Split è il nuovo thriller di M. Night Shyamalan con James McAvoy e Anya Taylor Joy, nelle sale italiane dal 26 gennaio, che nel primo weekend in Usa ha già incassato oltre 40 milioni di dollari.
Nelle sale italiane dal 26 gennaio, Split è il nuovo thriller di M. Night Shyamalan con James McAvoy e Anya Taylor Joy che nel primo weekend in Usa ha già incassato oltre 40 milioni di dollari (è costato meno di 10, Shyamalan ha scritto anche soggetto e sceneggiatura e lo ha prodotto insieme a Jason Blum, nominato all’Oscar per “Whiplash”, e Mark Bienstock), diventando la quarta migliore apertura per un film a gennaio di sempre. Split ha inoltre debuttato in oltre 20 mercati internazionali incassando nel primo weekend 5,8 milioni di dollari, di cui 3,1 milioni solo in Gran Bretagna.
Il regista di origine indiana torna al genere che lo ha reso famoso, con film come “Il Sesto Senso”, “Unbreakable”, “the Village” e “Signs” e porta alla ribalta la bravura di Anya Taylor Joy, una giovane attrice emergente, come in passato aveva già fatto con Dev Patel e Bryce Dallas Howard. Si conferma James McAvoy con una straordinaria interpretazione dei vari personaggi di una personalità multipla, in un ruolo estremamente impegnativo. L’attore scozzese interpreta Kevin “Wendell” Crumb, un uomo che ha 23 personalità, e recita nove ruoli diversi. Il film inizia con il rapimento da parte di Kevin di tre belle ragazze: Casey Cook (Anya Taylor Joy), Marcia (Jessica Sula) e Claire Benoit (Haley Lu Richardson), che vengono portate in un appartamento e lì segregate in uno scantinato, senza possibilità di fuga, si tratta di un thriller claustrofobico ambientato quasi esclusivamente in interni, si torna a vedere la luce solo nel finale misterioso che farà sicuramente discutere ma che non possiamo rivelare per non togliere la sorpresa.
Kevin soffre di “disturbo dissociativo delle identità” e nel film diventa di volta in volta un bambino, un violento, una donna, uno stilista, un mostro, ecc. La dottoressa Karen Fletcher (Betty Buckley) studia il fenomeno delle personalità multiple e vuole dimostrare che il suo paziente, con cui ha un rapporto quasi materno, sia in grado di modificare il suo fisico a seconda dei personaggi che incarna. Le tre ragazze reagiscono diversamente alla prigionia forzata: la più intelligente (Casey) cerca di mantenere la calma e di trovare un dialogo con il sequestratore, le altre due sono tentate di ribellarsi con la forza cercando di annientare fisicamente Kevin ma avranno necessariamente la peggio rispetto a Casey. Il film è comunque uno spaccato psicologico interessante sull’universo maschile e femminile, Kevin interpreta anche dei ruoli femminili e il regista rappresenta diversi punti di vista del rapporto uomo-donna e maschio-femmina.
Dopo una serie di inseguimenti, ricatti psicologici, minacce fisiche e veri e propri “split” mentali, Shyamalan sembra voler dimostrare che tra la donna più intelligente e l’uomo dalle personalità multiple alla fine prevale comunque la donna, più in grado rispetto all’uomo di adattarsi alle varie situazioni ambientali e comportamentali, più dotata di introspezione psicologica, quando non si ferma alle soluzioni più facili e apparentemente a portata di mano come fanno le altre due, è la vittoria dell’intelligenza femminile sulla forza bruta maschile. Un film capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo per quasi due ore, e non era scontato che ci riuscisse.
Alessandro Sgritta
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