Inc. totale: €3.587.983
2
L'abbiamo fatta grossa

L’abbiamo fatta grossa

  • Distribuzione: Filmauro
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €2.008.561
  • Schermi: 661
  • Inc. totale: €6.054.473
3
Revenant - Redivivo

Revenant – Redivivo

  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Settimane: 4
  • Inc. weekend: €948.372
  • Schermi: 373
  • Inc. totale: €12.411.947
4
Point Break

Point Break

  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €794.220
  • Schermi: 276
  • Inc. totale: €2.690.821
5
Joy

Joy

  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €710.006
  • Schermi: 333
  • Inc. totale: €2.095.014
6
Il viaggio di Norm

Il viaggio di Norm

  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €509.394
  • Schermi: 306
  • Inc. totale: €509.394
7
Quo Vado?

Quo Vado?

  • Distribuzione: Medusa Film
  • Settimane: 6
  • Inc. weekend: €480.284
  • Schermi: 210
  • Inc. totale: €64.739.711
8
La quinta onda

La quinta onda

  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €388.278
  • Schermi: 200
  • Inc. totale: €388.278
9
PPZ - Pride and Prejudice and Zombies

PPZ – Pride + Prejudice + Zombies

  • Distribuzione: M2 Pictures
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €287.100
  • Schermi: 201
  • Inc. totale: €287.100
10
Doraemon il film: Nobita e gli eroi dello spazio

Doraemon: il film – Nobita e gli eroi dello spazio

  • Distribuzione: Lucky Red
  • Settimane: 2
  • Inc. weekend: €248.711
  • Schermi: 315
  • Inc. totale: €989.854
11
Remember

Remember

  • Distribuzione: BIM distribuzione
  • Settimane: 1
  • Inc. weekend: €203.559
  • Schermi: 94
  • Inc. totale: €232.656
12
Se mi lasci non vale

Se mi lasci non vale

  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Settimane: 3
  • Inc. weekend: €155.167
  • Schermi: 73
  • Inc. totale: €2.066.959
13
La corrispondenza

La corrispondenza

  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Settimane: 4
  • Inc. weekend: €107.930
  • Schermi: 78
  • Inc. totale: €3.089.760
14
Piccoli brividi

Piccoli brividi

  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Settimane: 3
  • Inc. weekend: €104.619
  • Schermi: 103
  • Inc. totale: €897.063
15
Creed - Nato per combattere

Creed – Nato per combattere

  • Distribuzione: Warner Bros.
  • Settimane: 4
  • Inc. weekend: €100.653
  • Schermi: 81
  • Inc. totale: €5.411.896
16
La Grande Scommessa

La grande scommessa

  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Settimane: 5
  • Inc. weekend: €98.731
  • Schermi: 54
  • Inc. totale: €4.750.472
17
Il Piccolo Principe

Il piccolo principe

  • Distribuzione: Lucky Red
  • Settimane: 6
  • Inc. weekend: €74.040
  • Schermi: 110
  • Inc. totale: €9.185.807
18

Royal Opera House

  • Distribuzione: QMI Prod
  • Settimane: 20
  • Inc. weekend: €63.736
  • Schermi: 97
  • Inc. totale: €270.157
19
Il ponte delle spie

Il ponte delle spie

  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Settimane: 8
  • Inc. weekend: €63.360
  • Schermi: 34
  • Inc. totale: €10.699.710
20
Il Figlio di Saul

Il figlio di Saul

  • Distribuzione: Teodora Film
  • Settimane: 3
  • Inc. weekend: €47.986
  • Schermi: 34
  • Inc. totale: €337.789

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Sanremo 2016: da Elton John a Renato Zero, ecco cosa ci aspetta da stasera

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sanremo-2016

Era il 1952 quando con il celebre “Cari amici vicini e lontani, ovunque voi siate” Nunzio Filogamo dava il via alla seconda edizione del Festival di Sanremo. Dalle prime edizioni trasmesse alla radio, dal bianco e nero alla televisione a colori, per arrivare al digitale e allo streaming, la kermesse canora più attesa dell’anno è ancora oggi portatrice sana di più di mezzo secolo di storia del nostro paese. Ancora una volta si è affermata la centralità della musica, ma Sanremo va oltre ogni definizione. E’ spettacolo nel più esteso senso del termine, è glamour con le sue luci e i tappeti rossi e, soprattutto, è da sempre anche polemica, pettegolezzo e critica. Insomma, racchiuse in quelle 5 serate trasmesse da Rai Uno, c’è un concentrato della più profonda intimità della nostra cara Italia, nel bene e nel male.

Sanremo

Il red carpet del Festival

Carlo Conti affiancato da Virginia Raffaele, Madalina Ghenea e Gabriel Garko, debutterà per la seconda volta sul palco dell’Ariston, conducendo l’edizione numero 66 del Festival. Anche quest’anno la formula è quella creata per l’edizione precedente. Stasera si esibiranno i primi dieci Campioni (Arisa, Bluvertigo, Giovanni Caccamo con Dobarh Iurato, Dear Jack, Irene Fornaciari, Lorenzo Fragola, Noemi, Rocco Hunt, Enrico Ruggeri, gli Stadio), mentre per ascoltare le prime quattro Nuove Proposte (delle quali solo due passeranno alla fase finale) dovremo aspettare la sera di domani, che vedrà protagonisti anche gli altri dieci big in gara (Annalisa, Alessio Bernabei, Clementino, Dolcenera, Elio e le Storie Tese, Francesca Michelin, Neffa, Patty Pravo, Valerio Scanu, gli Zero Assoluto).

Sanremo 2016

Madalina Ghenea, Carlo Conti, Virginia Raffaele e Gabriel Garko

Il giovedì sarà dedicato, oltre che all’ascolto delle rimanenti Nuove Proposte (anche tra queste saranno scelti solo due finalisti), alle cover dei brani storici della nostra musica, che i 20 Campioni in gara porteranno rivisitate e personalizzate sul palco dell’Ariston. Venerdì, il consueto annuncio del vincitore delle Nuove Proposte e la sfida diretta tra i Campioni, di cui cinque saranno eliminati e uno sarà successivamente ripescato al televoto. Sabato il gran finale, con l’esibizione dei 16 artisti rimasti in gara e la proclamazione, a notte inoltrata, del tanto atteso vincitore del Festival.

Sanremo premio

Il premio assegnato al vincitore

La gara, la musica, i big, i giovani.. manca qualcosa. Tutti, bisogna ammetterlo, da sempre puntano i propri occhi (e il dito) anche e soprattutto su altri “personaggioni” non in gara, i tanto agognati ospiti, internazionali e di casa nostra. E quest’anno a Sanremo si volta alto. Stasera sarà giocato l’asso nella manica di Carlo Conti: dopo 27 anni Elton John salirà nuovamente sul palco dell’Ariston per promuovere il suo disco “Wonderful crazy tonight“. Tra le solite polemiche (c’è chi teme un comizio del Baronetto sui diritti civili) e la tanta curiosità dei fans, l’eccentrica popstar incanterà indubbiamente tutti, quando avvicinandosi al suo amato pianoforte suonerà e canterà la prima nota del suo nuovo singolo.

Elton John Wonderful crazy tonight

La copertina del nuovo album di Elton John

Internazionale sì, ma figlia della nostra penisola è la seconda grande ospite di questa serata inaugurale, Laura Pausini, che proprio da Sanremo iniziò la sua stellare carriera, vincendo nel 1993 la sezione Giovani con “La solitudine“. Non mancherà la comicità, con la partecipazione di Aldo, Giovanni e Giacomo e la musica rap, con la presenza di Maitre Gims.

Sanremo 2016 Pausini

Laura Pausini

Mercoledì un altro grande della musica italiana, Eros Ramazzotti, si esibirà sul palco dell’Ariston, sicuramente con un po’ di emozione, visto che proprio a Sanremo debuttò nel 1984, conquistando il primo posto della categoria Giovani, cantando di una certa “Terra promessa”. Ma la reunion più attesa di questo Festival è sicuramente quella che vedrà protagonisti i Pooh, ospiti della serata di giovedì, questa volta al gran completo con il ritorno di Riccardo Fogli. La serata finale di sabato ospiterà Cristina D’Avena (richiesta affettuosamente dal web), l’attore Giuseppe Fiorello e il re dei Sorcini Renato Zero, in questi mesi impegnato nella costruzione del suo nuovo progetto artistico, del quale ha annunciato una “sorpresa” sul palco dell’Ariston.

Sanremo 2016 Renato Zero

Renato Zero ci regalerà una sorpresa sul suo nuovo disco

Chi più ne ha, più ne metta dunque. E ostinatamente, quando pochi giorni prima dell’apertura delle danze ho sentito, sento e sentirò dire: “Io Sanremo non lo guardo”, non ci crederò mai fino in fondo. Sanremo, vuoi o no vuoi, ti coinvolge, ti tiene incollato al televisore, al computer o alla radio (qualcuno ancora lo ascolta su Radio Due?), fa parlare di sé. E’ come una grande diva del passato che sfoggia la sua bellezza in una piazza fiorita del nostro paese. Vorresti non guardarla, perché hai paura di non resistere al suo fascino.. eppure i tuoi propositi risultano vani. Ammaliato dal suo sguardo cadi sconfitto sul divano o sulla poltronissima dell’Ariston, e ti rassegni.. inevitabilmente. Meglio così.

 

Paolo Pontivi

(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)

Sanremo campioni

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Storia della musica italiana: “Il Giardino dei Semplici”

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Band 2014

Il Giardino dei Semplici

E’ uno dei migliori gruppi musicali italiani nati negli anni Settanta e ha praticamente segnato un’epoca. Tante generazioni si sono innamorate con le loro canzoni. La loro carriera dura da quattro decadi, con 4 milioni di dischi venduti, 1.800 concerti e venti albums ufficiali all’attivo. La band è formata da: Andrea Arcella (tastiere, piano, programming, cori); Luciano Liguori (basso, voce solista, cori); Tommy Esposito (batteria, percussioni, cori); Savio Arato (chitarre, cori).

Parliamo con Andrea.

Siete ancora popolarissimi e amati. Qual è stato e qual è il vostro segreto?

Andrea: la semplicità.

Giancarlo Bigazzi e Totò Savio. Come li avete conosciuti? Com’era lavorare con loro?

Andrea: il nostro primo batterista, Gianni Averardi, suonava con Totò Savio. Erano Totò e Giancarlo che lavoravano con noi, perché noi eravamo totalmente inesperti e pendevamo dalle loro labbra.

2010

Il Giardino dei Semplici. Un nome, una visione. Raccontaci la storia del vostro nome.

Andrea: Giancarlo Bigazzi sceglie con noi, durante una cena, il nome dell’orto botanico di Firenze.

Chi sono i precursori de Il Giardino dei Semplici in termini artistici? Vi ispiravate a qualcuno?

Andrea: in primis Beatles, per la loro poliedricità, per le loro voci e per aver usato strumenti di tutto il mondo.

I vostri marchi di fabbrica distintivi sono sempre stati gli impasti vocali ed i falsetti corali. Come nascono i falsetti? Di chi è stata l’idea?

Andrea: il falsetto non è un’idea, è un dono. Io, Luciano e Gianni (prima) e Tommy (dopo) lo abbiamo “ricevuto”, e lo abbiamo messo a servizio del gruppo.

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Nel corso degli anni avete abbracciato diversi generi musicali. Quali sono le ragioni di questo vostro ricercare, che vi ha portati dal pop romantico alla new wave napoletana, e dunque al pop-rock, al folk napoletano e ad altri stili?

Andrea: per amore della musica. Questa è proprio la ragione per cui abbiamo seguito i Beatles.

M’innamorai è stato il vostro primo singolo e la canzone che ha innescato il vostro fenomenale successo. Che ricordi hai di quei primi giorni in cui la vostra vita cambiava?

Andrea: confusi, interdetti, incoscienti, pieni di aspettative e sogni, ma senza certezze. Abbiamo solo lavorato duro per proporlo, basti pensare che siamo stati i primi a volere fortemente un “touradio” che abbracciasse tutte le prime emittenti libere italiane. Facemmo 70.000 chilometri in giro per l’Italia. Fu un grande successo.

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Nel 1975, con Tu, ca nun chiagne, avete venduto un milione di copie e avete spianato la strada alla musica napoletana “modernizzata” ed “aggiornata”. Raccontaci…

Andrea: fu la prima lotta intestina. C’era chi non voleva neanche guardare la canzone napoletana e chi, invece, credeva profondamente in una grande potenzialità di rinnovamento della stessa. Nacque l’idea dell’arrangiamento, partendo dal nostro dono: le voci.

Miele è una sorta di “M’innamorai Parte II”, è una canzone romantica ma anche nostalgica. Un milione di copie vendute. Hai qualche ricordo prezioso di quando l’avete incisa?

Andrea: sì… ho un ricordo bellissimo… Gianfranco era in ospedale, realizzammo Miele solo con la voce di Luciano. Ma non eravamo contenti fino in fondo perché non c’eravamo tutti e quattro! Andammo in ospedale da Gianfranco, lo prelevammo, malgrado il primario fosse in disaccordo, lo portammo a Roma e gli facemmo cantare le sue parti… era pronto il successo e noi eravamo contenti, perché di nuovo in quattro.

Il vostro secondo disco, Le Favole del Giardino, aveva davvero un’atmosfera “magica”. Gli impasti vocali erano particolari e curatissimi. Cosa ricordi della genesi di quell’album?

Andrea: provammo a puntare sulle canzoni. Miele fu il brano di punta.

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Concerto in La Minore rappresenta un altro punto di svolta, un brano romantico ma anche letterario, quasi una storia da romanzo. Parlacene…

Andrea: un pezzo di grandissima attrazione, piacque subito, ma non ebbe immediatamente un grande successo di vendita, e cominciammo a preoccuparci per il futuro. Divenne poi una hit.

Dovevamo dare una svolta al gruppo… cambiammo casa discografica e puntammo tutto su B/N (bianco e nero), un disco completamente in dialetto napoletano, con brani inediti che trattavano già argomenti importanti, uno fra tutti Silvie che parlava di omosessualità.

Come lavora una band importante? Voi non avete mai avuto un capo o un leader, anzi avete sempre professato il gioco di squadra. Il gioco di squadra è facile o difficile?

