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Recensione: La musica è pericolosa, Nicola Piovani e i suoi soundtrack

La musica è pericolosa è il bel concerto-spettacolo di Nicola Piovani, che esegue al pianoforte i suoi brani più celebri (e non solo) tra aneddoti e racconti vari, accompagnato da cinque elementi d’orchestra.

La stagione 2016/17 del Teatro Argentina si conclude con Nicola Piovani e il suo concerto La musica è pericolosa, in cui il premio Oscar per La vita è bella propone le sue colonne sonore più famose (ma non solo), scritte per Fellini, Monicelli, Benigni, da lui riarrangiate ed eseguite al pianoforte con l’accompagnamento di cinque elementi d’orchestra. Ad accompagnare il tutto le evocative immagini che compaiono sul maxischermo, in una scenografia minimal che prevedere il sestetto suddiviso in due file, con ovviamente Piovani a centro palco, il quale alterna la musica a racconti ed aneddoti.

Il concerto si apre con Intervista e una suite delle musiche di Ginger e Fred, il film di Federico Fellini che omaggiava i celebri attori-ballerini hollywoodiani, interpretati da Giulietta Masina e Marcello Mastroianni. A seguire Hungry Hearts, il cupo film di Saverio Costanzo del 2014. E’ poi la volta del dittico in omaggio a Mario Monicelli, composto da Speriamo che sia femmina, pluripremiata pellicola italo-francese, e soprattutto dal celeberrimo valzer de Il marchese del grillo, uno dei film simbolo di Alberto Sordi.

Si passa quindi ad un discorso sulla mitologia con cui Piovani racconta la leggenda di Orfeo e della sirena Parthenope, oltre a quella di Salomè a cui è dedicata La danza dei sette veli, con le immagini di Milo Manara. Prosegue poi il maestro parlando de “la musica è pericolosa” (perché ti cambia profondamente) e della banda di paese, di cui si odono in lontananza le inconfondibili sonorità, per proseguire poi con la colonna sonora del film di Bigas Luna Prosciutto prosciutto, seguito dalla Mazurka Op. 17 No. 4 di Chopin e da Golliwogg’s cake-walk (da Children’s corner) di Debussy del 1907.

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La musica è pericolosa

E quindi il momento dei gustosi aneddoti, il primo su Benigni e il secondo su Mastroianni, mentre il terzo riguarda le tre note emesse dalle campane della chiesa vicino alla quale ha passato la sua infanzia, e che gli sono rimaste così impresse da utilizzarle come base del concept album di Fabrizio De Andrè, Storia di un impiegato, di cui esegue i due brani Il bombarolo e Introduzione. Arriva poi uno dei momenti clou, con la celeberrima Quanto t’ho amato di Roberto Benigni in versione strumentale, e sullo schermo la foto del compianto Vincenzo Cerami, co-autore del testo e sceneggiatore de La vita è bella, che si conclude con scroscianti applausi.

Approfittando dell’aneddoto precedente, ecco il classico tango argentino Caminito, tratto dal film Di questo non si parla del 1993 e cantata dal suo protagonista Marcello Mastroianni, grazie ad un’apposita registrazione della sua voce voluta da Piovani, mentre sullo schermo scorrono le immagini del grande attore italiano. Il sestetto musicale poi saluta e se ne va, ricoperto da applausi, e rientra per La banda del pinzimonio, la sigla degli spettacoli di TuttoBenigni, che precede il bis più atteso: La vita è bella, il film vincitore di tre premi Oscar tra cui, appunto, quello a Nicola Piovani per la bellissima e struggente colonna sonora che accompagnava le vicende del prigioniero Benigni nel campo di concentramento nazista. Ancora qualche ringraziamento e una critica alla tv «sono cresciuto con il detto “tutto quello che non passa in televisione non esiste”.. beh io sono contento di queste due ore di non esistenza che ho passato insieme a voi al teatro Argentina». Lo spettacolo si conclude quindi con la riesecuzione di Quanto t’ho amato e del “dittico monicelliano”.

Sulla scena, oltre al magico pianoforte del maestro Piovani, le tastiere e la fisarmonica di Rossano Baldini, il sax e il clarinetto della bravissima Marina Cesari, il violoncello, la chitarra e il mandoloncello di Pasquale Filastò, la batteria e le percussioni di Ivan Gambini, e il contrabbasso di Marco Loddo. Il tutto accompagnato dalle proiezioni  video con fotogrammi di film e immagini di artisti quali Emanuele Luzzati e Milo Manara. Una bella serata tra musica e racconti per riascoltare brani celebri e non, ed apprezzare una piccola parte della produzione del maestro Nicola Piovani, autore di quasi 200 colonne sonore che speriamo di poter riascoltare in futuro, in particolar modo quelle di film minori come Il profumo della signora in nero, Le orme o Flavia la monaca musulmana, proprio perché il grande musicista romano non è solo La vita è bella, ma molto, molto di più.

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La musica è pericolosa

La musica è pericolosa di Nicola Piovani (titolo anche dell’omonimo libro del 2014 edito da Rizzoli) è in scena fino all’11 giugno al Teatro Argentina di Roma.

Voto 7,5

di Ivan Zingariello

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