Dall’8 al 13 novembre al Teatro Greco di Roma è andato in scena “Ho risorto!“, un mix molto divertente di satira e canzoni con il cantattore romano Andrea Rivera e Matteo D’Incà alla chitarra. Già portato in scena con lo stesso titolo due anni fa al Teatro Vascello, lo spettacolo, un particolare esempio di “teatro canzone video”, è stato in parte rinnovato con l’aggiunta di nuovi monologhi scritti per l’occasione.

Matteo D’Incà e Andrea Rivera (foto Giancarlo Fiori)
Quando si apre il sipario il pubblico si trova di fronte ai due protagonisti Andrea Rivera e Matteo D’Incà seduti a tavola che mangiano tranquillamente per 5 minuti come se niente fosse, quando gli spettatori cominciano a rumoreggiare Andrea Rivera li apostrofa all’incirca così “ma come, è una vita che vi fate mangiare in testa da chi vi governa e ora ve la prendete con noi che mangiamo solo da 5 minuti?”.

Andrea Rivera legge gli annunci di Porta Portese (foto Giancarlo Fiori)
Lo spettacolo entra quindi nel vivo con le “Olimpiadi di Mafia Capitale”, con Rivera che si diverte a giocare gli sport più improbabili, si racconta la nascita del “Cellotauro”, una nuova specie creata dall’unione dell’uomo con il cellulare in una scena a due con Matteo D’Incà e Rivera vestiti da telefoni e battute come “un vecchio PC” (per significare un vecchio comunista) e “io me ne Android” (parafrasando Baglioni).
Andrea passa a leggere veri annunci di Porta Portese, che fanno ridere già di per sé come sono scritti, figuriamoci se a questo aggiungiamo la satira tagliente di Rivera. C’è spazio anche per la canzone sulle facoltà universitarie (l’unica accessibile a tutti è “la facoltà di non poter lavorare”), quindi Rivera mostra foto di monete e banconote, sia nuove (euro) che vecchie lire, e fa un monologo giocato sui termini finanziari, introdotto da lui con una borsa in mano perché “ama giocare in borsa”. Imbraccia la chitarra e intona “Il fiore e la luna” (diario notturno di un malincomico), canzone alla De André che dimostra che Rivera è anche un po’ poeta, poi fa un monologo sui dolci (“muffin a qui”), parla di Bruno Franceschelli, storico amico e mentore di Rino Gaetano da poco scomparso e canta una canzone che faceva con lui al bar.

Matteo D’Incà e Andrea Rivera (foto Giancarlo Fiori)
Tra le più divertenti la scena con l’arrivo dell’ambulanza e sul lettino d’ospedale eil monologo sulle medicine (che ha raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni su Youtube), la scena su quadri e i pittori con Rivera nei panni del “Bacchino malato” di Caravaggio con le foglie d’edera in testa e l’uva in mano.

Andrea Rivera interpreta il “Bacchino malato” (foto Giancarlo Fiori)
La sera della vittoria di Trump ha preparato un monologo nuovo di zecca sugli Stati Uniti e lo stesso Trump davvero esilarante (“ha vinto quello Colorado, quello che non Connecticut…la situazione non è Florida”), elencando tutti i nomi dei vari Stati americani con altrettanti giochi di parole. Un modo intelligente per ridere nonostante tutto invece di piangersi addosso, oppure per piangere dalle risate, appunto.

Andrea Rivera nei panni di Donald Trump (foto di Giancarlo Fiori)
Ne “La canzone di Passannante” (l’anarchico che attentò alla vita di re Umberto I) si immagina di uccidere vari personaggi (“se potessi ammazzare…”), da Giuliano Ferrara al “marito di Costanzo”, gli esiti sono irriferibili ma fanno ridere fino alle lacrime. Si passa a questioni più serie con il monologo sul terremoto, (“come fai a vivere se poi ti magnitudo”), ai tagli alle favole per la crisi, fino al video di Andrea da bambino, che viene mandato indietro nel tempo a cercare Renzi in un campo scout, alle stragi di Falcone e Borsellino, all’attentato di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ecc. fino agli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, e ancora indietro alla strage del 2 agosto 1980 a Bologna, all’uccisione di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova nel 2001 e a quella del povero Stefano Cucchi nel 2009, che il piccolo Andrea vorrebbe evitare, ma “la cosa più importante” da ricordare è quando il 17 giugno 2001 la Roma si laurea per la terza volta campione d’Italia, vale la pena scommetterci sopra qualcosa perché non si sa quando succederà ancora.

Andrea Rivera e Pigna (foto Giancarlo Fiori)
Andrea Rivera torna in scena per salutare portando in braccio la sua amata cagnetta Pigna, ormai una “superstar” dello spettacolo, con tanto di “showreel” personale. C’è anche il video di un inconsapevole sosia di Pasolini che fa le pizze a Casal de’ Pazzi. Mancano il monologo sui quartieri di Roma e la canzone scritta a quattro mani con Mannarino ma forse è anche un modo per non ripetersi troppo e rinnovare sempre il repertorio per garantire nuove sorprese e risate anche a chi lo segue assiduamente. Un mattatore della scena che non ha mai deluso il suo pubblico, un vero toccasana in questi tempi bui e grigi.
Alessandro Sgritta
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