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Recensione: Frida Kahlo – Il ritratto di una donna

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Frida Kahlo – Il ritratto di una donna, inno all’emancipazione femminile ed alla passione, va in scena al Teatro Quirino dal 16 al 21 maggio

Un’icona femminile ancora attuale

Frida Kahlo – Il ritratto di un’artista, in scena al Teatro Quirino dal 16 al 21 maggio, è lo spettacolo diretto da Alessandro Prete e scritto con Igor Maltagliati, Luca Setaccioli, ispirato alla grande pittrice messicana, indiscussa icona femminile. Dal Duemila in poi infatti la figura di Frida Kahlo, oltre ad aver stimolato il dibattito sociale sul ruolo della donna, ha influenzato l’arte, il cinema, lo spettacolo, la moda con mostre, film, documentari, linee d’abbigliamento. Lo spettacolo ci conduce per circa un’ora e un quarto in un viaggio che ripercorre le sue vicissitudini in modo non fedelmente autobiografico. Il regista ha cercato di evidenziare gli aspetti peculiari della sua personalità, l’immenso anelito vitale nonostante la malattia, la sua idea di donna anticonvenzionale, l’esempio di emancipazione femminile, portando in scena i protagonisti della vita della pittrice ed alcune storie femminili universali, attraverso una  selezione di dieci tra le sue opere.

Scenografie 

La scenografia utilizza ovviamente le meravigliose tele di Frida che vengono proiettate su enormi pannelli ed insieme ad alcuni oggetti simbolici posti in primo piano sul palco, il cavalletto, la vasca, il letto, fanno da sfondo alle vicende delle donne e dei protagonisti principali della vita dell’artista: Diego Rivera/Gianluca Gobbi e l’amante di Frida/Giulia Santilli. Le immagini dai colori vividi, abbaglianti della rigogliosa natura messicana, delle vesti tradizionali, delle donne raffigurate nelle opere della Kahlo conferiscono la cifra potente, drammatica, intensa della sua esistenza e del modo di intendere e valorizzare l’identità femminile. L’effetto scenografico è caleidoscopico e costituisce il vero punto di forza dello spettacolo.

Frida Kahlo 1

Coreografie

Il regista ha scelto di mescolare diverse forme d’arte ed ogni scena è alternata dalla performance della danzatrice contemporanea Giulia Barbone, che attraverso il proprio fisico prepotentemente solido, muscoloso ed il ritmo tribale delle musiche curate da Stefano Mainetti, esprime la forza passionale, viscerale, primitiva dell’artista. Le coreografie difettano però di una certa ripetitività, finendo per sembrare un intermezzo che non si amalgama completamente e nulla aggiunge alle scene; solo in un momento, quando la ballerina si muove dietro e con Frida, si ha la sensazione di una maggiore permeazione nel testo.

Frida Kahlo 2

Le tele prendono vita a teatro

L’incipit dello spettacolo è visivamente potente, la scena si apre con il quadro Mi nascimento e la nascita di Frida Kahlo/Alessia Navarro con il volto solcato dal famoso monociglio, tratto distintivo della sua fisicità e rivendicazione della propria unicità fin dal primo vagito. Il tema della maternità viene ripreso quando Frida esprime il conflitto con la madre e la maternità negata, scena abbinata al quadro Mi nana y yo. La sofferenza legata alla malattia irrompe mentre Diego Rivera/Alessandro Gobbi dichiara il suo amore alla moglie e l’impotenza davanti al crudele destino, qui Frida inferma è incatenata al proprio letto, come nel meraviglioso La columna rota. Altro leiv motiv è il doppio, rappresentato dal dialogo di Frida con la sua coscienza, incorniciato dall’opera El sueno. Il regista crea un drammatico parallelismo tra il corpo di Frida straziato dalle coltellate ed il femminicidio, rappresentato dalla tela Unos cuantos piquetitos.

L’arte sul palco non spicca il volo 

Lo spettacolo offre degli spunti interessanti, tuttavia, nonostante un’apprezzabile scenografia e la folgorante bellezza delle tele, non riesce ad emozionare e coinvolgere in maniera profonda ed innovativa. La recitazione di Frida e Diego, sembra costantemente urlata, forzatamente carica di inutile enfasi che non supplisce alla mancanza di varietà espressiva ed alternanza di ritmo suggeriti dalla narrazione. Nonostante l’immensa potenza immaginifica delle tele, lo spettacolo non ha il dono di trasferire, con la stessa pienezza, forza della sua anima e del talento creativo, il ritratto di una donna tanto complessa. Pur riconoscendo lo sforzo di aver voluto mescolare vari generi espressivi ed artistici sul palco, arte, danza, recitazione, il risultato finale è penalizzato da un’interpretazione non sempre eccelsa e da alcune scelte stilistiche non propriamente originali ed, a mio parere, tradisce le altissime aspettative del pubblico.

Frida Kahlo – Il ritratto di una donna sarà in scena fino al 21 maggio. Per info e prenotazioni potrete consultare la pagina ufficiale del sito del Teatro Quirino.

Voto: 6.5

 

Anna Urru

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