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Intervistiamo Lillo Minniti che ci parla di “Lost in space”

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Perchè “ Perso nello spazio” ?
R : è una metafora della continua ricerca del contatto umano, dell’amore, il desiderio di vivere la propria esistenza con un’altra persona…
Hai dedicato un brano del tuo album al tuo gatto.Che rapporto hai con gli animali?
R: meraviglioso. Amo tutti gli animali, e la mia casa ne ha ospitati tanti e tra le specie anche più particolari, come, per esempio una Rossetta o Volpe volante, Iguana, serpenti, camaleonti, pappagalli, scimmie…ma il rapporto che è intercorso tra me e il mio gatto, che purtroppo adesso non c’è più è stato speciale. Affetto reciproco.
Ci spieghi un pò il significato di “ Angelo” ?
R: e’ ispirata ad un bellissimo film interpretato dal grande David Bowie “ L’uomo che cadde sulla terra”, e contemporaneamente, alla caduta sulla terra della stella del mattino, Lucifero. Descrive la scena del film, in cui l’alieno Bowie scende da una collina di lava…
Lillo Minniti è un architetto. Come si sposa questo lavoro di precisione terrena con i tuoi sogni di musica circondati da mantra?
R: prima di tutto Lillo Minniti non è primariamente architetto, bensì un artista: pittore, scultore, attore e, soprattutto musicista e scrittore di testi—e poi non credo che il lavoro di architetto si possa definire di Precisione terrena, appellativo che calza meglio ad un ingegnere, piuttosto il lavoro di architetto si potrebbe definire come creatore di sculture abitabili…
Quali sono i tuoi studi musicali, e quando hai deciso di intraprendere anche questa via?
R: la mia passione, che è cresciuta fin da bambino, alimentata dal fatto di vivere con un padre cantante lirico ( era un baritono ) non ha mai smesso di crescere, e, raggiunta l’età della ragione, dopo i primi poco fruttuosi studi di solfeggio, ho abbandonato per un approccio più “ istintuale” alla musica, imparando da autodidatta a suonare il piano, la chitarra, l’armonica…
Cosa vorresti riuscire a trasmettere con la tua musica?
R: Le mie emozioni, le mie passioni, il mio amore per l’arte e la natura


Hai delle influenze musicali alle quali ti ispiri, oppure credi che il tuo sia un genere molto personale?
R: non ho mai cercato di classificare quello che faccio, né di inquadrarlo…qualcuno sostiene che la mia sia World Music, ma credo che il termine mi stia stretto.
Cerchi di seguire sempre lo stesso filone quando componi o preferisci spaziare da un genere all’altro?
R: come si evince dal mio disco, non mi pongo barriere né paletti, credo di essere abbastanza libero di scrivere e cantare quello che in quel momento la mia ispirazione, e il mio stomaco mi dettano.
Immagina il tuo nuovo lavoro…Sai già da ora cosa dovrebbe essere?
R: Sarà incentrato sulla spiritualità, conterrà sempre ballate autobiografiche e una ninnananna
Grazie di averci concesso questa intervista.

La redazione

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