Andrea: quando non c’è un capo, il gioco di squadra è perfetto.

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Nel 1980, Tommy Esposito entra nell’organico della band. C’è qualche aneddoto interessante a riguardo? Deve essere quantomeno surreale entrare a far parte di una band così famosa…

Tommy: è vero, ero già fan del Giardino, e per me entrare nel gruppo era un sogno che si realizzava. E così nacque Carnevale da buttare, l’unico singolo italiano primo in classifica, in contemporanea, in tutte le radio nazionali di quell’anno. Era il 1981.

Negli anni Ottanta avete fatto dei dischi molto grintosi ed eterogenei che sono entrati nel cuore dei vostri fans: …E amiamoci, Giallo, Ed è subito Napoli, Zingari. Anche lì giocavate con gli stili e gli arrangiamenti, toccando diverse corde emozionali. Cosa ricordi della gestazione di quegli albums?

Andrea: per ogni album abbiamo lavorato mesi, tra grandi ripensamenti e molte incertezze, dovute principalmente al totale cambio che stava avvenendo nel panorama musicale italiano. I cantautori erano sempre più presenti, mentre per i gruppi c’era sempre meno spazio, anche se in America ed in Inghilterra le bands continuavano a spopolare alla grande. Maledetta mania di risparmio delle grandi strutture discografiche! Con questa politica stavano per distruggere la creatività italiana. Fortuna ha voluto che gli stessi cantautori (vedi Pino Daniele, Vasco Rossi, Luciano Ligabue) hanno avuto l’esigenza e la fortuna di appoggiarsi a gruppi di musicisti già consolidati, per ricercare il suono adatto alla realizzazione delle loro opere. Ci piace ricordare, in particolare, la collaborazione tra gli Stadio e Lucio Dalla, tra De André e la Premiata Forneria Marconi.

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Negli anni Novanta e Duemila, al di là della vostra attività come band, avete abbracciato il campo discografico a 360 gradi, adottando diverse vesti. Vi siete interfacciati con altri grandi artisti italiani, e molti realizzavano i loro albums nel vostro studio di registrazione. E’ importante l’interazione con altri artisti?

Andrea: grazie a queste esperienze, il Giardino si è molto arricchito. Anche se bisogna tenere conto del tempo che non abbiamo più potuto dedicare a noi stessi, il ché, con il tempo, certamente un po’ ci ha penalizzati, tenendoci fuori dal grande potere televisivo nei primi anni duemila.

40 anni, 40 tours. Migliaia di concerti. Le vostre performance hanno sempre trasmesso energia, forza, gusto ed inventiva. C’è differenza tra il Giardino dei Semplici fuori dal palco ed il Giardino dei Semplici sul palco? Cosa rappresenta per voi un concerto?

Andrea: un concerto è un concentrato delle qualità di ciascun artista che cavalca un palco. Se da un concerto vengono fuori forti emozioni, è perché le qualità di ciascuno arrivano al pubblico.

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Essendo anche produttori e avendo una vostra “factory”, nella fattispecie il Gidiesse Recording, come avete trasmesso le vostre capacità e le vostre esperienze ai giovani che avete curato e che ancora curate?

Andrea: ci piacerebbe che rispondessero gli stessi giovani che hanno bevuto alla nostra fonte!

Avete dato vita a tre inni per la vostra città e la squadra: Napoli, Napoli, Un’altra canzone per Napoli e Grande grande. Siete grandi amici di Maradona. Che rapporto avete con il calcio e la vostra città?

Andrea: innamorati pazzi della nostra Napoli, siamo catapultati in campo con la nostra squadra, ogni volta che gioca.

Argento vivo

Argento vivo è un album che ha confermato ulteriormente le vostre capacità musicali ed artistiche nel nuovo millennio. Per l’occasione, avete adottato un sound eccezionale: robusto e allo stesso tempo elegante. L’album ha avuto molto successo ed è stato “completato” da cinque videoclips. Parlacene…

Andrea: ci piace ricordare che abbiamo realizzato un primo videoclip nel 1980, proprio con Bianco e nero, molto trasmesso dalle TV libere di quel decennio.

Argento vivo è il risultato di una ritrovata libertà: libertà di pensiero, libertà di parola, libertà di creare. Componenti essenziali per ottenere un lavoro che sicuramente non si fermerà al 2013, anno in cui è stato realizzato, ma avrà certamente un futuro. Non sappiamo ancora quale, ma ne siamo sicuri.

Nel 2012, Gianfranco Caliendo lascia il gruppo e dunque subentra Savio Arato. Avete subito solo due cambi di formazione nella vostra storia, quasi un record. Eppure conservate sempre la vostra forza e la vostra identità, immutati. C’è una ricetta?

Andrea: si dice “squadra che vince, non si cambia”. Ma le grandi squadre di calcio dimostrano che con acquisti giusti tutto può succedere…

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Luciano Liguori è la voce solista. E’ una voce forte, molto caratteristica. Ma è anche il bassista, riveste – come tutti voi – un doppio ruolo. E’ stressante cantare e suonare contemporaneamente? Necessita un approccio diverso rispetto la norma?

Andrea: come un batterista usa i quattro arti in maniera diversa, semplicemente perché lo ha imparato, così ognuno di noi ha imparato ad innestare la voce nella pianta musicale del gruppo.

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Nel 2015, avete festeggiato il quarantennale con stile. Prima il successo mondiale di Grande amore de Il Volo, un brano che è “nato” al Gidiesse Recording ed è stato scritto da Tommy. Dunque, vi siete esibiti all’Auditorium RAI di Napoli in un imponente concerto-evento. Dopo il tour estivo, siete stati protagonisti addirittura di un musical, il primo musical incentrato su una band italiana. In tutto questo, avete avuto il tempo di pubblicare un libro biografico ed un album live. Sembra che avete ancora la grinta di un gruppo esordiente! Come vi sentite nei riguardi di questa tappa così monumentale?

Andrea: grandi… e non solo di età!

Siamo al termine dell’intervista. Progetti futuri? Cosa dobbiamo aspettarci da Il Giardino dei Semplici?

Andrea: aspettatevi Il Giardino dei Semplici!

Un saluto da tutti noi del GDS al portale Mondo Spettacolo e ai suoi lettori. Al momento stiamo preparando un lungo tour per festeggiare i nostri 40 anni. Ci vediamo quindi in concerto!

Grazie a voi. Grazie per la vostra straordinaria musica e per averci concesso quest’intervista.

Per maggiori info sulla storia della band: http://ilgiardinodeisemplici.net

Michele Pisticci

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Dangerous, il nuovo singolo di The Wrath, in tutte le radio nazionali

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Roma, 9 febbraio 2015 – È uscito “Dangerous” il primo singolo ed anticipazione del nuovo EP di The Wrath (nome d’arte di Giuseppe Binetti) artista noto nell’ambiente della musica rock e metal italiana per la sua musica pungente e per aver partecipato e vinto diverse gare tra cui la webchart TALENT1, programma talent di Italia 1, con la cover band di Vasco Rossi “SiamoSoloNoi”, e premiato dallo stesso Diego Spagnoli, noto manager musicale e braccio destro del famoso rocker.

“Dangerous” è stato diffuso e sta circolando nelle principali radio italiane, è un pezzo in lingua inglese, un progressive metal dal suono radiofonico ed è la storia di un uomo che finisce sempre per ferire le donne involontariamente, con un ritornello molto incalzante e piacevole, facile da ricordare.
Giuseppe Binetti, in arte The Wrath, ha finora già pubblicato 2 album, “Solo Rock” del 2007 e ” Oltre il Confine” del 2011, ed è noto per aver cantato in duetto con l’artista canadese Danica.
Si può visionare il video live di “Dangerous” su Youtube al link: www.youtube.com/watch?v=MLPNR3iLCQo , mentre per avere ulteriori informazioni sull’artista si può visitare il sito web ufficiale all’indirizzo www.giuseppebinetti.it, o seguirlo sulla Pagina Facebook www.facebook.com/Giuseppe-Binetti-32428055853 raggiungendo i suoi quasi 20.000 fans o sul canale Instagram www.instagram.com/giuseppebinetti_thewrath che conta oltre 2.600 seguaci..
Curriculum breve di The Wrath (Giuseppe Binetti)
Giuseppe Binetti, in arte The Wrath, ha finora già pubblicato due album, “Solo Rock” del 2007 e ” Oltre il Confine” del 2011, ed è noto per aver cantato in duetto con l’artista canadese Danica.
Nel 2001 viene selezionato per la semifinale nella tappa di Bari del concorso “Rock targato Italia“.
Nel 2003 forma la cover band dedicata a Vasco Rossi “Siamosolonoi” arrivando ad esibirsi sul palco del Sonix di Imola.
Nel 2007 con la band Jhon Doe raggiunge la vittoria nella sezione “gruppi” del concorso “Facce da Sanremo” .
Nel 2007 con l’uscita del suo primo album “Solo Rock”, conquista il pubblico di Italia 1, nel programma Talent1 condotto da Ciccio Valenti e Tommy Vee, edizione 2007-2008″ tanto da fargli raggiungere il primo posto in classifica nella Web Chart Italia di Italia Uno con ben 5 brani del suo primo disco.
Nel 2010 si classifica al terzo posto tra i selezionati per l’apertura del concerto di Ligabue a Padova. Partecipa ai pre-casting estivi di Xfactor4: passa la selezione tra gli 80.000 candidati, arriva tra i primi 250 e si esibisce di fronte alla giuria.
Nel 2012 presenta il nuovo disco “Oltre il confine” a Casa Sanremo 2012, in collaborazione con Radio Italia e Chateau D’ax per FestivalShow.

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Putin ordina una esercitazione militare nel settore meridionale

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Il Ministero della Difesa russo ha annunciato questa mattina nuove esercitazioni militari a sorpresa nel distretto meridionale.

Sergej Shojgu, ministro della Difesa, ha spiegato che le manovre sono volte a testare la “prontezza al combattimento” delle truppe russe nella regione di fronte ad un’eventuale crisi.
La decisione, spiega Shoigu, verrebbe dal “comandante supremo”, ossia il presidente Vladimir Putin.

Il ministro ha specificato che nelle esercitazioni saranno perseguiti obiettivi legati alla lotta al terrorismo, a disastri naturali e alla tecnologia. Verrà misurata la capacità dell’aviazione e delle forze antiaeree di fronteggiare attacchi aerei e difendere basi militari e governative, ha concluso.

Nelle manovre nel distretto militare meridionale sono coinvolte anche la flotta del mar Nero e la flottiglia del mar Caspio sotto il comando dell’ammiraglio Vladimir Koroliov.

http://www.ilgiornale.it/…/putin-mobilita-lesercito-esercit…

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Il Festival di Chiara Ragnini: in piazza Colombo a Sanremo con Area Sanremo e La Stampa

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La cantautrice Chiara Ragnini torna sul palco in attesa del nuovo album, in lavorazione in queste settimane, e lo fa con un doppio appuntamento dal vivo nella Città dei Fiori, ospite degli eventi collaterali del 66° Festival della Canzone Italiana.

L’artista si esibirà sul grande palco di Piazza Colombo a Sanremo giovedì 11 febbraio nell’evento di Area Sanremo, dove presenterà alcuni degli inediti del nuovo album, e sabato 13 febbraio in un «Omaggio alle donne del Festival», nella tradizionale chiusura delle manifestazioni collaterali a cura de La Stampa ed Eccoci Eventi, dove omaggerà il compositore Carlo Donida sulle note di Al di là (Betty Curtis, Sanremo 1961) e de Gli occhi miei (Wilma Goich. Sanremo 1968), riarrangiati dall’artista per l’occasione.

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Entrambi gli eventi, gratuiti, si svolgeranno nel pomeriggio intorno alle ore 17:00.

Chiara, inoltre, ha indetto fino a domenica 14 febbraio il contest #coverizzati per i suoi fan: fra i partecipanti, sarà estratto un vincitore, che potrà scegliere una canzone a suo piacimento che la cantautrice reinterpreterà chitarra e voce, corredandola di un videoclip. Tutti i partecipanti riceveranno, inoltre, in anteprima la comunicazione del titolo del nuovo disco e la tracklist completa, in esclusiva.
Per partecipare: http://bit.ly/coverizzati

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Chiara Ragnini – Note Biografiche

Genovese e cantautrice. Non lasciatevi ingannare dal connubio apparentemente scontato: Chiara suona la chitarra e canta dall’età di 14 anni ma ha la grinta e l’anima rock di chi ha qualcosa da raccontare. Dopo gli studi classici, la laurea specialistica in Informatica. L’anima creativa e razionale convivono in uno strano dualismo, fra sonorità pop ed elettroniche e testi malinconici ma taglienti. L’influenza del mare si sente, l’anima viaggiatrice e in continuo movimento pure. Chiara ha perfezionato negli anni la tecnica vocale e la scrittura, frequentando numerosi masterclass e workshop con i migliori autori e cantanti in Italia (Paola Folli, Saverio Grandi, Carl Anderson). Ha un disco alle spalle, un lavoro folk-pop che le ha permesso di guadagnarsi spazio nel fitto panorama musicale nazionale e la stima di pubblico ed addetti ai lavori.

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Fra i 40 finalisti ad Area Sanremo 2015 e recente ospite del Tenco Ascolta, la rassegna del Club Tenco rivolta alle nuove proposte più meritevoli, negli anni ha vinto numerosi riconoscimenti, partecipato a importanti festival e rassegne in tutta Italia, ottenuto passaggi radiofonici e televisivi a livello nazionale (Premio Lunezia, Premio Donida, RTL 102.5, RAI, Roxy Bar). In questi mesi è al lavoro sulle nuove canzoni: abbandonata la vena acustica, le sonorità della cantautrice si sposano ora con un raffinato pop elettronico dalle tinte scure. Un viaggio introspettivo e melanconico, agrodolce e salato: proprio come il rumore del mare.

Maggiori informazioni e biografia completa su: www.chiararagnini.it

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Cosa sta succedendo all’Italia, ma sopratutto agli italiani?

