“Come può una compagnia di Commedia dell’Arte mettere in scena un’opera classica come “Il Barbiere di Siviglia”? Viene normale chiedersi questo: l’opera fa parte della nostra cultura storica e sociale, tanto che le sue arie più celebri sono state usate in tutti i frangenti, cinema e televisione inclusi.
La compagnia “Teatro Immagine” di Salzano (Ve) non si è fatta influenzare da questo mostro sacro e – sulle magnifiche note del Cigno pesarese- ha rivisitato in chiave farsesca il celeberrimo melodramma ispirato all’opera del drammaturgo francese Beaumarchais e soprattutto il libretto di Cesare Sterbini (inizialmente intitolato “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”) dove ha riconosciuto fin da subito sotto le vesti di Bartolo, “il nostro Pantalone de’ Bisognosi: avaro, sospettoso, eternamente innamorato d’una fanciulla tanto più giovane”.
“E Figaro, non somiglia al nostro simpatico Arlecchino, sempre pronto a seminare intrighi attorno a lui?” – si è chiesto Benoit Roland che ha curato la regia dello spettacolo, andato in scena al “Rossini” di Pesaro nell’ambito del 68° Festival di Arte Drammatica organizzato dall’associazione “Amici della Prosa” presieduta da Giovanni Paccapelo (direzione artistica di Christian Della Chiara).
“Coraggiosi, audaci, impertinenti e sfacciati”: la commissione giudicatrice presieduta da Leonardo Giorgi, ha motivato così il premio Arlecchino conferito alla compagnia “per il miglior spettacolo” . Non finisce qui: le é stato conferito anche il premio “Antonio Conti” per la miglior regia, il premio “Arnaldo Ninchi” dei soci ed abbonati per il gradimento del pubblico, il riconoscimento “Renato Pompei” per il miglior commento musicale (le musiche di Paolo Coin e Sladiana Bozic sono suonate dal vivo da Alex Modolo).
Martina Boldarin, che ha interpretato Rosina, la pupilla di Bartolo, è stata riconosciuta miglior attrice giovane (premio “V. Bartolomei Meli” del Lions Club Pesaro Host).
Le preferenze della giuria degli studenti sono andate invece (con mia sorpresa) ad un’opera più seria ed impegnativa, “L’Arte della commedia” di Eduardo De Filippo, interpretata dalla Compagnia dell’Eclissi di Salerno (premio Don Gaudiano): il premio “Ivo Scherpiani “è stato attribuito a Felice Avella che, in seno allo spettacolo, ha dato vita al personaggio di Oreste Campese, il capocomico di vecchia scuola che porta nelle piazze di provincia la tradizione secolare del teatro girovago.
La miglior attrice? Fiammetta Fiammeri della compagnia romana “Ad Hoc” che ha interpretato la vedova Camilla nella pièce “Il cappello di carta” di Gianni Clementi, uno degli autori contemporanei più famosi e rappresentati.
Il miglior attore cabarettista? Questa é facile: è Andrea Paris che impersonava La Boule, l’ex fidanzato di Paulette, nello spettacolo “Niente da dichiarare?” di C.M. Hannequin e P.Veber portato in scena dalla compagnia “Al Castello” di Foligno (Pg).
I migliori costumi sono quelli firmati da Kety Mazzi de “La Barcaccia” di Verona per “Il feudatario”, l’opera realizzata da Carlo Goldoni dopo un breve soggiorno nel feudo di Sanguinetto dove era stato chiamato in qualità di cancelliere per redigere un processo verbale (3a classificata per lo spettacolo), mentre la miglior scenografia è quella curata da Debora Pozza del Teatro Armathan di Verona per la pièce “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello.
Si conclude con grande successo di pubblico il 68° Festival nazionale d’Arte Drammatica, fiore all’occhiello cittadino (assieme al Rossini Opera Festival di agosto ed alla Rassegna nazionale di cinema di giugno) : il Festival pesarese (nato nel 1948) è la più antica manifestazione italiana che si occupa di teatro amatoriale.
Le 8 compagnie prescelte mediante un lavoro rigoroso e metodico su circa un centinaio di proposte, hanno calcato la scena interpretando classici di tradizione (Cechov, Goldoni, De Filippo), esperimenti su testi moderni (“Signorina Papillon” di Stefano Benni, “Cappello di carta” di Gianni Clementi) ed ardite rivisitazioni futuriste (Pirandello) fino alle spettacolari proposte della compagnia dell’arte (Il Barbiere di Siviglia).
Due gli spettacoli fuori concorso: il musical “Copenhagen” di Michael Frayn ad opera de “La Betulla” di Nave (Bs), in ricordo della tragedia nucleare di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945) di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario):la pièce racconta l’incontro avvenuto nel settembre 1941 a Copenhagen (occupata dalle truppe naziste) tra due brillanti e geniali fisici teorici, entrambi impegnati nella meccanica quantistica: Niels Bohr (danese ed ebreo da parte di madre) e Werner Heisenberg (ariano), il suo allievo più brillante ed amato, collaborazionista con il regime nazista. Altro spettacolo fuori concorso è il musical “Animali della fattoria” ad opera della compagnia “Step” di Ancona, di chiara ispirazione orwelliana.
Il Festival non ha proposto soltanto spettacoli ma ha racchiuso nel suo ambito la mostra fotografica delle opere dell’edizione 2014 (a cura del Fotoclub di Pesaro); il Laboratorio di Regia Comica condotto da David Anzalone; la passeggiata nel teatro Rossini alla scoperta dei suoi luoghi più insoliti e nascosti; l’appassionato ricordo di Eleonora Duse proposto da Ivana Baldassarri; la tavola rotonda sulla drammaturgia italiana contemporanea con la partecipazione di autori, registi, attori, critici e docenti universitari. E’ stato rinviato (per problemi di salute di uno degli interpreti) l’omaggio a Pier Paolo Pasolini di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario della morte (“A titolo personale-Parole e pensieri”): sarà presentato alla cittadinanza tra qualche giorno.
Un grazie è doveroso a tutti coloro che hanno speso il proprio tempo libero nell’organizzazione e gestione di una rassegna diventata, a livello nazionale, una delle più rilevanti del settore.
Da Pesaro è tutto: Arrivederci al prossimo anno!
Paola Cecchini
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