Se n’è andato Tobe Hooper, regista di Non aprite quella porta, Poltergeist, Le notti di Salem, Quel motel vicino alla palude, e innovatore del cinema horror mondiale.
Il regista Tobe Hooper, storico maestro del cinema horror, è morto sabato 26 agosto all’età di 74 anni a Sherman Oaks, in California. La causa della morte non è stata resa nota. Nativo di Austin, in Texas, Tobe Hooper viene ricordato per aver diretto nel 1974 Non aprite quella porta, divenuto uno dei più celebri ed influenti horror mai realizzati, contribuendo alla nascita di un nuovo modo di interpretare il genere, insieme a colleghi come Wes Craven, George A. Romero, David Cronenberg e John Carpenter.
Non aprite quella porta (The Texas Chain Saw Massacre), girato con appena 140.000 dollari di budget, incassò quasi 31 milioni di dollari al box office, equivalenti a 147 milioni attuali, diventando uno dei film indipendenti più redditizi di sempre. La storia, ispirata al serial killer Ed Gein, raccontava di un gruppo di ragazzi in vacanza che finiscono nelle grinfie di una famiglia di cannibali, tra i cui membri c’è anche Leatherface, un corpulento ritardato mentale che scuoia le sue vittime per ricavarne maschere da indossare e oggetti d’arredo. Il successo del film è dovuto allo sconvolgente grado di sadica violenza mostrato (e sussurrato), cosa raramente avvenuta in precedenza, portandolo a diventare una pietra miliare del genere horror. Ne è nata così una saga che, nell’arco di 43 anni, conta ben 8 film tra sequel, remake e reboot, tutti co-prodotti da Hooper (tranne il terzo capitolo, del 1990) compreso il nuovo Leatherface, prequel diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury che uscirà in Italia tra poco più di due settimane.
Ma Tobe Hooper è anche il creatore di un’altra famosa saga, quella di Poltergeist. Il primo film, uscito nel 1982, vede una famiglia trasferirsi in una casa di periferia, trovandola infestata da dispettose e maligne entità, appunto i poltergeist. Scritto e prodotto nientemeno che da Steven Spielberg, Poltergeist ha riscosso un altro grande successo al box office con 76 milioni di dollari incassati solo negli Stati Uniti, equivalenti a 231 milioni attuali, influenzando anche lo stesso Spielberg in successive produzioni come l’acclamata serie tv Stranger Things.
La restante produzione di Tobe Hooper, che conta una quarantina di titoli tra cinema e televisione, varia da piccoli cult a pellicole mediocri, ma sempre restando nell’ambito del genere horror. Tra i suoi film migliori, sicuramente Quel motel vicino alla palude (Eaten alive, 1977), ispirato alle gesta di altro serial killer, Joe Ball, che negli anni ’30 uccise diverse donne, dandone in pasto i corpi agli alligatori che allevava. Ottima anche la miniserie tv vampiresca Le notti di Salem (Salem’s Lot), da un romanzo di Stephen King, autore dal quale Hooper trae anche il meno riuscito The Mangler – La macchina infernale nel 1995, con protagonista un mangano assassino.
Tra i titoli diretti dal regista texano figurano anche orrori al luna park ne Il tunnel dell’orrore (The Funhouse, 1981), vampiri alieni in Space Vampires (Lifeforce, 1985), ancora invasioni alieni in Invaders (Invaders from Mars, 1986) remake del classico Gli invasori spaziali del 1953, fenomeni di combustione cinetica ne I figli del fuoco (Spontaneous Combustion, 1990), torture e sadomasochismo in Le notti proibite del Marchese De Sade (Night terrors, 1994), un gigantesco coccodrillo in Crocodile (2000), un assassino col passamontagna ne La casa dei massacri (Toolbox Murders 2004), un figlio di becchini deforme ne Il custode (Mortuary, 2005), zombi ballerini e furie omicide nei due episodi da lui diretti per la serie Masters of Horror (2005-2007), e infine demoni arabi in Djinn (2013).
L’attore feticcio di Tobe Hooper è stato indubbiamente Robert Englund, da lui diretto in ben cinque occasioni, tra cui l’episodio pilota della serie tv Freddy’s Nightmares (1988) con Englund nei suoi storici panni di Freddy Krueger. La morte di Hooper arriva dopo poco più di un mese da quella di un altro maestro dell’horror, George A. Romero, e a neanche due anni di distanza da quella dello storico interprete originale di Leatherface, Gunnar Hansen. L’ennesima, devastante perdita, per tutti i fan del genere. Questa la sua filmografia completa.
di Ivan Zingariello
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