Mary, protagonista del lungometraggio d’animazione Mary e il fiore della strega, è costretta a trascorrere la sua ultima settimana di vacanze, prima dell’inizio della scuola, a casa di una vecchia prozia. Sola e senza amici, Mary cerca di socializzare con gli abitanti del piccolo borgo, ritrovandosi, però, spesso annoiata.
Alla ricerca di un diversivo per rendere più veloci quelle ore trascorse in solitaria, Mary si imbatte in un misterioso fiore chiamato Volo Notturno, che conferisce, in maniera momentanea, i poteri magici di una vera strega.
Mary, in compagnia dei due micetti Tib e Gib e del fattorino Peter, finisce catapultata in una fantastica e bizzarra avventura, ritrovandosi all’entrata dell’Endors College, dopo un rocambolesco volo a cavallo di una scopa. Giunta nella scuola di magia e scambiata per una maga, Mary si trova a dover affrontare il sinistro piano della direttrice, Madame Mumblechook, e di Dottor Dee, docente con un particolare interesse per la magia metamorfica.
Tratto dal romanzo La piccola scopa (1971) di Mary Stewart, Mary e il fiore della strega è l’opera prima dello Studio Ponoc, fondato nel 2015 dal produttore Yoshiaki Nishimura e dal regista Hirosoma Yonebayashi, entrambi eredi dello Studio Ghibli.
Sia Nishimura che Yonebayashi hanno raccolto un’eredità importante sul piano dell’animazione creando lo studio Ponoc, una parola serbo-croata che significa “mezzanotte”, come testimonianza che, dopo la chiusura dello Studio Ghibli, avvenuta nel 2013, vi sarà una nuova era dell’animazione d’autore, sia per bambini che per i più grandi.
Mary e il fiore della strega segue un fortunatissimo filone nipponico iniziato già nel 1974 con Bia, la sfida della magia e proseguito, poi, fino alle più celebri serie animate che hanno segnato il panorama culturale dell’animazione, a cavallo tra il 1980 e il 2000, come Magica Emi, L‘incantevole Creamy, Sailor Moon o Card Captor Sakura, dove la protagonista era sempre dotata di poteri sovrannaturali.
Tib e Gib, i due micetti che accompagnano Mary, ricalcano un altro topos dell’immaginario collettivo della strega, oltre che quello dell’animazione nipponica, dove l’eroina ha sempre come spalla un animale, specialmente un gatto (in Sailor Moon, per esempio, Usagi Tsukino, protagonista dell’anime e del manga, era accompagnata sempre dalla gatta parlante Luna).
Mary e il fiore della strega è un film d’animazione coinvolgente e, benché non ancora all’altezza dei lavori a cui eravamo stati abituati dallo Studio Ghibli, non lascerà nessuno deluso.
Mara Carlesi
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