Le cose le viviamo e le perdiamo di continuo.
Fidarsi degli altri è già farsi uccidere un po’?
Prendendo le mosse dal romanzo Succede, scritto da Sofia Viscardi, prova a risponderci Francesca Mazzoleni attraverso il suo primo lungometraggio, diario in fotogrammi delle emozioni, delle sensazioni e dei sentimenti di quattro adolescenti milanesi.
Quattro adolescenti dalle fattezze del Brando Pacitto de L’estate addosso e dei debuttanti Margherita Morchio, Matteo Oscar Giuggioli e Matilde Passera, i quali vivono quello spensierato periodo dell’esistenza in cui ad avere importanza è soltanto il presente, senza lasciare posto al passato e al futuro.
Il periodo dell’esistenza tempestato di sneakers blu, camicie di jeans, mattinate sui banchi di scuola, chiacchierate sul tetto di casa, musica da ascoltare in cuffia e primi baci, in questo caso consumati anche sotto la pioggia scrosciante.
Un periodo qui neppure privo di pattinate sul ghiaccio e che, con un cast comprendente nei ruoli di adulti Francesca Inaudi, Sabrina Paravicini e Giampiero Judica, viene raccontato su schermo ricorrendo, come c’era da aspettarsi, al linguaggio tipico dei giovani d’inizio terzo millennio, sempre più legato all’universo dei social network e alle conversazioni telematiche.
Infatti, non mancano chat e messaggi vocali in sovrimpressione nel corso di Succede, che, però, non individua affatto in questo aspetto un tocco di originalità, in quanto già sfruttato altrove (e non solo all’estero) e nell’ambito di produzioni cinematografiche rientranti nello stesso genere.
Del resto, siamo dalle parti di una ulteriore evoluzione delle tematiche di quella che, nei primi dieci anni del XXI secolo, è stata la filmografia del tanto criticato Federico Moccia, capace comunque di fotografare a dovere tramite Amore 14 e Scusa ma ti chiamo amore l’universo romantico di coloro che ancora non hanno raggiunto la maggiore età.
Impresa che non sembra riuscire alla Mazzoleni, la quale, pur riservando una non disprezzabile parentesi nella sequenza al ristorante che vede coinvolti il Giovanni Anzaldo de Il capitale umano e la Sara Maestri di Notte prima degli esami, assembla l’insieme senza sfuggire ad una più che evidente fiacchezza di narrazione.
E, sorvolando sulla maniera non sempre comprensibile in cui le frasi vengono pronunciate da alcuni degli attori, da un lato mira a ribadire che l’amore non è una cosa semplice, ma dall’altro lascia tranquillamente intuire che non lo è neppure confezionare un film.
Forse perché in Succede tutto appare freddo e costruito a tavolino proprio come lo è l’epoca dei già citati social network, mancando, di conseguenza, della spontaneità e della sincerità che, in altri tempi, impreziosirono Il tempo delle mele e derivati.
Francesco Lomuscio
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