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Presentato a Roma Super Vacanze di Natale di Paolo Ruffini

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“L’idea di realizzare Super Vacanze di Natale è stata di mio figlio Luigi, perché, a un certo punto, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di una pausa e dovevamo celebrare in qualche modo questi trentacinque anni. Quindi, abbiamo chiamato Paolo per affidargli questa impresa. Era complicato visionare tutti quei metri di pellicola, anche perché non si trattava soltanto di mettere delle clip, ma di dare a quei filmati un nuovo montaggio”.

Aurelio De Laurentiis accoglie così a Roma la stampa, in occasione dell’arrivo nelle sale cinematografiche – a partire dal 14 Dicembre 2017 – della compilation da grande schermo che, curata da Paolo Ruffini, assembla i momenti più divertenti dei cosiddetti cinepanettoni prodotti e distribuiti da Filmauro a partire dal mitico Vacanze di Natale di Carlo Vanzina, datato 1983.

Compilation a proposito di cui Luigi De Laurentiis aggiunge: “Paolo è un conoscitore finissimo di questi nostri film, li ricorda a memoria. Poi, abbiamo passato insieme sei mesi a lavorare e cercare di capire come mettere insieme queste ottanta ore di materiale nel tentativo di conquistare tutti i gusti, da quello del giovanissimo all’ottantenne”.

Anticipando lo stesso Ruffini: “Il mondo dei cinepanettoni è stupendo, perché lì la leggerezza vince sempre e la parolaccia non è mai ad offendere. Hanno reso la mia vita più bella. È un cinema vero, popolare, che ho amato profondamente. Oltre a Luigi, che mi ha coinvolto nell’operazione, volevo ringraziare il montatore Pietro Morana. Credo che in trentatré film non vi sia mai stata una goccia di sangue e che Boldi, da ciò che s’intuisce attraverso questi filmati, sia stato l’attore più nudo del cinema italiano, ma non si può certo dire che sia volgare. Lui con la sua comicità fisica e De Sica con quella maggiormente di situazione, poi, sono stati una fantastica. Alcune scene, purtroppo, non le ho inserite perché è il ritmo del film che vince. Inizialmente, doveva esservi una cornice con una ideale Università di Cortina in cui, a fine hanno, un professore mostrava i cinepanettoni ai propri alunni, poi la abbiamo abolita”.

Un’operazione di montaggio che, passando, tra l’altro, per Paparazzi, Merry Christmas, Natale a Beverly Hills e tre titoli che non hanno goduto, in realtà, di una distribuzione dicembrina (Yuppies – I giovani di successo, Anni ’90, Tifosi), approda, ovviamente, a Natale a Londra – Dio salvi la regina di Volfango De Biasi, del 2015, rivisitando buona parte dei momenti più comici regalatici in oltre tre decenni da volti del calibro di Jerry Calà, Ezio Greggio, Nino Frassica, Diego Abarantuono, Maurizio Mattioli, Lillo e Greg e, ovviamente, i già citati Boldi e De Sica.

Mentre è sempre De Laurentiis a ricordare: “Nel 1983 ci venne l’idea di fare un film spericolato non solo nella risata, ma anche nella musica, e non pensavo quanto fosse costoso, allora, avvicinarsi all’universo musicale. In questi titoli noi abbiamo raccontato ciò che ha volgarizzato il paese negli ultimi trent’anni e la cosa che mi ha sempre divertito maggiormente è il fatto che lo spettatore, quando li guarda, pensa sempre che quella attaccata sullo schermo sia la persona seduta accanto a lui. Comunque, gli italiani non amano la critica e anche i critici si sentono italiani”.

Prima di cedere la parola al giornalista e critico musicale Dario Salvatori: “Secondo me, sbaglia chi pensa che la gente non pagherebbe il biglietto del cinema per vedere scene che sono anche sul web. Stiamo vivendo in un’epoca di replicabilità, che nel caso del cinema è passata per le videocassette, i dvd e oltre. La riproducibilità vi è sempre stata, perché le battute di vecchi comici come Totò o Groucho Marx fa sempre piacere rivederle. Secondo me, qui abbiamo una nuova formula che ha gusto e un nuovo linguaggio”.

E, se Ruffini osserva che il film di Natale è come un menù che tu ti aspetti e da cui esci sazio, il docente universitario di storia del cinema Andrea Minuz precisa: “Questa è un’operazione di montaggio estremamente compatta e ordinata che diventa anche un’operazione di critica, non solo nostalgica. È un modo per legare la sala ad un tipo di fruizione che si effettua davanti al computer. Oltretutto, penso che questo film sia la più compiuta dimostrazione di che attore straordinario sia Christian De Sica”.

Quindi, a Natale non rimane che immergervi in oltre ottanta minuti di collage costituito dai lungometraggi più odiati dalla critica, ma più amati dal pubblico.

Francesco Lomuscio

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