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Le interviste di Mondospettacolo: Nadia Marino

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NADIA 4

 

Chitarra al collo e voce da “rocker inside”. Il grande pubblico ricorderà sicuramente così la vittoriese Nadia Marino. Correva l’anno 2014 e lei entrava di diritto a far parte del team Pelù a The Voice, nell’edizione poi vinta dall’altra iblea in gara: Suor Cristina. Sono passati due anni, Nadia è molto cresciuta, come donna e come artista, e da qualche giorno è uscito il singolo che anticipa l’album “Dreamscape”. “Aldo is japanese”, disponibile su itunes, Spotify, Amazon e Google Play, è, di certo, molto distante dallo stile al quale Nadia ci ha abituati e non è il brano che caratterizza maggiormente il disco, che si annuncia molto introspettivo e a tratti quasi dark.

“E’ una cosa che si può notare già dalle illustrazioni della copertina, realizzate da mia sorella Tamara – racconta – ma non posso svelare altro. Di sicuro è un album molto tribolato, che aspetta di vedere la luce da almeno tre anni, ma che ha conosciuto diversi stop. Inoltre, ho cambiato idea su una traccia che sto sostituendo con un’altra, una canzone che ho scritto nel mio recente viaggio a New York, che segna l’inizio di un nuovo percorso e che voglio che chiuda Dreamscape, senza aspettare il prossimo disco. La vita è troppo imprevedibile per rimandare le cose belle”.

Nadia, ma chi è Aldo? E da dove nasce l’idea originale di questo cartone animato di cui tu stessa diventi un personaggio?

Aldo nasce dalla fantasia di Vincent Migliorisi, mio amico, arrangiatore e coautore del brano. Mentre sceglievamo le tracce da inserire nel disco, ci siamo accorti che mancava una canzone che desse un tocco di allegria e lui mi disse di avere un “motivetto”. Me lo fischiettò, dicendomi che era una melodia che gli faceva venire in mente un tizio giapponese che non era orgoglioso delle sue origini e cercava di sembrare occidentale, facendosi chiamare Aldo. Io mi portai la registrazione a casa e cominciai a scrivere il testo, facendo leva sulla mia grande passione per la cultura giapponese. Aldo è un buffo personaggio che usa due nastri adesivi trasparenti per tirar giù gli occhi a mandorla e, nella creazione del personaggio, ho tirato fuori tutta una serie di luoghi comuni, aiutata anche da un amico che vive in Giappone. Il video è un’idea successiva. Volevo realizzare qualcosa di originale, e ho contattato Alessia Camarda, una giovane di Catania con molto talento nell’arte del fumetto che lavora con altre due ragazze validissime, Valentina Giuffrida e Carmen Battaglia. Così è nata la clip di “Aldo is Japanese”.

 NADIA 3

Mi racconti meglio di questo viaggio negli Stati Uniti. Solo una vacanza o anche un’esperienza professionale?

Ho realizzato questo obiettivo, che era il secondo dei tre che mi sono prefissata: Irlanda, Stati Uniti e Francia. Ma mi sa che la Francia dovrà attendere! Non è stata per niente una vacanza. Sentivo un forte senso del dovere verso me stessa e la mia famiglia italo – americana. Sono partita con una valigia e una chitarra, un paio di stivali e uno di scarpe da ginnastica, una borsa e qualche vestito primaverile. Ho varcato un territorio sconosciuto, completamente diverso, a tratti incomprensibile e molto poco poetico, ma è stato un tuffo nel passato della famiglia di mia nonna, una famiglia di 10 figli, quasi tutti emigrati in America. Questo abbraccio familiare mi ha ispirato la canzone che sarà l’ottava ed ultima traccia del disco. Tre mesi tra New York e Tennessee non mi hanno dato l’idea totale degli Stati Uniti, ma una chiara visione di come si distingue dall’Europa. Il momento più soddisfacente è stato al Bitter End a New York, locale in cui hanno suonato i più grandi artisti del mondo, da Bob Dylan, a Patti Smith e Janis Joplin, fino a Lady Gaga. Un locale in cui si entra per ascoltare l’artista ma dove, a volte, il momento più bello è quello in cui ti accorgi che hai appena finito di scrivere una canzone bellissima. Com’è successo a me che, in una mattina di pioggia, presi la chitarra in mano e guardai la foto in bianco e nero di mia nonna con sua madre, la zia e alcune sorelle. Quella foto mi ha fatto sognare. Poggiai le mani sulla tastiera della chitarra e il primo accordo che presi fu quello che diede vita a “Photograph”.

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Dal palco di The Voice al tour con Stefano Lazzaro, che è anche il tuo compagno, e Fabio Melilli. Quanto sei cambiata e il tuo stile come si è evoluto? Con “Aldo is japanese” la differenza rispetto al passato è molto evidente, siamo abituati a sentirti in chiave molto più rock! Dove ti sta portando la ricerca di un nuovo sound?

La mia vita è cambiata completamente, e mi sono lasciata alle spalle molte paure e insicurezze. Con Stefano suonare insieme è stato un percorso naturale ed è stato lui a presentarmi Fabio. L’idea di un flauto era intrigante da un lato e riduttivo dall’altro, fino a quando non ho conosciuto bene Fabio e il grande musicista che è. “Aldo”, ripeto, è frutto di una scelta, nel senso che ho scelto di inserirla perché tra i vari lati in comune tra me e Vincent (ndr: Migliorisi) c’è pure quello di essere estremamente demenziali! I nostri momenti di serietà sono continuamente spezzati da battute e scherzi.

NADIA 1

L’impressione è quella di una Nadia del tutto nuova…

Il cambiamento è frutto di una bella crisi che è durata tanto, iniziata durante il mio viaggio in Irlanda nel 2012 e terminata il giorno in cui ho compiuto 30 anni. Mi è risultato molto difficile realizzare di essere un’adulta con un sogno nel cassetto. Ho dovuto fare i conti con me stessa perché non ero più felice di cantare, o meglio, di cantare solo per lavoro e canzoni non mie. Inoltre, ero stanca del mio vecchio modo di comporre, tendevo a complicare sempre le cose, a scrivere melodie vocali difficili da interpretare e trovate armoniche a volta artificiose. Oggi è tutto diverso, sono serena…e non riesco nemmeno a capire come io sia sopravvissuta 28 anni senza i Pearl Jam!

Valentina Frasca

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