Reduce dal successo ottenuto grazie al blockbuster Jurassic world, quarto capitolo della saga cinematografica iniziata nel 1993 da Jurassic park di Steven Spielberg, il regista Colin Trevorrow non sembra aver dimenticato la sua natura di autore lontano da generi forti come il fantastico, avendo esordito tramite la commedia drammatica Safety not guaranteed.
In maniera evidente, tramite Il libro di Henry intende tornare su quei passi, raccontando una storia che oscilla tra lo strappalacrime e il thriller, con fare molto disinvolto e una narrazione piuttosto originale.
La due volte candidata all’Oscar Naomi Watts veste i panni della cameriera Susan Carpenter, affettuosa madre single che si prende cura di due figli: uno interpretato da Jaeden Lieberher (visto di recente in It), l’altro dal giovane prodigio Jacob Tremblay (notato nell’acclamato Room).
Madre che si trova a dover affrontare un momento difficile della sua vita, in quanto il maggiore dei bambini (Lieberher), da sempre fattosi notare per le proprie doti intellettive e geniali, finisce presto in preda ad un brutto male, costretto a trascorrere un periodo tra i lettini di un ospedale, cercando di fermare ciò che gli impedirà di vivere, forse, il resto dei suoi anni.
Una tragedia che porta Susan a prendersi nel frattempo cura dell’altro figlio, salvo poi scoprire che Henry le ha lasciato una serie di confessioni scritte in un quaderno e registrate su cassetta, le quali la spingono a dover compiere un gesto estremo per il bene di una ragazzina loro vicina di casa.
Nel corso di un film che, comprendente nel cast Sarah Silverman, Dean Norris, Geraldine Hughes e Lee Pace, si rivela narrativamente ed emotivamente imprevedibile, come in pochi casi si è visto sullo schermo.
Un film il cui plot prende avvio in un contesto intimista, volto a strappare facilmente lacrime allo spettatore più o meno sensibile, grazie al contesto famigliare descritto e al rapporto madre/figli spiattellato senza ripensamenti; per poi prendere improvvisamente tutt’altra strada, trascinando l’insieme in una variante thriller che aleggia tra l’hitchockiano e la saga Saw.
Ma, bistrattato dalla critica e dal pubblico USA, Il libro di Henry non è il disastro che hanno fatto pensare oltreoceano, arrivando addirittura ad imputare la scelta di estromettere Trevorrow dalla regia del nono capitolo della serie Star wars.
Sicuramente, il modo originale in cui l’autore si muove in questa operazione potrebbe aver fatto titubare i dirigenti della Lucasfilm, i quali, abituati a sguardi cinematografici piuttosto tradizionali, non hanno tenuto in considerazione quanto Trevorrow sia stato in grado di raccontare in maniera molto poco prevedibile una storia dalla lacrima facile e dalle tematiche forti (come le molestie sui minori).
Universal a rendere disponibile Il libro di Henry su supporto dvd, con il trailer nella sezione extra.
Mirko Lomuscio
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