“Solitudini Pericolose” di Emanuele Pecoraro, sarà uno dei 4 corti che parteciperanno alla selezione finale del Torino Comics Horror Fest.
Il minifilm, scritto da Lorenzo De Luca e prodotto da Pierfrancesco Campanella, è ambientato a Roma con degli scorci di una periferia volutamente squallida.
Nella trama Antonella (interpretata da Elisabetta Rocchetti, lanciata sul grande schermo da Matteo Garrone ne “L’imbalsamatore” e apprezzata interprete in pellicole di Dario Argento come “Il Cartaio” e “Ti piace Hitchcock”) è
una giovane donna bulimica, alla ricerca di un amore coinvolgente, che possa farla guarire dalla irrefrenabile smania di cibo. L’incontro con Ivan (tra i suoi lavori ricordiamo “Buongiorno notte” di Marco Bellocchio e “Ossidiana” di Silvana Maja), un affascinante uomo conosciuto in chat, sembra poterle restituire la serenità. Ma gli approcci tramite Internet qualche volta possono nascondere delle insidie. E così Ivan rivelerà la sua inquietante personalità, coinvolgendo Antonella in giochi trasgressivi, senza freni. Con un drammatico epilogo cui faranno seguito dei colpi di scena ancora più sconcertanti.
La storia è una piccola metafora sulla difficoltà nei rapporti umani al giorno d’oggi, dove l’uso improprio di sms, mail e social-network impoverisce la comunicazione “reale” tra individui, rendendoli tutti un po’ alienati e inariditi. Con un accumulo di frustrazioni che può dare la stura a incontrollate forme di aggressività.
Un cortometraggio che ha fatto molto discutere per la crudezza delle scene e degli argomenti trattati, inizialmente vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione Censura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e poi derubricato ai minori di 14 anni. Da questo lavoro è stato tratto un libro che ripercorre le fasi di lavorazione, uscito a giugno, dal titolo “Solitudini pericolose – il corto dello scandalo” (Lithos Editrice)
Ho chiesto al regista Emanuele Pecoraro di parlarmi un po’ del suo corto.
Ciao Emanuele, benvenuto su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?
Bene grazie!
Come è nata l’idea di realizzare “Solitudini Pericolose”?
Dalla generosità del mio produttore Pierfrancesco Campanella, cui devo il mio debutto dietro la macchina da presa. Ci conosciamo da parecchi anni. Ho tra l’altro collaborato con lui come assistente alla regia nei suoi film “Cattive inclinazioni” e “Taglia…corto!”. Quando ha pensato che fossi maturo per questa esperienza, mi ha proposto un copione del bravissimo Lorenzo De Luca…ed eccomi qui, pronto a raccontartelo!
I protagonisti di questo corto sono Elisabetta Rocchetti e Antonio De Matteo, come è nata la scelta del cast e perché hai scelto proprio loro?
Elisabetta Rocchetti aveva già lavorato con Campanella in alcuni suoi film. Naturale, visto che Pierfrancesco è il mio Maestro, che abbia pensato a lei! Antonio De Matteo è un giovane e promettente attore. Di lui ho molto apprezzato le sfumature che ha saputo dare al personaggio di Ivan.
Quanto sono durate le riprese?
Non ci crederai: solo due giorni. Peraltro molto intensi!
Solitudini è la tua opera prima, come ti sei trovato in questo nuovo ruolo da regista?
Con tanta umiltà e consapevolezza di avere ancora molto da imparare. Una esperienza unica e per certi versi irripetibile. Il coronamento di un sogno, cullato da ragazzo!
Elisabetta Rocchetti aveva già lavorato nell’horror di Sergio Stivaletti “I Tre Volti del Terrore”: come ti sei trovato a lavorare con questa bravissima attrice?
Elisabetta è una interprete fuori dagli schemi e molto originale. Mi piacciono la sua spontaneità e autenticità, doti assai rare nel mondo del cinema.
Il tuo corto, ha ricevuto diversi riconoscimenti, raccontami un po’.
Grazie a “Solitudini pericolose” ho ricevuto dalle mani del regista Giuliano Montaldo la medaglia d’argento come regista rivelazione nel corso della manifestazione “Una vita per il cinema”. Inoltre ho conseguito il Premio “Oscar dei Giovani – Premio Personalità Europea” in Campidoglio, la Targa speciale per l’impegno nella cinematografia e nella saggistica da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e il Premio come Miglior Horror – noir all’Ivelise Cine Festival. “Solitudini pericolose” è stato inoltre segnalato all’importante rassegna “Primo Piano sull’Autore” di Assisi.
Sei un bravissimo giornalista e da poco hai pubblicato un saggio sul cinema di “Marco Ferreri”… come e quando è nata la tua passione per il cinema?
Ti ringrazio per i complimenti. Questo saggio nasce da un preciso desiderio di omaggiare uno dei più grandi cineasti, a quasi 20 anni dalla sua scomparsa. Ferreri è stato uno degli autori più originali e dissacranti, che ci ha consegnato oltre 30 capolavori assoluti, da “La grande abbuffata” a “Dilinger è morto”. Un regista cinico, eccentrico, per certi tratti anche grottesco, poco indulgente verso ipocrisie, convenzioni e falsi moralismi! Di lui ci si ricorda davvero poco. Raramente i suoi film vengono passati sul piccolo schermo o celebrati in rassegne.
Come e quando è nata la tua passione per il cinema?
Da sempre: la lettura di monografie e di testi critici mi accompagna da parecchi anni insieme alla visione di classici della storia del cinema.
Progetti futuri?
Troppo presto per parlarne!
Emanuele, la nostra intervista termina qui, ti faccio i miei complimenti per il tuo esordio alla regia e naturalmente un grande in bocca al lupo per il festival!
Alessandro Cunsolo
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