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Nelle prime 5 settimane di questo 2016 la Borsa di Milano ha perso il 23%, ovvero 129 miliardi, circa il 7% del Pil. Quasi un quarto della sua capitalizzazione

Se pensiamo che nel novembre del 2011, lo Spread arrivò a 552 punti causando la fine prematura del governo Berlusconi, ci viene da pensare, ma come mai ora che le banche italiane sono sull’orlo del fallimento, perché gravate da 200 miliardi prestati a famiglie e imprese che non li hanno più, non succede nulla?

Perché il presidente del consiglio Renzi non prende posizione? E perché il ministro dell’Economia Padoan non dice nulla, se non qualche frase di circostanza? Cosa dovrà accadere ancora?

Soltanto ieri nel mantovano una coppia si è suicidata. I due che erano conviventi, sarebbero stati affetti da “uno stato depressivo non diagnosticato”. Ovvero erano entrambi senza lavoro e disperati. Lui era andato in Comune tempo fa, proprio per chiedere un lavoro. Ovviamente, possiamo immaginare la risposta…

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Ma questa tragedia, come le tante altre che ormai non fanno quasi più notizia, non sembrano interessare il governo del nostro paese.

E’ ormai chiaro che le migliori energie politiche siano investite altrove. Le unioni gay e tutto quello che ne consegue, sono divenute di vitale importanza per il PD e i suoi molteplici alleati. Anche le primarie dei sindaci sono importanti; per non parlare del futuro referendum costituzionale. Chi ci governa forse, vuole per noi un futuro nel quale i bambini cresceranno in grandi famiglie arcobaleno, andando tutti rigorosamente in bicicletta, in città multiculturali ma preferibilmente islamizzate, appartenenti ad uno stato che molti miei coetanei non riconosceranno più. Ma si, chissenefrega, l’importante è che diventeremo tutti buonisti e poco importerà se non sapremo più come fare a pagare la prossima rata del mutuo. O come arrivare a fine mese.. Quello che sta succedendo in Borsa ci riguarda tutti, in quel -23%, ci sono fette dei nostri risparmi, fondi pensione, polizze vita e tanto altro ancora. E se poi lo Spread salirà ancora…che futuro incontreremo? Ma a quanto pare noi italiani siamo felici di  Renzi & Company e poi…. sta per incominciare il Festival di Sanremo!

Alessandro Cunsolo

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Sanremo 2016: Ermal Meta con “Odio le favole”è il più ascoltato su TIMmusic tra le Nuove Proposte

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A poche ore dall’esibizione sul palco dell’Ariston, è Ermal Meta l’artista più ascoltato in streaming su TIMmusic tra le Nuove Proposte della 66° edizione del Festival di Sanremo.

Sulla piattaforma di TIM dedicata alla musica digitale, disponibile su App TIMmusicwww.timmusic.it, il brano “Odio le favole” con cui il cantautore albanese ed ex leader del gruppo La Fame di Camilla partecipa al festival, è stato infatti in queste settimane il più richiesto tra quelli dei giovani in gara, seguito da “Cosa resterà” del rapper monzese Irama e da “Introverso” dell’ex concorrente del talent show The Voice Chiara Dello Iacovo.

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In attesa di vedere tutte le otto Nuove Proposte esibirsi dal vivo e come questo influenzerà l’ascolto sulla piattaforma streaming, TIMmusic darà il via domani 10 febbraio alla programmazione dedicata al festival di Sanremo.

Atteso per ore 18.00 il RadioShow dei TIMmusic dj, Alessio Bertallot, Oliver Dawson, Fabio De Luca e Marco Rigamonti, e Livio Magnini, chitarrista dei Bluvertigo, inviato speciale dall’Ariston, con interviste ai protagonisti e tante curiosità dal tempio della canzone italiana.

Sempre da domani saranno disponibili sull’App TIMmusic le Radioplaylist di Arisa, Enrico Ruggeri e Lorenzo Fragola in cui racconteranno le loro canzoni del cuore, le loro ispirazioni. Sarà poi disponibile in streaming e in formato video sui social TIMmusic, l’esclusivo mini live di Fragola con Alessio Bertallot nato nel corso dell’intervista a Casa TIMmusic: un’originale versione di “Hotline bling” di Drake, suonata con il beat originale campionata dal rapper canadese.

Le Radioplaylist saranno disponibili a partire dalle ore 11 e resteranno sulla piattaforma per tutto il periodo del Festival, nella sezione dedicata.

TIM è main sponsor della 66° edizione del Festival di Sanremo

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Sanremo 2016: Il riassunto della prima serata e cosa vedremo oggi al Festival

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Sale il sipario sulla 66esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo ed ecco tutto quello che è accaduto nella prima serata.

Dopo un omaggio alle canzoni vincitrici della kermesse dal 1951 al 2015, si parte sulle note di “Starman” di David Bowie con l’ingresso di Carlo Conti dalla scala a scomparsa sul fondo del palco, vero gioiello incastonato nella moderna ed efficace scenografia di Riccardo Bocchini, una delle migliori degli ultimi anni. Conti si mantiene sulla linea dello scorso anno: conduzione veloce e musica (nel bene e nel male, dalla gara agli ospiti) davvero in primo piano.

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Il conduttore Carlo Conti

Si parte con Lorenzo Fragola, giovanissimo ma già al suo secondo Sanremo da vincitore di X-Factor: la sua “Infinite volte” è un brano interessante, giusto per il palco dell’Ariston nell’equilibrata commistione di classico sanremese e hit da classifica; melodia orecchiabile ma non scontata, soprattutto nell’inciso; il salto di qualità dallo scorso anno è evidente e inatteso, peccato che la fragile vocalità di Fragola non renda giustizia ad un pezzo ben scritto e potenzialmente radiofonico. Si prosegue con Noemi – abito nero lungo, scollatura inverosimile e cintura di copertone – che porta sul palco “La borsa di una donna” di Marco Masini, Marco Adami e Antonio Iammarino: le grandi aspettative dovute alle ottime recensioni dopo i pre-ascolti della stampa e al testo, una vera chicca di originalità e intelligenza (nonostante la futile polemica Masini-Faletti comparsa su La Stampa domenica scorsa), vengono smorzate da una linea melodica e un arrangiamento anonimi e risentiti; un brano con grandi potenzialità, gestite forse in modo poco lungimirante.

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Noemi canta “La borsa di una donna”

I nuovi Dear Jack, con Leiner Riflessi che ha sostituito Alessio Bernabei alla voce, dimostrano, con “Mezzo respiro”, quanto sia importante la scelta del frontman in una band: le nuove sonorità, che accarezzano da lontano la vocalità r’n’b del nuovo cantante sono, ahimé, la condanna a morte di un gruppo nato per diventare un simbolo della musica pop giovanile in Italia. E’ la volta della strana coppia Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, in gara con un brano di Giuliano Sangiorgi, “Via da qui”: finora l’esibizione più soddisfacente a livello vocale, ma purtroppo la sintonia tra i due, forse a causa dell’emozione (la Iurato è l’unica big in gara a salire per la prima volta sul palco dell’Ariston), non è pervenuta ed il brano, con ogni probabilità ripescato da un cassetto dal leader dei Negramaro, non aiuta, costruito com’è su armonie poco accattivanti e un testo che non incuriosisce.

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Giovanni Caccamo e Deborah Iurato cantano “Via da qui”

Un respiro di aria buona e arriva Laura Pausini, dopo 23 anni di nuovo al Festival, che propone un medley di successi (“Invece no”, “Strani amori” e “Vivimi”), un bel duetto virtuale con se stessa improvvisato (?) sulle note de “La solitudine”, e il nuovo singolo “Simili”.

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Laura Pausini, superospite del Festival

La gara continua con gli Stadio, assenti dal 2007 dal palco di Sanremo, che portano un brano scritto da Saverio Grandi, Gaetano Curreri e Luca Chiaravalli dal titolo “Un giorno mi dirai”, originariamente destinato a Vasco Rossi: nel pezzo si riconosce la qualità di scrittura e la maestria nell’arrangiamento, testo e melodia semplici per puntare tutto sulla carica emozionale della canzone, che forse però esplode tropppo tardi (solo sulla terza strofa); complice la voce di Curreri un po’ sottotono, il brano è da ascoltare nella versione in studio, dove sortisce l’effetto sperato. Arisa non fa in tempo a cambiarsi e arriva sul palco vestita da casa. A parte gli scherzi, il brano non bissa il successo e il piglio di “Controvento” o “La notte”: Giuseppe Anastasi (ex fidanzato della cantante e suo autore di fiducia) firma un pezzo poco orecchiabile e faticoso, nonostante un testo poetico e intelligente.

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Gaetano Curreri e gli Stadio cantano “Un giorno mi dirai”

Il siparietto (poco) comico e da dimenticare di Aldo, Giovanni e Giacomo porta alla settima esibizione, quella di Enrico Ruggeri con “Il primo amore non si scorda mai”, brano di ampio respiro, portatore di tutto il mondo musicale di cui Ruggeri è stato simbolo (forse unico) in Italia: un giusto e dosato connubio di cantautorato, rock e progressive. Testo diretto e incalzante, arrangiamento senza dubbio tra i migliori della serata, uno strike di un artista che già da qualche anno non proponeva un brano così interessante. Sull’onda di Ruggeri salgono sul palco gli attesi Bluvertigo, che con “Semplicemente” sottolineano che anche la semplicità (vedi le rime baciate, il giro armonico semplice e orecchiabile) è un’arte che va saputa utilizzare con maestria, e loro lo sanno fare molto bene: bel brano, che ammicca al pop ma non tradisce le radici alternative della band, bella energia sul palco, peccato per la voce di Morgan che – non è una novità – non riesce a portarsi a casa il pezzo, né ieri, né (molto probabilmente) nelle prossime esibizioni.

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Enrico Ruggeri canta “Il primo amore non si scorda mai”

A questo punto, il temuto Elton John (o “Helton”, come l’ha storpiato il buon Carlo Conti) sale sul palco e ferma il tempo e l’atmosfera, con un’esibizione voce e piano di gran classe sulle note di “Your song”, “Sorry seems to be the hardest word” e la nuova “Blue wonderful”, che spazza via le polemiche delle ore precedenti e lo ricolloca (se mai qualcuno lo avesse tolto di lì) nell’Olimpo della musica leggera globale. Torniamo sulla terra con un simpatico (questo sì!) intervento dei comici ex Zelig Marta e Gianluca, presenti anche lo scorso anno all’Ariston, che lasciano i panni dello speed date per presentarsi come gli eccentrici coniugi Salamoia.

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Elton John incanta la platea dell’Ariston

La gara riprende subito con Rocco Hunt, la vera rivelazione di questa prima serata sanremese: la sua “Wake up” denota capacità di scrittura, contaminazioni musicali di livello (da Pino Daniele ai 99 Posse, dalla “generazione James Senese” alla scena rap contemporanea) e una bella e rara tenuta del palco (si parla pur sempre di un ragazzo di 21 anni!). Il rischio di cadere nella retorica, soprattutto quando si fa critica sociale, è sempre dietro l’angolo, ma il giovane napoletano ne rimane ben lontano. Cosa che purtroppo non succede nel brano di Irene Fornaciari, “Blu”, che affronta il tema dei migranti con poca pancia e molta testa; il risultato è una bella esibizione, elegante e pulita, che però non lascia le coscienze scosse o incuriosite, come si converrebbe ad un tema del genere.

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Rocco Hunt canta “Wake up”

Gara finita. Arriva sul palco Maître Gims, che con la sua hit “Est-ce que tu m’aimes?” porta un momento di ottima musica all’Ariston. Dopo la breve incursione di Anna Foglietta e Kasia Smutniak, brave e simpatiche ambasciatrici del nuovo film di Paolo Genovese in uscita domani, “Perfetti sconosciuti”, si arriva alla classifica, che vede Stadio, Ruggeri, Fragola, Rocco Hunt, Arisa e la coppia Caccamo-Iurato nella zona “verde”, a danno di Dear Jack, Bluvertigo, Noemi e Irene Fornaciari, allertati da un rischio di eliminazione ancora tutto da definire.

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Il travolgente Maître Gims con la sua hit “Est-ce que tu m’aimes?” 

Serata tutto sommato piacevole, con pochi picchi in alto e fortunatamente quasi nessuno in basso, che ha confermato e addirittura superato gli ottimi risultati di audience della prima serata dell’anno passato, con una media di 11.135.000 telespettatori ed il 49,5% di share. Carlo Conti si conferma un ottimo padrone di casa, affiancato da tre co-conduttori per ora quasi inesistenti: Madalina Ghenea, che nelle poche parole che ha pronunciato si è dimostrata però professionale e spigliata; Gabriel Garko, totalmente a disagio nella sua nuova veste di conduttore; Virginia Raffaele, che con grande rammarico ha vestito per tutta la sera i panni di Sabrina Ferilli, nascondendo il suo naturale talento di attrice e show-woman.

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Madalina Ghenea, Carlo Conti e Gabriel Garko

Stasera in gara sul palco le prime quattro Nuove proposte con la sfide Irama vs Ermal Meta e Chiara Dello Iacovo vs Cecilee. E poi i restanti dieci Campioni: Annalisa, Alessio Bernabei, Clementino, Dolcenera, Francesca Michelin, Neffa, Elio e le Storie Tese (senza Rocco Tanica, impegnato anche quest’anno nella surreale Rassegna stampa del Festival), Patty Pravo, Valerio Scanu, Zero Assoluto. Grande attesa per i superospiti: Eros Ramazzotti, nel trentennale della vittoria, Ellie Goulding e Nicole Kidman. Ospite comico sarà Nino Frassica.

 

Francesco Rainero

(foto e impaginazione Ivan Zingariello)

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Sanremo 2016: Il riassunto della seconda serata e cosa vedremo oggi al Festival

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La musica, come la vita, si può fare in un solo modo: insieme“. Questa frase del pianista e compositore Ezio Bosso, che ieri a metà serata ha stupito ed emozionato tutti con le sue parole ed il suo brano “Following a bird“, rimarrà senza dubbio il simbolo della seconda puntata del Festival di Sanremo, che si è aperta con le prime due sfide delle Nuove proposte.

