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Recensione: M’accompagno da me, La Ginestra frizzante dietro le sbarre

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M’accompagno da me è il One man show di Michele La Ginestra, con la regia di Roberto Ciufoli: uno spettacolo spumeggiante ambientato… nell’aula di un carcere.

Una sfilza di personaggi esilaranti… in cella

In M’accompagno da me Michele La Ginestra dimostra per l’ennesima volta di aver fatto tesoro degli anni passati in teatro e in tv e riesce a portare in scena la sua grande padronanza di quest’arte e del saper coinvolgere. Questo One men show ha un’ambientazione decisamente particolare, che non passa inosservata: la cella di un carcere. Da lì passano una serie di personaggi uniti da un unico punto in comune: aver commesso un reato. Grazie ai “peccati” di questi personaggi, La Ginestra riesce a descrivere anche i peccati altrui: il milanese che critica i pannelli luminosi delle strade romane, l’avvocato che accusa le mamme di non sapersi “scollegare” dal cellulare e dai propri figli nemmeno per 2 ore (vale a dire la durata dello spettacolo teatrale), una Cappuccetto Rosso sarcastica e disillusa che incoraggia il lupo a mangiare la nonna, una Biancaneve che propone strane cooperative e che lascia trapelare qualche vizietto di troppo… Ma non mancano nemmeno sketch più seri e toccanti, che spingono a riflettere sulla nascita e sull’aborto, sui ricordi dell’infanzia vissuta con una mamma che sapeva a malapena leggere, nonché i veri peccati degli anni Duemila che rovinano inesorabilmente i tempi moderni.

One man show con band e 4 spalle

Piacevolissima la presenza di una band dal vivo e di 4 attori che, nel ruolo dei carcerati, spezzano i monologhi di La Ginestra con le loro canzoni, rigorosamente dal vivo. I brani, eseguiti da Andrea Perrozzi, Gabriele Carbotti, Ludovica Di Donato e Alberta Cipriano, vanno dal rap al soul e seguono il filone furfantesco dello show. M’accompagno da me diventa così uno spettacolo completo in cui tutti gli elementi vengono ben bilanciati dalla regia di un altro veterano della risata come Roberto Ciufoli, recentemente impegnato a Torino nella commedia Ti amo o qualcosa del genere. Da apprezzare la maestria nell’esecuzione dei fitti monologhi: La Ginestra non sbaglia un colpo e mantiene un ritmo giustamente incalzante dall’inizio alla fine dello spettacolo con una naturalezza degna, appunto, di un veterano. Il pubblico in sala viene chiamato in causa in diverse occasioni, sempre con il chiaro intento di deridere bonariamente e di mettere in campo una comicità brillante che non cade mai nel volgare.

M'accompagno da me: Michele la Ginestra nei panni di Don Michele
Michele la Ginestra nei panni di Don Michele

Torna il Don Michele di Colorado

Uno dei personaggi più celebri di La Ginestra è quello del prete, ben noto ai fan di Colorado. In M’accompagno da me viene riservato un posto d’onore a questa macchietta a metà tra il serio e il faceto: l’atto finale. Dopo aver riflettuto in modo spassoso sul matrimonio e sul reale peso di quel “per sempre”, sarà il prete a rivelare la soluzione del caso giudiziario con il quale si era aperto lo spettacolo, concludendo in maniera circolare un compendio di personaggi che in fondo sono legati da un filo invisibile fatto di coerenza e ironia. E se qualche spettatore un po’ troppo distratto si fosse perso qualcosa, ci penserà il brano finale a ripercorrere velocemente tutte le tappe toccate dalle 2 ore di show.

M’accompagno da me va in scena al Sistina (qui la pagina ufficiale Facebook del teatro) dal 14 al 21 maggio con i suoi monologhi, le filastrocche in rima e una sfilza di reati da dover giudicare.

Voto: 8

 

Raffaella Mazzei

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