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Il Criticone n.31 – L’Oscar Brie Larson segregata in “Room”, un piccolo capolavoro

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Il criticone

Nuova puntata de “Il Criticone” con il piccolo capolavoro “Room“, in uscita domani nei cinema italiani e presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Joy (Brie Larson) è una ragazza che vive con il figlioletto di 5 anni Jack (Jacob Tremblay). Il loro mondo è circoscritto ad una “stanza” di pochi metri quadrati, in cui mangiano, dormono e passano 24 ore su 24. Questo perché Joy è stata rapita ben 7 anni fa ed è stata segregata in un capanno dal suo carceriere, che lei chiama “Old Nick” (Sean Bridgers). Le loro giornate procedono lente, tra colazioni, faccende, giochi e tanta televisione. Di sera invece Jack dorme nell’armadio, mentre Joy riceve le visite di Old Nick per il puntuale abuso quotidiano. La ragazza sogna la fuga, ma è ormai disillusa e praticamente rassegnata al suo destino, visto che la porta della stanza si apre unicamente con una codice numerico e che l’eventuale tentativo di uccidere Old Nick durante la notte condannerebbe anche lei e Jack.

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Joy guarda il cielo attraverso il lucernaio

Il bambino, molto più simile ad una femminuccia per via dei lunghi capelli, non ha mai visto il mondo esterno se non attraverso il televisore ed un piccolo lucernaio dal quale si intravede un pezzetto di cielo. Per Jack ciò che c’è all’esterno è “un altro pianeta” e si consola immaginando di possedere un bel cane, mentre ogni mattina dà il buongiorno a tutto il mobilio della piccola stanza. Appena compiuti 5 anni, Joy (che lui chiama “Mà”) decide di metterlo al corrente della situazione, omessa fino ad allora perché non sarebbe stata capita, ed insieme approntano un nuovo piano di fuga. Ma se riuscissero finalmente a liberarsi, Jack come affronterebbe il mondo esterno che non ha mai visto?

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Jack (Jacob Tremblay) e Joy (Brie Larson)

Lenny Abrahamson, già regista del curioso film del capoccione “Frank”, ci regala un film tosto da digerire, ma anche sensibile e commovente. Il piccolo Jack, che vive la segregazione come “normalità” non avendo mai visto altro, strappa più di un sorriso (amaro) per la spontaneità e l’ingenuità con cui affronta i vari aspetti della (ripetitiva) vita quotidiana. Ma questo lascia intravedere anche una luce in fondo al tunnel, con la positività e la spensieratezza di Jack a colmare in parte lo sconforto di Joy, che invece conosce bene (e sogna) il mondo esterno. Brie Larson (bella e brava) dopo il Golden Globe e il Bafta, proprio domenica ha vinto l’Oscar come miglior attrice per questa sua intensa interpretazione, mentre il film aveva ottenuto altre 3 nomination: miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale. Il piccolo Jacob Tremblay, invece, ha ottenuto meno di quello che meritava, dovendosi accontentare di una nomination al Golden Globe, ma sicuramente con un grande futuro che lo aspetta ad Hollywood. Mi sono innamorato di questo film già dalla Festa del Cinema di Roma e dopo averlo rivisto lo confermo: è un piccolo capolavoro da vedere assolutamente!

Brie Larson riceve l’Oscar come miglior attrice (foto Getty)

Ho evitato volutamente di inserire il trailer alla fine della recensione, perché non condivido affatto la scelta di “spoilerare” (cioè svelare quello che succede) quello che avviene nel corso del film. Se volete un mio personale suggerimento, andate a vederlo al cinema SENZA vedere il trailer e ve lo godrete molto di più!

VOTO: 8.5

 

Ivan Zingariello

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