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Ezio Bosso esegue la sua “Following a bird”

Chiara Dello Iacovo vs Cecile. La prima, giovane cantautrice astigiana reduce dalla terza edizione di The Voice, porta in gara “Introverso”, un brano fresco e piacevole, ma poco incisivo, accompagnato sul palco da una studiata “coreografia” che ha rischiato tuttavia di distrarre il pubblico dal pezzo (audace ma non vincente la scelta del cellophane avvolto sul petto e sulle braccia: “Sono rinchiusa dentro al cellophane / con le mie valvole che scoppiano“). Cecile, romana, canta “N.E.G.R.A.”, un pezzo che già dall’arrangiamento tradisce la qualità di una demo registrata di fretta e con poca cura; il testo, vuoto e offensivo, si appoggia sulla bella voce della cantante, elemento che da solo non le assicura la vittoria. Vince Chiara Dello Iacovo con il 64% dei voti, più per demeriti della sfidante che per meriti suoi.

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Chiara Dello Iacovo batte Cecile

Irama vs Ermal Meta. Irama porta sul palco uno dei brani più intensi di questo Festival: la sua “Cosa resterà” è un esempio perfetto del pop-rap tanto inflazionato in questo periodo, e con la sua poetica moderna e incalzante oscura alcuni tra i suoi celebri colleghi. Ermal Meta, già autore per Marco Mengoni, Chiara (sua “Straordinario”, in gara nel 2015) e Patty Pravo, è in gara con “Odio le favole”, canzone radiofonica e spiccatamente pop con un inciso da potenziale tormentone. Vince Ermal Meta con il 59% dei voti.

Sanremo 12

Ermal Meta batte Irama

Chiusa la prima sezione, si riparte con la bella esibizione delle Salut Salon, quartetto acrobatico di musica da camera tutto al femminile proveniente da Amburgo ed emerse su Youtube. Inizia quindi la gara dei Campioni con Dolcenera, che torna all’Ariston a 13 anni dalla sua vittoria nei giovani con “Siamo tutti là fuori”. La sua “Ora o mai più (le cose cambiano)” al primo ascolto stupisce: l’andamento quasi r’n’b, l’arrangiamento scarno e raffinato e i cori potenti in stile gospel evidenziano le belle caratteristiche vocali della cantante e un testo ipnotico. La canzone supera la forma canzone: in Dolcenera come in altri cantanti della serata (Elio e le Storie Tese, Annalisa, Zero Assoluto) la struttura strofa-inciso-strofa-inciso viene sostituita da una sorta di flusso di coscienza diretto e continuo, molto interessante ma rischioso per una manifestazione di “primi ascolti” com’è il Festival.

Sanremo 13

Dolcenera canta “Ora o mai più (le cose cambiano)”

E’ il momento di calare l’asso: Carlo Conti presenta Virginia Raffaele – stasera nei panni vincenti di Carla Fracci – che conferma il suo straordinario talento, la sua simpatia e la sua intelligenza. Sul palco sale Clementino, prova vivente, con “Quando sono lontano”, che il matrimonio tra rap e napoletano non assicura un bel pezzo. Siamo di fronte ad un brano scialbo e che resta in superficie. Si salva la presenza solare del rapper sul palco, ma non basta.

Sanremo 14

Virginia Raffaele nei panni di Carla Fracci

Scende Gabriel Garko che conferma la scarsa fluidità dimostrata nella prima serata. L’attore, con tanto di occhiolino in camera, presenta Patty Pravo. “Cieli immensi” è, come previsto, uno tra i brani migliori in gara: Fortunato Zampaglione cuce addosso a Patty un vestito musicale ampio e coinvolgente che la cantante indossa (nonostante le difficoltà nella voce) con naturalezza, classe e passione. Standing ovation. Il momento “carrambata” arriva con la scuola più piccola d’Italia, quella di Ceresole Reale in provincia di Torino, che conta due alunni e una maestra. Garko ne porta sul palco un terzo, ma la maestra avrebbe preferito lui.

Sanremo 15

Patty Pravo canta “Cieli immensi”

Madalina Ghenea, la Elsa della Riviera, scende le scale con un bell’abito azzurro e con una naturalezza che lascia a bocca aperta anche i più scettici. A lei la presentazione del suo talent-scout (partecipò nel suo video “Il tempo tra di noi” nel 2007) e superospite Eros Ramazzotti: un medley orchestrale di successi (“Terra promessa”, “Una storia importante”, “Adesso tu”, “Più bella cosa”) sotto la direzione del grande Geoff Westley e con tanto di bacio alla moglie Marìca in prima fila, dalla quale prende anche i nastrini arcobaleno per testimoniare il suo appoggio alle Unioni civili. Poi una breve intervista sulla sua carriera, sbocciata proprio all’Ariston con la vittoria del 1986, il nuovo singolo “Rosa nata ieri” e si rientra in gara.

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Il superospite Eros Ramazzotti

Valerio Scanu torna a Sanremo dopo la vittoria del 2010 con un pezzo di Fabrizio Moro, “Finalmente piove”: esibizione impeccabile ed elegante, ma la canzone, per quanto intensa e orecchiabile, al primo ascolto non colpisce. Da riascoltare. E’ il turno di Francesca Michielin, che con “Nessun grado di separazione” abbandona misteriosamente le belle sonorità elettroniche dell’ultimo album per perdersi in un pop melodico che la spoglia di quell’interesse che aveva suscitato nel pubblico negli ultimi mesi.

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Valerio Scanu canta “Finalmente piove”

Dopo la meravigliosa parentesi di Ezio Bosso ricordata all’inizio, e la bella immagine della violinista dell’orchestra in lacrime durante la sua ospitata, arriva Alessio Bernabei, l’ex Dear Jack che ha portato i Dear Jack fuori dai Dear Jack. “Noi siamo infinito” è il brano che ci si aspettava da lui, un’intelligente unione di melodia e modernità. Peccato che i confronti nel genere siano molteplici e spesso di maggior qualità (si pensi semplicemente a Nek lo scorso anno). Invece, “Vincere l’odio” di Elio e le Storie Tese, più che una canzone sembra un’esercizio di stile, un gioco che solo degli artisti con un trascorso come il loro possono permettersi, e si permettono: il look total-pink, la sequenza dei sette ritornelli (s)connessi tra loro, l’anti-citazione nel finale, la scritta luminosa “Acapulco”, dirige Peppe Vessicchio. Che altro dire?

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Elio e le Storie Tese cantano “Vincere l’odio”

Il Capitano dell’Esercito Letizia Valentino manda un saluto dall’Antartide, i coniugi Salamoia (i comici Marta e Gianluca) tornano con una breve gag e il palco si prepara per accogliere Ellie Goulding, che presenta la celebre “Love me like you do” (già colonna sonora del film “50 sfumature di grigio”) e il nuovo singolo “Army”, una gran bella canzone. Nonostante l’imbarazzante sfoggio di inglese di Conti, l’ospitata scorre tranquilla e la cantante esce di scena forte di una bella performance.

Sanremo 20

La superospite straniera Ellie Goulding

Si torna in gara con Neffa: “Sogni e nostalgia” è un pezzo vintage “alla Celentano”, arrangiato bene ma poco audace. Complice un’esibizione vocalmente poco precisa, la canzone lascia poca traccia. E’ quindi il momento dell’attesissima Nicole Kidman, in nero, elegantissima e a suo agio. Il rischio gaffe è dietro l’angolo, quando si parla di attrici e presentatori (basti pensare a Gianni Morandi con Monica Bellucci nel 2011), ma Carlo Conti si destreggia con maestria durante l’intervista e la bella Kidman sembra soddisfatta e divertita. Pericolo scampato.

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La bellezza di Nicole Kidman

Penultima in gara è Annalisa: la strofa de “Il diluvio universale” ricorda “Sei bellissima” di Loredana Bertè in modo imbarazzante e troppo evidente perché sia in cattiva fede. Il brano è interessante e inatteso, la voce sinuosa di Annalisa spicca in primo piano e in alcuni passaggi il testo ricorda – mi si conceda il paragone – la poetica di Pasquale Panella (“Ma stasera rimango a casa / a cucinare la vita / come fosse un buon piatto da buffet”). Da riascoltare con attenzione, forse nasconde molto più di quel che appare. L’ultima delle 20 canzoni dei Campioni è quella degli Zero Assoluto, “Di me e di te”, che rimane nel pericoloso limbo dei brani orecchiabili e radiofonici, ma senza nessun tipo di appeal melodico o testuale.

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Annalisa canta “Il diluvio universale”

A gara finita Carlo Conti presenta Nino Frassica che, dopo una divertente intervista doppia con un Gabriel Garko sempre più spaesato, interpreta un brano del musicista siciliano Tony Canto, “Ammare si gioca”, una commovente fotografia della tragica situazione del Mediterraneo. La paradossale rassegna stampa di Rocco Tanica e la rapida comparsata sul palco dello chef Antonino Cannavacciuolo portano alla classifica della serata: a rischio eliminazione Dolcenera, Alessio Bernabei, Zero Assoluto e Neffa. Il risultato degli ascolti è addirittura migliore rispetto alla prima serata, si sfiora il 50% di share.

Sanremo 23

Nino Frassica interpreta “Ammare si gioca

Stasera le altre due sfide delle Nuove Proposte (Francesco Gabbani vs Miele e Mahmood vs Michael Leonardi) e la gara delle cover proposte dai Campioni: Clementino con “Don Raffaè” di Fabrizio De André, Alessio Bernabei con “A mano a mano” di Riccardo Cocciante (in duetto con Benji & Fede), Dolcenera con “Amore disperato” di Nada, Patty Pravo con la sua “Tutt’al più” (in duetto con Fred De Palma), Enrico Ruggeri con “‘A canzuncella” degli Alunni del Sole, Francesca Michielin con “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, gli Stadio con “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla, Annalisa con “America” di Gianna Nannini, Irene Fornaciari con “Se perdo anche te” di Gianni Morandi, Lorenzo Fragola con “La donna cannone” di Francesco De Gregori, i Dear Jack con “Un bacio a mezzanotte” del Quartetto Cetra, Bluvertigo con “La lontananza” di Domenico Modugno, Neffa con “‘O sarracino” di Renato Carosone (in duetto con i Bluebeaters), Valerio Scanu con “Io vivrò senza te” di Lucio Battisti, Elio e le Storie Tese con “Quinto ripensamento” (versione italiana di “Fifth of Beethoven” tratta dalla colonna sonora di “La febbre del sabato sera”, insieme ad Adrian Belew), Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con “Amore senza fine” di Pino Daniele, Noemi con “Dedicato” di Loredana Bertè, Zero Assoluto con “Goldrake” di Actarus, Rocco Hunt con “Tu vuo’ fa’ l’americano” di Renato Carosone e Arisa con “Cuore” di Rita Pavone. Ospiti della serata i Pooh, sul palco dell’Ariston in occasione della reunion con Riccardo Fogli per i 50 anni di carriera (intorno alle 23) e, dopo mezzanotte, Hozier con la hit “Take me to church“, oltre agli attori Guglielmo Scilla, per il lancio della fiction “Baciato dal sole“, e Marc Hollogne.

 
 

Francesco Rainero

(foto e impaginazione Ivan Zingariello)

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Sanremo 2016: il pagellone dei 20 Campioni in gara al Festival!

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Sanremo campioni

 

Dopo le prime due serate di questo Festival di Sanremo 2016, ecco il pagellone dei 20 Campioni in gara. Dal peggiore al migliore, tutti i voti alle canzoni in gara. Siete d’accordo?

 

Alessio Bernabei, “Noi siamo infinito“. Voto: 2
Viene spontaneo chiedersi se la scelta di Bernabei di staccarsi dai Dear Jack sia stata una mossa giusta e vincente. A giudicare da questo brano, forse era meglio restare protetti tra le braccia della band. C’è ben poco di originale e la struttura del pezzo assomiglia a una canzoncina commerciale statunitense dell’ultima ora. Cori dance e ritmo incalzante (almeno nelle intenzioni degli autori) non sono sufficienti a rendere positivo il giudizio ultimo sulla canzone, che sembra quasi un collage uscito male, fin troppo urlato e partecipato dall’interprete, che sembra mettercela tutta.

 

Zero Assoluto, “Di me e di te“. Voto: 3
Viene da chiedersi se il tempo si sia fermato, ma in senso negativo. I due amici “assoluti” ritornano alle solite canzoni del loro passato (ma ne sono mai usciti?). Il testo è di una banalità sconcertante e la musica è una versione rivisitata del pezzo “Svegliarsi la mattina“. Anche l’orchestra sembra poco convinta nell’esecuzione, e il voto 3 è per il coraggio.

 

Valerio Scanu, “Finalmente piove“. Voto: 3
Di fronte alla banalità di Scanu non si sa mai cosa dire. La musica è sempre la stessa, i testi anche, qui mancano solo tutti i luoghi e tutti i laghi tanto cari al cantante, che sicuramente è molto meglio e più apprezzato nelle vesti di imitatore e trionfatore di “Tale e quale show”.

 

Dear Jack, “Mezzo respiro“. Voto: 3
Viene da chiedersi come mai una bella voce come quella del nuovo frontman della band (Leiner) possa cantare un pezzo del genere che non valorizza le sue capacità vocali e le sue venature blues che avevamo sentito a X-Factor. L’unione dei due talent sembra non funzionare, il brano è il solito pezzo fresco (quella sarebbe l’intenzione) arrangiato con ambizioni rock e il testo (quasi una ripetizione continua del titolo) non si capisce se sia un refuso di battitura o sia realmente voluto.

 

Bluvertigo, “Semplicemente“. Voto: 4
Per nulla semplice. E’ il solito delirio di Morgan. Un’accozzaglia di strumenti e parole, sussurrate dalla poca voce del Castoldi, sempre alla ricerca di una disperata originalità che però, così, diventa esasperante. Alle volte è meglio essere scarni, diteglielo.. visto che proprio lui adora tanto Endrigo e Tenco. Qualcosa non torna.

 

Neffa, “Sogni e nostalgia“. Voto: 4
Sembra fatto apposta. Il titolo suggerisce la nostalgia del Neffa del passato, più spiritoso, più jazz, più originale. Il brano non lascia nulla, il testo è quasi strampalato e sconnesso. La musica sembra già sentita. Peccato, perché Neffa era una speranza di questo Festival.

