Il bizzarro thriller Cane mangia cane vede alla regia il nome del grande Paul Schrader (sceneggiatore di Taxi driver e regista di American Gigolò e Il bacio della pantera remake), il quale dirige una coppia di nomi forti come Nicolas Cage e Willem Dafoe, di nuovo insieme dopo aver recitato in Cuore selvaggio di David Lynch.
Ai due si affianca il misconosciuto Christopher Matthew Cook, mentre lo stesso Schrader ricopre un ruolo cardine.
L’opera narra di un colpo andato a male ed è tratta da un libro di Edward Bunker (scrittore ed ex detenuto, visto recitare ne Le iene di Quentin Tarantino), aspetto che fa salire la curiosità alle stelle.
I protagonisti sono tre ex detenuti che si sono promessi di aiutarsi sempre l’uno con l’altro, fino alla fine: Troy (Cage), Mad Dog (Dafoe) e Diesel (Cook), nucleo di amici uniti quanto una famiglia.
Tornati in circolazione, decidono di rimettersi al lavoro, compiendo una serie di lavoretti commissionati da un tale chiamato El Greco (Schrader).
I guai arrivano quando viene chiesto loro di rapire un neonato per conto di un messicano che deve ricevere dei soldi; ma, una volta nati criminali, mai e poi mai se ne esce indenni come si desidererebbe.
Già talentuoso sceneggiatore per conto del collega Martin Scorsese (ricordiamo anche Toro scatenato, L’ultima tentazione di Cristo e Al di là della vita, quest’ultimo sempre interpretato da Cage), lo Schrader regista, negli ultimi tempi, tende sempre più a cimentarsi in piccole produzioni e, di conseguenza, libere da ogni arbitrio produttivo (è sufficiente citare The Canyons e Adam Resurrected), esercitando la sua conoscenza in generi vari e chiavi di lettura altrettanto differenti.
Con Cane mangia cane l’intenzione è quella di mettersi alla pari con il genere pulp, proprio come tanto andava di moda negli anni Novanta, subito dopo l’ondata chiamata, inevitabilmente, “tarantinismo”.
Qui abbiamo a che fare con una sorta di elaborato fuori tempo massimo, che tende a rimanere al passo con l’attualità scenica alzando il tiro grazie a scene folli e violenza esagerata (sgozzamenti, teste che esplodono).
Su script di tale Matthew Wilder, infatti, non mancano momenti destabilizzanti, al servizio di un cinema bizzarro e folle che va preso per quello che è, azzardando anche qualche interessante citazione cinefila (Cage che rapisce un neonato, proprio come ai tempi di Arizona junior dei fratelli Coen).
Con in testa uno strepitoso Dafoe nei panni della mina vagante del gruppo, il trio risulta ben assortito, mentre l’assoluta voglia da parte del regista di prendere narrativamente il tutto in modo totalmente anarchico verso la fine lascia capire che, anche lui, si è divertito a mettere in piedi un’operazione memore dei fasti pulp di cui sopra.
Edito in blu-ray da CG Entertainment (www.cgentertainment.it).
Mirko Lomuscio
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