Il mercante di Venezia, uno dei testi più famosi di Shakespeare, torna in scena interpretato dai giovani della Compagnia “Mauri Sturno”.
Un cast giovane per un testo sempre attuale
Il mercante di Venezia è un simbolo della letteratura di tutti i tempi e dell’intramontabile genio shakespeariano, portato in scena da tutti i più grandi tra cui Glauco Mauri, che nel 1967 ne presentò un suo personale allestimento, riproposto a distanza di 50 anni con il progetto “Giovani – Un futuro nel teatro” al teatro San Paolo a Roma dalla Compagnia “Mauri Sturno”. Un adattamento ben curato dalla regia di Ilaria Testoni, accompagnata dagli interpreti Mauro Mandolini nel ruolo del protagonista Shylock e da Barbara Begala, nel ruolo di Porzia, promessa sposa a Bassanio, interpretato da Camillo Marcello Ciorciaro. Una trama che lascia spazio anche alla risata, come di consueto nei testi di Shakespeare; non a caso nei panni di Lancillotto c’è Roberto Di Marco, con il suo essere un po’ maldestro ma allo stesso tempo divertente, anche nelle scene con la sua amata, Nerissa, interpretata da Marina Parrulli. Il personaggio che però trascina con sé irriverenza e ilarità è quello di Lorenzo (Valerio Camelin), “innamorato” di Jessica (Michela Giamboni), la figlia del temibile Shylock.
Shylock contro Antonio: crudeltà e bontà
C’è però un ruolo che stupisce particolarmente in questo adattamento, quello di Antonio, in primis perché interpretato da una donna, Ilaria Amaldi. Con Antonio emerge la sensibilità, manifestata attraverso l’amicizia con Bassanio e il suo mettersi da parte davanti all’amore. Un ruolo giusto per una donna, un “fuori programma” ideale e funzionale a far emergere le sensazioni più delicate. Tuttavia manca l’energia che ci si aspetta in un personaggio come Antonio, ovvero un uomo che con gli affari combatte tra la vita e morte, ma è comunque gradita l’interpretazione femminile. Con Shylock emerge invece il carattere duro e tedioso del personaggio. Un’interpretazione molto fedele al testo, inizialmente espressa in tempi un po’ piatti, ma subito ripresi con forza nelle scene successive dove si sono alternati momenti di amore (verso la figlia) e momenti di estrema freddezza (verso Antonio e gli altri personaggi). I due protagonisti, insieme a tutto il cast, hanno rappresentato bene la sfumature che Shakespeare mette in rilievo nella maggior parte delle sue opere: l’amore contrapposto alla cattiveria, la sincerità messa sotto accusa e le trasformazioni vere e proprie dei personaggi, perché, come si cita nella commedia, “Il mondo è un palcoscenico dove ognuno deve recitare la propria parte”. Infatti la trasformazione delle due donne, Porzia e Nerissa, lasciano pensare quanto alla fine sia sempre la sincerità ad avere la meglio, in questo mondo dominato da conflitti e interessi.
Scenografia minimal e piccoli movimenti
A sottolineare quanto la vicenda riguardi da vicino ognuno di loro, tutti i personaggi restano visibili per l’intero spettacolo, non abbandonando mai il palco. Rapidi i cambi di scena, scanditi di volta in volta da un suono, una musica, o una luce soffusa, con i personaggi ordinatamente a scambiarsi di posto con leggerezza in una scenografia minimale ma ben organizzata, con pochi oggetti sapientemente collocati nei punti strategici. Uno spettacolo che nel finale lascia un po’ di amaro in bocca, con il monologo conclusivo in cui Shylock esprime il senso di tutta la vicenda. Un testo di Shakespeare ancora attuale, come del resto la maggior parte degli scritti del poeta inglese, dove i personaggi sono imperfetti, ognuno con le proprie umane debolezze.
Il mercante di Venezia, con la regia di Ilaria Testoni, è in scena al teatro San Paolo di Roma dal 18 al 28 maggio.
Voto: 7
Federica Prezioso
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