 

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, “Via da qui“. Voto: 5
Impianto tradizionale per questo brano scritto da Giuliano Sangiorgi, che si apre lento, con la voce solista di Caccamo quasi in forma cantautoriale classica alla Sergio Cammariere, per poi sfociare in un crescendo dove l'”amica” Deborah può far sentire la sua voce. E’ l’unico tratto interessante del pezzo, che per il resto lascia poco all’ascoltatore. Quasi non si riconosce la firma del frontman dei Negramaro, tranne nel finale dove dominano le chitarre e la batteria sincopata, in una ricerca di pop/rock non così riuscita.

 

Rocco Hunt, “Wake up“. Voto: 5
Ritorna il semi rap populista del giovane napoletano, in un brano rapido e quasi esasperato, dove le parole si sovrappongo a un arrangiamento troppo ricco e ridondante. Siamo alla metà esatta della scala di voti da uno a dieci, perché c’è poco da dire, sia negativamente che positivamente.

 

Clementino, “Quando sono lontano“. Voto: 5
Un altro rapper (all’italianissima). Il brano è molto cantato, di rap ce n’è poco.. è un parlato. La musica non è male, la chitarra acustica dà freschezza al brano, ma non basta. Senza infamia e senza lode.

 

Francesca Michelin, “Nessun grado di separazione“. Voto: 5 
La bella voce della Michelin non riesce ad essere valorizzata. Meglio quando canta con Fedez. Il pezzo è piatto, privo di luce e di sorprese. Sul testo possiamo anche discutere, ma non convince la stessa cantante, che sembra andare con i piedi di piombo.

 

Enrico Ruggeri, “Il primo amore non si scorda mai“. Voto: 6
Sembra quasi di sentire un pezzo (non dei migliori) dei Decibel, la storica band con cui Ruggeri arrivò al successo. L’impianto è decisamente rock con alcune venature quasi punk, ma il testo ripetitivo e poco originale non dà giustizia all’importante arrangiamento e all’orchestrazione del pezzo. È il solito Ruggeri degli ultimi anni, siamo lontani da “Il mare d’inverno” e da “Mistero“, eppure il cantautore ci mette passione ed entusiasmo e a tratti sembra anche convincerti. Il “6” è d’obbligo per un grande della musica italiana, anche se la nostalgia dei brani storici si fa sentire e rimpiangere.

 

Dolcenera, “Ora o mai più (le cose cambiano)”. Voto: 6
La grinta di Dolcenera si fa sentire in questo brano sanremese e di tipico stampo classico. Il pianoforte domina tutto l’arrangiamento, purtroppo senza tante novità. E’ cosa già sentita e il sei va alla passione della cantante, che sistema (quasi) tutto.

 

Irene Fornaciari, “Blu“. Voto: 6
Nonostante le rime scontate, il brano raggiunge la sufficienza per l’ampiezza dell’arrangiamento e le sonorità, che rendono giustizia alla voce della Fornaciari, piuttosto attenta all’esecuzione. Peccato per la scarsa interpretazione, il brano sarebbe arrivato di più al pubblico, che al fermarsi della musica sembra quasi aspettarsi un nuovo ritornello.

 

Noemi, “La borsa di una donna“. Voto: 7
Uno dei testi sicuramente più originali di questo Festival, firmato da Marco Masini, subito riconoscibile. Sembra quasi di sentirlo cantare. L’impianto del brano è come una curva che sale e scende sugli archi e sul pianoforte e la voce della “rossa” si unisce delicatamente al senso metaforico del testo. E’ un pezzo abbastanza atipico per Noemi, che fa sentire il suo groove blues solo in alcuni punti del brano, dove all’eleganza del testo sostituisce quasi un grido di ribellione, incoraggiato dalla chitarra acustica e dalla variante espansiva del ritornello.

 

Arisa, “Guardando il cielo“. Voto: 7
Il solito swing di Arisa sembra non spiccare in questo brano, dal testo delicato e curato, che qualche corda del profondo la tocca sicuramente. E’ la solita Arisa, niente di così nuovo.. eppure la sua voce, il pianoforte appena sfiorato e la chitarra d’accompagnamento, regalano nel complesso un ascolto piacevole, che a tratti fa anche riflettere, soprattutto nella parte iniziale del ritornello, dove senza l’accompagnamento della batteria, l’intensità della cantante (in certi punti anche accompagnata da un certa difficoltà tecnica di esecuzione) arriva tutta.

 

Stadio, “Un giorno mi dirai“. Voto: 7
Già dal titolo sembra di sentire la voce di Gaetano Curreri che, come sempre, non delude, seppur cimentandosi in un pezzo piuttosto classico e appunto riconoscibile quasi troppo nella sua paternità. E’ indubbiamente curato, sia dal punto di vista del testo, e racconta di un amore maturo, sia dal punto di vista musicale, con un glam rock che ricorda alcuni passaggi di Vasco Rossi.

 

Lorenzo Fragola, “Infinte volte“. Voto: 7
Un brano scritto da mezza Italia che Fragola, sorprendentemente, interpreta con tutto se stesso, nonostante parli di un amore vissuto, rinnovato dalla consapevolezza degli errori passati. Eppure, nonostante i suoi vent’anni, sembra essere credibile, accompagnato da una strutta classica sanremese, che però convince.

 

Annalisa, “Il diluvio universale“. Voto: 8
Pezzo potente, arrangiamento con echi classici che fanno risaltare la voce di Annalisa, in questo brano ancora più limpida e perfezionata. Forse il migliore brano di questo Festival, peccato per la somiglianza della strofa (quasi estrema) con “Sei bellissima” della Bertè.

 

Patty Pravo, “Cieli immensi“. Voto: 8
Ritorna una delle regine della musica italiana. E’ vissuta, sentimentale, quasi mistica. La ragazza del Piper sembra ritornata ai tempi d’oro e anche l’interpretazione lo dimostra. L’arrangiamento rende giustizia al testo e al senso del brano, e la voce decisa della cantante ti fa rimenere incollato al pezzo dal primo secondo all’ultimo. Speriamo sia l’inizio di una nuova primavera, se lo merita.

 

Elio e le Storie Tese, “Vincere l’odio“. Voto: 9
Una canzone fatta di ritornelli, particolarmente complessa sia per quanto riguarda la musica e la stessa esecuzione dal vivo, sia per l’articolazione delle parole. Elio stupisce sempre, l’originalità de “La terra dei cachi” ritorna, dirompente, in questa canzone che non è canzone, in questo brano che nessuno mai canticchierà perché è impossibile. Sono tante canzoni in una, dal rock allo swing alla musica classica. I migliori del Festival!
VOTA ANCHE TU I TUOI CAMPIONI, GUARDA IL SONDAGGIO IN ALTO SULLA COLONNA DI SINISTRA DEL PORTALE!

 

 

Paolo Pontivi

(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)

 

Sanremo Campioni

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Tutti i trailer dei film in uscita questa settimana al cinema (11 febbraio 2016)

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Trailer

Nuovo appuntamento con tutti i trailer dei film in uscita questa settimana, rigorosamente in ordine alfabetico e in HD.

Lo scorso week-end “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino ha surclassato la coppia Verdone / Albanese di “L’abbiamo fatta grossa“. Al 3° scende “Revenant – Redivivo” con Leonardo DiCaprio. Maluccio le nuove uscite, con “La quinta onda” solo 8° e “PPZ – Pride + Prejudice + Zombies” al 9° posto. Se volete approfondire gli argomenti legati alla classifica degli incassi del week-end, trovate l’articolo QUI.

Questa settimana ben 7 nuove uscite. Iniziamo con le commedie, dal ritorno dei “modelli” Ben Stiller e Owen Wilson in “Zoolander 2” alle scatenate ragazze di “Single ma non troppo“, fino all’italiano “Perfetti sconosciuti” con un cast stellare che comprende Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak. Escono poi due importanti biopic, uno sullo scrittore David Foster Wallace, “The end of the tour“, e soprattutto quello sullo sceneggiatore Dalton Trumbo, “L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo“, con uno strepitoso Bryan Cranston. Escono anche il film italiano “Milionari” con Francesco Scianna e Valentina Lodovini e l’ungherese “Mózes, il pesce e la colomba“.

Da segnalare che, nella sola giornata di lunedì 15, tornerà nei cinema in versione restaurata il capolavoro di Robert Wiene “Il gabinetto del dottor Caligari” (1920), film simbolo dell’espressionismo tedesco. Un appuntamento da non perdere assolutamente!

Non dimenticate ovviamente di dare un’occhiata alle sagaci recensioni de “Il Criticone”, dove potete leggere trame e giudizi dei film in sala (e che è finalmente tornato..) Inoltre iscrivetevi anche sul nostro Canale Youtube di Mondospettacolo, per vedere in anteprima i nuovi trailer in HD.


THE END OF THE TOUR

The end of the tour


MILIONARI

Milionari


MOZES, IL PESCE E LA COLOMBA

Mózes, il pesce e la colomba


PERFETTI SCONOSCIUTI

Perfetti Sconosciuti


SINGLE MA NON TROPPO

Single ma non troppo


L’ULTIMA PAROLA – LA VERA STORIA DI DALTON TRUMBO

L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo.mp4


ZOOLANDER 2

Zoolander 2


 

Appuntamento quindi a mercoledì 17 febbraio per i trailer delle nuove uscite, davvero tante e di qualità: da “Il caso Spotlight“, uno dei favoriti agli Oscar, al nuovo Disney “Zootropolis“; da “The Danish Girl” con Eddie Redmayne al supereroe per adulti “Deadpool“; dall’italiano “Onda su onda” alla parodia “Cinquanta sbavature di nero“.

Infine non dimenticate di iscrivervi al nostro Canale Youtube per vedere in anteprima tutti i trailer in HD!

 

Ivan Zingariello

 

Trailer Thu

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Sanremo 2016: a sorpresa Clementino 1° su TIMmusic, seguito da Annalisa e Lorenzo Fragola

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Dopo la seconda serata del 66° Festival di Sanremo, è Clementino con “Quando sono lontano” a conquistare il 1° posto della classifica dei big in gara sulla piattaforma TIMmusic, mentre Lorenzo Fragola, in vetta dopo la serata di apertura, scende ora al 3° gradino del podio con la sua “Infinite volte”, e Annalisa si piazza invece al 2° posto con “Il diluvio universale”.

Annalisa

Quarta Francesca Michielin con “Nessun grado di separazione”, 5° Dolcenera con “Ora o mai più (le cose cambiano)”, 6° Elio e le Storie Tese con “Vincere l’odio”, 7° Rocco Hunt con “Wake Up”, 8° Neffa con “Sogni e nostalgia”, 9° Alessio Bernabei con “Noi siamo infinito”, 10° Zero Assoluto con “Di me e di te”, 11° Arisa con “Guardando il cielo”, 12° Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con “Via da qui”, 13° Stadio con “Un giorno mi dirai”, 14° Noemi con “La borsa di una donna”, 15° Patty Pravo con “Cieli immensi”, 16° Valerio Scanu con “Finalmente piove”, 17° Dear Jack con “Mezzo respiro”, 18° Bluvertigo con “Semplicemente”, 19° Enrico Ruggeri con “Il primo amore non si scorda mai”, 20° Irene Fornaciari con “Blu”.

Lorenzo Fragola

Lorenzo Fragola scende al 3° posto

Oltre all’ascolto di tutti i brani in gara, sull’App TIMmusic continuano i Radioshow di Alessio Bertallot e degli altri TIMmusic Dj, tra cui l’inviato speciale dall’Ariston Livio Magnini, chitarrista dei Bluvertigo (tutti i giorni alle ore 18.00), le selezioni musicali per ripercorrere tutte le edizioni del Festival e le originali Radioplaylist degli artisti. Ospiti di domani saranno Clementino, Rocco Hunt e Gaetano Curreri degli Stadio.

TIM è main sponsor della 66° edizione del Festival di Sanremo.

I.Z.

Ermal Meta 3

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Festival di Berlino 2016: da oggi al 21 febbraio, ecco il programma e cosa c’è da sapere

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66a non è solo l’edizione del Festival di Sanremo, che sta catalizzando l’attenzione degli italiani in questi giorni, ma anche quella del Festival di Berlino. La kermesse della capitale tedesca è considerata, dopo Cannes e Venezia, il terzo più importante festival del cinema mondiale. Stasera ci sarà la cerimonia di inaugurazione (chiusura il 21 febbraio) alla Potsdamer Platz di Berlino, cui seguirà la proiezione di “Ave, Cesare!“, il nuovo e attesissimo film dei fratelli Coen, reduci dalla produzione della seconda stagione di “Fargo” e dalla sceneggiatura de “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg, per la quale hanno ricevuto la nomination all’Oscar.

Festival Berlino 2

George Clooney in “Ave Cesare!”

La Giuria di quest’anno sarà presieduta nientemeno che da Meryl Streep, coadiuvata dalla nostra Alba Rohrwacher, oltre che dagli attori Clive Owen e il tedesco Lars Eidinger, dal critico inglese Nick James, dalla fotografa francese Brigitte Lacombe e dalla regista polacca Malgorzata Szumowska.

La Giuria: Nick James, Brigitte Lacombe, Lars Eidinger, Meryl Streep, Clive Owen, Malgorzata Szumowska e Alba Rohrwacher

18 i film in concorso, tra cui spiccano i grandi cast di “Genius” (Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman), “Midnight Special” (Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst) e “Alone in Berlin” (Brendan Gleeson, Emma Thompson, Daniel Brühl), tutti presentati in prima mondiale.

Nicole Kidman e Colin Firth in “Genius”

A contendersi l’Orso d’oro c’è anche il documentario italiano “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, dedicato ai continui sbarchi di migranti a Lampedusa. Con il suo precedente “Sacro GRA“, Rosi aveva vinto il Leone d’oro a Venezia e ora punta al bis, visto l’argomento “caldo” in tutta Europa e non solo in Italia.

