Brutta notizia per tutti gli amanti del cinema horror. E’ morto il mitico Gunnar Hansen, originale interprete di Leatherface in “Non aprite quella porta” di Tobe Hooper. L’attore 68enne è morto sabato 7 novembre, a causa di un cancro al pancreas, nella sua casa sulla Mount Desert Island, la più ampia isola della costa del Maine (Stati Uniti), lo stesso luogo dove 28 anni fa si spense la scrittrice Marguerite Yourcenar, autrice de “Le memorie di Adriano“. Il suo agente Mike Eisenstadt, confermandone il decesso all’Associated Press, ha dichiarato che Hansen/Leatherface era “una delle più iconiche figure maligne della storia del cinema“.
Gunnar Hansen in una foto recente
Gunnar nasce nel 1947 a Reykjavík, e cinque anni dopo la famiglia Hansen si trasferisce negli Stati Uniti, prima nel Maine per sei anni e poi stabilendosi definitivamente ad Austin, nel Texas. Negli anni del college inizia a fare teatro e dopo aver terminato gli studi scopre che nella sua città stanno per girare “Non aprite quella porta” (The Texas chainsaw massacre), ispirato agli omicidi del serial killer Ed Gein, e decide di candidarsi. Grazie soprattutto alla sua enorme stazza e al suo metro e 93 di altezza, il 26enne Hansen viene scelto per interpretare il protagonista del film, Leatherface, un omone ritardato e travestito che uccide le sue vittime armato di motosega e poi le scuoia per ricavarne maschere facciali da cucirsi addosso.
Hansen nei panni di Leatherface in “Non aprite quella porta”
Il film di Tobe Hooper diventa una pietra miliare del cinema horror e porta Hansen/Leatherface di diritto nella top ten dei personaggi horror più famosi. Hansen però preferisce scrivere piuttosto che recitare e così, tornato nel Maine, si mette a collaborare con riviste e a scrivere libri, accettando il ruolo del Prof. Peckinpah nel film “The demon lover” (1977), ma rifiutando di partecipare ad altri film, in particolare a “Le colline hanno gli occhi” di Wes Craven, e di tornare a vestire i panni di Leatherface in “Non aprite quella porta: parte 2“.
Una famosa scena di “Non aprite quella porta”
Qualche anno dopo, nel 1988, Hansen accetta di tornare a recitare nell’horror-comedy “Hollywood Chainsaw Hookers” (che richiama nel titolo il film di Hooper) e nel successivo ventennio partecipa ad altri 25 film, quasi esclusivamente horror di bassa fattura (che va dalla “serie B” alla “serie Z”). Al cinema continua ad alternare i libri, fino ad arrivare al 2013 quando pubblica la sua autobiografia “Chain Saw Confidential” e partecipa in un breve ruolo all’ennesimo reboot del suo film, “Non aprite quella porta 3D” di John Luessenhop.
L’autobiografia di Hansen “Chain saw confidential”
Gunnar Hansen a differenza di Leatherface era un uomo mite e raccontava che quando fu provinato per il ruolo gli fu chiesto: “Sei un uomo violento?“.. “No“.. “‘Ok, sei pazzo?“.. “Non nel senso che intendi“.. “Bene, puoi farlo?” (il pazzo).. “Oh sì, sì, è facile!“.. “Ok la parte è tua“. E per calarsi meglio nel ruolo, Hansen passo del tempo in un istituto per bambini ritardati, apprendendone le movenze. Inoltre per le sue quattro settimane di riprese guadagnò 800 $, lavorando però 7 giorni su 7 e dalle 12 alle 16 ore al giorno. Anni dopo laconicamente commentò: “Avrei fatto più soldi se avessi lavorato le stesse ore in un McDonald!“.
Ivan Zingariello
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