Quantcast
Channel: MONDOSPETTACOLO.COM
Viewing all articles
Browse latest Browse all 22758

L’albero del vicino: l’assurdità del male vista dal regista Hafsteinn Gunnar Sigurðsson

$
0
0

La banalità del male che si annida nella vita di tutti i giorni. È tutto quello di cui si compone L’albero del vicino del regista islandese Hafsteinn Gunnar Sigurðsson. Due storie si incrociano. Agnes (Lára Jóhanna Jónsdóttir) e Atli (Steinþór Hróar Steinþórsson) hanno una figlia e un matrimonio in crisi da gestire.

La situazione precipita quando la donna scopre il marito intento a guardare un video porno in cui è al letto con la sua ex. Buttato fuori di casa, ad Atli non resta che trasferirsi dai suoi, dove non trova un clima più sereno. I genitori Inga (Edda Björgvinsdóttir) e Baldvin (Sigurður Sigurjónsson) sono infatti in lotta con i vicini: Konrad (Þorsteinn Bachmann) e la nuova moglie Eybjorg (Selma Björnsdóttir). La causa è un albero nella villetta di Inga e Baldvin che crea una zona d’ombra nel giardino dei vicini, impedendo a Eybjorg di prendere il tenue sole islandese. La rivalità innesca una serie di dispetti sempre più drammatici e incontrollati.

Con un equilibrio perfetto, Hafsteinn Gunnar Sigurðsson realizza una commedia nera intrisa di momenti thriller. Man mano che si addentra lungo gli ottantanove minuti di film, la tensione cresce fino a raggiungere vette inaspettate, supportata anche dalla colonna sonora. Niente ne L’albero del vicino è come sembra, perché battibecchi comuni e senza importanza portano a conseguenze estreme e imprevedibili. Per questo, il film del regista islandese sorprende e spiazza meravigliosamente. Lascia interdetti e apre la strada a una riflessione sulle difficoltà della convivenza e su quanto il pericolo più buio si annidi nelle cose più banali.

La guerra, di cui lo scontro tra il vicinato è emblema, non è poi così lontana. Si annida, invece, nel giardino di casa, lo dice anche il regista.

Tra momenti tragicomici ai limiti dell’assurdo e del paradossale e riuscendo anche a strappare un sorriso (amaro, però), L’albero del vicino raggiunge l’apoteosi nel suo finale che si chiude in una sorta di epifania rivelatrice. In un istante, in una scena, Hafsteinn Gunnar Sigurðsson ci rivela l’anima di tutto il film e mostra con una semplicità quasi tagliente l’assurdità dell’essere umano che nel suo operato quotidiano vede solo quello che vuole vedere.

 

 

Valeria Gaetano

L'articolo L’albero del vicino: l’assurdità del male vista dal regista Hafsteinn Gunnar Sigurðsson proviene da Mondospettacolo.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 22758

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>