Festival Berlino 5

Gianfranco Rosi durante le riprese di “Fuocoammare”

Fuori concorso, oltre al già citato “Ave, Cesare!” dei Coen, troviamo il nuovo film di Spike Lee “Chi-Raq” con un super cast composto da Nick Cannon, Wesley Snipes, Jennifer Hudson, Angela Bassett, John Cusack e Samuel L. Jackson. E poi ancora “Saint Amour“, con il ritorno di Gerard Depardieu. Nella sezione “Berlinale Specials” ci sono invece il nuovo documentario di Michael Moore, “Where to invade next” e l’esordio alla regia di Don Cheadle, “Miles Ahead“, da lui anche interpretato accanto a Ewan McGregor.

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Spike Lee presenta il suo “Chi-Raq”

Annunciate inoltre alcune proiezioni speciali dedicate a tre artisti scomparsi in questo inizio del 2016, che verranno così doverosamente omaggiati. Si tratta di David Bowie, Alan Rickman e del nostro maestro Ettore Scola.

A seguire, la lista completa dei film in Concorso e Fuori concorso e delle sezioni Berlinale Specials, Panorama e Forum.

 

Ivan Zingariello

 

Festival Berlino 7


IN CONCORSO

Boris sans Béatrice (Boris without Béatrice), Canada
di Denis Côté, con James Hyndman, Simone-Elise Girard, Denis Lavant, Isolda Dychauk, Dounia Sichov. Prima Mondiale

Genius, Inghilterra/USA
di Michael Grandage, con Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce, Dominic West. Prima Mondiale – Opera Prima

Jeder stirbt für sich allein (Alone in Berlin), Germania/Francia/Inghilterra
di Vincent Perez, con Brendan Gleeson, Emma Thompson, Daniel Brühl, Mikael Persbrandt. Prima Mondiale

Midnight Special, USA
di Jeff Nichols, con Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Jaedan Lieberher, Sam Shepard. Prima Mondiale

Zero Days (documentario), USA
di Alex Gibney

Cartas da guerra (Letters from War), Portogallo
di Ivo M. Ferreira, con Miguel Nunes, Margarida Vila-Nova. Prima Mondiale

Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!), Iran
di Mani Haghighi, con Amir Jadidi, Homayoun Ghanizadeh, Ehsan Goudarzi, Kiana Tajammol. Anteprima Internazionale

Fuocoammare (Fire at Sea) (documentario), Italia /Francia
di Gianfranco Rosi. Prima Mondiale

Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery), Filippine/Singapore
di Lav Diaz, con John Lloyd Cruz, Piolo Pascual, Hazel Orencio, Alessandra De Rossi, Joel Saracho, Susan Africa, Sid Lucero, Ely Buendia, Bernardo Bernardo, Angel Aquino, Cherie Gil. Prima Mondiale

Kollektivet (The Commune), Danimarca/Svezia/Olanda
di Thomas Vinterberg, con Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Helene Reingaard Neumann, Marta Sofie Wallstrøm Hansen, Lars Ranthe, Fares Fares, Magnus Millang, Anne Gry Henningsen, Julie Agnete Vang. Anteprima internazionale

L’avenir (Things to Come), Francia/Germania
di Mia Hansen-Løve, con Isabelle Huppert, Roman Kolinka, Edith Scob, André Marcon. Prima Mondiale

Quand on a 17 ans (Being 17), Francia
di André Téchiné, con Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Loret. Prima Mondiale

Smrt u Sarajevu / Mort à Sarajevo (Death in Sarajevo), Francia/Bosnia-Erzegovina
di Danis Tanović, con Jacques Weber, Snežana Vidović, Izudin Bajrović, Vedrana Seksan, Muhamed Hadžović, Faketa Salihbegović-Avdagić, Edin Avdagić. Prima Mondiale

Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love), Polonia/Svezia
di Tomasz Wasilewski, con Julia Kijowska, Magdalena Cielecka, Dorota Kolak, Marta Nieradkiewicz, Łukasz Simlat, Andrzej Chyra, Tomek Tyndyk. Prima Mondiale

24 Wochen (24 Weeks), Germania
di Anne Zohra Berrached, con Julia Jentsch, Bjarne Mädel, Johanna Gastdorf, Emilia Pieske.
Prima Mondiale

Chang Jiang Tu (Crosscurrent), Rep Pop Cina
di Yang Chao, con Qin Hao, Xin Zhi Lei. Prima Mondiale

Inhebbek Hedi (Hedi), Tunisia/Belgio/Francia
di Mohamed Ben Attia, con Majd Mastoura, Rym Ben Messaoud, Sabah Bouzouita, Hakim Boumessoudi, Omnia Ben Ghali. Prima Mondiale – Opera Prima

Soy Nero, Germania/Francia/Messico
di Rafi Pitts, con Johnny Ortiz, Rory Cochrane, Aml Ameen, Darell Britt-Gibson, Michael Harney. Prima Mondiale


FUORI CONCORSO

Chi-Raq, USA
di Spike Lee, con Nick Cannon, Wesley Snipes, Teyonah Parris, Jennifer Hudson, Angela Bassett, John Cusack, Samuel L. Jackson. Anteprima Internazionale

Des nouvelles de la planète Mars (News from planet Mars), Francia/Belgio
di Dominik Moll, con François Damiens, Vincent Macaigne, Veerle Baetens, Jeanne Guittet, Tom Rivoire. Prima Mondiale

Mahana (The Patriarch), Nuova Zelanda
di Lee Tamahori, con Temuera Morrison, Akuhata Keefe, Nancy Brunning, Jim Moriarty, Regan Taylor, Maria Walker. Prima Mondiale

Saint Amour, Francia/Belgio
di Benoît Delépine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu, Benoît Poelvoorde, Vincent Lacoste, Céline Sallette. Prima Mondiale

Ave, Cesare!, USA
di Joel e Ethan Coen, con Josh Brolin, George Clooney, Scarlett Johansson. Prima Mondiale


BERLINALE SPECIAL

The Music of Strangers: Yo-Yo Ma and the Silk Road Ensemble (documentario), USA, di Morgan Neville. Anteprima Europea

The Seasons in Quincy: Four Portraits of John Berger (documentario), Inghilterra, di Colin MacCabe, Christopher Roth, Bartek Dziadosz, Tilda Swinton. Prima Mondiale

Where To Invade Next (documentario) USA di Michael Moore. Anteprima Europea

A Quiet Passion, Inghilterra/Belgio, di Terence Davies, con Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Keith Carradine, Jodhi May, Catherine Bailey, Emma Bell, Duncan Duff. Prima Mondiale

Creepy, Giappone, di Kiyoshi Kurosawa, con Hidetoshi Nishijima, Yuko Takeuchi, Teruyuki Kagawa, Haruna Kawaguchi, Masahiro Higashide. Prima Mondiale

Den allvarsamma leken (A Serious Game), Svezia/Danimarca/Norvegia, di Pernilla August, con Sverrir Gudnason, Karin Franz Körlof, Liv Mjönes, Michael Nyqvist, Mikkel Boe Følsgaard. Prima Mondiale

Miles Ahead, USA, di Don Cheadle, con Ewan McGregor, Don Cheadle, Keith Stanfield, Michael Stuhlbarg, Austin Lyon. Anteprima internazionale – Opera Prima

National Bird (documentario), USA. di Sonia Kennebeck. Prima Mondiale


PANORAMA

Já, Olga Hepnarová (I, Olga Hepnarová), Repubblica Ceca/Polonia /Slovacchia /Francia
di Tomáš Weinreb, Petr Kazda, con Michalina Olszanska, Marta Mazurek, Ondrej Malý. Prima Mondiale

Junction 48, Israele/Germania/USA
di Udi Aloni, con Tamer Nafar, Samar Qupty, Salwa Nakkara, Sameh Zakout, Ayed Fadel. Prima Mondiale

Les Premiers, les Derniers (The First, the Last), Francia /Belgio
di Bouli Lanners, con Albert Dupontel, Bouli Lanners, Suzanne Clément, Michael Lonsdale, David Murgia. Anteprima Internazionale

Maggie’s Plan, USA
di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke, Julianne Moore, Bill Hader, Maya Rudolph.
Anterpima Europea

Nakom, Ghana/USA
di Kelly Daniela Norris, TW Pittman, con With Jacob Ayanaba, Grace Ayariga, Abdul Aziz, Justina Kulidu, Shetu Musah, Esther Issaka, Thomas Kulidu, James Azudago, Felicia Awinbe, Sumaila Ndaago. Prima Mondiale

Remainder, Inghilterra/Germania
di Omer Fast, con Tom Sturridge, Cush Jumbo, Ed Speleers, Arsher Ali, Shaun Prendergast. Anteprima Internazionale

S one strane (On the Other Side), Croazia/Serbia
di Zrinko Ogresta, con Ksenija Marinković, Lazar Ristovski. Prima Mondiale

Starve Your Dog, Marocco
di Hicham Lasri, con Jirari Ben Aissa, Latifa Ahrrare, Fehd Benchemsi. Anteprima Europea

Sufat Chol (Sand Storm), Israele
di Elite Zexer, con Lamis Ammar, Ruba Blal-Asfour, Haitham Omari, Khadija Alakel, Jalal Masarwa. Anteprima Europea – Lungometraggio d’esordio

Théo et Hugo dans le même bateau (Paris 05:59), Francia
di Olivier Ducastel, Jacques Martineau, con Geoffrey Couët, François Nambot. Prima Mondiale

The Ones Below, Inghilterra
di David Farr, con Clémence Poésy, David Morrissey, Stephen Campbell Moore, Laura Birn
Anteprima Europea – Lungometraggio d’esordio

War on Everyone, Inghilterra
di John Michael McDonagh, con Michael Peña, Alexander Skarsgård, Theo James. Prima Mondiale

Aloys, Svizzera/Francia
di Tobias Nölle, con Georg Friedrich, Tilde von Overbeck. Prima Mondiale

El rey del once (The Tenth Man), Argentina
di Daniel Burman, con Alan Sabbagh, Julieta Zylberberg, Usher Barilka, Elvira Onetto. Prima Mondiale

Goat, USA
di Andrew Neel, con Ben Schnetzer, Nick Jonas, James Franco. Anteprima Internazionale

Grüße aus Fukushima (Fukushima, mon Amour), Germania
di Doris Dörrie, con Rosalie Thomass, Kaori Momoi. Prima Mondiale

Indignation, USA
di James Schamus, con Logan Lerman, Sarah Gadon. Anteprima Internazionale – Esordio

Jonathan, Germania
di Piotr J. Lewandowski, con Jannis Niewöhner, André Hennicke, Julia Koschitz, Thomas Sarbacher, Barbara Auer. Prima Mondiale – Esordio

Kater (Tomcat), Austria
di Händl Klaus, con Lukas Turtur, Philipp Hochmair. Prima Mondiale

La helada negra (The Black Frost), Argentina
di Maximiliano Schonfeld, con Ailín Salas, Lucas Schell, Benigno Lell. Prima Mondiale

Lantouri, Iran
di Reza Dormishian, con Navid Mohammadzadeh, Maryam Palizban, Baran Kosari. Anteprima Internazionale

Little Men, USA
di Ira Sachs, con Jennifer Ehle, Greg Kinnear, Alfred Molina. Anteprima Internazionale

Ranenyy Angel (The Wounded Angel), Kazakistan/Francia /Germania
di Emir Baigazin, con Nurlybek Saktaganov, Madiar Aripbai, Madiar Nazarov, Omar Adilov. Prima Mondiale


PANORAMA/DOKUMENTE

Don’t Blink – Robert Frank, USA/Francia
di Laura Israel. Anteprima Internazionale

Hotel Dallas, Romania/USA
di Livia Ungur, Sherng-Lee Huang, con Patrick Duffy. Prima Mondiale – Lungometraggio d’esordio

Der Ost-Komplex (The GDR Complex), Germania
di Jochen Hick. Prima Mondiale

Mapplethorpe: Look at the Pictures, USA/Germania
di Fenton Bailey, Randy Barbato, con Edward Mapplethorpe, Debbie Harry, Patti Smith, Gloria von Thurn und Taxis. Anteprima Internazionale

Mariupolis. Lituania/Germania/ Francia/ Ucraina
di Mantas Kvedaravicius. Prima Mondiale

Uncle Howard, Inghilterra/USA
di Aaron Brookner, con Jim Jarmusch, Sara Driver, Tom DiCillo, Brad Gooch, Frederic Mitterand. Anteprima Internazionale

PANORAMA SPECIAL

While the Women Are Sleeping, Giappone
di Wayne Wang, con Hidetoshi Nishijima, Shioli Kutsuna, Sayuri Oyamada, Lily Franky, Beat Takeshi. Prima Mondiale


FORUM

A Magical Substance Flows into Me di Jumana Manna, Territori Palestinesi/Inghilterra/ Emirati Arabi Uniti – P.M.

Akher ayam el madina (In the Last Days of the City) di Tamer El Said, Egitto/Germania/Inghilterra – P.M.

And-Ek Ghes… di Colorado Velcu, Philip Scheffner, Germania – P.M.

Aru michi (A Road) di Daichi Sugimoto, Giappone – A.I.

Baden Baden di Rachel Lang, Belgio/Francia – A.I.

Barakah yoqabil Barakah (Barakah Meets Barakah) di Mahmoud Sabbagh, Arabia Saudita – P.M.

Bein gderot (Between Fences) di Avi Mograbi, Israele/Francia – P.M.

Dans les bois (The Wandering) di Guillaume Nicloux, Francia – P.M.

Deadweight di Axel Koenzen, Germania/Finlandia- P.M.

Dubina dva (Depth Two) di Ognjen Glavonić, Serbia – P.M.

Eldorado XXI di Salomé Lamas, Portogallo/Francia – P.M.

Elixir di Daniil Zinchenko, Russia – A.I.

Fantastic di Offer Egozy, USA – P.M.

Fei cui zhi cheng (City of Jade) di Midi Z, Taiwan/ yanmar – P.M.

Le Fils de Joseph (The Son of Joseph) di Eugène Green, Francia/Belgio – P.M.

Die Geträumten (The Dreamed Ones) di Ruth Beckermann, Austria – P.M.

Havarie di Philip Scheffner, Germania – P.M.

火Hee di Kaori Momoi, Giappone – P.M.

Homo sapiens di Nikolaus Geyrhalter, Austria – P.M.

How Heavy This Hammer di Kazik Radwanski, Canada – A.I.

Ilegitim (Illegitimate) di Adrian Sitaru, Romania/Polania/Francia – P.M.

