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Quanto basta, la misura del tutto

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In Quanto basta di Francesco Falaschi Arturo (Vinicio Marchioni) ha perso il suo prestigio come cuoco per colpa di una rissa e viene assegnato dai servizi sociali ad un centro di sostegno per ragazzi autistici, ai quali tiene un corso di cucina, sotto l’attenta osservazione della responsabile del centro, la psicologa Anna (Valeria Solarino). Qui conosce Guido (Luigi Fedele), un ragazzo con la sindrome di Asperger che, nonostante la sua fobia sociale, riesce a trascinarlo in una piccola avventura.

Guido vuole cucinare, ma, soprattutto, vuole partecipare ad un concorso per giovani talenti, e chi potrebbe fargli da tutor se non Arturo?

E, mentre l’uomo cerca di rimettere in piedi la sua carriera, scontrandosi anche con il suo Maestro e con il suo ex migliore amico, attuale avversario, l’amicizia tra Arturo e Guido li cambia, apportando miglioramenti notevoli nella vita di entrambi.

Arturo ci viene presentato come un uomo al passato: era uno chef stellato, aveva un ristorante, era stato l’allievo prediletto di un grande Chef. Insomma, per Arturo il passato era stato costellato di successi, ma la sua incapacità di gestire i sentimenti e la rabbia lo avevano portato in quella situazione di disagio, non solo lavorativo, anche esistenziale.

Guido ha problemi di relazione interpersonali, odia essere toccato e ha una grande fobia sociale, ma questo sembra tutto sparire quando cucina. Ha un naso assoluto ed è determinato a partecipare ad un concorso per giovani talenti in Toscana, vuole diventare un cuoco e crede che questo sia il primo passo da compiere. Nonostante la sua sindrome lo freni in tante cose, non è disposto a cedere di fronte a nulla, pur di inseguire il suo sogno.

Arturo scopre, attraverso Guido, un modo di vivere pieno di conflitti e paure, e cerca, in maniera fraterna, di aiutarlo a trovare la sua strada, senza pressioni esterne o emotive.
Guido, a sua volta, insegna ad Arturo la semplicità di alcuni gesti che, anche se ripetuti, non sminuiscono, ma accrescono.

I due partono così per un’avventura che, con la sigla del cartoon L’Uomo Tigre come loro colonna sonora, li porta a scoprirsi l’uno con l’altro, ma anche verso il mondo.

Quindi, mano a mano, vediamo Arturo e Guido instaurare un rapporto nel quale entrambi devono fare dei sacrifici per capirsi, ma che alla fine li premia, in modo anche un poco inaspettato.
Arturo impartisce ai ragazzi di Anna una grande lezione di vita, e non solo Guido la impara, ma la fa sua: il mondo ha più bisogno di un perfetto spaghetto al pomodoro che di un branzino al cioccolato.

La trama, però, in alcuni punti langue e la storia di Quanto basta ne risente, andando un poco a perdere il ritmo.

 

Mara Carlesi

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