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UN BRILLANTE SARTO PER SIGNORA: EMILIO SOLFRIZZI IN SCENA AL TEATRO DELLA FORTUNA DI FANO

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Tornare al teatro della Fortuna è molto piacevole per me: suggestiva mi appare sempre la neoclassica sala degli spettacoli, intestata all’architetto modenese Luigi Poletti sul cui progetto fu eretta l’attuale struttura tra il 1845 e il 1863, sostituendo l’antico teatro omonimo che vide la luce tra il 1665 e il 1677, grazie al famoso scenografo fanese Giacomo Torelli.
Com’è noto, nella primavera del 1988 il teatro è stato riaperto al pubblico, dopo una chiusura di quasi 54 anni: lunghe e complesse sono state le operazioni di restauro che -pur rinnovando tutti gli impianti e le attrezzature tecniche- ne hanno preservato l’antico aspetto, elegante e signorile.
Varia e intensa è l’attività culturale che vi si svolge: opere, concerti ed una stagione di prosa promossa dal Comune e da Amat- Platea delle Marche. Iniziata il 16 ottobre con “Enrico IV” di Luigi Pirandello (diretto ed interpretato da Franco Branciaroli), è proseguita il 30 ottobre (repliche il 31 e il 1° novembre) con “Sarto per signora” di George Feydeau (Parigi, 1862- Reuil, 1921). Sulla scena Emilio Solfrizzi e Anita Bertolucci.

“Tailleur pour dames” (questo il titolo originario) è l’opera prima di Feydeau, figlio di Ernest-Aimè anch’egli autore di racconti di successo (“Fanny” nel 1858 e “Souvenirs d’une cocotte” nel 1872).
Georges in realtà non era solo un autore, ma un teatrante al quadrato: conosceva e scriveva di scene, luci e costumi trattandoli al pari di attori. Ci ha lasciato un nutrito carnet di circa cinquanta opere, alcune delle quali (“L’albergo del libero scambio”, La palla al piede”, “La dama di Chez-Maxim’s” e “Il tacchino”) sono state riadattate in napoletano da Eduardo Scarpetta, capostipite della famosa dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo.

Le sue opere sono caratterizzate da un ritmo quasi frenetico e basate sulla “matematica dell’effetto comico”, la cui popolarità superò anche quella del Maestro del genere, Eugène Labiche (membro dell’Accademie de France dal 1880), fino a quel momento l’esponente più importante e rappresentato del vaudeville, il genere teatrale nato in Francia a fine Settecento, caratterizzato da commedie leggere in cui alla prosa vengono alternate strofe cantate su arie conosciute (vaudevilles).
“Feydeau non parlava mai del suo teatro, componeva di nascosto, come un vizio. Il teatro era il suo vizio. E in esso riversava la sua umanità e la sua fantasia più folle”. Così il grande Jean Cocteau parlava del commediografo considerato – dopo Molière – uno dei più importanti autori della commedia francese.
Prodotto da ErreTiTeatro30, lo spettacolo porta la firma di Valerio Binasco per quanto attiene alla regia, la traduzione e l’adattamento teatrale. La scenografia è curata da Carlo De Marino, mentre i costumi sono di Sandra Cardini. Sotterfugi, equivoci, scambi d’identità, false scoperte, amori segreti: sono questi gli elementi base di questo divertente vaudeville, rappresentato per la prima volta al Théâtre de la Renaissance di Parigi, nel 1886. La commedia – ambientata nella capitale francese – narra le vicende del dottor Gérôme Molineaux, fresco di matrimonio ma attratto da altri lidi: cerca disperatamente un modo dove poter incontrare la donna del suo cuore, senza che la moglie ed il marito di lei ne vengano a conoscenza. A questo scopo, prende in affitto un appartamento, ignorando che questo era, in realtà, il famoso atelier di una sarta. Per salvare la faccia sarà quindi costretto a fingersi sarto per signore creando senza volere, una serie di esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della pièce (coniugi dei protagonisti inclusi). Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo.
L’ultimo atto porta a galla i molteplici adulteri ma nonostante ciò, la pièce si conclude con un ironico ritorno allo status quo iniziale: le infedeltà saranno fatte passare per semplici fraintendimenti sottolineando la tacita accettazione, da parte di tutti i personaggi, della menzogna sociale che li avvolge completamente.
“Feydeau è un poeta del comico, del tutto libero da tentazioni intellettualistiche. Nell’epoca che si preparava alla guerra, il teatro si trasformava in letteratura: Feydeau, invece, si rivolge agli attori e al pubblico. Sarto per Signora è una macchina velocissima, ma il meccanismo è delicato e minuzioso. Bisognerà stare attenti a non trascurare nemmeno il rumore della maniglia di una porta, perché è pensato per contribuire a quella sinfonia perfetta che sono i suoi copioni. Ma così è, quando si incontra il grande teatro scritto per il palcoscenico e per gli attori. L’unico teatro capace di creare pura gioia” – ha dichiarato alla stampa Binasco, di solito impegnato in riletture di classici o in nuove drammaturgie.
Applauditissimo il cast: brillante Solfrizzi, attrice di razza Anita Bartolucci, fanese, che per l’occasione gioca in casa.
“Il testo è potente, forte, scritto per il teatro e gli attori. Assieme a Binasco abbiamo scoperto che Feydeau si presta a molte riletture: ha scritto questo testo a 20 anni e la critica alla moralità del tempo ha tutta la ferocia che solo i vent’anni sanno restituire. La leggerezza non è affatto sinonimo di vuoto ma, nel senso filosofico, dimostra che l’elevarsi dalla pesantezza del terreno è cosa per pochi”- ha detto Solfrizzi, in occasione dell’incontro del cast con la stampa e la cittadinanza che si è svolto sabato pomeriggio nel foyer del teatro.

“Mi diverto molto in scena e guai se non lo facessi, perché mi ricompensa della grande fatica dello spettacolo. Il ritmo è incredibile e il vortice delle situazioni è incessante. E’ tutto un lanciarsi la palla, riprenderla, passarla. Un’esperienza decisamente fortunata”- ha concluso.
Da oltre un anno in tour nei più importanti teatri italiani, lo spettacolo è andato in scena, per quanto attiene alle Marche, al teatro “Gentile” di Fabriano il 25 ottobre scorso ed al “Lauro Rossi” di Macerata il 27 e 28. Dopo la parentesi fanese, andrà in scena al “Signorelli” di Cortona il 2 e 3 novembre prossimo e proseguirà al “Politeama Greco” di Lecce (13 novembre), al “Mercadante” di Altamura (15 novembre), al “Duse” di Bologna (dal 4 al 6 dicembre), al “Municipale” di Piacenza (dal 9 al 10 dicembre), al “Chiabrera” di Savona (dal 15 al 17), al Teatro della Pergola di Firenze (dal 28 dicembre al 6 gennaio 2016), al “Manzoni” di Pistoia (dall’8 al 10 gennaio), all’”Alfieri” di Torino (dal 21 al 24 gennaio), per concludere il tour al “Politeama” di Genova (dal 28 al 30 gennaio).

Paola Cecchini

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