Inertia di Idan Haguel, Israele – A.I.

Kate Plays Christine di Robert Greene, USA – A.I.

Landstück (Piece of Land) di Volker Koepp, Germania – P.M.

Lao Shi (Old Stone) di Johnny Ma, Rep.Pop.Cina/Canada – P.M.

Liliom Ösvény (Lily Lane) di Bence Fliegauf, Ungheria – P.M.

Makhdoumin (A Maid for Each) di Maher Abi Samra, Libano/Francia/Norvegia – P.M.

Manazil bela abwab (Houses without Doors) di Avo Kaprealian, Siria/Libano – P.M.

Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso, Messico/Polonia – A.I.

Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav, Repubblica Ceca/Francia – P.M.

P.S. Jerusalem di Danae Elon, Canada – A.E.

Posto avançado do progresso (An Outpost of Progress) di Hugo Vieira da Silva, Portogallo – P.M.

The Revolution Won’t Be Televised di Rama Thiaw, Senegal – P.M.

Rio Corgo di Maya Kosa, Sergio da Costa, Svizzera/Porgallo – A.I.

Les Sauteurs (Those Who Jump) di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé, Danimarca – P.M.

Short Stay di Ted Fendt, USA – P.M.

Ta’ang di Wang Bing, Hong Kong/Rep.Pop.Cina/Francia – P.M.

Tales of Two Who Dreamt di Andrea Bussmann, Nicolás Pereda, Canada/Mexico – P.M.

Tempestad di Tatiana Huezo, Messico – P.M.

Toz bezi (Dust Cloth) di Ahu Öztürk, Turchia/Germania – A.I.

Triviṣa di Frank Hui, Vicky Wong, Jevons Au, Hong Kong/Rep.Pop.Cina. – P.M.

Vlažnost (Humidity) di Nikola Ljuca, Serbia/Olanda/Grecia – P.M.

Yarden (The Yard) di Måns Månsson, Svezia/Germania – A.I.

Zhī fán yè mào (Life after Life) di Zhang Hanyi, Rep.Pop.Cina – P.M.

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Le interviste di Mondospettacolo: Lallo Circosta

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Cari amici di Mondospettacolo oggi la vostra Erika Kamese è in compagnia di Lallo Circosta.

Comico, imitatore, cantante doppiatore, attore, caratterista, presentatore

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Lallo, sei in scena attualmente al Teatro Testaccio come attore con lo spettacolo “Ce ne faremo una ragione” per la regia di Greg. Raccontaci questa esperienza.

E’ la realizzazione di un sogno insieme a Luca Morsella e Riccardo Graziosi con i quali ho scritto questa commedia e ci siamo detti che sarebbe stato bello se l’avesse diretta Greg, perché eravamo consapevoli che con il suo tocco geniale sarebbe stata perfetta e così è stato.

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Il tuo esordio inizia nel 1994, quando fondi la band Lallo e i Fusi Orari che diventerà in pochissimo tempo una delle band di riferimento della capitale e con la quale hai vinto il Festival “SOGNI E CANZONI: MUSICA PER LA SOLIDARIETÀ” con il brano “L’isola della fantasia”. Che ricordi hai di questa esperienza?

E’ una esperienza che rimarrà per sempre scolpita nel mio cuore, a tal punto che pochi mesi fa ho rifondato la band con gli stessi miei amici e musicisti e riprenderemo i nostri spettacoli subito dopo la fine della commedia.

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Sei noto per la tua partecipazione alla trasmissione Guida al campionato, dove imiti vari personaggi come Antonio CassanoDavid BeckhamRonaldinhoGiampiero GaleazziMaradona e Ronaldo. Raccontami un po’.

Devo molto a quella esperienza. Mi ha dato visibilità, notorietà, ma soprattutto emozioni a livello umano. Eravamo una grande famiglia e si stava tutti insieme. Tutti i personaggi che imito sono felici di quello che faccio e con alcuni siamo diventati amici.

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Ti ritieni più comico o attore? E quale ruolo ti piace più fare?

Mi reputo un onesto lavoratore dello spettacolo. Non c’è un ruolo che preferisco, ognuno di questi dà emozioni diverse, ma sempre meravigliose e molto forti.

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Hai fatto anche molto cinema, qual è l’esperienza più piacevole che ricordi e perché?

Sono tutte piacevoli, ma forse l’esperienza di “Colpi di fulmine”a livello umano è stata la più forte, ma solo perché siamo stati un mese a Trento per le riprese e si stava sempre insieme dalla mattina alla mattina dopo, e credo che il risultato del film sia anche figlio di questo affiatamento. Ma anche in “Operazione Vacanze” mi sono divertito molto con i miei colleghi ed amici.

Qual è la tua passione più grande? Il teatro, il cinema, la tv, o il cabaret?

Come già detto, ognuna di queste dà emozioni diverse, ma tutte fortissime.

Che cosa ti ha spinto nella vita a voler fare l’artista?

Io sono nato in un quartiere molto popolare, ma con una forte connotazione  culturale, il quartiere SAN LORENZO di Roma. Da piccolo, mio padre mi portava spesso al cinema o al teatro o a vedere l’opera ed ero completamente rapito dalla recitazione, e poi via! E’ scattata la scintilla.

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Hai fatto anche uno spot Infostrada molto importante vero?

Si è vero, con Fiorello mi sono divertito moltissimo e con lui è nata anche una bellissima amicizia.

Progetti futuri?

Voglio concentrarmi sulla commedia. Noi vorremmo portarla nei teatri di tutta Italia e poi sto lavorando sul progetto di una trasmissione TV sulla cucina dal titolo: “Ciak si cucina” con lo chef Fabio Campoli.

Erika Kamese

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Sanremo 2016: Il riassunto della terza serata e cosa vedremo oggi al Festival

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Bella energia e bel ritmo, in questa terza serata della 66esima edizione del Festival di Sanremo, dedicata alle cover.

Si parte, poco prima delle 21, con le ultime due sfide delle Nuove Proposte. Miele vs Francesco Gabbani. “Mentre ti parlo”, della cantautrice siciliana Miele (reduce da Area Sanremo), è un brano intenso ed emozionale, poco canonico per gli standard della kermesse (il sottobosco è quello del cantautorato indie italiano), ma non per questo da sottovalutare. Il carrarese Francesco Gabbani presenta forse il brano migliore dei 28 di questa edizione: la sua “Amen” è un impasto del Battiato di “Patriots”, di un sapiente uso dell’elettronica e di un testo intelligente e moderno. Vince Miele col 53% dei voti. Anzi, no. A metà serata Carlo Conti avverte che per un problema tecnico in sala stampa (telecomandi in tilt che non hanno permesso a tutti i giornalisti di votare), il risultato dovrà essere riconteggiato. Infatti, dopo qualche minuto, viene annunciata la vittoria di Francesco Gabbani con il 50,8% di voti. La promessa “consolatoria” di far esibire comunque Miele stasera per la finale dei giovani non è bastata alla giovane cantautrice, che ha chiesto la riammissione in gara. Vedremo come andrà a finire.

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L’amara (non) vittoria di Miele, poi sovvertita per un errore tecnico

La seconda sfida vede Michael Leonardi vs Mahmood. Leonardi è un italo-australiano semilirico che presenta “Ritornerai”, che merita così poche parole che sono già troppe. Il brano, obsoleto e superato, è simbolo di quella musica italiana che non vorremmo più sentire. Mahmood è il secondo giovane di Area Sanremo (e aveva già partecipato ad X-Factor) e la sua “Dimentica” accarezza le sonorità del Mengoni di “Guerriero”; anche la vocalità si avvicina pericolosamente a quel mondo. Il brano in sé è piacevole ma poco incisivo. Anche qui, per esclusione più che per vero merito, vince Mahmood con il 67% dei voti.

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Mahmood batte Michael Leonardi

Stop al televoto, pubblicità, si (ri)parte con la breve esibizione di Marciel, pseudonimo di Marc Hollogne, attore e mimo belga. Carlo Conti, in blu Ferragamo, saluta dalla platea e il senatore Antonio Razzi fa capolino tre file indietro. Breve cenno alla struttura della serata (5 gruppi da 4 brani ciascuno, 1 vincitore per ogni gruppo e poi finale a 5) e si parte con la prima delle 20 cover: è Noemi con “Dedicato”, scritta da Ivano Fossati – che firma tra l’altro un brano del nuovo disco della giovane rossa – per Loredana Bertè. Bella carica, intepretazione e arrangiamento in linea con l’originale, ma la Bertè è più elegante (sì, avete letto bene). Dalla platea arrivano anche Gabriel Garko, che neanche stasera riesce (ma ci ha provato, giuro) a superare la soglia della simpatia, e Madalina Ghenea, sempre più disinvolta e a suo agio sul palcoscenico. E’ quindi la volta dei Dear Jack “in duetto con l’orchestra di Sanremo”, che con la loro versione moderna, intelligente e accattivante di “Un bacio a mezzanotte” del Quartetto Cetra confermano di essere totalmente un’altra band rispetto a quella uscita da Amici nel 2014. Non necessariamente è un bene, non necessariamente è un male. La voce di Leiner si perde sotto quelle dei coristi, e questo è necessariamente un male.

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I Dear Jack cantano “Un bacio a mezzanotte”

Gli Zero Assoluto propongono invece una versione ballad di “Goldrake”, sì, proprio quella del cartone animato. Idea divertente e curiosa (anche se già realizzata in passato da altri), peccato che gli Zero Assoluto non siano stati né divertenti né curiosi. Terza serata, terza icona italiana: la stilista Donatella Versace fa il suo ingresso in scena. Ma è sempre Virginia Raffaele, che continua a stupire con i suoi personaggi e la sua bravura (le vere Ferilli, Fracci e Versace si sono tutte e tre complimentate con la show-woman).

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Virginia Raffaele nei panni (rifatti) di Donatella Versace

Tra pezzi di pelle in “garanzia” che si staccano, è il turno di Giovanni Caccamo e Deborah Iurato: raffinata e coinvolgente la loro versione di “Amore senza fine” di Pino Daniele; la sintonia tra i due finalmente si percepisce e Deborah, in giacca e pantaloni, si libera e canta come si deve. Unico neo, la quasi totale mancanza di armonie vocali tra i due. Poco male. Vincitrice del primo gruppo è Noemi. Si riparte con Patty Pravo, che insieme al rapper Fred De Palma presenta una nuova versione della sua “Tutt’al più”. A parte il look strepitoso e l’ottima forma vocale, il brano perde la sua forza originale. Un esperimento audace e apprezzabile, ma non del tutto riuscito.

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Patty Pravo e Fred De Palma cantano “Tutt’al più”

Alessio Bernabei si fa accompagnare dai giovanissimi Benji & Fede in una versione tiepida ma corretta di un bel brano di Riccardo Cocciante, riproposto anche da Rino Gaetano: “A mano a mano”. La generazione selfie irrompe all’Ariston, e quando c’è qualità va benissimo così. Dolcenera, così come Francesca Michielin e Annalisa, interpreta perfettamente il significato di “cover”: fare propria una canzone, farla diventare parte del proprio repertorio, della propria identità artistica. La sua versione di “Amore disperato” di Nada è un caleidoscopio di suoni ben scelti e ben orchestrati, e Dolcenera è una signora cantante. Grinta e classe. La perdoniamo anche per il reggiseno di pizzo bianco (volutamente) in vista.

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Il duo Benji & Fede accompagna Alessio Bernabei in “A mano a mano”

Chiude il gruppo Clementino, che ha scelto il pezzo giusto: “Don Raffaè” di Fabrizio De André è il brano adatto a lui che, nonostante un’esibizione pulita e rispettosa, ha meno meriti della canzone in sé. Vince Clementino, anche se in realtà vince De André. Finalmente arrivano i riuniti Pooh, 50 anni di carriera e l’energia degli inizi. Gli acciacchi, certo, si sentono: Facchinetti quelle note là non le prende più, D’Orazio un paio di colpi li sbaglia, Fogli si inserisce spesso e volentieri a fatica, ma si sa che la televisione amplifica ogni difetto, e che quando si parla della band numero uno della musica leggera italiana tutto (o quasi) è perdonato. Un medley di successi (“Dammi solo un minuto”, “Tanta voglia di lei”, “Piccola Katy”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Pensiero”, “Chi fermerà la musica”), una versione intensa di “Uomini soli”, vincitrice del Sanremo 1990 e l’appuntamento per il grande tour dei saluti. Chapeau.

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La reunion dei Pooh con Riccardo Fogli (al centro)

Si torna in gara col terzo gruppo. Partenza con Elio e le Storie Tese (stasera insieme a Rocco Tanica), i loro vestiti anni ‘70 e il loro “Quinto ripensamento”, versione italiana della versione inglese della quinta sinfonia di Beethoven, da “La febbre del sabato sera”. Più difficile a dirsi che a farsi. Si riassume in un “Ma quant’è forte Beethoven, chi l’avrebbe mai detto: fa musica dance!”. Si continua con “Cuore” di Rita Pavone intepretata in modo troppo rassicurante da Arisa, che ormai non stupisce quasi più.

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Elio in versione seventies per “Quinto ripensamento”

Rocco Hunt convince con “Tu vuò fa’ l’americano” di Renato Carosone: fa alzare il teatro, vuole rivoluzionare Sanremo, e quasi quasi ci riesce. Bravo, la rivelazione di questa edizione, nonostante il predicozzo patriottico a fine esibizione. Un piccolo gioiello è la versione di Francesca Michielin de “Il mio canto libero” di Lucio Battisti. Con un brano del genere il rischio karaoke è dietro l’angolo, ma questo arrangiamento di archi strepitoso e l’interpretazione personale e personalizzata ribaltano per la prima volta le sorti di un pezzo simbolo della canzone italiana. Vince Rocco Hunt, l’energia scuote il pubblico.

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Rocco Hunt canta “Tu vuò fa’ l’americano”

Mancano otto pezzi ed è già molto tardi. Arriva Neffa e se ne va. La sua “’O sarracino”, originariamente di Renato Carosone e qui presentata insieme ai Bluebeaters, non merita neanche un commento. Forse negli air monitor aveva un’altra base. Chissà. Di nuovo Battisti con Valerio Scanu che propone al piano “Io vivrò (senza te)”: arrangiamento che ammicca all’elettronica e produce un bel contrasto con la voce classica ed elegante di Scanu.

