Diretto dal regista francese Quentin Dupieux e con protagonista un sempre straordinario Jean Dujardin, Doppia pelle ruota attorno a Georges che giunge in un piccolo villaggio per acquistare una giacca di daino dal costo di settemila euro, tutti i suoi risparmi.
L’impianto della storia, all’inizio è confuso per lo spettatore. Non si comprende bene perchè Georges sia ossessionato da questa giacca e, dopo averla comprata, lentamente cambi la sua personalità.
Vorremmo evitare di anticipare troppo, perchè Doppia pelle è un film che va davvero visto, che molti non comprenderanno, che altri giudicheranno probabilmente male, ma da cui chi ama il cinema, al contrario, sarà sicuramente coinvolto.
Chi scrive queste righe ha trovato nella sua lentezza e nell’inesorabile trascinamento nella follia un semplice, piccolo capolavoro.
Dopo aver acquistato la giacca di daino, il protagonista inizia a dialogare con la stessa, ma in breve il lugometraggio diventa metacinema alla stato puro. Senza più un soldo, scopriamo che Georges è reduce da un divorzio o una separazione, in breve cerca con veri e proprio raggiri di alimentare la sua ossessione e coinvolge una giovane cameriera appassionata di cinema e montaggio in un progetto folle, considerando che lui si definisce un grande regista.
E ci troviamo presto dentro una rapida discesa in un film horror, con tanto splatter, scoprendo il fascino della giacca, dei pantaloni, dei guanti e del cappello di daino ! Apprendiamo come utilizzare in modo davvero originale le pale di un ventilatore a soffitto e tutto Doppia pelle diventa una coinvolgente e assurda storia surreale. Difficile trovare il genere in cui collocarla: commedia nera, horror, elaborato sulla follia o, meglio, un film geniale, come lo definisce la giovane cameriera man mano che monta scene assurde e omicidi commessi da Georges.
Una piccola videocamera lo fa diventare un regista, anzi un artista e il suo completo di daino. Un individuo da porre tra i nuovi maniaci cinematografici, degno di avere una action figure al pari di Jason Voorhees di Venerdi 13 e di Freddy di Nightmare.
Surreale , insensato, una storia che vuole solo provocare, una critica sociale. Sono davvero tante le definizioni i con cui potremo definire Doppia pelle, che nella sua follia sembra in un certo senso riflettere anche quella che – nel momento in cui scriviamo – stiamo vivendo dai balconi delle nostre case durante l’emergenza dovuta al Coronavirus (e ciò sembra tanto un brutto film horror di serie B).
Tanto di cappello (di daino) alla regia di Dupieux a all’ottima fotografia coniugata alla colonna sonora.
Roberto Leofrigio
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