Marco Cavallaro si è presentato alla Sala Massimo Troisi di Ostia con uno show nato dalla semplice osservazione della realtà e, per la precisione, di una realtà in particolare: l’eterna lotta tra uomo e donna nel loro relazionarsi, amarsi e, ovviamente, non capirsi. Il suo Sesso contro amore, in scena dal 3 al 6 novembre, osserva con fare ironico e scanzonato tutto quello che rende intrigante il rapporto con l’altro sesso. Da sms, app e chat alle abitudini che si hanno al supermercato, dall’esigenza di ‘dettagli’ che hanno le donne al pensiero fisso che hanno gli uomini, più che di luoghi comuni si parla di fatti.
Cavallaro è bravo nel dipingere i rapporti di oggi e a coinvolgere il pubblico per tutte le due ore del suo spettacolo. Al comico non dispiace affatto toccare i suoi spettatori, scuoterli e catturare la loro attenzione con espressioni colorite (atteggiamento che ricorda in parte il primissimo Beppe Grillo). I suoi non sono i discorsi più politically correct del mondo, ma funzionano perché riguardano da vicino il cosiddetto “italiano medio”. Lo dimostrano anche i video e le foto scattate in giro per l’Italia e per il web, i quali supportano le parole dell’artista e spezzano lo show rendendolo molto più di un semplice monologo.
Nonostante i pochi mezzi a disposizione – lo spettatore non troverà certo grandi scenografie, effetti speciali o musica dal vivo – Sesso contro amore regala due ore di risate senza far rimpiangere nulla degli one man show più popolari. Come lo stesso Cavallaro ha affermato, «sembra di stare a casa». E in effetti lo spettatore ha proprio l’impressione di parlare con un amico che conosce pregi e difetti della propria dolce metà, ma soprattutto che sa scherzarci su con ironia. Ed è proprio l’ironia il tema che lega tutto lo spettacolo sin dalle sue prime battute: per Cavallaro è fondamentale saper sdrammatizzare e ridere di se stessi. A dimostrarlo ‘praticamente’ è l’esperimento col quale chiude lo spettacolo: chi non ha voglia di mettersi in gioco resti a casa, chi invece desidera ridere ed andare via con un messaggio semi-serio si accomodi pure.
Raffaella Mazzei
(revisione e impaginazione Ivan Zingariello)
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