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Valerio Scanu canta e suona (poco) “Io vivrò (senza te)”

Irene Fornaciari porta “Se perdo anche te” di Gianni Morandi, ma perde la strada e non si ritrova: l’orchestra se la mangia e non la digerisce. Dopo i soliti Marta e Gianluca nei panni dei coniugi Salamoia – ormai appuntamento fisso – salgono sul palco i Bluvertigo con “La lontananza”, meraviglioso brano di Domenico Modugno. Partono bene, da musicisti navigati quali sono; ma Morgan, a un passo dalla fine, cerca affannosamente di togliersi la giacca, lascia il basso, grida l’ultima parte del testo e se ne va senza salutare. Glamour, perlomeno. In mancanza d’altro, vince Valerio Scanu.

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Il momento cult in cui Morgan cerca di togliersi la giacca

Prima dell’ultimo gruppo Conti chiama sul palco la giovane atleta Nicole Orlando, con quel cromosoma in più che non le impedisce di sorridere spensierata alla vita. Bel momento, non per il povero Garko che scopre di non essere apprezzato dalla mamma di Nicole. Touché. Ultimo gruppo: Lorenzo Fragola fa a brandelli “La donna cannone” di Francesco De Gregori. Unica nota di merito per l’arrangiatore che omette il riff di piano nella prima strofa, ottima idea. Enrico Ruggeri propone una versione blues del quarto brano napoletano della serata: “’A canzuncella” degli Alunni del Sole. Poco convincente l’idea e candidamente grottesco il napoletano di Rouge.

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Enrico Ruggeri rockeggia in “‘A canzuncella”

Annalisa cala l’asso con “America” di Gianna Nannini, ottima scelta e intepretazione magistrale: la ragazza ha gusto e voce (l’anno scorso aveva portato “Ti sento” dei Matia Bazar, tanto per capirsi). Gli Stadio chiudono la gara e spazzano via tutti con “La sera dei miracoli” dell’amico Lucio Dalla: formazione al completo con Ricky Portera alla chitarra e Fabio Liberatori al piano, Curreri in grande spolvero e duetto virtuale con Dalla sul finale. Vincitori dell’ultimo gruppo, gli Stadio si uniscono quindi a Noemi, Clementino, Rocco Hunt e Valerio Scanu per il rush finale.

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Gli Stadio con il “virtual guest” Lucio Dalla in “La sera dei miracoli”

Siparietto simpatico (ma di troppo, a mezzanotte e mezzo) di Pino e gli Anticorpi nei panni di chef e sous-chef e arriva Hozier, che canta la sua hit “Take me to church”, si prende gli applausi e se ne va. Veloce passaggio in sala stampa con Rocco Tanica e la sua rassegna, ed è il momento della classifica.

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Hozier canta la sua hit “Take me to Church”

Il televoto assegna il quinto posto a Rocco Hunt, il quarto posto a Noemi, il terzo posto a Clementino e il secondo posto a Valerio Scanu. Vincono gli Stadio che, emozionati e increduli, ricevono il premio per la migliore cover di Sanremo 2016.

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Gli Stadio vincono la serata dedicata alle cover

(nota I.Z.) Si chiude in fretta e la linea passa al Dopofestival condotto da Nicola Savino con la Gialappa’s Band. E proprio lì va in scena una delle esibizioni più emozionanti di tutto il Festival: le Storie Tese (senza Elio, seduto a godersi lo spettacolo, limitandosi a fare i cori) suonano “Elephant Talk” (King Crimson) e “Heroes” (David Bowie), accompagnati dallo storico chitarrista di Bowie (e di Frank Zappa) Adrian Belew, dal maestro Vittorio Cosma e dal grande bassista Paolo Costa. Memorabili! Simpatico anche Gabriel Garko che si lascia “perculare” amabilmente dalla Gialappa’s sulla questione del gobbo e degli sfottò della rete.

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Il grande ensemble del Dopofestival suona “Elephant Talk / Heroes”

La puntata cover ottiene il risultato del 47.8% di share, inferiore però alla terza serata dello scorso anno (49.5). Stasera penultimo appuntamento con il Festival, che inizierà con la finale delle Nuove Proposte tra Chiara Dello Iacovo, Ermal Meta, Francesco Gabbani e Mahmood (con l’incognita Miele) e le 20 canzoni dei Campioni che saranno votate dal pubblico, dalla giuria degli esperti (Franz Di Cioccio come presidente, Laura Valente, il regista Fausto Brizzi, Nicoletta Mantovani, il dj Federico l’Olandese Volante, le speaker Valentina Correani e Paola Maugeri e Massimiliano Pani) e da quella demoscopica. A fine puntata 5 big verranno eliminati, e solo uno sarà ripescato domani sera grazie ad un televoto speciale aperto per tutta la giornata. Ospiti della serata Elisa, il gruppo Lost Frequencies, il comico e attore Enrico Brignano, la coppia Alessandro Gassmann / Rocco Papaleo e il cantante colombiano J Balvin. Errata corrige rispetto all’articolo di ieri: Guglielmo Scilla sarà ospite domani nella serata finale, come da lui annunciato sulla sua pagina Facebook.

 

Francesco Rainero

(nota, foto e impaginazione Ivan Zingariello)

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Vincenzo Carnì, giovane promessa della musica lirica

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Cari lettori di Mondospettacolo, oggi in esclusiva intervisteremo per voi un giovane tenore. Il suo nome è Vincenzo Carnì, ha 17 anni ed ha origini calabresi. Sicuramente lo ricorderete come il vincitore della VII edizione del programma “Ti lascio una Canzone” condotto da Antonella Clerici! Ma Vincenzo ha molto altro da raccontarci…

Ciao Vincenzo, come e quando è nata in te la passione per la musica ?

Il primo a scoprire la mia naturale inclinazione per il canto è stato mio padre, Francesco. Avevo soli cinque anni, e un giorno mi portò con lui in moto e iniziò a cantare un brano legato alle nostre terre. Ascoltandolo, ho intonato anche io le stesse note. Papà è rimasto letteralmente stupito dalla mia voce e ha voluto che anche la mamma sentisse quel colore di voce, bianco ancora! Poi è stata la volta di mia madre a restare incantata dalla mia voce e poi le maestri d’asilo che mi assegnavano sempre il ruolo di protagonista nelle recite! Con il passare degli anni, la passione per il canto cresceva insieme a me, fino a che finalmente i miei mi fecero prendere lezioni di canto.

Come è avvenuto il passaggio dalla musica leggera alla musica lirica?

La passione per la lirica nasce ascoltando i brani pop-lirici di Andrea Bocelli, che poi mi sono dilettato a cantare con discreti risultati, a tal punto che l’insegnante mi ha consigliato di percorrere questa strada. Queste erano le sue parole che, come un’eco, risuonano ancora nella mia mente: < Un ragazzo semplice, amante del bel canto e dotato di una voce dal timbro del tenore, particolarmente lirico-leggero con un volume potente>.

Sei molto giovane e devi ancora terminare il tuo percorso di studi. Come riesci a conciliare lo studio scolastico con i concerti e il tuo iter di apprendimento musicale? Parlaci della tua formazione

Attualmente frequento il quarto anno di scuola professionale con indirizzo aziendale, l’anno prossimo prenderò il diploma. Contemporaneamente studio canto lirico con il Maestro Marco Severin, solfeggio e pianoforte presso l’istituto Nazareth di Roma. Particolarmente importante per il mio percorso è stato l’incontro con il Maestro Zeffirelli, che mi ha consigliato di farmi seguire individualmente dalla Maestra Elizabeth Norberg-Schulz, soprano italo-norvegese di fama internazionale. Con lei sto intraprendendo un percorso incentrato sulla costruzione della vocalità classica. Grazie a lei, donna eccezionale che stimo molto, mi sono innamorato dell’Opera!

Quanto ti ha sostenuto la famiglia nel tuo percorso artistico?

Mi ritengo un ragazzo fortunato! La mia famiglia è stata ed è fondamentale per la mia crescita artistica. Le persone che hanno più creduto in me sono mio padre ed i miei zii, in particolare zio Luca e zio Giovanni, che mi sostengono e mi esortano a studiare e a perseverare!

Quanto è importante l’interpretazione nell’esecuzione di un brano di musica lirica? Ti piacerebbe prendere lezioni di recitazione?

Sicuramente la tecnica vocale è la base per sostenere un certo repertorio e per garantire la buona esecuzione di un brano. Nella musica lirica, a differenza che in quella leggera, lavora tutto il corpo, soprattutto il diaframma.  Quindi mi preme sottolineare l’importanza di uno studio costante e continuativo. Tuttavia la sola tecnica non basta, è necessario riuscire ad emozionare il pubblico e, per farlo, bisogna immedesimarsi nella parte e crederci. Prima di preparare un’aria, che sia da Camera o d’Opera, studio l’autore,  l’aria stessa ed il personaggio che vado ad interpretare. Credo che prenderò lezioni di recitazione, che rappresenterebbero un utile strumento per le mie interpretazioni.

Qual è il ricordo più bello riguardante l’esperienza su Rai1 nel programma campione di ascolti condotto da Antonella Clerici?

Una sera per caso, guardando la tv, lessi l’annuncio su Rai1 per le selezioni di “Ti lascio una Canzone”.  Ricordo l’emozione e la gioia del momento in cui mi comunicarono l’esito positivo dei provini! Tutte le settimane partivo con mio padre, direzione? Studi Rai del Foro Italico di Roma! I momenti emozionanti sono stati tanti, porterò sempre nel cuore l’incontro con artisti italiani e stranieri, la dolcezza di Antonella Clerici, la disciplina del Maestro Leonardo De Amicis e… il momento in cui ho alzato “il Trofeo”! E’ stata un’esperienza arricchente, formativa, ma soprattutto illuminante… Dopo la vittoria ho capito che il canto sarebbe diventato il mio futuro!

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Recentemente hai incontrato il Maestro Zeffirelli. Come è stato l’incontro? Che emozioni hai provato?

Avevo 16 anni quando fui ricevuto dal Maestro Zeffirelli. Un momento davvero indimenticabile! Ero emozionato ed anche un po’ imbarazzato… stavo davanti ad un artista straordinario che, come tutti i grandi, riusciva ad apparire semplice nella sua profondità. Le sue parole sono state poche, ma intense: ” Sei una voce vergine, che sta sbocciando! Continua a studiare e credici sempre! “.

Qual è il tuo “cavallo di battaglia”?

Al momento non ho un “cavallo di battaglia”, anche se ci sono delle arie che amo particolarmente. “E lucevan le stelle” tratta da “La Tosca” di Giacomo Puccini, “Una furtiva lagrima” tratta da “L’Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti e “Nessun dorma” tratto da “La Turandot” di Giacomo Puccini.

Hai un autore preferito?

Al momento apprezzo molto Giuseppe Verdi perché le sue opere mi trasmettono forza, energia, volontà di conquista e dominio…

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Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Ovvio. . . Diventare un grande cantante lirico!

Quali sono i tuoi hobby?

Nel tempo libero mi dedico allo sport e alla pesca. Inoltre ho ereditato da mio padre la passione per i cani da pastore tedesco! Abbiamo una splendida coppia e un cucciolo appena arrivato, un incrocio di lupo alaskan malamute!

Grazie Vincenzo per questa splendida intervista ed in bocca al lupo per la tua carriera!

Claudia Conte

Credits foto: Flavio Di Properzio/MVM Art Studio

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Erica Mou scrive “Adesso” con Chiara Gamberale

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Fotografia di Flavio&Frank

Ispirata dal nuovo romanzo sull’innamoramento di Chiara Gamberale, ERICA MOU compone la canzone “Adesso” dal 12 febbraio nei digital store e in radio!

Dal 12 febbraio la canzone “Adesso” di Erica Mou scritta con Chiara Gamberale è in tutti i digital store e nelle radio per GodzillaMarket/Artist First. Composta come se fosse un’insolita colonna sonora per un romanzo, la canzone si ispira al nuovo libro sull’innamoramento di Chiara Gamberale “ADESSO“, nelle librerie dall’11 febbraio per la casa editrice La Feltrinelli.

In contemporanea con l’uscita del libro, viene lanciato in rete anche il videoclip visibile dal canale You Tube ufficiale di Erica Mou. La regia del video è di Giovanni Virgilio (regista del film “La bugia bianca“, di cui Erica ha composto la colonna sonora), con l’amichevole partecipazione dell’attore Paolo Briguglia.

Nelle strofe della canzone Erica Mou non svela la trama, i personaggi, né i momenti del romanzo. Di esso si ritrovano alcuni dettagli e particolari, in cui riconoscere e far risuonare la magica affinità tra l’opera musicale e quella letteraria, come tra la cantautrice e la scrittrice. In un gioco a due voci di colori diversi: mentre Chiara descrive l’attimo della scintilla amorosa, Erica canta per esortare gli innamorati a vivere il presente, senza avere paura dei proprio gesti e delle loro conseguenze. Amarsi è muoversi l’uno verso l’altro, prendere coraggio per perdere l’equilibrio e cadere sull’altro, affidarsi all’altro, come nel tango. Poi, come si dice, se son rose…

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Erica Mou: “Ho conosciuto Chiara al carcere femminile di Rebibbia cinque anni fa. Eravamo lì per una puntata speciale della trasmissione radiofonica che stava conducendo. E da quella esperienza così intensa abbiamo cominciato a legarci. Fino ad oggi, anzi fino ad Adesso, che vede la luce il nostro primo progetto ufficiale insieme. “Io porto il sushi, tu porti la chitarra“, mi ha detto una sera. E le ho fatto sentire questa canzone che il suo nuovo romanzo – che ho avuto il grande dono di leggere in anteprima – mi aveva ispirato. Abbiamo finito di comporla insieme, in una serata bella piena di parole preziose. È stato semplice, perché nelle pagine di “Adesso” ho trovato anche un po’ di me, anche un po’ di “Tienimi il posto”, di quel coraggio di lanciarsi, contemporaneamente, verso l’altro e dentro se stessi.”

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Raffaella Pixie

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