Non c’è proprio niente da ridere. Perlomeno, non con Poveri ma ricchissimi, perché il secondo capitolo della vita da nababbi della famiglia Tucci non diverte affatto. O, comunque non come ci si aspetterebbe dal sequel della fortunata commedia di Fausto Brizzi, Poveri ma ricchi, del 2016.
Quest’anno la famiglia ciociara non espatria, come la prima volta, verso la vita chic di Milano. Sceglie, invece, di viversi la ricchezza a casa propria e trasforma il paese di Torresecca in un Principato. E via che si fa strada il tema politico con Danilo Tucci (Christian De Sica) che diventa una copia di Donald Trump e con la formazione di un Governo farsa che ha, si deve dire, almeno la dote di far riflettere su quanto sia facile lamentarsi e quanto sia difficile, nei fatti, gestire un Paese. Affondando lo sguardo sul fascino del potere, sulle leggi su misura, sull’abolizione delle tasse e sull’agognato ritorno alla Lira, Poveri ma ricchissimi definisce, canzonandoli come una commedia deve fare, i contorni del sogno politico (impossibile) dell’italiano medio.
Purtroppo, però, manca di ritmo e di una struttura narrativa solida che dia consistenza alla storia. Non ingrana mai veramente, né è capace di trovare rimedio proponendo gag veramente divertenti. Trovate e battute hanno il sapore del già sentito e, tranne in qualche momento, si fa fatica a ridere di gusto.
Ingessati tra motti scontati e movimenti prevedibili, anche i protagonisti ne perdono in leggerezza e freschezza. A cominciare da Christian De Sica/Danilo Tucci ed Enrico Brignano/Marcello Bertocchi, che restano sempre noiosamente uguali a se stessi. E, se proprio si deve fare una menzione al merito, questa va a Lucia Ocone che veste ancora una volta alla perfezione i panni di una Loredana Bertocchi esplosiva, irresistibile, spumeggiante e realmente spassosa. Una Loredana Bertocchi che è il vero punto di forza di Poveri ma ricchissimi ma che non può, da sola, reggere le sorti comiche dell’intera famiglia Tucci.
Perciò, nonostante le sue uscite genuinamente divertenti, a guardarla nel complesso la seconda vita da ricchi dei Tucci annoia e, un po’, delude.
A meno che non si guardi al film senza nessuna pretesa, come ad una commedia da prendere (e forse va bene così) senza impegno, tra un’abbuffata natalizia e l’altra.
Valeria Gaetano
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